sabato 2 maggio 2015

S. Messa

I Santi e la Messa




San Tommaso d'Aquino: "La celebrazione della Messa ha lo stesso valore della morte di Gesù sulla croce".

San Francesco d'Assisi: "L'uomo dovrebbe tremare, la terra dovrebbe vibrare, il cielo intero dovrebbe commuoversi profondamente, quando il Figlio di Dio si rende presente sugli altari nelle mani del sacerdote".

San Giovanni Maria Vianney, il curato d'Ars: "Se conoscessimo il valore della Messa, moriremmo di gioia" .






“Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni ”


CAPITOLO XIV


1. Francesco, ormai confitto nella carne e nello spirito, con Cristo suIIa croce, non solo ardeva di amore serafico verso Dio, ma sentiva la sete stessa di Cristo crocifisso per la salvezza degli uomini. E siccome non poteva camminare, a causa dei chiodi sporgenti sui piedi, faceva portare attorno per città e villaggi quel suo corpo mezzo morto, per animare tutti gli altri a portare la croce di Cristo. 

Diceva ai frati: “ Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco ”. 
Ardeva anche d'un gran desiderio di ritornare a quella sua umiltà degli inizi, per servire, come da principio, ai lebbrosi e per richiamare al primitivo fervore il corpo ormai consumato dalla fatica. 
Si proponeva di fare grandi imprese, con Cristo come condottiero, e, mentre le membra si sfasciavano, forte e fervido nello spirito, sognava di rinnovare il combattimento e di trionfare sul nemico. 
Difatti non c'è posto né per infermità né per pigrizia, là dove lo slancio dell'amore incalza a imprese sempre maggiori . 
Tale era in lui l'armonia fra la carne e lo spirito; tanta la prontezza della carne ad obbedire, che, quando lo spirito si slanciava alla conquista della santità suprema, essa non solo non si mostrava recalcitrante, ma tentava di arrivare per prima.



2. Ma perché crescesse in lui il cumulo dei meriti, che trovano tutti il loro compimento nella pazienza, I'uomo di Dio incominciò ad essere tormentato da molteplici malattie: erano così gravi che a stento restava nel suo corpo qualche parte senza strazio e pena. 
A causa delle varie, insistenti, ininterrotte infermità, era ridotto al punto che ormai la carne era consumata e rimaneva quasi soltanto la pelle attaccata alle ossa. 
Ma, per quanto strazianti fossero i suoi dolori, quelle sue angosce non le chiamava sofferenze, ma sorelle. 

Una volta, vedendolo pressato più del solito dai dolori lancinanti, un frate molto semplice gli disse: “ Fratello prega il Signore che ti tratti un po' meglio, perché sembra che faccia pesare la sua mano su di te più del dovuto ”. 
A quelle parole, il Santo esclamò con un grido: “ Se non conoscessi la tua schiettezza e semplicità, da questo momento io avrei in odio la tua compagnia, perché hai osato ritenere discutibili i giudizi di Dio a mio riguardo ”. E, benché stremato dalla lunga e grave infermità, si buttò per terra, battendo le ossa indebolite nella cruda caduta. Poi baciò la terra, dicendo: “ Ti ringrazio, Signore Dio per tutti questi miei dolori e ti prego, o Signore mio, di darmene cento volte di più, se così ti piace. Io sarò contentissimo, se tu mi affliggerai e non mi risparmierai il dolore, perché adempiere alla tua volontà è per me consolazione sovrappiena ”.



Per questo motivo ai frati sembrava di vedere un altro Giobbe, nel quale, mentre cresceva la debolezza del corpo, cresceva contemporaneamente la forza dello spirito. 
Avendo conosciuto molto tempo prima il giorno del suo transito, quando esso fu imminente disse ai frati che entro poco tempo doveva deporre la tenda del suo corpo, come gli era stato rivelato da Cristo.



3. Durante il biennio che seguì alla impressione delle stimmate, egli, come una pietra destinata all'edificio della Gerusalemme celeste, era stato squadrato dai colpi della prova, per mezzo delle sue molte e tormentose infermità, e, come un materiale duttile, era stato ridotto all'ultima perfezione sotto il martello di numerose tribolazioni. 

Nell'anno ventesimo della sua conversione, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola, per rendere a Dio lo spirito della vita, là dove aveva ricevuto lo spirito della grazia
Quando vi fu condotto, per dimostrare che, sul modello di Cristo-Verità, egli non aveva nulla in comune con il mondo, durante quella malattia così grave che pose fine a tutto il suo penare, si prostrò in fervore di spirito, tutto nudo sulla nuda terra: così, in quell'ora estrema nella quale il nemico poteva ancora scatenare la sua ira, avrebbe potuto lottare nudo con lui nudo. 
Così disteso sulla terra, dopo aver deposto la veste di sacco, sollevò la faccia al cielo, secondo la sua abitudine totalmente intento a quella gloria celeste, mentre con la mano sinistra copriva la ferita del fianco destro, che non si vedesse. 
E disse ai frati: Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni ”.

venerdì 1 maggio 2015

Pagina profetica e trionfo del Cuore


Meditiamo  una pagina della Mamma Divina all'inizio di questo maggio 2015


Monastero di Bouveret (Vallese - Svizzera), 19 giugno 1993. 

Festa del Cuore Immacolato di Maria.


La mia Opera.

«Con un grande Cenacolo di sacerdoti e di fedeli del mio Movimento della Svizzera francese, oggi celebrate la memoria liturgica del mio Cuore Immacolato.

Termini il viaggio che hai fatto in tutta la Svizzera, dal mio Avversario così insidiata e colpita, ma dalla vostra Mamma Celeste tanto amata e difesa.

Qui, dove il mio Avversario esercita il suo grande potere con l'edonismo, con il permissivismo morale, con la impurità, ed oscura lo splendore della mia Chiesa con la divisione, con la diffusione degli errori che allontano molti dalla vera fede, con la disubbidienza e la contestazione al Papa, Io agisco in maniera forte, per diffondere ovunque la mia grande Opera di amore e di salvezza.

È la mia Opera, che sto compiendo in ogni parte del mondo in questi ultimi tempi.
È la mia Opera, che Io suscito ovunque per il trionfo del mio Cuore Immacolato.
È la mia Opera, che Io stessa sto facendo, per raccogliere da ogni parte il piccolo resto che rimarrà fedele a Gesù ed al suo Vangelo, al Papa ed alla Chiesa a Lui unita.

È la mia Opera, perché Io stessa la compio e la diffondo in maniera nascosta e silenziosa.

Contro di essa Satana e tutti gli Spiriti diabolici non possono fare nulla. A loro è proibito dal Signore di nuocere ad essa.

Le potenze del male, le forze tenebrose e sataniche, i poteri occulti della massoneria contro di essa non possono fare nulla, perché è da Me protetta, preservata e difesa.

È la mia Opera, che sto facendo in ogni parte del mondo per vincere Satana, nella grande battaglia contro tutti gli Spiriti cattivi, perché alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà.

È la mia Opera, che Io compio per diffondere la verità in questi tempi di grande apostasia
per portarvi alla più grande unità al Papa in questi giorni di divisione e di una vasta ribellione; 
per condurvi sul cammino della Grazia e della santità nella generale diffusione del peccato e della impurità.

È la mia Opera, che Io faccio per mezzo del mio Movimento Sacerdotale Mariano. Per questo ho scelto questo mio piccolo bambino e l'ho fatto strumento delle mie più grandi meraviglie in
ogni parte del mondo.

Satana ha cercato in tante maniere di distruggerla, col suscitare contro di essa opposizioni e critiche, persecuzioni ed ostacoli, subdole insidie da parte di falsi veggenti e di falsi messaggi, che sono riusciti a sedurre un grande numero di miei poveri figli.

Ma Io sono personalmente intervenuta, in maniera straordinaria, per impedire di nuocerle, perché di questa mia Opera Io sono gelosa della stessa gelosia di Dio.

Perché è con essa che Io realizzo il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo.

Per questo, ora che la grande prova è giunta, essa deve risplendere di una luce sempre più forte, perché sono arrivati i tempi in cui il mio Cuore Immacolato deve essere glorificato da tutta la Chiesa e da tutta l'umanità».

AVE MARIA!

La sposa deve essere simile al suo Sposo



«La sposa deve essere simile al suo Sposo ». 
Compresi queste parole fino in fondo. 
Qui non c'è possibilità di alcun dubbio. 
La mia somiglianza con Gesù deve avvenire attraverso la sofferenza e l'umiltà. 



«Vedi quello che ha fatto con Me l'amore per le anime
degli uomini. Figlia Mia, nel tuo cuore trovo tutto quello che
Mi rifiuta un così grande numero di anime. 
Il tuo cuore è di riposo per Me. 
Spesso conservo le grandi grazie 
verso la fine delle preghiere ». 


Una volta che avevo fatto una novena allo Spirito
Santo riguardo al confessore, il Signore mi rispose: 

« Te l'ho fatto conoscere prima che i Superiori ti inviassero qui. Come ti comporterai tu col confessore, 
così Mi comporterò Io con te.
Se gli terrai nascosta anche la più piccola delle Mie grazie,
anch'Io Mi nasconderò davanti a te e rimarrai sola ». 
Ed io mi comportai secondo il desiderio di Dio 
ed una profonda pace regnò nella mia anima. 

Ora comprendo quanto Dio difenda i confessori, 
e quanto stia dalla loro parte. 


Un consiglio del reverendo dr. Sopocko. 
« Senza umiltà non possiamo piacere a Dio. 
Esercitati nel terzo grado dell'umilta', 
cioè
non solo non ricorrere a spiegazioni e giustificazioni,
quando ci rimproverano qualche cosa, 
ma rallegrarsi dell'umiliazione.

Se le cose di cui mi parli, provengono veramente da Dio, 
prepara la tua anima a grandi sofferenze. 
Incontrerai disapprovazioni e persecuzioni; 
ti considereranno un'isterica ed una stravagante; 
ma Dio non ti risparmierà la Sua grazia. 


Le vere opere di Dio incontrano sempre difficoltà 
e sono contraddistinte dalla sofferenza. 
Se Dio vuole realizzare qualche cosa,
prima o poi la realizza, 
nonostante le difficoltà e gli ostacoli; 
e tu frattanto àrmati di tanta pazienza ».

Diario: 11.X.1933.



La mela!

venerdì 1 maggio 2015

Un «Terzo paradiso» per EXPO: la mela reintegrata

Milano - Nutrire il Pianeta, energia per la vita. Ecco, la tavola planetaria è apparecchiata. Dopo 109 anni, quando in eredità lasciò il parco Sempione e il meraviglioso Acquario civico, oggi l'Expo ritorna a Milano. Orgogliosa che l'evento sia toccato all'Italia, vorrei che ne scaturissero molti messaggi, frutto dell'italico genio. E, se oggi sembrano sommersi, speriamo che qualcuno riesca ad emergere. Nel frattempo, registro un po' di cronaca.
A proposito dell'accento sul cibo, annessi e connessi, avevamo già commentato unevento ecclesialeExpo: le religioni si interrogano sul menù della felicità”; il che costituisce l'ennesima riprova dell'ormai smascherata insistenza nel costringere le confessioni religiose negli angusti e innaturali spazi di un “minimo comun denominatore”, che non è altro che quello invocato dalla Massoneria a garanzia di un ordine politico nel quale la religione non deve avere alcuna influenza pratica. Ed è con questo che si vorrebbero vincere le schiavitù e la povertà. Ma chi ricorda più al mondo che la vera schiavitù è quella del peccato e che solo Cristo Signore è colui che salva ed è solo da questo e non dalle volontà umane che tutte le schiavitù possono essere eliminate? E che solo a partire da questa salvezza possono essere rimosse le cause di ogni ingiustizia e di ogni povertà non soltanto materiale? E la felicità cos'è: un diritto o un anelito?
Dunque l'EXPO è decollata. In piazza un'enorme mela verde alta otto metri, interamente ricoperto da zolle di vera erba e il segno di un gigantesco morso ricucito con grossi punti di acciaio. È «Il Terzo Paradiso. La mela reintegrata», dono per Expo del maestro dell'Arte povera Michelangelo Pistoletto.

Leggo su Fb: «L'apoteosi dell' apostasia a livello ormai cosmico /ambientale. L'ideologia del “ci salviamo da soli” e le campane del Duomo suonano a festa. Ecco... signori... a Gerusalemme entra il Re/Uomo» (Manuela).
La cifra investita dalla Chiesa nell'esposizione (3 milioni di euro) supera quella stanziata per iniziative di solidarietà, da Ebola all'alluvione di Genova, ai cristiani perseguitati in Iraq ed è stata equamente divisa tra il Pontificio Consiglio della Cultura, presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi, la Conferenza episcopale italiana e l’arcidiocesi di Milano. L'Osservatore romano rimarca che l'edificio sarà “solo” di 360 metri quadri. I media sottolineano che “fonti vicine a B. raccontano la sua irritazione”. Strano che questa venga fuori a posteriori mentre è difficile ipotizzare che si muova foglia che B. non voglia. E il card Ravasi dichiara: “Abbiamo sempre partecipato”... Del resto avremo presto una enciclica sull'ecologia che, visti gli autori, prevedibilmente non supererà una risoluzione ONU.