martedì 27 aprile 2021

lunedì 26 aprile 2021

UN DONO. PER TE. UN DONO GRANDE

 


Presentazione della Mistica Justine Klotz

Sono p. Hubert Hintermaier, nato nel 1946, sacerdote della Diocesi di

Regensburg, e sono una vocazione adulta, consacrato sacerdote nel 1977.

È per me un onore e una gioia poter esprimere alla Chiesa la grande

considerazione che nutro per la Mistica tedesca Justine Klotz, per la sua vita di

sofferenza ed espiazione, per gli scritti che lei ci ha trasmesso e per l’Alleanza di

Donazione che Gesù ci chiede di formare.

In questa presentazione propongo solo qualche parola per poter accogliere

confiducia e gratitudine il contenuto di questo fascicoletto: Misteri di na Madre,

com’era e com’è.


La signora Justine Klotz

Nel 1971 ho conosciuto la signora Justine Klotz e i sacerdoti che la

frequentavano. Da allora, mi sono dedicato senza interruzione allo studio e

alla diffusione degli scritti che ci furono trasmessi e a farli tradurre in altre

lingue. Spesso mi confrontavo con lei, ma soprattutto con il Decano p. Josef

Schneider di Glonn. A lei, il Decano potè dedicare gran parte del proprio

servizio sacerdotale, sia come sacerdote e confessore che come guida spirituale,

in adempimento alle indicazioni “Decreto sul Ministero e la vita dei Presbiteri”

che nel 2. capitolo é consiglia: “I sacerdoti abbiano a cuore il riconoscimento

dei carismi e li sostengano, ove essi risultino utili alla vita di fede del popolo”,

una funzione eccelsa.

Padre Schneider ben poté comprendere tale responsabilità ed egli, in Cristo,

per Cristo e con Cristo, fu certamente a servizio della Parrocchia, di Glonn

ed anche di mamma Justine. Un mandato che rende il sacerdote partecipe

“dell’autorità con la quale Gesù Cristo, mediante il suo Spirito guida la Chiesa,

ministro della salvezza del popolo di Dio, della loro felicità, nella preghiera e

nello “stare a cuore a cuore” con lui.”

Molto significativa l’Omelia funebre per Justine Klotz (anch’essa in

Appendice), durante la quale p. Schneider disse, tra le altre cose: “Andandomene

da lei, dove averla incontrata, sempre mi sentivo arricchito per l’esperienza della

grande Misericordia di Dio, che lei mi trasmetteva… Io sono anche del parere,

miei cari cristiani, che con il funerale di oggi gli atti su questa vita della Signora

Klotz non siano completi.”

Anch’io sono stato – e lo sono ancora – profondamente toccato dalla

persona e dal lascito di questa Mistica. Essendo inoltre uno degli ultimi sacerdoti

viventi ad averla conosciuta, seppur negli ultimi 15 anni della sua vita, desidero

continuare quanto già avviato insieme ad altri sacerdoti: la diffusione e la stampa

di opuscoli e libri, preghiere e meditazioni, proponendo sia l’insegnamento della

Chiesa che meditazioni ricavate dalle rivelazioni celesti di cui Justine Klotz fu

destinataria. Penso che, come ricordava Papa Benedetto XVI nella Verbum

Domini, occorra “….aiutare i fedeli a distinguere bene la Parola di Dio dalle

rivelazioni private il cui ruolo non è quello... di ‘completare’ la Rivelazione

definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata

epoca storica”.

La sua vita di sofferenza ed espiazione

Justine fu una grande anima espiatrice. Il cammino di quest’espiazione ebbe

inizio nel 1915, allorché - ai piedi del crocifisso nel suo soggiorno - visse nel

proprio essere l’amore del Redentore. Si sentì come annientata nella propria

anima e pensò di dover morire. In tal sentire, ella mormorò:

“O Salvatore, solo per Te, solo per te!”.

Questo desiderio della sua anima fu accolto da Gesù e soddisfatto. E davvero

ella fu veramente e profondamente provata dall’espiazione, per tutta la vita; lei

offrì tale povertà della sua anima per le anime dei defunti, per i sacerdoti, per

la Chiesa.

Voglio qui aggiungere solo una testimonianza - parole di Gesù - a riguardo

di tale sofferenza: “Ci sono tanti spiriti fastidiosi che circondano le persone,

emessi dall’inferno. Figlia, ti hanno aggredita per confonderti ed impaurirti, fino

a morirne. Volevano farti saltare il cervello, per piegarti… ogni volta rimbalzano.

È divenuta una grande espiazione. Compi tutto per i sacerdoti. Tutto è affluito

nel calice della fiducia. Grazie a tale espiazione, io ti preannuncio aiuto per essi

(i sacerdoti), tanto fu profonda la tua sofferenza.

Questo il diavolo non poté capirlo, grazie alla tua donazione. La tua anima era

oppressa fino all’estremo. Sopra di te sono passati tutti insieme tanti nuvoloni,

come spesso. Io ho visto la tua pietà per le anime provate dei sacerdoti, perciò

questa miseria, che tu hai vissuto… È un duro cammino di donazione. È per la

8

Chiesa. Dio ti ha dato molta grazia, per poter affrontare tutto questo. Dio è la

tua salvezza. Lui provvede a vigilare su di te.”

Gli scritti “Dio parla all’anima”

Le parole che lei ci ha trasmesso non erano certamente rivolte soltanto a lei

o ad anime particolarmente pie. Sono segno dell’Amore divino che soccorre,

misericordioso, tutti i suoi figli. Gesù le chiarì, una volta: “Dio parla all’anima,

e questo significa: ad ognuno”, perciò tali sue parole sono state utilizzate come

sopratitolo per tutte le pubblicazioni: “DIO PARLA ALL’ANIMA.”

Mi permetto qui testimoniare, alla luce della mia esperienza di sacerdote,

che tutti gli scritti trasmessi da Justine Klotz sono autentici: le parole e il

contenuto di questi messaggi sono conformi al Vangelo, sono coerenti con

gli insegnamenti della Chiesa e conducono le persone ad approfondire la

fede cattolica. In particolare, le persone che li hanno letti, sentono di essere

veramente figli dell’Amore divino, d’essere destinatari della sua Misericordia

infinita, profondamente amati da Dio. I frutti buoni sono la volontà di amare

il Signore e il rafforzato impegno a vivere una vita virtuosa, soprattutto per

quanto riguarda l’amore al prossimo, l’amore verso coloro che non credono e

non praticano la fede, per coloro le cui azioni sono dannose per noi e per la

società. Un riconoscimento ecclesiale delle parole da lei trasmesse é avvenuto

finora solo in due momenti:

1. Il Prelato Bernhard Egger, per conto del Vicario Capitolare di München-

Freising, con lo Scritto del 6.8.1976 (GV Nr. 4536/76/1°; E Nr 2163) rispose

a Padre Karl Maria Harrer, che inizialmente aveva richiesto l’Imprimatur per

il volume dedicato al Sacramento della Confessione: “Ella può sicuramente

far stampare gli scritti suddetti, poiché essi sono certamente conformi

all’Insegnamento della Chiesa, per quanto attiene la fede.”.

Il Prelato precisò che “..l’Imprimatur non é necessario (per gli scritti

presentati) poiché, secondo le direttive del Concilio Vaticano II, esso è richiesto

solo per le pubblicazioni didattiche, le traduzioni della Bibbia e dei libri liturgici.”.

È certamente significativo che il Decano Josef Schneider e padre Karl Maria

Harrer, in data 1.11.1986, a due anni dalla morte di Justine Klotz, abbiano

deciso di completare la serie delle 8 pubblicazioni “Dio parla all’anima”, dando

alle stampe un ulteriore libro, riepilogativo dei principali Messaggi trasmessi alla

Mistica.


2. L’Imprimatur relativamente alla “Preghiera dell’Atto d’amore”, rilasciato

con mia gran gioia il 29.11.2013 dal Vicariato di Roma.

Segnalo inoltre la tesi di dottorato “Segni di una vera e falsa mistica”,

nella quale un sacerdote ha evidenziato in Justine i segni di una vera Mistica,

soprattutto la sua fedeltà e la sua obbedienza alla Chiesa. Soddisfare a questo,

fu sempre per lei un aiuto e una protezione. La parola del confessore era per lei

guida e chiarimento.

La preghiera dell’Atto d‘amore

Gesù ha trasmesso a Justine molte preghiere, tra cui l’Atto d’amore:

<< Gesù, Maria, Vi amo! Salvate le anime dei sacerdoti, salvate anime,

Ve lo chiediamo supplichevoli, e concedeteci di poter ripetere

quest’Atto d’amore mille volte, ad ogni respiro,

ad ogni palpito del cuore. >>

(Imprimatur Uff. Liturgico Roma, 29.11.2013)

Attraverso l’Atto d’amore ciascuno può supplicare ed ottenere dalla

Misericordia di Dio la salvezza di migliaia di anime, ad ogni respiro, ad ogni

battito del cuore. È la promessa di Gesù, ottenuta dalla Vergine Maria.

(Gesù): “Cominciate sempre la giornata con l’Atto d’amore e finitela allo

stesso modo!... La parola “mille” ve la do in dono. Mai è stato così. Pensateci!

È un dono d’Amore della Mia anima divina... Comincia tu, con coraggio!

Aggiungici sempre il “mille”! Voi non vi rendete conto di ciò che fate.... Questo

Amore sarà il respiro di ogni anima. Per esso, aprirò nuovamente molti cuori

già irrigiditi. L’umanità è sprofondata molto in basso, solo la mia Misericordia

la può ancora salvare. Per questo ho dato l’Atto d’amore…pregalo se possibile,

in ginocchio.

Per prima cosa l’Atto d’amore e non addormentatevi senza di esso! È un

dono grande ad ogni anima. La vittoria di mia Madre.… Figlia, Io ti parlo per

aiutare gli altri. Dammi sempre il tuo cuore, vi metto accanto il mio, insieme,

per la Madre. Lei può ottenere tutto, per l’anima ed il cuore. Talmente lei si è

donata al mio Amore...

È sempre un atto di consacrazione al mio Amore: come una Messa solenne.

Gli angeli vi sono sempre presenti.…Spesso ci sono anche angeli degli ordini

più elevati.”


Alleanza de Donazione

Importantissimo è anche l’invito di Gesù: “Stringetevi insieme in un’Alleanza

di Donazione! Formate una Comunità: Aiuto per tutti. Occupatevi dell’anima

con una donazione totale! Si deve imparare l’amore da me ...”.

Ma quali sono le condizioni più importanti per far parte della Comunità

“Alleanza di Donazione” ?

Le condizioni per appartenervi riflettono, punto per punto, il desiderio di

Gesù di aiutare, ancor più efficacemente, i fratelli e le sorelle mediante una

approfondita vita spirituale personale, in particolare con la preghiera e la vita

sacramentale, guidati in tutto da Maria, per tutte le anime ed insieme a tutte le

anime.!

Qui di seguito, in breve, le regole più importanti per chiunque voglia far parte

della Comunità:


1. Santa Confessione frequente per ottenre grazia per noi e per tutte le

anime. Gesù dice: “Nel Sacramento della Confessione l’anima viene sempre

ridonata come nuova al Padre. Ciò che uno fa lo fanno tutti! Così grande è questo

Sacramento! Si dice: ‘Spostare montagne!’ Quando vi accostate al confessionale il

Padre vede sempre Me arrivare. Come ho guadagnato questo amore! Sono valori

eterni, immensi, non ci possono essere confini. Ho amato questo amore, ad ogni

respiro!

Ogni volta che il sacerdote solleva la mano, scorre un fiume di Sangue verso

le anime. Tanto n’è scorso nella sua mano attraverso il Sacramento. Solo Dio

l’ha visto. È stato l’Amore di entrambe le parti. Una nuova conquista! Dio vi ha

collegati a molti che non lo possono, o che non lo fanno più.”


2. Santa Comunione frequente, se possibile quotidianamente, .affidandola

al cuore della Madre affinché essa la doni anche ai fratelli bisognosi: “Non

chiudeteMi stretto nel vostro cuore! PoneteMi nel cuore di Mia Madre e seguitela

segretamente di anima in anima... Ho detto: Venite a me! Portatemi i deboli, i

tardi, i creduti morti! Lasciateli partecipare alla Mensa e la Vita traboccherà!”


3. Consacrazione a Maria, per vivere e trasmettere l’amore di Dio agli uomini:

ripetere di continuo l’atto di consacrazione di sè e del prossimo alla Madre del

Signore, in profonda unione interiore, in ogni nostro fare, con la Madre celeste.

Gesù disse: “Fa’ tutto con Lei, niente senza di Lei!”


4. Preghiera dell’Atto d’amore, ad ogni respiro, ad ogni palpito, come chiesto

da Gesù per essere nella divina volontà. Ogni preghiera, ma in partciolare questa,

ci rende Atto d’amore vivente. Gesù ha promesso la salvezza di migliaia di

anime durante la giornata di ognuno di noi, grazie alla Sua infinita Misericordia!

Preghiamo così:

Gesù, Maria, Vi amo! Salvate le anime dei sacerdoti, salvate le anime. Ve lo

chiediamo supplichevoli e concedeteci di poter ripetere quest’Atto d’amore mille

volte ad ogni respiro, ad ogni palpito del cuore. (Imprimatur 26/2013, Vicariato

di Roma).


5. Coltivare la buona intenzione, i buoni propositi. - In ogni preghiera,

anche in ogni nostro fare, dev’essere sempre vigile e rinnovata la nostra buona

intenzione di vivere nella divina volontà, di pregare e di fare il bene, (naturalmente

anche il nostro dovere quotidiano), per tutte le anime e per conto di tutte le anime:

chi prega ama, chi ama salva.


6. Ripetere col cuore giaculatorie e preghiere, per essere in unione d’amore

con Dio e il prossimo, come suggerisce Gesù attraverso Justine:

“Gesù Mio, Misericordia!” - “Gesù, io respiro d’Amore per Te!” -“Gesù, Ti

a mo con questa preghiera, con questo lavoro!… Ti amo nel sonno!… Tutto il

giorno il mio pensiero è d’Amore per Te!” - Come insegna il Santo Curato d’Ars,

cercare di essere in unione d’amore con Dio e il prossimo: “Signore mio, se anche

la mia lingua non può dire che ti ama, ad ogni istante, voglio che io mio Cuore ti

ami ad ogni respiro.” (S. Curato d’Ars, 1786 -1859).


7. Vita virtuosa - Accostiamoci sovente ai Sacramenti, fonte di grazia

santificante, a cui fanno corona le virtù infuse e i doni dello Spirito Santo. Amate il

prossimo: “Evitate l’ira verso quelli che non si trovano a posto, amate le anime di

coloro che non credono, che non sono praticanti, che forse oggi creano addirittura

problemi.” Gesù le nomina tutte nella categoria “che non si trovano a posto! ...”.

Con tutto il cuore e con profonda convinzione, ringrazio dunque il

Signore della testimonianza di vita evangelica che Justine, nella preghiera, nel

nascondimento e nelle tante sofferenze, ha potuto vivere: una vita certamente

da ricordare ed imitare.


Ringrazio il Signore per le parole che ci ha trasmesso, per la preghiera “Atto

d’amore”, per l’Alleanza di Donazione, che Egli ci ha chiesto di formare.

Ci auguriamo che tutti ne abbiano giovamento, per amare il Signore e il

fratello. secondo il Suo invito, in una “Donazione totale! Si deve imparare

l’Amore da Me ...”.

Con grande riconoscenza, vi benedico, vi ricordo nelle S. Messe.

Sac. Hubert Hintermaier - Altötting (Baviera)


PER UNA OPPORTUNISSIMA VISITA :  https://docplayer.it/105118032-Dio-parla-all-anima-rivelazioni-del-cielo-alla-mistica-tedesca-justine-klotz-estratti-dai-fascicoli-1-8.html

https://preghieraattodamore.wordpress.com/breve-biografia-della-mistica-justine-klotz/

AMDG et DVM


domenica 25 aprile 2021

I tesori di Cornelio A Lapide: CIELO

I tesori di Cornelio A Lapide: CIELO: 1. Il cielo è il capolavoro di Dio. — 2. Differenza tra il cielo e la terra. — 3. Il cielo è la vera patria. — 4. Bellezze e ricchezze del c...

sabato 24 aprile 2021

“ Non ha detto: senza di me potete fare poco. Sia il poco sia il molto, non si può farlo comunque senza di lui, poiché senza di lui non si può far nulla”.

 


Giovanni 15: 1-7: 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Io sono la vera vite; e mio padre è l'agricoltore. 
Ogni tralcio che è in me, che non porta frutto, lo toglierà; e ogni tralcio che porta frutto, lo purificherà, affinché produca più frutto. 
Ora sei puro per la parola che ti ho detto. Rimani in me e io in te. 
Come il tralcio non può portare frutto da solo, a meno che non dimori nella vite, così nemmeno voi potete, a meno che non rimaniate in me. 
Io sono la vite: voi i tralci: chi dimora in me e io in lui porta molto frutto: perché senza di me non potete fare nulla. 
Se qualcuno non dimora in me, sarà gettato via come un tralcio e appassirà, lo raccoglieranno, lo getteranno nel fuoco ed egli brucerà. 
Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, chiedete tutto ciò che volete e vi sarà fatto.

R. Lode a Te, o Cristo.
S. Con le parole del Vangelo possano i nostri peccati essere cancellati.




 
Gesù, la vera vite
(Giovanni 15, 1-8)
 

COMMENTO e RIFLESSIONE di Osvaldo Murdocca

Commento – Nel brano ascoltato, Gesù ci invita a essere suoi discepoli cioè ad ascoltare la sua parola e metterla in pratica perché solo così i suoi discepoli possono vivere il loro tempo in Cristo cioè “rimanere in lui”. 

Gesù si paragona alla vite e
paragona i suoi discepoli ai tralci della vite. Solo rimanendo uniti a Cristo, come i
tralci sono uniti alla propria vite, i suoi discepoli possono “portare frutto” cioè
diffondere la parola di Dio con la testimonianza dello Spirito di Amore di Cristo.

Se colui che si ritiene un discepolo di Cristo non rimane unito a Cristo, non è
un cristiano, non può portare frutto e, come il tralcio che non porta frutto viene
gettato via e bruciato, così sarà per quel falso discepolo che verrà ”gettato via “. 

Se, invece, il discepolo “porta frutto” sarà cioè un vero testimone della parola di Cristo,
qualunque cosa egli chiederà al Padre verrà esaudita e la sua testimonianza porterà
gloria al Padre.

Riflessione – Il messaggio che traspare dal brano è, come detto nel commento,
un invito a vivere cristianamente, a imitazione di Cristo, rimanendo unito a lui, per
poter contribuire alla salvezza dell’uomo.

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ALTRI COMMENTI

Dal MESSALINO 1
– Tutti abbiamo sperimentato cosa succede quando non
restiamo attaccati al Signore come i tralci alla vite. 

Per questo, stare uniti a lui non è
un lusso spirituale di qualche cristiano con la coscienza un po’ più sensibile, ma è una
necessità indispensabile per tutti. 

Ci si può chiedere in qual modo ciascun cristiano
sia vitalmente unito al suo Signore e quali siano i frutti di tale unione. 
La risposta
alle due domande sta tutta in tre parole: fede, speranza e carità. 

La fede è quella di chi
crede in lui, si fida di lui e perciò s’impegna a vivere come lui insegna. 

La speranza è quella di chi vede in lui il senso e il valore della propria vita, presente e futura. 

La carità è quella di chi, consapevole di quanto egli ci ami, contraccambia tanto amore
amando il prossimo. 

La fede porta a pregare e accogliere i suoi doni, espressi
anzitutto nei sacramenti: basti pensare all’Eucaristia in cui, con la Comunione, il “chi
rimane in me, e io in lui” prende addirittura evidenza fisica. 

La speranza porta a valutare tutto nella prospettiva del “ rimanere in lui” definitivo. 

La carità produce i frutti che dal “rimanere in lui” sono generati.


3
Dal foglio “La Domenica” del 18.5.2003 – 
Tutti noi cristiani, in quanto
battezzati, facciamo parte del Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Ma quale
contributo diamo, realmente, per la costruzione e la diffusione del Regno di Dio sulla
terra? Il rischio, sempre reale, per alcuni, è quello di essere dei cristiani solo
anagraficamente, in quanto concretamente non fanno nulla o quasi per la comunità
cristiana a cui appartengono. 

Il brano evangelico di oggi si snoda attorno al
simbolismo della “vite” e sottolinea l’importanza, per tutti i cristiani, di “rimanere” in
Gesù, il quale afferma: “Io sono la vite, voi i tralci”. Il legame dei cristiani con Gesù
deve essere simile a quello che vi è tra la vite e i tralci. La fecondità di una comunità
cristiana dipende molto dalla relazione vitale che essa ha con Cristo. L’invito di
Gesù: “Rimanete in me e io in voi” viene meglio compreso quando dice: “Come il
tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi
se non rimanete in me” Dunque, solo a questa condizione, possiamo produrre nel
mondo frutti di fede, di bontà e di salvezza per noi e per i fratelli.

PREGA CON IL VANGELO
Signore Gesù, di domenica in domenica, vuoi far
crescere la nostra conoscenza nei tuoi confronti .
Ti sei presentato come pastore, luce, acqua.
Oggi ti manifesti come la vite, che alimenta i tralci, noi.
Tra la vite e i tralci c’è una comunione di vita.
Senza la vite i tralci muoiono.
Commenta Sant’Agostino: “ Non ha detto: senza di me
potete fare poco. Sia il poco sia il molto,
non si può farlo comunque senza di lui,
poiché senza di lui non si può far nulla”.
Fa’, o Signore, che io sia il tralcio, che unito a te,
vera vite, porta molto frutto.

Dal testo di Nestle-Aland 2
- Segue il commento dei versetti indicati di seguito:
- v.3 “Voi siete già puri”: la purificazione si opera essenzialmente con la fede nella
parola o nell’insegnamento di Gesù.
- v.4 “Rimanete in me e io in voi”: per l’uomo, rimanere significa tenersi attivamente
saldo a ciò che è stato fatto nel passato, comprenderlo nel presente e vedere il
futuro in funzione di esso; per Dio o per Gesù, invece, rimanere, esprime la
stabilità dei doni della salvezza accordati ai credenti.
- v.6 “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo
raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano”: come il tralcio infecondo è
tagliato e distrutto, così di fatto il discepolo infedele sarà tolto dalla comunità
di Cristo.


Dal testo di Angelico Poppi 3
- Con l’immagine espressiva della vite Gesù illustra la sua unità profonda con i discepoli. Nell’AT la vigna simboleggia il popolo d’Israele. 

Seguono i commenti dei versetti indicati di seguito:

- vv.1-2 “Io sono la vite vera”: è una formula di autorivelazione. L’agricoltore
palestinese durante l’inverno pota i tralci infruttuosi, in primavera toglie i
germogli inutili. Parimenti il Padre elimina chi non è unito vitalmente a Gesù e
monda, cioè purifica dal peccato, chi accoglie la sua parola.
- vv.3-5 La parola di Gesù è forza vitale che dona fecondità. I discepoli, accogliendo
la “verità” da lui rivelata, sono stati purificati dal peccato e, pertanto, non
subiscono la potatura del Padre, che riguarda gli increduli. Solo chi rimane
unito a Gesù in uno stato di amore reciproco porterà frutto. Chi si stacca da lui,
diventa sterile: “Senza di me non potete far nulla” (v.5).
- vv.6-8 Chi si stacca da Gesù, diventa come un tralcio arido, che viene bruciato con
il fuoco. I discepoli che rimarranno uniti a lui, serbando e interiorizzando la sua
parola, saranno sempre esauditi nella preghiera. Gesù ha glorificato il Padre
attuando il suo disegno di salvezza con l’adesione totale al suo volere; i
discepoli lo avrebbero glorificato rimanendo uniti nell’amore del Cristo e
prolungando la sua missione redentrice nel mondo.

INVITO AL SALMO – Il salmo suggerito per la meditazione è:
- il salmo 22 (21) – indicazione biblica – o 21 (22) – indicazione liturgica. Questo
salmo è quello previsto dalla liturgia domenicale che ha come lettura del Vangelo il
brano appena trattato.

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1 Cfr Messalino”Sulla Tua Parola”, anno 4 n.21, maggio-giugno 2012, Editrice Shalom s.r.l., Camerata Picena (AN) 2012, pp.92-93.
2 Cfr. NESTLE-ALAND, Nuovo Testamento Greco-Italiano, Società Biblica Britannica & Forestiera, Roma 1996,p.300.
3 Cfr. A.POPPI, Sinossi e commento esegetico-spirituale dei quattro vangeli, Edizioni Messaggero, Padova 2004, p.580. 
AMDG et DVM