sabato 29 ottobre 2022

Tokyo, 15 settembre 1993.


 Tokyo (Giappone), 15 settembre 1993. Festa della Madonna Addolorata. 

Esercizi Spirituali in forma di Cenacolo coi Sacerdoti del M.S.M. giapponesi.

Causa del mio grande dolore.

«Oggi vi vedo qui riuniti, figli prediletti del mio Movimento Sacerdotale Mariano del Giappone,

in questo Cenacolo di preghiera e di fraternità, ed il mio grande dolore viene da voi consolato.

Causa del mio grande dolore sono tutti questi miei poveri figli, che vivono ancora immersi nella

tenebra del paganesimo e non conoscono la Verità del Vangelo.


In questa grande Nazione quasi tutti si trovano ancora lontani dalla fede in Gesù Cristo, che è

venuto nel mondo per essere il solo vostro Salvatore ed il solo vostro Redentore.

Anche di tutti questi pagani Io sono Mamma preoccupata ed ansiosa della loro salvezza.

Coltivo nel loro cuore semi di vita e di bontà; li aiuto ad osservare quella Legge che il Signore

ha scolpito nell'intimo di ogni uomo; sollecito le loro menti al desiderio della Verità e così li

conduco dolcemente all'incontro con mio figlio Gesù.

E sarà opera straordinaria del mio Cuore Immacolato la loro piena e totale adesione al

Vangelo.

Causa del mio grande dolore è la mia Chiesa che, in ogni parte del mondo, passa attraverso il

Getsemani doloroso e sanguinoso della sua grande tribolazione.


Hai visto, mio piccolo figlio, come anche qui in Giappone, la Chiesa viene minacciata dalla

perdita della fede, per la sempre più vasta e subdola diffusione degli errori; è lacerata nella

sua unità per la contestazione e la opposizione al Papa ed al suo universale Magistero; viene

oscurata nella sua santità con il diffondersi dei peccati e dei sacrilegi.

Così essa viene come paralizzata ed è fortemente indebolita nel suo slancio della

evangelizzazione.

Causa del mio grande dolore è la durezza dei vostri cuori e la incapacità ad accogliere quanto

la vostra Mamma Celeste vi domanda. Quante volte ho parlato e non sono stata ascoltata; ho

dato segni straordinari del mio materno intervento e non sono stata creduta.

Quanti mi hanno chiuso la porta del proprio cuore e non mi hanno voluto accogliere come

Mamma nella loro vita!

Proprio in questa Nazione vi ho dato un segno straordinario, facendo scendere, per più di

cento volte, lacrime copiose dagli occhi di una mia statua, in cui sono raffigurata come Madre

Addolorata sotto la Croce di mio figlio Gesù.


E vi ho donato anche tre messaggi per avvertirvi dei grandi pericoli che correte.

Ora vi annuncio che è giunto il tempo della grande prova, perché in questi anni si realizzerà

tutto quanto vi ho predetto.

L'apostasia ed il grande scisma nella Chiesa si sta per compiere ed il grande castigo che vi ho

preannunciato in questo luogo è ormai alle porte. Scenderà fuoco dal cielo e grande parte della

umanità verrà distrutta. Quelli che sopravviveranno invidieranno i morti, perché ovunque vi

sarà desolazione, morte e rovina.


Per questo ancora una volta ti ho voluto qui, mio piccolo bambino: perché devi dire a tutti che

l'ora del castigo è giunta e che, per essere protetti e salvati, dovete entrare tutti al più

presto nel rifugio sicuro del mio Cuore Immacolato.

Tornate alle vostre case, miei figli prediletti, e portate a tutti questo mio messaggio, come un

supremo appello della vostra Mamma Celeste che tutti vi chiama e vi raccoglie sotto il suo

manto, per essere da Lei consolati e difesi, durante le prove dolorose di questi vostri ultimi

tempi».

AVE MARIA!

P. Giovan Taulero

Buon  giorno, amico

Il P. Giovan Taulero (appresso il P. Sangiurè Erar. to 3, e’l P. Nieremb. Vita Div.) narra di se stesso,

che avendo egli pregato per molti anni il Signore a mandargli chi gli insegnasse la vera vita spirituale,

un giorno udì una voce, che gli disse: Va alla tal Chiesa, ed alla porta trova un misero mendico,

scalzo, e tutto lacero; lo saluta: Buon giorno, amico. Il povero risponde: Signor maestro, io non mi

ricordo giammai d’aver avuto un giorno cattivo. Il Padre replicò: Iddio vi dia una felice vita. Ripigliò

quegli; Ma io non sono stato mai infelice. E poi soggiunse: Udite, Padre mio, non a caso io ho detto

non aver avuto alcun giorno cattivo, perchè quando ho fame, io lodo Dio; quando fa neve, o pioggia

io lo benedico: se alcuno mi disprezza, mi scaccia, se provo altra miseria, io sempre ne do gloria

al mio Dio. Ho detto poi, che non sono stato mai infelice, e ciò anch’è vero, poich’io sono avvezzo

a volere tutto ciò, che vuole Dio senza reserba; perciò tutto quel, che m’avviene o di dolce, o di

amaro, io lo ricevo dalla sua mano con allegrezza, come il meglio per me, e questa è la mia felicità.E

se mai, ripigliò il Taulero, Dio vi volesse dannato, voi che direste? Se Dio ciò volesse (rispose il

mendico), io coll’umiltà, e coll’amore mi abbraccierei col mio Signore, e lo terrei sì forte, che se

egli volesse precipitarmi all’Inferno, sarebbe necessitato a venir meco, e così poi mi sarebbe più

dolce essere con lui nell’inferno, che posseder senza lui tutte le delizie del cielo. Dove avete trovato

voi Dio, disse il Padre? E quegli: Io l’ho trovato, dove ho lasciate le creature. Voi chi siete? E’l

povero: Io sono Re. E dove sta il vostro Regno? Sta nell’anima mia, dove io tengo tutto ordinato,

le passioni ubbidiscono alla ragione, e la ragione a Dio. Finalmente il Taulero gli domandò, che

cosa l’avea condotto a tanta perfezione? E’ stato (rispose) il silenzio, tacendo cogli uomini per

parlare con Dio; e l’unione, che ho tenuta col mio Signore, in cui ho trovata, e trovo tutta la mia

pace. Tale in somma fu questo povero per l’unione, ch’ebbe colla divina volontà; egli fu certamente

nella sua povertà più ricco, che tutti i Monarchi della terra, e ne’suoi patimenti più felice che tutti

i mondani colle loro delizie terrene.

AMDG et DVM

venerdì 28 ottobre 2022

SAN GIUDA TADDEO, APOSTOLO

 

San Giuda Taddeo Apostolo

28 ottobre

sec. I

Il santo che si festeggia oggi assieme a Simone «il cananeo», pur appartenendo al gruppo dei 12 apostoli, non va confuso con l'omonimo apostolo traditore di Gesù, l'Iscariota. Si tratta infatti di Giuda fratello di Giacomo, detto Taddeo, che significa «magnanimo». Un nome ben conosciuto dalla tradizione ebraica quello di Giuda: era stato, infatti, di uno dei figli di Giacobbe e dalla tribù di Giuda sarebbe uscita la stirpe dello stesso Messia. Inoltre, nel secondo secolo avanti Cristo, Giuda Maccabeo era stato un eroe della rivolta giudaica contro Antioco IV. Secondo il racconto dell'evangelista Giovanni al capitolo 14 durante l'ultima cena Giuda Taddeo domanda a Gesù: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui», è la risposta di Gesù. Dopo l'Ascensione, anche Giuda Taddeo, secondo la tradizione, andò a portare nel mondo l'annuncio di Cristo. Secondo qualcuno, egli avrebbe evangelizzato la Mesopotamia; secondo altri la Libia. Forse anch'egli è morto martire e sarebbe stato sepolto in Persia. (Avvenire)

Patronato: Casi disperati

Etimologia: Giuda = zelatore di Dio, lodata, dall'ebraico

Emblema: Barca, Bastone, Lancia

Martirologio Romano: Festa dei santi Simone e Giuda, Apostoli: il primo era soprannominato Cananeo o “Zelota”, e l’altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo, nell’ultima Cena interrogò il Signore sulla sua manifestazione ed egli gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».



Il suo legame con Gesù
Giuda Taddeo è nato a Cana di Galilea, in Palestina, figlio di Alfeo (o Cleofa) e Maria Cleofa.
Suo padre Alfeo era fratello di San Giuseppe e sua madre cugina di Maria Santissima. Perciò Giuda Taddeo era cugino di Gesù, sia da parte di padre che da parte di madre. Alfeo (Cleofa) era uno dei discepoli a cui Gesù apparve nel cammino di Emmaus il giorno della risurrezione. Maria Cleofa era una delle pie donne che avevano seguito Gesù fin dalla Galilea e che rimasero ai piedi della croce, nel Calvario, insieme a Maria Santissima.
Giuda Taddeo aveva quattro fratelli: Giacomo, Giuseppe, Simone e Maria Salome. Uno di essi, Giacomo, fu anche lui chiamato da Gesù per essere apostolo. Il rapporto della famiglia di San Giuda Taddeo con Nostro Signore Gesù Cristo stesso, da ciò che è possibile percepire dalle Sacre Scritture, è il seguente.
Tra i fratelli, Giacomo fu uno dei dodici apostoli e divenne il primo vescovo di Gerusalemme. Di Giuseppe si sa che era conosciuto come il Giusto. Simone, un altro fratello di San Giuda, fu il secondo vescovo di Gerusalemme, successore di Giacomo.
Maria Salome, l'unica sorella, era madre degli apostoli San Giacomo Maggiore e San Giovanni Evangelista. Egli era chiamato Giacomo Minore per distinguersi da un altro apostolo, San Giacomo, che essendo più grande veniva chiamato Maggiore.
Si suppone che vi sia stata molta convivenza tra San Giuda Taddeo, suo cugino Gesù e i suoi zii Maria e Giuseppe. Fu certamente questa fraterna convivenza, oltre alla parentela molto prossima, che portò San Marco (Mc 6, 3) a citare San Giuda Taddeo e i suoi fratelli come "fratelli" di Gesù.

Citazioni nella Bibbia
La Bibbia parla poco di San Giuda Taddeo. Essa racconta tuttavia, un fatto molto importante: egli fu scelto da Gesù per essere uno dei suoi apostoli.
Quando i vangeli nominano i dodici discepoli scelti, appaiono sempre i nomi Giuda o Taddeo nell'elenco degli apostoli.
Il nome di Giuda compare anche negli Atti degli Apostoli (At 1,13). Oltre a queste citazioni, suo nipote San Giovanni Evangelista (Gio 14, 22) lo cita tra coloro del collegio apostolico che erano presenti alla Santa Cena, il giovedì santo.
Fu in quell'occasione che, quando Gesù parlava agli apostoli delle meraviglie dell'amore del Padre e assicurava loro una speciale manifestazione di sé stesso, San Giuda Taddeo non si contenne e chiese: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?" E fu allora che Gesú gli rispose affermando che ci sarebbero state manifestazioni di Lui a tutti coloro che avrebbero custodito la Sua parola e che sarebbero rimasti fedeli al suo amore.
In questo fatto dell'Ultima Cena, San Giuda Taddeo dimostra la sua generosa compassione verso tutti gli uomini.

La vita di San Giuda Taddeo
Dopo che gli Apostoli ricevettero lo Spirito Santo, nel Cenacolo a Gerusalemme, la Chiesa di Dio si espanse, ed ebbe inizio l'evangelizzazione dei popoli.
San Giuda Taddeo iniziò la sua predicazione in Galilea. Dopo partì per Samaria e verso altre popolazioni giudaiche. Egli prese parte al primo Concilio di Gerusalemme, che avvenne nel 50.
Più tardi evangelizzò la Siria, l'Armenia e la Mesopotamia (attuale Iran), dove guadagnò la compagnia di un altro apostolo, Simone lo "zelota", che già evangelizzava l'Egitto.
La predicazione e la testimonianza di San Giuda Taddeo si realizzò in modo energico e vigoroso. Egli attrasse e conquistò i pagani di altre religioni, che così si convertirono in gran numero al cristianesimo.
La sua adesione a Nostro Signore Gesù Cristo era completa e incondizionale. Di ciò egli diede testimonianza con la donazione della propria vita. Questo glorioso Apostolo di Gesù dedicò la sua vita all'evangelizzazione. Fu instancabile in questo compito, predicando il Vangelo e convertendo molte anime. I pagani, a cui ciò non piaceva , iniziarono a istigare il popolo contro di lui.
San Giuda Taddeo e San Simone furono arrestati e portati al tempio del sole. Lì si rifiutarono di rinnegare Gesù Cristo e di prestare culto alla dea Diana.
Fu in quell'occasione che San Giuda disse al popolo: "Affinché veniate a conoscenza che questi idoli che voi adorate sono falsi, da essi usciranno i demoni che li romperanno". In quello stesso istante due demoni ripugnanti distrussero tutto il tempio e sparirono. Indegnato, il popolo, incitato dai sacerdoti pagani, si scagliò contro gli apostoli furiosamente.
San Giuda Taddeo fu trucidato da sacerdoti pagani in maniera crudele, violenta e disumana.
San Giuda Taddeo, apostolo e martire, è rappresentato nelle sue immagini mentre tiene in mano un libro che simbolizza la parola di Dio che egli annunciò, e un'alabarda, una specie di lancia che fu lo strumento utilizzato nel suo martirio.
Le sue reliquie attualmente sono venerate nella Basilica di San Pietro, a Roma. La sua festa liturgica è celebrata il 28 ottobre, probabile data del suo martirio avvenuto nel 70 d.c.
In Brasile, la devozione a San Giuda Taddeo è relativamente recente. Essa sorse all'inizio del XX secolo, raggiungendo presto una grande popolarità. Egli è invocato come il santo dei disperati e degli afflitti, il santo delle cause senza soluzione, delle cause perse.

Lettera di San Giuda Taddeo
Secondo la tradizione ecclesiastica, San Giuda Taddeo è ritenuto l'autore della lettera canonica che porta il suo nome. Tutto indica che questa lettera fu indirizzata agli ebrei cristiani della Palestina, poco dopo la distruzione della città di Gerusalemme, quando la maggior parte degli Apostoli erano già morti. Il breve scritto di San Giuda Taddeo è un severo avvertimento contro i falsi maestri, ed un invito a mantenere la purezza della fede.
Si capisce che "La lettera di San Giuda" fu scritta da un uomo appassionato e preoccupato con la purezza della fede e con la buona reputazione del popolo cristiano. L'autore afferma di aver voluto scrivere una lettera diversa, ma avendo sentito i punti di vista errati di falsi professori della comunità cristiana, scrisse urgentemente questa lettera per avvertire la Chiesa ad essere cauta nel loro riguardo.


Autore: 
Araldi del Vangelo


Fonte:
www.it.arautos.org

Suor Maria Consolata Betrone, Venerabile

 

Con S. Maria Consolata: 

la preghiera del cuore

Gesù, Maria vi amo,
salvate anime.

cestino

L'importanza di questa invocazione, corta ma potentissima si può capire dalle parole che Gesù ha ispirato a Suor M. Consolata Betrone e che leggiamo nel suo diario:

Non ti chiedo che questo: un atto d'amore continuo,
Gesù, Maria vi amo, salvate anime.

Dimmi, Consolata, che preghiera più bella puoi farmi?
Gesù, Maria vi amo, salvate anime:
amore e anime! Che cosa vuoi di più bello?

Ho sete del tuo atto d'amore! Consolata, amami tanto, amami solo, amami sempre! Ho sete di amore, ma dell'amore totale, di cuori non divisi. Amami tu per tutti e per ciascun cuore umano che esiste... Ho tanta sete d'amore... Dissetami tu... Lo puoi... Lo vuoi! Coraggio e avanti!

Sai perché non ti permetto tante preghiere vocali? Perché l'atto d'amore è più fecondo. Un "Gesù ti amo" ripara mille bestemmie. Ricorda che un atto perfetto d'amore decide l'eterna salvezza di un'anima. Quindi abbi rimorso a perdere un solo
Gesù, Maria vi amo, salvate anime.

Sono meravigliose le parole di Gesù che esprimono la sua gioia per questa invocazione e ancora di più per le anime che con essa possono raggiungere la salvezza eterna... Questa consolante promessa la ritroviamo molte volte negli scritti di Suor M. Consolata invitata da Gesù a intensificare e a offrire il suo amore:

Non perdere tempo perché ogni atto d'amore rappresenta un'anima. Di tutti i doni, il dono maggiore che tu possa offrirmi è una giornata ripiena d'amore.

Io desidero un incessante Gesù, Maria vi amo, salvate anime da quando ti alzi a quando ti corichi.

Gesù non può essere più esplicito e Suor M. Consolata così si esprime:

Appena mi sveglio al mattino incominciare subito l'atto d'amore e a forza di volontà non interromperlo più sino a quando sarò addormentata la sera, pregando che durante il mio sonno l'Angelo mio custode preghi lui in vece mia... Mantenere questo proposito costantemente rinnovandolo mattina e sera.

Passare bene la mia giornata. Sempre unita a Gesù con l'atto d'amore; Egli trasfonderà in me la sua pazienza, fortezza e generosità.

L'atto d'amore che Gesù vuole incessante non dipende dalle parole che si pronunciano con le labbra ma è un atto interiore, della mente che pensa ad amare, della volontà che vuole amare, del cuore che ama. La formula Gesù, Maria vi amo, salvate anime vuol essere semplicemente un aiuto.

E, se una creatura di buona volontà, mi vorrà amare, e farà della sua vita un solo atto d'amore, da quando si alza a quando si addormenta, (col cuore s'intende) Io farò per quest'anima delle follie... Ho sete d'amore, ho sete di essere amato dalle mie creature. Le anime per giungere a Me, credono che sia necessaria una vita austera, penitente. Vedi come mi trasfigurano!

Mi fanno temibile, mentre Io sono solamente Buono! Come dimenticano il precetto che Io vi ho dato "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima ecc...".
Oggi, come ieri, come domani, alle mie creature Io chiederò solo e sempre amore.



graffa

Sogni di Don Bosco (San Giovanni Bosco)


 

153 - La modestia cristiana. Sulla purezza (1887) MB XVIII, 465 -

 La notte scorsa ho fatto un sogno. 

- Vorrà dire che ha avuto una visione. 

- Chiamala come vuoi, ma queste cose fanno crescere in modo spaventoso la responsabilità di Don Bosco in faccia a Dio. È vero però che Dio è così buono! - Così dicendo, piangeva. 

- Che cosa ha veduto in quel sogno? chiese Don Lemoyne. 

- Ho veduto il modo di avvisare i giovani studenti e il modo di avvisare gli artigiani; i mezzi per conservare la virtù della castità; i danni che toccano a chi viola questa virtù. Stanno bene, e a un tratto muoiono. Ah morire per il vizio! Fu un sogno di una sola idea, ma come splendida e come grande! Io però, adesso non posso fare un lungo discorso, non ho le forze per esprimere questa idea...

AVE MARIA PURISSIMA!