L'INGINOCCHIARSI aiuta il nostro spirito a
a pregare con più umiltà, fiducia e devozione.
Un nostro attento lettore (e paziente, che legge ancora Famiglia Cristiana) ci segnala e invia questo articolo di don Silvano Sirboni intitolato “Quando si sta in piedi a Messa?” apparso sul n. 35, Anno LXXXI del 28 agosto 2011, pag. 11 di Famiglia Cristiana.
Si tratta della rubrica “Chiedi al teologo” in cui i lettori pongono domande, a cui teologi e liturgisti, più o meno competente, più o meno faziosi, danno risposta.
Questa volta una lettrice domandava "Quali sono i momenti in cui si deve stare in piedi a Messa?".Don Silvano si cimenta in una dotta argomentazione che ha dell'incredibile (in difetto). Nel rispondere, il liturgista si produce in tutta una serie di frasi (arcinote, arcibanali e a nostro dire, arcibizzarre ) che già nell'incipit fanno saltare sulla sedia per poi far cadere direttamente in terra se si scorre nel prosieguo del testo. In rosso, infratestuali, alcuni nostri commenti, che non siamo stati in grado di non inserire.
"La difficoltà di partecipare attivamente econsapevolmente alla Messa, soprattutto a causa della lingua, costrinse in passato ad "assistervi" sovrapponendo ad essa devozioni private [molto più pie, devote e partecipate di certi atteggiamenti annoiati e distratti di molti fedeli contemporanei durante le Messe di oggi] e assumento l'attengiamento più consono a questo tipo di preghiera, cioè in ginocchio [già, perché infatti il fedele che "per caso" si recava in chiesa la domenica alle 10.00, forse non sapendo cos'altro fare, faceva ragionamenti del seguente tenore: "Tò ma guarda, son in una chiesa, e stranamente si sta celebrando una Messa -di cui, io cattolico, non so proprio nulla-! Allora vediamo un po' in che posizione potrei mettermi... ma sì, dai, mettiamoci in ginocchio, sì, va"] quando invece l'originario atteggiamento dell'assemblea nella preghiera liturgica è in piedi. Infatti [tenetevi forte, perchè qui arriva la solita solfa] attraverso il Battesimo i cristiani sono diventati figli nel Figlio e come tali stanno in piedi davanti al Padre [ma stare in ginocchio, difronte al compiersi del Sacrificio che lo stesso Figlio offre allo stesso Padre è così strano?]Eccettuati alcuni momenti in cui i fedeli stanno seduti o possono mettersi in ginocchio [si noti dice "possono"] nel rispetto di una prassi secolare [assurdo!! il rispetto dello stare inginocchiati sarebbe tributato alla prassi, e non al mistero sublime che si realizz sull'altare, alla Divina presenza di tutta la SS.ma Trinità nelle sacre specie, al sacrificio Eucaristico di Redenzione!!! Le vecchiette che ancora nonostante i dolori artosici si mettono in ginocchio, lo fanno solo per "abitudine" o antica usanza]durante le orazioni presidenziali [che orrendo termine!!] stanno in piedi poichè il sacerdote che presiede [e ridaiie!] non fa che prestare la sua voce al soggetto celebrante che è l'assemblea [qui il buon don Silvano è in odore di eresia, visto che omette di specificare che il vero, unico, indispensabile e solo "celebrante" è il Sacerdote-ministro, in persona Christi, mentre i fedeli non godono del "sacerdozio ministeriale!]corpo sacramentale di Cristo [qui forse l'eresia c'è veramente. Io sapevo che il corpo sacramentale di Cristo fossero solo e veramente l'Ostia e il Vino Consacrati. La Chiesa, o l'assemblea, sono, caso mai, il "corpo mistico" di Cristo. E c'è una bella differenza!!!!! ] "Insomma la risposta di don Silvano è po' confuso e ingannevole. E l'autore sa di esserlo, perchè pur citando la preghiera "Pregate fratelli..." non continua la frase che, forse unica traccia dell'essenza vera della Messa Cattolica, indica il ruolo del sacerdote, la natura e lo scopo della stessa: "e sorelle, affinchè il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente" - E maggior mente omette la risposta, a cui allude solo di sfuggita: "Il Signore riceva dalla TUE MANI questo sacrificio a lode e gloria del suo santo nome, per il bene nostro e per tutta la Sua Santa Chiesa."
AMDG et BVM
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