Visualizzazione post con etichetta Mons. Viganò. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mons. Viganò. Mostra tutti i post

giovedì 18 novembre 2021

Una critica costruttiva di Andrea Cionci alla strategia di Mons. Viganò

La vera Chiesa comunque germoglierà di nuovo...

  • a
  •  
  • a
  •  
  • a

Già in tempi non sospetti, siamo stati fra i pochissimi a dare spazio su un quotidiano nazionale a Mons. Carlo Maria Viganò, il quale, a partire dall’affare McCarrick, ha denunciato con coraggio molte e gravissime verità riguardanti la Chiesa.

E’ diverso tempo tuttavia che, con garbo e rispetto, cerchiamo un dialogo cordiale QUI, un confronto pacifico con i sostenitori di Mons. Viganò per far presente e discutere di alcune scoperte di assoluta, inaudita rilevanza, ma non si riesce a instaurare una normale dialettica. 

Ecco perché oggi dobbiamo essere un poco più espliciti, sempre però con amichevole franchezza e spirito costruttivo.

Il problema è che Mons. Viganò, forse non raggiunto dalle ricerche più recenti, continua a sostenere che “Benedetto XVI ha rinunciato al trono, è emerito, e solo alcuni illusi pensano che sia rimasto papa”. Allo stesso tempo, Mons. Viganò riconosce Francesco come legittimo pontefice, ma lo definisce un non cattolico, un pagano, un massone, un malvagio, uno strumento del diavolo, il capo della deep Church, un venduto ai poteri forti per distruggere la vera chiesa e rimpiazzarla con una religione sincretista per il Nuovo Ordine Mondiale.

Nonostante le estenuanti e facili-facili accuse di “complottismo apocalittico” che piovono sull’arcivescovo, bullizzato anche da parte amica, il miglior assist in tal senso arriva a Mons. Viganò proprio da Bergoglio il quale ha candidamente dichiarato a La Stampa QUI, il 13marzo scorso: “Non bisogna sprecare la pandemia, ma utilizzarla per un nuovo ordine mondiale”. Per chi avesse ancora qualche dubbio, si legga la “benedizione QUI” recentemente data da Bergoglio al Forum di Parigi sulla pace: “scordatevi un ritorno alla normalità dopo la pandemia”.

Ormai chiunque abbia frequentato il catechismo da bambino e si sia un minimo emancipato dal plot zuccheroso e fumettistico ammannito dal mainstream circa il “super papa Francesco che è buono, misericordioso, umile, attento agli ultimi, in lotta contro i bigottoni reazionari e i cardinaloni avidi”, ha capito perfettamente il disegno di Bergoglio, ormai evidente, dichiarato senza alcuna remora. Un progetto notissimo, vecchio, sulfureo e maldestro, elaborato da vecchi sulfurei e maldestri già molti anni fa e che oggi tenta pietosamente di affermarsi sfruttando l’occasione propizia.

Tuttavia, l’esistenza di un legittimo papa non-cattolico, con gli scopi e gli obiettivi enumerati da Mons. Viganò, è IMPOSSIBILE. E’ un ossimoro teologico, in quanto Cristo ha affidato a Pietro e successori la Sua Chiesa. Infatti, il papa trae la sua autorità solo in quanto custode del depositum fidei.

Così, siamo qui in presenza di un enorme fraintendimento tra Autorità e Potere. Non è che chi ha il potere ha anche, automaticamente, l’autorità, perché questo equivarrebbe ad avallare la legge della giungla. E certo a nessun titolo si può escludere la possibilità di un vero papa in sede impedita o in esilio, e/o di un’usurpazione della sede petrina come già verificatosi nella storia della Chiesa. Basti ricordare l’antipapa Anacleto II che regnò per otto anni.

E’ vero che si sono avuti papi i quali, personalmente, erano simoniaci, fornicatori, sodomiti, viziosi, avidi, nepotisti, ma nessuno di loro ha MAI condotto scientemente un’operazione di così vasto respiro, in accordo coi poteri mondani, contro la Fede e contro la Chiesa come la descrive Mons. Viganò e la “sua” parte di conservatori. Tali questioni sono state già affrontate durante il Concilio Vaticano I nel 1868 che ha sancito il dogma dell’infallibilità papale: lo stesso Alessandro VI Borgia, per quanto a livello di vita privata fosse un filibustiere, dal punto di vista dottrinale fu un ferreo custode della dottrina. Ci fu solo il povero Onorio I (+ 638) che, senza volere, disse una mezza eresia sul monotelismo: secondo il vescovo Karl J. von Hefele «si servì di espressioni infelici, ma aveva certamente nel fondo del cuore dei sentimenti ortodossi».

In ogni caso, parliamo di “roba da educande” in confronto a quanto prospetta Mons. Viganò su Bergoglio. E allora, cosa devono pensare i fedeli di un papa legittimo che vuole condurre la Chiesa dritta in bocca a Satana? Che Dio ha potuto “abbandonarli alla tentazione”, come presuppone – giustappunto – il nuovo Padre Nostro alla rovescia di Bergoglio? QUI

E dove sarebbe finito lo Spirito Santo che assiste il papa anche nell’attività ordinaria (art. 892 CCC)? Anche la Terza Persona è diventata eretica e modernista? E le promesse di Gesù sugli inferi che non prevarranno? Capite bene che, continuando a riconoscere Francesco come papa, si tira in ballo tutta la S.S. Trinità come corresponsabile della catastrofe stra-annunciata da decine di profezie. 

Quindi, l’unica  spiegazione che salva le convinzioni di Mons. Viganò può essere solo che Bergoglio non sia il vero papa, ma un antipapa, uno fra i circa 40 che ci sono già stati.

E questo come potrebbe mai dunque essere?

Non sarà che, niente niente, come sostengono alcuni “poveri illusi”, Benedetto XVI non ha – volutamente -  mai abdicato e in tal modo il conclave del 2013 era nullo? E pertanto lo Spirito Santo, non potendo assistere un antipapa, sarebbe “ASSENTE GIUSTIFICATO”? Così tutto sembrerebbe andare a puntino, dunque.

Vediamo se con qualche indizio riusciamo incuriosirvi; la facciamo rapidissima per non annoiarvi.

 

Abbiamo una Declaratio che è una specie di bomba atomica canonica: dall’inversione munus/ministerium, all’uso di termini scorretti (Sede di Roma-Sede di San Pietro), all’assurdo differimento dell’entrata in vigore, alla mancata conferma dopo le 20.00 del 28 febbraio, alla dubbiosità generale. Una Declaratio che non è una rinuncia ma è, viceversa, un mega-messaggio per spiegare che Benedetto si ritirava in sede impedita QUI (Can. 412) dopo aver lasciato la sede VUOTA e non vacante. Infatti, guarda caso, solo in sede impedita si può conservare il munus e rinunciare fattualmente al ministerium, senza firmare nulla. Gli stessi canonisti pro-Bergoglio Mons. Sciacca e Prof. Boni, ammettono poi che: non esistono due papi, né il “papato allargato”; che il papa è uno solo; CHE  IL PAPA EMERITO NON ESISTE; che munus ministerium non sono sinonimi in senso giuridico; che Ratzinger ha usato munus in senso giuridico, senza mai aver rinunciato a questo; che ha separato i due enti che però sono indivisibili nel caso del Papa; che ha rinunciato pure all’ente sbagliato, cioè il ministerium.

Insomma, a quel documento manca solo una faccina con lo “smile” per farci capire che la Declaratio NON e’ e non potrebbe mai essere una rinuncia. Tant’è che i bergogliani hanno goffamente manipolato le traduzioni per farla sembrare una rinuncia.

Verifica banale: ma se un teutonico pignolo come Benedetto XVI, un mite gentiluomo come lui avesse voluto abdicare realmente, secondo voi avrebbe commesso tutte quelle stranezze e irritualità? O non se ne sarebbe forse ben tornato nella sua amata Baviera, con una bella veste nera filettata da vescovo o da cardinale per ritirarsi a vivere in pace con il caro fratello? E invece resta lì, guarda caso, proprio come fosse un Katechon, a riacchiappare la situazione per i capelli quando l’antipapa rischia di farla troppo grossa.

E’ dunque così pazzesca l’ipotesi che Benedetto XVI prima di lasciare la sede, notoriamente pressato dai modernisti della nota Mafia di San Gallo, abbia fatto uno “scherzetto” ai suoi arcinemici, in modo da sfruttare la loro stessa bramosia di potere, facendo sì che si antipapassero e scismassero da soli? E’ possibile che ci possano essere delle spiegazioni ai dubbi troppo frettolosamente affastellati sul Piano B, del tipo “non avrebbe mai fatto una cosa del genere” oppure “quella volta Ratzinger si è tolto lo zucchetto di fronte a Bergoglio”? E’ proprio così lunare l’idea del Piano B, o forse è troppo bella per essere vera? Eppure i credenti sanno che il Signore è un grande artista, si sa: uno che quando fa le cose, le fa alla grande.

Del resto, forse, qualche leggerissimo, appena impalpabile segnale, Benedetto lo avrebbe anche fornito negli otto anni successivi: resta in Vaticano vestito di bianco “perché non aveva altri abiti”, impartisce la benedizione apostolica, si firma con tutti i titoli possibili e immaginabili di papa regnante, regala sue medaglie e immaginette da papa regnante; da otto anni dice che “il papa è uno” senza mai spiegare quale; scrive che egli stesso potrebbe essere “l’ultimo papa per come lo conosciamo”; che si è dimesso come i papi che non hanno abdicato; che si resta papi “per sempre”; che lui “resta nel recinto di San Pietro”; che non voleva diventare “un ex papa come Pio XII”; che ha scelto il giorno della Declaratio “in concomitanza col primo lunedi di Carnevale”; che sulle sue dimissioni c’è stato “un fraintendimento funzionalistico”; scrive di Abdankung (abdicazione) per i papi che rinunciarono davvero, mentre per se stesso usa la parola Ruecktritt (dimissioni); dice che il suo gesto non ha nulla che vedere con la rinuncia di Celestino V; scrive che Bergoglio ha “scelto” di vestirsi di bianco come i veri papi, non volendo accontentarsi della veste rossa che gli spettava; afferma che bisogna “separare i credenti dai non credenti”; si turba perché il card. Brandmueller è contro qualsiasi scisma; dichiara che si è dimesso dall’esercizio pratico del potere “per purificare la Chiesa nel suo insieme”; specifica nella Declaratio che il prossimo conclave dovrà essere convocato solo “da coloro a cui compete”, cioè dai veri cardinali; conferma che il suo pontificato sta continuando, che la rabbia dei suoi amici impedisce loro di capire e via di seguito per decine e decine di messaggi in “Codice Ratzinger”.

Ora, questi messaggi non sono pareidolie, suggestioni o fantasticherie dello scrivente, ma sono stati riconosciuti come studiatamente volontari e rivelatori dal più importante avvocato italiano, da un magistrato antimafia, da docenti universitari, psicologi, psichiatri, giuristi, letterati, teologi, latinisti, saggisti, storici, intellettuali che ci hanno messo la faccia. Messaggi che riconducono TUTTI immancabilmente e coerentemente allo stesso nucleo canonico del Piano B.

Ancora non basta eh?

Allora, se non ci si vuole “accontentare” dei laici, ci sarebbe il dettaglio di alcuni vescovi come i Monsignori Gracida, Lenga e Negri che hanno dichiarato che Benedetto è stato costretto a dimettersi e che non riconoscono Bergoglio come papa. Altri sacerdoti, frati e monaci si sono fatti scomunicare e massacrare dai media pur di testimoniare, fin sui gomiti, che Bergoglio non è il papa ma lo è solo Benedetto. Tutta la tradizione dei martiri cristiani ce la siamo dimenticata?

Cari Prof. Viglione, Aldo Maria Valli e tutti gli altri intellettuali vicini a Mons. Viganò: pensate che ci si possa prendere un tè per fare due chiacchiere ed esaminare insieme l’inchiesta che troverete QUI in fondo?  Non credete che potrebbe valere la pena?

Ah, ma Ratzinger è modernista”, dite. E va bene, come volete voi, sarà pure modernista, anche se ha ripristinato la messa in latino ed era odiato dai modernisti, ma ciò non toglie che magari il Signore lo ha illuminato in corner e lui, folgorato sulla via di Damasco, dopo una vita di empietà moderniste, non ha abdicatoma si è auto-esiliato in sede impedita facendo in modo che Bergoglio divenisse un antipapa e che nulla di quanto da lui fatto dall’usurpatore per otto anni sia valido.  

Ed è QUESTO che a voi  e a 1 miliardo e 285 milioni di cattolici potrebbe interessare. A voi potrebbe anche interessare il fatto che la Chiesa ha l’ultima possibilità di salvarsi, espungendo finalmente, con uno scisma liberatorio, tutti  i modernisti, i neoariani, i neoluterani, gli omoeretici che vi rendono la vita impossibile fin dal Concilio. La vera Chiesa sarà un po’ più piccola, certo, ma almeno sarà purificata e non verrà buttata fuori dal nido petrino per opera del cuculo argentino QUI. Almeno non dovrà ritornare in cantina.

E’ dunque così nera come prospettiva? Cosa vi impedisce di affondare golosamente gli occhi nell’inchiesta sul Piano B e sul Codice Ratzinger?

Sul fatto che Benedetto XVI fosse un papa legittimo non ci piove, e allora, da cattolici, siete tenuti a credere che quell’11 febbraio  2013, lo Spirito Santo era con lui. Il Piano B è coerente, ma sofisticato. Lo scrivente ci ha messo due anni per comprenderlo, a Voi, più colti e preparati, sarà tuttavia necessario non meno di un mezzo pomeriggio di applicazione.

Detto col cuore in mano, senza arroganza: è solo studiare a fondo il Piano B che vi consentirà di unificare quei quattro gatti di veri cattolici rimasti sotto un vessillo comune, quello con il moro, l’orso e la conchiglia del VERO PAPA (che lui vi piaccia o meno, non importa). Solo questa “Lega Santa” vi consentirà di mettere a ferro e fuoco la Chiesa, di rivoltarla come un calzino, finché non venga a galla tutta l’impostura. E sappiate che la radice di ogni impostura è solo questa QUI, sia per motivi spirituali che politici. Non confondete gli effetti con le cause.

“E’ una vera guerra” dice il prof. Viglione. Giusto, ma non è solo una guerra escatologica, E’ ANCHE, E SOPRATUTTO, UNA GUERRA ANTIPAPALE: se voi, che siete tra i pochi coraggiosi, non combattete PER E CON il vero papa sarete sbaragliati. Se non riuscirete a mettere per un minuto da parte il nuovo dogma “Ratzinger-modernista-non-doveva-dimettersi-ci-ha-ficcati-in-un-bel-guaio” e a fare mente locale sul Piano B, i media e i poteri dietro questi  vi maciulleranno, perché mancherete l’unico punto debole del vostro nemico. “Dio non sarà con voi” in quanto voi non sarete col Suo legittimo Vicario, quello col MUNUS.

Come vedete, siete stati già inseriti nel programma di “novaxizzazione coatta”, quindi ora vi accuseranno di essere pazzi, nazisti, razzisti, omofobi, negazionisti di tutto, anche dell’Olocausto, già che ci siamo. Vi manderanno i giornalisti sotto casa, tagliuzzeranno le vostre interviste e le rimonteranno per farvi dire cose da TSO. Siete pronti? Sono le nuove misure dragonianevi spezzeranno come rami secchi, perché oggi fanno così i media benpensanti e “liberaldemocratici”.

Il risultato sarà poi che, una volta uscito di scena Bergoglio, si andrà a un bel non-conclave con 80 non-cardinali nominati dall’antipapa che eleggeranno un antipapa Zuppi, o un antipapa Maradiaga che porterà il nome del successore – guarda caso - dell’antipapa Baldassarre Cossa e del papa del vostro amato Concilio. Giovanni XXIV spargerà così il sale su ciò che sarà rimasto del Cattolicesimo. E se, per un caso rarissimo e assurdo, gli 80 non-cardinali bergogliani eleggessero un vero cardinale tradizionalista, sarebbe anche lui antipapa e lo Spirito Santo resterebbe, nelle catacombe, insieme al successore di Benedetto, eletto dal popolo di Roma.

La vera Chiesa comunque germoglierà di nuovo, ma dovrà ripartire dagli stracci, mentre la Chiesa golpista, rimasta in Vaticano con tutte le sue proprietà, quella Comunione a cui tenete tanto ve la farà passare come una pizzetta di benvenuto per genti di varie religioni: la lanceranno con le pinze, fra spruzzi gioiosi di Amuchina, la distribuiranno a tutti, battezzati e non, santi e peccatori, condita con aglio e pomodoro, insieme alla porchetta, col card. Sepe in grembiule che serve ai tavoli i migranti, in chiesa, come suo costume.

E’ davvero questo che volete? O forse il tempo per un tè ce lo si potrebbe anche ritagliare, mettendo da parte ogni questione accessoria, ogni simpatia/antipatia personale, ogni arroccamento, ogni rivalità professionale, per occuparci solo di documenti reali e gravissimi... Che ne dite?

A disposizione.

17 novembre 2021

lunedì 8 marzo 2021

Mons Carlo Maria Vigano'

 

Mons. Carlo Maria Viganò sui vaccini e la Santa Sede

Mons. Carlo Maria Viganò: considerazioni sulla promozione del vaccino da parte della Santa Sede, oggi zelante supporter di quanti da un anno usano il Covid come mezzo di controllo delle masse per imporre il Great Reset voluto dal World Economic Forum

SANITAS CORPORUM SUPREMA LEX

Considerazioni sulla promozione del vaccino

da parte della Santa Sede

Alcuni giorni fa, su Canale5, è stata trasmessa un’intervista a Jorge Mario Bergoglio nelle inconsuete vesti di sponsor delle case farmaceutiche. L’avevamo visto nei panni del politico, del sindacalista, del promotore dell’immigrazione selvaggia, del sostenitore dell’accoglienza dei clandestini, del filantropo: in tutte queste metamorfosi è sempre emersa, accanto alla capacità di astrarsi totalmente dal proprio ruolo istituzionale, l’indole poliedrica dell’Argentino, che ora scopriamo promoter delle case farmaceutiche, convinto sostenitore dei vaccini e zelante supporter di quanti da un anno usano il Covid come un mezzo di controllo delle masse, per imporre il Great Reset voluto dal World Economic Forum.

Che il vaccino non dia alcuna garanzia di efficacia, ma anzi possa indurre gravi effetti collaterali; che in alcuni casi esso sia prodotto a partire da cellule fetali abortive, e perciò sia assolutamente inconciliabile con la Morale cattolica; che le cure con il plasma iperimmune o con protocolli alternativi siano boicottate nonostante le prove della loro validità, poco importa al nuovo “esperto”, il quale dal nulla delle proprie competenze mediche giunge a raccomandare ai fedeli la vaccinazione, mentre impone ai cittadini del Vaticano, con sovrana autorità, di sottoporsi al discutibile trattamento in nome di un non meglio precisato «dovere etico». La tetra Aula Paolo VI è stata emblematicamente scelta quale tempio in cui celebrare questo nuovo rito sanitario, officiato dai ministri della religione del Covid per assicurare non certo la salvezza delle anime, quanto l’illusoria promessa di una salute del corpo.

Sconcerta che, dopo aver demolito senza scrupolo alcuno non poche verità cattoliche in nome del dialogo con eretici e idolatri, l’unico dogma al quale Bergoglio non sia disposto a rinunziare sia proprio quello dell’obbligo vaccinale – si badi bene: dogma da lui unilateralmente definito senza alcuna procedura sinodale! – dogma dinanzi al quale ci si potrebbe aspettare un minimo di prudenza se non dettata da coerenza morale, quantomeno da scrupolo utilitaristico. Poiché prima o poi, quando si vedranno gli effetti del vaccino sulla popolazione; quando si inizieranno a contare i morti e quanti rimarranno menomati a vita da un farmaco ancora in via di sperimentazione, qualcuno potrà chiederne conto a coloro che di quel vaccino sono stati convintissimi fautori. A quel punto verrà naturale redigere una lista in cui, agli autoproclamati “esperti”, ai virologi e immunologi in conflitto di interessi, ai zanzarologi al soldo di Big Pharma, ai veterinari con velleità scientifiche, ai giornalisti e opinionisti finanziati dal governo, e agli attori e cantanti in disgrazia, si aggiunga anche Bergoglio come testimonial d’eccezione e Prelati al suo seguito, i quali, in virtù dell’autorità loro riconosciuta, hanno convinto gli ignari sudditi a prestarsi all’inoculazione del cosiddetto vaccino. E se oggi la mancanza di competenze specifiche non sembra essere argomento sufficiente a indurli quantomeno ad un saggio silenzio, a quel punto il «Non sapevo», «Non potevo immaginare», «Non era il mio campo di conoscenza» verranno giudicati come aggravante, com’è giusto che sia. Stultum est dicere putabam.

Certo, nella chiesa bergogliana si può legittimare di fatto il concubinato con Amoris laetitia, al punto che Avvenire parla oggi di «omogenitorialità» con la disinvoltura di un opuscolo di propaganda gender; si può celebrare in San Pietro un rito idolatrico alla Madre Terra per ammiccare all’ambientalismo malthusiano; si può modificare la materia del Sacramento dell’Ordine conferendo i ministeri alle donne; si può dichiarare la pena di morte immorale, ma tacere disinvoltamente sull’aborto; si può amministrare la Comunione ai peccatori pubblici ma negarla a chi desidera riceverla sulla lingua per non commettere sacrilegio; si può – come avviene ora in Irlanda – vietare agli allievi delle scuole cattoliche l’accesso in aula se non sono vaccinati. Eppure queste palesi adulterazioni della dottrina cattolica – in perfetta continuità ideologica con la rivoluzione conciliare – si accompagnano alla granitica ed incrollabile professione di fede in una “scienza” che sconfina nell’esoterismo e nella superstizione. D’altra parte, quando si smette di credere in Dio si può credere a qualsiasi cosa.

Così, se per Bergoglio l’appartenenza all’unica Chiesa di Cristo tramite il Battesimo è in definitiva superflua per la salvezza eterna di un’anima, il rito iniziatico del vaccino è proclamato ex cathedra indispensabile per la salute fisica dell’individuo, e in quanto tale presentato come indifferibile e necessario. Se è possibile accantonare la Verità rivelata in nome dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, non è altresì lecito mettere in discussione i dogmi del Covid, la rivelazione mediatica della pandemia, il sacramento salvifico del vaccino. E se con Fratelli tutti si può teorizzare la fratellanza universale prescindendo dalla fede nell’unico Dio vivo e vero, nessun contatto è possibile con i cosiddetti “negazionisti”, nuova categoria di peccatori vitandi, per i quali l’inquisizione sanitaria e la scomunica mediatica devono punire l’eretico ed essere di monito per il gregge. «Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo», ammonisce San Giovanni (2 Gv, 10). Bergoglio deve aver frainteso, per cui saluta e abbraccia abortisti e criminali, ma non si contamina con i No-vax.

Non sfuggirà che questo dogmatismo scientista – che farebbe inorridire i più acerrimi sostenitori del primato della scienza sulla religione – viene propagandato proprio da chi scienziato non è, dall’influencer a Bergoglio, dall’atleta a Biden, dall’esperto al politico: tutti smaniosi di porgere il braccio dinanzi alle telecamere; salvo poi scoprire dai video che in molti casi l’ago della siringa è coperto dal cappuccio, o che il liquido inoculato è trasparente, mentre il siero vaccinale dovrebbe essere opaco. Queste sono ovviamente obiezioni che i sommi sacerdoti del Covid respingono con sdegno: il mysterium è parte della ritualizzazione dell’azione sacra, così come il sacramentum realizza ciò che simboleggia; inoculare il vaccino con l’ago retrattile o senza premere lo stantuffo della siringa serve a drammatizzare il messaggio da trasmettere alle masse dei credenti. E le vittime del rito, coloro che per il bene di tutti si offrono docili al miraggio di un’immunità che nemmeno Pzifer, Moderna o Astra Zeneca osano garantire, rappresentano il sacrificium, anch’esso parte della nuova religione sanitaria. A ben vedere, gli innocenti abortiti al terzo mese per produrre alcuni vaccini sembrano davvero costituire una sorta di sacrificio umano con cui propiziare le potenze infernali, in una terrificante parodia che solo gli empi possono fingere di non vedere.

Nel grottesco delirio cerimoniale non manca nemmeno la Nota della Sacra Congregazione per il Culto Divino, che con sprezzo del ridicolo promulga in zoppicante latino addirittura le istruzioni su come imporre le Sacre Ceneri: «Deinde sacerdos abstergit manus ac personam ad protegendas nares et os induit». La purificazione delle mani con il detergente e l’uso della mascherina sono scientificamente inutili ma simbolicamente necessari alla trasmissione della fede espressa dal rito. E proprio in questo si comprende quanto sia vero e valido l’antico adagio di Prospero d’Aquitania «Lex orandi, lex credendi», secondo il quale il modo in cui si prega rispecchia ciò che si crede.

Qualcuno obbietterà, nel pietoso tentativo di evitare il totale collasso del Papato ad opera di Bergoglio, che le opinioni da lui espresse sono e rimangono appunto opinabili, e che quindi non vi è alcun obbligo per il Cattolico di sottomettersi ad un vaccino che la sua coscienza e la Morale naturale gli mostrano come immorale. Ma è proprio su Canale5 che si esplicita il nuovo “magistero papale”, così come sull’aereo è stato definito il dogma LGBT del «Chi sono io per giudicare», e in una nota a piè pagina di Amoris Laetitia è negata l’indissolubilità del Matrimonio in nome della pastorale. I politici lanciano tweet sui social, i sedicenti esperti pontificano nei salotti televisivi, i prelati predicano nelle interviste: non stupiamoci se un giorno Bergoglio comparirà in uno spot pubblicitario come testimonial dei monopattini elettrici.

I Cattolici, illuminati dal sensus fidei che istintivamente suggerisce loro ciò che stride con la Fede e la Morale, hanno già capito che il ruolo di piazzista di forniture sanitarie è solo una delle tante parti recitate dal poliedrico Bergoglio. L’unico ruolo che costui si ostina a non voler ricoprire – per palese incapacità, per connaturale insofferenza o anzi per deliberata scelta sin dal principio – è quella di Vicario di Cristo. Il che, se non altro, rivela quali siano i referenti dell’Argentino, quale l’ideologia che lo ispira, quali gli scopi che egli si prefigge e i mezzi che intende adottare per conseguirli.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

14 Gennaio 2021

S. Hilarii Episcopi Confessoris Ecclesiæ Doctoris

https://www.ilfriuliveneziagiulia.it/mons-carlo-maria-vigano-sui-vaccini-e-la-santa-sede/

giovedì 30 agosto 2018

IL BENE VINCERA' - Mons. Viganò


TESTIMONIANZA di Mons. Carlo Maria Viganò 

(TESTO INTEGRALE)


TESTIMONIANZA

di Mons. Carlo Maria Viganò
Arciv. tit. di Ulpiana
Nunzio Apostolico

monsignor-vigano-152680-large

In questo tragico momento che sta attraversando la Chiesa in varie parti del mondo, Stati Uniti, Cile, Honduras, Australia, ecc., gravissima è la responsabilità dei Vescovi. Penso in particolare agli Stati Uniti d’America dove fui inviato come Nunzio Apostolico da papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2011, memoria dei Primi Martiri dell’America Settentrionale. I Vescovi degli Stati Uniti sono chiamati, ed io con loro, a seguire l’esempio di questi primi martiri che portarono il Vangelo nelle terre d’America, ad essere testimoni credibili dell’incommensurabile amore di Cristo, Via, Verità e Vita.

BENEDETTO XVI

Vescovi e sacerdoti, abusando della loro autorità, hanno commesso crimini orrendi a danno di loro fedeli, minori, vittime innocenti, giovani uomini desiderosi di offrire la loro vita alla Chiesa, o non hanno impedito con il loro silenzio che tali crimini continuassero ad essere perpetrati.
Per restituire la bellezza della santità al volto della Sposa di Cristo, tremendamente sfigurato da tanti abominevoli delitti, se vogliamo veramente liberare la Chiesa dalla fetida palude in cui è caduta, dobbiamo avere il coraggio di abbattere la cultura del segreto e confessare pubblicamente le verità che abbiamo tenuto nascoste. Occorre abbattere l’omertà con cui vescovi e sacerdoti hanno protetto loro stessi a danno dei loro fedeli, omertà che agli occhi del mondo rischia di far apparire la Chiesa come una setta, omertà non tanto dissimile da quella che vige nella mafia“Tutto quello che avete detto nelle tenebre… sarà proclamato sui tetti” (Lc. 12:3).
Avevo sempre creduto e sperato che la gerarchia della Chiesa potesse trovare in se stessa le risorse spirituali e la forza per far emergere la verità, per emendarsi e rinnovarsi. Per questo motivo, anche se più volte sollecitato, avevo sempre evitato di fare dichiarazioni ai mezzi di comunicazione, anche quando sarebbe stato mio diritto farlo per difendermi dalle calunnie pubblicate sul mio conto anche da alti prelati della Curia romana. Ma ora che la corruzione è arrivata ai vertici della gerarchica della Chiesa la mia coscienza mi impone di rivelare quelle verità che con relazione al caso tristissimo dell’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick sono venuto a conoscenza nel corso degli incarichi che mi furono affidati, da S. Giovanni Paolo II come Delegato per le Rappresentanze Pontificie dal 1998 al 2009 e da Papa Benedetto XVI come Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America dal 19 ottobre 2011 a fine maggio 2016.

Parrebbe un sereno vecchietto, ed invece – stando alla Testimonianza di Mons. Viganò- don Theodore Edgar McCarrick, 88 anni,  ne ha combinate di gravi, gravissime. Con le coperture, altrettanto gravi, di sacerdoti, vescovi e cardinali. Incluso B.
Come Delegato per le Rappresentanze Pontificie nella Segreteria di Stato, le mie competenze non erano limitate alle Nunziature Apostoliche, ma comprendevano anche il personale della Curia romana (assunzioni, promozioni, processi informativi su candidati all’episcopato, ecc.) e l’esame di casi delicati, anche di cardinali e vescovi, che venivano affidati al Delegato dal Cardinale Segretario di Stato o dal Sostituto della Segreteria di Stato.
Per dissipare sospetti insinuati in alcuni articoli recenti, dirò subito che i Nunzi Apostolici negli Stati Uniti, Gabriel Montalvo e Pietro Sambi, ambedue deceduti prematuramente, non mancarono di informare immediatamente la Santa Sede non appena ebbero notizia dei comportamenti gravemente immorali con seminaristi e sacerdoti dell’arcivescovo McCarrick.
Anzi, la lettera del P. Boniface Ramsey, O.P. del 22 novembre 2000, secondo quanto scrisse il Nunzio Pietro Sambi, fu da lui scritta a richiesta del compianto Nunzio Montalvo. In essa P. Ramsey, che era stato professore nel Seminario diocesano di Newark dalla fine degli anni ’80 fino al 1996, afferma che era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo shared his bed with seminarians, invitandone cinque alla volta a passare il fine settimana con lui nella sua casa al mare. Ed aggiungeva di conoscere un certo numero di seminaristi, di cui alcuni furono poi ordinati sacerdoti per l’arcidiocesi di Newark, che erano stati invitati a detta casa al mare ed avevano condiviso il letto con l’arcivescovo. [Theodore McCarrick]
PADRE BONIFACE RAMSEY OP
Il Domenicano padre Boniface Ramsey ha insegnato nel Seminario di Newark. Egli fin dal 2000, in una lettera, denunciò le pratiche omosessuali: dalla fine degli anni ’80 fino al 1996, afferma padre Ramsey,  era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo “shared his bed with seminarians”, invitandone cinque alla volta a passare il fine settimana con lui nella sua casa al mare.
L’ufficio che allora ricoprivo non fu portato a conoscenza di alcun provvedimento preso dalla Santa Sede dopo quella denuncia del Nunzio Montalvo alla fine del 2000, quando Segretario di Stato era il Card. Angelo Sodano.
Risultati immagini per SODANO
Cardinale Angelo Sodano, già Segretario di Stato
Parimenti, il Nunzio Sambi trasmise al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertoneuna Memoria di accusa contro McCarrick da parte del sacerdote Gregory Littletondella diocesi di Charlotte, ridotto allo stato laicale per violazione di minori, assieme a due documenti dello stesso Littleton, in cui raccontava la sua triste storia di abusi sessuali da parte dell’allora arcivescovo di Newark e di diversi altri preti e seminaristi.
Il Nunzio aggiungeva che il Littleton aveva già inoltrato questa sua Memoria a circa una ventina di persone, fra autorità giudiziarie civili ed ecclesiastiche, di polizia ed avvocati, fin dal giugno 2006, e che era quindi molto probabile che la notizia venisse presto resa pubblica. Egli sollecitava pertanto un pronto intervento della Santa Sede.
Risultati immagini per Seminario diocesano di Newark
Il Seminario diocesano di Newark “Redemptoris Mater”. E’ stato “teatro” di orribili atti, come ad esempio quelli raccontati dall’allora Sacerdote Gregory Littleton, poi ridotto allo stato laicale.  Littleton scrisse di questi abusi.
Nel redigere l’Appunto su questi documenti che come Delegato per le RR.PP. mi furono affidati il 6 dicembre 2006, scrissi per i miei superiori, il Card. Tarcisio Bertone e il Sostituto Leonardo Sandri, che i fatti attribuiti a McCarrick dal Littleton erano di tale gravità e nefandezza da provocare nel lettore sconcerto, senso di disgusto, profonda pena e amarezza e che essi configuravano i crimini di adescamento, sollecitazione ad atti turpi di seminaristi e sacerdoti, ripetuti e simultaneamente con più persone, dileggio di un giovane seminarista che cercava di resistere alle seduzioni dell’arcivescovo alla presenza di altri due sacerdoti, assoluzione del complice in atti turpi, celebrazione sacrilega dell’Eucaristia con i medesimi sacerdoti dopo aver commesso tali atti.
In quel mio Appunto che consegnai quello stesso 6 dicembre 2006 al mio diretto superiore, il Sostituto Leonardo Sandri, proponevo ai miei superiori le seguenti considerazioni e linea d’azione:
  • Premesso che a tanti scandali nella Chiesa negli Stati Uniti, sembrava che se ne stesse per aggiungere uno di particolare gravità che riguardava un cardinale;
  • e che in via di diritto, trattandosi di un cardinale, in base al can. 1405 § 1, n. 2˚, “ipsius Romani Pontificis dumtaxat ius est iudicandi”;
  • proponevo che venisse preso nei confronti del cardinale un provvedimento esemplare che potesse avere una funzione medicinale, per prevenire futuri abusi nei confronti di vittime innocenti e lenire il gravissimo scandalo per i fedeli, che nonostante tutto continuavano ad amare e credere nella Chiesa.
Aggiungevo che sarebbe stato salutare che per una volta l’Autorità ecclesiastica avesse ad intervenire prima di quella civile e se possibile prima che lo scandalo fosse scoppiato sulla stampa. Ciò avrebbe potuto restituire un po’ di dignità ad una Chiesa così provata ed umiliata per tanti abominevoli comportamenti da parte di alcuni pastori.
In tal caso, l’Autorità civile non si sarebbe trovata più a dover giudicare un cardinale, ma un pastore verso cui la Chiesa aveva già preso opportuni provvedimenti, per impedire che il cardinale abusando della sua autorità continuasse a distruggere vittime innocenti.
Quel mio Appunto del 6 dicembre 2006 fu trattenuto dai miei superiori e mai mi fu restituito con un’eventuale decisione superiore al riguardo.
Successivamente, intorno al 21-23 aprile 2008, fu pubblicato in internet nel sito richardsipe.com lo Statement for Pope Benedict XVI about the pattern of sexual abuse crisis in the United Statesdi Richard Sipe. Esso fu trasmesso il 24 aprile dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Card. William Levada, al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, e fu a me consegnato un mese dopo, il successivo 24 maggio 2008.
Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone
Cardinale Tarcisio Bertone  già Segretario di Stato
Il giorno seguente consegnavo al nuovo Sostituto Fernando Filoni il mio Appunto, comprensivo del mio precedente del 6 dicembre 2006. In esso facevo una sintesi del documento di Richard Sipe, che terminava con questo rispettoso ed accorato appello a Papa Benedetto XVI: “I approach Your Holiness with due reverence, but with the same intensity that motivated Peter Damian to lay out before your predecessor, Pope Leo IX, a description of the condition of the clergy during his time. The problems he spoke of are similar and as great now in the United States as they were then in Rome. If Your Holiness requests I will submit to you personally documentation of that about which I have spoken”.
Terminavo questo mio Appunto ripetendo ai miei superioriche ritenevo si dovesse intervenire quanto prima togliendo il cappello cardinalizio al Card. McCarrick e che gli fossero inflitte le sanzioni stabilite dal codice di diritto canonico, le quali prevedono anche la riduzione allo stato laicale.
Anche questo secondo mio Appunto non fu mai restituito all’Ufficio del Personale e grande era il mio sconcerto nei confronti dei superiori per l’inconcepibile assenza di ogni provvedimento nei confronti del cardinale e per il perdurare della mancanza di ogni comunicazione nei miei riguardi fin da quel mio primo Appunto del dicembre 2006.
Ma finalmente seppi con certezza, tramite il Card. Giovanni Battista Re, allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che il coraggioso e meritevole Statement di Richard Sipe aveva avuto il risultato auspicato. Papa Benedetto aveva comminato al Card. McCarrick sanzioni simili a quelle ora inflettigli da Papa Francesco: il cardinale doveva lasciare il seminario in cui abitava, gli veniva proibito di celebrare in pubblico, di partecipare a pubbliche riunioni, di dare conferenze, di viaggiare, con obbligo di dedicarsi ad una vita di preghiera e di penitenza.
Non mi è noto quando papa Benedetto abbia preso nei confronti di McCarrick questi provvedimenti, se nel 2009 o nel 2010, perché nel frattempo ero stato trasferito al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, così come non mi è dato sapere chi sia stato responsabile di questo incredibile ritardo.
Non credo certo papa Benedetto, il quale da Cardinale aveva già più volte denunciato la corruzione presente nella Chiesa, e nei primi mesi del suo pontificato (CLICCA QUI) aveva preso ferma posizione contro l’ammissione in seminario di giovani con profonde tendenze omosessuali. Ritengo che ciò fosse dovuto all’allora primo collaboratore del papa, Card. Tarcisio Bertone, notoriamente favorevole a promuovere omosessuali in posti di responsabilità, solito a gestire le informazioni che riteneva opportuno far pervenire al papa.
In ogni caso, quello che è certo è che papa Benedetto inflisse a McCarrick le suddette sanzioni canoniche e che esse gli furono comunicate dal Nunzio Apostolico negli Stati Uniti Pietro Sambi. 
Mons. Jean-François Lantheaume, allora primo Consigliere della Nunziatura a Washington e Chargé d’Affaires a.i. dopo la morte inaspettata del Nunzio Sambi a Baltimora, mi riferì quando giunsi a Washington – ed egli è pronto a darne testimonianza – di un colloquio burrascoso, di oltre un’ora, del Nunzio Sambi con il Card. McCarrick convocato in Nunziatura: la voce del Nunzio – mi disse Mons. Lantheaume – si sentiva fin nel corridoio.”
Le medesime disposizioni di papa Benedetto furono poi comunicate anche a me dal nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Marc Ouellet, nel novembre 2011 in un colloquio prima della mia partenza per Washington fra le istruzioni della medesima Congregazione al nuovo nunzio.
A mia volta le ribadii al Card. McCarrick al mio primo incontro con lui in Nunziatura. Il cardinale, farfugliando in modo appena comprensibile, ammise di aver forse commesso l’errore di aver dormito nello stesso letto con qualche seminarista nella sua casa al mare, ma me lo disse come se ciò non avesse alcuna importanza.
I fedeli si chiedono insistentemente come sia stata possibile la sua nomina a Washington e a cardinale ed hanno pieno diritto di sapere chi era a conoscenza, chi ha coperto i suoi gravi misfatti. È perciò mio dovere rendere noto quanto so al riguardo, incominciando dalla Curia Romana.
Il Card. Angelo Sodano è stato Segretario di Stato fino al settembre 2006: ogni informazione perveniva a lui. Nel novembre 2000 il Nunzio Montalvo inviò a lui il suo rapporto trasmettendogli la già citata lettera di P. Boniface Ramsey in cui denunciava i gravi abusi commessi da McCarrick.
È noto che Sodano cercò di coprire fino all’ultimo lo scandalo del P. Maciel, rimosse persino il Nunzio a Città del Messico Justo Mullor che si rifiutava di essere complice delle sue manovre di copertura di Maciel ed al suo posto nominò Sandri, allora Nunzio in Venezuela, ben disposto invece a collaborare.
Risultati immagini per cardinale leonardo sandri
Cardinale Leonardo Sandri  “ben disposto ad essere complice di Sodano nelle sue manovre di copertura di Padre Marcel Maciel”
Sodano giunse anche a far fare un comunicato alla sala stampa vaticana in cui si affermava il falso, che cioè Papa Benedetto aveva deciso che il caso Maciel doveva ormai considerarsi chiuso. Benedetto reagì, nonostante la strenua difesa da parte di Sodano, e Maciel, fu giudicato colpevole e irrevocabilmente condannato.
Fu la nomina a Washington e a cardinale di McCarrick opera di Sodano, quando Giovanni Paolo II era già molto malato? Non ci è dato saperlo. È però lecito pensarlo, ma non credo che sia stato il solo responsabile. McCarrick andava con molta frequenza a Roma e si era fatto amici dappertutto, a tutti i livelli della Curia.
Se Sodano aveva protetto Maciel, come appare sicuro – non si vede perché non lo avrebbe fatto per McCarrick, che a detta di molti aveva i mezzi anche finanziari per influenzare le decisioniAlla sua nomina a Washington si era invece opposto l’allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Giovanni Battista Re. Alla Nunziatura di Washington c’è un biglietto, scritto di suo pugno, in cui il Card. Re si dissocia da detta nomina e afferma che McCarrick era il 14mo nella lista per la provvista di Washington.
Al Card. Tarcisio Bertone, come Segretario di Stato, fu indirizzato il rapporto del Nunzio Sambi, con tutti gli allegati, e a lui furono presumibilmente consegnati dal Sostituto i miei due sopra citati Appunti del 6 dicembre 2006 e del 25 maggio 2008. Come già accennato, il cardinale non aveva difficoltà a presentare insistentemente per l’episcopato candidati notoriamente omosessuali attivi – cito solo il noto caso di Vincenzo di Mauro, nominato Arcivescovo-Vescovo di Vigevano, poi rimosso perché insidiava i suoi seminaristi – e a filtrare e manipolare le informazioni che faceva pervenire a papa Benedetto.
Risultati immagini per VESCOVO VINCENZO DI MAURO
Mons. Vincenzo Di Mauro, “rimosso perché insidiava i suoi seminaristi”
Il Card. Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato, si è reso anch’egli complice di aver coperto i misfatti di McCarrick, il quale dopo l’elezione di papa Francesco si vantava apertamente dei suoi viaggi e missioni in vari continenti. Nell’aprile 2014 il Washington Times aveva riferito in prima pagina di un viaggio di McCarrick nella Repubblica Centroafricana, per giunta a nome del Dipartimento di Stato. Come Nunzio a Washington, scrissi perciò al Card. Parolin chiedendogli se erano ancora valide le sanzioni comminate a McCarrick da papa BenedettoÇa va sans dire che la mia lettera non ebbe mai alcuna risposta!
Immagine correlata
Lo stesso si dica per il Card. William Levada, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e per i Cardinali Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, e Lorenzo Baldisseri, già Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi, e l’Arcivescovo Ilson de Jesus Montanari, attuale Segretario della medesima Congregazione. Essi in ragione del loro ufficio erano al corrente delle sanzioni imposte da papa Benedetto a McCarrick.
Cardinali Leonardo Sandri, Fernado Filoni e Angelo Becciu, come Sostituti della Segreteria di Stato, hanno saputo in tutti i particolari la situazione del Card. McCarrick.
Così pure non potevano non sapere i Cardinali Giovanni Lajolo e Dominique Mamberti, che come Segretari per i Rapporti con gli Stati, partecipavano più volte alla settimana a riunioni collegiali con il Segretario di Stato.
Paglia arcobaleno
Per quanto riguarda la Curia Romana per ora mi fermo qui, anche se sono ben noti i nomi di altri prelati in Vaticano, anche molto vicini a papa Francesco, come il Card. Francesco Coccopalmerio e l’Arcivescovo Vincenzo Paglia, che appartengono alla corrente filo omossessuale favorevole a sovvertire la dottrina cattolica a riguardo dell’omosessualità, corrente già denunciata fin dal 1986 dal Card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Alla medesima corrente, seppur con una ideologia diversa, appartengono anche i Cardinali Edwin Frederick O’Brien e Renato Raffaele Martino. Altri poi, appartenenti a detta corrente, risiedono persino alla Domus Sanctae Marthae.
cardenal-Francesco-Coccopalmerio
Vengo ora agli Stati Uniti. Ovviamente, il primo ad essere stato informato dei provvedimenti presi da papa Benedetto fu il successore di McCarrick alla sede di Washington, il Card. Donald Wuerl, la cui situazione è ora del tutto compromessa dalle recenti rivelazioni sul suo comportamento come vescovo di Pittsburgh.
Risultati immagini per Card. Donald Wuerl
È assolutamente impensabile che il Nunzio Sambi, persona altamente responsabile, leale, diretto ed esplicito nel suo modo di essere da vero romagnolo, non gliene abbia parlato. In ogni caso, io stesso venni in più occasioni sull’argomento con il Card. Wuerl, e non ci fu certo bisogno che entrassi in particolari perché mi fu subito evidente che ne era pienamente al corrente.
Ricordo poi in particolare il fatto che dovetti richiamare la sua attenzione perché mi accorsi che in una pubblicazione dell’arcidiocesi, sulla copertina posteriore a colori, veniva annunciato un invito ai giovani che ritenevano di avere la vocazione al sacerdozio ad un incontro con il Card. McCarrick. Telefonai subito al Card. Wuerl, che mi manifestò la sua meraviglia, dicendomi che non sapeva nulla di quell’annuncio e che avrebbe provveduto ad annullare detto incontro. Se come ora continua ad affermare non sapeva nulla degli abusi commessi da McCarrick e dei provvedimenti presi da papa Benedetto come si spiega la sua risposta?
Le sue recenti dichiarazioni in cui afferma di non aver nulla saputo, anche se all’inizio furbescamente riferite ai risarcimenti alle due vittime, sono assolutamente risibili. Il cardinale mente spudoratamente e per di più induce a mentire anche il suo Cancelliere, Mons. Antonicelli.
Del resto già in altra occasione il Card. Wuerl aveva chiaramente mentito. A seguito di un evento moralmente inaccettabile autorizzato dalle autorità accademiche della Georgetown University, avevo richiamato l’attenzione del suo Presidente Dr. John DeGioia, indirizzandogli due successive lettere. Prima di inoltrarle al destinatario, per correttezza, ne consegnai personalmente copia al cardinale con una mia lettera di accompagnamento. Il cardinale mi disse che non ne era al corrente. Si guardò bene però di accusare ricevimento delle mie due lettere, contrariamente a quanto puntualmente era solito fare. Poi seppi che detto evento alla Georgetown aveva avuto luogo da sette anni. Ma il cardinale non ne sapeva nulla!
Il Card. Wuerl inoltre, ben sapendo dei continui abusi commessi dal Card. McCarrick e delle sanzioni impostegli da papa Benedetto, trasgredendo l’ordine del papagli permise di risiedere in un seminario in Washington D.C. Mise così a rischio altri seminaristi.
Il Vescovo Paul Bootkoski, emerito di Metuchen, e l’Arcivescovo John Myers, emerito di Newark, coprirono gli abusi commessi da McCarrick nelle loro rispettive diocesi e risarcirono due delle sue vittime. Non possono negarlo e devono essere interrogati perché rivelino ogni circostanza e responsabilità al riguardo.
Il Card. Kevin Farrell, intervistato recentemente dai media, ha anch’egli affermato di non avere avuto il minimo sentore degli abusi commessi da McCarrick. Tenuto conto del suo curriculum a Washington, a Dallas e ora a Roma, credo che nessuno possa onestamente credergli. Non so se gli sia mai stato chiesto se sapeva dei crimini di Maciel. Se dovesse negarlo, qualcuno forse gli crederebbe atteso che egli ha occupato compiti di responsabilità come membro dei Legionari di Cristo?
Del Card. Sean O’Malley mi limito a dire che le sue ultime dichiarazioni sul caso McCarrick sono sconcertanti, anzi hanno oscurato totalmente la sua trasparenza e credibilità.
Cardinal Seán
* * *
La mia coscienza mi impone poi di rivelare fatti che ho vissuto in prima persona, riguardanti papa Francesco, che hanno una valenza drammatica, che come vescovo, condividendo la responsabilità collegiale di tutti i vescovi verso la Chiesa universale, non mi permettono di tacere, e che qui affermo, disposto a confermarli sotto giuramento chiamando Dio come mio testimone.
Negli ultimi mesi del suo pontificato papa Benedetto XVI aveva convocato a Roma una riunione di tutti i Nunzi Apostolici, come avevano già fatto Paolo VI e S. Giovanni Paolo II in più occasioni. La data fissata per l’Udienza con il Papa era venerdì 21 giugno 2013. Papa Francesco mantenne questo impegno preso dal suo predecessore. Naturalmente anch’io venni a Roma da Washington. Si trattava del mio primo incontro con il nuovo papa eletto solo tre mesi prima dopo la rinuncia di papa Benedetto.
La mattina di giovedì 20 giugno 2013 mi recai alla Domus Sanctae Marthae, per unirmi ai miei colleghi che erano ivi alloggiatati. Appena entrato nella hall mi incontrai con il Card. McCarrick, che indossava la veste filettata. Lo salutai con rispetto come sempre avevo fatto. Egli mi disse immediatamente con un tono fra l’ambiguo e il trionfante: “Il Papa mi ha ricevuto ieri, domani vado in Cina”.
 Allora nulla sapevo della sua lunga amicizia con il Card. Bergoglio e della parte di rilievo che aveva giocato per la sua recente elezione, come lo stesso McCarrick avrebbe successivamente rivelato in una conferenza alla Villanova University ed in un’intervista al Catholic National Reporter, né avevo mai pensato al fatto che aveva partecipato agli incontri preliminari del recente conclave, e al ruolo che aveva potuto avere come elettore in quello del 2005. Non colsi perciò immediatamente il significato del messaggio criptato che McCarrick mi aveva comunicato, ma che mi sarebbe diventato evidente nei giorni immediatamente successivi.
Il giorno dopo ebbe luogo l’Udienza con papa Francesco. Dopo il discorso, in parte letto e in parte pronunciato a braccio, il papa volle salutare uno ad uno tutti i Nunzi. In fila indiana, ricordo che io rimasi fra gli ultimi. Quando fu il mio turno, ebbi appena il tempo di dirgli “sono il Nunzio negli Stati Uniti”, che senza alcun preambolo mi investì con tono di rimprovero con queste parole: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati! Devono essere dei pastori!” Naturalmente non ero in condizione di chiedere spiegazioni sul significato delle sue parole e per il modo aggressivo con cui mi aveva apostrofato. Avevo in mano un libro in portoghese che il Card. O’Malley mi aveva consegnato per il papa qualche giorno prima, dicendomi “così ripassa il portoghese prima di andare a Rio per la Giornata Mondiale della Gioventù”. Glielo consegnai subito liberandomi così da quella situazione estremamente sconcertante e imbarazzante.
Al termine dell’Udienza il papa annunziò: “Chi di voi domenica prossima è ancora a Roma è invitato a concelebrare con me alla Domus Sanctae Marthae”. Io naturalmente pensai di restare per chiarire quanto prima cosa il papa aveva inteso dirmi.
Domenica 23 giugno, prima della concelebrazione con il papa, chiesi a Mons. Ricca, che come responsabile della casa ci aiutava ad indossare i paramenti, se poteva chiedere al papa se nel corso della settimana seguente avrebbe potuto ricevermi. Come avrei potuto ritornare a Washington senza aver chiarito ciò che il papa voleva da me?

Fabián Edgardo Marcelo Pedacchio Leániz known as “Pedacchio”
Terminata la Messa, mentre il p. salutava i pochi laici presenti, Mons. Fabian Pedacchio, il suo segretario argentino, venne da me e mi disse: “Il papa mi ha detto di chiederle se lei è libero adesso!” Naturalmente gli risposi che ero a disposizione del papa e che lo ringraziavo per ricevermi subito. Il papa mi condusse al primo piano nel suo appartamento e mi disse: “Abbiamo 40 minuti prima dell’Angelus”.
Iniziai io la conversazione, chiedendo al papa che cosa avesse inteso dirmi con le parole che mi aveva rivolto quando l’avevo salutato il venerdì precedente. Ed il papa, con un tono ben diverso, amichevole, quasi affettuoso, mi disse: “Sì, i Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra come l’arcivescovo di Filadelfia, (il papa non mi fece il nome dell’arcivescovo) devono essere dei pastori; e non devono essere di sinistra – ed aggiunse, alzando tutte e due le braccia – e quando dico di sinistra intendo dire omosessuali”. Naturalmente mi sfuggì la logica della correlazione fra essere di sinistra e essere omosessuali, ma non aggiunsi altro.
Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento. Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il card. McCarrick com’è?”. Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no.
Rientrato a Washington tutto mi divenne molto chiaro, grazie anche ad un nuovo fatto accaduto solo pochi giorni dopo il mio incontro con papa Francesco. Alla presa di possesso della diocesi di El Paso da parte del nuovo vescovo Mark Seitz il 9 luglio 2013 inviai il primo Consigliere, Mons. Jean-François Lantheaume, mentre io quel medesimo giorno andai a Dallas per un incontro internazionale di Bioetica. Di ritorno, Mons. Lantheaume mi riferì che a El Paso aveva incontrato il Card. McCarrick, il quale, presolo in disparte, gli aveva detto quasi le stesse parole che il papa aveva detto a me a Roma: I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra, devono essere dei pastori…”. Rimasi esterrefatto! Era perciò chiaro che le parole di rimprovero che papa Francesco mi aveva rivolto quel 21 giugno 2013 gli erano state messe in bocca il giorno prima dal card. McCarrick. Anche la menzione da parte del papa “non come l’arcivescovo di Filadelfia” conduceva a McCarrick, perché fra i due c’era stato un forte diverbio a riguardo dell’ammissione alla comunione dei politici favorevoli all’aborto: McCarrick aveva manipolato nella sua comunicazione ai vescovi una lettera dell’allora Card. Ratzinger che proibiva di dare loro la comunione. Di fatto poi sapevo quanto certi cardinali come Mahony, Levada e Wuerl, fossero strettamente legati a McCarrick, avessero osteggiato le nomine più recenti fatte da papa Benedetto, per sedi importanti come Filadelfia, Baltimora, Denver e San Francisco.
Non contento della trappola che mi ha aveva teso in 23 giugno 2013 chiedendomi di McCarrick, solo qualche mese dopo, nell’udienza che mi concesse il 10 ottobre 2013, papa Francesco me ne pose una seconda, questa volta a riguardo di un suo secondo protetto, il Card. Donald Wuerl. Mi chiese: Il Card. Wuerl com’è, buono o cattivo?” “Santo Padre – gli risposi – non le dirò se è buono o cattivo, ma le riferirò due fatti”. Sono quelli a cui ho già sopra accennato, che riguardano la noncuranza pastorale di Wuerl per le deviazioni aberranti alla George Town University e l’invito da parte dell’arcidiocesi di Washington a giovani aspiranti al sacerdozio ad un incontro con McCarrick! Anche questa seconda volta il papa non manifestò alcuna reazione.
Era poi evidente che a partire dalla elezione di papa Francesco McCarrick, ormai sciolto da ogni costrizione, si era sentito libero di viaggiare continuamente, di dare conferenze e interviste. In un gioco di squadra con il Card. Rodriguez Maradiaga era diventato il kingmaker per le nomine in Curia e negli Stati Uniti ed il consigliere più ascoltato in Vaticano per i rapporti con l’amministrazione Obama. Così si spiega che come membri della Congregazione per i Vescovi il papa sostituì il Card. Burke con Wuerl e vi nominò immediatamente Cupich fatto subito cardinale. Con tali nomine la Nunziatura a Washington era ormai fuori gioco per la nomina dei vescovi. Per giunta, nominò il brasiliano Ilson de Jesus Montanari – il grande amico del suo segretario privato argentino Fabian Pedacchio – Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi e Segretario del Collegio dei Cardinali, promuovendolo in un sol balzo da semplice officiale di quel dicastero ad Arcivescovo Segretario. Cosa mai vista per un incarico così importante!
Le nomine di Blaise Cupich a Chicago e di William Tobin a Newark sono state orchestrate da McCarrick, Maradiaga e Wuerl, uniti da un patto scellerato di abusi del primo e quantomeno di coperture di abusi da parte degli altri due. I loro nominativi non figuravano fra quelli presentati dalla Nunziatura per Chicago e per Newark.
Di Cupich non può certo sfuggire l’ostentata arroganza e sfrontatezza nel negare l’evidenza ormai palese a tutti: che cioè l’80% degli abusi riscontrati è stato nei confronti di giovani adulti da parte di omosessuali in rapporto di autorità verso le loro vittime.
Nel discorso che fece alla presa di possesso della sede di Chicago, a cui ero presentecome rappresentante del papa, Cupich disse, come battuta di spirito, che certo non ci si doveva aspettare dal nuovo arcivescovo che camminasse sulle acque. Sarebbe forse sufficiente che fosse capace di restare con i piedi per terra e che non cercasse di capovolgere la realtà, accecato dalla sua ideologia pro gay, come ha affermato in una recente intervista ad America. Ostentando la sua particolare competenza in materia essendo stato Presidente del Committee on Protection of Children and Young People della USCCB, ha asserito che il problema principale nella crisi degli abusi sessuali da parte del clero non è l’omosessualità e che affermarlo è solo un modo per distogliere l’attenzione dal vero problema che è il clericalismo.
A sostegno di questa sua tesi, Cupich ha fatto “stranamente” riferimento ai risultati di una ricerca fatta nell’apice della crisi di abusi sessuali nei confronti di minori dell’inizio degli anni 2000, mentre ha ignorato “candidamente” che i risultati di quell’indagine furono totalmente smentiti dai successivi Rapporti indipendenti del John Jay College of Criminal Justice del 2004 e del 2011, in cui si concludeva che nei casi di abusi sessuali l’81% delle vittime erano maschi. Infatti, P. Hans Zollner, S.J., Vice-Rettore della Pontificia Università Gregoriana, presidente del Centre for Child Protection, Membro della Pontificia Commissione per la Protezione dei minori, ha recentemente dichiarato al giornale La Stampa, che “nella maggior parte dei casi si tratta di abusi omosessuali”.
Anche la nomina poi di McElroy a San Diego fu pilotata dall’alto, con un ordine perentorio cifrato, a me come Nunzio, dal Card. Parolin: “Riservi la sede di San Diego per McElroy”. Anche McElroy ben sapeva degli abusi commessi da McCarrick, come risulta da una lettera indirizzatagli da Richard Sipe il 28 luglio 2016.
A questi personaggi sono strettamente associati individui appartenenti in particolare all’ala deviata della Compagnia di Gesù, purtroppo oggi maggioritaria, che già era stata motivo di gravi preoccupazioni per Paolo VI e per i successivi pontefici. Basti solo pensare a P. Robert Drinan, S.J., eletto quattro volte alla Camera dei Rappresentanti, accanito sostenitore dell’aborto, o a P. Vincent O’Keefe, S.J., fra i principali promotori del documento The Land O’ Lakes Statement del 1967, che ha gravemente compromesso l’identità cattolica delle Università e dei Collegi negli Stati Uniti. Si noti che anche McCarrick, allora Presidente dell’Università cattolica del Portorico, partecipò a quell’infausta impresa così deleteria per la formazione delle coscienze della gioventù americana, strettamente associato com’era all’ala deviata dei Gesuiti.
  1. James Martin, S.J., osannato dai personaggi sopra menzionati, in particolare da Cupich, Tobin, Farrell e McEnroy, nominato Consultore del Dicastero per le Comunicazioni, noto attivista che promuove l’agenda Lgbt, prescelto per corrompere i giovani che si raduneranno prossimamente a Dublino per l’Incontro mondiale delle Famiglie, non è se non un triste recente esemplare di quell’ala deviata della Compagnia di Gesù.
P. F. ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti.
In ogni caso, il papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliere insieme con Maradiaga.
Quest’ultimo si sente così sicuro della protezione del papa che può cestinare come “pettegolezzi” gli appelli accorati di decine di suoi seminaristi, che trovarono il coraggio di scrivergli dopo che uno di loro aveva cercato di suicidarsi per gli abusi omosessuali nel seminario.
Ormai i fedeli hanno ben capito la strategia di Maradiaga: insultare le vittime per salvare se stesso, mentire ad oltranza per coprire una voragine di abusi di potere, di cattiva gestione nell’amministrazione dei beni della Chiesa, di disastri finanziari anche nei confronti di intimi amici, come nel caso dell’ambasciatore dell’Honduras Alejandro Valladares, già Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.
Nel caso del già vescovo ausiliare Juan José Pineda, dopo l’articolo apparso sul settimanale L’Espresso nel febbraio scorso, Maradiaga aveva dichiarato al giornale Avvenire: «È stato il mio vescovo ausiliare Pineda a chiedere la visita, in modo da “pulire” il suo nome a seguito di molte calunnie di cui è stato oggetto». Ora, di Pineda si è pubblicato unicamente che le sue dimissioni sono state semplicemente accettate, facendo così sparire nel nulla qualsiasi eventuale responsabilità sua e di Maradiaga.
In nome della trasparenza dal papa tanto conclamata, si renda pubblico il rapporto che il Visitatore, il vescovo argentino Alcides Casaretto, ha consegnato più di un anno fa solo e direttamente al papa.
Infine, anche la recente nomina a Sostituto dell’Arcivescovo Edgar Peña Parra ha una connessione con l’Honduras, cioè con Maradiaga. Peña Parra infatti dal 2003 al 2007 ha prestato servizio presso la Nunziatura di Tegucigalpa in qualità di Consigliere. Come Delegato per le RR.PP. mi erano pervenute informazioni preoccupanti a suo riguardo.
In Honduras si sta per ripetere uno scandalo immane come quello in Cile. Il papa difende ad oltranza il suo uomo, il Card. Rodriguez Maradiaga, come aveva fatto in Cile con il vescovo Juan de la Cruz Barros, che lui stesso aveva nominato vescovo di Osorno, contro il parere dei vescovi cileni. Prima ha insultato le vittime degli abusi, poi solo quando vi è stato costretto dal clamore dei media, dalla rivolta delle vittime e dei fedeli cileni ha riconosciuto il suo errore e si è scusato, pur affermando che era stato mal informato, provocando una situazione disastrosa nella Chiesa in Cile, ma continuando a proteggere i due cardinali cileni Errazuriz e Ezzati.
....
Anche nella triste vicenda di McCarrick, il comportamento di papa Francesco non è stato diverso. Sapeva perlomeno dal 23 giugno 2013 che McCarrick era un predatore seriale. Pur sapendo che era un corrotto, lo ha coperto ad oltranza, anzi ha fatto suoi i suoi consigli non certo ispirati da sane intenzioni e da amore per la Chiesa. Solo quando vi è stato costretto dalla denuncia di un abuso di un minore, sempre in funzione del plauso dei media, ha preso provvedimenti nei suoi confronti per salvare la sua immagine mediatica.
Ora negli Stati Uniti è un coro che si leva specialmente dai fedeli laici, a cui ultimamente si sono uniti alcuni vescovi e sacerdoti, che chiedono che tutti quelli che hanno coperto con il loro silenzio il comportamento criminale di McCarrick o che si sono serviti di lui per fare carriera o promuovere i loro intenti, ambizioni e il loro potere nella Chiesa si devono dimettere.
Ma ciò non sarà sufficiente per sanare la situazione di gravissimi comportamenti immorali da parte del clero, vescovi e sacerdotiOccorre proclamare un tempo di conversione e di penitenza. Occorre ricuperare nel clero e nei seminari la virtù della castità. Occorre lottare contro la corruzione dell’uso improprio delle risorse della Chiesa e delle offerte dei fedeli.
Occorre denunciare la gravità della condotta omosessuale. Occorre sradicare le reti di omosessuali esistenti nella Chiesa, come ha recentemente scritto Janet Smith, Professoressa di Teologia Morale nel Sacred Heart Major Seminary di Detroit. “Il problema degli abusi del clero – ha scritto – non potrà essere risolto semplicemente con le dimissioni di alcuni vescovi, né tanto meno con nuove direttive burocratiche. Il centro del problema sta nelle reti omosessuali nel clero che devono essere sradicate”. 
Queste reti di omosessuali, ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, ecc., agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra e stritolano vittime innocenti, vocazioni sacerdotali e stanno strangolando l’intera Chiesa.
Imploro tutti, in particolare i Vescovi, a rompere il silenzio per sconfiggere questa cultura di omertà così diffusa, a denunciare ai media ed alle autorità civili i casi di abusi di cui sono a conoscenza.
Ascoltiamo il messaggio più potente che ci ha lasciato in eredità S. Giovanni Paolo II: Non abbiate paura! Non abbiate paura! (CLICCA QUI) 
Beato Giovanni Paolo II
Papa Benedetto nell’omelia dell’Epifania del 2008 ci ricordava che il disegno di salvezza del Padre si è pienamente rivelato e realizzato nel mistero della morte e risurrezione di Cristo, ma richiede di essere accolto dalla storia umana, che rimane sempre storia di fedeltà da parte di Dio e purtroppo anche di infedeltà da parte di noi uomini.
La Chiesa, depositaria della benedizione della Nuova Alleanza, siglata nel sangue dell’Agnello, è santa ma composta di peccatori, come scrisse Sant’Ambrogio: la Chiesa è “immaculata ex maculatis”, è santa e senza macchia pur essendo composta nel suo itinerario terreno da uomini macchiati di peccato.
Voglio ricordare questa verità indefettibile della santità della Chiesa ai tanti che sono rimasti così profondamente scandalizzati dagli abominevoli e sacrileghi comportamenti del già arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, dalla grave, sconcertante e peccaminosa condotta di papa Francesco e dall’omertà di tanti pastori, e che sono tentati di abbandonare la Chiesa deturpata da tante ignominie.
P. F. all’Angelus di domenica 12 agosto 2018 (CLICCA QUI) ha pronunciato queste parole: “Ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto… Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene”.
Se questa giustamente è da considerarsi una grave responsabilità morale per ogni fedele, quanto più grave lo è per il supremo pastore della Chiesa, il quale nel caso di McCarrick non solo non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare nella loro azione di distruzione della Chiesa!
F. sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo.
In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro.

https://ilbenevincera.wordpress.com/2018/08/26/testimonianza-di-mons-carlo-maria-vigano-testo-integrale/
*******