lunedì 30 luglio 2018

ESEMPI . Purtroppo di altri tempi.


Ritiro

105 - I tre mesi di preparazione passarono rapidi, ben presto dovetti entrare in ritiro e per questo diventare collegiale interna, dormendo all'Abbazia. Non posso dire il ricordo dolce che mi ha lasciato quel ritiro; veramente, se ho molto sofferto in collegio, sono stata largamente compensata dalla felicità ineffabile di quei pochi giorni passati nell'attesa di Gesù. 

Non credo che si possa gustare quella gioia fuori dalle comunità religiose; essendo poche le bambine, era facile occuparsi di ciascuna in particolare, e veramente le nostre maestre ci prodigavano in quel momento delle cure materne. Si occupavano ancor più di me che delle altre, ogni sera la prima maestra veniva, con la sua lucernetta, ad abbracciarmi nel mio letto, mostrandomi grande affetto. 

Una sera, commossa per la bontà di lei, le dissi che le avrei confidato un segreto, e tirando fuori misteriosamente il mio libretto prezioso che era sotto il guanciale, glielo mostrai con gli occhi che brillavano di gioia. La mattina, trovavo bello di veder tutte le scolare che si alzavano appena sveglie, e di fare anch'io come loro, ma non ero abituata a vestirmi e sistemarmi da sola. Maria non era li per farmi i riccioli, perciò ero costretta a presentare timidamente il mio pettine alla maestra della stanza ove ci si vestiva, che rideva vedendo una figliolona di undici anni che non sapeva sbrogliarsi; tuttavia mi pettinava, ma non con la dolcezza di Maria, e io non osavo gridare, ciò che mi accadeva tutti i giorni sotto la mano delicata della mia madrina. 

Ebbi modo di costatare, durante il ritiro, che ero una bambina carezzata e curata come ce ne sono poche sulla terra, soprattutto fra quelle rimaste prive di mamma! Ogni giorno Maria e Leonia venivano a trovarmi con Papà, il quale mi colmava di pensierini cari, cosicché non soffersi per la privazione della famiglia, e niente oscurò il cielo bello del mio ritiro.

http://www.preghiereagesuemaria.it/immaginisacre.htm


Dozulé

33a APPARIZIONE
Venerdì 4 luglio 1975, alle ore 15,50

Il Sacerdote aveva annunciato la terza decina della corona. Appare la Luce, poi Gesù. Egli guarda Maddalena e poi Suor J. che aveva il necessario per scrivere :

" Dite questo ad alta voce : Ecco ciò che deve scrivere la religiosa : "questa lettera è indirizzata al Capo della Chiesa. E' Gesù di Nazareth che ve la detta per bocca della sua serva.

Egli dice :

Beati i chiamati dal Padre Mio che hanno trovato la Pace e la Gioia su questa terra di Dozulé. Ma quanto sarà grande il loro numero quando il mondo intero sarà ero quando il mondo intero sarà venuto a pentirsi ai piedi della Croce Gloriosa che io vi domando di far innalzare !

Perché adesso non e più il tempo in cui risuscitavo i corpi, ma è venuto il momento in cui devo risuscitare gli spiriti.

Comprendete bene questo : nei giorni che precedettero il diluvio, la gente non dubitava di niente fino all'arr dubitava di niente fino all'arrivo del diluvio che li travolse tutti. Ma oggi siete stati avvertiti, vivete il tempo in cui vi dicevo :

Vi saranno su questa terra degli sconvolgimenti di ogni genere. E' l'Iniquità che è causa di miseria e di carestia. Le nazioni saranno nell'angoscia per i fenomeni e i segni nel cielo e sulla ter e i segni nel cielo e sulla terra. Tenetevi pronti perché la grande tribolazione è vicina, una tribolazione tale che non se n'è avuta di simile dall'inizio del mondo fino a quel giorno e che non vi sarà mai più.

Io ve lo dico, questa giovane generazione non passerà prima che questo avvenga. Ma non temete, ecco che si erge nel cielo il Segno del Figlio dell'Uomo che Maddalena ha visto splendere dall'Oriente al- l'Occidente. A voi Capi delle Chiese, in verità Io dico, è per questa Croce innalzata sul mondo che le nazioni saranno salvate...

Il Padre Mio mi ha inviato per salvare, ed è venuto il momento in cui devo riversare nei cuori umani la Mia Misericordia. "

Poi più sottovoce, a Maddalena sola :

" Il Mio Messaggio non deve giacere nell'ombra di un cassetto ma deve essere Verità e Luce per il mondo intero. "

Poi ad alta voce :

" Questa Croce Gloriosa deve esser innalzata per la fine dell'Anno Santo. Quest'Anno Santo deve prolungarsi fino all'elevazione della Croce Gloriosa.

Così termina il Mio Messaggio. " Vi dò l'ordine di consegnarlo al Capo della Chiesa voi stessa, accompagnata da un Superiore. "

Poi, Gesù scompare.

Il Messaggio è stato dettato così lentamente che Suor J. ha avuto tutto il tempo per scriverlo. Aspetta che Monsignore le dia l'ordine per andare a portarlo al Santo Padre. Maddalena ne ha dimenticato il contenuto.



AMDG et DVM

CREDO UT INTELLEGAM


« La sapienza tutto conosce e tutto comprende » (Sap 9, 11)


16. Quanto profondo sia il legame tra la conoscenza di fede e quella di ragione è indicato
già nella Sacra Scrittura con spunti di sorprendente chiarezza. Lo documentano
soprattutto i Libri sapienziali. Ciò che colpisce nella lettura, fatta senza preconcetti, di
queste pagine della Scrittura è il fatto che in questi testi venga racchiusa non soltanto la
fede di Israele, ma anche il tesoro di civiltà e di culture ormai scomparse. Quasi per un
disegno particolare, l'Egitto e la Mesopotamia fanno sentire di nuovo la loro voce ed alcuni
tratti comuni delle culture dell'antico Oriente vengono riportati in vita in queste pagine
ricche di intuizioni singolarmente profonde.

Non è un caso che, nel momento in cui l'autore sacro vuole descrivere l'uomo saggio, lo
dipinga come colui che ama e ricerca la verità: « Beato l'uomo che medita sulla sapienza e
ragiona con l'intelligenza, considera nel cuore le sue vie, ne penetra con la mente i segreti.
La insegue come uno che segue una pista, si apposta sui suoi sentieri. Egli spia alle sue
finestre e sta ad ascoltare alla sua porta. Fa sosta vicino alla sua casa e fissa un chiodo
nelle sue pareti; alza la propria tenda presso di essa e si ripara in un rifugio di benessere;
mette i propri figli sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiorna; da essa sarà
protetto contro il caldo, egli abiterà all'ombra della sua gloria » (Sir 14, 20-27).

Per l'autore ispirato, come si vede, il desiderio di conoscere è una caratteristica che
accomuna tutti gli uomini. Grazie all'intelligenza è data a tutti, sia credenti che non
credenti, la possibilità di « attingere alle acque profonde » della conoscenza (cfr Pro 20,
5). Certo, nell'antico Israele la conoscenza del mondo e dei suoi fenomeni non avveniva
per via di astrazione, come per il filosofo ionico o il saggio egiziano. Ancor meno il buon
israelita concepiva la conoscenza con i parametri propri dell'epoca moderna, tesa
maggiormente alla divisione del sapere. Nonostante questo, il mondo biblico ha fatto
confluire nel grande mare della teoria della conoscenza il suo apporto originale.

Quale? La peculiarità che distingue il testo biblico consiste nella convinzione che esista
una profonda e inscindibile unità tra la conoscenza della ragione e quella della fede. Il
mondo e ciò che accade in esso, come pure la storia e le diverse vicende del popolo, sono
realtà che vengono guardate, analizzate e giudicate con i mezzi propri della ragione, ma
senza che la fede resti estranea a questo processo. Essa non interviene per umiliare
l'autonomia della ragione o per ridurne lo spazio di azione, ma solo per far comprendere
all'uomo che in questi eventi si rende visibile e agisce il Dio di Israele. 

Conoscere a fondo il mondo e gli avvenimenti della storia non è, pertanto, possibile senza confessare al contempo la fede in Dio che in essi opera. 
La fede affina lo sguardo interiore aprendo la mente a scoprire, nel fluire degli eventi, la presenza operante della Provvidenza.
Un'espressione del libro dei Proverbi è significativa in proposito: « La mente dell'uomo
pensa molto alla sua via, ma il Signore dirige i suoi passi » (16, 9). Come dire, l'uomo con
la luce della ragione sa riconoscere la sua strada, ma la può percorrere in maniera
spedita, senza ostacoli e fino alla fine, se con animo retto inserisce la sua ricerca
nell'orizzonte della fede. La ragione e la fede, pertanto, non possono essere separate
senza che venga meno per l'uomo la possibilità di conoscere in modo adeguato se stesso,
il mondo e Dio.


AMDG et DVM

L’essere con Dio era la vita per Maria.

Fiore della creazione più bello di tutti i fiori dell'Universo


  • "Il Signore è con te”. Il Signore è sempre con chi ha l’anima in grazia.(...)
    Maria era con Dio e Dio era con Maria. Le due perfezioni si attiravano e si univano con un incessante moto di affetti. La perfezione infinita di Dio scendeva, con gioia inconcepibile a possedere questa creatura.(...)
    L’essere con Dio era la vita per Maria. 5.9.43

  • "Benedetta tu fra tutte le donne”. Questa benedizione (...) a Colei che col suo sacrificio ha iniziato la Redenzione, risuona continuamente in Cielo, pronunciata con infinito amore dalla nostra Trinità, con accesa carità dai salvati dal nostro sacrificio e dai cori angelici. Tutto il Paradiso benedice Maria, capolavoro della Creazione universale e della Misericordia divina. 6.9.43

  • Benedetta la Pura destinata al Signore.
    Benedetta la Desiderata della Trinità che anticipava col desiderio l’attimo di fondersi a Lei con amplesso di trino amore.
    Benedetta la Vincitrice che schiaccia il Tentatore sotto il candore della sua natura immacolata.
    Benedetta la Vergine che non conosce che il bacio del Signore.
    Benedetta la Madre divenuta tale per obbedienza santa alla volontà dell’Altissimo.
    Benedetta la martire che accetta il martirio per pietà di tutti voi.
    Benedetta la Redentrice della donna e dei figli della donna, che annulla Eva e s'innesta al suo posto per portare il frutto della vita là dove il Nemico ha messo seme di morte.
    Benedetta, benedetta, tre volte benedetta per il tuo “si” o Madre mia che hai permesso a Dio di mantenere la promessa fatta ad Abramo, ai patriarchi, ai profeti, che hai dato sollievo all’Amore, oppresso dal dovere essere punitore e non salvatore, che hai sollevata la terra dalla condanna portata a lei da Eva.
    Benedetta, benedetta, benedetta per la tua umiltà santa, per la tua carità accesa, per la tua verginità intoccata, per la tua maternità divina, molteplice, sempiterna, vera e spirituale. Madre che col tuo amore e col tuo dolore generi continui figli per il Regno del tuo Gesù.
    Generatrice di grazia e di salvezza, generatrice della divina Misericordia, generatrice della Chiesa universale, che tu sia benedetta in eterno per quanto hai compiuto, come benedetta in eterno eri per quello che avresti compiuto.
    Sacerdotessa santa, santa, santa, che hai celebrato il primo sacrificio e preparato con parte di te stessa l’Ostia da immolare sull’altare del mondo.
    Santa, santa, santa Madre mia, che non mi hai fatto rimpiangere il Cielo e il seno del Padre, perché in te ho trovato un altro paradiso non dissimile a quello in cui la Triade opera le sue opere divine; Maria che sei stata il conforto del tuo Figlio sulla terra e il gaudio del Figlio in Cielo, che sei la gloria del Padre e l’Amore dello Spirito.6.9.43

  • La perfezione di Maria è tale che essa testimonia non solo della sapienza e della potenza, ma dell’amore con cui Dio ha creato il mondo. Maria testimonia il super-amore misericordioso di Dio verso l’uomo, perché attraverso Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano. Io sono il Cristo perché Maria mi ha concepito e dato al mondo.6.9.43

  • La Vergine, creata senza macchia per essere matrice alla carne di un Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la Perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della Terra, fiore della Creazione più bello di tutti i fiori dell’Universo, astro vivo, davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio. 6.9.43

  • La Vergine, creata senza macchia per essere matrice della Carne di Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della terra, fiore della creazione più bello di tutti i fiori dell'Universo, astro vivo davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio. 6.9.43