sabato 26 novembre 2011

"SAN LEONARDO CI OTTENGA LA FORZA DI PERCORRERE LA VIA DELLA CROCE: ATTRAVERSO LE PENE E I DOLORI ESSA PORTA ALL'ETERNO TRIONFO".


<<"E' devastato tutto il paese, e nessuno se ne dà pensiero".
La causa di tutti i mali per noi va ricercata nel fatto che nessuno pensa alle realtà che dovrebbero costituire un oggetto di continua meditazione. ...


Sono lasciate nel dimenticatoio anzitutto le verità escatologiche (morte giudizio inferno paradiso); non si pensa poi ai benefici di Dio, né a quale dolorosa Passione andò incontro per noi Gesù Cristo. ...
Gli obblighi si eseguono con negligenza, ... non si fuggono i pericoli spirituali esistenti ovunque.


C'è qualche rimedio a siffatti mali?
Con tutta umiltà, in ginocchio, mi sia consentito di indicare a tutti i prelati, ai parroci, ai sacerdoti e a tutti gli altri ministri di Dio che l'auspicata medicina è alla portata di tutti, nella maggioranza dei casi, ed è il pio esercizio della Via Crucis.


... essa diverrà una validissima difesa contro il dilagare del vizio e otterrà grandissimi benefici a tutti coloro che mediteranno assiduamente sui dolori e sull'amore di Cristo Signore.


La frequente meditazione sulla Passione di Cristo dà lumi salutari all'intelletto, fervore fattivo alla volontà e sincera compunzione al cuore.  ... Ho toccato quasi con mano che il miglioramento dei costumi dei cristiani è condizionato dalla pratica del pio esercizio della Via Crucis. 


Tale pia pratica è un antìdoto per i vizi, un freno alle passioni, un incitamento efficace ad una vita virtuosa e santa.
Se terremo vivamente presente davanti agli occhi della mente, come scolpita su tavole, l'acerbissima passione di Cristo, non potremo non aborrire, in virtù dell'irradiazione di così intensa luce, le miserie e debolezze della nostra vita; anzi ci sentiremo trascinati a rispondere con tanto amore alla carità di Cristo, e ad accettare gioiosamente le inevitabili avversità della vita>>. 
Da una esortazione di san Leonardo da Porto Maurizio (oggi Imperia) sulla "Via Crucis"
*
Le 14 Stazioni della Via Crucis che è arrivata a noi come tradizionale sono le seguenti:


clicca qui per vedere l'immagine della via crucis
      1. Gesù è flagellato, deriso e condannato a morte
           2. Gesù è caricato della croce
                 3. Gesù cade per la prima volta
                 4. Gesù incontra sua Madre
                 5. Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene
                 6. Santa Veronica asciuga il volto di Gesù
                 7. Gesù cade per la seconda volta
                 8. Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme
                 9. Gesù cade per la terza volta
               10. Gesù è spogliato delle vesti
                11. Gesù è inchiodato sulla croce
                12. Gesù muore in croce
                13. Gesù è deposto dalla croce
               14. Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro.

http://sanleonardoim.altervista.org/via.html



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Biografia 

Figlio di Domenico Casanova e Anna Maria Benza, fu battezzato con i nomi di Paolo Gerolamo. La madre morì quando egli aveva due anni, ed il padre si risposò con Maria Ridolfo, della frazione di Artallo. Fu pertanto il padre che diede al futuro Santo quelle basi religiose alle quali in seguito ispirò la sua vita. Domenico Casanova era armatore e uomo di mare e, come voto di castità, aveva stabilito di non ammettere tra i passeggeri dei suoi navigli alcuna donna.
Nel 1688, dodicenne, Leonardo Casanova lascia la Liguria e, forse sul bastimento del padre, si reca a Roma presso lo zio Agostino Casanova per frequentare gli studi superiori di Lettere e Filosofia.
A 19 anni sente la vocazione e viene ammesso al noviziato nell'Ordine francescano. Il 17 agosto 1702, a 26 anni, diventa sacerdote.
Torna a Porto Maurizio dopo 16 anni di assenza dalla Liguria, essendo gravemente malato e su indicazione dei medici che gli avevano consigliato di tornare nel clima natìo. Vi rimane dal 1704 al 1709, quando la tisi che ha contratto, guarisce miracolosamente per intercessione della Madonna.
Nel 1709 viene inviato dai superiori francescani della Provincia Romana a fondare un convento a Firenze: il convento di San Francesco all'Incontro. Da quest'ultimo inizia la sua vita di predicatore. Nel lungo itinerario del suo apostolato, attraversa tutte le regioni dell'Italia settentrionale e centrale, acquistando fama e notorietà, tanto da essere richiesto al Papa dai reggenti della Repubblica di Genova nel 1743.
Con il beneplacito del pontefice, Leonardo Casanova parte da Roma, passa per Firenze, e da qui s'imbarca a Livorno per Genova. A Genova riceve i festeggiamenti dei cittadini che lo attendono impazienti di udirlo. Il giorno dopo il suo arrivo a Genova, una domenica, il superiore dei Padri Riformati del convento della Pace gli chiede di fare una predica nella sua chiesa. Leonardo accetta la richiesta, meravigliando positivamente la numerosa folla giunta nell'ampia chiesa della Pace (oggi distrutta). Il successo ottenuto in questa, muove i Collegi della Repubblica di Genova a dargli ampia facoltà di esercitare il ministero apostolico in tutta la Riviera di Ponente.
Riceve i festeggiamenti dei suoi concittadini, a Porto Maurizio; poi si sposta diretto a Finale. Essendosi ammalati quattro dei suoi compagni, si risolve ad aspettare che guariscano; nell'attesa viene chiamato a compiere le missioni a Genova. Per il suo discorso viene allestito un palco alle porte di Santa Maria della Pace, la cui piazza venne riempita da innumerevoli fedeli. Il luogo però era ancora troppo ristretto per la folla, per cui si vuole sistemare l'orazione in Bisagno, sulla piana nei pressi della chiesa della Pace. In questa predica raccomanda di porre sopra le porte delle proprie case l'effigie di Gesù ed i Serenissimi Collegi ne ordinano una in marmo e lettere in bronzo, che riportano i nomi di Gesù e Maria; tale bassorilievo viene poi applicato alle porta del Ponte Reale nel giorno di San Giovanni Battista del 1743 e la sua posa in opera accompagnata dalle salve di cannone in porto e dalle campane della chiese della città. Viene anche raccomandato a tutte le città e terre murate della Liguria di porre sopra le loro porte la stessa figura dei nomi di Gesù e di Maria.
Il Serenissimo Collegio ottiene allora dal papa di trattenere Leonardo Casanova e di mandarlo in Corsica. Qui Leonardo giunge dopo aver completato le missioni a Lucca ed a Pistoia. È raggiunto a Viareggio (diocesi di Lucca) da una barca, che nel suo viaggio transita nel Golfo di La Spezia. Da qui il capitano manda a Viareggio una feluca che porta Leonardo in Corsica nel 1744.
La Corsica viveva allora momenti difficili, per le insurrezioni separatiste contro la Repubblica di Genova. Leonardo vi rimane sino al novembre 1744, dopo aver lavorato per riappacificarla con i suoi sermoni. Sempre nel novembre 1744 s'imbarca sulla galea capitana della Repubblica di Genova e con un viaggio di pochi giorni giunge a Porto Venere. Qui si ferma cinque giorni. Poi si riporta a Genova, dove prosegue la sua instancabile attività predicativa. Nella cattedrale genovese viene eretto dai Canonici un palco, riccamente addobbato. Su questo, Leonardo predica le sue missioni assieme all'arcivescovo, al Doge, ed allo stuolo di nobili e popolani accorsi per lui.
Da Genova si sposta nelle due Riviere, dove effettua varie prediche. Qui gli giunge, mentre si trova a Chiavari, da parte del suo Padre Generale e della Segreteria di Stato della Repubblica, una lettera con l'ordine di tornare in Corsica a completare la sua predicazione.
Prosegue quindi le sue prediche in entrambe le riviere, mentre transitano in questi territori le truppe austro-tedesche per la guerra tra i Savoia e Genova. Non potendo per questo avere possibilità di attrarre grandi folle ai suoi sermoni, chiede licenza all'arcivescovo e ai Serenissimi Collegi, e, ottenutola, si sposta da Levanto a Lucca. Transita nel passaggio a Genova, nel santuario di Santa Maria del Monte, dove abita nella cella n° 20, dedicandosi qui ad intensi esercizi spirituali. In queste occasioni scrive uno dei suoi Proponimenti. Questi li aveva composti nel convento del Monte, a partire dal 1717, rinnovandoli nel 1735.
Dopo la fine della primavera del 1745, parte da Genova. Non vi tornarà più.
Lasciata la Liguria, attraversa tutte le regioni italiane, e muore a Roma nel convento di San Bonaventura al Palatino il 26 novembre 1751.

Alcune leggende 

Su San Leonardo si raccontano diversi episodi leggendari:

  • La prima versione biografica diffusa narra che Leonardo, ad un certo punto della sua vita, per vicende che lo misero in discussione ed in lite con alcuni concittadini, decise di abbandonare Porto Maurizio e che prima di imbarcarsi e lasciare il suolo portorino, si scrollasse i sandali così da non portare con sé "...nemmeno la polvere di quel posto...".
  • La parte avversa a questa tesi asserisce che la diceria sia nata nell'ambiente del vicino borgo di Oneglia (allora oppositore e oggi parte, con Porto Maurizio, della città di Imperia) e che possa essere confutata. Secondo alcuni riscontri, Leonardo, guarito dalla tubercolosi, fece voto di non portare più i sandali e lo mantenne fino a quando, molti anni più tardi della fuga da Porto Maurizio verso il 1750, il papa Benedetto XIV non lo obbligò di nuovo a calzarli. Un altro possibile riscontro a favore della seconda tesi è quella che ricorda la missione che tenne nel 1743 a Porto Maurizio alla quale si pensa abbiano partecipato più di 5000 persone, tanto che lo stesso Duomo di Porto Maurizio non bastò e si dovette radunare la gente in uno spiazzo poco sotto gli spalti delle mura. Da lì Leonardo predicò alla folla preannunciando, su quel luogo, la futura costruzione di una grande basilica, che effettivamente fu inaugurata verso il 1840 e in cui dal 1996 sono conservate alcune sue reliquie.

Culto 


La statua di S. Leonardo a Porto Maurizio
Fu beatificato il 19 marzo 1796, canonizzato il 29 giugno 1867 e dichiarato Patrono dei missionari nei paesi cattolici il 17 marzo 1923; patrono della città di Imperia a partire dalla metà degli anni novanta; la festa liturgica ricorre il 26 novembre. Una statua di san Leonardo è stata eretta nel luogo in cui, dalle mura del Parasio a Porto Maurizio, predicò alla folla di fedeli.
Numerose le celebrazioni imperiesi attorno alla vita di questo santo; nelle raffigurazioni pittoriche spiccano quelle di Leonardo Massabò, principale pittore della cattedrale di Porto Maurizio attorno alla metà dell'Ottocento.
Pio IX, il Papa che lo canonizzò, fu profondamente devoto; spesso da giovane sacerdote si fermava a pregare nella chiesa di San Bonaventura al Palatino dove è il corpo dell'allora beato. Alla sua devozione è legata sia la professione nel Terz'Ordine Francescano, sia la definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione.


***



S. Leonardo da Porto Maurizio ripeteva spesso, nelle
sue prediche, la storia del Prelato di Lione che “per
zelo della sua anima, si era ritirato nel deserto a
far penitenza, ed era morto nella stessa ora in cui
era morto S. Bernardo (1090-1153). Comparendo, dopo morte, al
suo Vescovo, gli disse: «nella stessa ora in cui morii io,
spirarono tremila persone. Di queste, l’abate S.
Bernardo ed io salimmo subito al cielo; altri tre, andarono
in purgatorio; tutte le atre duemila novecento
novantacinque anime, precipitarono all’inferno!».
[Certo, non è di fede questo contare, perché la Chiesa
non ha mai tradotto in numeri i “molti chiamati” e i
“pochi eletti”, ma ci ricorda che nella profezia dell’ultimo
giudizio, Gesù ha ripetuto: <<Io ve lo dico: in
quella notte, due saranno in un letto; l’uno, sarà
preso, e l’altro lasciato; due donne macineranno
assieme: una, sarà presa, l’altra, lasciata; due
saranno al campo: uno, sarà preso, e l’altro lasciato>>
 Mistero di Dio!..
Comunque, non va dimenticato l’insegnamento della
“Misericordia” di Dio].

"SAN LEONARDO CI OTTENGA LA FORZA
DI PERCORRERE LA VIA DELLA CROCE:
ATTRAVERSO LE PENE E I DOLORI
ESSA PORTA ALL'ETERNO TRIONFO".
***
AVE MARIA!
AMDG


E' BELLO PREGARE L'AVE MARIA CON QUESTE INTENZIONI






L’AVE MARIA
Santa Gertrude comprese, per una speciale illuminazione, come la Vergine Maria voleva che fosse recitata l' Ave Maria (cf.” Rivelazioni”,  Lib. 2, cap. XII)

AVE
Chiedi conforto per tutti i sofferenti.

MARIA!
Prega per la perseveranza dei penitenti.
GRATIA PLENA
Chiedi il gusto della Grazia
per quelli che non lo sentono.

DOMINUS TECUM
Chiedi il perdono per i peccatori.

BENEDICTA TU IN MULIERIBUS
Chiedi il progresso spirituale per gli incipienti.

ET BENEDICTUS FRUCTUS VENTRIS TUI,
Chiedi la perfezione di tutti gli eletti.



IESUS
"splendor paternae claritatis,
et figura substantiae ejus".

Domanda la vera scienza e l'amore divino per quelli che non lo sentono.




*


http://www.youtube.com/watch?v=suZ4IYVLZbU&feature=related
AVE MARIA!
AMDG 

venerdì 25 novembre 2011

"Sono proprio gli scriccioli della terra quelli che sostengono il mondo"




12.11.11


Eletti, amici cari, chi confida in Me non ha da temere, ma vive nella pace, pieno di speranza sempre viva.



Sposa amata, già ti ho parlato a lungo, negli intimi colloqui, di quanto sia importante confidare in Me, Gesù. Hai ben compreso le Mie Parole, piccola Mia?

Mi dici: “Mi hai parlato a lungo, Dolce Amore, di questo argomento ed ho capito che molto può ricevere da Te chi molto in Te confida, poco chi poco confida, nulla chi nulla confida. Se tutti gli uomini confidassero pienamente in Te, la vita sulla terra sarebbe un dolce passaggio verso il Cielo perché, Gesù Santissimo, altro non chiedi che di aiutare ogni anima a raggiungere la Felicità del Paradiso. Il Tuo Cuore è tutto Amore, solo Amore, sempre Amore e vuole donare continuamente e mai togliere. Dolce Gesù, quando vedo tristezza sul Tuo sublimissimo Volto, capisco che è il momento di togliere e grande è il Tuo Dolore. In questo presente accade, spesso, di vederTi nella grande tristezza. Con l'adorazione continua vorrei un poco lenire il Tuo Dolore; ma poi penso: sono solo uno scricciolo, che posso fare per il mio adorato Signore? Certo, poco. Capisco che grande è la pena del Tuo Cuore in questo tempo speciale; gli uomini, che dovrebbero essere ardenti di amore per Te, sono sempre più freddi, tanto che il Padre caro ha mandato sulla terra, in modo speciale, la Madre Santissima per scaldare i cuori e portarli al Cielo.”

Sposa amata, ascolta bene le Mie Parole e trasmettile al mondo: vedo le anime ardenti d'amore per Me. Le vedo e le conosco ad una ad una: sono quelle dei piccoli più piccoli della terra. Sono queste anime che ottengono da Me le cose più grandi per l'intera Umanità, come anche quelle di fermare il tempo per dare la possibilità a popoli e nazioni di giungere alla conversione. Sposa cara e fedele, sono proprio gli scriccioli della terra quelli che sostengono il mondo; il nemico infernale li teme, in modo speciale, perché gli tolgono potere: uno solo di questi scriccioli è come un esercito schierato. Sposa cara, vedrai accadere tante cose e capirai i limiti dell'azione del terribile nemico che vorrebbe tanto, ma sta perdendo potere e poco può, proprio per la presenza sulla terra dei Miei strumenti d’amore: essi costituiscono una barriera alla sua azione nefasta. Questo dico: beato l'uomo che da Me, Dio, si è lasciato plasmare in modo speciale ed ora è un Mio forte condottiero: sarà al Mio seguito e combatterà la grande battaglia che terminerà col trionfo del Mio Cuore con quello della Madre Mia Santissima; sarà vittorioso con Me Che sono l'Eterno Vittorioso ed entrerà nella Mia Gloria! Non così sarà per colui che Mi ha resistito: triste ed amara sarà la sua fine! Resta, felice, nel Mio Cuore e godine le Delizie d'Amore che mai avranno fine. Ti amo.
Vi amo.

                                                                                              Gesù



AVE MARIA!
AMDG

Santa Caterina d'Alessandria



Matrimonio mistico 
di santa Caterina d'Alessandria e santi Autore CorreggioMatrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria e santi


Biografia 

Oltre alla incerta data di nascita (probabilmente 287) e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d'Egitto nel 304, della sua vita si sa poco ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari.
Secondo la tradizione, Caterina è una bella giovane egiziana che, in occasione dell'insediamento ad Alessandria del governatore Massimino Daia, avvenuto nel 305, si presentò a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano feste pagane con sacrifici di animali. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese al governatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità.

Martirio 

Di fronte alla richiesta della ragazza, il governatore convocò un gruppo di retori affinché la convincessero ad onorare gli dei. Tuttavia, per l'eloquenza di Caterina, non solo non la convertirono, ma essi stessi furono prontamente convertiti al Cristianesimo. Il governatore ordinò la condanna a morte di tutti i retori e dopo l'ennesimo rifiuto di Caterina la condannò a morire anch'essa su una ruota dentata. Tuttavia, lo strumento di tortura e condanna si ruppe e Massimino fu obbligato a far decapitare la santa. Secondo una leggenda posteriore, il suo corpo fu trasportato dagli angeli sul monte Sinai. In questo luogo, nel VI secolo, l'imperatore Giustiniano fondò il monastero che porta il nome della santa.

Madonna col Bambino in gloria con le sante 
Madonna col Bambino in gloria con le sante Caterina, Lucia, Cecilia, Barbara e Agnese

Caterina, Lucia, Cecilia, Barbara 
e Agnese. Autore Moretto
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Santa Caterina, Grande Martire di Alessandria

Santa Caterina era figlia di Consto, governatore di Alessandria in Egitto durante il regno dell'imperatore Massimiliano (305-313). Ad Alessandria Caterina ricevette una raffinata e profonda educazione da parte di famosi letterati, scienziati e filosofi. 

Rifiutò numerosi pretendenti appartenenti alle migliori famiglie dell'impero, sostenendo che avrebbe unicamente sposato l'uomo che l'avrebbe superata in sapienza, saggezza e ricchezza. 

La madre di Caterina, che professava in segreto la fede cristiana, inviò la figlia al proprio padre spirituale, un eremita che trascorreva una vita di preghiera nella solitudine di un territorio isolato, riparandosi in una caverna. Dopo avere ascoltato Caterina il sant'uomo le disse di conoscere un Uomo la cui bellezza era più radiosa del sole, la cui saggezza governava tutto il creato e la cui ricchezza si estendeva al mondo intero. La descrizione dello sposo celeste produsse nell'anima della giovane donna un ardente desiderio di conoscerlo. Accomiatandosi da Caterina, l'anacoreta donò alla giovane un'icona raffigurante la Madre di Dio che regge fra le braccia Gesù. Esortò inoltre Caterina a pregare con fede la Regina del cielo affinché le mostrasse il proprio Figlio. Dopo avere trascorso la notte in preghiera, Caterina ebbe una visione: la Vergine esortava il proprio Figlio a volgersi verso la giovane, ma Gesù si rifiutava di acconsentire alla richiesta e distoglieva il proprio sguardo da Caterina, definendola di miserabile discendenza e stolta, come chiunque non sia stato lavato dalle acque battesimali e suggellato con il sigillo dello Spirito Santo. Caterina tornò dall'anacoreta, rattristata. Questi la ricevette con affetto, la istruì nella fede cristiana, la esortò a mantenere la propria purezza ed integrità e a pregare incessantemente. Poi Caterina ricevette il S. Battesimo. Immediatamente vide la Madre di Dio: Gesù, tra le sue braccia, guardando Caterina con tenerezza le donò un anello, il pegno dello Sposo celeste.

In quel tempo l'imperatore Massimiliano si trovava ad Alessandria per festeggiare una ricorrenza pagana. La celebrazione sontuosa prevedeva sacrifici animali in gran numero, alla presenza di un'enorme folla. In quella circostanza vennero offerti sacrifici umani: le vittime erano cristiani che si erano rifiutati di venerare gli idoli e di rinnegare Cristo. La santa sentì la necessità impellente di appellarsi al capo dei sacerdoti pagani, cioè allo stesso imperatore, per chiedere clemenza. Presentandosi a lui, Caterina confessò la propria fede nel Dio unico e con sapienza ed eloquenza denunciò gli errori dei pagani. Per controbattere alle parole di Caterina, l'imperatore ordinò di riunire 50 tra i più dotti retori dell'impero, ma la Santa ebbe la meglio su costoro, al punto di convertirli alla fede cristiana. L'imperatore ordinò che i confessori cristiani fossero messi al rogo: questi affrontarono il martirio dopo che Caterina ebbe tracciato su di loro il segno della Croce.

Massimiliano, ritenendo di non poterla più convertire, tentò di blandirla promettendole ricchezze e fama: di fronte al netto rifiuto di Caterina l'imperatore ordinò ai suoi aguzzini di torturarla e incarcerarla. L'imperatrice Augusta, avendo ricevuto notizia del comportamento di Caterina, si recò nella prigione dove era rinchiusa e si intrattenne con lei. Augusta fu impressionata dalla forte e limpida fede di Caterina, il cui volto risplendeva della Grazia divina. La santa istruì l'imperatrice nella fede cristiana, e questa si convertì.

Il giorno seguente Caterina fu condotta in tribunale, dove fu minacciata di morte per tortura in caso non avesse rinnegato la propria fede e offerto un sacrificio agli déi. La Santa confessò Cristo con fede incrollabile e si avvicinò spontaneamente allo strumento di tortura, ma un angelo intervenne e lo ridusse in frantumi. Alla vista di questo prodigio l'imperatrice Augusta, il cortigiano Porfirio e 200 soldati confessarono la propria fede in Cristo, e per questo vennero decapitati su ordine dell'Imperatore.
Successivamente Massimiliano chiese la mano di Caterina. La santa rifiutò, confessando la propria fedeltà allo sposo Cristo, e pose spontaneamente il capo sul ceppo sotto la spada del boia, accettando il martirio.

  Secondo la tradizione le reliquie di Santa Caterina furono trasportate dagli angeli sul monte Sinai; nel VI secolo il capo e la mano sinistra della Martire furono rinvenuti. Le reliquie furono traslate nel Monastero dedicato a Santa Caterina, edificato appositamente dall'imperatore cristiano Giustiniano. Santa Caterina grande Martire è commemorata il giorno 14 novembre del calendario ortodosso.
AVE MARIA!
AMDG


giovedì 24 novembre 2011

Una conversione famosa. In una di quelle case, che si dicono di tolleranza...


Una conversione famosa

A Roma, nel 1873, alcuni giorni prima della festa dell’Assunzione, in una di quelle case, che si dicono di tolleranza, accadde che si ferisse alla mano una di quelle sciagurate giovani. 

Il male, che in sulle prime fu giudicato leggero, inaspettatamente si aggravò tanto che la misera, trasportata all’ospedale, morì nella notte. 

Nello stesso istante una delle sue compagne, che non poteva sapere ciò che avveniva nell’ospedale, cominciò a gridare disperatamente, così che svegliò gli abitanti del quartiere, mettendo lo sgomento fra quelle miserabili inquiline e provocando l’intervento della questura. 

La compagna morta nell’ospedale le era apparsa, circondata di fiamme, e le aveva detto: Io sono dannata e se tu non lo vuoi essere, esci subito da questo luogo d’infamia e ritorna a Dio! - Nulla poté calmare l’agitazione di questa giovane, la quale, appena spuntata l’alba, se ne andò via, lasciando tutta la casa nello stupore, specialmente allorché si seppe della morte della compagna nell'ospedale. 

Stando così le cose, la padrona del luogo infame, che era una garibaldina esaltata, si ammalò gravemente e, pensando all'apparizione della dannata, si convertì e volle un Sacerdote per ricevere i Santi Sacramenti. 

L'autorità ecclesiastica incaricò un degno Sacerdote, Monsignor Sirolli, Parroco di San Salvatore in Lauro, il quale richiese all'inferma, alla presenza di più testimoni, la ritrattazione delle sue bestemmie contro il Sommo Pontefice e la dichiarazione di cessare dall'infame industria che esercitava. 

La donna morì con i Conforti Religiosi. Tutta Roma conobbe ben presto i particolari di questo fatto. I cattivi, come sempre, si burlarono dell’accaduto; i buoni invece ne approfittarono per divenire migliori.

[Brano di Don Giuseppe Tomaselli tratto da "L'inferno c'è". Imprimatur: Catania, 22-11-1954, Sac. N. Ciancio Vic. Gen.]
AVE MARIA!
AMDG