Il nostro
Istituto [della Consolata] dev'essere divoto di S. Fedele da Sigmaringa e considerarlo come
speciale Protettore, insieme con S. Francesco Zaverio e S. Pietro Claver. Egli
è il primo missionario mandato da Propaganda Fide contro gli eretici nella Rezia; e voi
sapete che anche noi ci proponiamo di evangelizzare solo quelle Missioni che la Propaganda
Fide ci assegna.
Fu ancora
il primo martire di Propaganda. Un
missionario deve sempre essere disposto al martirio, altrimenti non è un buon
missionario; deve offrirsi vittima al Signore, disposto a qualsiasi sacrificio.
La stessa S. C. di Propaganda Fide lo scelse a suo protettore.
Pio XI, in
una Lettera al Generale dei Cappuccini, nel terzo centenario della morte di S.
Fedele (24 aprile 1622), dichiarò che questo Santo si rese esemplare perfetto
dei Missionari e del come essi debbano prepararsi al ministero apostolico.
Per noi
c'è un motivo speciale di esserne divoti; ed è che in questo giorno
s'incominciò l'Istituto (fondazione morale). Fu infatti nel giorno della sua
festa, 24 aprile 1900, che a Rivoli, celebrando la Messa in suo onore, deposi
sull'altare una lettera indirizzata al nostro Arcivescovo, in cui domandavo la
parola definitiva per la fondazione dell'Istituto, e l'ebbi.
Se
volete, aggiungete la speciale predilezione che ebbi per questo Santo fin da
chierico; predilezione certamente infusami da Dio in previsione del futuro. Se
andate al monte dei Cappuccini, vedrete una statua del Santo. Alla Madonna diCampagna (Torino) nell'orto, c'è un quadro che lo rappresenta da chierico.
Quand'io ero chierico, mi dilettavo di rimirare questo quadro.
Per tutti
questi motivi egli è nostro Protettore, come religiosi e come missionari.
Leggetene la Vita per ricopiare in voi le sue virtù; ricorrete alla sua
intercessione per ottenere, come dice il Papa, di arricchire la vostra mente
con lo studio delle varie discipline, ed allenare l'animo nella pratica
costante di tutte le virtù.
Egli
servirà ai probandi e ai novizi di esempio nel vincere le tentazioni di
scoraggiamento, anche sotto la specie di maggior bene; e ci farà raffrenare la
troppo giovanile avidità del ministero, mentre egli, fatto Sacerdote e
professo, credé essere meglio attendere per altri quattro anni allo studio
della sacra Teologia.
"
L'esempio di S. Fedele - diceva il P. Melchiorre da Benisa, Procuratore dei
Cappuccini - infervorerà in noi lo zelo per l'apostolato ". Per essere
degli apostoli, occorre prepararvisi seriamente e lungamente; occorre quel
corredo di cognizioni divine ed umane richieste dai tempi e dalle popolazioni
che dobbiamo evangelizzare; occorre avere virtù non comuni ed un eccellente
spirito di immolazione.
Noi
dobbiamo dunque pregarlo e prenderlo a modello per riuscire degni missionari.
Ma in che imitarlo in modo speciale? Nella virtù che formò la sua
caratteristica, cioè la fedeltà alla vocazione. Il Signore suole applicare i
nomi secondo la natura dei soggetti e la loro missione. Come dal Cielo venne il
nome di Gesù al Divin Redentore, così ben a proposito il nostro Santo ebbe in
Religione il nome di Fedele, perché fu in tutta la vita fedele alla voce di Dio
e vi corrispose con tutta fedeltà.
Da
giovane studente fu fedele a tutti i doveri cristiani; ugualmente lo fu dopo
aver conseguito la laurea di avvocato, nonché nel viaggio di due anni fatto
attraverso l'Italia e poi nell'ufficio della sua professione di avvocato: era
un avvocato di grido. In tal modo si dimostrò preparato ad ascoltare la voce di
Dio che lo chiamava alla Religione e vi si mantenne fedele, vincendo tutti gli
ostacoli e scegliendo l'umile saio dei Cappuccini.
Osservò
con somma fedeltà le regole del suo Ordine, prima come semplice frate, poi come
superiore.
Proposto dai Superiori a Propaganda Fide per la difficile missione di Rezia in
Germania, obbedì con fedeltà e portò seco tre sole cose: il breviario, il
crocifisso e la corona del rosario; assolvendo poi con fedeltà il suo incarico
fino alla morte, fino al martirio.
Ecco
perché questo Santo viene proposto a voi come modello di vita religiosa ed
apostolica. Dovete imitarlo nella fedeltà ai vostri doveri presenti e futuri,
nelle cose grandi e nelle cose piccole. Fedeltà a corrispondere alle grazie di
Dio, a lasciarvi formare; fedeltà alla regola che è il mezzo datovi da Dio per
riuscire degni missionari; fedeltà ai vostri proponimenti, fedeltà in tutto;
cosicché, come dice la Chiesa nell'Oremus, anche noi siamo trovati fedeli fino
alla morte: fideles usque ad mortem inveniri
mereamur.
Siamo
divoti di questo Santo, non solo nel giorno della festa, ma sempre. Pregatelo
che vi ottenga questa costante fedeltà alla vocazione e alla corrispondenza
alla medesima. E questa fedeltà sia universale, cordiale e semplice.
Nella
vestizione religiosa del nostro Santo il predicatore prese per testo del suo discorso
d'occasione le parole dell'Apocalisse: Sii fedele fino alla morte e ti darò
la corona della vita (1092).
Anche voi siate fedeli in tutto e riceverete il premio promesso da Nostro
Signore al servo buono e fedele. Bravo, servo buono e fedele, sei stato
fedele nel poco, ti darò autorità su molto; entra nel gaudio del tuo Signore (1093). Ci esaudisca il nostro
Protettore!
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