Cirillo d'Alessandria, il cui elogio non si fonda soltanto sulla testimonianza di alcuni, ma è celebrato altresì negli atti dei concili ecumenici di Efeso e di Calcedonia, nacque da illustri genitori, era nipote di Teofilo vescovo di Alessandria, e fin da giovanetto diede chiari segni d'ingegno superiore.
Perfettamente istruito nelle lettere e nelle scienze, si recò presso Giovanni vescovo di Gerusalemme, affin di perfezionarsi nella fede cristiana. Tornato poi ad Alessandria, ed essendo morto Teofilo, fu innalzato a quella sede: nella qual carica mostrò sempre sì bene in se stesso il tipo del perfetto pastore tracciato dall'Apostolo, da acquistarsi a buon diritto la riputazione di prelato santissimo.
Infiammato di zelo per la salvezza delle anime, mise ogni diligenza a mantenere nella fede e integrità di costumi il gregge affidatogli e a preservarlo dai pascoli avvelenati degl'infedeli ed eretici. Quindi si sforzò d'espellere dalla città i seguaci di Navato e di punire, secondo le leggi, i Giudei che, nella loro frenesia, avevano cospirato di massacrare i Cristiani.
Ma lo zelo di Cirillo per l'integrità della fede cattolica si mostrò sopra-tutto contro Nestorio vescovo di Costantinopoli, il quale pretendeva che Gesù Cristo nato da Maria Vergine fosse solo uomo e non Dio, e che la divinità gli fosse stata accordata in grazia dei suoi meriti; dopo aver tentato invano di ridurlo a resipiscenza, lo denunziò al sommo Pontefice san Celestino.
Per delegazione di Celestino, egli presiedé al concilio di Efeso, in cui l'eresia Nestoriana fu interamente proscritta, Nestorio condannato e deposto dalla sua Sede, e il domma cattolico di una sola e divina persona in Cristo, e della divina maternità della gloriosa Vergine Maria proclamato, applaudendo l'intero popolo, il quale a manifestare l'irrefrenabile gioia accompagnò i vescovi a casa con faci accese.
Ma appunto perciò Cirillo ebbe a subire calunnie, ingiurie e moltissime persecuzioni da Nestorio e da' suoi fautori; le quali egli sopportò colla massima pazienza, così che, sollecito soltanto della fede, stimava un niente tutto quanto gli eretici dicevan e macchinavano contro di lui.
Finalmente, dopo d'aver sostenuto per la Chiesa di Dio le più grandi fatiche, e pubblicati moltissimi scritti sia a confutazione dei pagani ed eretici sia a spiegazione delle sacre Scritture e del domma cattolico, fece una santa fine nell'anno 444, nei trentesimo secondo di episcopato. Il sommo Pontefice Leone XIII estese a tutta la Chiesa e la Messa di questo illustrissimo campione della fede cattolica, luminare delta chiesa Orientale.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
Preghiamo
O Dio, che il tuo beato Confessore e Vescovo Cirillo rendesti invitto difensore della divina maternità della beatissima Vergine Maria: concedi, per sua intercessione, che come noi la crediamo vera Madre di Dio, così veniamo salvati mercé la sua materna protezione.
Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
****************************************
Per S. Apollonia Vergine
Apollonia vergine d'Alessandria, era già avanzata in età quando, sotto l'imperatore Decio, fu condotta davanti agli idoli, perché facesse segno dì venerarli; ma invece disprezzatili, dichiarò altamente che si doveva adorare il vero Dio Gesù Cristo. Perciò le furono pesti e strappati tutti i denti; ed empi carnefici, acceso un rogo, minacciarono di bruciarla viva, s'ella non detestava Cristo e adorava gli dèi. A cui ella rispose esser pronta a subire qualsiasi morte per la fede di Gesù Cristo. Pertanto presa per esser bruciata, fermatasi alquanto come per deliberare sul da fare, sfuggi dalle loro mani, e, accesa interamente da maggiore fiamma di Spirito Santo, giuliva si gettò da sé nel fuoco preparatole. Onde in breve consumato il corpo, lo spirito purissimo se ne volò al cielo a ricevervi la corona immortale del martirio.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
Nessun commento:
Posta un commento