giovedì 18 novembre 2021

Una critica costruttiva di Andrea Cionci alla strategia di Mons. Viganò

La vera Chiesa comunque germoglierà di nuovo...

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Già in tempi non sospetti, siamo stati fra i pochissimi a dare spazio su un quotidiano nazionale a Mons. Carlo Maria Viganò, il quale, a partire dall’affare McCarrick, ha denunciato con coraggio molte e gravissime verità riguardanti la Chiesa.

E’ diverso tempo tuttavia che, con garbo e rispetto, cerchiamo un dialogo cordiale QUI, un confronto pacifico con i sostenitori di Mons. Viganò per far presente e discutere di alcune scoperte di assoluta, inaudita rilevanza, ma non si riesce a instaurare una normale dialettica. 

Ecco perché oggi dobbiamo essere un poco più espliciti, sempre però con amichevole franchezza e spirito costruttivo.

Il problema è che Mons. Viganò, forse non raggiunto dalle ricerche più recenti, continua a sostenere che “Benedetto XVI ha rinunciato al trono, è emerito, e solo alcuni illusi pensano che sia rimasto papa”. Allo stesso tempo, Mons. Viganò riconosce Francesco come legittimo pontefice, ma lo definisce un non cattolico, un pagano, un massone, un malvagio, uno strumento del diavolo, il capo della deep Church, un venduto ai poteri forti per distruggere la vera chiesa e rimpiazzarla con una religione sincretista per il Nuovo Ordine Mondiale.

Nonostante le estenuanti e facili-facili accuse di “complottismo apocalittico” che piovono sull’arcivescovo, bullizzato anche da parte amica, il miglior assist in tal senso arriva a Mons. Viganò proprio da Bergoglio il quale ha candidamente dichiarato a La Stampa QUI, il 13marzo scorso: “Non bisogna sprecare la pandemia, ma utilizzarla per un nuovo ordine mondiale”. Per chi avesse ancora qualche dubbio, si legga la “benedizione QUI” recentemente data da Bergoglio al Forum di Parigi sulla pace: “scordatevi un ritorno alla normalità dopo la pandemia”.

Ormai chiunque abbia frequentato il catechismo da bambino e si sia un minimo emancipato dal plot zuccheroso e fumettistico ammannito dal mainstream circa il “super papa Francesco che è buono, misericordioso, umile, attento agli ultimi, in lotta contro i bigottoni reazionari e i cardinaloni avidi”, ha capito perfettamente il disegno di Bergoglio, ormai evidente, dichiarato senza alcuna remora. Un progetto notissimo, vecchio, sulfureo e maldestro, elaborato da vecchi sulfurei e maldestri già molti anni fa e che oggi tenta pietosamente di affermarsi sfruttando l’occasione propizia.

Tuttavia, l’esistenza di un legittimo papa non-cattolico, con gli scopi e gli obiettivi enumerati da Mons. Viganò, è IMPOSSIBILE. E’ un ossimoro teologico, in quanto Cristo ha affidato a Pietro e successori la Sua Chiesa. Infatti, il papa trae la sua autorità solo in quanto custode del depositum fidei.

Così, siamo qui in presenza di un enorme fraintendimento tra Autorità e Potere. Non è che chi ha il potere ha anche, automaticamente, l’autorità, perché questo equivarrebbe ad avallare la legge della giungla. E certo a nessun titolo si può escludere la possibilità di un vero papa in sede impedita o in esilio, e/o di un’usurpazione della sede petrina come già verificatosi nella storia della Chiesa. Basti ricordare l’antipapa Anacleto II che regnò per otto anni.

E’ vero che si sono avuti papi i quali, personalmente, erano simoniaci, fornicatori, sodomiti, viziosi, avidi, nepotisti, ma nessuno di loro ha MAI condotto scientemente un’operazione di così vasto respiro, in accordo coi poteri mondani, contro la Fede e contro la Chiesa come la descrive Mons. Viganò e la “sua” parte di conservatori. Tali questioni sono state già affrontate durante il Concilio Vaticano I nel 1868 che ha sancito il dogma dell’infallibilità papale: lo stesso Alessandro VI Borgia, per quanto a livello di vita privata fosse un filibustiere, dal punto di vista dottrinale fu un ferreo custode della dottrina. Ci fu solo il povero Onorio I (+ 638) che, senza volere, disse una mezza eresia sul monotelismo: secondo il vescovo Karl J. von Hefele «si servì di espressioni infelici, ma aveva certamente nel fondo del cuore dei sentimenti ortodossi».

In ogni caso, parliamo di “roba da educande” in confronto a quanto prospetta Mons. Viganò su Bergoglio. E allora, cosa devono pensare i fedeli di un papa legittimo che vuole condurre la Chiesa dritta in bocca a Satana? Che Dio ha potuto “abbandonarli alla tentazione”, come presuppone – giustappunto – il nuovo Padre Nostro alla rovescia di Bergoglio? QUI

E dove sarebbe finito lo Spirito Santo che assiste il papa anche nell’attività ordinaria (art. 892 CCC)? Anche la Terza Persona è diventata eretica e modernista? E le promesse di Gesù sugli inferi che non prevarranno? Capite bene che, continuando a riconoscere Francesco come papa, si tira in ballo tutta la S.S. Trinità come corresponsabile della catastrofe stra-annunciata da decine di profezie. 

Quindi, l’unica  spiegazione che salva le convinzioni di Mons. Viganò può essere solo che Bergoglio non sia il vero papa, ma un antipapa, uno fra i circa 40 che ci sono già stati.

E questo come potrebbe mai dunque essere?

Non sarà che, niente niente, come sostengono alcuni “poveri illusi”, Benedetto XVI non ha – volutamente -  mai abdicato e in tal modo il conclave del 2013 era nullo? E pertanto lo Spirito Santo, non potendo assistere un antipapa, sarebbe “ASSENTE GIUSTIFICATO”? Così tutto sembrerebbe andare a puntino, dunque.

Vediamo se con qualche indizio riusciamo incuriosirvi; la facciamo rapidissima per non annoiarvi.

 

Abbiamo una Declaratio che è una specie di bomba atomica canonica: dall’inversione munus/ministerium, all’uso di termini scorretti (Sede di Roma-Sede di San Pietro), all’assurdo differimento dell’entrata in vigore, alla mancata conferma dopo le 20.00 del 28 febbraio, alla dubbiosità generale. Una Declaratio che non è una rinuncia ma è, viceversa, un mega-messaggio per spiegare che Benedetto si ritirava in sede impedita QUI (Can. 412) dopo aver lasciato la sede VUOTA e non vacante. Infatti, guarda caso, solo in sede impedita si può conservare il munus e rinunciare fattualmente al ministerium, senza firmare nulla. Gli stessi canonisti pro-Bergoglio Mons. Sciacca e Prof. Boni, ammettono poi che: non esistono due papi, né il “papato allargato”; che il papa è uno solo; CHE  IL PAPA EMERITO NON ESISTE; che munus ministerium non sono sinonimi in senso giuridico; che Ratzinger ha usato munus in senso giuridico, senza mai aver rinunciato a questo; che ha separato i due enti che però sono indivisibili nel caso del Papa; che ha rinunciato pure all’ente sbagliato, cioè il ministerium.

Insomma, a quel documento manca solo una faccina con lo “smile” per farci capire che la Declaratio NON e’ e non potrebbe mai essere una rinuncia. Tant’è che i bergogliani hanno goffamente manipolato le traduzioni per farla sembrare una rinuncia.

Verifica banale: ma se un teutonico pignolo come Benedetto XVI, un mite gentiluomo come lui avesse voluto abdicare realmente, secondo voi avrebbe commesso tutte quelle stranezze e irritualità? O non se ne sarebbe forse ben tornato nella sua amata Baviera, con una bella veste nera filettata da vescovo o da cardinale per ritirarsi a vivere in pace con il caro fratello? E invece resta lì, guarda caso, proprio come fosse un Katechon, a riacchiappare la situazione per i capelli quando l’antipapa rischia di farla troppo grossa.

E’ dunque così pazzesca l’ipotesi che Benedetto XVI prima di lasciare la sede, notoriamente pressato dai modernisti della nota Mafia di San Gallo, abbia fatto uno “scherzetto” ai suoi arcinemici, in modo da sfruttare la loro stessa bramosia di potere, facendo sì che si antipapassero e scismassero da soli? E’ possibile che ci possano essere delle spiegazioni ai dubbi troppo frettolosamente affastellati sul Piano B, del tipo “non avrebbe mai fatto una cosa del genere” oppure “quella volta Ratzinger si è tolto lo zucchetto di fronte a Bergoglio”? E’ proprio così lunare l’idea del Piano B, o forse è troppo bella per essere vera? Eppure i credenti sanno che il Signore è un grande artista, si sa: uno che quando fa le cose, le fa alla grande.

Del resto, forse, qualche leggerissimo, appena impalpabile segnale, Benedetto lo avrebbe anche fornito negli otto anni successivi: resta in Vaticano vestito di bianco “perché non aveva altri abiti”, impartisce la benedizione apostolica, si firma con tutti i titoli possibili e immaginabili di papa regnante, regala sue medaglie e immaginette da papa regnante; da otto anni dice che “il papa è uno” senza mai spiegare quale; scrive che egli stesso potrebbe essere “l’ultimo papa per come lo conosciamo”; che si è dimesso come i papi che non hanno abdicato; che si resta papi “per sempre”; che lui “resta nel recinto di San Pietro”; che non voleva diventare “un ex papa come Pio XII”; che ha scelto il giorno della Declaratio “in concomitanza col primo lunedi di Carnevale”; che sulle sue dimissioni c’è stato “un fraintendimento funzionalistico”; scrive di Abdankung (abdicazione) per i papi che rinunciarono davvero, mentre per se stesso usa la parola Ruecktritt (dimissioni); dice che il suo gesto non ha nulla che vedere con la rinuncia di Celestino V; scrive che Bergoglio ha “scelto” di vestirsi di bianco come i veri papi, non volendo accontentarsi della veste rossa che gli spettava; afferma che bisogna “separare i credenti dai non credenti”; si turba perché il card. Brandmueller è contro qualsiasi scisma; dichiara che si è dimesso dall’esercizio pratico del potere “per purificare la Chiesa nel suo insieme”; specifica nella Declaratio che il prossimo conclave dovrà essere convocato solo “da coloro a cui compete”, cioè dai veri cardinali; conferma che il suo pontificato sta continuando, che la rabbia dei suoi amici impedisce loro di capire e via di seguito per decine e decine di messaggi in “Codice Ratzinger”.

Ora, questi messaggi non sono pareidolie, suggestioni o fantasticherie dello scrivente, ma sono stati riconosciuti come studiatamente volontari e rivelatori dal più importante avvocato italiano, da un magistrato antimafia, da docenti universitari, psicologi, psichiatri, giuristi, letterati, teologi, latinisti, saggisti, storici, intellettuali che ci hanno messo la faccia. Messaggi che riconducono TUTTI immancabilmente e coerentemente allo stesso nucleo canonico del Piano B.

Ancora non basta eh?

Allora, se non ci si vuole “accontentare” dei laici, ci sarebbe il dettaglio di alcuni vescovi come i Monsignori Gracida, Lenga e Negri che hanno dichiarato che Benedetto è stato costretto a dimettersi e che non riconoscono Bergoglio come papa. Altri sacerdoti, frati e monaci si sono fatti scomunicare e massacrare dai media pur di testimoniare, fin sui gomiti, che Bergoglio non è il papa ma lo è solo Benedetto. Tutta la tradizione dei martiri cristiani ce la siamo dimenticata?

Cari Prof. Viglione, Aldo Maria Valli e tutti gli altri intellettuali vicini a Mons. Viganò: pensate che ci si possa prendere un tè per fare due chiacchiere ed esaminare insieme l’inchiesta che troverete QUI in fondo?  Non credete che potrebbe valere la pena?

Ah, ma Ratzinger è modernista”, dite. E va bene, come volete voi, sarà pure modernista, anche se ha ripristinato la messa in latino ed era odiato dai modernisti, ma ciò non toglie che magari il Signore lo ha illuminato in corner e lui, folgorato sulla via di Damasco, dopo una vita di empietà moderniste, non ha abdicatoma si è auto-esiliato in sede impedita facendo in modo che Bergoglio divenisse un antipapa e che nulla di quanto da lui fatto dall’usurpatore per otto anni sia valido.  

Ed è QUESTO che a voi  e a 1 miliardo e 285 milioni di cattolici potrebbe interessare. A voi potrebbe anche interessare il fatto che la Chiesa ha l’ultima possibilità di salvarsi, espungendo finalmente, con uno scisma liberatorio, tutti  i modernisti, i neoariani, i neoluterani, gli omoeretici che vi rendono la vita impossibile fin dal Concilio. La vera Chiesa sarà un po’ più piccola, certo, ma almeno sarà purificata e non verrà buttata fuori dal nido petrino per opera del cuculo argentino QUI. Almeno non dovrà ritornare in cantina.

E’ dunque così nera come prospettiva? Cosa vi impedisce di affondare golosamente gli occhi nell’inchiesta sul Piano B e sul Codice Ratzinger?

Sul fatto che Benedetto XVI fosse un papa legittimo non ci piove, e allora, da cattolici, siete tenuti a credere che quell’11 febbraio  2013, lo Spirito Santo era con lui. Il Piano B è coerente, ma sofisticato. Lo scrivente ci ha messo due anni per comprenderlo, a Voi, più colti e preparati, sarà tuttavia necessario non meno di un mezzo pomeriggio di applicazione.

Detto col cuore in mano, senza arroganza: è solo studiare a fondo il Piano B che vi consentirà di unificare quei quattro gatti di veri cattolici rimasti sotto un vessillo comune, quello con il moro, l’orso e la conchiglia del VERO PAPA (che lui vi piaccia o meno, non importa). Solo questa “Lega Santa” vi consentirà di mettere a ferro e fuoco la Chiesa, di rivoltarla come un calzino, finché non venga a galla tutta l’impostura. E sappiate che la radice di ogni impostura è solo questa QUI, sia per motivi spirituali che politici. Non confondete gli effetti con le cause.

“E’ una vera guerra” dice il prof. Viglione. Giusto, ma non è solo una guerra escatologica, E’ ANCHE, E SOPRATUTTO, UNA GUERRA ANTIPAPALE: se voi, che siete tra i pochi coraggiosi, non combattete PER E CON il vero papa sarete sbaragliati. Se non riuscirete a mettere per un minuto da parte il nuovo dogma “Ratzinger-modernista-non-doveva-dimettersi-ci-ha-ficcati-in-un-bel-guaio” e a fare mente locale sul Piano B, i media e i poteri dietro questi  vi maciulleranno, perché mancherete l’unico punto debole del vostro nemico. “Dio non sarà con voi” in quanto voi non sarete col Suo legittimo Vicario, quello col MUNUS.

Come vedete, siete stati già inseriti nel programma di “novaxizzazione coatta”, quindi ora vi accuseranno di essere pazzi, nazisti, razzisti, omofobi, negazionisti di tutto, anche dell’Olocausto, già che ci siamo. Vi manderanno i giornalisti sotto casa, tagliuzzeranno le vostre interviste e le rimonteranno per farvi dire cose da TSO. Siete pronti? Sono le nuove misure dragonianevi spezzeranno come rami secchi, perché oggi fanno così i media benpensanti e “liberaldemocratici”.

Il risultato sarà poi che, una volta uscito di scena Bergoglio, si andrà a un bel non-conclave con 80 non-cardinali nominati dall’antipapa che eleggeranno un antipapa Zuppi, o un antipapa Maradiaga che porterà il nome del successore – guarda caso - dell’antipapa Baldassarre Cossa e del papa del vostro amato Concilio. Giovanni XXIV spargerà così il sale su ciò che sarà rimasto del Cattolicesimo. E se, per un caso rarissimo e assurdo, gli 80 non-cardinali bergogliani eleggessero un vero cardinale tradizionalista, sarebbe anche lui antipapa e lo Spirito Santo resterebbe, nelle catacombe, insieme al successore di Benedetto, eletto dal popolo di Roma.

La vera Chiesa comunque germoglierà di nuovo, ma dovrà ripartire dagli stracci, mentre la Chiesa golpista, rimasta in Vaticano con tutte le sue proprietà, quella Comunione a cui tenete tanto ve la farà passare come una pizzetta di benvenuto per genti di varie religioni: la lanceranno con le pinze, fra spruzzi gioiosi di Amuchina, la distribuiranno a tutti, battezzati e non, santi e peccatori, condita con aglio e pomodoro, insieme alla porchetta, col card. Sepe in grembiule che serve ai tavoli i migranti, in chiesa, come suo costume.

E’ davvero questo che volete? O forse il tempo per un tè ce lo si potrebbe anche ritagliare, mettendo da parte ogni questione accessoria, ogni simpatia/antipatia personale, ogni arroccamento, ogni rivalità professionale, per occuparci solo di documenti reali e gravissimi... Che ne dite?

A disposizione.

17 novembre 2021

VITA DI MARIA SANTISSIMA : Infanzia e adolescenza

 

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Infanzia e adolescenza di Maria Santissima


“Umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio”

Dante, Par. 33, 3

Dalla Tradizione e dall’apocrifo Protovangelo di Giacomo sappiamo che Gioacchino e Anna, avendo ottenuto la Bimba per un voto fatto al Signore, concordarono di donarla al Tempio all’età di tre anni.

Un giorno d’autunno i santi genitori l’accompagnarono a Gerusalemme e l’affidarono al sacerdote perché la custodisse e ne curasse l’educazione. È' questa la presentazione di Maria Bambina al Tempio, la cui festa liturgica è il 21 novembre.


Tra le altre cose straordinarie, il suddetto libro, piamente e devotamente, riferisce che la Bimba non dimorò in un luogo comune, ma abitò nel Santo dei Santi, dove una volta all’anno vi poteva entrare solo il Sommo Sacerdote. E ivi restò fino a quando, all’età di 12-14 anni, il famoso prodigio della verga fiorita non la designò Sposa del giovane Giuseppe, della famiglia di David.

Amiamo pensare che nonostante questi segni Maria di Nazareth visse povera e ignorata, sempre nell’umiltà e nel nascondimento: reclusa nel tempio ora nell’infanzia, e dopo qual donna povera e silenziosa, appena notata dai concittadini per la sua vita ritirata in casa.

Davvero la Vergine è stata la prima e la più consacrata al Signore. Non solo dalla tenera età servì il Signore, ma fin dal primo istante di vita Ella amò Dio e crebbe in quest’amore come nessun altra creatura: concepita immacolata, anch’Ella sentì fame, sete, sonno, freddo, caldo, come gli altri figli di Adamo, come Gesù stesso.


Pur possedendo fin dall’inizio la pienezza della Grazia, di momento in momento la sua virtii aumentò.


In ogni azione splendeva dinanzi a Dio la sublimità delle sue intenzioni. “Esse furono così pure che la Vergine diede più gloria a Dio con un’azione piccolissima, come filare la lana o dare un punto d’ago, che San Lorenzo sulla graticola del martirio, e i santi con le loro azioni più eroiche. 

Nel corso della sua vita acquistò un cumulo incalcolabile di grazie e di meriti. È più facile contare le stelle del firmamento, le gocce d’acqua del mare, i granelli di sabbia sulla spiaggia, che non i suoi meriti e le sue grazie”.





La Vergine Bambina nel Tempio ci appare davvero tutta splendente di gloria interiore: incessantemente lodava il Signore e pregava perché l’Emmanuele venisse ad irrorare con la sua Grazia i cuori dell’umanità in attesa da almeno 50 milioni d'anni.

La sua unione con Dio fu perfettissima, eppure con tutte le sue forze desiderava renderla più perfetta. Quest’unione con Dio fu la sua principale forza e corazza per   rendersi intoccabile dal morso del tentatore, che non ha mai avuto accesso in Maria. Dio L’aveva resa impeccabile - è dogma di fede -, però Le nascondeva    nella sua Sapienza, la sicurezza assoluta di non peccare.


Anche negli umili lavori tradizionalmente affidati alle vergini addette al tempio, come: filare, tessere, ricamare, confezionare e riparare arredi ed indumenti sacerdotali e levitici, e poi ordinare, servire. La sua unione con il Signore continuava profondissima. Pur piccola d’età faceva bene ogni cosa, e su tutto e su tutti irradiava Dio di cui era satura alla perfezione.

Tutta la Sacra Scrittura Le era assai familiare e  -  come dice il mariologo  Gabriele Roschini  -  particolare emozione dovettero suscitare sull’animo suo la spiegazione delle profezie che si riferivano al Messia e alla Madre di Lui.

E fu anelito del suo spirito affrettarne la venuta. Quale attesa in Lei! Come   palpitava di gioia il suo cuore al pensiero che il Redentore sarebbe nato e proprio dalla stirpe di David!


Certamente la sua immensa umiltà e la gran sete di espiazione dei peccati La indussero a offrirsi vittima e Vergine perpetua al Dio che L’abitava. Sempre sublime sacrificio offrirsi così, ma soprattutto per quell’epoca.

Nel mondo decaduto, sia la verginità che la castità o continenza matrimoniale

- che fa dell’uomo un Uomo e non una bestia - , sono ritenute  o una mania     oppure  una  debolezza  menomazione.




Prima di Maria di Nazareth, tra le donne ebree l’unica vergine era stata la sorella di Mosè ed Aronne: Maria, che fu il prototipo della Vergine per eccellenza.

Col voto di verginità perpetua, Maria di Nazaret riconduce al suo primitivo splendore l’opera della creazione e ripara la ribellione di Eva e Adamo. Sant’Agostino parla di “restauratio” ossia reintegrazione e ripristino del disegno di Dio.

Dal santo Vangelo risulta che Maria Santissima, al momento dell’Annunciazione  era già legata a Dio con il voto di perpetua verginità. Difatti all’angelo Gabriele Ella rispose: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1, 34).

Chiaramente faceva intendere di essere vergine e di avere anche il fermo proposito di rimanere vergine.



Tal proposito l’avrà maturato sicuramente sin dai più teneri anni e poi nel tempio, là dove desiderava restare vergine per tutta la vita: è 1’opinione di molti Padri e Teologi.

La Vergine Maria  era distaccata da ogni umano contatto e tutta la sua attenzione, speranza e amore non andavano a creatura alcuna, ma soltanto al Sommo Dio che mai delude, ben sapendo che “sarebbe stata più casta amandoLo, più pura toccandoLo e più vergine ricevendoLo”.


Dio che guida tutti per vie misteriose, molto più guidò la Madre sua. Ed Ella fu docilissima a questa azione divina. Quando il Sommo Sacerdote La invitò Lei orfana e primogenita a sistemarsi come le altre fanciulle coetanee, Ella illuminata dallo Spirito sul giusto volere sacerdotale oltre che sul merito della pronta ed ilare ubbidienza accettò sperando, e sperando contro ogni speranza (Rm 4, 18).


Si abbandonò tutta nelle mani del Signore il cui braccio non è soggetto a leggi e che tutto prepara per il bene delle sue creature. E, umile e fiduciosa, nel suo cuore in cambio chiese al Signore uno sposo rispettoso e santo, col timore e l’amore di Dio nella mente e nel cuore. Maria, in una parola, chiese la santità nel suo sposo futuro, e di altro non si occupò se non di pregare perché si compisse la Divina Volontà.


I1 Sommo Sacerdote, ispirato dall’alto dopo orazioni e digiuni, tra i pochi giovani della casa e stirpe di David presenti a Gerusalemme ne scelse uno di circa ventotto anni perché fosse lo sposo della divina fanciulla dell’età di quattordici anni circa. Quel giovane israelita si chiamava Giuseppe, che in ebraico significa “Il Signore accresca”.


A questo punto ci piace cogliere tre indicazioni luminose per la nostra vita:

1.    il gran fuoco d’Amore vivo che Dio aveva acceso nel Cuore Immacolato di Maria, sia per Dio stesso che per gli uomini per amore Dio; questo Amore cresca sempre più nel nostro cuore.

2.    la purissima offerta che Maria fece di tutto il suo essere - a Dio solo e in perpetuo, fu la risposta più bella alla predilezione di Dio;  ripaghiamo questa predilezione con  grande generosità.

3.    Dio non si lasciò vincere in generosità. L’ardore dell’offerta di Maria affrettò la venuta de1 Salvatore. E noi con Lei affretteremo la  seconda venuta di Gesù nella gloria che segnerà l'inizio di una infinità di millenni pieni solo di pace e gioia.

Sintetizzando: Maria “visse con giustizia e con fede, aspettando la beata

    speranza e la venuta del Signore”. Camminiamo sulle sue orme divine.



AVE!  MARIA PURISSIMA!