giovedì 16 febbraio 2023

Santi Faustino e Giovita Martiri



La "Leggenda maior" ci racconta che entrambi erano figli di una nobile famiglia pagana di Brescia. Entrarono presto nell'ordine equestre e divennero cavalieri. Attratti dal Cristianesimo, dopo lunghi colloqui con il vescovo sant'Apollonio, chiedono e ottengono il battesimo.

Si dedicano subito all'evangelizzazione delle terre bresciane e per il loro zelo il vescovo Apollonio nomina Faustino presbitero e Giovita diacono. Il successo della loro predicazione li rende invisi ai maggiorenti di Brescia che approfittando della persecuzione voluta da Traiano (la terza) invitano il governatore della Rezia Italico ed eliminare i due col pretesto del mantenimento dell'ordine pubblico. La morte di Traiano ritarda però i piani del governatore, che approfittando però della visita del nuovo imperatore Adriano a Milano denuncia i due predicatori come nemici della religione pagana. 
L'imperatore preoccupato da l'autorizzazione a Italico per la loro persecuzione. Questi dapprima minacciandoli di decapitazione chiede ai due giovani di abiurare e di sacrificare agli dei, ma i due si rifiutano e per questo vengono carcerati. Nel frattempo l'imperatore Adriano conduce una campagna militare nelle Gallie e rientrando in Italia si ferma a Brescia, Italico lo coinvolge direttamente nella questione ed è l'imperatore stesso a chiedere ai giovani il sacrificio al dio sole.
 
I giovani non solo si rifiutano ma danneggiano la statua del dio. L'imperatore ordina allora che siano dati in pasto alle belve del circo, ma le bestie si accovacciano mansuete ai piedi dei giovani e Faustino approfitta dell'occasione per chiedere la conversione degli spettatori dello spettacolo circense e molti proclameranno la loro fede al Cristo, tra questi Afra, la moglie del governatore Italico, che conoscerà ella stessa il martirio e la santità. 
La conversione del ministro del palazzo imperiale nonché comandante della corte pretoria, Calocero, irrita ancor più l'imperatore che ordina che i giovani siano scorticati vivi e messi al rogo, ma le fiamme non lambiscono nemmeno le vesti dei giovani, che vengono condotti in carcere a Milano, perché le conversioni a Brescia continuano ad aumentare. A Milano sono nuovamente torturati e subiscono il supplizio dell'eculeo, ma anche in questa prigionia succedono eventi miracolosi, come l'uscita dal carcere dei due per incontrare e battezzare san Secondo.

Trasferiti a Roma vengono portati al Colosseo dove nuovamente le belve si ammansiscono ai loro piedi. Inviati a Napoli per nave, durante il viaggio sedano una tempesta. A Napoli sono nuovamente torturati e abbandonati in mare su una barchetta, ma gli angeli li riportano a riva. 

L'imperatore ordina allora il loro rientro a Brescia dove il nuovo prefetto eseguirà la sentenza di decapitazione il 15 febbraio poco fuori di porta Matolfa. Saranno sepolti nel vicino cimitero di San Latino dove il vescovo san Faustino (ecco un altro santo con nome Faustino) costruirà la chiesa di San Faustino ad sanguinem, poi Sant'Afra e oggi Sant'Angela Merici. 

Alcune reliquie sono oggi conservate nella basilica dedicata ai due martiri. I due martiri sono raffigurati spesso in veste militare romana con la spada in un pugno e la palma del martirio nell'altra, in altre raffigurazioni sono in vesti religiose, Faustino da presbitero, Giovita da diacono.

Di storico vi è l'esistenza dei due giovani cavalieri, convertitosi al cristianesimo, tra i primi evangelizzatori delle terre bresciane e morti martiri tra il 120 e il 134 al tempo di Adriano, che molto probabilmente non li conobbe mai e che da quanto risulta non ordinò mai direttamente una persecuzione, ma semplicemente non intervenne mai per impedire quelle che nascevano nei vari angoli dell'impero. 

Il loro culto si diffuse verso l'VIII secolo, periodo in cui fu scritta la leggenda, prima a Brescia e poi per mezzo dei longobardi in tutta la penisola ed in particolare a Viterbo. Il loro patronato su Brescia fu confermato anche a causa di una visione dei due santi che combattevano a fianco dei bresciani contro i milanesi nello scontro decisivo che fece togliere l'assedio alla città, il 13 dicembre 1438. 

AMDG et DVM

UN FATTO INSPIEGABILE


 

Il Provvidenziale Intervento degli Angeli di Mons

Durante la Prima Guerra Mondiale, a Mons, in Francia, nel corso di una battaglia tra le truppe inglesi e quelle tedesche si verificò un fatto inspiegabile che ancora oggi non riesce a trovare una spiegazione logica.

Durante la ritirata degli Inglesi un “esercito di angeli”, passati alla storia come gli “Angeli di Mons”, si frapposero tra i due schieramenti consentendo all’esercito britannico di ottenere una ritirata strategica ed evitare una carneficina.

Un mese dopo l’accanita battaglia di Mons, durante la Prima Guerra Mondiale, sull’Evening News di Londra venne pubblicato un articolo che provocò grande scalpore dando luogo a lunghe e vivaci discussioni.

L’articolo era firmato dal giornalista e scrittore gallese Arthur Machen, e narrava come una compagnia inglese fosse stata salvata da “alleati celesti” dall’attacco di una preponderante forza nemica. Gli “Angeli di Mons” si erano improvvisamente piazzati tra gli inglesi e i tedeschi, costringendo questi ultimi a ritirarsi.

La battaglia si svolse il 26 agosto 1914; e quando l’articolo apparve, nel settembre dello stesso anno, la maggior parte dei superstiti inglesi si trovava ancora in Francia. Nel maggio dell’anno seguente, la figlia di un ecclesiastico pubblicò su una rivista parrocchiale una versione dei fatti che le era stata rivelata sotto giuramento da un ufficiale inglese del quale non poteva citare il nome.

L’ufficiale le aveva riferito che mentre la sua compagnia si stava ritirando da Mons, un’unità di cavalleria tedesca si era gettata sulle sue tracce; gli inglesi si erano allora diretti verso una posizione dove la compagnia avrebbe potuto attestarsi e combattere, ma i tedeschi l’avevano raggiunta prima di loro. Sicuri di essere ormai votati alla morte, gli inglesi videro con grande stupore un gruppo di angeli interporsi fra loro e il nemico. I cavalli dei tedeschi si spaventarono e si dispersero in tutte le direzioni.

Anche un cappellano dell’esercito inglese, il reverendo Chavasse, lasciò scritto di aver udito un racconto simile da alcuni alti ufficiali. Un tenente colonnello, poi, riferì che durante la ritirata il suo battaglione era stato scortato per più di venti minuti da uno squadrone “fantasma”.

Il comando tedesco dichiarò infine che i suoi uomini si erano rifiutati di andare alla carica contro un punto dove la linea inglese era stata spezzata “a causa della presenza di un rilevante numero di truppe nemiche“. Orbene, secondo il comando inglese non c’era un solo soldato britannico in tutta la zona.

L’aspetto più curioso dei racconti sugli “Angeli di Mons” è che erano tutti di fonte indiretta. Gli ufficiali che li avevano redatti desideravano restare anonimi; temevano forse di essere accusati di “eccessiva immaginazione” e di rovinarsi la carriera. Vari anni più tardi, Machen, che era tra l’altro autore di racconti sovrannaturali e dell’orrore, oltre che membro della società misticheggiante nota come “Ordine Ermetico dell’Alba Dorata“, ammise che il suo articolo era stato inventato di sana pianta.

Nonostante l’ammissione di Machen, però, molti reduci inglesi continuarono a parlare degli “Angeli di Mons” e gli storici finirono col credere che qualcosa di inspiegabile doveva proprio essere accaduto. Forse i reduci si erano lasciati suggestionare da una storia così fantasiosa e avevano deciso di sostenerla? O forse, invece, era accaduto veramente qualcosa, un miraggio magari, che aveva indotto sia gli inglesi sia i tedeschi a credere di aver visto un fantomatico esercito di angeli?

Quale che sia la spiegazione, gli inglesi compirono in effetti qualcosa di simile a un miracolo: nonostante avessero pochissime probabilità di cavarsela e avessero sofferto pesanti perdite, riuscirono ad ottenere una ritirata strategica che lasciò intatta la loro forza.

Fonte: https://www.viaggionelmistero.it/fede-mistero/angeli-demoni/il-provvidenziale-intervento-degli-angeli-di-mons

ALIENI O DEMONI
Versione nuova
di Corrado Malanga

Alieni o Demoni

Versione nuova

di Corrado Malanga

Il dottor Corrado Malanga è ricercatore e docente di Chimica Organica presso l'Università di Pisa. Si interessa di UFO e Alieni da quasi quarant'anni. Attualmente i suoi interessi sono rivolti alle problematiche legate ai Rapimenti Alieni (Abduction), che studia mediante tecniche di Ipnosi Regressiva e Programmazione Neuro Linguistica.

In questo libro trovi tutti gli strumenti necessari ad affrontare le conseguenze del proprio rapimento alieno, per non farlo ripetere mai più; la vera storia degli abusi che gli alieni perpetrano sull'umana progenie; la psicosomatica dei fenomeni di Abduction; la risoluzione di casi specifici e le tecniche di PNL e Ipnosi Regressiva applicate al problema.

Tratto dalla prefazione dell'Autore:

Tutto cominciò tanti anni fa. Mi interessavo di UFO a livello amatoriale, quando decisi di entrare a far parte di un'organizzazione nazionale che studiava l'argomento. Divenni membro del Consiglio direttivo e lavorai con questa organizzazione per svariati decenni. Un giorno mi affidarono l'incarico di seguire un caso di presunto rapimento, da parte di alieni, di un ragazzo di Genova: Valerio.

Dopo quattro anni d'inchiesta, per volere dello stesso direttivo del centro per cui lavoravo, trasformai il mio rapporto in un libro. Si scatenò l'inferno! ... Questo trattato spiega, per filo e per segno, in cosa consiste il problema delle interferenze aliene, descrive le principali razze che praticano le interferenze, analizza i vari livelli d'interferenza interna ed esterna all'addotto, chiarisce le interrelazioni tra alieni e alieni e tra alieni e gruppi di Governo Mondiale (NWO, New World Order). Sono descritte le tecniche di sottomissione che gli alieni e i militari con essi collusi utilizzano per i propri scopi.

Si indicano i motivi per i quali tutto ciò accade e si descrivono, per filo e per segno, le tecniche utilizzate per comprendere il fenomeno. ... Parla, però, anche della vera natura dell'Uomo e dell'universo, distingue Anima, Corpo, Mente, Spirito, realtà reale e realtà virtuale e fornisce la chiave di lettura per poter finalmente divenire.

Mi sono infatti reso conto che, nello studiare gli alieni, avevo commesso un grave errore metodologico: non si possono studiare gli alieni senza prima sapere come noi stessi siamo fatti. Ben presto avevo capito che gli alieni cercavano in noi qualcosa che non avevano, qualcosa che noi non sapevamo di possedere, qualcosa che rende molti uomini parte integrante di Dio.

Lo scopo del presente trattato è fare chiarezza ...

 

Memoria - Cronovisione - Cronovisore


 

“La più grande conquista del  sapere”

 

Luigi Leonardo Borello

(1924-2001)

Sacerdote – scienziato – inventore

 

Nel 1989 il sacerdote scienziato Luigi Borello,  fisico membro dell’Accademia Tiberina  e studioso ben noto nel mondo scientifico, pubblicava  “Come le pietre raccontano” (1),  saggio scientifico sulla teoria unitaria dell’universo fisico da lui studiata per decenni  nel suo attrezzato laboratorio di Varazze.

In esso l’A.  asseriva che si può accertare l’unificazione delle forze fondamentali della Natura e ne indicava la realizzazione sperimentale nella teoria neutrinica di Cesare Colangeli da lui applicata con la “Conovisione”,   teoria di sua invenzione, concretizzata tecnicamente nello strumento rilevatore da lui chiamato “cronovisore”. All’uscita alle stampe del primo saggio scientifico, nel 1989, don Borello, inviandone copia – omaggio, a mons. Fausto Vallainc  vescovo di Alba, suo superiore ecclesiastico (egli era, a quel tempo,  direttore della colonia elio terapica albese di Varazze) lo informava sui suoi studi ed esperimenti mirati ad illustrare la teoria unitaria dell’universo fisico.

Il Presule, nella sua risposta, lo incoraggiava benevolmente, citando il filosofo scienziato B. Pascal, a proseguire nella sua pregnante ricerca “nella incommensurabile  ricchezza giacente nel creato”.

Ora, a distanza di poco più di un decennio – nel frattempo l’A. è prematuramente deceduto il 22 02 2001 a 75 anni di età – esce postumo un saggio complementare sulla sua innovativa teoria scientifica titolato “La più grande conquista del Sapere” (2) a cura del fratello Borello Giovanni;

In questo secondo saggio l’A. aveva riveduto le bozze, prima dell’infausto decesso e in esso porta altri contributi all’istanza di fondo già perseguita nel primo saggio, perché – come auspica   un altro fisico Robert  Viener – il “padre della Cibernetica” – “L’umanità è in attesa di una nuova sintesi basilare sulla quale la scienza potrà finalmente e liberalmente operare per secoli”.

 

1)                 Luigi Borello “Come le pietre raccontano” pag. 214 – Gribaudo Editore – Cavaller maggiore 1989

 

2)                 Luigi Leonardo Borello “La più grande conquista del sapere” saggio scientifico pag. 124  a cura di Giovanni Borello  rita.nicoli@libero.it

 

Spazio materia  della radiazione

 

Nel suo primo saggio, già nel frontespizio, il prof  Borello annunciava:

“con la realizzazione della Cronovisione, accertata la reale costituzione  dello Spazio, l’origine della Materia della Radiazione della Vita, è facile dimostrare la base fisica della Memoria e della Mente”.

Partendo  da un’idea del Premio Nobel Albert Einsten, ampiamente recepita dal fisico Cesare Colangeli  nella sua Teoria Neutrinica (3) che Borello accoglie entusiasticamente e condivide, si può affermare che qualsiasi materia inanimata  possiede la capacità di “memorizzare”.

Quando qualsiasi forma di energia colpisce un agglomerato di materia  produce il fotone, che ha una polarizzazione dinamica e un’altra statica che rimane impressa nelle materia e che costituisce la traccia mnesica (o memoria) di ogni evento. Ogni frammento di materia, esattamente come un essere vivente – ha la capacità di memorizzare gli eventi,  con la differenza di non disporre di un organo per comunicarne i contenuti. Il problema è: come decifrare i messaggi custoditi in una struttura priva di senso? Borello legge nella teoria del Colangeli che c’è una carica elettromagnetica  polivalente e multiforme,  detta magnetrino che ha la potenzialità di riattivare le tracce  o memorie registrate o memorizzate in un pezzo di materia, detto convenzionalmente testimone, eccitando i magnetrini (polarizzazioni) registrati (contenuti) nel campione assunto.

In base a queste osservazioni, Borello già nel 1967 ideò un sistema di “cronovisione elettronica”, per mezzo della quale è possibile rilevare in qualsiasi campione di materia (testimone) già impressionato da uno stimolo esterno acustico, luminoso o termico, tali memorie, risuscitandone la registrazione mnesica.

Il prof. Borello  ha così convalidato la teoria neutrinica dello spazio ed è arrivato a individuare la base  fisica della memoria ed è praticamente (anche se non amava che glielo dicessero) l’inventore della “cronovisione”, mentre sempre lui ha portato a buon punto anche lo strumento tecnico cui diede il nome di "cronovisore" ,”in grado di leggere le tracce registrate  e che sommariamente è qualcosa come “una sonda bidirezionale”, con la quale si eccita il testimone, collegata a complesse apparecchiature di amplificazione, mirate a ridestare “la memoria” e prelevando quanto vi è registrato. Allora sarà possibile vedere sullo schermo di uno oscilloscopio le oscillazioni che rappresentano le impressioni luminose, termiche o sonore  registrate nel “testimone”.

 

MEMORIA _ CRONOVISIONE _ CRONOVISORE

 

La prematura morte non ha consentito al prof. Borello di perfezionare la sua sperimentazione  e realizzare compiutamente un apparecchio ricevente tipo televisore. “non siamo ancora in grado – diceva – di chiedere ad un soggetto (testimone) “che cosa ha visto”, bensì “se ha visto o sentito questo o quello” fornendo ad esso delle impressioni primitive, a noi note e cercando delle conferme”. Così afferma lo scienziato negli appunti pubblicati sotto il titolo “La  più grande conquista del sapere” (pag. 108).

Una difficoltà – e non ultima per la sua coscienza – fu che la lettura di ciò che “le pietre raccontano” avrebbe potuto implicare “rivelazione di segreti” importuna e indesiderata per la “privacj”  di qualcuno.

 

Eugenio Fornasari


http://www.donluigiborello.it/Borello-Impaginato.pdf

*https://www.vanillamagazine.it/il-cronovisore-leggendaria-macchina-del-tempo-coperta-dal-segreto-vaticano/

3)-Colangeli C.

“Materia e Radiazione”. Hoepli  – Milano, 1950 

Colangeli C.

“Materia, radiazione, gravitazione” Hoepli Milano, 1954

 

Si sta  raccogliendo  i manoscritti e gli appunti del prof, Borello e via via che emergeranno notizie o dettagli importanni  saranno inseriti in questo sito.  

http://www.donluigiborello.it/rlibro2.html


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ALTRA ... CAMPANA


La macchina del tempo esiste ed è in Vaticano
di Daniela Ghio - Il Gazzettino del 3 agosto 2002

Sarebbe nascosta in Vaticano la macchina del tempo inventata da padre Pellegrino Ernetti

La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l'intera umanità: il "cronovisore”, così si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell'isola di San Giorgio Maggiore, dove è morto otto anni fa, nel 1994.


A rivelare la scoperta è un libro "bomba" appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: "Le noveau mystère du Vatican" (Il nuovo mistero del Vaticano") del teologo francese padre Francois Brune. Brune è un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva.


Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni '70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c'erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo.
Dall'altra c'erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell'umanità.
Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i più coinvolti.
Poi improvvisamente il benedettino si trincerò in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l'interesse andò lentamente scemando e dopo qualche anno della “macchina del tempo" non si parlò più.


Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalità al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui è difficile fare opposizione.
Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore è realmente esistito, anche se l’argomento è, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza.
Negli anni '60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto ter­restre, con una macchina che sa­rebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di cia­scuno, ma addi­rittura la storia.


La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno dì noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di sé come una doppia scia, "visiva e sonora", poiché ogni uomo altro non è che energia visiva e sonora. «Tutta la nostra ''fisionomia" -spiega Ernetti nel saggio "Bibbia, teologia; magia e scienza" del 1987- è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio». 

Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi passò ad avvenimenti dell'età romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava "Thiestes" della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l'intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccontò a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo.



Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova “sequestrata" in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane C'era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E così aveva confidato tutto all'amico teologo francese.


Chi scrive ha conosciuto personalmente padre Ernetti, era un sacerdote dotato di grande carisma e umanità. Una persona semplice e onesta, tutta dedita ai sudi studi sulla prepolifonia, sulla pneumofonia e all’attività di esorcista della diocesi di Venezia, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni. Non mi ha mai parlato della macchina del tempo. Del resto oggi nessuno ne sa più niente e tutta la vicenda ha assunto un aspetto davvero misterioso. Forse il volume di Brune porterà finalmente alla luce la realtà.




lunedì 13 febbraio 2023

Maria Rosa Mystica

 

Maria Rosa Mystica approvato il culto! Sarà costruito un nuovo Santuario

RICORDIAMO IL PROFETICO MESSAGGIO CONSEGNATO DALLA VERGINE AL MONDO PER TRAMITE DELLA VEGGENTE PIERINA GILLI
Alle Fontanelle di Montichiari la Madonna avrà un nuovo Santuario
. Lo


ha deciso il vescovo di Brescia con il placet della Santa Sede. La costituzione verrà ufficializzata solennemente il prossimo 7 dicembre quando mons. Pierantonio Tremolada farà pellegrinaggio alle Fontanelle e presiederà la santa Messa. Il nuovo tempio sarà dedicato a Maria Rosa Mistica ed è impossibile evitare un riferimento alle Visite della Santa Vergine testimoniate proprio in questo luogo e sotto questo titolo, nel 1966, da un’umile donna della terra bresciana. Eppure, è del tutto prematuro parlare adesso di un riconoscimento delle apparizioni.

Pierina Gilli, conosciuta come la veggente di Montichiari che ha speso la sua vita prima come infermiera e successivamente in una forma personale di radicale consacrazione a Dio, ha sempre fedelmente dato conto ai confessori e con gli scritti fin dal 1944, anno delle prime manifestazioni soprannaturali, alla morte, avvenuta nel 1991, di una costante esperienza mistica che la porta a incontri e dialoghi con la Madonna e il Signore Gesù. Al pari di altre figure a lei similari, come santa Gemma Galgani, che prima di tutto ricevette le visite celesti di san Gabriele dell’Addolorata, questi appuntamenti con la Madre e il Figlio le vengono preannunciate e introdotte da suor Maria Crocifissa di Rosa, la fondatrice delle Suore Ancelle della Carità di Brescia, vissuta nell’Ottocento, un secolo prima della nostra, che quando inizia ad apparire a Pierina è beata, ma che in seguito, nel 1954, viene proclamata santa da papa Pio XII.

La Gilli, nel corso di questa sorprendente esistenza spirituale, è assurta agli onori delle cronache in due distinti momenti, nel 1947 e nel 1966, quando alcuni avvenimenti eclatanti ruppero il muro di nascondimento che si era edificata attorno, in obbedienza all’autorità della Chiesa che mai incoraggia la divulgazione di eventi di siffatta natura. Si seppe e si scrisse allora che l’infermiera di Montichiari era stata destinataria di due cicli di apparizioni e messaggi della Madonna. Nel primo caso, culminato l’8 dicembre 1947, l’Immacolata le era apparsa dentro al Duomo su una Scala Santa che conduceva al Cielo; nel secondo la Vergine si era portata alle risorgive delle Fontanelle, nella campagna adiacente il borgo, benedicendo una sorgente con le sue mani la Domenica in Albis del 1966, nel giorno in cui oggi per volere di papa Giovanni Paolo II si celebra la Festa della Divina Misericordia, promettendo per l’appunto particolari grazie di misericordia nel corpo e nello spirito a chi si fosse colà bagnato e dissetato con fede. In quello stesso luogo, quello stesso anno apparve anche il 13 maggio, per l’anniversario di Fatima, e il giorno del Corpus Domini.

La Madre di Dio, presentandosi come Maria Rosa Mistica e Madre del Corpo Mistico la Chiesa, si mostrava a Pierina in vesti candide e tre rose sul petto, che spiegò corrispondere alle preghiere sacrifici e penitenze richieste alla veggente e a chi avesse creduto a questa sua venuta per riparare i torti di tre specifiche categorie di consacrati: di quanti cioè vengono meno alla loro vocazione, di coloro che vivono in peccato mortale e dei sacerdoti che tradiscono Gesù, come Giuda.

Per una conoscenza completa del messaggio e della mariofania trasmessi da Pierina rimando allo studio del biblista Enrico R. Galbiati Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa, di cui mi sono occupato dell’edizione postuma per Ares insieme con Rosanna Brichetti Messori, e ai Diari della Gilli, la cui pubblicazione ho curato per lo stesso editore raccogliendo anche molti documenti utili per una piena comprensione della vicenda. Qui basti sapere che, tralasciando il contenuto delle numerose rivelazioni private, ricchissime di spunti per un approfondimento della vita di fede, il messaggio dei due cicli di apparizione del 1947 e del 1966 sono un accorato appello alla Chiesa perché, a partire dai consacrati, gli uomini evitino «il più grande castigo» – così lo definisce la Madonna – che da soli si infliggono abbracciando «l’ateismo».

In pratica la Vergine, nell’immediato dopo guerra, paventava una grande crisi di fede che avrebbe colpito il cuore della Casa di Dio nei suoi figli prediletti, i consacrati, denunciando l’esigenza di una nuova loro conversione di fronte al dilagare dell’indifferenza e di gravi peccati. E forse proprio per questo Pierina Gilli fu guardata con preoccupazione e imbarazzo non dai sacerdoti e dai religiosi della parrocchia che la conobbero da vicino, ma dai membri della gerarchia per cui allora, in un’epoca di seminari ancora pieni, era forse impensabile ciò che poteva suonare come un richiamo tanto esplicito verso le proprie mancanze e negligenze.

Sta di fatto che sulle apparizioni il giudizio del primo vescovo coinvolto, mons. Giacinto Tredici, rimase sospeso, anche per l’ostilità aprioristica del suo cancelliere di Curia, chiamato a condurre in sua vece le indagini di rito sui fatti del 1947, il quale non diede peso ai pareri autorevoli del primario psichiatra degli Spedali di Brescia e di alcuni illustri pastori, fra cui due futuri vescovi, che dichiararono la Gilli perfettamente sana, intelligente, onesta e di buone intenzioni... e la liquidò, invece, come disturbata e visionaria. E, nei decenni a venire, i successori sulla cattedra di sant’Anatalone lasciarono le cose ugualmente in sospeso senza ordinare ulteriori approfondimenti di studio. Anzi, se fecero qualcosa, fu di richiedere con mons. Bruno Foresti nel 1984 alla Congregazione per la Dottrina della Fede di informare le Diocesi di tutto il mondo che non c’è un riconoscimento delle apparizioni.

Questo atto era in parte dovuto, poiché per vie misteriose in cui si può anche leggere il dipanarsi di un disegno provvidenziale, la notizia della mariofania di Montichiari si è diffusa nei cinque continenti, favorendo ovunque una devozione molto forte per Maria Rosa Mistica e il ritorno di testimonianze da ogni dove di un costante verificarsi di grazie e guarigioni, a detta degli interessati, assolutamente inspiegabili. Il Vescovo, pertanto, in via prudenziale, era tenuto a comunicare che tutto questo movimento di preghiera, di conversione, di vite rinnovate che fluttuava dalla Germania alla Cina, dall’Uganda al Messico fino agli Stati Uniti… non era (e non è) riconducibile a un fatto che avesse goduto di adeguato studio e attenzione da parte della Chiesa. D’altra parte, si resta sorpresi di come, al tempo stesso, l’autorità competente, in considerazione delle novità insorte negli anni – su tutte il nuovo ciclo di apparizioni del ’66 e questa messe di frutti buoni o buonissimi non saprei, ma certamente da saggiare – non abbia dato subito impulso a ulteriori studi e supplementi di indagine.

Questo impasse, tuttavia, è stato interrotto dagli ultimi tre vescovi di Brescia che non sono rimasti evidentemente insensibili al sensus fidei che accompagna la vicenda di Montichiari: da mons. Sanguineti, che nel 2001 ha riconosciuto alle Fontanelle il culto mariano di Maria Rosa Mistica; da mons. Monari che fra gli ultimi atti pubblici nel 2017, prima di lasciare l’incarico, ha fatto pellegrinaggio alle Fontanelle e che, nel 2014, ha voluto la Fondazione Maria Rosa Mistica in cui sono compresenti membri della Curia e rappresentanti delle associazioni di preghiera legate a Pierina Gilli; e da mons. Tremolada che ha promosso nuovi percorsi di approfondimento e discernimento di natura storica, scientifica e teologica sulla mariofania e la figura di Pierina Gilli.

La costituzione del Santuario si colloca, pertanto, in un processo che inizia da lontano, che ora riconosce la presenza di una devozione sana, di grazie particolari e di molti frutti buoni di conversione, ma che non è detto porti, almeno in tempi rapidi, al riconoscimento delle apparizioni e del messaggio, che pure la Madonna, a detta di Pierina, auspicava avvenisse subito qui come in altri luoghi a Lei cari per il bene delle anime. In ogni caso, una cosa è certa: che il Santuario si sarebbe fatto era stato predetto.

Fonte:

lanuovabq.it/it/alle-fontanelle…

Punirò: eresia empietà impurità

 MADONNA DEL BUON SUCCESSO: 

1582-1634



Madonna del Buon Successo di Quito - festa: 2 febbraio


Tra il 1582 e il 1634, a Quito, in Ecuador, apparse alla suora di clausura delle Concezioniste Madre Mariana de Jesús Torres.
Nell'anno 1582 mentre la suora stava pregando davanti al Tabernacolo vide tutta la chiesa immersa nel buio, nella polvere e nel fumo. L'altare maggiore era illuminato e il Tabernacolo si aprì. Apparì Gesù Cristo, come quando stava sul Golgota, ai suoi piedi la Madonna, San Giovanni e Maria Maddalena. Addolorata la suora, credendo che la causa dell'agonia di Gesù fosse sua, disse: "Signore, sono io la colpevole! Puniscimi e perdona il tuo popolo" ma il suo angelo custode rispose: "No! Non sei tu la colpevole.Alzati, perché Dio desidera rivelarti un grande segreto" La suora chiese allora alla Madonna: «Mia Signora, sono io la causa della tua tristezza?» Ma la Madonna rispose: «No, non sei tu, ma il mondo criminale!». Madre Mariana allora sentì la voce del Dio Padre dire: «Questo castigo sarà per il secolo XX». Sopra la testa del Cristo agonizzate, improvvisamente, apparvero tre spade con su scritto:

“Punirò l’eresia
Punirò l’empietà
Punirò l’impurità"

La Vergine Maria allora le chiese: «Vuoi tu sacrificarti per le persone di quel periodo?» ed ella rispose «Sì, lo voglio!». Improvvisamente, le tre spade sopra la testa del Cristo agonizzante, trafissero il cuore di suor Mariana, causandole, così, una morte mistica.

Il 21 gennaio 1610, Madre Mariana stava pregando quando, d'improv­viso, il Coro fu inondato di un ce­lestiale splendore. In mezzo a que­sta ritulgente luce, ella vide arrivare i tre Arcangeli, S. Gabriele, S. Michele e S. Raffaele che avevano prece­duto l'Apparizione della Madonna per illuminare l'in­telligenza, rinforzare il cuore e curare la cecità dì men­te di Madre Mariana.

 

Partiti i messaggeri celesti, Madre Mariana, rimase prostrata a terra fino alle 2 del mattino, quando le ap­parve la Regina Celeste con in braccio il Bambino che si rivolse a lei con que­ste parole: «Alzati da terra dove giaci, figlia prediletta del mio Cuore mater­no e amata sposa del Mio Figlio Divino. La tua umiltà ha attirato il mio Cuore, proprio come l'orgoglio che regna in questa pove­ra Colonia si separa da Me. Ma poiché Io ho figlie fedeli e amo­rose in questo Con­vento, e tra di esse, tu, mia preferita, Io ven­go come sempre a confidarti i miei se­greti».

 

Dopo averle parlato delle religiose infedeli che avrebbero vissuto nel Convento nei tem­pi a venire, della loro ostinata tiepidezza e sordità ad ogni grazia, ad ogni consiglio cari­tatevole, avvertimento e castigo a cui esse sa­rebbero andate incon­tro, la Madonna le dis­se:

 

«Ora, ti faccio sapere che dalla fine del secolo XIX e da poco dopo la metà del secolo XX, in quella che oggi è la Colonia e che un giorno sarà la Repubblica dell'Ecuador, esplode­ranno le passioni e vi sarà una totale corruzione dei costumi, perche Satana regnerà quasi com­pletamente per mezzo delle Sette Massoniche. 

Essi si concentreranno principalmente sui bambini per mantenere questa corruzione generale. Guai ai bambi­ni di questi tempi!

Sarà difficile ricevere il Sacramento del Battesimo ed anche il Sacramento della Cresima. Essi riceveranno il Sacramento della Confessione solo se rimarranno nelle Scuole Cattoliche, perché il Diavolo farà uno sforzo enorme per distruggerlo attraverso persone in posizione d'autorità.

La stessa cosa accadrà al Sacramento della Santa Co­munione. Anime! co­me profondamente Mi rattrista il manifestarti gli enormi sacrilegi - sia pubblici che privati - che verranno com­piuti da profanazioni della Santa Eucaristia. Spesso, durante questa epoca, i nemici di Ge­sù Cristo, istigati dal Diavolo, ruberanno Ostie consacrate dalle chiese in modo da pro­fanare la Specie Euca­ristica. Il Mio Santissi­mo Figlio si vedrà get­tato a terra e calpestato da piedi lordi.

Ma in quei tempi, tu sarai già conosciuta, insieme ai favori che Io ti sto concedendo. Quanto amo gli abitan­ti fortunati di questo luogo sacro! E quella conoscenza stimolerà amore e devozione al­la mia Statua Sacra. Per questa ragione, og­gi, con autorità, Io ti ordino di far fare que­sta Statua: fa che sia scolpita proprio come tu Mi vedi e falla porre sul seggio della Badessa, in modo che, da là, Io posso governare e dirigere le mie figlie e difendere il mio Convento; perché Satana, facendo uso sia del bene che del male, ingaggerà una feroce battaglia per di­struggerlo. (...).

Poiché questo povero Paese sarà privo dello spirito Cattolico, il Sacramento dell'Estrema Unzione sarà poco considerato. Molte persone moriranno senza ri­ceverlo - sia per la negligenza delle loro famiglie sia per un malinteso affetto per i malati. Altri, incitati dal maledetto Diavolo, si ribelleranno contro lo spirito della Chiesa Cattolica e priveranno un gran numero di anime delle innumerevoli grazie, consolazioni e forza di cui esse hanno bisogno per fare il grande salto dal tempo all'eternità. Ma alcune persone moriranno senza ricevere questo Sacramento per un giusto e se­greto castigo di Dio.

Per il Sacramento del Matrimonio, che simboleggia l'unione di Cristo con la Sua Chiesa, questo sarà attac­cato e profondamente profanato.

La Massoneria, che sarà allora al potere, approverà leggi inique con lo scopo di liberarsi di questo Sa­cramento, rendendo facile per ciascuno di vivere nel peccato e incoraggiando la procreazione di figli illegittimi, nati senza la benedizione della Chiesa. Lo spirito Cattolico verrà meno rapidamente; spegnen­do la preziosa luce della Fede fin­ché non si arriverà al punto che ci sarà una quasi totale corruzione generale dei costumi. A questo si aggiungeranno gli effetti dell'edu­cazione secolare che sarà una delle ragioni della morte delle vocazioni sacerdotali e religiose.

Il Sacramento dell'Ordine Sacro sarà deriso, oppres­so e disprezzato, perché in questo Sacramento, la Chiesa di Dio e persino Dio Stesso è respinto e di­sprezzato poiché Lui è rappresentato dai Suoi preti. Il Demonio cercherà di perseguitare i ministri del Si­gnore in ogni modo possibile, ed agirà con crudele e sottile astuzia per deviarli dallo spirito delle loro vo­cazioni, corrompendo molti di loro. Questi sacerdoti corrotti, che saranno motivo di scandalo per i cattoli­ci, faranno si che l'odio dei cattivi cattolici e dei ne­mici della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana ri­cada su tutti i sacerdoti.

Questo apparente trionfo di Satana porterà enormi sofferenze ai buoni Pastori della Chiesa, i molti e bravi sacerdoti, e al Supremo Pastore e Vicario di Cri­sto sulla terra che, come un prigioniero in Vaticano, verserà lacrime amare e segrete in presenza del suo Dio e Signore, implorando luce, santità e perfezione per tutto il clero del mondo, di cui egli è Re e Padre.

Inoltre, in questi tempi infelici, vi sarà una lussuria sfrenata che irre­tirà i rimanenti nel peccato e conqui­sterà innumerevoli anime frivole che si perderanno. Non ci sarà qua­si più innocenza nei bambini, né pudicizia nelle donne.

In questo supremo momento di bisogno della Chiesa, chi dovreb­be parlare rimarrà in silenzio!

Tu vedrai tutto questo dal Cielo, mia amata figlia, do­ve tu non soffrirai più, ma le tue figlie e quelle che se­guiranno soffriranno, quelle anime dilette, che tu già conosci, placheranno l'Ira Divina. Esse ricorreranno a Me con l'invocazione di Nostra Signora del Buon Successo, la cui Statua Io ti comando di far costruire per la consolazione e la preservazione del mio Con­vento e per le anime fedeli di quel tempo, un'epoca in cui vi sarà una grande devozione per Me, perché Io sono la Regina del Cielo sotto molte invocazioni. Questa devozione sarà lo scudo tra la Giustizia Divi­na e il mondo prevaricatore, per impedire l'attuazione della terribile punizione di Dio, che questa terra col­pevole si merita.

Oggi stesso, tu dovresti andare dal Vescovo e dirgli che Io ti ho comandato di farmi raffigurare in una sta­tua da scolpire e da porre a capo del mio Convento in modo che, sotto questo titolo, Io possa prendere pos­sesso di ciò che mi appartiene. Come prova che tu stai dicendo la verità, digli che egli morirà entro due anni e due mesi e che egli dovrebbe cominciare a preparar­si per il giorno dell'eternità, perché la sua morte sarà violenta.

Egli dovrebbe consacrare la mia Statua con olio santo e darle il nome di "Maria del Buon Successo della Purificazione, o Candelora". In questa solenne occa­sione, egli stesso dovrebbe porre le chiavi del Chio­stro, insieme al Pastorale, nella mano destra della mia Statua, come prova che il governo delle spose del Mio Santissimo Figlio è stato affidato a Me e che esse dovrebbero consegnare tutte le loro preoccupa­zioni alla mia protezione amorosa e materna.

Poi, in quel momento, Io prenderò completo possesso del Convento, la mia casa, ed Io sarò obbligata a pro­teggerlo e liberarlo da tutti i disordini fino alla fine del tempo, pretendendo dalle mie figlie un continuo spi­rito di carità e sacrificio.

Con questo, insieme all'umiltà, obbedienza, pazien­za, silenzioso raccoglimento, e preghiera continua, questa Casa e Comunità saranno sostenute. (...). Tutte le loro necessità e richieste saranno accolte, con la pratica quotidiana di queste virtù. Questo vale per ciascuna delle mie figlie che vivranno in questo predi­letto chiostro fino alla fine del tempo. (...).

«Ora, sii docile alle mie esortazioni, e comanda senza ritardo che la mia Statua sia scolpita, come tu mi ve­di, e sollecita di porla nel luogo che Io ti ho indicato. (...). Io provvederò alla perfezione di quest'opera. Gli Arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele si pren­deranno cura di eseguire segretamente la mia Statua. Tu dovresti chiamare Francisco del Castillo, che co­nosce bene quest'arte, e dargli una succinta descrizio­ne dei miei lineamenti e fattezze, esattamente come tu li vedi, oggi e sempre, perché è stata questa la ragione per la quale Io ti sono apparsa diverse volte».

Madre Mariana misurò nuovamente, col suo cingolo, l'altezza dell'Apparizione

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