lunedì 27 novembre 2017

Dato che la massa è digiuna, alla pari dei suoi capitani...

Piano massonico del 1995!

Traduzione della rivista spagnola Roca viva, Febbraio 1997, 
José Abascal, Madrid



A) Tramite una lotta costante e metodica per far scomparire la Chiesa Cattolica, noi abbiamo ottenuto dei sostanziali progressi, conformemente agli scopi prefissi:

1. Rottura dell'unica Fede. Molti dubitano già dei dogmi fondamentali: presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, divinità e resurrezione di Gesù, Verginità di Maria, esistenza dell'inferno, degli Angeli e dei demoni, ecc.

2. Stato di scisma e di apostasia, ancora latente ma già reale.

3. Contestazione del Papa e della sua dottrina.

4. Controllo delle edizioni e delle pubblicazioni cattoliche.

5. Ingresso della Massoneria nell'insegnamento religioso, specialmente nelle Facoltà Ecclesiastiche e nei Seminari.

6. Gli infiltrati nei Seminari e nelle Congregazioni religiose hanno ottenuto posti influenti e lavorano con efficacia.

7. Vescovi, preti e catechisti, ma anche diverse Congregazioni religiose maschili e femminili lavorano con noi, forse senza saperlo, ma in modo efficace.

8. Emarginazione e disprezzo dei preti e dei religiosi fedeli alla dottrina tradizionale.

9. Abbandono della Confessione, tramite la promozione dell'assoluzione comunitaria.

10. Perdita della preghiera nelle sue forme distinte: preghiera personale, Rosario, Via Crucis, processioni, suppliche, ecc.

11. Disprezzo per la devozione verso l'Eucaristia.


B) Molto efficaci si sono rivelate le “misure” che abbiamo proposto:

1. Cambiare la struttura della Messa, attenuandone l'aspetto verticale ed accentuandone quello orizzontale.

2. Introdurre la “libertà liturgica”, togliendo paramenti, cambiando o eliminando cerimonie, volgarizzando e svuotando di senso i riti.

3. Ricevere la Comunione in piedi e nella mano, togliendo così importanza all'Ostia.

4. Eliminare la genuflessione ed ogni forma di riverenza.

5. Alterare il senso del peccato.

6. Promuovere l'immoralità, concependola come “libertà” e “progresso”: liberazione sessuale, preservativi, contraccettivi, omosessualità, promozione della pornografia in televisione e in videocassette, film, sex-shop, riviste, ma soprattutto in televisione.

7. Approvazione dell'aborto: finalmente anche la cattolica Irlanda l'ha approvato

8. Eliminare la formazione morale e religiosa dei giovani.

9. Corrompere la gioventù, diffondere la droga, il sesso, i divertimenti immorali, le bestemmie, la violenza ecc.

10. Controllare i mezzi di comunicazione sociale, soprattutto la televisione.


C) Dobbiamo continuare a progredire nei punti delle indicazioni riportate qui sopra. Noi siamo già in grado di occupare i vertici del potere nella Chiesa. Allora si diffonderà apertamente, grazie all'autorità, l'ultima fase della nostra tattica:

1. Farla finita con la dimensione trascendente ed ogni forma di preghiera.

2. Distruggere e svuotare totalmente il contenuto dei dogmi.

3. Sostituire il teocentrismo con l'antropocentrismo.

4. Relativizzare la morale: non vi devono essere principi né riferimenti oggettivi, ed ancor meno imposizioni venute dall'alto. Tutto dev'essere soggettivo.

5. Liberalizzazione delle pratiche sessuali, contraccezione, omosessualità…

6. Sacerdozio alle donne.

7. Ecc. ecc.

E finalmente -questa la nostra grande aspirazione- l'eliminazione della Messa.

Ovviamente non potremo eliminarla da un giorno all'altro: molti non l'accetterebbero. Occorre sopprimere l'aspetto “sacrificale” e la ridurremo ad una dimensione di “cena fraterna”. In questo modo non vi sarà più alcun valore sacramentale, e la Messa sarà trasformata in una semplice riunione, vuota d'ogni contenuto.

Ecco la nostra grande aspirazione, poiché distruggendo la Messa cattolica noi distruggeremo la Chiesa dall'interno, senza persecuzione sanguinaria e grazie alla capitolazione dei cattolici stessi.

Abbiamo il trionfo a portata di mano!

Solo un intervento diretto e straordinario di Dio potrebbe impedirlo. Ma noi potremo presto, molto presto gridare: «Ti abbiamo vinto, Galileo!».--http://lucedelmondo.forumfree.it/?t=52335586


ORATIO AD SANCTUM MICHAELEM
Sancte Mìchaël Archàngele,
defènde nos in proèlio:
contra nequìtiam et insìdias diàboli, esto præsìdium.
Ìmperet illi Deus, sùpplices deprecàmur;
tùque, Prìnceps milìtiæ cælèstis,
sàtanam aliòsque spìritus malìgnos
qui ad perditiònem animàrum pervagàntur in mundo,
divìna virtùte, in infèrnum detrùde.
Amen.

Indossiamola sempre. E' il nostro "paracadute" o meglio la nostra corazza

 

 Santa Caterina Labourè 
 Santa Caterina e la Medaglia Miracolosa

Ma dove e come ha avuto origine la Medaglia miracolosa? Essa risale al 1830. La sua origine è veramente meravigliosa. Si può dire che questa medaglietta è "miracolosa " già nel suo nascere.

Siamo a Parigi. Ci troviamo nella Casa Madre delle Suore di San Vincenzo de' Paoli e Santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità. Nella Casa Madre c'è il Noviziato. Tra le novizie c'è un'umile suora che si chiama Suor Caterina Labouré, oggi Santa. A quest'umile novizia, nascosta e sconosciuta, avverranno alcuni dei fatti più straordinari che possono capitare a una creatura sulla terra: le apparizioni della Vergine Immacolata. Perché a Suor Caterina? ... Perché proprio a lei? ...

Perché era una Suora tanto umile, tanto semplice, tanto angelica...
Questa risposta corrisponde alle divine parole di Gesù: "Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose agli intelligenti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli" (Lc 10,21).
La conferma più splendida della lode di Gesù agli umili la troviamo nel comportamento di S. Caterina dopo i fatti straordinari: ella seppe tenere nascosto il segreto delle apparizioni della Madonna per ben 46 anni, ossia fino alla morte, rivelandolo soltanto al suo confessore. A questi "piccoli" Dio dona le cose più grandi.




 "Ecco un'altra Mamma!"

Fin da piccina, S. Caterina Labouré ebbe nel Cuore una devozione così tenera e filiale verso la Madonna che quando le morì la mamma, ella riunì i fratellini ai piedi di una statuina di Maria e disse loro "Non abbiamo più la mamma: ecco un'altra Mamma!"

Era così che un tempo i genitori cristiani educavano i figli e dalle famiglie cristiane fiorivano i Santi.
La pia fanciulla era nata a Fain-les-Moutiers, villaggio della Borgogna, il 2 maggio 1806. La famiglia era molto buona: c'erano dieci figli; si viveva tutti in una grande fattoria. Quando Caterina aveva ancora dodici anni, e la mamma era già morta, dovette assumere la direzione della casa perché la sorella maggiore entrava in convento a Parigi tra le Figlie della Carità.Giudiziosa e sollecita, la brava fanciulla non fece rimpiangere la sorella più grande. Attenta e generosa, Caterina arrivava a tutto: sbrigava i lavori di casa, serviva il papà e i fratelli, coltivava con fervore la sua pietà eucaristica e la sua devozione alla Madonna.

Visse così, laboriosa e pura, fino alla sua giovinezza. E si capiva che qualcosa di speciale maturava in lei, per il fascino che esercitava con il suo candore e la sua umiltà. Ciò apparve evidente quando le furono fatte diverse proposte di matrimonio, e la sua risposta fu sempre una sola

"Ho già trovato il mio sposo fin dal giorno della prima Comunione, a Lui ho dato tutta me stessa". Anch'ella voleva diventare la Sposa di Gesù tra le Figlie della Carità al servizio dei poveri e dei sofferenti.

 La Sposa di Gesù.

S. Vincenzo invita in sogno S. Caterina a
seguirlo per l'assistenza degli infermi
Finalmente, superati ostacoli amarissimi, la pia giovane poté entrare nel noviziato delle Figlie della Carità, a Parigi, in Rue du Bac. Era il 21 aprile 1830.
Non trovò nessuna difficoltà a vivere una vita di sacrificio nella preghiera e nella mortificazione. Era così bene allenata! E tutto ella era pronta a soffrire pur di diventare la Sposa sempre vergine di Gesù: era il suo ideale di amore sublime e infinito. L'intuizione luminosa che ebbe -e che hanno solo i semplici e i puri di cuore- fu quella di diventare degna Sposa di Gesù affidandosi alla Madonna e ricopiando fedelmente le virtù della Celeste Vergine.

Ecco il proposito fondamentale scritto da lei stessa con semplicità "Prenderò Maria per modello al principio delle mie azioni, e penserò come Ella avrebbe fatto il dovere che sto per compiere"Via via, intensificherà talmente la sua filiale devozione alla Madonna, e ne scoprirà così in profondità il valore, soprattutto per la gioventù, che la Madonna stessa, in una delle apparizioni, la incaricò di organizzare un'associazione mariana per aiutare tutti a possedere la "perla preziosa" (Mt 13,46) della devozione mariana.

Per questo, senza risparmio di prove e di sofferenze, ella si impegnò e arrivò a fondare le "Figlie di Maria' esclamando felice, con lo sguardo profetico rivolto al futuro "Come sarà bello vedere Maria onorata da tutta la gioventù!"

 "La gioia più dolce"

Il fatto centrale di tutta la vita di S. Caterina, però, fu e rimane sempre quello delle cinque apparizioni della Madonna che le affidò la "Medaglia miracolosa" da diffondere nel mondo intero.

Nel luglio e nel novembre del 1830 avvennero le due principali apparizioni della Vergine Santissima nella Cappella del Noviziato. La prima delle due avvenne di notte. Avvertita dall'Angelo Custode, S. Caterina si recò trepidante nella Cappella e andò a inginocchiarsi ai piedi della Madonna che stava seduta al lato destro dell'altare. 

La Santa poté poggiare le sue mani sulle ginocchia della Madonna e contemplare il Suo celestiale volto. "In quel momento -scriverà poi- provai la gioia più dolce della mia vita ".

Il colloquio durò più di due ore! La seconda volta, S. Caterina ricevette dalla Vergine la missione di far coniare la celebre "medaglia" che sarà giustamente definita "miracolosa". La Madonna stessa le fece vedere il modello completo, così come lo vediamo riprodotto sulle medagline. Le difficoltà e i travagli furono grandi prima di ottenere che venisse coniata questa medaglina. Un'umile suora, ignorata da tutti, ricca soltanto della povertà evangelica, come avrebbe mai potuto far coniare una medaglia da produrre poi in quantità sempre maggiori, e da diffonderla nel mondo intero?

La potenza di Dio risplende tanto più gloriosa, quanto più impotenti sono le creature. E due anni dopo, il 30 giugno 1832, venivano coniati i primi 1500 esemplari della medaglina.

S. Caterina, così umile, così povera, potette avere fra le mani la bella medaglina. Quanti baci e lacrime d'amore! E con quale entusiasmo si applicò a diffonderla ovunque e a chiunque, certissima delle parole della Madonna "Tutte le persone che porteranno la medaglia riceveranno grandi grazie." Tra gli operai e gli ammalati, fra i soldati e i poveri, per oltre 40 anni, S. Caterina, la dolce Figlia della Carità, fu apostola della Medaglia miracolosa fino alla sua beata morte, che avvenne il 31 dicembre 1876.

Il suo corpo verginale riposa sotto l'altare, nella cappella delle apparizioni, ai piedi della sua Regina Immacolata. Nella ricognizione del corpo, le mani di S. Caterina che avevano toccato la Madonna e i suoi occhi che l'avevano contemplata apparvero conservati straordinariamente bene.
Notizie tratte dal sito www.totustuus.org

Regina sine labe originali concepta,
ora pro nobis.

domenica 26 novembre 2017

SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO

SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO FRANCESCANO 
ARALDO DELLA VIA CRUCIS 

 Il 20 Dicembre 1676, Paolo Girolamo Casanova, nasceva a Porto Maurizio, oggi Imperia, in Liguria, da Domenico e Anna Maria Benza. Piccolo, di appena tre anni, perdette la madre e il padre lo affidò al nonno paterno, il quale lo educò in modo esemplare. Quando aveva tredici anni, fu mandato a Roma, da un prozio, e fatto studiare al Collegio Romano dei Gesuiti. 

 Affascinato, attratto e conquistato dalla vita che conducevano i frati francescani del convento di San Bonaventura, manifestò il proposito di farsi figlio di San Francesco. Lo zio, che nei confronti del ragazzo aveva altri progetti, si oppose e, contrariato, lo cacciò di casa. 

Provvidenzialmente, veniva accolto da un altro congiunto, Leonardo Buzetti, del quale per gratitudine, il giorno della sua vestizione, che avvenne il 23 Novembre 1697, volle assumere il nome da religioso: frate Leonardo da Porto Maurizio. Aveva meno di 21 anni. Cinque anni dopo, il 23 Settembre 1702, venne consacrato sacerdote. 

 Desiderava, padre Leonardo, fare il missionario ed andare in Cina, ma avendo contratto la Tbc, per tale motivo dovette restare in Italia e fu destinato a Napoli. 

Da allora, quantunque malato, si diede alla predicazione, girando per gran parte d’Italia, specialmente in Toscana, per poi, dopo anni, ritornare a Roma. La gente accorreva per ascoltare le sue prediche che egli iniziò ad accompagnare con il pio esercizio della Via Crucis, del quale divenne il maggiore propagatore. 

Eresse, sparse per le contrade, centinaia di edicolette e icone con le 14 stazioni, raffiguranti le varie fasi della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. 
La Via Crucis divenne, da allora, pratica abituale dei fedeli, specialmente durante il periodo della Quaresima.
 Fra tutte, la più famosa rimase la Via Crucis di Roma, che ancora oggi si svolge, ogni anno, al Colosseo con la partecipazione del Sommo Pontefice. 

Sant’Alfonso dei Liguori definì padre Leonardo ”il più grande missionario del nostro secolo”. Nel 1744, papa Benedetto XIV (Prospero Lambertini) che teneva in grande considerazione padre Leonardo, lo mandò in Corsica per risollevare quelle popolazioni che avevano molto trascurato la religione. 

Si prodigò, il nostro Santo, nell’isola corsa, malgrado venisse accolto con ostilità. Consigliava e proponeva, oltre alla pratica della Via Crucis, la devozione al Santissimo Nome di Gesù, ricalcando le orme di San Bernardino da Siena. Spesso, con la sua eloquenza, confutava la nascente setta dei Liberi Muratori, i massoni, che andavano diffondendo, tra il popolo, eresie e menzogne contro la Chiesa Cattolica. 

Perorava anche, con forza, coraggio e grande convinzione, da buon francescano, il dogma dell’Immacolata Concezione, affinchè la Santa Chiesa lo definisse, la qual cosa avvenne, con solenne proclamazione, cento anni dopo, nel 1854, per opera del Papa Pio IX (Mastai Ferretti). Predicava, istruiva, confessava, padre Leonardo, camminando scalzo, girando per le città e i paesi. Gli fu imposto, dallo stesso papa, di usare i sandali. 

 Nel 1751, dopo aver predicato a Lucca e Bologna, rientra a Roma nel convento di San Bonaventura. Stanco, affranto, debole e febbricitante, la sera del 25 Novembre si mette a letto, malato. E’ la fine. Riceve i Santi Sacramenti. 
Prima della mezzanotte muore, confortato da un affettuoso messaggio del papa. Aveva 75 anni. Benedetto XIV, apprendendo la notizia, disse : “Abbiamo perduto assai, ma abbiamo guadagnato un protettore in cielo”, ed aggiunse anche “di quest’uomo si possono fare volumi”. Nel 1796, frate Leonardo da Porto Maurizio viene beatificato : nel 1867, da Papa Pio IX, venne canonizzato. Festa liturgica 26 Novembre. Gianni Mangano
AMDG et BVM

sabato 25 novembre 2017

La più tragica delle domande:

PERCHE’ OGGI NESSUNO SA PIU’ LOTTARE?
[Alcune considerazioni su...]

SU, NON E’ IL RUGBY IN ARGENTINA, 1978. DOBBIAMO SOLO DARCI DA FARE.
 
Claudio Fava, qualcuno lo ricorderà perché non è molto tempo, portò in giro uno spettacolo sulla storia della squadra di rugby argentina Club La Plata nell’anno 1978, in piena dittatura di destra. Una dittatura finanziata da Kissinger e dal Pentagono et al., coi suoi 30.000 desaparecidos torturati a morte o trucidati.
La squadra La Plata era composta di ragazzini, alcuni avevano 17 anni… roba che oggi li abbatti col Borotalco, ma quelli di allora non erano così. Erano ribelli, di sinistra, per la democrazia. Trovarono il primo compagno di squadra un giorno, in una discarica, con le mani legate dal filo spinato e un buco in testa. Alla domenica, c’era la partita, il La Plata si presenta e mentre l’arbitro fischia l’inizio loro rimangono immobili per 1 minuto, in segno di lutto.
Il secondo giocatore lo trovano torturato e ucciso poco dopo. Alla partita successiva, fischio, ma loro immobili per 2 minuti. La settimana dopo i morti rapiti e trucidati sono 3. Tre minuti d’immobilità al fischio. 
Ne è sopravvissuto solo uno di loro, alla caduta del regime, su diciotto.
Di cosa devi essere fatto, a 17, a 21, a 24 anni per avere un coraggio così? Perché poi non si trattava solo di morire, che già terrorizza, ma di morire dopo 8 ore di dita spezzate con le pinze e scariche ai genitali. Ma loro no, un minuto fermi in campo, due, nove, dodici. Li ammazzarono tutti, meno uno.
Oggi è il 24 novembre 2017, possiamo giocare in campo e protestare, lottare, per quello che vogliamo. La sera a casa a cena. Ma praticamente nessuno, su milioni di adulti abili, vuole oggi pagare il prezzo di una condanna pecuniaria, o di un tiepido ‘affidamento in prova’ quando va male, per una lotta. E anche fosse un anno di carcere per salvare la vita nostra e quella dei nostri figli? Allora? Mica è una partita di rugby in argentina 1978…
Ma praticamente nessuno lo fa più, neppure se la UE gli sfila il portafogli o il futuro dei bambini, e neppure quando lo farà, molto peggio, Google. Tutti fermi, tantissimi “io farei, ma sai, tengo famiglia”, e Social furenti, ah, quelli certo. Non lamentiamoci per favore. Esiste la decenza ancora? No, chiedo.

Sono cose che ho già scritto, portando esempi simili. Ma dobbiamo rifarci, tutti, la più tragica delle domande:
PERCHE’ OGGI NESSUNO SA PIU’ LOTTARE?
La risposta sta nella pianificazione fatta dalla Camera di Commercio USA nel 1972 e dalla Commissione Trilaterale nel 1975, documentata autorevolmente nel mio saggio Il Più Grande Crimine (2011). Capirono negli anni ‘60 che la gente sapeva lottare e che quando lo faceva, era invincibile. Andavamo disabilitati.
E glielo abbiamo permesso, noi, NOI, non i Rothschild. Milioni di noi che... io farei, ma sai, tengo famiglia”. 
Club La Plata.

AMDG et BVM

L'importanza di raggiungere il monte, ch'è Cristo


Preghiamo
O Dio, che desti la legge a Mosè sulla vetta del monte Sinai, e nello stesso luogo per mezzo dei santi Angeli collocasti miracolosamente il corpo della tua beata Vergine e Martire Caterina; concedi, che, per i meriti e l'intercessione di lei, riusciamo a raggiungere il monte, ch'è Cristo:
Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen
Lettura

Caterina, nobile vergine d'Alessandria, seppe congiungere fin dalla prima età lo studio delle arti liberali coll'ardore della fede. 

Vedendo poi come altri cristiani per ordine di Massimino erano trascinati al supplizio, si presentò allo stesso Massimino e gli provò con forza la necessità della fede di Cristo per essere salvi. 

Sorpreso per la sua cultura, il tiranno la fece trattenere e, radunati d'ogni parte gli uomini più sapienti, si sforzò di persuaderla a convertirsi al culto degli idoli. 

Ma avvenne il contrario. Infatti parecchi di quegli uomini, convinti dai sapientissimi ragionamenti di Caterina, abbracciarono la fede di Cristo e non dubitarono di morire per essa. 

Per cui Massimino tentò dapprima con blandizie, poi con tormenti di ridurre Caterina ad altri sentimenti; ma, non riuscendo a nulla, ordinò di decapitarla.
Nel Martirologio si leggeAd Alessandria santa Caterina, Vergine e Martire, la quale, messa in prigione per la confessione della fede cristiana sotto l'Imperatore Massimino, e poi lunghissimamente tormentata cogli scorpioni, finalmente decapitata compì il martirio. Il suo corpo, miracolosamente trasportato dagli Angeli sul monte Sinai, vi è religiosamente venerato dal numeroso concorso di Cristiani.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.