venerdì 23 dicembre 2022

LA FILOCALIA - LA LETTURA

 Se vuoi progredire...


11. «Se sei un lavoratore - dice il Climaco - abbi letture pratiche: il metterle

in pratica rende infatti superflua la lettura di altre cose». 

Leggi sempre ciò

che riguarda l’esichia ( calma, pace, tranquillità, assenza di preoccupazione ) e la preghiera, 

per esempio, le opere del Climaco, di

sant’Isacco, di san Massimo, del Nuovo Teologo, del suo discepolo

Stethatos, di Esichio, di Filoteo Sinaita e simili. Lascia il resto per un certo

tempo, non perché siano cose da rigettarsi, ma perché non giovano allo

scopo e distolgono l’intelletto dalla preghiera per interessarlo a ciò che

narrano. Fai la tua lettura da solo, senza suono orgoglioso di voce, senza

preoccupazione di bella pronuncia tornita o eleganza di linguaggio o diletto

musicale, o trascinato passionalmente, senza accorgertene, dal desiderio di

piacere a qualche assente come se fosse presente. E non essere insaziabile

nel leggere, perché è bello tutto ciò che è misurato. Non bisogna neppure

leggere con rudezza, o con languidezza e trascuratezza, ma con gravità,

moderazione, regolarità, intelligenza, ritmo; bisogna leggere con l’intelletto,

con l’anima e con la ragione. In questo modo l’intelletto, potenziandosi,

prende forza, con l’abitudine, per pregare con vigore. Se invece si fa

diversamente - cioè come si è detto più sopra - all’intelletto ne viene,

oscuramento, rilassamento e stordimento, così che viene a soffrirne il

principio direttivo nel cervello, e l’intelletto non ha vigore per la preghiera.


12. Fai caso anche all’intenzione di tanto in tanto, con indagine

rigorosa, per vedere da che parte inclini: se è cioè secondo Dio per il bene

stesso, per il profitto dell’anima che siedi in esichia o stai a salmeggiare, a

leggere, a pregare o ad attuare una qualunque virtù. Così non ti lascerai

depredare senza averne coscienza e non accadrà che tu sia trovato

esteriormente un lavoratore che tuttavia con la condotta e il pensiero

intende piacere agli uomini anziché a Dio.

Sono infatti molte le insidie dell’ingannatore: stando nascostissimo, egli

guarda l’inclinazione dell’intenzione, resta ignoto ai più e sempre cerca di

depredare il nostro lavoro senza che ne abbiamo coscienza, perché ciò che

si fa non sia fatto secondo Dio. Però, anche se fa guerra aspramente e

sfacciatamente, se tu tieni salda l’intenzione verso Dio, non ti deprederà

tanto anche se l’inclinazione della volontà può essere da lui costretta, nostro

malgrado, a oscillare. Può capitare che qualcuno resti involontariamente

vinto per debolezza, ma prontamente gli viene perdonato ed è lodato da

Colui che conosce le intenzioni e i cuori.

Questa passione - la vanagloria, intendo - non permette al monaco di

progredire nella virtù; anzi egli sopporta le fatiche e poi in vecchiaia si

trova senza frutto. Infatti la vanagloria ha accesso a tutt’e tre le categorie,

cioè al principiante, all’intermedio e al perfetto, e li spoglia dell’attività

delle virtù.


13. Dico, come ho imparato, che senza queste virtù un monaco non

progredisce, senza cioè digiuno, continenza, veglia, sopportazione, fortezza,

esichia, preghiera, silenzio, afflizione spirituale, umiltà: virtù che si

generano e si custodiscono a vicenda.

Dal frequente digiuno, infatti, la concupiscenza affievolita genera la

continenza; la continenza, la veglia; la veglia, la sopportazione; la

sopportazione, la fortezza; la fortezza, l’esichia; l’esichia, la preghiera; la

preghiera, il silenzio; il silenzio, l’afflizione spirituale; l’afflizione

spirituale, l’umiltà. E reciprocamente l’umiltà genera l’afflizione spirituale.

E così, esaminando analiticamente, troverai che, una dopo l’altra, a loro

volta le figlie, in qualche modo, generano le madri. Nelle virtù nulla è più

grande di questa reciproca generazione: è infatti evidente a tutti ciò che vi si

contrappone.


14. Bisogna qui mettere ordine nelle fatiche e nelle pene dell’attività

spirituale e spiegare sapientemente come si debba perseguire ciascuna

attività: perché non accada che qualcuno cammini senza darsi pena,

limitandosi ad ascoltare, e non conseguendone frutto accusi noi o altri come

se le cose non stessero come avevamo detto. La fatica del cuore, infatti, e

quella del corpo sono in grado di compiere un’opera di verità. In forza di

esse si manifesta l’operazione dello Spirito santo data a te e a ogni fedele

tramite il battesimo, sotterrata fra le passioni a causa della negligenza nei

comandamenti e in attesa della nostra conversione - per misericordia

ineffabile - perché alla fine non ci sentiamo dire, per la nostra sterilità,

quella parola: Toglietegli il talento; e: Ciò che crede di avere gli sarà tolto.

Dio ci manderebbe così al castigo, a soffrire eternamente nella geenna.

Infatti ogni attività del corpo e dello spirito compiuta senza travaglio e

fatica non porterà mai frutto a chi la persegue. Poiché il regno dei cieli è

oggetto di violenza, dice il Signore, e i violenti lo rapiscono. E chiama

violenza il provar fatica col corpo in tutte le cose. Forse ci sono molti che

hanno lavorato o lavorano senza fatica parecchi anni, ma per aver portato i

travagli senza fatica e senza un’ardente prontezza di cuore, sono rimasti

privi di purezza e non partecipi dello Spirito santo per aver rifiutato

l’asprezza dei travagli. Quelli infatti che lavorano con negligenza o

rilassamento, forse, secondo loro, faticano molto, ma non vendemmiano

mai un frutto, per l’assenza di travaglio, a causa della loro profonda

insensibilità. Lo attesta colui che dice: «Anche se nel nostro regime di vita

facciamo grandi opere, ma non abbiamo un cuore dolorante, queste opere

sono bastarde e guaste».

Può anche capitare che, pur camminando nella fatica, siamo spinti

dall’accidia a cercare inutili distrazioni e così restiamo oscurati mentre

pensiamo di trovare in esse sollievo: il che non accade, anzi, legati

invisibilmente da indissolubili vincoli, diveniamo privi di movimento e

attività in ogni opera, per il grande rilassamento che ci ha presi, soprattutto

se siamo principianti. Ai perfetti infatti, tutte le cose, fatte con misura, sono

di profitto.

Questo lo attesta anche il grande Efrem che dice: «Faticosamente

affaticati nella fatica per sfuggire i travagli degli inutili travagli». Se, come

dice il Profeta, i nostri fianchi non vengono meno per lo sfinimento dovuto

alla fatica del digiuno, e non abbiamo doglie come chi partorisce un

neonato, per il doloroso raggelarsi del cuore, non concepiremo uno spirito

di salvezza sulla terra del cuore, come hai udito. E poi alcuni di noi si

vantano pensando al lungo tempo trascorso, all’inutile deserto, e al loro

rilassamento come esichia: ma al momento dell’esodo tutti riconosceremo

senza possibilità di dubbio quali siano i frutti.


15. Non è possibile che uno impari da sé la scienza delle virtù, anche se

alcuni si sono serviti come maestro dell’esperienza. Perché il far da sé

anziché col consiglio di quelli che ci hanno preceduto nel cammino, è

presunzione, meglio, la genera.

Se infatti il Figlio non fa nulla da se stesso, ma come gli ha insegnato il

Padre questo fa, e lo Spirito non parla da se stesso, chi è costui che si è

spinto a tale altezza di virtù, da non aver bisogno di un altro che lo inizi? Si

è sviato nella follia, credendo invece di possedere la virtù. Bisogna perciò

lasciarsi persuadere da quelli che conoscono i travagli della virtù pratica, e

perseguire così le virtù: cioè, digiuno che faccia provare la fame, continenza

nell’astenersi dai piaceri, veglia prolungata, stare dolorosamente in

ginocchio, stare faticosamente in piedi senza muoversi, preghiera

perseverante, umiltà non finta, contrizione e gemiti incessanti, silenzio

ragionevole e come salato con sale, sopportazione in tutto.

Non bisogna infatti passare il tempo sempre nel riposo né star sempre

solo seduti prima del tempo o della vecchiaia o della malattia.

Poiché, dice la Scrittura, mangerai le fatiche della tua virtù, e: Il regno

dei cieli è dei violenti. Chi dunque è ogni giorno zelante nel compiere con

travaglio le attività che abbiamo detto, con l’aiuto di Dio, a suo tempo ne

coglierà anche il frutto.

AMDG et DVM


GRANDE MISSIONE

2. LE DOTI DEL CATECHISTA


Dipende soprattutto dal catechista che la sua missione riesca

o no. San Filippo Neri e san Giovanni Bosco catechizzavano i

ragazzi in qualche angolo di sacrestia, perfino sulla strada, senza

lusso di ambienti, senza mezzi, eppure incantavano come maghi

e trasformavano. Avevano quel che occorre più di tutto:

– doti religiose che fanno il cristiano;

– doti morali che fanno l’uomo;

– doti professionali, o del mestiere, che fanno il maestro;

– doti esterne che non fanno niente di nuovo, e non sono indispensabili,

ma danno pieno risalto alle doti precedenti e

permettono al catechista di brillare davanti ai ragazzi nella

luce completa di cristiano, uomo e maestro.


a) Doti religiose


5. Buona condotta. È una dote capitale. I fanciulli leggono

più sul catechista che sul catechismo; imparano più dalla condotta

che dalle parole, più cogli occhi che con le orecchie. Sono

come le spugne: assorbono soprattutto quello che vedono. E vedono

molto: hanno antenne finissime per captare tutto quello

che il catechista è interiormente. Se il catechista non è buono, la

sua voce può dire quello che vuole, ma cento altre voci escono da

lui a smentire ciò che le labbra pronunciano.

Non si riesce a insinuare nei fanciulli la dolcezza, il perdono,

quando lunghi pensieri di astio o di vendetta hanno dato una

piega dura al nostro volto.

Non si porta alla purezza con le belle parole, quando brutte

abitudini o pensieri cattivi oscurano la nostra anima.

Il catechista non può dare ciò che non possiede: anzi, egli

non insegna nemmeno ciò che ha, o ciò che sa, ma ciò che è.


6. Pietà. Dio ha riservato a sé solo di produrre nelle anime

la vita soprannaturale, ossia la grazia e le virtù. Il catechista è

soltanto uno strumento di cui Dio si serve: se resta unito a Dio,

vivendo in stato di grazia, farà del bene ai fanciulli; staccato da

Dio, col peccato mortale, la sua opera sarà sterile.

È come la lampadina elettrica: unita alla corrente, fa chiaro;

staccata dalla corrente, lascia all’oscuro.

Ci sono stati dei catechisti che, privi di doti esteriori, scarsi

di ingegno e di cultura, hanno tuttavia ottenuto frutti meravigliosi.

Avevano una pietà profonda che conquistava i fanciulli

più che tutta l’eloquenza di questo mondo.

Catechisti che non solo insegnavano Dio, ma lo mostravano

e facevano sentire, come il curato d’Ars, del quale si disse: «Andiamo

a vedere una trasparenza di Dio!».

Non si concepisce un catechista senza vera pietà.

Come può far amare il Signore se egli, per primo, non l’ama?

Come insegnerà a pregare, a frequentare i sacramenti, se non ha

gusto per la preghiera, per le funzioni, se non fa bene le genuflessioni,

il segno di croce, ecc.? E la pietà non è una maschera che

si mette e si leva: è un profumo che esce da un’anima desiderosa

di piacere a Dio e che i fanciulli riconoscono con una facilità

straordinaria.

Se i fanciulli si sentono amati, spalancano la porta del loro

cuore, si fidano, ascoltano, si lasciano persuadere e operano.

7. Convinzione profonda. Il catechista deve essere un entusiasta,

un convinto. Convinto che la sua missione è una cosa

grande, che le cose che insegna sono vere, che i fanciulli miglioreranno.

Queste convinzioni daranno anima, ali al suo apostolato;

con esse egli diventerà un artista del catechismo, senza di esse resterà

manovale del catechismo, incapace di edificare e trascinare.

Due alpinisti scalano una roccia: il primo, perché è di moda;

il secondo, per passione.

Sentiteli al ritorno: «Cosa ho veduto? – dice il primo. – Oh!

nulla di speciale: quattro corde, quattro alberi, dei torrenti, dei

prati, un cantoncino di cielo e nient’altro!». E sbadiglia.

Dice il secondo: «Cosa ho veduto? Non lo dimenticherò mai

più! Rocce, poi ancora rocce, e prati e torrenti e azzurro e sole

e cose meravigliose!». E mentre parla pare che tali meraviglie gli

ridano ancora nello sguardo e nell’anima.

Quei due dicono la stessa cosa, ma è il modo di dire, diverso.

Il primo non invoglia nessuno a tentare una scalata; il secondo

invece con il suo entusiasmo accenderà la passione della montagna

in altri e guiderà proseliti a nuove vette.

Così il catechista: non basta che dica, ma, dicendo, deve

invogliare, appassionare e trascinare.


b) Doti morali


8. Amare i fanciulli. Lacordaire ha scritto: «Dio volle che

nessun bene si facesse agli uomini fuor che amandoli». Ed è vero.

Se non si sentono amati, restano diffidenti, fanno per forza, o

non fanno affatto.

Il catechista stesso, se non vuol bene ai fanciulli, non troverà

mai la forza di superare gli insuccessi, le noie, le ingratitudini

inerenti al suo ufficio; tanto meno sarà capace di aver fiducia in

loro, di compatirli e di aver pazienza.


9. Pazienza. Perché la pazienza è necessaria al catechista.

«Con i fanciulli – dice san Francesco di Sales – occorre: un bicchierino

di sapienza, un barile di prudenza e un mare di pazienza».


E lo sanno tutti, tanto è vero che quando un maestro non riesce

con i fanciulli, il popolo dice senz’altro: «Non riesce perché

non ha pazienza». Quando invece un maestro è capace, virtuoso,

il popolo senz’altro esclama: «Quanta pazienza!».


10. Senso della giustizia. Il fanciullo non sopporta le parzialità

e le ingiustizie e, quando le vede o crede di vederle, soffre, si

allontana chiudendosi in se stesso.

In questa materia, cose che per noi sono sciocchezze, per

il fanciullo acquistano una importanza straordinaria. Bisogna

badare di evitarle, cercando di trattare tutti alla stessa maniera,

guardandosi da simpatie verso i più ricchi, i più intelligenti, i

meglio vestiti, ecc. Se qualche preferenza si può avere e mostrare

è verso i più poveri, i più ignoranti, i deficienti.


11. Rispetto della verità. Anche alla verità i fanciulli sono

sensibilissimi. Essi hanno una grande fiducia nel catechista.

Questi pertanto non deve mai permettersi, neppure per scherzo,

di dire cose non vere o di parlare con sottintesi e doppi sensi.

Non sarà mai troppa, a questo riguardo, la prudenza e la cura

di non perdere davanti al fanciullo il prestigio di essere uomini

di parola. Per esempio, si stia attenti quando si racconta, a non

cambiare i particolari. Il fanciullo, che ha memoria fedele soprattutto

per i particolari concreti, resta male se, nella seconda volta,

li trova diversi dalla prima; nel suo animo sorge il dubbio, che

poi passa con tutta facilità dai dettagli insignificanti alla sostanza

delle verità insegnate.


c) Doti professionali


12. Sapere. Per insegnare bisogna sapere: per insegnare uno,

bisogna sapere dieci: per insegnare bene, bisogna sapere benissimo.

Ed ecco una scala: chi sa benissimo, insegna bene; chi sa bene

insegna discretamente; chi sa appena passabilmente, insegna male.

Alle scuole elementari una maestra non insegna molte cose ed

esse sono più facili che le verità del catechismo, eppure si pretende

da lei che studi almeno tredici anni, che superi difficili esami.

Si dice: «Oh! si tratta poi di ragazzi!».

Tanto più è necessario sapere e avere idee chiare e precise. Se

no, non si può parlare con linguaggio facile e semplice.

Ecco cosa succede quando il catechista sa poco:

– nelle teste dei fanciulli entrano errori, dubbi e confusioni;

– il catechista parla e va avanti senza disinvoltura, senza brio e

fiducia in sé;

– i ragazzi si accorgono della sua poca scienza, e addio prestigio

di maestro!

13. Saper insegnare. Non è lo stesso che «sapere». Altro è

avere le idee nella testa propria e altro farle passare nella testa

degli altri.

Ci sono dei pozzi di scienza che non riescono a comunicarla

agli altri.

E ci sono degli oratori, bravissimi a parlare ai grandi, che

non riescono a fare stare attenti i piccoli.

E ci sono dei maestri capaci di insegnare bene ai fanciulli

storia e geografia, ma non sono capaci di insegnare il catechismo.

Un catechista quindi non solo deve sapere o avere la scienza;

ma deve avere l’abilità di comunicare ai piccoli la sua scienza con

la didattica, anzi, con la didattica catechistica.

14. Per arrivare al possesso di questa abilità, sono utilissimi:

Il senso di adattamento, cioè il saper proporzionare ciò che si

dice a chi ci ascolta. Si parla in maniera diversa ai bambini di età

diversa; e, se i bambini hanno la stessa età, in una maniera ai meno

intelligenti e in un’altra ai più intelligenti. Si cerca sempre di

dire cose facili e di dire in modo facile le cose difficili. Si devono

sempre presentare le cose sotto un aspetto simpatico che piaccia

ai fanciulli e le faccia amare.

La chiarezza: idee poche, ma colorite e incisive; meglio poco

e bene che tanto e confuso; parole facili, che i fanciulli già

conoscono e capiscono, concrete e, se possibile, accompagnate

da immagini. Non si dirà: «La sapienza divina», ma «Dio che è

tanto bravo». Non si dirà: «Pierino si vergognò», ma «Pierino è

diventato tutto rosso per la vergogna». Meglio ancora: «Pierino

per la vergogna è diventato rosso come un galletto».

Il saper raccontare: è una delle migliori risorse per riuscire

con i ragazzi, che sono desiderosi di racconti e bevono avidamente

le storie narrate con garbo e ampiezza.


d) Doti esterne


15. Il fanciullo è un caricaturista terribile: un minimo di

ridicolo che ci sia nel catechista, lo scopre subito.

Ma tutto ciò che è bravura vera, armonia, grazia, conquista

e incanta in fanciullo.

Basta poco per farsi beffeggiare da lui e basta poco per suscitare

il suo entusiasmo. Per questo bisogna che il catechista

sorvegli e controlli il suo esterno.

16. Stia attento all’espressione del volto. I fanciulli la osservano,

vi leggono i pensieri che la parola non è stata capace di dire,

ma soprattutto i sentimenti che il catechista nutre per loro.

Niente, quindi, sguardo truce. Niente tristezza esagerata. Il

fanciullo la prende per cattiveria. Se abbiamo dei crucci, dei malanni,

non facciamoli vedere agli alunni; e se fuori piove o tuona,

il nostro viso sia egualmente sereno, tranquillo, in modo che i

fanciulli dicano: il catechista è contento di essere con noi, egli è

buono, ci vuole bene.

17. Sorvegli lo sguardo. Ai fanciulli parla più l’occhio che la

bocca del catechista: nell’occhio essi vedono le sfumature della

parola. D’altra parte, è con l’occhio che il catechista li domina

e fa sentire che li vuol dominare. Un occhio vigile, penetrante,

acuto impressiona o soggioga i fanciulli.


18. Sorvegli il gesto. Un gesto naturale, sobrio rende più vivace

e attraente la parola, soprattutto coi piccoli, che sono abi-

tuati a supplire i vocaboli che mancano con la vivacissima mimica,

mettendo in moto occhi, mani, persona, tono di voce, testa,

tutto. Ma il gesto meccanico e goffo ci rende ridicoli e distrae.

19. Merita una cura speciale la voce. Il minimo che si domanda

è di articolare bene le parole, senza precipitare, senza

mangiar sillabe, senza ingarbugliarsi. Non gridare, assordando,

ma neanche parlar troppo basso o fra i denti in maniera che i

ragazzi non capiscano o facciano fatica a capire.

Cominciando, si parla piuttosto piano per attirare l’attenzione;

si prosegue facendo degli alto e dei basso, dei piano e dei

forte, rallentando in certi momenti e accelerando in altri.

Chi ha un bel timbro di voce, ne approfitti. Un bel timbro,

manifestando entusiasmo o pietà, può rendere seducenti anche

le cose più comuni.

Se il catechista ha qualche intercalare, ossia una parola o frase

che ripete con predilezione ogni tanto, si sorvegli, altrimenti

lo sorvegliano gli alunni che alla fine della lezione avranno contato

50 o 60 «insomma» o «non è vero» o altre simili perluzze.

20. Il portamento esterno ha pure la sua importanza. L’eleganza

esagerata, il profumo, la cipria, il rossetto della catechista

farebbero ridere i fanciulli, ma la trascuratezza, la sciatteria li

impressionerebbero male.

Andando a far catechismo si va a fare una cosa grande: il

vestito sia conveniente, la capigliatura composta, non manchino

la proprietà e il decoro. Lo meritano il catechismo e anche i

ragazzi.

21. E finalmente, se il catechista possiede delle abilità che

impressionano favorevolmente il ragazzo, non le nasconda, ma

le usi a favore dell’insegnamento. Il fatto che egli è un bravo

portiere, manda in visibilio gli alunni? E faccia il portiere nelle

partite, perché i fanciulli attaccano spesso la loro stima proprio

a queste bravure. La catechista ha una bella voce, fa dei bei disegni?

Esterni talvolta queste qualità, non per mettersi in mostra,

ma per far del bene.

Settembre 1972

Da Papa Luciani, OperaOmnia


AMDG et DVM

lunedì 19 dicembre 2022

MESSAGGI DI DOZULE'



Il Messaggio di Gesù a Dozulé 


TERZA APPARIZIONE

Giovedì 7 dicembre 1972 ore 4.35

Ho visto di nuovo la Croce Meravigliosa, si innalzava nel cielo nello stesso modo, come le due volte precedenti alla stessa ora ed esattamente nello stesso posto. Quando questa Meravigliosa Croce fu formata ho udito: "Audivi vocem de caelo dicentem mihi..." (Ho udito una voce dal cielo che mi diceva): "Dite al prete di far innalzare in questo luogo la Croce Gloriosa e ai piedi un Santuario. Tutti verranno a pentirsi e a trovarvi la Pace e la Gioia."

QUARTA APPARIZIONE

Martedì 19 dicembre 1972 ore 4.35

La Meravigliosa Croce mi è apparsa di nuovo e ho udito: "Voi vedrete questa Croce ancora tre volte."

QUINTA APPARIZIONE

Mercoledì 20 dicembre 1972 ore 4.35

Come il giorno prima ho visto la Croce allo stesso modo delle volte precedenti alla stessa ora, nello stesso posto e ho di nuovo udito: "Dite al prete che la Croce Gloriosa innalzata in questo luogo sia paragonabile a Gerusalemme."


SESTA APPARIZIONE

Giovedì 21 dicembre 1972 ore 4.35

Terzo giorno consecutivo che la Croce mi appare, nello stesso posto, alla stessa ora, nello stesso modo. E mentre ero come le volte precedenti con le braccia a forma di Croce ho udito una Voce Dolce che sembrava essere al mio fianco: "Avrete la bontà di dire alla Curia Vescovile che il prete non deve lasciare la sua Parrocchia prima di aver adempiuto il compito che gli è stato chiesto." "Trovate tre persone e recitate insieme il Rosario per l’elevazione della Croce Gloriosa, qui al limite del territorio di Dozulé." Questa volta la Croce Gloriosa mi è apparsa per un tempo più lungo dai 15 ai 18 minuti circa. Nessuna luce su questa terra è paragonabile a questa Luce del Cielo. Questa Luce Meravigliosa non fa male agli occhi eppure è più abbagliante del sole, ma non abbaglia gli occhi, essa non abbaglia che lo spirito. Quando la si vede la morte sarebbe auspicabile per poter vivere sempre in questa Meravigliosa Luce Celeste.


SETTIMA APPARIZIONE

Mercoledì sera 27 dicembre 1972 ore 19 - Festa di San Giovanni Apostolo

Mi restava dunque una sola volta per vedere questa Croce; ero impaziente di arrivare alla settimana del 1° gennaio, settimana in cui mio marito parte alle 4.30 del mattino, per mettermi nuovamente con le braccia in croce e aspettare, forse in quella stessa settimana, un’ultima apparizione. Sono venuta per vedere il Signor Parroco mercoledì sera. La direttrice del pensionato San Giuseppe Suor B. mi aveva chiesto di preparare la Chiesa per un matrimonio che doveva aver luogo il sabato successivo. Sono dunque venuta in sacrestia con il Signor Parroco mercoledì sera 27, erano esattamente le 19. Lo attendevo davanti alla porta della sacrestia mentre chiudeva la porta a chiave. In quel momento la Croce si è presentata davanti a me, come al solito, sembrava più alta nel cielo ma meno grande e non al medesimo posto. Qualche secondo dopo ai piedi della Croce si è formata una nuvola ovale che fungeva da piedistallo. La Croce è sparita. Una forma umana ha preso il Suo posto e i Piedi poggiavano su questa nuvola. Non ho mai visto nulla di così Bello, la Sua Testa era inclinata e le Sue Mani tese verso di me come per accogliermi. Ho udito una Voce molto Dolce che mi diceva: "Non abbiate paura, Io sono Gesù di Nazareth, il Figlio dell’Uomo Resuscitato." Qualche secondo dopo questa stessa Voce mi ha detto: "Abbiate la bontà di ripetere questo: O Sorte Nupta Prospera Magdalena! Annonciate virtutes ejus qui vos de tenebris vocavit in admirabile Lumen Suum." (O Maddalena che una sorte felice ha fatto sposa! Annunciate le Meraviglie di Colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla Sua Ammirabile Luce.) Ho potuto ammirare questa Meraviglia ancora per qualche istante, poi tutto è scomparso in un attimo. Mi sembrava di ritrovarmi nelle tenebre. Se voi sapeste come il mio cuore è pieno d’amore per Gesù che si è degnato di visitare me, povera creatura indegna. Fino al mio ultimo giorno su questa terra resterò abbagliata da questa Meravigliosa Visione, questa Presenza di Gesù in quella sera del 27 dicembre. Non mi rimane che un solo desiderio: rivederLo, rivedere Gesù di Nazareth, il Figlio dell’Uomo Resuscitato. Sarebbe stato dolce per me morire in quell'istante. Aveva le Mani aperte come per accogliermi, ma è durato così poco tempo. Avrei voluto che tutto si fermasse, che il tempo si fermasse, che non ci fosse più il tempo, affinché tutto il mondo, tutta l’umanità potesse vederLo, come io L’ho visto. Vorrei poterLo contemplare per sempre nel suo Splendore, contemplare questa Meravigliosa Luce, questo Gesù d’Amore pieno di Dolcezza, di Bontà, Risplendente di Luce. Tutto è così Meraviglioso, così Grande che non riesco a esprimere ciò che ho sentito fino alle estremità del mio corpo, del mio spirito. In tutta la mia persona sento Gesù pieno d’Amore, di Dolcezza, di Luce. Che Meravigliosa Bellezza, che Luce Limpida, che Tesoro, che Grandezza hanno visto i miei occhi quella sera del 27 dicembre. Quale gioia, quale piacere avremo quando potremo contemplare: "Gesù per l’Eternità." Se il mondo sapesse, se il mondo avesse visto, se il mondo vedesse. E il mondo vedrà un giorno non molto lontano. E quel giorno tutta la faccia della terra vedendo sarà totalmente abbagliata.

 "Gesù di Nazareth, il Figlio dell’Uomo" Risplendente di Luce, come io L’ho visto con i miei stessi occhi venire su di una nuvola in tutta la Sua Grandezza. Sì, tutti Lo vedranno, è per questo che è tempo che vi convertiate. E’ il tempo di alzare la testa. Potete ancora essere salvati. Gesù è Amore, Gesù è Buono, Egli perdona. Pentitevi nel profondo del cuore, fate una breve preghiera, Gesù sarà contento. Abbiate uno sguardo verso di Lui e vedrete che sarete molto felici, il vostro spirito sarà in una estrema gioia, una gioia che non potrete definire, poiché questa gioia spirituale è più bella di tutte le gioie materiali. 

Su questa terra noi non troveremo mai la perfetta gioia. Proprio quando si crede di raggiungerla tutto crolla. Ma la gioia spirituale che noi troviamo nella Persona di Gesù, quella gioia quando la si possiede veramente è inesauribile. Oh mio Gesù come siete Risplendente di Bellezza in questa Meravigliosa Luce, come Siete Buono, Voi siete Amore, come sono Dolci le Vostre Parole; mai nessuno mi ha parlato così dolcemente. La Luce e le Parole di Gesù sono incomparabili per Dolcezza e Bellezza. Per tutta la mia vita proclamerò questa Meraviglia nella quale bisogna vivere continuamente dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina; da quando mi sveglio Gesù è con me, in me. Bisogna vivere sempre con Gesù come una fiamma interna che non si spegne mai. Oh mio Gesù com’è dolce vivere sempre con Voi, in Voi. Quale gioia meravigliosa donate a coloro che Vi amano. 

Non pensate assolutamente che io sia privilegiata da Dio. Dio ama tutte le Sue creature. E’ Lui che ci ha donato la Vita. Senza il Soffio di Dio non saremmo niente, sarebbe il nulla assoluto. Ma lo Spirito Santo è presente e ci rialza, ci ama. Dio Ama tutte le Sue creature, senza eccezione. Dio chiama tutti, ma pochi L’ascoltano. Riflettete, ritiratevi soli un istante. Ammirate dunque questa natura, questi fiori, questo profumo, la rugiada del mattino, e potrete ben dirvi che tutto ciò non si è fatto da solo. Tutto ciò che cresce, tutto ciò che si forma, tutto ciò che vive, è il Soffio di Dio. La natura è un miracolo costante del Creatore, ma noi non ci facciamo attenzione, perchè ci siamo abituati. E’ quando si è soli che si trova la Presenza di Gesù, quando ci si raccoglie, quando si ammira questa natura, la meraviglia della creazione. E’ in tutto questo che si trova il Creatore, Dio, Gesù, lo Spirito Santo, il Volto di Cristo. Quando un’anima vede un Raggio della Luce di Dio vorrebbe morire per poterLa vedere eternamente. Ho potuto ammirare questa Meraviglia ancora per qualche istante, poi tutto è sparito in un attimo.


AMDG et DVM

sabato 17 dicembre 2022

Preghiera per conservare la vera fede

 San Pietro Canisio: 

preghiera per conservare la vera fede


“Preghiera per conservare la vera Fede” scritta da san Pietro Canisio (1521-1597), olandese della Compagnia di Gesù, apostolo della Controriforma in Germania, definito “martello degli eretici”, beatificato da Pio IX nel 1868 e canonizzato da Pio XI nel 1925 che lo nominò pure Dottore della Chiesa.

Confesso ad alta voce per la mia salvezza tutto quello che i cattolici hanno sempre a buon diritto creduto nel loro cuore. Ho in abominio Lutero, detesto Calvino, maledico tutti gli eretici; non voglio avere nulla in comune con loro, perché non parlano né sentono rettamente, e non posseggono la sola regola della vera Fede propostaci dall’unica, santa, cattolica, apostolica e romana Chiesa. Mi unisco invece nella comunione, abbraccio la fede, seguo la religione e approvo la dottrina di quelli che ascoltano e seguono Cristo, non soltanto quando insegna nelle Scritture ma anche quando giudica per bocca dei Concilii ecumenici e definisce per bocca della Cattedra di Pietro, testificandola con l’autorità dei Padri. Mi professo inoltre figlio di quella Chiesa romana che gli empii bestemmiatori disprezzano, perseguitano e abominano come se fosse anticristiana; non mi allontano in nessun punto dalla sua autorità, né rifiuto di dare la vita e versare il sangue in sua difesa, e credo che i meriti di Cristo possano procurare la mia o l’altrui salvezza solo nell’unità di questa stessa Chiesa.

Professo con franchezza, con san Girolamo, di essere unito con chi è unito alla Cattedra di Pietro e protesto, con sant’Ambrogio, di seguire in ogni cosa quella Chiesa romana che riconosco rispettosamente, con san Cipriano, come radice e madre della Chiesa universale. Mi affido a questa Fede e dottrina che da fanciullo ho imparato, da giovane ho confermato, da adulto ho insegnato e che finora, col mio debole potere, ho difeso. A far questa professione non mi spinge altro motivo che la gloria e l’onore di Dio, la coscienza della verità, l’autorità delle Sacre Scritture canoniche, il sentimento e il consenso dei Padri della Chiesa, la testimonianza della Fede che debbo dare ai miei fratelli e infine l’eterna salvezza che aspetto in Cielo e la beatitudine promessa ai veri fedeli.

Se accadrà che a causa di questa mia professione io venga disprezzato, maltrattato e perseguitato, lo considererò come una straordinaria grazia e favore, perché ciò significherà che Voi, mio Dio, mi date occasione di soffrire per la giustizia e perché non volete che mi siano benevoli quelle persone che, come aperti nemici della Chiesa e della verità cattolica, non possono essere vostri amici. Tuttavia perdonate loro, Signore, poiché, o perché istigati dal demonio e accecati dal luccichio di una falsa dottrina, non sanno quello che fanno, o non vogliono saperlo.

Concedetemi comunque questa grazia, che in vita e in morte io renda sempre un’autorevole testimonianza della sincerità e fedeltà che debbo a Voi, alla Chiesa e alla verità, che non mi allontani mai dal vostro santo amore e che io sia in comunione con quelli che vi temono e che custodiscono i vostri precetti nella santa romana Chiesa, al cui giudizio con animo pronto e rispettoso sottometto me stesso e tutte le mie opere. Tutti i santi che, o trionfanti nel Cielo o militanti in terra, sono indissolubilmente uniti col vincolo della pace nella Chiesa cattolica, esaltino la vostra immensa bontà e preghino per me. Voi siete il principio e il fine di tutti i miei beni; a Voi sia in tutto e per tutto lode, onore e gloria sempiterna.


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Oración de San Pedro Canisio para conservar la verdadera Fe

Oración de San Pedro Canisio para conservar la verdadera Fe

Oración escrita por San Pedro Canisio (1521-1597), de la Compañía de Jesús, apóstol de la Contrarreforma en Alemania, llamado “martillo de los herejes”. Fue beatificado por el Papa Pío IX en 1868 y canonizado por Pío XI en 1925, que lo nombró doctor de la Iglesia.

Para mi salvación, confieso en voz alta todo lo que los católicos, con razón han creído siempre en sus corazones. Aborrezco a Lutero, detesto a Calvino, maldigo a todos los herejes; no quiero tener nada en común con ellos, porque no hablan ni escuchan rectamente, y no poseen la única regla de la verdadera fe propuesta por la Iglesia, una, santa, católica, apostólica y romana. Me uno en comunión con Ella, abrazo la fe, sigo la religión y apruebo la doctrina de los que escuchan y siguen a Cristo, no sólo cuanto se enseña en las Escrituras, sino incluso en los Concilios Ecuménicos y lo que se define por boca de la Cátedra de Pedro, testificándola con la autoridad de los Padres. También me declaro hijo de la Iglesia Romana, a la que los impíos y blasfemos persiguen, desprecian y abominan como si fuera anticristiana; no me alejo en ningún punto de su autoridad, ni me niego a dar la vida y derramar mi sangre en su defensa. Creo que la salvación por los méritos de Cristo sólo podemos alcanzarla en unidad de esta misma Iglesia.

Con San Jerónimo, declaro permanecer unido con todos los que están unidos a la Cátedra de Pedro, con San Ambrosio, prometo seguir en todo a la Iglesia Romana a la que reconozco respetuosamente, con San Cipriano, como la raíz y madre de la Iglesia universal. Me baso en esta fe en la doctrina que aprendí de niño, que de joven confirmé como me la enseñaron los adultos y que, hasta ahora, con mis débiles fuerzas defendí. Para hacer esta profesión no me mueve otra razón que la gloria y el honor de Dios, la conciencia de la verdad, la autoridad canónica de la Santa Escritura, el consenso de los Padres de la Iglesia, el testimonio de fe que debo dar a mis hermanos y, finalmente, la salvación eterna en el Cielo y la felicidad prometida a los verdaderos creyentes.

Si se da el caso de que debido a mi fe, soy despreciado, maltratado y perseguido, lo consideraré como una extraordinaria gracia y favor, porque significará que Vos, mi Dios, me concedéis la oportunidad de sufrir por la justicia y no queréis que me sean benévolos aquellos que, como enemigos declarados de la Iglesia y de la verdad católica, no pueden ser vuestros amigos. Sin embargo, perdonadlos, Señor, porque instigados por el diablo, y cegados por el brillo de una doctrina falsa, no saben o no quieren saber lo que hacen.

Concededme esta gracia, tanto en la vida y como en la muerte, y que siempre sea testigo fidedigno de la sinceridad y fidelidad que os debo a Vos, a la Iglesia y a la verdad, que no me aleje de vuestro santo amor y que permanezca en comunión con aquellos que temen y guardan vuestros preceptos en la Santa Iglesia Romana, a cuyo juicio me someto yo y todas mis obras, con ánimo pronto y respetuoso. Que todos los santos, triunfantes en el cielo o militantes en la tierra, unidos indisolublemente en el vínculo de la paz con la Iglesia Católica exaltando vuestra inmensa bondad, rueguen por mí. A Vos, que sois el principio y fin de todos mis bienes, sea todo honor y gloria por los siglos de los siglos.



Non perdete la fede.

 

MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO 

AD UNA SUORA


Sia lodato Gesù Cristo, il mio nome è Benedicta de la Cruz (Benedetta della Croce), sto usando uno pseudonimo, sono una religiosa di clausura. Non do il mio nome, che è molto conosciuto, per evitare la persecuzione che già soffro da molti anni. Ho ricevuto un messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo, all’una e mezza di notte e voglio condividerlo con tutti. Non è un dogma di fede, ognuno è libero di credere o meno. Ma ritengo che sia di grande importanza riguardo i tempi che stiamo vivendo. Vi benedico tutti. Ascoltate il messaggio. Il messaggio dice:

“Oggi vengo a te come un soldato ferito nel combattimento. Vengo a riposare nel vostro cuore, vengo con il Mio Cuore ferito per i molti peccati del Mio Popolo. Apostolo della Mia Santa Croce, parla e grida alle orecchie della Mia Chiesa. Ti ascolteranno, ma non ci faranno caso, perché sono diventati sordi ai Miei occhi e sono diventati pieni di malvagità; si sono ribellati contro il loro Dio, il loro Messia. Di' loro: così dice il Signore, in cosa vi ho offeso? che male vi ho fatto? perché profanate il Mio Tempio bruciando incenso ai vostri idoli immondi? Ma Israele non vuole ascoltare la mia Voce. Così dice la Parola, il Verbo fatto carne.

Ascolta il Tuo Dio e Signore, Casa d’Israele. Siete entrati profanando la Mia Casa con la vostra immondizia, rendendo abominevole la Mia eredità; i Miei sacerdoti sono diventati iniqui e deplorevoli, l’hanno fatta diventare terra di sciacalli idolatri, sacrileghi e adulteri. Profanano la Mia Casa durante tutto il tempo ed obbligano il Mio Popolo a prostituirsi con i loro idoli. Non mi riconoscono come il loro Signore. Hanno alterato la Mia Parola e spargono i loro errori ovunque. Vi siete ribellati contro di Me, seguendo falsi dèi, fatti da mani umane che non servono a nulla. Hanno profanato il Mio Tempio e hanno scosso il vostro giogo. Avete cambiato la vostra gloria per servire le tenebre e siete diventati oscurità.

Piccola mia, il mio popolo mi ha abbandonato e mi ha tradito per andare a servire falsi dèi. Si sono allontanati dalla fonte di Acqua viva, Acqua pura e che guarisce, per bere acque stagnanti, melmose e putrefatte.

La Mia Chiesa ha deviato dal Cammino che Io le avevo insegnato e camminano errando nell’oscurità.

La Mia Chiesa è divisa tra fratelli che si attaccano con furia e si guardano come nemici in una stessa casa.

La Mia Chiesa si è prostituita e si vende al miglior offerente, mentre con il suo cattivo esempio e peccato di scandalo ha pervertito il mio popolo e lo ha sviato dalla Verità.

La Mia Chiesa ha fornicato con i suoi molti amanti e ha messo un impostore sul Trono di Pietro, profanando la terra con le sue numerose malvagità.

Hanno cacciato dalla mia Casa i miei figli e vi hanno portato adulteri ed assassini. Mi hanno accantonato mettendomi all’ultimo posto, e pianificano di cancellarmi dalla faccia della Terra.

Come una donna che tradisce suo marito, così Mi hanno tradito i miei sacerdoti e i principi della Mia Chiesa.

La Mia Sposa si è rivoltata contro di Me e come capo hanno messo un lupo vestito da falso agnello, mentre a Me e al Mio Vicario ci tengono in carcere.

Guardate la ferita del Mio Cuore, Essa rappresenta il dolore che mi causa la Mia Sposa, la Chiesa.

Tornate, figli apostati! Allontanate dai Miei occhi il vostro affronto! Camminate retti nella Giustizia e muovete i vostri cuori! Pentitevi della vostra malvagità! Che la Mia Collera no vi si cada come fuoco inestinguibile che brucia per colpa dei vostri crimini.

Popolo Mio, il Mio potere è grande, vedo tutto, vedo le vostre azioni e le peso, tutte sono annotate sul vostro libro, siete liberi nello scegliere la vita o la morte eterna. Conosco le opere degli uomini, le vostre mani sono piene di delitti. Su di voi e sulle vostre famiglie ricade sangue innocente che chiama la Mia Giustizia. Il peccato porta alla morte, mentre Io sono la Vita eterna. Vi dico nel Mio Nome tre volte Santo, che non lascerò impunita la vostra malvagità.

Popolo Mio, non volete ascoltare la Mia Voce, avete rifiutato i Miei Comandamenti ed avete assassinato i Miei Profeti. Voi siete i responsabili della vostra rovina e Mia Madre soffre per la vostra ribellione.

Popolo infedele, a voi mi rivolgo, abitanti della Terra, porterò dal Nord la disgrazia. Si avvicina una grande rovina, una catastrofe. Sta arrivando l’assassino delle nazioni, divorerà la Terra con i suoi abitanti, incendierà le vostre città, violenterà le vostre donne, decapiterà i vostri figli, saccheggerà le vostre case e coloro che rimarranno in vita non potranno né comprare né vendere. I vostri templi saranno profanati. Sopraggiungerà una grande desolazione nel Mio Santuario. Mi cercheranno, ma non Mi troveranno. Mi chiameranno, ma non risponderò, perché avrete scelto il vostro re e perché avete osato usurpare il Trono di Pietro, per questo vi consegnerò al saccheggio e alla spada. L’Angelo della Morte avanza a passo veloce e lo Sterminatore è alle porte.

Popolo insensato, si avvicina una grande rovina e desolazione. Io stesso colpirò la Mia Chiesa e la purificherò come si purifica l’oro nel crogiolo; sarà affinata come l’argento, perché i vostri delitti traboccano dal calice. Il vostro peccato è arrivato alle Porte del Cielo e l’incenso che voi bruciate per i vostri idoli in Mia presenza Mi è abominevole, non lo sopporto. Vi aspettano giorni di grande oscurità dove il pianto sarà il vostro alimento. L’Angelo Sterminatore è alle porte ed attende che si compia il tempo indicato.

Guai a voi, abitanti della Terra, se non vi convertite dai vostri peccati, le vostre risate si convertiranno in pianto e le vostre feste in lutto; piangerete come si piange la morte del figlio unico.

Guai a te, Gerusalemme! Lavate le vostre vesti dai vostri crimini, sciocchi insensati, perché si avvicina una grande rovina. Non avete voluto convertirvi a Dio, Vostro Unico Signore. Preparatevi per l’Esodo. Per esservi ribellati contro di Me, Io porterò su di voi l’incendio della Mia ira, conserverete il frutto delle vostre sfrenatezze e perversità.

Ahi Popolo Mio, i giusti, il piccolo Resto fedele al Mio Vangelo, se non abbrevierò questi giorni, nessuno di voi si salverebbe e cadreste nell’apostasia. I miei sacerdoti si sono smarriti, i loro molti vizi e peccati accecano la vostra mente e il vostro cuore. Pochi sono coloro che perseverano nella fedeltà. I principi della Mia Chiesa sono diventati insensati: l’orgoglio è il loro zucchetto; la loro mitra, la superbia. Sono diventati sordi ai miei occhi, e nelle loro bocche c’è inganno, il loro cuore non mi riconosce come Dio, sono figli ribelli, sciocchi che non riflettono, sono diventati abili per fare il male, ignoranti e goffi per fare il bene.

Vi assicuro, la Terra con i suoi abitanti sembrerà un grande cimitero. L’innocenza dei piccoli si è corrotta a causa dei peccati degli adulti e il fiore delle vergini appena si distingue.

Vi assicuro, la Terra e i suoi abitanti soffriranno una grande desolazione. La grande persecuzione sopraggiungerà sui miei fedeli. Ahi di quei giorni! Ahi di quelle donne che staranno per partorire! Chi vi consolerà? Il cielo si oscurerà e le stelle si spegneranno. Lo dissi e non mi pento. Diedi loro una Legge che genera vita, ma pretendono cambiarla per una legge di rovina e di morte. Ho dato loro la libertà per fare il bene, ma non cessano di fare il male. Ordinai loro di tenersi lontano da ogni idolatria e diedi loro consigli saggi e prudenti, ma hanno rifiutato la Mia dottrina. Feci con loro un’alleanza eterna dando i Miei Comandamenti perché potessero vivere in armonia, ma non hanno voluto obbedire. Adesso volto le mie spalle e vi consegno nelle mani dei carnefici; raccoglierete ciò che avete seminato, cardi e spine saranno il vostro cibo.

La peggiore delle piaghe sarà il Comunismo, che trascinerà la maggior parte della Terra.

I Santuari Mariani saranno preservati dal grande Castigo e serviranno come rifugi spirituali per la Chiesa fedele che osserva i Miei Comandamenti e il deposito della Fede.
 Questo piccolo Resto sarà il vincitore e da lì risorgerà la Mia Chiesa, che sarà più piccola, ma sarà più santa e sarà rivestita di porpora regale, mentre gli empi finiranno nell’eterna rovina.

Ai principi della Chiesa, che parlano con superbia ed alzano la testa contro il Cielo, che usano la loro influenza per confondere e smarrire il mio popolo, Io vi assicuro che finirete nell’eterna rovina, non tornerete a vedere la luce perché avete privato il mio popolo della Luce e del cibo spirituale che dà la vita, sarete lo zimbello dei demoni e sarete schiavi per sempre.

Popolo mio, in cosa ho mancato? Il vostro peccato Mi crocifigge per tutto il tempo e la vostra disobbedienza sono i colpi di frusta che ricevo senza clemenza. Vi assicuro, la Mia ira e la Mia collera si verserà sulla Terra perché sono un Dio di Giustizia. Coloro che hanno rifiutato la Mia Misericordia saranno trattati senza misericordia. La Terra sarà un caos e brucerà senza fine, sarà un diluvio, non di acqua, ma di fuoco divoratore ed anche la stessa natura si volgerà contro di voi.

Tornate figli ribelli, smettete di fare il male ed imparate a fare del bene, pentitevi e vivrete, perché il tempo sta per terminare. Che profitto trae l’uomo con l’accumulare ricchezze e beni che deperiscono se poi alla fine perde la sua anima? Nel cimitero termina la superbia dell’uomo e nessuno può portarsi nulla. L’anima si presenta davanti a Me con le opere nelle sue mani, ma molti si presentano con le mani vuote, anche se essi abbiano persino dato nomi a Paesi. Con la morte nessuno può portarsi nulla.

Rifletti, Casa d’Israele! Che non accada che d’improvviso s’accenda la Mia ira contro di te e ti distrugga senza rimedio. A te la scelta se il Cielo o l’Inferno. Cosa sono cento anni in paragone con l’eternità? Dedicati al bene, popolo di dura cervice!

Guai a coloro che non ascoltano la Mia Voce!

Guai a quegli insensati che non mettono in pratica i Miei Comandamenti e la Legge che vi ho lasciato come pegno del Mio Amore!

Guai a coloro che osano contro il Cielo e sfidano il loro Dio, sarebbe meglio per loro non essere mai nati!

Popolo mio, siete diventati ciechi e sordi, credete che non vi chiederò conto della vostra amministrazione.

Guai a coloro che attaccano la Mia Benedetta Madre! Hanno rifiutato la grazia che vi è stata inviata per la vostra salute.

Guai a coloro che rinnegano e maledicono la Mia Croce, non si rendono conto che sono Io Colui che stanno rifiutando. Vi assicuro che essi cadranno nell’abisso e mai più vedranno la luce. Io, il Signore, Vostro Dio, ve lo affermo, la Croce è Salvezza per l’anima; molti risusciteranno alla vita eterna, mentre altri per l’eterna condanna. Sciocchi, insensati, davanti a voi c’è la vita e la morte, ciò che sceglierete, quello vi sarà dato.

Vi benedico tutti. Che la Mia Pace riposi nei vostri cuori e in coloro che rimarranno fedeli al Mio Amore.”


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Ma il giorno del Signore verrà come un ladro. Allora i cieli passeranno con gran fracasso, e gli elementi saranno sciolti dal calore e la terra e le cose che sono in essa saranno bruciate. Poiché dunque tutte queste cose devono essere disciolte, [riflettete] quali conviene che siate nel santo vivere e nella pietà, aspettando e correndo incontro alla venuta del giorno del Signore, nel quale i cieli ardenti si scioglieranno e gli elementi si liquefaranno per l’ardore del fuoco? Ma noi aspettiamo, secondo la sua promessa, nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia.” (2Pt 3,10-13 – Bibbia Ricciotti)

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Nel mondo avrete tribolazioni; ma confidate; Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33 – Bibbia Ricciotti)


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Una sola è la raccomandazione: pregate e fate pregare, perché il mondo è sulla via della perdizione. Non credono in voi e nei vostri colloqui con la bianca Signora, ma ci crederanno quando sarà troppo tardi.” (San Pio da Pietrelcina, estratto della lettera inviata alle bambine di Garabandal, marzo 1962)

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Il messaggio è stato pubblicato il 27 settembre 2021 da Arturo Picatoste, giornalista cattolico spagnolo (iscritto all’Ordine Spagnolo dei Giornalisti F.A.P.E. al n. 18.265) sul suo canale Youtube:


Con un linguaggio profondamente biblico, apocalittico, profetico nella forza e nell’amore per il Signore, Suor Benedicta de la Cruz ci rivolge un severo appello al pentimento, alla conversione, a scegliere la vita o la morte, la salvezza o la dannazione. È qualcosa di molto serio e il tempo stringe. Il messaggio da lei ricevuto è aderente ai tempi che stiamo vivendo ed è un chiaro invito a prendere molto sul serio ciò che dobbiamo vivere e ciò che è in gioco: la nostra salvezza eterna. Chi non vuole ora misericordia, aprirsi cioè alla grazia e alla Misericordia di Dio, avrà scelto di passare per la Giustizia Divina, e il messaggio è chiaro, soprattutto nei confronti dei sacerdoti e dei principi della Chiesa che hanno disertato la loro missione in modo gravissimo.” (Arturo Picatoste)

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Messaggio ricevuto da Suor Benedicta de la Cruz il giorno 7 ottobre 2021, letto e pubblicato da Arturo Picatoste. Qui il video pubblicato con sottotitoli in italiano: "Apparizione del Papa Giovanni Paolo II"


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APPARIZIONE PRIVATA DI GIOVANNI PAOLO II, A SUOR BENEDETTA DELLA CROCE, NELLA SUA CELLA, IL 7/10/2021:

(...)

PAPA: Dopo aver passato un breve tempo nel fuoco Purificatore, ora godo della visione beatifica della SS. Trinità.

SUOR B: Santo P. Perché ha una palma in mano?

PAPA: essere vicario di Cristo include l'imitazione perfetta di Cristo, fino al martirio.

SUOR B: Santo P. perché è stato in Purgatorio?

PAPA: la Chiesa è santa perché il suo Capo è Santo. Non perché lo sono i suoi membri. Il Vicario di Cristo sulla terra è prima di tutto un uomo che sbaglia, poiché peccatore. Io, come Vicario di Cristo, nella terra ho commesso diversi errori, alcuni di essi forzati dalle circostanze. Qui nell'eternità si paga tutto, e siamo giudicati con gran severità, in merito al gregge a noi affidato. Dobbiamo rendere conto di ogni anima.

SUOR B: Santo P. a cosa si deve la sua salvezza?

PAPA: si deve all'abbandono in Dio e nella Madre di Dio, alla quale chiedevo sempre aiuto e guida, attraverso la recita del Santo Rosario. Lei mi salvò dalle accuse del maligno, e mi salvò dalla dannazione.

SUOR B: Santo P. perché parla di dannazione, se il suo pontificato fu buono?

PAPA: nessuno conosce la Bilancia dell'eternità finché non vi giunge, o il Signore lo voglia rivelare a qualcuno. Nella terra si basa sulla Misericordia di Dio, che è infinita; ma nell'eternità tutti dobbiamo passare per la giustizia di Dio, che è implacabile.

SUOR B: Santo P. cosa sta succedendo nella Chiesa? Perché tanta confusione?

PAPA: la Chiesa sta vivendo la Passione di Cristo, e come Sua Sposa, deve imitare lo Sposo. Fino a piena consumazione. Deve passare per il fuoco, e sarà purificata dalla ruggine fin alla santità. È tutto nei piani di Dio. È scritto. L'umanità non ha voluto ascoltare la voce di Dio, ed è giunto il tempo del raccolto. Il raccolto è maturo e i mietitori sono pronti per il lavoro. La Chiesa Militante deve unirsi alla Chiesa Trionfante, ma prima deve essere purificata, perché si è allontanata dal vero cammino che è Cristo, e segue uno spirito che non viene da Dio.

SUOR B: santo Padre, Benedetto XVI è sempre Papa?

PAPA: sì.

SUOR B: santo Padre, chi è Papa Francesco?

PAPA: l'umanità ha scelto liberamente il suo suo flagello di purificazione, e Dio lo ha permesso. Con questo, si stanno adempiendo fedelmente le scritture.

SUOR B: santo Padre, cosa dobbiamo fare?

PAPA: continuate a recitare il Santo Rosario, ascoltate la voce di Dio e obbedite a Lui e alla Sua Legge.
La vittoria è data, ma è necessaria la purificazione. Non perdete la fede.