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mercoledì 22 luglio 2015

"Se vuoi offrirmi il profumo devi amare la verità".

NELLA FESTA DI S. MARIA MADDALENA

Nella festa di S. Maria Maddalena, la grande amante di Cristo apparve a Geltrude durante i primi Vespri ador­na di rose d'oro e splendente di tante gemme quanti furo­no i suoi peccati. 

Ritta alla destra del Figlio di Dio, diffondeva su tutta la Corte celeste il meraviglioso splendore della sua gloria, e il Salvatore Gesù, prodigandole familiari carezze, le diceva tenerissime parole. 

Geltrude comprese che i fiori d'oro rappresentavano la divina clemenza che aveva rimessi i peccati di S. Maria Maddalena, le gemme preziose simboleggiavano la penitenza con cui ella, aiutata dalla di­vina grazia, aveva cancellato tutte le sue colpe.

Durante il Mattutino Geltrude applicò la sua divozione alle parole ed ai neumi che erano cantati in onore di S. Marria Maddalena, e la pregò d'intercedere per lei e per le per­sone che le erano state raccomandate. 
La Santa penitente s'avanzò, si prostrò ai piedi del Signore, li baciò con amore e li offerse, in virtù dei suoi meriti, a tutti coloro che desi­deravano avvicinarsi ad essi con sincera penitenza. 
Gel­trude venne a baciare teneramente quei sacratissimi piedi, dicendo: « Ecco, o amatissimo Gesù, che ti offro le pene di tutte le persone che mi sono affidate e in loro compagnia, lavo i tuoi santissimi piedi ». Rispose il Signore: « Con ra­gione mi hai lavato i piedi in nome loro, adesso di' a co­loro per i quali tu preghi che me li asciughino coi loro capelli, che li bacino e li profumino con preziosi aromi ». 

Gel­trude comprese che quelle persone dovevano fare tre cose
per asciugare i piedi di Gesù era necessario che si esami­nassero accuratamente se nei dolori da loro sofferti, nulla vi fosse di opposto a Dio, o che impedisse la loro unione col Signore; in caso affermativo dovevano proporre di vincere ogni ostacolo, a prezzo di qualsiasi sacrificio. 
Per baciare i piedi di Gesù dovevano confidare ciecamente nella bon­tà infinita di Dio, sempre pronto a perdonare le colpe dei cuori sinceramente pentiti. 
Infine per profumare quei santi piedi dovevano proporre di fuggire, per quanto è possibile, la minima offesa di Dio.

Aggiunse il Signore: « Se vuoi offrirmi il profumo che, secondo il Vangelo, quella grande penitente versò sul mio capo, spezzando il vaso che lo conteneva, così che « la casa fu tutta piena di quella fragranza: et domus impleta est ex odore unguenti (Giov. XII, 3), devi amare la verità
Infatti colui che, per amore della verità e per difenderla si espone ad avere sofferenze, a perdere amici, a com­piere gravi rinunce, colui, dico, spezza realmente il vaso d'alabastro e profuma il mio capo, sì che tutta la casa è fragrante di quest'olezzo. 
Egli dà realmente buon esempio e mentre si sforza di correggere gli altri, migliora se stesso, cercando di evitare le colpe che biasima nel prossimo. 
Co­sì il buon odore si diffonde per l'esempio edificante e le op­portune correzioni al prossimo. 
Se mai poi, nel suo amore alla verità, cadesse in qualche difetto, sia correggendo con asprezza e zelo eccessivo, sia mostrandosi negligente o trop­po rigido, io lo scuserò davanti al Padre celeste e a tutti gli eletti, come seppi difendere Maria Maddalena; di più soddisferò a tutte le sue colpe ».


Geltrude chiese: « Amorosissimo Gesù, si dice che Ma­ria abbia comperato quell'unguento odoroso, come potrei anch'io, (sia pure a prezzo grande), renderti un omaggio così gradito? ». Egli rispose: « Colui che in ogni occasione, mi offre la sua buona volontà, che si sforza di agire per amore, e che accetta i più gravi sacrifici per la mia gloria, compera veramente questo balsamo squisito. Lo acquista purché, preferendo il mio onore al suo vantaggio, si assog­getta a qualsiasi rinuncia; lo acquisterebbe anche se per gravi ostacoli, non potesse tradurre in opera il suo pro­getto ».



 AMDG et BVM

lunedì 17 giugno 2013

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE - RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE


PRIVILEGI PARTICOLARI 
DA DIO ACCORDATI A GELTRUDE


Narreremo ora altri episodi dello stesso genere, che con grande fatica, siamo riusciti a strappare dall'umiltà di Geltrude, come se fossero stati sigillati sotto una pesante pietra. Molte anime pie la interpellavano sulla loro frequenza alla S. Comunione e le esprimevano i loro dubbi in proposito. Dopo d'aver dilucidato le difficoltà proposte, ella consigliava e persino sforzava, per così dire, le anime ad accostarsi al celeste convito, fiduciose nella grazia e nella misericordia di Dio.



Ma un giorno n'ebbe scrupolo, pensando di avere oltrepassato i limiti delle sue competenze, e d'avere mancato di discrezione, con affermazioni troppo presuntuose. Ricorse perciò alla bontà del suo Dio e, dopo d'avergli confidato il suo turbamento, n'ebbe questa risposta: «Non temere, figlia mia, sta sicura e tranquilla, poichè io sono il Dio che ti ama, che con predilezione gratuita ti ha creata e scelta per abitare in te, onde prendervi le sue delizie: per assicurarti, in avvenire, io ti prometto che tutti coloro che, con divozione ed umiltà, ricorreranno a te per essere illuminati, otterranno risposte, per così dire, infallibili, nè mai permetterò che anime indegne di ricevermi vengano a consultarti, riguardo alla S. Comunione. Perciò quando indirizzerò a te cuori stanchi ed afflitti per averne sollievo, dì loro di ricevermi con fiducia. Par amor tuo aprirò loro il mio paterno seno e li stringerò nelle braccia della mia tenerezza per dar loro un dolce bacio di pace ».



Le prove dell'amore di Gesù erano continue. Un giorno, mentre pregava per un'anima, fu presa da una grande angustia, temendo che quell'anima ottenesse meno di quanto aveva sperato. Ma Gesù la calmò con divina accondiscendenza: « Sta tranquilla, figlia mia: darò a coloro che in te avranno posto la loro fiducia tutto quello che spereranno ottenere dal tuo aiuto: di più accorderò volentieri ciò che tu avrai loro promesso da parte mia: se talora la fragilità umana porrà impedimento a tali effetti, t'assicuro, per altro, che in quelle anime avrò operato l'avanzamento nella virtù da te promesso ».


Geltrude, pensando qualche giorno dopo a queste magnifiche promesse, e sentendo l'enorme peso della sua indegnità, domandò al Signore come mai potevano compirsi tali meraviglie, per mezzo di una creatura così vile ed abbietta. Il Signore rispose: « La Chiesa non gode forse collettivamente lo stesso privilegio che accordai soltanto a Pietro con quelle parole: « Quello che legherete in terra, sarà legato anche in cielo? » (Matt. XVI, 19). Essa crede che tale potere risieda in ciascun sacerdote: perchè dunque non crederai tu che posso e voglio adempire le promesse, che il mio amore si degna di farti?». Toccandole poi la lingua disse: « Ecco che ho messo le mie parole nella tua bocca » (Ger. 1, 9) e confermo nella verità tutto quello che tu dirai al prossimo, dietro l'ispirazione del divin Paracleto. Se tu prometterai qualche cosa sulla terra in nome mio, io ratificherò in cielo tale promessa ». Geltrude obbiettò: « Non posso rallegrarmi di questo privilegio perchè, se dietro l'impulso dello Spirito Santo, mi capiterà d'affermare che quella, o quell'altra colpa non rimarrà impunita, sarò causa di pena e di danno al mio prossimo ».
Rispose Gesù: « Quando lo zelo per la giustizia, o l'amore per le anime ti consiglierà tali parole, io infonderò alla persona a cui le indirizzerai la dolcezza della mia bontà, e desterò nel suo cuore una compunzione così vera, da non meritare più le mie vendette».

Aggiunse poi Geltrude: « O Signore, se tu parli davvero per mio mezzo, come ti sei degnato di assicurarmi, perchè i miei consigli producono effetti così meschini quantunque mi senta ispirata a darli, solo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime? ». Il Signore si degnò di risponderle: « Non stupirti, figlia mia, se le tue parole sono talora infeconde, poichè Io stesso, quando vivevo in terra, predicavo con tutto l'ardore del divino Spirito senza produrre alcun bene: ogni cosa è regolata dalla Provvidenza, la quale ha le sue ore fisse ».


Un giorno, dopo d'aver ripreso una persona per le sue colpe, corse a rifugiarsi presso Gesù, supplicandolo d'illuminare la sua intelligenza, affinchè parlasse a ciascuno secondo la volontà di Dio. « Non temere, figlia mia - dissele Gesù - ma abbi grande confidenza, perchè ti ho accordato un sommo privilegio; quando anime umili e sincere verranno a consultarti, tu giudicherai e deciderai nella luce della verità, come giudico Io stesso, secondo la natura delle cose e la condizione delle persone; se la materia è grave, darai, da parte mia, risposta severa; se è leggera, la tua parola sarà più mite ». Geltrude, penetrata dalla sua indegnità, esclamò « O Padrone del cielo e della terra, ritira e limita l'eccessiva tua bontà a mio riguardo, perchè, cenere e polvere quale io sono, mi sento indegna di un dono così stupendo » ! Ma il Salvatore insistette con tenerezza: « Ti par gran cosa lasciar giudicare le cause della mia inimicizia da te, che esperimenti così spesso i segreti della mia amicizia? ». E confermò: « I tribolati che verranno umilmente e con semplicità a cercare da te parole di consolazione, non rimarranno giammai delusi, perché Io, il Dio che risiede nell'anima tua, voglio, nella mia amorosa tenerezza diffondere, per tuo mezzo, i miei benefici, inondando la tua anima dell'ineffabile gioia che sgorga dal mio divin Cuore ».


Ella pregava un giorno per alcune persone che le erano state raccomandate. Gesù rispose: « Nei tempi antichi, quando alcuno poteva accostarsi all'altare, si rallegrava di essersi assicurata la pace. Ora, avendoti scelta per dimora, ti prometto che colui che implorerà con fiducia il soccorso delle tue preghiere, riceverà grazie di salvezza ». Questo fatto è confermato da S. Matilde, nostra cantora, di dolce memoria.


Pregando un giorno essa per Geltrude, vide il cuore della medesima, sotto la forma di un solidissimo ponte, rinforzato a destra ed a sinistra da due muraglie assai consistenti: una rappresentava la divinità di Gesù, l'altra la sua santissima Umanità. Il Signore affermò: « Coloro che verranno a me su questo ponte, non potranno cadere, nè deviare dal retto cammino ». Egli intendeva dire che coloro che seguiranno i consigli di Geltrude, non potranno errare giammai.

SALUS NOSTRA 
IN MANU TUA EST, O MARIA!