mercoledì 25 settembre 2019

Spiegazione degli ultimi tre versetti del Magnificat (11) : di san Giovanni Eudes







Spiegazione dell’ottavo versetto del Magnificat:

"Esurientes implevit bonis et divites dimisit inanes"
ossia: "Ha ricolmato di beni gli affamati, * e ha rimandato i ricchi a mani vuote"
Queste parole della Beata Vergine, pronunciate per un moto profetico, come le precedenti, comprendono ancora il tempo passato, presente e futuro, secondo le diverse spiegazioni che vi danno i santi Dottori.
Qualcuno le applica agli angeli buoni e cattivi, agli angeli umili e agli angeli superbi, agli angeli obbedienti a Dio e agli angeli ribelli a Dio.
 Gli angeli buoni, riconoscendo che Dio li ha tratti dal nulla e che hanno ricevuto dalla sua Divina Bontà tutte le loro perfezioni, gliele rinviano e gliene fanno omaggio, riservandosi soltanto il nulla, ragion per cui Dio li ha fatti passare dallo stato della grazia nel quale sono, allo stato della gloria, ricolmandoli di beni inestimabili, racchiusi nella beata eternità.
Gli angeli cattivi, al contrario, contemplando le eccellenze di cui Dio li ha adornati nella loro creazione, vi provano compiacenza, se ne appropriano e se ne gloriano come se queste provenissero da loro, per una superbia ed un’arroganza insopportabili, che obbliga la Divina Giustizia a spogliarli di tutta la loro luce e perfezioni, riducendoli in un’estrema miseria e povertà, e a precipitarli nel fondo dell’inferno.
Qualche altro Autore applica queste parole ai pagani convertiti a Dio per la fede cristiana e agli Ebrei che restano nel loro accecamento.
I pagani, prima della venuta di Dio sulla terra, erano in un’estrema povertà - come è sottolineato dalla parola Esurientes -, poiché non solo non conoscevano af­fatto il loro Creatore, ma non adoravano altro dio all’infuori del diavolo. E, dato che hanno abbracciato la religione cristiana, Dio li ha arricchiti dei te­sori inconcepibili che possiede.
Al contrario, i perfidi [= senza la vera fede] Ebrei non avendo af­fatto voluto ricevere il Salvatore del mondo, ma essendo rimasti nel loro in­durimento, sono stati spogliati di tutti i doni, grazie e favori di cui Dio li aveva adornati: «Divites dimisit inanes».

Altri Santi Padri attribuiscono queste parole ai santi Patriarchi, ai santi Profeti e a tutti i giusti dell’antica Legge, i quali avevano una fame insazia­bile, una sete ardentissima e un desiderio ardentissimo della venuta del Re­dentore, e che, proprio per questo, sono stati ricolmati di grazie e di santità: «Esurientes implevit bonis».
Invece i sacerdoti arroganti degli Ebrei e i su­perbi Farisei, credendosi ricchi in virtù e santità e disprezzando le grazie che il Figlio di Dio aveva loro presentato, hanno perduto miserabilmente la Leg­ge, la fede e la salvezza eterna che Dio aveva messo nelle loro mani.
Dal momento che la Beata Vergine aveva una fede molto più perfetta e un amore  infinitamente più ardente nei riguardi del Salvatore che do­veva venire sulla terra, anche la sua fame, la sua sete ed i suoi desideri erano molto più grandi e più accesi di tutti i desideri dei Patriarchi, dei Profeti e dei santi che l’avevano preceduta o che vivevano nel suo tempo.
È altrettan­to vero che quest’adorabile Salvatore tanto atteso, tanto desiderato e tanto richiesto a Dio, che era il Figlio unico e diletto delle sue viscere verginali, l’ha ricolmata di un’infinità di beni incomprensibili ed inspiegabili, nei nove mesi che l’ha portato nelle sue sacre viscere, per tutto il tempo che ha con­versato familiarmente con Lei in questo mondo e quando, dopo la sua A- scensione, l’ha ricevuto tante volte nel suo sacro petto e nel suo Cuore ma­terno nella Santa Eucaristia, e soprattutto da quando Ella lo possiede perfet­tamente in Cielo.

Sant’Agostino applica la parola Esurientes agli umili e Divites, ai su­perbi. «Gli umili - egli dice -, riconoscono di non aver nulla da se stessi, e di avere un estremo bisogno del soccorso e della grazia del Cielo, mentre i su­perbi si persuadono di essere ricolmi di grazia e di virtù. Per questo Dio pro­va piacere nel riversare i suoi doni in quelli e nel toglierli a questi altri»[1] S. Agostino, in Magnif.

Queste stesse parole si attribuiscono ancora, secondo il pensiero di molti santi Dottori, a tutti i poveri che hanno il cuore distaccato dalle cose della terra e che amano ed abbracciano la povertà per amor di Colui che, posse­dendo tutti i tesori della Divinità, ha voluto farsi povero per nostro amore, per metterci in possesso delle ricchezze eterne.
Ma bisogna attribuirle spe­cialmente a coloro che si sono spogliati volontariamente di tutto attraverso il santo voto della povertà, per imitare più perfettamente il nostro Divin Salva­tore e la sua Santissima Madre nello stato della loro povertà, la quale era co­sì grande che il Figlio di Dio ha pronunciato queste parole: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo hanno i nidi, ma il Figlio dell ’uomo non ha dove posare il capo»[2]. Oh! Questa povertà volontaria contiene grandi tesori, poiché il nostro Salvatore ha detto: «Beati voi poveri, perché vostro è il re­gno di Dio»[3].       Oh! Il possesso delle ricchezze della terra è pericoloso, poi­ché Colui che è la Verità Eterna ha detto: «Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione»[4]!   E parlando attraverso il suo Apostolo, pro­nuncia queste terribili parole: «Coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno
af­fogare gli uomini in rovina e perdizione>>[5]. Per questo, se avete delle ric­chezze, non amate le false ricchezze della terra, ma amate le vere ricchezze del Cielo, che sono il timore e l’amor di Dio, la carità verso il prossimo, l’umiltà, l’obbedienza, la pazienza, la purezza e le altre virtù cristiane che vi metteranno in possesso di un tesoro eterno.
Ecco poi un’altra spiegazione delle parole: «Esurientes implevit bonis», che è di grande consolazione. E’ ancora una profezia della Divina Madre di Dio, che comprende una conversione straordinaria, che deve compiersi in tutto il mondo, degli infedeli, degli Ebrei, degli eretici e dei falsi cristiani, predetta ed annunciata da lungo tempo dall’oracolo delle sante Scritture, per bocca della Chiesa, e attraverso la voce dei Santi Padri e di parecchie altre sante persone attraverso le quali ha parlato lo Spirito di Dio.

     Aprite i Sacri Libri e sentirete questo Divino Spirito che, parlando di Nostro Signore, per bocca del Profeta regale, assicura che Egli dominerà e regnerà in tutta la terra[6]«Et dominabitur a mari usque ad mare, et a flumìne usque ad terminos orbis ter- rarum»(Sai 71,8).Che tutti i re della terra l’adoreranno; che tutti i po­poli lo serviranno[7]; che tutte le tribù saranno benedette in Lui; che trnte le nazioni lo magnificheranno[8]; che tutto l’universo sarà ripieno della sua glo­ria[9]; che tutte le generazioni che ha fatto, qualunque esse siano, verranno, l’adoreranno e glorificheranno il suo santo nome[10]; che tutto il globo terrestre si convertirà a Lui e tutte le famiglie del mondo si prosterneranno da­vanti al suo Volto per adorarlo[11].
Non udite l’Eterno Padre, che, parlando al Figlio suo nel salmo secondo, gli promette di dargli in eredità tutte le nazioni del mondo e di metterlo in possesso di tutta la terra[12]?
Non sentite la Chiesa fare così sovente questa preghiera a Dio: «Omnis terra adoret te, et psallat tibi, psalmum dicat nomini tuo, Domine: A te [Si­gnore] si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome»[13]?
Non conoscete le preghiere solenni che la Chiesa eleva tutti gli anni, il Venerdì San­to, per la santificazione di tutti i suoi figli e per la conversione di tutti gli ereti­ci, di tutti gli Ebrei e di tutti i pagani; e che tutti i giorni essa obbliga tutti i sa­cerdoti che celebrano il Santo Sacrificio della Messa, ad offrirlo a Dio per tutti gli uomini, domandando la salvezza di tutto il mondo, dicendo queste parole: «Offerimus tibi calicem salutaris, tuam deprecantes clementiam ut in conspectu divinae Majestatis tuae, prò nostra, et totius mundi salute, cum odore suavitatis ascendat»? Ora, ditemi, lo Spirito Santo che anima e guida la Chie­sa in tutto, le fa forse recitare preghiere inutili e senza effetto?

Questa grande conversione è stata rivelata dallo Spirito di Dio, non solo ai Profeti dell’antica Legge, ma anche ai più grandi santi e sante della nuova Legge. Il grande apostolo san Paolo non ci assicura forse che tutti gli Ebrei si convertiranno, e che la loro conversione sarà seguita da quella di tutto il mondo?[14] Per cui vi prego di considerare che non vi è uomo al mondo più opposto a Dio, più contrario aJ nostro Salvatore, più nemico della sua reli­gione, più indegno della sua grazia e, di conseguenza, piu loiitano dalla con­versione ai questi perfidi. Per questo, se nonostante tutto ciò, Dio deve far loro questa misericordia, vi è gran ragione di credere che non la rifiuterà a tutti gli altri uomini.

Conoscete le preghiere solenni che la Chiesa eleva tutti gli anni, il Venerdì San­to, per la santificazione di tutti i suoi figli e per la conversione di tutti gli ereti­ci, di tutti gli Ebrei e di tutti i pagani; e che tutti i giorni essa obbliga tutti i sa­cerdoti che celebrano il Santo Sacrificio della Messa, ad offrirlo a Dio per tutti gli uomini, domandando la salvezza di tutto il mondo, dicendo queste parole: «Offerimus tibi calicem salutaris, tuam deprecantes clementiam ut in conspectu divinae Majestatis tuae, pro nostra, et totius mundi salute, cum odore suavitatis ascendat»? Ora, ditemi, lo Spirito Santo che anima e guida la Chie­sa in tutto, le fa forse recitare preghiere inutili e senza effetto?

Questa grande conversione è stata rivelata dallo Spirito ai Dio, non solo ai Profeti dell’antica Legge, ma anche ai più grandi santi e sante della nuova Legge. Il grande apostolo san Paolo non ci assicura forse che tutti gli Ebrei si convertiranno, e che la loro conversione sarà seguita da quella di tutto il mondo?[15] Per cui vi prego di considerare che non vi è uomo al mondo più opposto a Dio, più contrario al nostro Salvatore, più nemico della sua reli­gione, più indegno della sua grazia e, di conseguenza, più lontano dalla con­versione ai questi perfidi. Per questo, se nonostante tutto ciò, Dio deve far loro questa misericordia, vi è gran ragione di credere che non la rifiuterà a tutti gli altri uomini.
Santa Ildegarda l’ha detto chiaramente, come è messo in evidenza nel secondo Lbro delia sua vita, al capitolo secondo; e l’ha appreso dallo Spirito Santo, poiché i libri delle sue Rivelazioni sono stati approvati da un Conci­lio, dopo essere stati letti pubblicamente, per comando del papa Eugenio III che vi presiedeva, davanti a tutti i Padri del Concilio, tra i quali vi era san Bernardo.

«Verrà il tempo - disse un giorno Nostro Signore a santa Brigida -, in cui non vi sarà che un solo gregge, un sole pastore e una sola fede, e che Dio sarà conosciuto chiaramente da tutti»[16].

«Sappiate - le dice ancora un’altra volta - che i pagani avranno tanta devozione, che i cristiani non saranno che i loro servi nella vita spirituale; e allora si compiranno le Scritture le quali dicono, che il popolo che non mi conosceva affatto mi glorificherà, e che i deserti saranno edificati. In quel tempo tutti canteranno: “Sia gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo e onore a tutti i santi!”»[17][18].
Tutti i Santi Padri sono concordi nell’ affermare"0 7 che dopo la morte dell’Anticristo tutto il mondo si convertirà e che, sebbene qualcuno di loro dica che il mondo non durerà, dopo questa morte, se non qualche giorno, ed altri qualche mese, molti tuttavia, ritengono che sussisterà ancora molti anni.
Santa Caterina da Siena, san Vincenzo Ferreri, san Francesco di Paola e molti altri santi hanno predetto questa conversione generale.
Accadrà allora che si compirà questa grande profezia della Regina dei Profeti: «Esurientes implevit bonis»; forse non secondo tutta la perfezione che sarebbe auspicabile e in modo che non resti alcuna persona sulla terra che non conosca ed ami Dio. Ma, sebbene questa conversione non sia gene­rale, sarà un delizioso e magnifico festino per tutti coloro che hanno una gran fame e una sete ardente della gloria di Dio e della salvezza delle anime, poiché saranno colmati di una contentezza e di una gioia inconcepibile, nel vedere il loro Creatore e il loro Salvatore conosciuto, servito ed onorato da tutto il mondo, come pure la sua degnissima Madre. 
Accadrà, quindi, che i demoni, che possiedono tanti tesori sulla terra, cioè tante anime d’infedeli, di Ebrei, di eretici e di cattivi cattolici, ne vengano espropriati, secondo le Divine Parole: «Et divites dimisit inanes».
Se questa profezia non si compirà completamente sulla terra, essa avrà il suo intero e perfetto compimento in Cielo, poiché sarà là che la fame insa­ziabile e la sete ardente della gloria di Dio e della salvezza delle anime che hanno tutti i santi sulla terra, mentre vi dimorano, sarà perfettamente saziata ed estinta, e queste parole saranno compiute in ciascuno di loro: «Satiabor, cum apparuerit gloria tua»m. Non vi è spirito che non possa comprendere né linguaggio che non sia in grado di esprimere la minima particella di beni inestimabili ed inenarrabili di cui Dio li ricolmerà, per lo zelo con il quale avranno procurato il suo onore sulla terra e la salvezza delle anime che avranno liberato dalla possessione dei demoni.

<<O Madre di Misericordia che, per le vostre preghiere e meriti, avete an­ticipato il tempo dell’Incarnazione del Salvatore del mondo, anticipate  an­che, se così vi piace, il tempo desiderabile di questa grande conversione, tan­to necessaria per la salvezza di tante anime che periscono ogni giorno.
Ahi­mè! Abbiatene pietà, o Madre della Grazia e pregate il Figlio vostro che ab­bia pietà dell’opera delle sue mani, che abbia compassione di tanti dolori che la sua umanità santa ha sofferto e del prezioso Sangue che ha sparso per sal­vare le anime che scendono continuamente negli inferi.>>






[1]   S. Agostino, in Magnif.
[2]  «Vulpes foveas habent et volucres coeli nidos: Filius autem hominis non habet ubi caput rechnet» (Mt 8,20).
[3]  «Beati pauperes, quia vestrum est regnum Dei» {Le 6,20).
[4]  «Fix vobis divitibus, quia habetis consolationem vestram» {ivi, 6,24).
[5]   «Nam qui volunt divites fieri, incìdunt in tentationem, et in laqueum diaboli, et desiderio multa inutilia et nociva, quee mergunt homines in interìtum et perditio- nem»(lTm 6,9).
[6]  «Et dominabitur a mari usque ad mare, et a flumìne usque ad terminos orbis ter- rarum»(Sai 71,8).
[7]  «Et adorabunt eum omnes reges terree, omnes gentes servient ei» (ivi, 1 ] ).
[8]  «Et benedicentur in ipso omnes tribus terree; omnes gentes magnificabunt eum» (ivi, 17).
[9]  «Et replebitur majestate eius omnis terra» (ivi, 19).
[10]   «Omnes gentes quascumque fecisti, venient et adorabunt coram te, Domine; et glorifìcabunt nomen tuum» (ivi, 85,9).
01«Reminiscentur et convertentur ad Dominum universi fines terree. Et adorabunt in conspectu eius universaj familice gentium» (Sai 21,28).
[12]«Postula a me, et dabo tibi Gentes hcereditatem tuam, et possessionem tuam
terminos terree» (ivi, 2,8).
[14]  «Et sic omnis Israel salvus fieret, sicut scriptum est: Veniet ex Sion, qui eripiat et avertat impietatem a Jacob» (Rm11,26).
[15]  «Et sic omnis Israel salvus fieret, sicut scriptum est: Veniet ex Sion, qui eripiat et avertat impietatem a Jacob» (Rm11,26).
[16]  Revel.,lib. 6, cap.77.
[17]  Ibidem,cap. 83.
[18]   LYRAN., in cap. 3 Epist.1 ad Thess.;DIONISIO CARTAGENA, ibidem-,CORNELIO A LAPIDE, in Epist. adRom.,cap. 11,15.



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Spiegazione del nono versetto:

"Suscepit Israel puerum suum, recordatus misericordiae suae"
ossia: "Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia."
Il gran Dio ha fatto due creature all’inizio del mondo, l’angelo e l’uomo: l’angelo nel Cielo e l’uomo sulla terra. Tutte e due sono stati così ingrati da rivoltarsi contro il loro Creatore: l’angelo per la sua superbia, e l’uomo per la disobbedienza ai Comandamenti del suo Dio. 
Il peccato dell’angelo, es­sendo un peccato di superbia, è sfato trovato così enorme al cospetto di Dio, che la sua Divina Giustizia l’ha obbligato a cacciarlo dal Paradiso e a gettar­lo nell’infemo. 
Ma la sua Misericordia, vedendo che l’uomo era caduto nel peccato per la tentazione e la seduzione di satana, ne ha avuto compassione e ha preso la risoluzione di trarlo fuori dallo stato miserabile in cui era ridot­to e si è persino impegnata attraverso la promessa che ha fatto. E tutti i pec­cati innumerevoli ed enormi che sono stati commessi dopo questa promessa, dagli Ebrei, dai pagani e da tutti gli uomini, non sono stati affatto capaci di impedirne l’esecuzione, ma l’hanno ritardata per molti secoli, durante i quali tutta la razza di Adamo, condannata e riprovata da Dio, era immersa in un abisso di tenebre e nel baratro di mali infiniti e inspiegabili, da cui gli è sta­to impossibile uscire con le sue sole forze. Più andava avanti, più essa sprofondava in questo baratro e sguazzava nel fango dei suoi crimini: «Jacebat in malis - dice sant’Agostino -, vel etiam volutabatur, et de malis in mala precipitabatur totius humani generis massa damnata»  (Lib. Enchiridii, capp. 26 e 27).

Dio non era conosciuto che in Giudea: Notus in Judaea  Deus (Sl 75, 2) e ancora molto imperfettamente e da pochissime persone. Tutto il resto era sepolto nelle tenebre dell’inferno, tutta la terra era ricolma di idoli e di idolatri, e la tirannia di satana opprimeva tutto l’universo;  la Legge di Mosè mostrava il peccato, ma non lo guariva, cosicché sembrava che Dio, per un giustissimo giudizio, avesse completamente dimenticato il genere umano in questo stato deplorevole, in punizione dei suoi crimini.
La sua misericordia non appariva affatto; non si vedevano che segni terribili della sua ira: che aveva preci­pitato la terza parte degli angeli nell’inferno; che aveva inabissato tutto il mondo in un diluvio universale; che aveva inghiottito il Faraone e tutta la sua armata nelle acque del mar Rosso; che aveva fatto scendere dal Cielo torrenti di fuoco e di fiamme per ridurre in cenere parecchie città; che aveva abbandonato parecchie volte il suo popolo al furore dei suoi nemici; e che aveva inflitto agli uomini molte altre terribili punizioni.

Ma, alla fine, il Figlio di Dio ricordandosi della sua misericordia, che sembrava aver dimenticato per più di quattromila anni [per non palare di milioni di anni]: «Recordatus misericordiae suae», e della promessa che aveva fatto ad Adamo,  Abramo,  Davide e a tanti altri Profeti, di ritirare il genere umano da quest’abisso di mali, discende Egli stesso dal Cielo nel grembo verginale della divina Maria, in cui Egli ha unito alla sua Persona divina questa natura così miserabile che aveva così abbandonato; si fa Uomo per salvare tutti gli uomini che vorran­no essere del numero dei veri Israeliti, ossia che vorranno credere in Lui ed amarLo.

È ciò che la Beata Vergine ci annuncia attraverso le parole: «Suscepit Israel puerum suum, recordatus misericordiae suae», che molti santi Dottori applicano, infatti, al mistero dell’Incarnazione.
Qui si conclude il suo divin Cantico: è una ricapitolazione dei misteri ineffabili che vi sono contenuti; è la fine della Legge e dei Profeti; è il compimento delle ombre; è la consu­mazione delle figure.

È come se Ella dicesse:
“Ecco l’effetto delle predizioni dei Profeti; ecco ciò che le ombre hanno messo in evidenza; ecco ciò che i Patriarchi hanno sperato; ecco la verità delle promesse che Dio compie; ecco ciò che mi fa cantare dal più profondo del mio Cuore: «Magnificat anima mea Dominum».
Ecco il gran motivo delle mie gioie e dei miei rapimenti: «Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo». Ecco ciò che mi farà pro­clamare Beata da tutte le nazioni. Ecco le cose grandi che l’Onnipotente ha compiuto in me.
Ecco l’origine e la fonte inesauribile delle grazie indicibili e delle misericordie inconcepibili che Dio riverserà di generazione in genera­zione su tutti coloro che lo temono.
Ecco i più grandi miracoli della sua po­tenza infinita e della sua bontà immensa. Ecco ciò che esalterà i più umili e ciò che confonderà i superbi: «Suscepit Israel puerum suum».

Ma qual è questo Israele?
Molti santi dicono che queste parole si devo­no applicare in primo luogo al popolo d’Israele, avendo voluto il Figlio di Dio incarnarsi e nascere tra gli Israeliti, nonostante le loro ingratitudini e tutti gli oltraggi che ne doveva ricevere. Ho detto, in primo luogo, poiché il Verbo Divino si è unito anche a tutta la natura umana, e non solo al popolo d’Israele.
Ma perché la Beata Vergine dice: «Suscepit Israel puerum suum»? E’ lo Spirito Santo che parla per bocca sua e mette in evidenza due cose attraverso la parola Puerum.
In primo luogo, infatti, ci fa intendere che il Figlio di Dio non solo si è fatto Uomo, per renderci Dio, ma si è fatto Bambino per ren­derci figli di Dio: «Puer natus est nobis».
In secondo luogo, mette davanti ai nostri occhi il Verbo Incarnato, non solo come uomo e come bambino, ma come servo: puerum.
E’ ciò che affer­ma lo Spirito Santo, sempre per bocca di san Paolo, in questi termini: «Semetipsum exinanivit, formam servi accipiens: Umiliò se stesso, assumendo la condizione di servo» Fil 2,7.
E non sentiamo il nostro Salvatore dire di non es­sere venuto per essere servito, ma per servire: «Filius homìnis non venit ministrari, sed ministrare» Mt 20, 28 ?
       Oh! Eccesso d’amore incomparabile! Il Sommo Monarca dell’Universo prende la forma di servo, per liberarci dalla schiavitù di satana, e per renderci figli di Dio! O mio Salvatore, noi non siamo degni di essere vostri schiavi e, non accontentandoVi di chiamarci vostri amici e vostri fratelli, ci avete resi figli dello stesso Padre adorabile, di cui Voi siete il Figlio diletto e, di conseguenza, suoi eredi e vostri coeredi.

Voi andate ancora oltre, poiché per un altro eccesso di bontà che non ha mai avuto eguali, volete essere e siete lo Sposo delle nostre anime e volete che le nostre anime siano le vostre vere spose e, quindi, che esse non siano che una cosa sola con Voi, e che Voi siate in comunione di beni con esse. Ma questo non basta ancora ad accontentare gli ardori del vostro amore nei nostri riguardi.

Voi volete essere nostro Capo e che noi siamo vostre mem­bra e, di conseguenza, che noi siamo una cosa sola con Voi, come le mem­bra formano una cosa sola con il loro capo; che noi siamo animati da uno stesso spirito; che viviamo di una stessa vita; che non abbiamo che uno stes­so cuore e una stessa anima; e che, infine, noi siamo consumati in unità con Voi e con il Padre vostro, come questo Divin Padre e Voi  siete una cosa so­la.
Non è forse, mio carissimo Gesù, ciò che gli avete chiesto per noi alla vi­gilia della vostra morte, quando gli avete rivolto la preghiera: «Sicut tu Pater in me, et ego in te, ut ipsi in nobis unum sint: Come tu, Padre, siete in me e io sono in te, siano anch’essi in noi siano una cosa sola». «Ego in eis, et tu in me, ut sint consummati in unum: Io in loro e tu in me, perché siano perfet­ti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me» Gv 17, 21.23 ? Oh! Miracolo d’amore! Oh! Prodigio di carità! Oh! Abisso di bontà!

O mio Salvatore, non mi stupisco affatto se ci assicurate che ci metterete in possesso dello stesso Regno che il Padre vostro vi ha dato; che ci farete mangiare alla stessa mensa con Voi e che ci farete sedere sul vostro trono, «in throno meo», come Voi siete seduto sul trono del Padre vostro.
Se, infat­ti, siamo una cosa sola con Voi, dobbiamo possedere uno stesso Regno, mangiare ad una stessa mensa, esser seduti sullo stesso trono, essere animati da uno stesso spirito, vivere di una stessa vita ed avere un cuore solo ed un’anima sola con Voi.                
 Si può forse immaginare una bontà più ammirabile? Vi è mai stato ed è possibile concepire una bontà simile? O cuore umano, come sei duro, come sei insensibile, come sei snaturato, se una tale bontà non è stata capace di intenerirti! O mostro d’ingratitudine, chi amerai, se non Colui che nutre tanto amore per te, anzi che è tutto cuore e tutto amore verso dite?

Ecco le meraviglie che sono comprese in queste parole della Madre di Gesù: «Suscepit  Israel puerum  suum», poiché Ella ci mette in evidenza il mistero dell’Incarnazione, che è la Fonte di tutti i misteri di carità e di un’infinità di altri.

Ma qual è la causa prima di questo mistero ineffabile e, di conseguenza, di tutti i beni infiniti che ne derivano? Non udite la Santissima Vergine che ce la pone dinanzi agli occhi nelle parole: «Recordatus misericordiae suae»?

Sì, Madre della Grazia, è questa Divina Misericordia il principio dell’Incar­nazione del Figlio vostro e di tutti i tesori immensi che possediamo attraver­so questo mistero. Ma non è forse altrettanto vero che, dopo quest’incomparabile Misericordia, noi dobbiamo riconoscenza al vostro Cuore materno? Infatti, per quale mezzo avete tratto il Verbo Eterno dal seno adorabile del Padre suo, nel vostro grembo verginale e nelle vostre sacre viscere?
Non udiamo lo Spirito Santo che, facendovi parlare, vi fa dire che, mentre l’Eterno Re riposava nel seno e nel Cuore del Padre suo, la profondissima umiltà del vostro amabile Cuore ha emanato un odore così gradevole e potente che, es­sendosi elevato sino a Lui, l’ha talmente incantato da attirarlo in Voi, in cui si è incarnato per la Redenzione dell’universo? Non è forse questo che signi­ficano le Divine Parole: «Dum esset Rex in accubitu suo, nardus mea dedit odorem suum» Ct 1,11?  E’ la spiegazione che danno i santi, dicendo che il nardo è un’erba piccolissima, ma odorosissima, che rappresenta la vostra umiltà.

Ma, oltre al merito e alla forza di questa santa virtù, quanti sospiri ar­dentissimi avete innalzato al Cielo?
Quante lacrime avete sparso?
Quanti di­giuni e mortificazioni avete praticato?
Quante preghiere ardentissime e infìammatissime avete levato per ottenere dal Padre delle misericordie il com­pimento delle sue promesse riguardo l’Incamazione del Figlio suo, e per far risuonare agli orecchi di questo stesso Figlio queste preghiere e queste grida di tutti i santi Patriarchi, Profeti e giusti che hanno preceduto la sua venuta sulla terra: «Veni Domine, veni et noli tardare, veni et libera nos: Venite, Signore, venite e non tardate più, venite e liberateci da tanti mali di cui la terra è piena».

E’ dunque all’umiltà, all’amore, alla carità e allo zelo del vostro Cuore ammirabile, o Vergine Santa, che siamo obbligati, dopo la Divina Miseri­cordia, per la sua adorabile Incarnazione, sottolineata in queste sante parole del vostro divin Cantico: «Suscepit Israel puerum suum». Oh! Vi cantino tutti gli angeli e tutti i santi per sempre un cantico di riconoscenza, di lode, di benedizione e di ringraziamento immortali a nome di tutto il genere uma­no per la riconoscenza ineffabile di cui vi saremo eternamente grati.





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Spiegazione del decimo versetto:


“Sicut locutus est ad patres nostros,
ossia: "Come aveva promesso ai nostri padri,* 
Abraham et semini eius in saecula
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre".


Quest’ultimo versetto del sacro Cantico dellaBeata Vergine ci pone di­nanzi agli occhi la veracità di Dio in queste parole e la fedeltà alle sue pro­messe.
E a buon diritto che viene detto nelle Scritture, Fidelis et Verax175, il Fedele e il Vero, poiché non solo è vero nelle sue parole, ma è la Verità stes­sa e la Verità essenziale, eterna ed immutabile.

Non solo è fedele nelle sue promesse, ma è la Fedeltà stessa, infinitamente potente, infinitamente sa­piente ed infinitamente buono: 
infinitamente potente, per vincere tutti gli ostacoli che possono opporsi al compimento delle sue promesse;  infinita­mente sapiente, per compierle nel tempo, nei luoghi e nel modo più conve­niente; infinitamente buono, per compierle nella maniera più utile e più van­taggiosa per tutti quelli  per cui le ha fatte.

Gli uomini parlano molto e sono molto facili a promettere molte cose; ma le loro parole e le loro promesse sono molto spesso soltanto bugie e in­ganni. Dio parla poco: «Semel locutus est Deus»Sal 61,12 ; Egli non ha che una pa­rola nella bocca: «Verbum erat apud Deum» Gv 1,1., ma con questa sola parola ha dato l’essere a tutte le cose: «Dixit et facta sunt»Sal 148,5. Con quest’unica parola porta e conserva tutte le cose: «Portans omnia verbo virtutis suae»Eb1,3; con questa sola parola governa ogni cosa; con questa sola parola fa e compie davvero e fedelmente tutte le sue promesse e concede sempre più di quanto ha promesso.
Ha promesso innanzitutto ad Abramo di dargli un figlio che si sarebbe chiamato Isacco  e gliene dà un numero incalcolabile. Gli promette in seguito di moltiplicare i suoi figli come le stelle del Cielo: e gli dona un Figlio che è il Creatore e il sovrano Signore della Terra e del Cielo, che è Uomo e Dio contemporaneamente.           
Ha promesso ad Adamo e agli altri Pa­triarchi e Profeti di liberare gli uomini dalla perdizione nella quale il peccato li aveva immersi. Tuttavia, non si accontenta di tirarli fuori da questo infeli­ce stato, liberandoli dalla schiavitù di satana, ma si fa Uomo per renderli Dei e si fa Figlio dell’uomo per renderli figli di Dio; discende dal Cielo sulla ter­ra per farli salire dalla terra al Cielo.

Sono le promesse che ha fatto ad Adamo, ad Abramo e agli altri Padri e Patriarchi, di cui la Beata Vergine fa menzione in queste ultime parole del suo divin Cantico: «Sicut locutus est ad patres nostros, Abraham et semini eius in saecula: Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre». 
Sono le promesse che si sono compiute quando si è incarnato nelle sue viscere benedette. È ciò che ha dichiarato agli Ebrei quando ha detto loro: «Abraham pater vester exultavit, ut videret diem meum: vidit et gavisus est: Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò»Gv 8,56, ossia il giorno della mia Incarnazione, della mia nascita, e della mia dimora sulla terra, da cui sperava la sua salvezza e la salvezza di tutto il mondo. L’ha visto, ossia l’ha cono­sciuto per fede o meglio l’ha conosciuto attraverso la rivelazione che il Pa­dre mio gli ha fatto, e ne ha ricevuto una grande gioia.

Conformemente a ciò, sentiamo un angelo parlare nei libri di santa Bri­gida (In Serm. angel.,cap. 8), affermando che:

«Una delle più grandi consolazioni che Dio donò ai suoi amici dell’an­tica Legge: cioè ai santi Patriarchi e ai santi Profeti, fu di rivelar loro che suo Figlio doveva nascere sulla terra per la salvezza del mondo e che sarebbe nato da Madre am­mirabile.
È la consolazione che la Divina Maestà diede particolarmente al santo patriarca Abramo, quando gli fece conoscere che l’Uno e l’Altra dovevano nascere dalla sua stirpe, da cui ricevette una gioia molto più grande che dalla nascita del figlio suo Isacco e da tutti coloro che dovevano nascere da lui, sebbene dovessero essere in maggior numero, secondo la promessa di Dio, delle stelle del Cielo: perché egli aveva molto più amore per un tale Figlio e per una tale Figlia che per tutti gli altri figli insieme. ...».

Da qui vediamo quanto Dio sia veritiero nelle sue parole e nelle sue promesse, cosa che ci deve essere di grande consolazione. Questo fedelissi­mo compimento delle promesse di Dio, infatti, ci dona la certezza infallibile che tutte le altre promesse che ci ha fatto si compiranno nel modo più perfet­to. Quali sono queste promesse? Ve ne sono di due tipi: le une appartengono alla vita presente, le altre riguardano la vita del tempo che verrà, «Vitam venturi saeculi».


Che cosa ci promette Dio in questa vita?
Ci promette che, se viviamo nel suo timore, ci preserverà da ogni sorta di mali: «Timenti Dominum non occurrent mala» Sir 33,1. Sì, poiché tutto coopera al bene di coloro che amano Dio: «Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum» Rm 8,28.
Ci promette che verserà su di noi ogni sorta di benedizioni corporali e spirituali, temporali ed eterne, che sono specificate in dettaglio nelle sue Divine Scritture, sia nell’Antico che nel nuovo Testamento.
Ci promette che sarà il nemico dei nostri nemici e che affliggerà coloro che ci affliggono. Es 23,22; che conterà tutti i capelli della nostra testa, e che neppu­re uno perirà; che terrà conto di tutti i passi che faremo a suo servizio: «Gressus meos dinumerasti» Gb 14,16; che proverà i mali che ci verranno fatti, co­me se lo si ferisse nella pupilla dell’occhio: «Qui tetigerit vos, tangit pupillam oculi mei»  Zc 2,8; che custodirà le buone opere che faremo, come la pupilla dei suoi occhi: “Gratiam hominis quasi pupillam conserva bit  Sir 17,18; che Colui che crede in Lui, cioè con una fede viva e animata d’amore, non morrà mai: «Qui credit in me, non morietur in aeternum» Gv 11,26 che se qualcuno conserva la sua parola, non vedrà mai la morte.

Ecco le promesse che il nostro Salvatore ci ha fatto, che riguardano la vita presente; ma eccone molte altre che appartengono alla vita del Cielo.
Il nostro benigno Salvatore ci promette che nel giorno della risurrezione finale non solo risusciterà i nostri corpi, ma li rivestirà dello splendore, dell’impassibilità, dell’immortalità e della gloria del suo Santissimo Corpo: «Reformabit corpus humilitatis nostrae, configuratum corpori claritatis suae» Fil 3,21; li farà restare con Lui, non solo in Cielo, ma nel seno e nel Cuore del Padre suo: «Pater, quos dedisti mihi, volo ut ubi sum ego, et illi sint mecum» Gv 17, 24; ci farà re dello stesso Regno che il Padre suo gli ha dato: «Ego dispono vobis sicut dìsposuit mihi Pater meus regnum» Lc 22, 29; ci farà eredi del Padre suo e suoi coeredi: «Haeredes Dei, cohaeredes Christi» Rm 8, 17; ci metterà in possesso di tutti i beni: «Super omnia bona sua constituet eum» Mt 24,47 ; ci donerà la gloria che il Padre suo gli ha dato: “Claritatem quam dedisti mihi dedi eis”Gv 17,22;    ci assocerà con gli angeli: ci farà sedere nei troni dei suoi ange­li, ci farà vivere della vita dei suoi angeli e ci farà gioire della loro felicità: «aequales angelis sunt “ Lc 20, 36; ci farà mangiare alla sua tavola: «Ut edatis et bibatis super mensam meam» Lc 22, 30; ci farà sedere nel suo trono: «Qui vicerit, dabo ei sedere mecum in throno meo» Ap 3, 21Per grazia e partecipazione saremo ciò che Egli è per natura e per essenza: «Divinae consortes naturae» 2 Pt 1,4 ; infine sa­remo una cosa sola con il Padre suo e con Lui, così come essi sono una cosa sola, come abbiamo già detto: «Ut sint unum, sicut et nos unum sumus>> Gv 17, 22.

Ecco le promesse meravigliose del nostro buonissimo Redentore. Ma è possibile che si compiano cose così grandi? Sì, ed è così certo come è vero che Dio è Dio; è ciò che dice la Beata Vergine: «Sicut locutus est...».

O cristiano, com’è ammirabile la tua religione! Com’è alta ed eminente la tua professione! Com’è felice e vantaggiosa la tua condizione! Come può accadere che tu non muoia di gioia alla vista di queste incantevoli verità? Ma com’è possibile che il tuo cuore resti freddo e ghiacciato in mezzo a queste fiamme ardenti dell’amore del tuo Dio nei tuoi riguardi? 
Oh! I bracie­ri dell’inferno saranno terribili per te se, invece di amare un Dio che ti ama tanto, tu lo disprezzi e lo oltraggi, e calpesti i suoi divini Comandamenti! O mio Dio, è con tutto il mio cuore che voglio amarvi, non per timore dell’inferno, ma per amor vostro. O mio Salvatore, prendete, se così vi pia­ce, un pieno, intero ed eterno possesso del mio cuore.
Il nostro adorabile Salvatore non è il solo ad essere chiamato Fedele e Vero, poiché la Santa Chiesa conferisce questi titoli anche alla sua Divina Madre: Virgo fidelis, Vergine fedele. Questa Vergine Madre ha dichiarato a qualcuno dei suoi favoriti, così come è riportato nel quarto Trattato della Triplice Corona  delRev.P.Poiré,SJ, cap 9,9, che tra i titoli d’onore che le erano dati nelle Litanie che si cantano tutti i giorni a sua lode, quelli che le erano più graditi erano: Mater amabilis, Mater admirabilis e Virgo Fidelis. E certo, è ben a ragione che possiede questo titolo, poiché Ella è fedelissima alla sua parola e alle sue promesse.

Ascoltiamola. «Transite ad me omnes - è lo Spirito Santo che la fa par­lare così -: Venite tutti a me» Sir 24, 26. Ella dice: Omnes, non solo qualcuno, ma tutti: uomini e donne, grandi e piccoli, ricchi e poveri, giovani e vecchi, bambini e adolescenti, sani e malati, giusti e peccatori, fedeli ed infedeli, sa­pienti ed ignoranti.
«Desidero, infatti, - continua l’augusta Madre di Dio - sollevarvi tutti nelle vostre necessità e procurare la salvezza di tutti. Venite a me che sono la Madre del vostro Creatore e del vostro Redentore, la vostra Regina e la vostra Sovrana, a me che sono vostra Madre e una Madre tutta amore: “Mater pulchrae delectionisSir 24,24.

Venite a me con grande fiducia, poi­ché Dio mi ha dato tanto potere in Cielo e in Terra, ed ho più amore e tene­rezza per voi, di quanto ve ne siano mai stati nel cuore di tutte le madri che vi furono, che sono e che saranno.
Venite a me poiché, come ho dato la vita al vostro adorabile Capo, che è il mio Figlio Gesù, posso darla anche alle sue membra.
Venite a me poiché, come vi ho dato un Salvatore, posso e vo­glio anche cooperare con Lui alla vostra salvezza eterna: "Qui me invenerit, [...] hauriet salutem a Domino" Prv 8,35.

Venite a me e vi aiuterò in tutti i vostri bisogni; sarò sempre con voi per guidarvi ovunque e in ogni cosa; vi conso­lerò nelle vostre afflizioni; vi proteggerò da tutti i pericoli di questa vita; vi difenderò da tutti i vostri nemici visibili e invisibili; vi illuminerò nelle tene­bre; vi fortificherò nelle vostre debolezze; vi sosterrò nelle vostre tentazioni; vi assisterò nell’ora della vostra morte; riceverò le vostre anime all’uscita dai loro corpi e le presenterò a mio Figlio.
 Infine, vi alloggerò nel mio seno e nel mio Cuore materno; vi avrò sempre presenti davanti ai miei occhi e vi farò vedere che ho un vero Cuore di Madre per voi.

“Ascoltatemi, figli miei: Nunc ergo, filii, audite me Prv 8, 32, poiché beato è colui che mi ascolta e che obbedisce alle mie parole: Beatus homo, qui audit me Prv 8, 32..
Che cosa ho da dirvi? Gettate uno sguardo sulla vita che ho condotto sulla terra e su tutte le virtù che Dio mi ha fatto la grazia di praticare: sono come tante voci che vi parlano e vi dicono: "Beati qui custodiunt vias meas. Beati coloro che camminano per la via per la quale ho camminato”  ossia coloro che camminano sulla via della fede, della speranza, della carità, dell’umiltà, dell’obbedienza, della purezza, della pazienza e delle altre virtù che ho praticato sulla terra. Abbracciate dunque tutte queste virtù con tutto il vostro cuore e soprattutto abbiate un grande amore per mio Figlio Gesù; se lo amate, custodirete fedelmente tutti i suoi Comandamenti: “Quodcumque dixerit vobis facite” Gv 2, 5.

Infine, sappiate che il Figlio mio ed io, amiamo coloro che ci amano: “Diligentes nos dilìgimus” Prv 8,17. Amateci, dunque, come vostro Padre e vostra Madre, e noi vi ameremo teneramente e ardentemente come nostri carissimi figli. Ma se voi ci amate davvero sforzatevi di mettere il nostro amore nei cuori degli altri e si compiranno nei vostri riguardi le parole: ‘"Qui elucidant [nos], vitam aeternam habebunt : Coloro che ci fanno conoscere e amare avranno la vita eterna”Sir 24,31 »

Ecco le parole e le promesse della nostra buonissima Madre che si compiranno infallibilmente nei riguardi dei suoi veri figli; e spesso, Ella fa persino più di quanto non abbia promesso.

O Gesù, Figlio unico di Dio, che avete voluto essere il Figlio unico di Maria e associarci nella schiera dei figli suoi e vostri fratelli, rendeteci partecipi, se così vi piace, dell’Amore che Le portate, come anche dell’Amore che Ella vi porta, affinché noi amiamo Gesù con il Cuore di Maria ed amiamo Maria con il Cuore di Gesù, ed abbiamo un cuor solo ed un amore solo con Gesù e Maria.

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Mater Amabilis, Mater Admirabilis, Virgo Fidelis
ORA PRO NOBIS
AVE MARIA PURISSIMA


Dall'opera "Il Cuore Ammirabile della Santissima Madre di Dio" Libro X: Spiegazione
del Cantico del Sacratissimo Cuore della Beata Vergine Maria.
Di San Giovanni Maria Eudes

martedì 24 settembre 2019

Ciò che piace e dispiace a lucifero


Rivelazioni di satana da alcuni esorcismi


Rivelazioni di satana da alcuni esorcismi
“Egli disse loro: Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. (Lc 10,18-19)
E’ ben noto che il Diavolo è menzognero e padre della menzogna (cfr. Gv 8,44) tuttavia quando è Dio che gli ordina di dire la verità per l’edificazione e la conversione di qualcuno, egli è costretto ad ubbidire anche se ciò gli arreca indicibili sofferenze.
Le seguenti parole e argomenti sono tratti da alcuni esorcismi fatti da un noto Sacerdote, alla presenza di alcuni suoi collaboratori, e registrati su nastro magnetico.
Gli argomenti non sono tutti. Egli ha riportato soltanto alcuni, i più scottanti e importanti, che serviranno, speriamo, a fare riflettere molte persone.

Ciò che piace a Lucifero

– La particola alla mano, così posso calpestare il vostro Dio, quel Dio che io ho ucciso; e posso celebrare le mie messe (le messe nere) con i miei Sacerdoti che ho strappato a Lui…
– I Preti vestiti come netturbini, camuffati; così li porto dove voglio io, negli alberghi e nelle case private, in cerca di donne e di omosessuali e faccio commettere tanti sacrilegi e li porto nel mio regno! Quanti, quanti Preti mimetizzati sono nel mio regno! E non mi scapperanno più (risate forti…).
– I Preti e i Vescovi iscritti alla massoneria e alle mie sette…oh quanti, oh quanti ce ne porto col denaro e con le donne…quanti, quanti diventano miei amici fedeli…col denaro e con le donne…ne prendo quanti ne voglio, li porto nel mio regno.
– Le gonne corte, con le quali accalappio uomini e donne e riempio il mio regno (risate lunghe…sganasciate); che contento…che gioia…che contento…
– La televisione…uh, la televisione…è il mio apparecchio, l’ho inventato io…, per distruggere le singole anime e le famiglie…le separo, le disgrego con programmi miei, sottilissimi e penetranti…uh, la televisione è il centro di attrazione dove attiro anche tanti Preti, frati e suore, specialmente nelle ore piccole e poi non li faccio più pregare: ahahahahahah…In un attimo mi presento in tutto il mondo…mi ascoltano e mi vedono tutti…mi aiutano assai bene i miei fedeli servi, i maghi, le streghe, cartomanti, chiromanti, astrologi…ahahah ahahah…!
– Le discoteche…che bello…sono i miei palazzi d’oro dove attiro le migliori speranze della società, che io faccio mie, distruggendo le loro anime e i loro corpi…quante migliaia e migliaia ne porto con me con l’alcool, con la droga e col sesso…oh, che continua mietitura…Le ho affidate a tanti politici, i miei fedeli servi, e consacrati…lo sono il vero re del mondo, e non già il vostro Dio, che io ho crocifisso.
– Il divorzio…la separazione degli sposi, sono stati inventati da me; ne rivendico la proprietà…E’ una delle mie più intelligenti scoperte…così distraggo la famiglia e distruggo la società, dove io sono adorato come vero re del mondo…Il sesso…il sesso…non ascoltate quell’uomo impiccato in croce che non vi dà niente, il vero piacere…il vero piacere ve lo do soltanto col sesso libero…il mio regno è soprattutto libertà del piacere sessuale, con cui regno sulla terra.
– L’aborto…l’uccisione degli innocenti…oh…urrah! urrah! È stata la mia trovata più bella e più gustosa! Ammazzare gli innocenti invece dei colpevoli e degli omicidi della mafia! Distruggo l’umanità e così finiscono, prima di nascere, gli adoratori del vostro falso Dio…urrah…urrah…
– La droga…è il cibo più gustoso che io faccio mangiare ai giovani per renderli pazzi…e così ne faccio quello che voglio…ladri…assassini…lussuriosi…feroci come me…dominatori del mondo…miei ministri.
– Ma soprattutto mi piacciono e mi rallegrano quegli ecclesiastici che negano la mia esistenza e la mia opera nel mondo…e sono tantissimi…oh, che gioia, che gioia per me…lavoro tranquillo e sicuro…persino i teologi oggi non credono nella mia esistenza…che bello…che gioia…e così negano anche quel loro Dio che era venuto per distruggermi…invece l’ho vinto…l’ho inchiodato io sulla Croce…ahahahah…!
Bravi questi Preti…bravissimi questi Vescovi…bravissimi questi teologi sono tutti i miei fedeli servi torelli…ne faccio quello che voglio ahahahaha…! Ormai sono miei…li porto dove voglio…vestiti da beccamorti…con la sigaretta sempre in bocca…profumati come gagà…in cerca di donnicciole facili…con auto di ultima moda…pieni di danaro…si ribellano ai dogmi del loro falso Dio…e della falsa Chiesa di quel Crocifisso mia vittima…sono i miei soldati più sicuri del mio regno, pieno pieno di loro…Con essi metto confusione e smarrimento nel popolo, che allontano sempre più dal falso Dio…e porto nel mio regno di odio e di disperazione eterna…per sempre con me, con me…hahahahaha!
Quanti di essi ne ho fatti iscrivere alle sette mie allettati dalla mia carriera e dal mio denaro…li compro con facilità perché finalmente sono riuscito a non far amare più, quel falso loro Dio; né quella Donna che pretende di avermi vinto…”.

Ciò che dispiace a Lucifero

– La confessione…che stupida invenzione…Quanto mi fa male…mi fa soffrire…il Sangue di quel vostro falso Dio…quel Sangue mi schiaccia…mi distrugge…lava le vostre anime e mi fa scappare…(strilli orribili di pianto!)…quel Sangue; quel Sangue…è la mia pena più atroce…però ho trovato quei Preti che non ci credono più alla Confessione e mandano i cristiani a ricevere quel falso Dio in peccato…Bene, bene…bravissimi…quanti sacrilegi faccio commettere…
– Il pasto dove mangiate la Carne e il Sangue di quel Crocifisso che ho ucciso io…E qui mi trovo disarmato…non ho più le forze per lottare…quelli che si nutrono di questa Carne e bevono di questo Sangue diventano fortissimi contro di me, diventano invincibili alle mie scaltre seduzioni e tentazioni, sembrano diversi dagli altri, sembra abbiano una luce speciale e una intelligenza velocissima…mi fiutano subitaneamente…e si allontanano da me e mi scacciano come se fossi un cane…che tristezza, che dolore aver a che fare con questi cannibali…(strilli di pianto!)…Ma li perseguito ferocemente…e tanti vanno a mangiare quell’ostia in peccato…hahaha! Che contento…che gioia…odiano il loro Dio e lo mangiano, hahaha! Vittoria mia…vittoria mia…urrah…urrah…
– Quanto sono insensati quelli che perdono ore e ore di giorno e di notte, in ginocchio, ad adorare un pezzo di pane nascosto in una scatola sull’altare di quel falso Dio (È l’ora di adorazione). Quanta rabbia mi fanno queste persone! Mi distruggono tutte le mie opere, che ottengo da tanti sacrileghi cristiani, Preti, suore e Vescovi…Quanti sacrileghi mieti in continuazione, è una mia incessante vittoria Quanto dolore…quanta rabbia queste adorazioni irrazionali…!
– Odio il Rosario…quell’arnese guasto e marcio di quella Donna lì, è per me come un martello che mi spacca la testa…ahiiiii! È l’invenzione dei falsi cristiani che non mi ubbidiscono, per questo seguono quella donnaccia! Sono falsi, falsi…invece di ascoltare me che regno su tutto il mondo, questi falsi cristiani vanno a pregare quella donnaccia, mia prima nemica, con quell’arnese…oh quanto male mi fanno…(strilli di pianto)…
– Il male più grande di questo tempo, per me, sono le continue presenze (apparizioni) di questa donnaccia…in tutto il mondo…in tutte le nazioni appare e mi perseguita; strappando dalle mie mani tante anime…migliaia e migliaia…per ascoltare i suoi falsi messaggi…Per fortuna mi difendono i Vescovi e i Preti miei che non credono a quella ignobile Donna…non credono e così apportano scompiglio…bravi, bravi questi miei apostoli dell’eresia…hahaha…
– Ma ciò che maggiormente mi distrugge è l’asinesca obbedienza a quell’uomo, vestito di bianco (il Papa), che comanda a nome del falso redentore e del falso vostro salvatore…che asini…pecore che consigli…! Obbedire a quell’uomo che ama quella donnaccia lì che mi perseguita da sempre…che vergogna…questo mi distrugge il mio regno…Ma io ho suscitato centinaia di Preti, frati, teologi e Vescovi che gli fanno la guerra…guerra senza frontiere a quel pagliaccio bianco…Vincerò io; vincerò io hahaha!
Lo farò morire, assassinare una brutta fine gli farò fare…È odioso ai miei seguaci, quel polacco che ama quella donnaccia lì…che propaganda il Rosario di quella ignobile Donna, come la sua preghiera preferita…che vigliacco…che asino…mi schiaccia…mi schiaccia…ohohohohoh (urli di pianto)… !

Ciò che piace al Demonio

– I politici che si dichiarano cristiani, ma che cristiani non sono, perché sono miei e a mio servizio…Presentandosi però come cristiani, ingannano tante persone che li seguono dove io astutamente li porto…Vengono con me a rubare allegramente il denaro del popolo, denaro che costa sudore e lacrime di lavoro sofferto; denaro strappato alle famiglie povere con tasse inique, imposte da questi politici che ingrassano, sciupano, spendono e spandono senza limiti…
Eppure faccio fare loro delle dichiarazioni di rettitudine, di bontà, di ossequio, di lealtà di sincerità cristiana, da far cadere anche i Preti e i Vescovi con loro…Il denaro è la mia arma più efficace; Preti e Vescovi chiudono gli occhi su questi politici, miei servi e schiavi…basta che loro trovino i soldi per costruire o restaurare chiese, asili, case parrocchiali belle e comode, patronati…Sono i miei sacrestani più fedeli, per mezzo dei quali posso penetrare nelle case del clero, obbediente al mio denaro…Del resto, non sono stati questi politici che hanno firmato l’ adulterio del divorzio e l’aborto?
Ma il clero…fa loro la propaganda che io desidero…(risate…!).
– I politici che si chiamano “laici” sono avanguardisti del mio regno…Le menzogne artatamente studiate, i soprusi diligentemente realizzati, i latrocini mafiosamente perpetrati, gli intrallazzi diplomaticamente eseguiti, il malcostume capillarmente diffuso con tutti i mezzi di stampa e di mass media, gli omicidi, i rapimenti organizzati a mano armata, la diffusione delle varie droghe mediante il servizio rigidissimo della omertà politicamente organizzata, e tanti tanti altri delitti e disordini sociali…sono tutte opere che io realizzo mediante l’opera di questi politici, miei seguaci e untorelli fedelissimi…Hanno da me il mandato preciso di usare tutti i mezzi e maniere, le più infernali, per distruggere la società, purtroppo ancora legata a quel Crocifisso che io ho impiccato sull’ infame legno…distruggere, distruggere…
Questi politici sono i miei discepoli e seguaci prediletti perché obbedientissimi al mio solo cenno, senza che neppure se ne accorgano…Sono essi che mi organizzano in tutte le città e paesi le logge massoniche più attive e subdole, più scaltre e di punta; sempre donando denaro, carriera e piaceri sessuali…Sono essi che ricevono i miei precisi comandi di penetrare e distruggere dall’ interno la Chiesa…Quanti ecclesiastici hanno ceduto e continuano a cedere alle proposte e agli allettamenti di denaro e di carriera…Distruggere la Chiesa è il mio primo e ideale progetto…Oh, che contento…che contento…!
Con questi miei fedelissimi politici ho già da tempo iniziato a distruggere la società in ogni settore e grado e in tutti gli ambienti, destabilizzando gli ordini di pubblica sicurezza, di economia, di diplomazia, di relazioni sociali…naturalmente sempre con le mie armi di ambizione, carriera, denaro, donne, piaceri Oh che contento! Che gioia! Che vittoria! (Ahahah…risate sguaiate).
– Mi piacciono poi in maniera particolarissima quei giudici e magistrati (ovviamente si riferisce ad eccezioni – n.d.c.), che hanno dietro le loro spalle il motto tradizionale “La giustizia è uguale per tutti”, eccetto ormai che per loro! Che bravi, che fedeli questi miei schiavetti della giustizia! Finalmente sono riuscito a politicizzare anche i giudici! Finalmente sono riuscito a farli vendere con il denaro e le bustarelle! Quante persone innocenti faccio condannare in carcere per anni e anni…mentre faccio uscire e assolvere i miei seguaci, considerati dal popolo come assassini e mascalzoni…li faccio uscire dal carcere perché devono continuare a dilatare il mio regno di disordine, con omicidi, ladrocini, spaccio di droga, sequestro di persone e di bambini! Che meraviglia questi miei giudici politicizzati, partitizzati, venduti…Li ho ridotti a non conoscere più ciò che è giusto, da ciò che è ingiusto…! Sono oggi il mio corpo specializzato di assalto contro la giustizia! Che meraviglia liberare dalle carceri i grandi brigatisti e mafiosi e lasciare dentro i poveri derelitti più o meno innocenti! Che bello lasciare liberi i “falsi pentiti”, con i quali io agisco con maggiore sicurezza! Che bello mandare agli “arresti domiciliari” coloro con i quali posso più liberamente organizzare il disfacimento della società! Bravi…bravissimi…giudici venduti! E quanti, quanti ne passano ogni giorno sempre di più nel mio regno, allettati dal denaro e dalla carriera e dall’orgoglio, le mie armi da loro amate e desiderate…(risata lunga…)! E quei giudici che non si vogliono allineare con me, li faccio scomparire…
E che cosa è la lotta intorno a loro, che aumenta sempre di più tra questi magistrati, se non il frutto della mia presenza e della mia costante e insistente opera? E che cosa è la continua lotta tra i magistrati e politici e le forze dell’ ordine, se non effetto del veleno che io riesco ad iniettare costantemente tra di loro? (risata…). È finita…è finita la pseudo pace che ha promesso quel buffone del vostro Dio che io ho vinto e crocifisso…E’ finita il mondo intero è con me…sono io ormai il re del mondo…sono io!
– Una mia particolare predilezione sono le tantissime sette, che io continuo a creare e a diffondere capillarmente in tutto il mondo. Sono i mezzi più immediati con i quali scardino la fede in quel falso vostro Dio da me crocifisso…creo così la babele nella fede…(risate lunghe…).
Il vostro Prete bianco (il Papa) strilla e sbraita…perché ha paura di me, ha paura che io gli tolga il trono già tanto vacillante…ma io ho già vinto, ho messo la babele nella fede; nei semplici come nei dotti, compresi Preti, teologi e Vescovi…le mie sette sono sempre più invincibili…la mia massoneria paga, paga molto bene ogni mio seguace. Sarò sempre vincitore io…e la babele nella fede sarà la mia vittoria.
Nella sola vostra Italia ho più di 672 sette e religioni mie che voi chiamate “sataniche”, che sono piene zeppe di anime a me votate e consacrate e battezzate con il proprio sangue nel mio nome…Esse mi rendono quotidianamente il culto che io merito come sovrano della terra con preghiere, con inni e cantici e…con “messe nere” durante le quali vinco, calpestando e distruggendo quelle Ostie nelle quali gli stupidi cristiani credono presente il loro Crocifisso. Ma se così fosse, perché permette che io Lo distrugga impunemente? (risata molto lunga e sganasciata…).
Queste sette, da me comandate insieme ai miei seguaci di stato maggiore del mio regno, convertono incessantemente i cristiani e li rendono miei fedeli seguaci…sono centinaia e centinaia che, ad ogni ora, rinnegano la fede vostra per aderire alle mie sette, ove io li accolgo a braccia aperte e dono loro tutti i miei piaceri e tutte le libertà di vivere il più lontano possibile dalla vostra Chiesa…è la vera felicità…la vera gioia, che solo io posso dare a voi…
Dall’alta, alla media, alla bassa Italia e nelle isole…ovunque ho le mie sette che lavorano indefessamente… Dall’altra parte, ormai, molte chiese e parrocchie sono senza Prete…sono riuscito a distruggere e a far morire le vocazioni e le mie sette suppliscono al Prete…(Hahaha…lunga risata!) Dai testimoni di Geova ai Centri età dell’ Acquario, agli Steiner antroposofici, a teosofici, ai Carolina, ai Cenacolo 33, ai Centri di Shamannesimo, ai Rosacroce, agli Arcobaleno, ai Gialli, agli Ergoniani, ai Scientology e tante e tante altre mie sette e religioni, che ogni giorno invento e creo, sono un vero esercito che lotta contro la vostra Chiesa…e vincerò, vincerò…anche se il vostro Crocifisso ha detto a voi che “le porte dell’Inferno non prevarranno” (Hahaha…risata…).
E non bastando questo, mi sono infiltrato in certi gruppi-base che voi credete vostri…Invece sono miei, li ho già afferrati gettando nei singoli il mio isterismo parossistico…diventano tutti visionari falsi di cristi e madonne che, come loro credono, stiano a parlare…ma che sono io che mi rivelo a loro…(risata!).
– I miei teologi, con le dottrine da me ispirate…Oh questi sì che costituiscono la mia “punta di diamante” di prima trincea! Che teologi intelligenti! Essi hanno capito che quei dogmi rigidissimi, dettati da certi sciocchi capi ecclesiastici, in realtà sono delle falsità puerili, che crollano al semplice confronto con la realtà quotidiana. Che bravi…bravissimi…!
Del resto, li ho portati ad insegnare le mie dottrine non soltanto nei seminari ordinari, ma persino nelle più alte e prestigiose Università Pontificie, persino in quella romana del vostro Prete bianco (il Papa; l’Università Lateranense).
La dottrina della “morte di dio” l ‘ho ispirata io e, con essa, mi sono venuti dietro milioni di studiosi, che sono diventati miei discepoli e fedeli convinti. Da quando io regno, il vostro Dio è morto non esiste più. E finita ogni legge costrittiva: tutti possono e devono vivere liberamente, come insegno io: libertà di idee, libertà di pensiero, libertà di azione…ognuno è liberissimo finalmente di agire e fare quello che crede e vuole, ovunque e sempre, e con chiunque…Non esiste più norma né regola…ciascuno è come sono io, padrone di tutto e di tutti: il vostro Dio è morto! E chi potrebbe negarlo; se lo stesso vostro Crocifisso ha dichiarato che io, solo io, sono “il principe di questo mondo”? E se Lui stesso ha detto che “tutto il mondo è in mia insindacabile balia e padronanza”?…Finalmente questi teologi, i più intelligenti in assoluto, mi hanno dato ragione.
Ma se Dio è morto, allora è chiaro che sono crollati tutti gli altri dogmi: la Creazione; l’Incarnazione, la Resurrezione, l’Immacolata; l’Assunzione, l’Eucarestia e tutti i Sacramenti… tutte storielle inventate per tenere costretti gli allocchi cristiani…Ed ecco centinaia e centinaia dei miei teologi, che hanno persino il coraggio di sfidare il Prete bianco (il Papa) con lettere e firme…che provi il contrario, se ha il coraggio e se è capace…Ha scrollato la testa e ha lasciato, i miei teologi, che continuassero questi insegnamenti, senza il minimo rimprovero né punizione…
Dunque anche lui è d’accordo con me, nella negazione di tutti i suoi dogmi…ma che bravo! (risata…).
E mentre questi grandi teologi sono con me, vi sono altri piccoli teologi untorelli che, per rivalsa, negano la mia esistenza, come fiaba da medioevo; rinviando tutte le mie presenze e manifestazioni a fatti unicamente psichiatrici e psichici…Bravissimi, questi teologi, questi Preti…tanti Vescovi…bravissimi! È il servizio migliore che mi potete fare: farmi agire silenziosamente, senza minimamente lottare contro la mia presenza e le mie astuzie…bravissimi … fate sempre così e io continuerò la mia opera infernale senza colpo ferire!
I miei teologi intelligenti negano i dogmi della vostra Chiesa e teologi stupidi negano la mia esistenza…Che trionfo…(risata…).
Ma allora dove sono più gli eretici di una volta? Nessuno! Né chi nega i dogmi, né chi nega me, che pure nell’elenco dei dogmi era anche quello della mia esistenza…! Ho vinto la vostra Chiesa.

Ciò che dispiace al Demonio

– Molto mi preoccupano quelle servette con la testa fasciata, che abbandonano tutti e tutto per rinchiudersi entro quattro mura, per sacrificare tutto ciò che è bello e buono per quel Dio che solo io sono riuscito a vincere (sono le monache di clausura)…
Giorno e notte si mortificano con veglie e digiuni incoscienti e inconsistenti…non dormono sufficientemente…non mangiano secondo le necessità dell’appetito e del corpo, che reclama il vitto necessario…non parlano liberamente ovunque e sempre…taciturne…ammusonite…piene di tristezza, la più disumana…pregano…cantano…e tutto questo sacrificio per chi lo fanno? Per quali motivi particolari…per quali fini…con quali risultati…?
La stragrande maggioranza, per fortuna, sono persone poco e punto intelligenti…ottuse di mente…abuliche di volontà…che si sono lasciate trascinare da qualche Prete insoddisfatto…Povere donnicciole, che non sanno e non conoscono il vero piacere del sesso con tutte le relative gioie che esso dona…!
Povere servette, che non hanno sentito mai le sensazioni della carne procurate dagli amplessi e dai baci dei miei uomini…! Eppure quante ne faccio cadere”, le riduco ad una vita grama, sterile, prive di ogni fervore, gettandole nel massimo della tiepidezza…Sì, ne devo fare una vera strage…perché soprattutto di queste claustrali ho paura…ho paura terribile…!
Sono i nemici miei più terribili e agguerriti…mi strappano dalle mani tante anime di ogni sesso, di ogni classe e condizione…Che nemici terribili…quando incominciano a pregare per la conversione di un’anima da strapparmi, non la smettono più…più…più…sono tenaci e caparbie! Se poi non bastassero le lunghe ed estenuanti preghiere alloro falso Dio Crocifisso, del quale si chiamano spudoratamente sue “spose”, allora incominciano con le estenuanti penitenze di ogni genere…che nemici…che soldati di primo assalto…! Ho tentato tante volte di diminuire le vocazioni a questa stupida vita…ma purtroppo non ci sono ancora riuscito…sono troppe ancora le donnette stupide e sciocche, anche se tante volte siano perfino laureate e diplomate…Che nemici…!
– Chi sono poi i miei veri persecutori acerrimi e accaniti, sono quelli, che si fanno chiamare “esorcisti”…Che brutta genia…che disgrazia nel mondo…per fortuna ce ne sono ancora pochi, pochissimi, perché io dissuado i Vescovi a nominarli…e questi mi credono e mi ubbidiscono, anche contro il comando del loro Dio Crocifisso che comandò loro: “In mio nome, scacciate i dèmoni”. Che buffone!!! Questi Vescovi hanno paura di me, tanta, tantissima! lo già li possiedo nella forma sia pure delicatissima perche non se ne accorgano, ma li possiedo…e non faccio fare a loro gli esorcismi contro di me e neppure permetto loro che nominino esorcisti…che nemici feroci…!
Molte volte sono riuscito a vendicarmi…a punirli…a schiaffeggiarli…a bastonarli…a fermarli con tante e svariate malattie; a volte anche gravi…Ma purtroppo, non cedono…non cedono…E quando essi si avvicinano alle mie prede, devo scappare…o presto o tardi devo fuggire…che preghiere fanno…e sempre in nome di quel loro Dio..e di quella loro Donna madre del crocifisso…Oh, che dolori, che strazio per me…!
Conclusioni:
Ecco alcune registrazioni, trascritte per l’ammaestramento di tutti noi, affinché ci si allontani dal male e si viva del vero Amore, Cristo Gesù, che per noi ha dato il Suo preziosissimo Sangue, vita e salvezza nostra.
Precedentemente abbiamo riportato delle affermazioni terrificanti,che il temibile Satana ha infernalmente dette e vomitate in alcuni esorcismi, davanti a testimoni fedeli, e anche registrate…una vera e propria catechesi diabolica da prendere seriamente e soppesare: infatti trattano argomenti terribilmente scottanti.
Facciamo alcune riflessioni.
Anzitutto: la catechesi diabolica è doppia: una positiva per il Diavolo e negativa per noi e l’altra, al rovescio, è positiva per noi e negativa per lui. Ciò che piace a Lucifero, è chiaro che risulta tutto negativo per noi e che quindi dovremmo assolutamente evitare; ma ciò che a lui dispiace, è positivo per noi e che quindi dovremmo assolutamente praticare con tutti i nostri sforzi, senza mai farci ingannare da lui, a cui dispiace.
Riassumendo, Satana è contento per il materiale, esposto in dieci punti, come in un decalogo:
– la profanazione dell’eucarestia;
– i Preti e religiosi vestiti da “netturbini” e camuffati;
– gli ecclesiastici iscritti alla massoneria e alle sette;
– le gonne corte, malcostume di vestiario femminile;
– la televisione come strumento di divisione della famiglia e propaganda di malcostume;
– le discoteche, come luogo di corruzione della gioventù;
– la separazione e il divorzio dei coniugi, per distruggere la famiglia e la società, facendo prevalere soltanto il sesso;
– l’aborto, come uccisione degli innocenti, distruggendo l’umanità;
– la droga, per impazzire i giovani e ridurli a larve;
– soprattutto certi ecclesiastici, che negano l’esistenza del Demonio, lasciandolo così agire liberamente e senza alcun disturbo nelle anime cristiane.
Chi legge comprenda la gravità delle asserzioni. Toccano tutta la vita e l’opera salvifica del battezzato. Il tempio della SS. Trinità che ha santificato e consacrato le nostre anime, viene non soltanto profanato per opera di Satana, ma addirittura distrutto, sia individualmente, sia familiarmente, sia socialmente. E, quello che appare più grave, la non azione immediata e positiva, il non intervento cioè immediato dei “pastori” del gregge, perché oggi, ottenebrate le loro menti, convinti che esistano soltanto malati da psichiatria, non credono più nell’azione e nel potere del Diavolo.
Eppure la realtà è ben diversa, quante persone non sanno dove sbattere il capo, dopo aver girato ospedali e cliniche con spese enormi ed essersi sentite ripetere sempre lo stesso ritornello: “Lei non ha nulla…”. Ma il malato resta sempre tale, finché qualche esorcista non lo libera dalla vera ragione del male, il Diavolo, con manifestazioni infernali…
La vera pastorale deve cominciare proprio dalla lotta contro Satana: è scritto infatti in S. Giovanni che “Cristo è venuto per distruggere le opere del Demonio”.
Costoro possono continuare pure a negare: in tal caso però sono dei veri e propri eretici, perché l’esistenza del Diavolo, come persona che odia e perseguita le anime e Dio, è un vero dogma di fede. Negare l’ esistenza del Demonio è negare anche l’esistenza di Cristo. Infatti, per quale motivo si è incarnato Cristo, se non per “distruggere le opere del Demonio? D’altra parte lo stesso Satana ci dà la conferma di quanto stiamo dicendo, con la seconda parte della sua catechesi in sei punti.
A lui dispiace e fa male:
– il sacramento della Confessione, ove Cristo lava le nostre anime con il suo Sangue preziosissimo;
– l’Eucarestia, che ci nutre direttamente di Gesù in Corpo, Sangue, Anima e Divinità;
– l’adorazione eucaristica, ove continuiamo l’unione con Gesù;
– il Santo Rosario, nel quale contempliamo i misteri della nostra santa fede insieme alla Madonna;
– le apparizioni della Madonna, che ci richiama ci riporta a Gesù;
– l’obbedienza fedele al Papa, vicario di Gesù.
Se il Demonio non esistesse, dunque, perché mai avrebbe paura di queste realtà, che ci danno la vita divina e ci proiettano nell’eternità beata, ove godremo per sempre il nostro Dio?
Attenzione quindi al comportamento superficiale e stolto di chi crede, o pensa di credere, che l’esistenza del Demonio, con le relative manifestazioni, siano “cose da medioevo”. In realtà, chi nega Satana o ha paura di Satana, è già infestato o posseduto dalle sue catene infernali.
Fonte: dalle registrazioni di P. Pellegrino Ernetti trascritte nel libro “La catechesi di Satana”, Edizioni Segno
http://diosalva.net/rivelazioni-satana-esorcismi
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15 anni fa.


CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA
CON BEATIFICAZIONE DI:
PEDRO TARRES Y CLARET,
ALBERTO MARVELLI
PINA SURIANO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Spianata di Montorso
Domenica, 5 settembre 2004
 

1. "Quale uomo può conoscere il volere di Dio?" (Sap 9,13). La domanda, posta dal Libro della Sapienza, ha una risposta: solo il Figlio di Dio, fatto uomo per la nostra salvezza nel grembo verginale di Maria, può rivelarci il disegno di Dio. Solo Gesù Cristo sa qual è la via per "giungere alla sapienza del cuore" (Sal resp.) e ottenere pace e salvezza.
E qual è questa via? Ce l’ha detto Lui nel Vangelo di oggi: è la via della croce. Le sue parole sono chiare: "Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo" (Lc 14, 27).
"Portare la croce dietro a Gesù" significa essere disposti a qualsiasi sacrificio per amore suo. Significa non mettere niente e nessuno prima di lui, neanche le persone più care, neanche la propria vita.

2. Carissimi Fratelli e Sorelle, convenuti in questa "splendida vallata di Montorso", come l’ha qualificata l’Arcivescovo Mons. Comastri, che ringrazio di cuore per le calorose parole rivoltemi. Saluto, con lui, i Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi presenti; saluto i sacerdoti, i religiosi, le religiose, le persone consacrate; e soprattutto saluto voi giovani, appartenenti all’Azione Cattolica, che, guidati dall’Assistente generale Mons. Francesco Lambiasi e dalla Presidente nazionale Dottoressa Paola Bignardi, che ringrazio per il caloroso indirizzo, avete voluto raccogliervi qui, sotto lo sguardo della Madonna di Loreto, per rinnovare il vostro impegno di fedele adesione a Cristo Gesù.
Voi lo sapete: aderire a Cristo è una scelta esigente. Non a caso Gesù parla di "croce". Egli tuttavia precisa immediatamente: "dietro di me". È questa la grande parola: non siamo soli a portare la croce. Davanti a noi cammina Lui, aprendoci la strada con la luce del suo esempio e con la forza del suo amore.

3. La croce accettata per amore genera libertà. Lo ha sperimentato l’apostolo Paolo, "vecchio e ora anche prigioniero per Cristo Gesù", come lui stesso si definisce nella lettera a Filemone, ma interiormente pienamente libero. Proprio questa è l’impressione che si coglie dalla pagina ora proclamata: Paolo è in catene, ma il suo cuore è libero, perché abitato dall’amore di Cristo. Per questo, dal buio della prigione in cui soffre per il suo Signore, egli può parlare di libertà ad un amico che sta fuori del carcere. Filemone è un cristiano di Colossi: a lui Paolo si rivolge per chiedergli di liberare Onesimo, ancora schiavo secondo il diritto dell’epoca, ma ormai fratello per il battesimo. Rinunciando all’altro come suo possesso, Filemone avrà in dono un fratello.
La lezione che scaturisce da tutta la vicenda è chiara: non c’è amore più grande di quello della croce; non c’è libertà più vera di quella dell’amore; non c’è fraternità più piena di quella che nasce dalla croce di Gesù.

4. De la cruz de Jesús fueron humildes discípulos y testigos heroicos los tres Beatos, apenas proclamados.

Pedro Tarrés y Claret, primero médico y después sacerdote, se dedicó al apostolado laical entre los jóvenes de Acción Católica de Barcelona, de los cuales, después, fue consiliario. En el ejercicio de la profesión médica se entregó con especial solicitud a los enfermos más pobres, convencido de que "el enfermo es símbolo de Cristo sufriente".
Ordenado sacerdote, se consagró con generosa intrepidez a las tareas del ministerio, permaneciendo fiel al compromiso asumido en vísperas de la Ordenación: "Un solo propósito, Señor: sacerdote santo, cueste lo que cueste". Aceptó con fe y heroica paciencia una grave enfermedad, que lo llevó a la muerte con sólo 45 años. A pesar del sufrimiento repetía frecuentemente: "¡Cuán bueno es el Señor conmigo!. Y yo soy verdaderamente feliz".

Traduzione italiana delle parole pronunciate in lingua spagnola:
4. Della croce di Gesù furono umili discepoli e testimoni eroici i tre Beati appena proclamati.
Pedro Tarrés y Claret, dapprima medico e dopo sacerdote, si dedicò all'apostolato laicale tra i giovani di Azione Cattolica di Barcellona, dei quali divenne successivamente consigliere. Nell'esercizio della professione medica, si dedicò con speciale sollecitudine ai malati più poveri, convinto che "il malato è simbolo di Cristo sofferente".
Ordinato sacerdote si consacrò con coraggio generoso ai compiti del ministero, rimanendo fedele all'impegno assunto la vigilia dell'Ordinazione:  "Un solo proposito, Signore, costi quello che costi". Accettò con fede e con eroica pazienza una grave malattia che lo portò alla morte a soli 45 anni. Nonostante la sofferenza ripeteva con frequenza:  "Quanto è buono il Signore con me! E io sono veramente felice".

5. Alberto Marvelli, giovane forte e libero, generoso figlio della Chiesa di Rimini e dell’Azione Cattolica, ha concepito tutta la sua breve vita di appena 28 anni come un dono d’amore a Gesù per il bene dei fratelli. "Gesù mi ha avvolto con la sua grazia", scriveva nel suo diario; "non vedo più che Lui, non penso che a Lui". Alberto aveva fatto dell’Eucaristia quotidiana il centro della sua vita. Nella preghiera cercava ispirazione anche per l’impegno politico, convinto della necessità di vivere pienamente da figli di Dio nella storia, per fare di questa una storia di salvezza.
Nel difficile periodo della seconda guerra mondiale, che seminava morte e moltiplicava violenze e sofferenze atroci, il beato Alberto alimentava una intensa vita spirituale, da cui scaturiva quell’amore per Gesù che lo portava a dimenticare costantemente se stesso per caricarsi della croce dei poveri.

6. Anche la beata Pina Suriano - nativa di Partinico, nella diocesi di Monreale - ha amato Gesù con un amore ardente e fedele al punto da poter scrivere in tutta sincerità: "Non faccio altro che vivere di Gesù". A Gesù lei parlava con cuore di sposa: "Gesù, fammi sempre più tua. Gesù, voglio vivere e morire con te e per te".
Aderì fin da ragazza alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica, di cui fu poi dirigente parrocchiale, trovando nell’Associazione importanti stimoli di crescita umana e culturale in un clima intenso di amicizia fraterna. Maturò gradualmente una semplice e ferma volontà di consegnare a Dio come offerta d’amore la sua giovane vita, in particolare per la santificazione e perseveranza dei sacerdoti.

7. Cari Fratelli e Sorelle, amici dell’Azione Cattolica, convenuti a Loreto dall’Italia, dalla Spagna e da tante parti del mondo! Oggi il Signore, attraverso l’evento della beatificazione di questi tre Servi di Dio, vi dice: il dono più grande che potete fare alla Chiesa e al mondo è la santità.
Vi stia a cuore ciò che sta a cuore alla Chiesa: che molti uomini e donne del nostro tempo siano conquistati dal fascino di Cristo; che il suo Vangelo torni a brillare come luce di speranza per i poveri, i malati, gli affamati di giustizia; che le comunità cristiane siano sempre più viveaperteattraenti; che le nostre città siano ospitali e vivibili per tutti; che l’umanità possa seguire le vie della pace e della fraternità.

8. A voi laici spetta di testimoniare la fede mediante le virtù che vi sono specifiche: la fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la tenacia nel servire il bene comune, la solidarietà nelle relazioni sociali, la creatività nell’intraprendere opere utili all’evangelizzazione e alla promozione umana. A voi spetta pure di mostrare - in stretta comunione con i Pastori - che il Vangelo è attuale, e che la fede non sottrae il credente alla storia, ma lo immerge più profondamente in essa.

Coraggio, Azione Cattolica! Il Signore guidi il tuo cammino di rinnovamento!
L’Immacolata Vergine di Loreto ti accompagna con tenera premura; la Chiesa ti guarda con fiducia; il Papa ti saluta, ti sostiene e ti benedice di cuore.
Azione Cattolica Italiana, grazie!

AMDG et DVM