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sabato 9 febbraio 2019

San Cirillo d'Alessandria

Cirillo d'Alessandria, il cui elogio non si fonda soltanto sulla testimonianza di alcuni, ma è celebrato altresì negli atti dei concili ecumenici di Efeso e di Calcedonia, nacque da illustri genitori, era nipote di Teofilo vescovo di Alessandria, e fin da giovanetto diede chiari segni d'ingegno superiore. 

Perfettamente istruito nelle lettere e nelle scienze, si recò presso Giovanni vescovo di Gerusalemme, affin di perfezionarsi nella fede cristiana. Tornato poi ad Alessandria, ed essendo morto Teofilo, fu innalzato a quella sede: nella qual carica mostrò sempre sì bene in se stesso il tipo del perfetto pastore tracciato dall'Apostolo, da acquistarsi a buon diritto la riputazione di prelato santissimo.

Infiammato di zelo per la salvezza delle anime, mise ogni diligenza a mantenere nella fede e integrità di costumi il gregge affidatogli e a preservarlo dai pascoli avvelenati degl'infedeli ed eretici. Quindi si sforzò d'espellere dalla città i seguaci di Navato e di punire, secondo le leggi, i Giudei che, nella loro frenesia, avevano cospirato di massacrare i Cristiani. 
Ma lo zelo di Cirillo per l'integrità della fede cattolica si mostrò sopra-tutto contro Nestorio vescovo di Costantinopoli, il quale pretendeva che Gesù Cristo nato da Maria Vergine fosse solo uomo e non Dio, e che la divinità gli fosse stata accordata in grazia dei suoi meriti; dopo aver tentato invano di ridurlo a resipiscenza, lo denunziò al sommo Pontefice san Celestino.

Per delegazione di Celestino, egli presiedé al concilio di Efeso, in cui l'eresia Nestoriana fu interamente proscritta, Nestorio condannato e deposto dalla sua Sede, e il domma cattolico di una sola e divina persona in Cristo, e della divina maternità della gloriosa Vergine Maria proclamato, applaudendo l'intero popolo, il quale a manifestare l'irrefrenabile gioia accompagnò i vescovi a casa con faci accese. 
Ma appunto perciò Cirillo ebbe a subire calunnie, ingiurie e moltissime persecuzioni da Nestorio e da' suoi fautori; le quali egli sopportò colla massima pazienza, così che, sollecito soltanto della fede, stimava un niente tutto quanto gli eretici dicevan e macchinavano contro di lui. 
Finalmente, dopo d'aver sostenuto per la Chiesa di Dio le più grandi fatiche, e pubblicati moltissimi scritti sia a confutazione dei pagani ed eretici sia a spiegazione delle sacre Scritture e del domma cattolico, fece una santa fine nell'anno 444, nei trentesimo secondo di episcopato. Il sommo Pontefice Leone XIII estese a tutta la Chiesa e la Messa di questo illustrissimo campione della fede cattolica, luminare delta chiesa Orientale.


V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.



Preghiamo
O Dio, che il tuo beato Confessore e Vescovo Cirillo rendesti invitto difensore della divina maternità della beatissima Vergine Maria: concedi, per sua intercessione, che come noi la crediamo vera Madre di Dio, così veniamo salvati mercé la sua materna protezione.
Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.


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Per S. Apollonia Vergine


Apollonia vergine d'Alessandria, era già avanzata in età quando, sotto l'imperatore Decio, fu condotta davanti agli idoli, perché facesse segno dì venerarli; ma invece disprezzatili, dichiarò altamente che si doveva adorare il vero Dio Gesù Cristo. Perciò le furono pesti e strappati tutti i denti; ed empi carnefici, acceso un rogo, minacciarono di bruciarla viva, s'ella non detestava Cristo e adorava gli dèi. A cui ella rispose esser pronta a subire qualsiasi morte per la fede di Gesù Cristo. Pertanto presa per esser bruciata, fermatasi alquanto come per deliberare sul da fare, sfuggi dalle loro mani, e, accesa interamente da maggiore fiamma di Spirito Santo, giuliva si gettò da sé nel fuoco preparatole. Onde in breve consumato il corpo, lo spirito purissimo se ne volò al cielo a ricevervi la corona immortale del martirio.



V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.





domenica 28 giugno 2015

La divina maternità della Vergine Maria


Dalle «Lettere» di san Cirillo d'Alessandria, vescovo
(Lett. 1; PG77, 14-18. 27-30)
La divina maternità della Vergine Maria

    Mi meraviglio oltremodo che vi siano alcuni che dubitano se la santa Vergine si debba chiamare Madre di Dio. Ed invero se nostro Signore Gesù Cristo è Dio, perché mai allora la santa Vergine che l'ha generato non dovrebbe chiamarsi Madre di Dio? I discepoli di Gesù ci hanno tramandato questa fede, quantunque mai adoperino questa formula. In questo senso siamo stati istruiti dai santi Padri. 

A dire il vero, il nostro padre Atanasio, di notissima memoria, nel libro che ha scritto sulla santa e consustanziale Trinità, nel terzo discorso, a più riprese chiama la Vergine «Madre di Dio». 

Mi vedo costretto a questo punto a servirmi delle sue stesse parole che suonano così: «Perciò scopo e caratteristica della divina Scrittura, come spesso abbiamo rilevato, è di affermare entrambe le cose del nostro Salvatore Cristo: e cioè che egli è Dio e non è mai stato diversamente in quanto è Verbo del Padre e suo splendore e sapienza; e insieme che lo stesso, quando venne la pienezza dei tempi, avendo preso carne dalla Vergine Maria Madre di Dio, si è fatto uomo per noi».


    E dopo qualche altra frase, dice ancora: «Vi sono state molte persone sante e immuni da ogni peccato: infatti Geremia fu santificato fin dal seno materno e Giovanni, non ancora venuto alla luce, udita la voce di Maria, Madre di Dio, sussultò di gioia».



    Certo il nostro padre Atanasio è assolutamente degno di tutta la nostra fede e di sicura adesione, in quanto non ha mai detto nulla che fosse contrario alle sacre Scritture. E la sacra Scrittura, ispirata da Dio, afferma che il Verbo di Dio si è fatto carne, cioè si è unito ad una carne dotata di anima razionale. Dunque il Verbo di Dio nacque dalla discendenza di Abramo e, preparatosi un corpo da una donna, si fece partecipe della carne e del sangue, per modo che ormai non è più soltanto Dio, ma anche uomo simile a noi per l'unione con la nostra natura.



    Perciò l'Emmanuele consta con certezza di due nature: di quella divina e di quella umana. Tuttavia il Signore Gesù Cristo è uno, unico vero figlio naturale di Dio, insieme Dio e uomo; non un uomo deificato, simile a quelli che per grazia sono resi partecipi della divina natura, ma Dio vero, che per la nostra salvezza apparve nella forma umana, come Paolo attesta con queste parole: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4, 4-5).

RESPONSORIO        


R. Cirillo ha operato cose mirabili davanti a Dio; in tutta la terra si è diffusa la sua dottrina: * interceda per noi presso il Signore Dio nostro.
V. Sacerdote di Dio, ha meditato la sua legge giorno e notte:
R. interceda per noi presso il Signore Dio nostro.

ORAZIONE

    O Dio, che hai suscitato nella tua Chiesa il vescovo san Cirillo, fervido assertore della divina maternità della Vergine Maria, concedi al tuo popolo, che la riconosce vera Madre di Dio, il dono della salvezza nel Cristo tuo Figlio, fatto uomo per noi. Egli è Dio, e vive e regna. 
AVE MARIA!