mercoledì 20 novembre 2019

L'incompresa Missione di Maria Valtorta e la cecità contro il grande dono d'amore di Gesù per questa Umanità



53.5
«Hai visto bene. Sono proprio Io, sul Monte delle Beatitudini, mentre spiego le Beatitudini e con esse le opere di Misericordia. Ah! quelle opere e quelle beatitudini che ho così ben
spiegato, e con esse i Dieci Comandamenti, all'Acqua Speciosa, per il bene di un gregge vastissimo di pecore ferite o sperse!5

Perché così lungo astio e cecità contro il mio grande dono
d'amore e contro il mio amatissimo strumento? Non è valsa, ad
ammonire i novelli miei nemici, la morte improvvisa dei sette?

Anima mia, mia violetta nascosta ma così olezzante d'amore, mia cisterna, mio granaio, mia sconosciuta grande apostola, se tu vedessi come soffro per questo contegno verso Me,
l'Opera e te! 

Ne soffro come soffrii per l'ingiusta, anzi per la
diabolica azione di Giuda di Keriot, per l'ingiusto processo
contro Me, Giusto perfetto, per il contegno del Popolo mio,
da Me sempre beneficato e che non mi volle, come non vuole
te, mia voce, luce, arma di bene per infinite anime».

5 I Quadernetti, 30 maggio 1953, ed. CEV.

AMDG et DVM

Fermiamoci ancora sull'eroica figura di santo STEFANO Protomartire

Santo Stefano Protomartire (Liturgia)

Risultato immagini per la più bella immagine di santo Stefano protomartire
Gesù e santo Stefano
San Pier Damiani apre il suo Discorso nella celebrazione  di Santo Stefano con le seguenti parole:
“Abbiamo ancora fra le braccia il Figlio della Vergine, e onoriamo con le nostre carezze l’infanzia di un Dio. Maria ci ha condotti all’augusta culla; bella fra le figlie degli uomini, benedetta fra le donne, ci ha presentato Colui che è bello tra i figli degli uomini e più di tutti essi, colmo di benedizioni. Ella solleva per noi il velo delle profezie, e ci mostra i disegni di Dio compiuti. Chi di noi potrebbe distogliere gli occhi dalla meraviglia di questa nascita? 
Tuttavia, mentre il neonato ci concede i baci della sua tenerezza, e ci lascia nello stupore con sì grandi prodigi, d’improvviso Stefano, pieno di grazia e di forza opera cose meravigliose in mezzo al popolo (At 6,8). Lasceremo dunque il Re per rivolgere lo sguardo su uno dei suoi soldati? No certo, eccetto che il Principe stesso ce lo ordini. Orbene, ecco che il Re, Figlio di Re, si leva egli stesso, e viene ad assistere alla battaglia del suo servo. Corriamo dunque ad uno spettacolo al quale egli stesso corre, e consideriamo questo porta-bandiera dei Martiri”.
La santa Chiesa, nell’Ufficio, ci fa leggere l’inizio d’un Discorso di san Fulgenzio sulla festa di santo Stefano: “Ieri, abbiamo celebrato la Nascita temporale del nostro Re eterno; oggi, celebriamo la Passione trionfale del suo soldato. Ieri il nostro Re, rivestito della carne, è uscito dal seno della Vergine e si è degnato di visitare il mondo; oggi, il combattente è uscito dalla tenda del suo corpo, ed è salito trionfante al cielo. Il primo, pur conservando la maestà della sua eterna divinità, ha assunto l’umile cintura della carne, ed è entrato nel campo di questo secolo per combattere; il secondo, deponendo l’involucro corruttibile del corpo, è salito alla magione del cielo per regnarvi per sempre. L’uno è disceso sotto il velo della carne, l’altro è salito sotto gli allori imporporati del suo sangue. L’uno è disceso da mezzo alla gioia degli Angeli, l’altro è salito da mezzo ai Giudei che lo lapidavano. Ieri, i Santi Angeli, pieni di gaudio, hanno cantato: Gloria a Dio nel più alto dei cieli! Oggi, hanno ricevuto giubilanti Stefano nella loro compagnia. Ieri, Cristo è stato per noi avvolto in fasce; oggi, Stefano è stato da lui rivestito della veste dell’immortalità. Ieri, un’angusta mangiatoia ha ricevuto il Cristo bambino; oggi l’immensità del cielo ha ricevuto Stefano nel suo trionfo”.
Così, la divina Liturgia unisce le gioie della Natività del Signore con l’allegrezza che le ispira il trionfo del primo dei suoi Martiri; e, per di più, Stefano non sarà il solo a ottenere gli onori di questa gloriosa Ottava. Dopo di lui celebriamo Giovanni, il discepolo prediletto; gli Innocenti di Betlemme; Tommaso, il Martire della libertà della Chiesa; Silvestro, il Pontefice della Pace. Ma, in questa splendida scorta del Re neonato, il posto d’onore appartiene a Stefano, il Protomartire che, come canta la Chiesa, ha restituito per primo al Salvatore la morte che il Salvatore ha sofferto per lui. Così meritava di essere onorato il Martirio, questa sublime testimonianza che compensa pienamente Dio dei doni concessi alla nostra stirpe e sigilla con il sangue dell’uomo la verità che il Signore ha affidata alla terra.
Il martire, testimone di Cristo
Per comprendere bene ciò, è necessario considerare il piano divino per la salvezza del mondo. Il Verbo di Dio è inviato per ammaestrare gli uomini; egli semina la sua divina parola, e le sue opere rendono testimonianza di lui. Ma, dopo il suo Sacrificio, sale nuovamente alla destra del Padre; e la sua testimonianza, per essere ricevuta dagli uomini che non hanno visto né sentito quel Verbo di vita, ha bisogno d’una nuova testimonianza. Ora, questa nuova testimonianza, sono i Martiri che gliela renderanno; e la renderanno non già semplicemente con la confessione della bocca, ma con l’effusione del proprio sangue. La Chiesa s’innalzerà dunque per la Parola e il Sangue di Gesù Cristo; ma si sosterrà, attraverserà i tempi e trionferà di tutti gli ostacoli per il sangue dei Martiri, membra di Cristo; e questo sangue si mescolerà con quello del Capo divino, in uno stesso e identico Sacrificio.
I Martiri rassomiglieranno in tutto al loro supremo Re. Saranno, come egli ha detto, “simili ad agnelli in mezzo ai lupi” (Mt 10,16). Il mondo sarà forte contro di essi; al suo confronto, essi saranno deboli e disarmati; ma, in questa lotta impari, la vittoria dei Martiri sarà ancora più splendida e più divina. L’Apostolo ci dice che il Cristo crocifisso è la forza e la sapienza di Dio (1Cor 1,24). I Martiri sono immolati, e tuttavia sono i conquistatori del mondo. Con una testimonianza che il mondo stesso comprenderà, attesteranno che Cristo che hanno confessato e il quale ha dato loro la costanza e la vittoria, è veramente la forza e la sapienza di Dio. È dunque giusto che siano associati a tutti i trionfi dell’Uomo-Dio, e che il ciclo liturgico li glorifichi, come la Chiesa stessa li onora ponendo sotto la pietra dell’altare le loro sante reliquie, onde il Sacrificio del loro Capo trionfatore non sia mai celebrato senza che essi siano offerti con lui nell’unità del suo Corpo mistico.
“La testimonianza” di santo Stefano
La lista gloriosa dei Martiri del Figlio di Dio comincia da santo Stefano; vi risplende per il suo bel nome che significa l’Incoronato, divino presagio della sua vittoria. Egli dirige, sotto l’impero di Cristo, la Bianca armata cantata dalla Chiesa, essendo stato chiamato per primo, prima degli stessi Apostoli, e avendo risposto degnamente all’onore dell’appello. Stefano ha reso una forte e coraggiosa testimonianza alla divinità dell’Emmanuele, davanti alla Sinagoga dei Giudei; ha urtato le loro orecchie incredule, proclamando la verità; e subito una gragnuola di pietre è stata scagliata contro di lui dai nemici di Dio divenuti anche i suoi nemici. Egli ha ricevuto quell’affronto restando dritto e senza vacillare; si sarebbe detto, secondo la bella espressione di san Gregorio Nisseno, che una neve dolce e silenziosa cadesse su di lui a falde leggere, o anche che una pioggia di rose scendesse mollemente sul suo capo. Ma, attraverso le pietre che s’incrociavano per recargli la morte, una luce divina giungeva fino a lui: Gesù, per il quale egli moriva, si manifesta al suo sguardo; e un’ultima testimonianza alla divinità dell’Emmanuele vibrava nella bocca del Martire. Quindi, sull’esempio del suo divino Maestro per rendere il proprio sacrificio completo, il Martire pronuncia l’ultima preghiera per i suoi stessi carnefici: piega le ginocchia, e chiede che non sia loro imputato quel peccato. Così tutto è consumato; e il tipo del Martire è ormai noto alla terra per essere imitato e seguito per tutte le generazioni, sino alla fine dei secoli, fino all’ultimo compimento del numero dei Martiri. Stefano si addormenta nel Signore, e viene sepolto nella pace, in pace, fino a quando la sua sacra tomba non sarà rinvenuta, e la sua gloria si diffonderà nuovamente per tutta la Chiesa a motivo di quella miracolosa Invenzione, come per una resurrezione anticipata.
Stefano ha dunque meritato di fare la guardia presso la culla del suo Re, come capo dei valenti campioni della divinità del celeste Bambino che noi adoriamo. Preghiamolo, insieme con la Chiesa, di facilitarci l’avvicinamento all’umile giaciglio in cui si trova il nostro sommo Signore. Chiediamogli di iniziarci ai misteri di quella divina Infanzia che dobbiamo tutti conoscere e imitare in Cristo. Nella semplicità della mangiatoia, egli non ha contato il numero dei suoi nemici, non ha tremato di fronte al loro furore, non si è sottratto ai loro colpi, non ha imposto il silenzio alla sua bocca. Ha perdonato al loro furore, e la sua ultima preghiera è stata per essi. O fedele imitatore del Bambino di Betlemme! Gesù non ha fulminato gli abitanti della città che rifiutò un asilo alla Vergine Maria nel momento in cui stava per dare alla luce il Figlio di David, né arresterà il furore di Erode che presto lo cercherà per farlo morire; fuggirà piuttosto in Egitto, come un proscritto, dal cospetto del volgare tiranno. Attraverso tutte quelle apparenti debolezze mostrerà la sua divinità, e il Dio Bambino sarà il Dio Forte. Passerà Erode, e con lui la sua tirannia; Cristo invece resterà, sempre più grande nella sua mangiatoia dove fa tremare un re che è sovrano sotto la porpora tributaria dei Romani; più grande dello stesso Cesare Augusto, il cui impero colossale dovrà servire di sgabello alla Chiesa che sarà costituita da quel Bambino così umilmente iscritto nei registri della città di Betlemme.
Santa MESSA [1]
La santa Chiesa comincia con le parole del santo Martire che, attingendo al linguaggio di David, ricorda il consiglio tenuto contro di lui dai malvagi, e l’umile fiducia che l’ha fatto trionfare delle loro persecuzioni. Dall’effusione del sangue di Abele fino ai futuri Martiri che deve immolare l’Anticristo, la Chiesa è sempre perseguitata; il suo sangue non cessa di scorrere in una regione o in un’altra, ma il suo rifugio è nella fedeltà allo Sposo, e nella semplicità che il Bambino del Presepio è venuto a insegnarle con il suo esempio.
“I prìncipi si sono radunati, e hanno pronunciato sentenza contro di me, e i cattivi mi hanno perseguitato; soccorrimi, Signore mio Dio, perché il tuo servo si è esercitato nella pratica della tua legge”.
EPISTOLA (At 6,8-10; 7,54-59)
In quei giorni: Stefano, pieno di grazia e di fortezza, faceva prodigi e segni grandi in mezzo al popolo. Ma alcuni della sinagoga detta dei Liberti, e Cirenei e Alessandrini, con quelli della Cilicia e dell’Asia si levarono su a disputare con Stefano; ma non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito che parlava. Ed essi, nell’udire queste cose, fremevano nei loro cuori e digrignavano i denti contro di lui. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi nel cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio; ed esclamò: Ecco vedo aperti i cieli, ed il Figlio dell’uomo stare alla destra di Dio. Ma quelli, alzando grandi grida, si turarono le orecchie e tutti insieme gli s’avventarono addosso. E, trascinatolo fuori della città, si diedero a lapidarlo e i testimoni deposero le loro vesti ai piedi di un giovane chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: Signore Gesù, ricevi il mio spirito. Poi piegati i ginocchi, gridò a gran voce: Signore, non imputar loro questo peccato. Ciò detto, si addormentò nel Signore.
Così, o glorioso Principe dei Martiri, fosti condotto fuori delle porte della città per essere immolato, e messo a morte con il supplizio dei bestemmiatori. Il discepolo doveva essere in tutto simile al Maestro. Ma né l’ignominia di quella morte, né la crudeltà del supplizio intimidirono la tua grande anima: tu portavi il Cristo nel Cuore, e con lui, eri più forte di tutti i tuoi nemici. Ma quale fu la tua gioia allorché, apertisi i cieli sul tuo capo, il Dio Salvatore ti apparve nella sua carne glorificata ritto alla destra del Padre, e gli occhi del divino Emmanuele incontrarono i tuoi! Quello sguardo di un Dio sulla sua creatura che deve soffrire per lui, della creatura verso il Dio per il quale si immola, ti rapì fuori di te stesso. Invano le pietre crudeli piovevano sul tuo capo innocente: nulla poté distrarti dalla visione del Re eterno che alzandosi dal suo trono, muoveva incontro a te, con la Coronache ti aveva preparata da tutta l’eternità e che tu ricevevi in quell’ora. Chiedi dunque oggi nella gloria in cui regni, che anche noi siamo fedeli, e fedeli fino alla morte, a quel Cristo che non si limitò a levarsi, ma è disceso fino a noi sotto le vesti dell’infanzia.
VANGELO (Mt 23,34-39)
In quel tempo, diceva Gesù agli Scribi e ai Farisei: Ecco io vi mando profeti e savi e Scribi, e di questi ne ucciderete, ne crocifiggerete e ne flagellerete nelle vostre sinagoghe, e li perseguiterete di città in città, finché non venga su di voi tutto il sangue giusto, sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele a quello di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l’altare. In verità vi dico: tutto ciò avverrà su questa generazione. Gerusalemme Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte io ho voluto radunare i tuoi figli come la chioccia raduna i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto! Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta. E vi dico: non mi vedrete più finché non diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
I Martiri sono offerti al mondo per continuare sulla terra il ministero di Cristo, rendendo testimonianza alla sua parola, e sigillando col proprio sangue tale testimonianza. Il mondo li ha misconosciuti; come il loro Maestro, hanno saputo risplendere nelle tenebre, e le tenebre non li hanno compresi. Tuttavia, parecchi hanno ricevuto la loro testimonianza, e sono nati alla fede da quel seme fecondo. La Sinagoga è stata respinta per aver versato il sangue di Stefano, dopo quello di Cristo; guai dunque a chiunque misconosce il merito dei Martiri! Ascoltiamo piuttosto le sublimi lezioni che ci offre il loro sacrificio; e la nostra religione verso di essi testimoni la nostra riconoscenza per il sublime ministero che essi hanno adempiuto e che adempiono ogni giorno nella Chiesa. La Chiesa infatti non è mai senza Martiri come non è mai senza miracoli; è la duplice testimonianza che essa renderà sino alla fine dei secoli, e attraverso la quale si manifesta la vita divina che il suo autore ha posto in essa.
O Stefano, tu che sei il primo e il principe dei Martiri, noi ci uniamo alle lodi che ti inviano tutti i secoli cristiani! Ci felicitiamo con te per essere stato scelto dalla santa Chiesa per assiderti al posto d’onore, presso la culla del supremo Signore di tutte le cose. Come è gloriosa la confessione che fu hai resa fra i sassi mortali che laceravano le tue membra generose! Come è risplendente la porpora che ti ricopre come un trionfatore! Come son luminose le cicatrici delle ferite che ricevesti per il Cristo! Quanto è numerosa e magnifica l’armata dei Martiri che ti segue come suo capo, e che continua gloriosamente fino alla consumazione dei secoli!
In questi giorni della Nascita del nostro comune Salvatore, noi ti preghiamo, o Stefano, di farci penetrare nelle profondità dei misteri del Verbo incarnato. Spetta a te, fedele custode del Presepio, introdurci presso il celeste Bambino che vi riposa. Tu hai reso testimonianza alla sua divinità e alla sua umanità; l’hai predicato, questo Uomo-Dio, fra le grida furenti della Sinagoga. Invano i Giudei si turarono le orecchie; bisognò che sentissero la tua voce risonante che denunciava il deicidio da loro commesso, condannando a morte Colui che è insieme il Figlio di Maria e il Figlio di Dio. Mostra anche a noi questo Redentore del mondo, non ancora trionfante alla destra del Padre, ma umile e dolce, nelle prime ore della sua manifestazione,avvolto in fasce e posto nella mangiatoia. Anche noi vogliamo rendergli testimonianza, annunciare la sua Nascita piena d’amore e di misericordia, far vedere con le nostre opere che è nato anche nei nostri cuori. Ottienici quella devozione al divino Bambino, che ti ha reso forte nel giorno della prova. Noi l’avremo, se siamo semplici senza timori, come sei stato tu, se abbiamo l’amore di questo Bambino; perché l’amore è più forte della morte. Non ci avvenga mai di dimenticare che ogni cristiano deve essere pronto al martirio, per il fatto stesso che è cristiano. La vita di Cristo che comincia in noi, vi si sviluppi mediante la nostra fedeltà e le nostre opere, di modo che possiamo giungere, come dice l’Apostolo, alla pienezza del Cristo (Ef 4,13).
Ricordati, o glorioso Martire, ricordati anche della santa Chiesa, in quelle regioni in cui i disegni del Signore esigono che essa resista fino al sangue. Ottieni che il numero dei tuoi fratelli si completi con tutti quelli che sono provati, e che nessuno venga meno nella lotta. Che né l’età né il sesso inclinino a vacillare, affinché la testimonianza sia piena, e la Chiesa colga ancora, nella sua vecchiezza, le palme e le corone immortali che hanno onorato i primi anni di cui tu fosti l’ornamento. Intercedi, affinché il sangue dei Martiri sia fecondo, come negli antichi giorni; affinché la terra ingrata non lo assorba, ma ne faccia germogliare ricche messi. Che l’infedeltà ritragga sempre più le sue tristi frontiere; che l’eresia si spenga e cessi di divorare, come lebbra, quelle membra il cui vigore costituirebbe la gloria e la consolazione della Chiesa. Che il Signore, tocco dalle tue preghiere, conceda ai nostri ultimi Martiri il compimento delle speranze che hanno fatto palpitare il loro cuore, nell’istante in cui curvavano il capo sotto la spada, o spiravano la propria anima fra i tormenti.
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[1] La Stazione è alla basilica di S. Stefano sul Monte Celio, cominciata da Papa Simplicio (468-483) e portata a termine da Felice IV (526-530). Il culto di santo Stefano era molto popolare, e Roma contava, nel medioevo, fino a trentacinque chiese dedicate al Santo. Nella ricorrenza di oggi, il Papa si recava alla basilica con i Cardinali della sua Corte, e celebrava egli stesso la Messa stazionale.
da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 137-145
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri 

lunedì 18 novembre 2019

Giuseppe Auricchia

Si destruís a BXVI, os destruiréis a vosotros mismos (María)




Avola, 25 de marzo de 2010: 

Nuestra Señora dice: Mis hijos más queridos, no necesitan cambiar las Escrituras ni las instituciones sagradas para oponerse a aquellos que quieren destruir a Mi Vicario. La verdadera forma para vosotros, sacerdotes, es conducirlos de regreso por el camino angosto. 
- San Miguel Arcángel dice: Vuestro Vicario está rodeado de traidores, que han elegido a su sucesor. Grandes son sus sufrimientos. Orad mucho para que el Papa Benedicto XVI no os sea quitado. ¡Ay del mundo! ¡El cuerpo místico de Cristo será crucificado nuevamente!

Avola, 28 de marzo de 2010: 

Nuestra Señora dice: Aquellos que se hayan alejado seguirán al impostor. ¡Prestad atención! ¡No lo sigáis! No obedezcáis sus palabras, en estos tiempos seguid a Mi hijo, el Papa Benedicto XVI, rodeado de enemigos y traidores, rezad, permaneced cerca de él con vuestras oraciones para que no sea sustituido. Él os guiará a la salvación de vuestras almas y de toda la Iglesia.

Avola, 9 de abril de 2010: 

Giuseppe Auricchia habla: Ante estas palabras, la Virgen me mostró la Plaza y la Basílica de San Pedro y luego una habitación donde el Santo Padre, Benedicto XVI, se desplomó en un sillón. Parecía muy enfermo y preocupado, mientras que dos prelados, vestidos de púrpura rojizo con sombreros redondos en sus cabezas, después de haber entrado, traen un documento y quieren que el Papa lo firme. Este documento el Papa no lo firma. La Santa Virgen explica:“Hay muchos traidores en la ciudad santa que prevalecen mucho sobre el Santo Padre, que está rodeado de enemigos y ha sido sometido a una gran prueba. Aquellos en quienes puede confiar pueden contarse con los dedos de una sola mano. Es extraño ver tu propia casa caer en manos de Satanás, la casa es la Iglesia ".

Avola, 11 de abril de 2010: 

Nuestra Señora dice: Si destruyís al Vicario de Cristo, Benedicto XVI, os destruiréis a vosotros mismos, porque de esta manera me obligaréis a enviar aún antes el Día del Juicio.

Avola, 30 de abril de 2010: 

Nuestra Señora dice: Mi remanente fiel sigue al papa real, Benedicto XVI, a quien quieren eliminar. Continuad siguiéndolo y permaneced fieles a Él y a la enseñanza de Mi Iglesia, establecida por los Apóstoles. No os permitáis apartaros por apostasía y herejías. Os digo que el próximo Papa será un impostor y que las fuerzas malvadas están detrás de este cisma. Mis hijos, preparaos para que puedan seguir a los sacerdotes fieles al Papa y a las enseñanzas de la Iglesia. Preservad los santos misales y los libros de la antigua Santa Misa, porque los apóstatas cambiarán las palabras de manera dramática.

Avola, 6 de junio de 2010: 

El Señor Jesús dice: Mis fieles sacerdotes permanecerán unidos al Papa Benedicto XVI y, sin embargo, será difícil encontrarlos.

Avola, 5 de agosto de 2010: 

Nuestra Señora dice: El equilibrio se inclina fuertemente hacia la izquierda en la ciudad santa de Roma. Se está elaborando un plan para destruir a nuestro Vicario más querido y un hombre de negros secretos está esperando el momento de ascender a la cátedra de Pedro. Muchas legiones de demonios se han desatado sobre el mundo y buscan destruir la capital. Como para la humanidad el pecado es el reino del hombre, la fe se tambalea y las velas se están apagando. Hijo mío, ¿encontrará Él (Jesús) un pequeño destello de fe cuando regrese a la Tierra? Hay muchos problemas hoy, que se refieren a la Casa de Mi Hijo. No hay sino un único fundamento y es la Casa de Mi Hijo, con Pedro como el primer jefe y hoy está representado por su Pontífice, Benedicto XVI.

Avola, 26 de febrero de 2012: 

Nuestra Señora habla: Queridos hijos, se le ha permitido a Mi mensajero decir estas palabras después de recibir el mensaje secreto que publicará el 25 de marzo. Los hombres que gobiernan se consideran sabios, no reconocen que son guiados por Satanás. Entre ellos existe un grupo de planificadores que quieren construir una república universal. Su plan es eliminar la verdadera Iglesia de Dios. Obtendrán esto rápidamente si se abandona el Trono de Pedro, he aquí por qué les anuncio la muerte del Papa, pero sepan que ya no saben interiormente cómo salvarse. La humanidad se encuentra con los pies en el banquillo y espera su sentencia ante el Tribunal de Dios.

Avola, 25 de marzo de 2012: 

El Señor Jesús habla: Hijo mío, es hora de que se manifieste en Roma la agitación política que prospera y la batalla interna entre los hombres, pero lo más importante es que ha habido una conspiración de error y engaño, que Satanás y los príncipes de las tinieblas pondrán en marcha un día para destruir Mi Casa, a fin de establecer una unión bajo un gobierno mundial, una única iglesia de Dios que estará sin Dios. Quieren sacar a Mi Vicario para que los que odian al Hijo de Dios puedan gobernarla.________


From Rome

SI'



Umiliatevi

Aprite gli occhi, o uomini. Levate da essi la crosta che tanto errore vi ha accumulata, e vedete Me. Me quale sono, in tutta
la mia potenza di Dio Uno e Trino, Creatore, Redentore, Animatore
vostro.
Umiliate la vostra creta superba che non è capace di nulla
d'eterno e riconoscete questo vostro nulla che è grande solo se Dio l'alita essendo nel vostro spirito.
Umiliate la vostra intelligenza, che è mia perché Io ve l'ho infusa, e
pensate sempre a ciò che Io sono e a ciò che voi siete.


19 NDR “Umiliate la vostra creta superba”: “Chi ha misurato con il cavo della mano le
acque del mare e ha calcolato l’estensione dei cieli con il palmo? Chi ha misurato con il
moggio la polvere della terra, ha pesato con la stadera le montagne e i colli con la bilancia? Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti? A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza? Ecco, le nazioni
son come una goccia da un secchio, contano come il pulviscolo sulla bilancia; ecco, le
isole pesano quanto un granello di polvere. Tutte le nazioni sono come un nulla davanti
a lui, come niente e vanità sono da lui ritenute (Is 40,12-17).

Messaggi profetici di San Padre Pio da Pietrelcina


Le inquietanti profezie di Padre Pio 

Pochi conoscono che anche Padre Pio fece dele profezie sulla fine non del mondo, ma di questo mondo. Ma quali sono questi messaggi profetici di Padre Pio? Eccoli di seguito elencati tratti dal libro “I grandi Profeti” di Renzo Baschera che da oltre vent’anni studia i manoscritti profetici rinvenuti in biblioteche conventuali di tutta Europa

Il mondo sta andando verso la rovina. Gli uomini hanno abbandonato la giusta strada, per avventurarsi in viottoli che finiscono nel deserto della violenza… Se non ritorneranno subito ad abbeverarsi alla fonte dell’umiltà, della carità e dell’amore, sarà la catastrofe.

Verranno cose tremende. Io non riesco più a intercedere per gli uomini.
La pietà divina sta per finire. L’uomo era stato creato per amare la
vita, ed è finito per distruggere la vita…

Quando il mondo è stato affidato all’uomo era un giardino. L’uomo lo ha trasformato in un rovaio pieno di veleni. Nulla serve ormai per purificare la casa dell’uomo. È necessaria un’opera profonda, che può venire solo dal cielo.

Preparatevi a vivere tre giorni al buio totale. Questi tre giorni sono
molto vicini… E in questi giorni rimarrete come morti, senza mangiare e senza bere. Poi tornerà la luce. Ma molti saranno gli uomini che non la vedranno più.

Molta gente scapperà sconvolta. Ma correrà senza avere una meta.
Diranno che a oriente c’è la salvezza e la gente correrà verso oriente, ma cadrà in un dirupo. Diranno che a occidente c’è la salvezza e la gente correrà verso occidente, ma cadrà in una fornace.

La terra tremerà e il panico sarà grande… La terra è malata. Il
terremoto sarà come un serpente: lo sentirete strisciare da tutte le
parti. E molte pietre cadranno. E molti uomini periranno.

Siete come formiche, perchè verrà il tempo in cui gli uomini si
toglieranno gli occhi per una briciola di pane. I negozi saranno
saccheggiati, i magazzini saranno presi d’assalto e distrutti.
Povero sarà colui che in quei giorni tenebrosi si troverà senza una
candela, senza una brocca d’acqua e senza il necessario per tre mesi.

Scomparirà una terra… una grande terra. Un paese sarà cancellato per sempre dalle carte geografiche… E con lui verrà trascinata nel fango la storia, la ricchezza e gli uomini.

L’amore dell’uomo per l’uomo è diventato una vuota parola. Come potete pretendere che Gesù vi ami, se voi non sapete amare nemmeno quelli che mangiano alla stessa vostra tavola?… Dall’ira di Dio non saranno risparmiati gli uomini di scienza, ma gli uomini di cuore.

10°
Sono disperato… non so più che cosa fare perchè l’umanità si ravveda.
Se continuerà su questa strada, l’ira tremenda di Dio si scatenerà come un fulmine tremendo.

11°
Una meteora cadrà sulla terra e tutto sussulterà. Sarà un disastro,
molto peggiore di una guerra. Molte cose saranno cancellate. E questo sarà uno dei segni…

12°
Gli uomini vivranno una tragica esperienza. Molti verranno travolti
del fiume, molti verranno inceneriti dal fuoco, molti verranno sepolti dai veleni… M io rimarrò vicino ai puri di cuore.

AMEN AMEN AMEN