martedì 14 aprile 2015

Adeamus cum fiducia:Il TRONO DELLA MISERICORDIA E DELLA GRAZIA E' L'IMMACOLATA

Adeamus cum fiducia
ad thronum gratiae,
ut misericordiam consequamur,
et gratiam inveniamus
in auxilio opportuno.

Chiesa e post concilio: Misericordiae VULNUS

Chiesa e post concilio: Misericordiae VULNUS: Troppo forte  Esistenzialmente Periferico ! Da non perdere. Eccolo anche di seguito: Con la bolla Misericordiae Vultus è stato annuncia...


Misericordiae VULNUS

14. LA TRADIZIONE!


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Senza un recupero della Tradizione, non vedo come possa rinascere la Chiesa, uccisa da un rito che non è più percepito come il Santo Sacrificio della nostra redenzione, ma come mero intrattenimento di natura socio-religiosa, di cui esistono oltretutto, in pratica, tante varianti quanti sono i ministri che lo celebrano. 
Una liturgia adattabile a tutti i gusti e a tutte le circostanze ha ingenerato la convinzione che l’uomo non debba conformarsi a Dio, ma piuttosto piegare l’idea di Dio ai propri capricci; così ora ci si pone in ascolto della Parola – come amano tanto dire – non per conoscere ciò che Egli vuole e obbedire a Lui nella propria condotta con l’aiuto della Sua grazia, ma per disquisire se quanto udito corrisponde o meno al codice morale personale (che è gioco-forza del tutto relativo). 
Il fedele si è trasformato in severo censore della verità rivelata, giudicata in modo insindacabile sulla base delle massime mondane del momento… C’è poi da meravigliarsi che nessuno si confessi più – o, se lo fa, sia convinto di non avere alcun peccato e ne approfitti, eventualmente, per denunciare i peccati di altri: marito, suocera, figli, parenti, colleghi e via dicendo?

AMDG 
et Beatae Virginis Mariae


lunedì 13 aprile 2015

13. *Un aquilone

*Un aquilone lo si può ritirare dopo averlo fatto volare, però 
le parole
mai più si potranno ritirare una volta uscite dalla
nostra bocca

domenica 12 aprile 2015

Beato Alfredo Ildefonso Card. Schuster


Così il Beato Alfredo Ildefonso Card. Schuster commenta il santo Vangelo della Domenica in albis:

...
La seguente lezione evangelica (Giov. XX, 19-31) narra di due distinte apparizioni di Gesù agli Apostoli
la prima, nella sera stessa di Pasqua, quando istituì il sacramento della confessione, l’altra otto giorni dopo, quando volle che Tommaso palpasse le sue piaghe. 

È significativo che sia stata accordata agli Apostoli la podestà di rimettere i peccati proprio il giorno della resurrezione del Cristo. Quello era un giorno di letizia e di trionfo, e perciò ben si conveniva che in esso la divina misericordia istituisse il Sacramento che viene a rimuovere da questa terra il lutto ed il pianto, e richiama i peccatori a nuova vita. 
A memoria del qual fatto, anche adesso il senso cristiano vuole che i fedeli innanzi di partecipare al Sacramento Pasquale, impetrino dal sacerdote l’assoluzione sacramentale dello proprie colpe. Nel linguaggio del nostro popolo, che però è così espressivo e riflette una profonda educazione cattolica, l’accostarsi in occasione della santa Pasqua a questi due sacramenti, si dice far Pasqua. Tanto adunque intimo è il nesso tra la resurrezione del Signore e la riconciliazione sacramentale dei penitenti. In antico la riconciliazione dei pubblici penitenti avveniva appunto il giovedì e il venerdì santo.

La seconda apparizione di Gesù nel cenacolo avvenne per confutare lo scetticismo di Tommaso [su Gesù così misericordioso da apparire a coloro che L'avevano totalmente abbandonato durante la Passione, e perdonarli]. Per credere, egli voleva toccare materialmente, ed Iddio permise questo difetto, perché poi la medicina onde fu guarito lui servisse a curare l’incredulità di tutte le future generazioni. La resurrezione del Signore non lascia alcun dubbio; essa prima che fosse creduta, fu veduta, fu anzi palpata da persone tutt’altro che propense ad ammetterla.


Sia lodato Gesù Maria!