domenica 24 aprile 2016

SAN FEDELE DA SIGMARINGA


S. Fedele da Sigmaringa (24 aprile)
Il nostro Istituto [della Consolata] dev'essere divoto di S. Fedele da Sigmaringa e considerarlo come speciale Protettore, insieme con S. Francesco Zaverio e S. Pietro Claver. Egli è il primo missionario mandato da Propaganda Fide contro gli eretici nella Rezia; e voi sapete che anche noi ci proponiamo di evangelizzare solo quelle Missioni che la Propaganda Fide ci assegna.
Fu ancora il primo martire di Propaganda. Un missionario deve sempre essere disposto al martirio, altrimenti non è un buon missionario; deve offrirsi vittima al Signore, disposto a qualsiasi sacrificio. La stessa S. C. di Propaganda Fide lo scelse a suo protettore. 
Pio XI, in una Lettera al Generale dei Cappuccini, nel terzo centenario della morte di S. Fedele (24 aprile 1622), dichiarò che questo Santo si rese esemplare perfetto dei Missionari e del come essi debbano prepararsi al ministero apostolico.
Per noi c'è un motivo speciale di esserne divoti; ed è che in questo giorno s'incominciò l'Istituto (fondazione morale). Fu infatti nel giorno della sua festa, 24 aprile 1900, che a Rivoli, celebrando la Messa in suo onore, deposi sull'altare una lettera indirizzata al nostro Arcivescovo, in cui domandavo la parola definitiva per la fondazione dell'Istituto, e l'ebbi.
Se volete, aggiungete la speciale predilezione che ebbi per questo Santo fin da chierico; predilezione certamente infusami da Dio in previsione del futuro. Se andate al monte dei Cappuccini, vedrete una statua del Santo. Alla Madonna diCampagna (Torino) nell'orto, c'è un quadro che lo rappresenta da chierico. Quand'io ero chierico, mi dilettavo di rimirare questo quadro.
Per tutti questi motivi egli è nostro Protettore, come religiosi e come missionari. Leggetene la Vita per ricopiare in voi le sue virtù; ricorrete alla sua intercessione per ottenere, come dice il Papa, di arricchire la vostra mente con lo studio delle varie discipline, ed allenare l'animo nella pratica costante di tutte le virtù.
Egli servirà ai probandi e ai novizi di esempio nel vincere le tentazioni di scoraggiamento, anche sotto la specie di maggior bene; e ci farà raffrenare la troppo giovanile avidità del ministero, mentre egli, fatto Sacerdote e professo, credé essere meglio attendere per altri quattro anni allo studio della sacra Teologia.
" L'esempio di S. Fedele - diceva il P. Melchiorre da Benisa, Procuratore dei Cappuccini - infervorerà in noi lo zelo per l'apostolato ". Per essere degli apostoli, occorre prepararvisi seriamente e lungamente; occorre quel corredo di cognizioni divine ed umane richieste dai tempi e dalle popolazioni che dobbiamo evangelizzare; occorre avere virtù non comuni ed un eccellente spirito di immolazione.
Noi dobbiamo dunque pregarlo e prenderlo a modello per riuscire degni missionari. Ma in che imitarlo in modo speciale? Nella virtù che formò la sua caratteristica, cioè la fedeltà alla vocazione. Il Signore suole applicare i nomi secondo la natura dei soggetti e la loro missione. Come dal Cielo venne il nome di Gesù al Divin Redentore, così ben a proposito il nostro Santo ebbe in Religione il nome di Fedele, perché fu in tutta la vita fedele alla voce di Dio e vi corrispose con tutta fedeltà.
Da giovane studente fu fedele a tutti i doveri cristiani; ugualmente lo fu dopo aver conseguito la laurea di avvocato, nonché nel viaggio di due anni fatto attraverso l'Italia e poi nell'ufficio della sua professione di avvocato: era un avvocato di grido. In tal modo si dimostrò preparato ad ascoltare la voce di Dio che lo chiamava alla Religione e vi si mantenne fedele, vincendo tutti gli ostacoli e scegliendo l'umile saio dei Cappuccini.
Osservò con somma fedeltà le regole del suo Ordine, prima come semplice frate, poi come superiore. 
Proposto dai Superiori a Propaganda Fide per la difficile missione di Rezia in Germania, obbedì con fedeltà e portò seco tre sole cose: il breviario, il crocifisso e la corona del rosario; assolvendo poi con fedeltà il suo incarico fino alla morte, fino al martirio.
Ecco perché questo Santo viene proposto a voi come modello di vita religiosa ed apostolica. Dovete imitarlo nella fedeltà ai vostri doveri presenti e futuri, nelle cose grandi e nelle cose piccole. Fedeltà a corrispondere alle grazie di Dio, a lasciarvi formare; fedeltà alla regola che è il mezzo datovi da Dio per riuscire degni missionari; fedeltà ai vostri proponimenti, fedeltà in tutto; cosicché, come dice la Chiesa nell'Oremus, anche noi siamo trovati fedeli fino alla morte: fideles usque ad mortem inveniri mereamur.
Siamo divoti di questo Santo, non solo nel giorno della festa, ma sempre. Pregatelo che vi ottenga questa costante fedeltà alla vocazione e alla corrispondenza alla medesima. E questa fedeltà sia universale, cordiale e semplice. 
Nella vestizione religiosa del nostro Santo il predicatore prese per testo del suo discorso d'occasione le parole dell'Apocalisse: Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita (1092). Anche voi siate fedeli in tutto e riceverete il premio promesso da Nostro Signore al servo buono e fedele. Bravo, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; entra nel gaudio del tuo Signore (1093). Ci esaudisca il nostro Protettore!

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