giovedì 29 ottobre 2020

UFFICIO MARIANO - MERCOLEDI'

Inno

Salve, Virgo puerpera,
Templum Trinitatis,
Angelorum gaudium,
Cella puritatis.

Solamen moeréntium,
Hortus voluptatis,
Palma patientiae,
Cedrus castitatis.

Terra es benedicta
Et Sacerdotalis,
Sancta et immunis
Culpae originalis.

Civitas Altissimi
Porta Orientalis,
In te est omnis gratia,
Virgo singularis.

Salve, Vergine Madre,
Tempio della Trinità,
Gaudio degli Angeli,
Cella di purezza.

Sollievo degli afflitti,
Giardino di delizia,
Palma di pazienza,
Cedro di castità.

Sei terra benedetta
E Sacerdotale,
Santa e immune
Dal peccato originale.

Città dell’Altissimo,
Porta d’Oriente,
in te è ogni grazia,
Vergine unica e stupenda.

Ant. Sicut lìlium inter spinas,
sic amica mea inter filias Adae.

Ant. Come giglio tra le spine,
così la mia diletta tra le figlie di Adamo.


Salmo 1 – di splendore e di gloria.

Dominus regnavit, irascantur populi,
Maria super Chérubim sedet ex dextris.

Dio ha trionfato, si adirino pure i popoli,
Maria siede alla sua destra sopra i Cherubini.

Formòsitas, et gloria in vultu illius,
Et gratia in oculis ejus.

Bellezza e gloria nel suo volto,
E grazia nei suoi occhi.

Magna est in Sion gloria tua, Domina,
Et in Jerusalem magnificentia tua.

Grande sei in Sion, nostra Signora,
E in Gerusalemme è la tua magnificenza.

Amicta Solari Lumine, sicut vestimento,
Et duòdecim stellarum corona rùtilans radiat.

Rivestita della luce del Sole come di un vestito,
E irradia splendente con una corona scintillante di dodici stelle.

Lunaris pulchritudo sub pedibus tuis,
Astra te glorificant jugiter matutina.

La bellezza della luna è sotto ai tuoi piedi,
Ogni giorno ti glorificano le stelle del mattino.

Sanctuarium quod firmaverunt manus tuae,
Est sanctum templum corporis tui.

Il Santuario che consolidarono le tue mani,
È il santo tempio del tuo corpo.

In te refulget species castitatis,
Lumen justitiae, et splendor veritatis.

In te rifulge la bellezza della castità,
La luce della giustizia e lo splendore della verità.

Extende ad nos brachium tuum, Virgo gloriosa,
Et ne avertas a nobis gloriosum vultum tuum.

Stendi su di noi il tuo braccio, Vergine gloriosa,
E non distogliere da noi il glorioso tuo volto.

Gloria Patri...

Gloria al Padre...

Salmo 2 – di ornamento e bellezza.

Domina mea, quis similis erit tibi?
Quia gratia, et gloria, superémines universas.

O mia Signora, chi ti potrebbe essere simile?
Perché con la tua grazia e gloria superi ogni cosa.

Benedicti sint oculi tui splendidissimi,
Quos dignéris misericorditer convèrtere super nos peccatores.

Benedetti sono i tuoi occhi risplendenti,
Che con misericordia volgi su di noi peccatori.

Benedictum sit lumen et splendor faciéi tuae, Benedicta sit gratia vultus tui.

Sia benedetta la luce e lo splendore del tuo aspetto,
Sia benedetta la grazia del tuo volto.

Benedixit te Dominus in misericordia sua,
Gratiam et decorem posuit in labiis tuis.

Ti ha benedetta il Signore nella sua misericordia,
Grazia e decoro pose nelle tue labbra.

Manus tuae dìligunt myrrae primam,
Et dìgiti tui unguenta gratiarum.

Le tue mani apprezzano la mirra più preziosa,
E le tue dita gli unguenti delle grazie.

Et fragmenta mali punici est guttur tuum:
Et spiràmen oris tui, suave compositum thymiama.

Come porzioni di melograno è la tua gola,
E l’apertura della tua bocca un soave composto di incenso.

Tu es rùtilans et decòra,
Nubes rorifera, et consurgens aurora.

Sei splendente e leggiadra,
Nube ricca di rugiada e sorgente aurora.

Pulchra es et clara, et luna plenissima,
Et tamquam sol refulget sacer aspectus tuus.

Sei bella e luminosa, come luna piena,
E come il sole rifulge il tuo sacro aspetto.

Gloria Patri...

Gloria al Padre...

Salmo 3 – di bellezza e di amore.

Beati, quorum corda te dìligunt, Virgo Maria,
Peccata ipsorum a te misericorditer diluentur.

Beati quelli che ti amano, Vergine Maria,
I loro peccati saranno da te con misericordia cancellati.

Domina, dilexi decorem faciéi tuae,
Et veneratus sum sanctam majestatem tuam.

Ho prediletto, o Signora, lo splendore del tuo volto,
E venerata la tua santa maestà.

Ne avertas faciem tuam a me,
Quia speciem et decorem tuum a juventute mea concupivi.

Non volgere da me il tuo sguardo,
Perché dalla giovinezza ho vagheggiato la tua grazia ed avvenenza.

Te amavi et exquisìvi, Regina Coelorum,
Misericordiam tuam, et gratiam tuam, ne sùbtrahas a servo tuo.

Ti ho amato e ricercato, Regina dei Cieli,
Non privare il tuo servo della tua grazia e delle tua misericordia.

Tuam pulchritudinem sol et luna mirantur,
Tibi Angelicae potestates serviunt, et famulantur.

Il sole e la luna ammirano la tua bellezza,
Te le Angeliche Potestà servono ed obbediscono.

Vox tua dulcis super omnem melodiam,
Armonia Angelica ei non valet comparari.

La tua dolce voce supera ogni melodia,
Cui non si può paragonare l’armonia degli Angeli.

Benedictum sit corpus tuum sanctum,
Benedicta sit anima tua sanctissima.

Sia benedetto il tuo corpo santo,
E benedetta la tua santissima anima.

Universas enim foeminas vincis pulchritudine carnis,
Superas Angelos et Archangelos excellentia sanctitatis.

Superi infatti ogni donna per la bellezza del tuo corpo,
Superi gli Angeli e gli Arcangeli per la grandezza della tua santità.

Venerate illam in decore illius,
Glorificate Opìficem pulchritudinis ejus.

Veneratela per il suo splendore,
Glorificate Dio Creatore per la sua bellezza.

Gloria Patri...

Gloria al Padre...

V. Dignare me laudare te, Virgo sacrata.

V. Rendimi degno di lodarti, o Vergine Santa,

R. Dà mihi virtutem contra hostes tuos.

R. Dammi forza contro i tuoi nemici.

CODA CAVALLINA - AMARO SVEDESE - AMARO MARIA TREBEN -

CODA CAVALLINA (Equisetum arvense)

Nomi volgari: Equiseto, Erba rugna, Rasparela, Codabussina, Coa ad cavai - Cucitolo.

All'Inizio della primavera spuntano dal ceppo largo e profondo per primi i bruni fusti fecondi e sporiferi.

Solo più tardi si presentano le verdi spighe estive alte fino a 40 cm che assomigliano a piccoli abeti di

forma regolare. Si trova la Coda cavallina nei campi, sui terrapieni delle ferrovie e lungo le scarpate.

Quella crescente nel terreno di pura argilla possiede il maggiore potere curativo. A seconda della posizione contiene fra il 3% ed il 16% di silice che possiede uno spiccato effetto curativo. Ovviamente è da

evitare la Coda cavallina dei campi chimicamente concimati. Quella con i ramoscelli più sottili - c'è

chi la chiama anche Coda cavallina «fina» - si trova prevalentemente nelle foreste ed ai margini dei

boschi. Anch'essa è medicamentosa.

Nella medicina popolare questa pianta era già famosissima nell'antichità soprattutto per le sue qualità emostatiche e per i successi manifestati nella lotta contro le malattie renali e delle vie urinarie.

Malgrado ciò fu dimenticata nel corso dei secoli. È stato proprio il nostro grande e popolarissimo

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medico naturista e parroco Kneipp a restituire alla Coda cavallina la sua

gloria originale. La dichiara «unica insostituibile ed inestimabile» contro le

emorragie, l'emantemesi, i disturbi renali e delle vie urinarie, i calcoli e la

renella. «Contro i danni di vecchia data» dice, «contro le piaghe purulente e

persino contro le ulcere cancerose e la necrosi ossea la Coda cavallina

rende dei servizi eccellenti. Lava, scioglie e cauterizza più o meno tutto

quanto è deteriorato. Spesso l'erba, umida e calda, viene avvolta in panni

bagnati che si applicano sulla parte da guarire.»


Il parroco svizzero Kunzle dice che tutte le persone di una certa età dovrebbero

 bere ogni giorno una tazza di tisana di Coda cavallina. Tutti i dolori

dovuti alla gotta, ai reumatismi ed alle nevralgie scomparirebbero, ogni uomo

avrebbe una vecchiaia sana. Egli racconta di un 86enne liberato mediante un

bagno a vapore di coda cavallina da una terribile calcolosi vivendo in seguito

ancora per molti anni, e prosegue dicendo: «Quest'erba guarisce le peggiori

emorragie e emantemesi se ingerita come tisana; e lo fa in brevissimo

tempo, quasi istantaneamente.»


Contro i dolorosi raffreddamenti alla vescica ed i crampi viscerali non vi è

rimedio migliore dell'infuso sbollentato di Coda cavallina i cui vapori si indirizzano alla zona vescicale con l'aiuto di un accappatoio. Ripetendo quest'

operazione per alcune volte si riesce in breve a debellare il male. Gli anziani

che improvvisamente non riescono più a urinare torcendosi dai fortissimi dolori perchè l'urina o non

esce per niente o soltanto a gocce, vengono liberati dalle loro sofferenze mediante questi vapori caldi di

Coda cavallina e senza che il medico debba ricorrere al catetere.

Contro la renella ed i calcoli renali e vescicali si fanno dei semicupi caldi di Coda cavallina sorseggiando contemporaneamente la calda tisana della stessa erba e trattenendo l'urina per poi lasciarla

scorrere sotto pressione. In questo modo di solito vengono eliminati dei calcoli. In seguito a questi

suggerimenti ho ricevuto delle lettere che confermano quanto sopra: un'applicazione eliminava i calcoli

renali; le persone in questione si sentivano bene ed erano tornate sane.

Nei casi in cui molti diuretici hanno fallito la Coda cavallina si è rivelata efficace come ad esempio nei

versamenti pericardici, in quelli pleurici o nelle complicazioni renali in seguito a scarlattina o altre

malattie infettive gravi, tutto ciò grazie alla sua azione diuretica. Si tratta dunque di un eccellente

rimedio ad uso interno ed esterno per tutto l'apparato renale e vescicale.


Contro la pielonefrite e la cistopielite un semicupio fa miracoli. In questi casi si prende la Coda cavallina alta - solo come applicazione esterna - cioè quella dai fusti grossi come un dito. Questa cresce

nei prati paludosi e sui terreni lasciati a pascolo e, come si è detto, procura un immediato miglioramento a chi è affetto da pielonefrite e cistopielite. Una signora che conoscevo bene, da diversi mesi si

trovava ricoverata con una pielonefrite all'ospedale di Innsbruck. Dato che non migliorava affatto mi

mandò a chiamare. Le consigliai un semicupio di Coda cavallina. Pochi giorni dopo ricevetti una lettera:

«Mi hai salvato la vita. Sono tornata a casa. Il semicupio di Coda cavallina ha allontanato tutti i miei

disturbi e mi ha restituito le mie forze.» La Coda cavallina alta dei prati paludosi e dei pascoli deve

essere impiegata esclusivamente per i semicupi. Invece per la tisana, da prendere per via interna, si

utilizza quella dei campi, sentieri e margini di bosco.

Talvolta nelle giovani madri dopo un parto difficile si manifestano dei disturbi alla vista: questi sono

certamente causati dal fatto che durante la nascita d'un bimbo vengono compromessi i reni della

madre. I semicupi di Coda cavallina dall'esterno facilitano l'irrorazione sanguigna del rene, allontanano

dagli occhi la pressione eccessiva causata dall'insufficienza renale e quindi dileguano lentamente i

disturbi visivi.

Il grande medico tedesco, Dr. Bohn (della scuola del Dr. Kneipp), esprime vivi elogi nei riguardi di questa

pianta: «Da una parte la Coda cavallina è un rimedio contro le emorragie, dall'altra - e ciò in misura

ancora superiore - è un rimedio per i reni. Dopo l'ingestione della tisana di Coda cavallina si elimina

con facilità un'abbondante urina scura. Contro l'idropisia è un rimedio di rapido effetto.» Se i diuretici si

sono dimostrati inefficaci occorre rivolgersi alla Coda cavallina sorseggiando lungo tutta la giornata

cinque o sei tazze, e questo per cinque giorni; nei casi particolarmente ostinati è meglio prolungare la

cura fino a sei giorni. L'esperienza dimostra che nella maggioranza dei casi l'urina viene eliminata.

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Contro gli sfoghi pruriginosi delia pelle, anche se crostosi, purulenti o tignosi, giovano lavaggi e

impacchi con infuso di Coda cavallina. I lavaggi ed i bagni giovano anche contro la suppurazione delle

unghie, le piaghe ai piedi, la necrosi, tutte le piaghe perforanti, le ulcere cancerose, lo sprone del

calcagno, le fistole, l'impetiggine e il lichen nonché contro il lupus. Si può applicare anche l'erba

sbollentata sotto forma di cataplasma. Contro le emorroidi, specie se dolorose, si applica una pasta di

erba fresca ottenuta nel modo seguente: lavare la Coda cavallina fresca, triturarla finemente sul

tagliere finché non diventi una pasta omogenea.

In caso di profusa emorragia nasale si applica un impacco di infuso di Coda cavallina raffreddato. Esso

giova anche come emostatico nelle emorragie polmonari, uterine, emorroidarie e gastriche. In questi

casi occorrono naturalmente degli infusi concentrati. Normalmente si prendono due o tre cucchiaini

da dessert colmi per ogni tazza. La Coda cavallina insieme con la Veronica previene efficacemente

l'arteriosclerosi e la perdita della memoria per via delle sue qualità purificanti del sangue. La si può

considerare la migliore prevenzione contro il cancro.

Vorrei raccomandare come rimedio particolarmente buono contro la sudorazione dei piedi la tintura di

Coda cavallina (vedi «Modalità di preparazione»). Con questa tintura si frizionano i piedi ben lavati ed

asciugati. Inoltre si consiglia berne ogni mattina a digiuno, mezz'ora prima di colazione, una tazza di

tisana. Contro la sudorazione eccessiva dei piedi sono molto utili anche i pediluvi della stessa erba

(vedi «Modalità di preparazione»). Contro la forfora del cuoio capelluto è opportuno lavarsi i capelli ogni

giorno con l'infuso di coda cavallina massaggiando successivamente la cute con del buon olio d'oliva.

La forfora scomparirà immediatamente.

Un miscuglio di Coda cavallina e Iperico, sbollentato e bevuto in ragione di una tazza o due al giorno

(la sera solo un pasto asciutto), aiuta a vincere l'enuresi notturna. Inoltre può essere utilizzato per

gargarismi nei casi di tonsillite, infiammazione delle mucose orali, stomatite, carie dentaria, infiammazioni ed emorragie gengivarie, fistole e polipi del palato e della gola. Contro le perdite bianche delle

donne vengono raccomandati i semicupi.

Non dimentichiamoci che la Coda cavallina è uno dei migliori medicinali per i polmoni, sia contro la

bronchite cronica che contro la tubercolosi polmonare. Mediante l'ingestione regolare della tisana,

grazie al suo contenuto in acido silicico si ottiene la guarigione della tubercolosi polmonare nonché la

scomparsa della debolezza generale dovuta alla tubercolosi stessa.

Secondo il fitobiologo austriaco Richard Willfort, le ricerche più recenti permettono l'ipotesi che in

seguito al prolungato uso di tisana di Coda cavallina i tumori maligni vengano ostacolati nella loro

crescita e alla fine addirittura distrutti. Persino i polipi nel basso ventre o nell'ano ed anche le infiammazioni delle borse sinoviali si combattono in questo modo. In entrambi i casi si fanno impacchi al vapore

e semicupi. Questi impacchi al vapore sono utili anche contro i crampi dello stomaco e le coliche epatiche e biliari di fegato nonché contro le stasi sanguigne dolorose che con la loro pressione verso l'alto

si riflettono sull'attività cardiaca.

Il 19 dicembre 1977 ricevetti una telefonata dalla Stiria orientale. Si trattava di un agricoltore di 49 anni.

Sulla pianta del suo piede era cresciuta un tumefazione molto dolorosa. Non riusciva più a poggiare

il piede per terra. Rimase in ospedale per alcuni giorni e poi venne mandato a casa. Gli consigliai gli impacchi al vapore di Coda cavallina che risolvono persino i tumori maligni. Potrete immaginare la mia

sorpresa quando il 22 dicembre, ossia tre giorni dopo, mi telefonarono per dirmi che la tumefazione si

era completamente risolta. La pelle aveva un aspetto un po' flaccido e molle. Un nuovo miracolo della

farmacia del Signore.

Ho fatto l'esperienza che persino i dolori da discopatie - sempre che non siano causati dalla compressione di una radice nervosa - spesso spariscono in breve tempo in seguito ai semicupi di Coda cavallina. Le radiografie mostrano delle vertebre usurate per vecchiaia, ma non vi è motivo di tenersi il dolore.

La pressione di un rene difettoso che, come si sa riflette verso l'alto, si distribuisce nei nervi che

scorrono in superficie lungo la spina dorsale producendo questi dolori. Non sono quindi i dischi stessi,

bensì la pressione del rene prodotta sui nervi esposti. Un semicupio di Coda cavallina, attraverso il suo

effetto in profondità sui reni, elimina subito la loro pressione verso l'alto.

Una signora di 38 anni si trovava da tre anni in cura per disturbi di carattere discopatico. Invece di

diminuire, i dolori si acutizzavano; era diventata talmente rigida nella zona delle spalle e del collo da

alzarsi la mattina soltanto con l'ausilio di un apparecchio di stanghe e verghe costruito dal marito e

sistemato sul soffitto sopra il letto. In quel periodo stavo tenendo delle conferenze a Steyr nell'Alta

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Austria e ne feci la conoscenza. Vi meraviglierete certamente se Vi dico che questa donna, dopo un

solo semicupio di Coda cavallina, aveva perso tutti i suoi dolori e la sua rigidità. Lo stesso vale per le

discopatie prodotte dalla conduzione del trattore. Il suo moto sobbalzante non danneggia i dischi, ma

i reni. Subito interviene una pressione verso l'alto che può essere eliminata con il semicupio di Coda

cavallina.

Una signora svizzera da molti anni era rigida come un bastone, nelle vertebre cervicali. Le cure annuali

presso il Dr. Zeileis a Gallspach procuravano dei miglioramenti soltanto temporanei, ma nessuna

guarigione. Non molto persuasa mi promise, appena tornata a casa, di farsi un semicupio di Coda

cavallina. La telefonata non si fece attendere: appena immersa nel caldo semicupio, scomparve dopo

10 minuti ogni rigidità che poi, come mi fu riferito per anni, non si presentò più.

11 grande neurologo Dr. Wagner-Jauregg dice nei suoi scritti: «Due terzi di tutti i malati di nervi non

dovrebbero essere ricoverati negli istitut i se fossero sani i loro reni.» Infatti ho potuto consigliare i

semicupi di Coda cavallina a molti infelici che, a causa di disturbi renali soffrivano di depressioni,

manie e pazzia furiosa, salvandoli in tal modo dal manicomio. In questi casi occorre curarsi anche per

via interna con una tazza al mattino ed una alla sera di tisana di Ortica, Achillea e Coda cavallina.

Contro i gravi disturbi renali e le loro sequele occorre adoperare la Coda cavallina fresca per i semicupi,

preferibilmente, come ho detto precedentemente, quella alta proveniente dai prati paludosi. Per un

bagno occorre un secchio da 5 litri pieno (vedi «Modalità di preparazione» e Note generali sotto la voce

«Semicupi»). Durante il semicupio i reni debbono trovarsi immersi nell'acqua; 20 minuti è la durata del

bagno. Non asciugarsi ma avvolgersi ancora bagnati nell'accappatoio e coricarsi così nel letto per

un'ora; soltanto allora cambiarsi per la notte. Il semicupio, riscaldato nuovamente, può essere riutilizzato altre due volte.

MODALIT À D I PREPARAZION E

Infuso: Un cucchiaino da dessert colmo su Vi di litro d'acqua; sbollentare.

Cataplasma al vapore: Mettere in un setaccio due manciate abbondanti di Coda cavallina e appenderlo sopra l'acqua bollente. Non appena l'erba si presenta calda e morbida,

avvolgerla in una pezza di lino che si applica sulla parte malata. Coprirsi bene!

Lasciare agire per diverse ore o per tutta la notte.

Semicupi: Per una notte lasciare macerare nell'acqua fredda 100 g di Coda cavallina. Il

giorno seguente riscaldare il tutto fino all'ebollizione, poi aggiungerlo al bagno.

Durata del bagno 20 minuti. Non asciugarsi; ancora umidi avvolgersi nell'accappatoio e sudare un'altra ora a letto. L'acqua del semicupio deve coprire i reni.

Tintura: Lasciare macerare per 15 giorni al sole 10 g di Coda cavallina in 50 g di autentica

acquavite di grano. Scuotere la bottiglia ogni giorno.

Cataplasma: Lavare la Coda cavallina fresca, tritarla finemente sul tagliere finché non si ottenga una pasta. 


 Risultati immagini per calendula pianta 

Contro le vene varicose e le ulcere degli arti inferiori è caldamente consigliata la pomata di Agrimonia (vedi «Modalità di preparazione») che viene usata in modo simile a quella di Calendula.
pg 13

 Una suora mi riferì di aver suggerito la cura con la pomata di Calendula ad una vecchia signora che aveva richiamato l'attenzione della gente per strada a cause delle sue vene varicose particolarmente vistose. Rimase veramente stupita quando dopo un mese questa donna felicissima le mostrò le sue gambe. Tutte le vene varicose erano sparite e la pelle era ritornata liscia.  pg 21



fiori e le foglie dell'Ortica gialla vengono utilizzati  contro i disturbi della digestione, contro la scrofolosi e le malattie della pelle. A tale scopo se ne beve una tazza di tisana al mattino. Contro le ulcere e le vene varicose giovano gli impacchi con lo stesso infuso. pg 46



https://www.file-pdf.it/2014/08/28/treben-maria-la-salute-dalla-farmacia-del-signore/treben-maria-la-salute-dalla-farmacia-del-signore.pdf



AMARO SVEDESE


Queste sono le proprietà terapeutiche dell'Amaro Svedese
1. Aspirandole o fiutandole ripetutamente, inumidendo con le Erbe Svedesi la prima vertebra cervicale, applicata una pezzuola bagnata con esse, scompariranno dolore e vertigini e si rinforzeranno la memoria ed il cervello.
2. Giovano nell’offuscamento della vista, tolgono il rossore e tutti i dolori persino quando gli occhi sono Infiammati, torbidi e annebbiati. Rimuovono le macchie e la cataratta quando con esse vengono inumiditi gli angoli dell’occhio o quando si applica sulle palpebre degli occhi chiusi ,una pezzuola bagnata coni esse.
3. Il vaiolo e gli sfoghi di ogni genere, anche le croste nel naso o in qualsiasi parte del corpo guariscono inumidendo le parti spesso e bene.
4. Contro il mal di denti si diluisce un cucchiaio di queste gocce in un po’ d’acqua trattenendole in bocca per qualche tempo oppure inumidendo il dente dolente con una pezzuola. Il dolore svanirà e il marciume regredirà.
5. Con le gocce s’inumidiscono ripetutamente le vesciche sulla lingua o altre ferite; la guarigione non tarderà.
6. Quando la gola è arrossata o piagata per cui cibo e bevande causano dolore alla deglutizione, le gocce andranno ingerite al mattino, a mezzogiorno e alla sera; toglieranno il calore e guariranno la gola.
7. Chi soffre di crampi allo stomaco ne prenda un cucchiaio durante l’attacco.
8. Contro le coliche si prendano tre cucchiai, lentamente uno dopo l’altro; presto sentirete sollievo.
9. Le gocce annullano l’effetto dei venti nel corpo e rinfrescano il fegato, eliminano tutte le malattie dello stomaco e quelle Intestinali e giovano contro la stitichezza.
10. Sono anche un ottimo rimedio per lo stomaco quando questo digerisce male e rifiuta i cibi.
11. Giovano altrettanto contro i dolori alla cistifellea. Un cucchiaio ogni giorno, mattina e sera; di notte impacchi imbevuti di gocce elimineranno presto tutti i dolori.
12. Contro l’idropisia se ne prenda mattina e sera un cucchiaio nel vino bianco per la durata di sei settimane.
13. Contro dolori e ronzii all’orecchio si inumidisca con le gocce un batuffolo di cotone da introdurre nell’orecchio. Gioverà assai e restituirà persino l’udito perduto.
14. Ad una donna sofferente di dolori uterini se ne dia al mattino per tre giorni dl fila un cucchiaio nel vino rosso; dopo una mezz’ora le si faccia fare una passeggiata e poi la colazione, ma senza latte. Le gocce non vanno prese insieme a latte.
15. Prendendone un cucchiaio mattina e sera durante gli ultimi 15 giorni della gravidanza, il parto sarà facilitato. Per liberare più facilmente la placenta, si somministri alla puerpera un cucchiaino da dessert ogni due ore fino a che la placenta non si stacchi senza doglie. (sotto controllo medico NdS)
16. Se dopo il parto si verificano infiammazioni alla mammella con l’inizio dell’allattamento, esse spariranno rapidamente applicando degli impacchi dl gocce.
17. Liberano i bambini dalla varicella. Si somministri al bambino delle gocce, a seconda dell’età, diluite in un po’ d’acqua. Quando le vescicole cominciano a seccarsi, inumidirle ripetutamente con le gocce; non rimarranno cicatrici.
18. Sono efficaci contro vermi nei bambini e negli adulti; eliminano persino le tenie, solo che al bambino occorre somministrarle a seconda dell’età. Legare una pezzuola imbevuta di gocce sull’ombelico mantenendola sempre umida.
19. Nell’itterizia spariscono presto tutti i disturbi prendendo un cucchiaio dl gocce tre volte ai giorno ed applicando dei cataplasmi dl gocce sul fegato ingrossato.
20. Sbloccano tutte le emorroidi, guariscono i reni, eliminano dal corpo, senza altre cure, i liquidi ipocondriaci, tolgono la malinconia o le depressioni e stimolano l’appetito e la digestione.
21. Aprono anche internamente le emorroidi se le bagniamo ripetutamente e se le rendiamo molli ingerendo le gocce, soprattutto prima di coricarci. Per via esterna si applica un batuffolino di cotone bagnato con le gocce. Renderà fluido anche il resto dei sangue e gioverà contro i bruciori.
22. Se qualcuno è svenuto, gli si apra eventualmente la bocca somministrandogli un cucchiaio di gocce, e il malato ritornerà in se.
23. Prese per bocca allontaneranno anche li dolore dei crampi sordi fino a che col tempo non cessino del tutto.
24. Contro la tisi polmonare si prendano ogni giorno a digiuno e per la durata di sei settimane.
25. Quando una donna perde la sua depurazione mensile o questa sia troppo abbondante, è bene che prenda queste gocce per tre giorni ripetendo l’operazione per venti volte; il medicamento calmerà quanto è in eccedenza e rimedierà a quanto è insufficiente.
26. Questo medicamento giova anche contro le perdite bianche.
27. Se qualcuno è affetto dal mal caduco (epilessia), occorre somministrargliene immediatamente. Il malato continui poi a prendere esclusivamente questo medicinale in quanto esso rinforzerà sia i nervi affaticati che tutto il fisico allontanando ogni malattia.
28. Guariscono le paralisi, scacciano le vertigini e la nausea.
29. Guariscono anche i bruciori del vaiolo e della erisipela.
30. Se qualcuno avesse la febbre, calda o fredda che sia, e fosse molto debole, gli si dia un cucchiaio, e l’ammalato, se non ha caricato il proprio corpo con altri rimedi, tornerà presto in sè, e il suo polso riprenderà a battere; fosse anche stata altissima la sua febbre, li malato migliorerà presto.
31. Le gocce guariscono cancro, vaiolo e verruche di vecchia data nonché le screpolature delle mani. Se una piaga è vecchia e purulenta o se presenta delle escrescenze, la si lavi accuratamente con del vino bianco, coprendola poi con una pezza imbevuta di gocce. Esse elimineranno ulcere e dolori nonché l’escrescenza carnosa, e la ferita inizierà a guarire.
32. Tutte le ferite dovute a colpi o punture guariscono senza complicazioni quando vengono bagnate con le gocce. Immergete una pezza nelle gocce coprendo con essa le ferite. In brevissimo tempo elimineranno il dolore prevenendo ogni cancrena o putrefazione e guariranno anche ferite dl vecchia data dovute ad arma da fuoco. Se ci sono buchi iniettate le gocce nella ferita che non occorre necessariamente pulire in precedenza; mediante l’assidua applicazione di una pezza Imbevuta, la guarigione avverrà in breve.
33. Fanno scomparire tutte Io cicatrici, anche quelle più annose, tutte le piaghe e tutti i tagli se queste vengono inumidite con le gocce fino a 40 volte;. tutte le ferite curate con queste gocce non lasceranno cicatrici.
34. Esse guariscono completamente tutte le fistole anche se sembrano inguaribili e indipendentemente dalla loro età.
35. Curano tutte le ferite da ustioni; che siano prodotte da fuoco, acqua bollente o grasso, quando queste vengano assiduamente bagnate con le gocce. Non si formeranno vesciche; il calore ne verrà estratto. Persino vesciche purulente guariranno totalmente.
36. Le gocce giovano contro tumori e macchie dovuti a urti o colpi.
37. Se qualcuno non riesce a mangiare con appetito, esse restituiranno il sapore perduto.
38. A chi è molto anemico ridonano il colore quando vengano ingerite al mattino per un certo periodo di tempo. Esse purificano il sangue formandone del nuovo e ne favoriscono la circolazione.
39. I dolori reumatici scompaiono prendendo le gocce per bocca o applicando sugli arti Infiammati delle pezze imbevute con le gocce stesse.
40. Curano mani e piedi congelati anche se piagati. Si consiglia dl applicarvi il più spesso possibile delle pezze imbevute soprattutto la notte.
41. Sui calli applicate un batuffolo di cotone imbevuto di gocce inumidendo con esso costantemente il punto dolente. Dopo tre giorni i calli si staccheranno da soli oppure potranno essere levati senza alcun dolore.
42. Curano anche morsi dl cani arrabbiati e di altri animali, prese per bocca, in quanto distruggono tutti i veleni. Coprite le ferite con un panno imbevuto.
43. In caso di peste o altre malattie contagiose è opportuno ingerirne ripetutamente durante la giornata poiché curano ulcere pestose e bubboni anche se insediati nella gola.
44. Chi di notte non dorme bene prenda queste gocce prima dl coricarsi. Nel caso di insonnia nervosa applichi sul cuore un panno imbevuto dl gocce diluite.
45. Somministrato in quantità di due cucchiai ad un ubriaco, fanno scomparire gli effetti della sbornia.
46. Chi prende queste gocce quotidianamente mattina e sera, non avrà bisogno di alcun’altra medicina, poiché esse rinforzano il corpo, rinfrescano i nervi ed il sangue, liberano dal tremore mani e piedi. In breve, allontanano ogni specie dl malattia. Il corpo rimarrà ben elastico, il viso manterrà la sua giovanilità e bellezza.

Importante: Tutti I quantitativi indicati. vanno Ingeriti diluiti in tisana o in acqua.

I 46 punti del "Antico Manoscritto" rivelano Il grande e miracoloso potere terapeutico dl questo miscuglio dl erbe. SI può asserire a ragion Veduta che praticamente non vi sia malattia contro la quale questo Erbe Svedesi non giovino; sono comunque valide come base per qualsiasi cura.
Trovate l’Amaro Svedese nelle erboristerie e nelle farmacie che trattano anche rimedi naturali, l’importante è che sia della ricette originale Treben.

AMDG et BVM


martedì 27 ottobre 2020

Il Blog di Raffaella. Riflessioni e commenti fra gli Amici di Benedetto XVI: Interamente dedicato al ministero ecclesiastico il...

Il Blog di Raffaella. Riflessioni e commenti fra gli Amici di Benedetto XVI: Interamente dedicato al ministero ecclesiastico il...: Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo: In un volume dell’Opera Omnia tutto il pensiero di Ratzinger sul sacerdozio ...

I sacerdoti custodi del corpo di Gesù

 




I SACERDOTI

Parole con cui il Signore mette in guardia la sua sposa, affinché

ella possa discernere la vera saggezza da quella falsa


I miei amici sono come degli scolari che hanno una coscienza e

un'intelligenza, la saggezza che non hanno appreso dagli uomini ma da

me, poiché io stesso l'insegno interiormente, dolcezze e gioie divine con

cui dominano il diavolo. Ma ora gli uomini imparano alla rovescia e

desiderano solo essere dotti per andarne orgogliosi ed essere ritenuti dei

buoni chierici, acquisire ricchezze per progredire sulla strada degli onori

e degli alti uffici. Per questo motivo quando entrano ed escono di scuola,

mi allontano da loro, perché essi imparano per insuperbirsi di ciò che

hanno appreso, mentre io ho insegnato loro l'umiltà. Vanno a scuola per

la cupidigia di possedere, mentre io non ho avuto nulla, nemmeno un

cuscino su cui appoggiare il capo. Vi si recano per ottenere cariche e

dignità, invidiando chi passa loro davanti, mentre io venivo giudicato da

Pilato ed ero lo zimbello di Erode. Dunque mi allontano da loro, perché

non apprendono la mia dottrina. Ciononostante, essendo buono e mite,

do quello che mi viene chiesto, perché chi mi domanda del pane l'avrà e

chi mi domanda un letto lo riceverà. Chi apprende la mia mirabile

saggezza, ossia come servirmi bene, viene servito dagli angeli buoni che

lo nutrono di una consolazione indicibile e di un lavoro delizioso. Ma gli

angeli cattivi assistono i saggi del mondo suggeriscono e suscitano in

loro desideri inutili, secondo la propria volontà, ispirando loro pensieri

tormentosi. In verità se si rivolgessero a me e si convertissero, potrei

dare loro il pane senza fatica. Il mondo ne fornisce loro ma essi non ne

sono mai sazi, poiché tramutano la dolcezza in amarezza». Libro I; 33





I sacerdoti custodi del corpo di Gesù

Il Figlio di Dio disse: «Sono simile al signore che, dopo aver combattuto

con fedeltà nel paese in cui si è recato in pellegrinaggio, torna con gioia

nella terra natale. Questo signore ha un tesoro molto prezioso, la cui

vista dà gioia agli occhi lacrimosi, consola gli infelici, rinvigorisce gli

infermi e resuscita i morti. Ma, affinché questo tesoro venga custodito

con onestà e determinazione, viene edificata una casa con magnificenza 

e gloria, abbastanza alta e dotata di sette livelli attraverso i quali si

accede al tesoro stesso. Ora, Dio ha mostrato questo tesoro ai suoi

servitori e lo ha affidato loro affinché ne abbiano cura e lo custodiscano

con purezza, in modo che vengano apprezzate la carità del signore verso

i suoi servitori e la fedeltà dei suoi servitori nei confronti del signore. Ma

dopo qualche tempo il tesoro inizia ad essere disprezzato, la casa viene

frequentata di rado, le cure dei custodi diminuiscono e l'amore di Dio

viene trascurato... Io sono quel signore che è venuto al mondo per

umiltà come un pellegrino, sebbene fossi potente in terra e in cielo

secondo la divinità; perché in verità sulla terra ho dovuto sostenere una

lotta tale che tutti i nervi delle mie mani e dei miei piedi si sono rotti per

la salvezza delle anime. Salendo in cielo, da cui non mi sono mai

allontanato, ho lasciato al mondo un memoriale altamente degno, ossia il

mio corpo santissimo; infatti così come l'antica legge si gloriava

dell'arca, della manna, delle tavole del Testamento e di altre cerimonie,

allo stesso modo l'uomo nuovo si rallegra di una legge nuova, ossia il

mio corpo crocifisso, che era insito nella legge stessa. Affinché al mio

corpo fossero tributati gloria e onore, ho istituito la casa della Santa

Chiesa, dove esso sarebbe stato custodito e conservato. I sacerdoti sono

dei custodi particolari, in un certo senso più eminenti degli angeli, poiché

toccano con la bocca e le mani colui che gli angeli hanno paura di

sfiorare, dato il rispetto che provano nei suoi confronti. Ho reso ai

sacerdoti sette tipi di onore, corrispondenti a sette caratteristiche: i preti

devono portare il segno del sacerdozio e distinguersi come miei amici per

la purezza dello spirito e del corpo, perché la purezza è il primo livello

per avvicinarsi a Dio, al quale non si addice nulla di corrotto; ai ministri

della legge, che avevano il permesso di contrarre il matrimonio, non era

concesso fare dei sacrifici, ma ciò non deve stupire: essi avevano solo la

scorza e non il nocciolo. Ora, poiché questa figura è stata eliminata con

l'avvento della verità, è necessario che si consacrino tutti alla purezza; il

nocciolo, infatti, è più dolce della scorza... I chierici sono istituiti perché

siano degli uomini angelici dotati di ogni sorta di umiltà; è vero infatti

che con l'umiltà del corpo e dello spirito si entra in cielo e si vince la

superbia del diavolo; a questo livello i sacerdoti vengono nominati per

cacciare il diavolo, perché l'uomo umile è elevato al cielo da cui la

superbia ha fatto sprofondare il demonio. I preti vengono ordinati per

essere discepoli di Dio attraverso la continua lettura dei testi sacri; per

questo motivo la sacra Scrittura viene data ai sacerdoti come la spada al 

soldato; essi, infatti, devono sapere come placare la collera di Dio con la

preghiera e la meditazione, affinché il popolo non muoia. I sacerdoti

sono designati custodi del tempio di Dio e studiosi delle anime; per

questo motivo il vescovo consegna loro le chiavi: essi devono prendersi

cura della salvezza delle anime dei loro fratelli, promuoverne il progresso

con la parola e l'esempio e incitare gli infermi alla perfezione assoluta. A

loro viene affidata la cura dell'altare, perché, servendo sull'altare, vivano

dell'altare stesso e non si occupino affatto delle cose mondane, se non

per ciò che attiene alla loro carica ecclesiastica. Vengono ordinati per

essere uomini apostolici, che predicano la verità evangelica e

conformano i loro costumi a ciò che predicano. Sono istituiti in modo da

mediare fra Dio e l'uomo attraverso il sacrificio del mio corpo. Per questo

motivo i sacerdoti sono in un certo modo superiori alla dignità degli

angeli. Ora, mi lamento perché queste caratteristiche sono gravemente

disattese, in quanto la superbia viene preferita all'umiltà, l'impudicizia

alla continenza; non ci si attiene più ai libri di Dio, ma a quelli del

mondo; gli altari vengono trascurati e la saggezza divina è reputata

follia. Non ci si preoccupa affatto della salvezza delle anime e, come se

non bastasse, si gettano via le mie vesti e si di-sprezzano le mie armi. E’

vero, sul monte Sinai ho mostrato a Mosè gli abiti che dovevano

indossare i sacerdoti; questo non perché nella celeste abitazione di Dio ci

fosse qualcosa di materiale, ma perché non si possono comprendere le

cose spirituali senza quelle materiali. Quindi mostro ciò che è spirituale

attraverso il mondo fisico: occorre sapere che a quanti detengono la

verità viene richiesta la purezza e non una pura apparenza. A che scopo,

dunque, avrei mostrato a Mosè un tale splendore di vesti materiali, se

non perché attraverso esse si comprendessero lo splendore e la bellezza

dell'anima?... Dall'oblazione dei ministri di Dio conseguono tre beni: la

mia pazienza che è lodata da tutte le schiere celesti, perché sono la

medesima Persona tra le mani di un prete buono e di uno cattivo; non

traggo senso dalla persona, infatti questo sacramento non dipende dai

meriti o demeriti di chi lo somministra, bensì dalle mie parole; tale

oblazione è utile per tutti, indipendentemente dal prete che l'offre,

inoltre giova anche a chi l'offre, sebbene cattivo; quando ho pronunciato

le parole Io sono, tutti i miei nemici sono caduti all'indietro; similmente,

all'udire le parole: Questo è il mio corpo, i diavoli fuggono via e cessano

di tentare le anime che fanno queste sante oblazioni, né oserebbero

tornare ad assediarle con rinnovata audacia se in esse non si insinuasse 

una propensione a peccare. Per questo la mia misericordia perdona tutti

e li tollera, ma la mia giustizia grida vendetta: perciò io grido e quanti

siano quelli che mi rispondono, lo vedi da te. Ciononostante invierò

ancora la mia Parola: chi l'ascolterà, trascorrerà e terminerà i suoi giorni

con una gioia così grande che non è possibile dire, né pensare la dolcezza 

della mia Parola senza farle torto...» Libro IV, 58





Il sacerdote deve avere un libro e l'olio

«Il sacerdote deve avere anche un libro e dell'olio: 

un libro per istruire gli imperfetti; infatti così come nel libro è contenuta la dottrina del corpo e dello spirito, allo stesso modo il ministro di Dio deve avere la saggezza... La scienza spirituale serve a istruire gli ignoranti,  a correggere le persone dissolute e a spronare quelle progredite. 

Nell'olio sono la dolcezza della preghiera e i buoni esempi, poiché così come l'olio è più grasso del pane, allo stesso modo l'orazione d'amore e carità e gli esempi di una vita buona, sono più efficaci di qualsiasi altra cosa per attirare gli uomini a Dio e per placare Dio stesso. In verità ti dico, figliamia, che il nome del prete è grande, poiché egli è un angelo e un mediatore; ma più grande ancora è il suo ufficio, in quanto egli tocca Dio, che è incommensurabile e tiene nelle sue mani le cose sante». 

Libro IV, 59



Il Signore ha rimesso il suo corpo nelle mani del sacerdote

«Io sono» dice la Saggezza eterna, «come un uomo che, dovendo

abbandonare il mondo, lascia ai suoi amici più cari ciò che ha di meglio;

io ho fatto lo stesso con i sacerdoti che ho scelto al di sopra degli angeli

e degli uomini: ho offerto loro il mio corpo preziosissimo quando ho

lasciato il mondo e ho affidato loro molti doni: la mia fede; due chiavi,

quella dell'inferno e quella del cielo; la possibilità di tramutare il nemico

in un angelo; di poter consacrare il mio corpo, cosa che non possono fare

gli angeli e infine di toccare con le mani il mio corpo preziosissimo e

purissimo. Ora, essi si comportano con me come gli ebrei, i quali

negavano che avevo resuscitato Lazzaro e compiuto altre meraviglie. Mi

accusavano sostenendo che volevo diventare re, che avevo vietato di

dare i tributi a Cesare e che avrei ricostruito il Tempio in tre giorni; simil-

mente i ministri di Dio non divulgano i miei prodigi né insegnano la mia

dottrina, ma diffondono in ogni dove l'amore del mondo e ovunque

predicano la loro volontà, poiché stimano meno di nulla tutto quello che

ho fatto per loro. In secondo luogo, hanno perduto la chiave con cui

dovevano aprire il cielo ai miserabili; amano e prediligono la chiave che

apre l'inferno e la tengono avvolta in un panno pulito. In terzo luogo,

fanno di un giusto un ingiusto, di un semplice un diavolo, di un sano un

malato, perché oggi chi si avvicina loro con tre malattie, se ne allontana

con una quarta in più; se qualcuno si reca da loro con quattro malattie,

se ne parte con cinque, perché il peccatore, vedendo l'esempio cattivo e

depravato dei sacerdoti, imbocca una nuova strada, si rafforza nel

peccato ed inizia a gloriarsi del peccato stesso di cui aveva vergogna...In

quarto luogo, quelli che mi dovevano santificare con la bocca, mi

vendono per cupidigia; sono peggio di Giuda, perché Giuda in un certo

senso ha riconosciuto il proprio peccato ed ha fatto penitenza, sebbene

inutilmente. Essi si definiscono e si reputano giusti. Giuda, invece, ha

riportato il frutto del suo peccato ai sommi sacerdoti e agli anziani, e

questi hanno messo la sua confessione al servizio del loro ingegno e del

loro uso. Giuda mi ha venduto prima che riscattassi il mondo, ma costoro

mi vendono dopo e non hanno compassione del mio sangue che grida

vendetta con maggior ragione che non il sangue di Abele. Giuda mi ha

venduto per trenta denari, ma costoro mi vendono con ogni sorta di

maldicenza, perché non si avvicinano mai a me se non per ricevere

qualche vantaggio. In quinto luogo, si comportano come gli ebrei. Ora,

cosa hanno fatto questi ultimi? Mi hanno posto sulle- gno della croce, ma

costoro mi mettono su un torchio e mi stringono con forza. Ti chiederai:

'Come può accadere ciò, se la mia divinità è inattaccabile dalla 

sofferenza e Dio non è predisposto al dolore?' È vero, ma la volontà ostinata con

cui i sacerdoti perseverano nel peccato è tale che ciò mi risulta ancora

più duro e doloroso, proprio come se venissi posto su un torchio. Ora,

questi preti hanno due peccati: la lussuria e la cupidigia e mi mettono e

lasciano tra questi due vizi; tanto che, dopo aver fatto penitenza e aver

celebrato la messa, sono nuovamente animati dalla volontà di peccare e

di nuovo mi fanno sentire come se venissi stretto in una pressa...»

 Libro IV, 132




Il modo in cui il Signore onora i sacerdoti

Ascoltate dunque, eserciti ed angeli miei! Ho scelto dei sacerdoti al di

sopra degli angeli e degli altri uomini e ho dato loro il potere di

consacrare il mio corpo e di toccarlo. Se avessi voluto, avrei potuto

affidare una funzione del genere agli angeli, ma amo a tal punto i

sacerdoti che li ho innalzati a un simile onore e li ho ordinati affinché

presenziassero davanti a me, disposti in sette livelli. Dovevano essere

pazienti come pecore, costanti come muri dalle fondamenta stabili, pieni

di vita e generosi come soldati, saggi come serpenti, pudichi come

vergini, puri come angeli, animati da un amore ardente come quello di

una sposa che si avvicina al talamo nuziale. Ora, si sono allontanati da

me con cattiveria, sono selvaggi come lupi che rapiscono le pecore,

imbattibili quanto a fame e avidità. Non onorano nessuno e non hanno

vergogna di chicchessia. In secondo luogo, sono incostanti come le pietre

di una muraglia in rovina, perché diffidano delle fondamenta, ossia del

loro Dio, come se egli non potesse soddisfare le loro esigenze o non

volesse nutrirli e sostentarli. In terzo luogo, sono sprofondati e sono stati

avvolti dalle tenebre, come dei ladroni che camminano nella cecità dei

propri vizi. Non hanno affatto il coraggio dei soldati, necessario per

combattere per l'onore e la gloria di Dio, né hanno la generosità che

occorre per compiere azioni eroiche. In quarto luogo, diventano pigri

come asini che tengono la testa bassa: similmente sono stolti e insensati

poiché pensano sempre alle cose mondane, senza rivolgere la mente al

cielo e alle cose future. In quinto luogo, sono impudenti come cortigiane:

mi camminano davanti con insolenza nei loro abiti im-pertinenti e tutte

le loro membra esprimono la loro lussuria. In sesto luogo, sono sudici

come la pece: tutti quelli che si avvicinano loro ne sono offuscati e

imbrattati. In settimo luogo, sono abominevoli… Solo certi preti si

accostano a me con dissimulazione, come se fossero dei traditori,

Tuttavia io, che sono Dio e Signore di tutte le creature in cielo come in

terra, vado loro incontro; dopo che il sacerdote ha pronunciato le

parole Questo è il mio corpo sull’altare, davanti a lui io sono vero Dio e

vero uomo. Mi affretto verso i miei ministri come uno sposo innamorato,

per provare e gustare assieme a loro i sacri piaceri della mia divinità;

ma, ahimè, non trovo posto nel loro cuore. Ascoltate ancora, amici miei,

quanta dignità conferisco ai sacerdoti al di sopra degli angeli e degli 

uomini: ho dato loro il potere di fare cinque cose: legare e sciogliere in

terra e in cielo; trasformare i miei nemici in amici di Dio, e i demoni

peccatori in angeli virtuosi; predicare la mia parola; consacrare e

santificare il mio corpo, cosa che nessun angelo può fare; toccare il mio

corpo, cosa che nessuno di voi oserebbe fare».Libro IV, 133


Il Signore chiama i sacerdoti come uno sposo

«Io sono come lo sposo che conduce la sposa nella sua casa con mille

prove d'amore. Ho unito a tal punto i preti a me, tramite il mio corpo,

che erano in me ed io in loro; ma essi rispondono a quest'unione come

un'adultera che dice al marito: 'Le tue parole non mi piacciono; le tue

ricchezze sono vane; la tua voluttà è come un veleno. Ci sono altre cose

che voglio amare e seguire'. A queste parole lo sposo, dolce e mansueto,

risponderà: 'Mia sposa, ascoltami, abbi pazienza. Le tue parole devono

essere le mie, le mie ricchezze le tue; la mia volontà deve essere la tua,

la tua voluttà la mia contentezza... Attiro a me i preti come uno sposo la

sua sposa; faccio tutto quello che posso per loro; ma più li chiamo, più

fuggono da me. Le mie parole non piacciono loro; essi considerano un

peso le mie ricchezze; detestano la dolcezza delle mie parole come se

fosse veleno. Li inseguo avvertendoli come un padre colmo di pietà,

tollerandoli come un signore pieno di clemenza, attraendoli con doni

come un dolce sposo; ma più li chiamo, più si allontanano da me». 

Libro IV, 135

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