mercoledì 28 marzo 2018

Esatto, non vi pare?



Una volta mi chiesero di raccontare gli ultimi pontificati, da
Giovanni XXIII in poi, con una sola parola, una per ciascun papa.
Che richiesta assurda, direte. Condivido. Tuttavia accettai. E così,
senza stare a pensarci troppo, risposi: per Giovanni XXIII,
speranza; per Paolo VI, sofferenza; per Giovanni Paolo I, umiltà;
per Giovanni Paolo II, coraggio; per Benedetto XVI, verità.
Quando mi venne posta la domanda, sul soglio di Pietro c’era
ancora Joseph Ratzinger, il che mi evitò di dover fotografare con
una sola parola anche il pontificato di Francesco. Ma quello che qui
mi preme dire è che nel caso di Benedetto XVI non ebbi nemmeno
un nanosecondo di incertezza: la parola verità, secondo me,
racconta veramente, e più di ogni altra, la missione di Papa
Ratzinger.
Poi uscì Ultime conversazioni, il libro nel quale Benedetto XVI
risponde alle domande di Peter Seewald. Ed ecco che lì, a un certo
punto, spiegando come nacque, ai tempi di Monaco, il motto
episcopale del vescovo Ratzinger, ovvero Cooperatores veritatis, il papa
emerito dice: “Da molto tempo l’argomento verità è stato messo da parte
perché sembra troppo grande per l’uomo. Nessuno osa più dire ‘Possediamo la verità’, cosicché anche noi teologi abbiamo tralasciato sempre più il concetto di verità. In quegli anni di lotta, gli anni settanta, sono diventato sempre più consapevole che se lasciamo da parte la verità quale scopo ha tutto quanto? La verità deve restare sempre al centro. È vero che non possiamo dire: ‘Io posseggo la verità’, ma la verità possiede noi, ci ha toccato. E noi cerchiamo di farci guidare da questo contatto. Quando fui ordinato vescovo mi vennero in mente queste parole della terza lettera di Giovanni, che noi siamo ‘collaboratori della verità’. Con la verità, dato che è persona, si può collaborare. Per lei ci si può impegnare, cercare di farla valere. Mi sembrava che fosse la definizione autentica del mestiere del teologo: colui che è stato toccato dalla verità, che ha visto il suo volto, ora è disposto a mettersi al suo servizio, a collaborare con lei e per lei”.
Ecco, non bastassero i numerosi testi nei quali Joseph Ratzinger, sia
prima di diventare Papa sia dopo, si occupa della questione della
verità, mi sembra che queste sintetiche riflessioni siano sufficienti:
accostare al nome di Benedetto XVI proprio la parola verità è non
solo possibile, ma doveroso.
Solo che la parola verità è altamente problematica. E lo è soprattutto
in un mondo come l’attuale, nel quale l’idea che la verità possa
esistere, e abbia un nome, e sia possibile incontrarla, sembra
appartenere soltanto ad alcuni patetici illusi. Di qui le difficoltà con
le quali il pontificato di Benedetto XVI ha dovuto confrontarsi. Di
qui il percorso a ostacoli che il mite teologo bavarese, divenuto
papa, è stato costretto ad affrontare: ogni giorno una sfida, un
contrasto, una polemica, un attacco.
Ma succede che le persone miti e un po’ timide, messe alla prova,
riescano a sfoderare una tempra insospettata, e così è stato per Papa
Ratzinger. Il quale, senza mai scomporsi, senza mai andare sopra le
righe, è riuscito veramente a essere non solo cooperatore, ma
testimone della verità. Ed ecco il motivo per cui i suoi numerosi
nemici hanno cercato in ogni modo di metterlo in difficoltà, di
screditarlo, addirittura di umiliarlo.
Nella strategia utilizzata per fiaccare Benedetto XVI un ruolo
centralissimo è stato giocato dal cosiddetto scandalo pedofilia, nel
quale molti hanno visto l’oggetto contundente ideale per colpire il
Papa della verità. Ne è scaturita un’autentica persecuzione, con
Joseph Ratzinger nella parte della vittima sacrificale. Una vicenda
all’interno della quale noi, i rappresentanti della stampa, ci siamo
spesso comportati come sicari.
È proprio di questa vicenda che parleremo nelle prossime pagine,
cercando di spiegare il perché della guerra scatenata contro
Benedetto XVI, svelando le modalità dell’attacco e mettendo in luce
la forza tranquilla del papa della verità, indomito lottatore gentile sul
fronte della buona battaglia di cui parla l’apostolo Paolo
Oltre che dalla volontà di rendere omaggio al papa della verità, il
libro nasce dalla necessità, della quale sono più che convinto, di
sottolineare quanto sia stata opportuna la grande proposta fatta da
Benedetto XVI all’umanità del nostro tempo. Ma forte, devo dirlo, è
anche un altro desiderio: quello di stare un po’ in sua compagnia.
Perché Benedetto XVI mi manca.
A.M.V.
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 Introduzione a Uno sguardo nella notte. Ripensando Benedetto XVI, Chorabooks, 2018
I LIBRI DI ALDO MARIA VALLI
AMDG et DVM

ECCO IL TESTO IN ITALIANO




FATIMA2



Ecco il testo del SEGRETO di Fatima:
Il testo comincia con le sigle JMJ, e la data: “Tuy, 1/4/1944”.
E continua così:
Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa 
parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una 
visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’,
davanti a una moltitudine che lo lodava.
Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo 
del demonio, questo aveva gli occhi del male.
Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare 
in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, 
non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, 
sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli 
angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto 
dell’edificio.
Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse 
avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere 
aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo 
Pio XII e prima del 1960.
Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di 
Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima.
Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua 
autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.
La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova 
costruita a Fatima.
Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma 
continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.
Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e 
Matteo 21, 42-44”.
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Così terminava il messaggio. La parte relativa a Matteo è la seguente:
42 “Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
‘La pietra che i costruttori hanno rifiutata
è diventata pietra angolare;
ciò è stato fatto dal Signore,
ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri’?
43 Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne 
faccia i frutti.
44 Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale 
cadrà”.
Mentre invece la parte relativa a Daniele è questa: 

“24 Settanta settimane sono fissate
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all’empietà,
mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità,
portare una giustizia eterna,
suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei
santi”.
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Foto:
MARCO TOSATTI
Giovedì 6 aprile 2017, alla vigilia di quella che secondo alcuni studiosi potrebbe 
essere stata la data reale della Crocifissione, è stato presentato a Madrid, nella 
Casa del Libro sulla Gran Via, davanti a centinaia di persone (qualcuno è giunto 
per l’occasione persino dal Venezuela) il libro di José Maria Zavala “El secreto 
mejor guardado de Fatima” , Il segreto meglio guardato [custodito-sigillato-
nascosto] di Fatima.
Come abbiamo già scritto qualche tempo fa, il libro ci è parso interessante per 
varie ragioni, che non sono connesse direttamente con quella che è la novità più 
accattivante, e cioè la perizia calligrafica su una presunta parte autografa di Suor 
Lucia del Terzo Segreto di Fatima. 
L’opera di Zavala, alla cui presentazione chi scrive ha partecipato come relatore,
 ci ha colpito per la sua struttura: vari segmenti diversi, e solo apparentemente 
non collegati, compresa un’intervista inedita a don Gabriele Amorth, che 
disegnano un affresco spirituale dell’ultimo secolo, e dei nostri tempi, in cui 
Fatima, don Gabriele Amorth, padre Pio (di cui Josè Maria e la sua sposa, 
Paloma, sono figli spirituali che dire devoti è dir poco) dirigono il lettore verso 
l’obiettivo della conversione, della penitenza e della preghiera.
Una parte dell’opera è dedicata a un documento relativo al Terzo Segreto.
Il testo riportato dal libro è apparso su un sito americano nel 2010, durante il 
pontificato di Benedetto XVI, ma ha avuto un’eco limitata. Zavala lo avrebbe 
ricevuto con una mail anonima mentre stava preparando la sua opera, e non si è 
limitato a riprodurlo; prima di questo ha chiesto a una esperta grafologa e 
calligrafa di sottoporlo a un esame, comparandolo con il testo conosciuto e 
accertato di mano di Suor Lucia del Terzo Segreto stesso.
Non si tratta di un documento originale, ma di una copia digitale o fotocopia, e 
questo naturalmente, come è stato detto sin dall’inizio, pone dei limiti all’esame. 
Ma è interessante riportare quanto afferma Begoña Slocker, che era presente, 
insieme ad altri due esperti del campo, che l’hanno aiutata e hanno in qualche 
modo “certificato” il suo lavoro, alla conferenza stampa di presentazione. 
L’esperta giudiziaria nella sua relazione, allegata al libro di Zavala, ha concluso 
che il testo preso in esame “è stato realizzato dalla stessa mano del documento 
corrispondente alla Prima e alla Seconda Parte del Segreto di Fatima, redatto di 
suo pugno e scrittura da Suor Lucía dos Santos”.
E’ stato obiettato che grazie agli strumenti attuali di creazione (per esempio 
Photoshop) una falsificazione sarebbe possibile. E mancando il testo originale, 
non è un’obiezione da trascurare. A questo Begoña Slocker ha risposto: “Noi 
lavoriamo su documenti originali, e dal momento che non ho questi dati, mi sono 
basata soprattutto sulla velocità, sull’inclinazione e sui segni tipo, il che significa
 che quando sovrappongo le lettere, se fossero identiche, sarebbe una 
falsificazione; ma non sono identiche”.
La grafologa aggiunge: “La mia conclusione chiaramente è che è stato fatto 
dalla stessa mano, e l’ho rivisto con il Presidente della Società Spagnola di 
Calligrafia, che lo ha suffragato, e con Tomás Alonso de Corcuera, il Numero 
Uno in Spagna come perito, che è stato professore e docente nella Polizia 
Scientifica di Madrid. E’ una perizia fatta coscienziosamente, a cui ho dedicato 
molti giorni e notti”.
Nella sua presentazione l’autore ha detto che non spettava a lui dire se fosse o 
no un documento autentico, ma che per questo motivo si affidava alla relazione 
degli esperti.
Ci sembrava interessante, avendo trattato del libro di Zavala, e di questo 
documento, sia sulla Nuova Bussola Quotidiana QUI e QUIche su Stilum Curiae
offrire ai lettori questo ulteriore aggiornamento sullo stato della questione. Senza 
esprimere giudizi diversi da quelli che abbiamo già manifestato a attribuire 
patenti. E cioè che le contraddizioni e discrepanze fra le testimonianze del 
passato, e quello che è stato rivelato sono tali da autorizzare a pensare a un 
qualche elemento mancante, del mosaico. Come peraltro conferma il recente 
libro di Saverio Gaeta, “Fatima, tutta la verità”, che mette in luce contraddizioni 
e carenze delle spiegazioni dell’allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio 
Bertone, autore con Giuseppe De Carli de “L’ultima veggente di Fatima”, nel 
2007, e de “L’ultimo segreto di Fatima”. Uscito proprio nel 2010: lo stesso anno 
in cui apparve il documento di fonte anonima riportato dal libro di Zavala.
fatima
AVE MARIA PURISSIMA!

martedì 27 marzo 2018

Chissà il perché dell'incredulità di molti intorno a questa profezia di san Francesco d'Assisi, il Santo più Santo del Paradiso

Foto:
SALVE SANCTE PATER

PROFEZIA ULTIMI TEMPI MALVAGI

<< Poco prima della sua morte [ossia del Serafico Padre San Francesco d'Assisi], radunati i confratelli, li avvertì delle future tribolazioni dicendo: Andate avanti con coraggio e trovate conforto e sostegno nel Signore. 

Si affretteranno a venire incontro gravi tempi di tribolazione e di afflizione nei quali dilagheranno oscurità e pericoli sia materialmente che spiritualmente, la carità di molti si raffredderà, e sovrabbonderà l’iniquità dei malvagi. 

Sarà slegata più dell’ordinario la potenza dei demoni, sarà deturpata la purezza immacolata del nostro culto e di quello di altri, fino al punto che pochissimi fra i cristiani obbediranno al vero Sommo Pontefice e alla Chiesa romana: un tale, non eletto canonicamente, elevato al Papato nel momento della sua tribolazione, macchinerà di consegnare a molti la morte del suo delirio. 

Allora si moltiplicheranno gli scandali, la nostra Religione si dividerà, molti saranno da altri del tutto fiaccati tanto che non si opporranno ma si accorderanno con lo sviamento. 

Saranno le opinioni e gli scismi tanti e tanti nel popolo e nei religiosi e fra gli ecclesiastici che se non fossero abbreviati quei giorni secondo la parola del Vangelo indurrebbero in errore (se fosse possibile) anche gli eletti, se non che essi saranno guidati in così terribile tempesta dall’immensa misericordia di Dio. 

La nostra Regola e la nostra vita allora saranno da certuni violentissimamente attaccate. Piomberanno addosso tentazioni potenti. 

Coloro che allora resisteranno nella  prova riceveranno la corona della vita. 
Guai invece a coloro che diventeranno tiepidi sentendosi sicuri nella sola speranza della religione, non resisteranno con costanza alle tentazioni permesse per provare gli eletti. 

Quelli che ferventi di carità con vero spirito e zelo per la verità staranno attaccati all’amor di Dio, subiranno persecuzioni e punizioni come fossero disobbedienti e scismatici.

Infatti coloro che li perseguitano mossi da spiriti maligni diranno essere un grande omaggio a Dio annientare e togliere dalla terra uomini tanto nocivi. Allora tuttavia sarà il Signore rifugio per gli afflitti e salverà coloro che spereranno in Lui. 
E per conformarsi al loro capo si comporteranno con fede e sceglieranno di obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, e non volendo accordarsi con la falsità e la perfidia non temeranno in nessun modo la morte. 


Foto:


PROFECÍA DE SAN FRANCISCO DE ASIS
Y LA APOSTASÍA FINAL

Nuestro auxilio nos viene del Señor que hizo el cielo y la tierra y por su Fidelidad que nos muestra a los que tememos su Nombre y guardamos Su Ley en medio de nuestros corazones.
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Francisco de Asís, Siervo Fiel, a quien le revelé lo que habría de acontecer en estos días, en cuanto al que pretende gobernar MI Iglesia hoy en día, pero no lo hace guiado por Mi Verdadero Espíritu, el Espíritu de la Verdad; pues, otro espíritu contrario al Mío es el que habita en el corazón de este obispo de Roma, y Mi Voluntad hace que se cumpla Mi Palabra en él y en sus días, lo que revelé a Mi Siervo y profetizó en su tiempo, San Francisco de Asís, para estos días que han llegado a esta generación.

Esto ha dicho San Francisco, guiado por Mi Espíritu, Espíritu de profecía y de Verdad: en aquellos días -que son estos vuestros días, que ya están sobre vosotros- os enviará, el Señor, un Pastor no legítimo, -que no es de la Verdad, pues será contrario a la Verdad, es conducido por el espíritu del mal-, y será un destructor y engañador, falso profeta. Este falso Pastor, que os enviará el Señor, y así será porque son muchos son los que se obstinaron a seguir en el camino del mal, ya que se negaron a seguirle a Él, al Verdadero Dios, para tomar el Camino de la Verdad, de la Justicia y la verdadera Paz.

San Francisco, Santo y Mártir, por recibir Mí martirio, compartiéndole Yo, Su Señor, Mis Santas Llagas, la verdadera humildad y la pobreza, el verdadero servicio y el Amor a la Verdad.

La comprensión de esta profecía está ya en los hombres de corazón puro, los que se han mantenido en el camino recto, el Camino de la Verdad, y han sido guiados bajo la Luz de Mi Espíritu, del Espíritu de la Verdad, que os revela esta profecía, y os ha dado el discernimiento para reconocer los Signos de los Tiempos, a vosotros, que sois Mis Verdaderos Testigos, a Mis Fieles, que defienden a Mi Iglesia, rechazando todo engaño y toda apostasía, son los que ahora reconocen que esta profecía es para estos días, estos últimos Tiempos, que ya están teniendo su fiel cumplimiento.

El 4 de octubre 2015, en memoria a este Santo y Mártir de Mi Pasión, habiéndome Yo encarnado místicamente en el cuerpo de Francisco de Asís, en un día de Mi Santa Cruz, viviendo Yo ya en su alma, desde el primer instante que le di vida a este Siervo Mío, para manifestar, en él, Mi Divinidad y Poderío; este día se abrirá un sello dentro de Mi Iglesia, para que se dé cumplimiento final a esta profecía, a fin de que se manifieste, abiertamente, el espíritu de Impiedad, que hasta

ahora se ha ocultado a muchos: el espíritu de la Mentira, el espíritu de la Gran Apostasía, que dará abiertamente el inicio en la preparación de la destrucción de Mis Leyes, por el espíritu de Impiedad y del Mal, que obra ya en todos Mis enemigos, que buscan -y se han propuesto- destruir a Mi Iglesia, desde la más Alta Jerarquía, el obispo de Roma y sus seguidores.
Mis enemigos se reúnen, y se levantarán contra Mí y Mi Iglesia Fiel. Con grandes engaños y seducciones abrirán las puertas de Mi Iglesia, contradiciendo Mis Leyes, e imponiendo su palabra mentirosa y de engaño sobre Mi Palabra Santa y Verdadera, sus decretos humanos contra Mi Ley y Decretos Divinos, que son inmutables. Llevarán, a muchos, a la confusión, habiendo logrado seducir los corazones de muchos, y confundiendo sus entendimientos, para que no reconozcan más la Verdad y Mi Ley.

Falsa Misericordia será dada a los pecadores, que no dejarán sus vidas de pecado, porque serán engañados por el Falso Profeta, el Engañador, que abrirá las puertas de la Iglesia a todo pecador, a todo soberbio que contradice Mis Leyes y Decretos Divinos, acomodando sus leyes a su propia conveniencia, pisoteando así Mi Ley Divina y Mi Autoridad.

Los necios caerán en el engaño, y serán parte de ese rebaño, que no es guiado por el Espíritu Santo, sino por el espíritu del Engañador, del Precursor del Anticristo, de la primera Bestia que prepara el camino a la segunda Bestia, el Anticristo, que muy pronto se manifestará abiertamente al mundo, y será el Amo de los que han seguido al Falso Profeta y su falsa doctrina, porque al seguirle a él, abandonaron la Verdad por ir tras la mentira, que los llevará a la muerte.

¡Ay de vosotros, pastores tibios, que no os esforzasteis por vivir en la Verdad, pues, fácilmente, seréis engañados! Porque vuestro espíritu estará débil, sin el alimento de la Gracia Santificante; por vuestra falta de oración y firmeza, sucumbiréis ante el espíritu del Mal.
¡Ay de vosotros, que seréis arrastrados por la cola del Dragón, que barrió el Cielo, y como estrellas que debíais brillar, se apagará vuestra luz por haber ido tras las tinieblas!
¡Ay de vosotros, pastores infieles, que dejasteis extraviar a las ovejas, abriendo las puertas del redil, para que saliesen y se perdieran!
Al paso de Mi Presencia en vuestra conciencia, os lamentaréis, muchos de vosotros, y querréis morir ante Mi Pequeño Juicio, cuando os sea quitado el velo de vuestros ojos, que por vuestra soberbia y orgullo, os mantuvo cegados, privados de la Luz, del Verdadero Conocimiento.
¡Ay de vosotros, que os comportáis hipócritamente, como los escribas y fariseos, como los ancianos de la ley, conocedores de la letra, más incapaces de hacerla vida propia y vida para las ovejas, que os confié!

¡Ay de vosotros, que os lamentaréis y lloraréis, amargamente, ante vuestra debilidad y cobardía, como lloró Pedro, habiéndome negado tres veces! Pues, os digo, que muchos de vosotros, a esta hora, ya me habéis negado más de tres veces, y en la hora próxima, la hora de la prueba final, no podréis perseverar si habéis caído tantas veces; y por vuestra soberbia y orgullo, no os podréis, fácilmente, levantaros de nuevo.

¡Ay de vosotros, os lo aseguro, que no todo el que me diga “Señor, Señor” entrará en el Reino de los Cielos! Porque los que me han negado, negando Mi Verdad y mi Ley Divina, Yo también los negaré delante de Mi Padre, que está en el Cielo.
Esto lo digo Yo, el Cordero Degollado, el Cordero de Dios, el Único hallado digno de abrir el Libro Sellado con los Siete Sellos, los cuales contienen Mis Juicios Santos para estos días, revelados al Apóstol San Juan.

Basta ver -y saber reconocer- los Signos de los Tiempos como os lo anuncié: el sol se pondrá negro, como un saco de silicio, y la luna se volverá bermeja, como de sangre, y las estrellas caerán del cielo, como es sacudida una higuera por el fuerte viento cuando sopla.
He aquí, que os recuerdo, lo ya anunciado, pero para la gran mayoría de vosotros, olvidado y rechazado. Porque se olvidaron de su Dios por ir tras las cosas del mundo, sus placeres y sus vanidades, desviándoos del Verdadero Camino, adorando a otros dioses, imitando a los paganos.

Estos son ya los tiempos del Dragón y de su Bestia, la Bestia con Boca como la de un león, que con el poder que el Dragón le ha dado, su fuerza y astucia para engañar a los hombres, y hablar cosas altaneras, blasfemar y ofender a Dios, destruyendo Mi Tabernáculo, haciendo también la guerra a todos los Santos; porque él, con el poder que el Dragón le ha dado a la Bestia, la Bestia tiene potestad y autoridad sobre todo pueblo, lengua y nación , seduciendo con su astucia y mentiras a los moradores de la tierra, para destruir vuestras almas y dárselas al Amo del mundo, Satanás.

Estad atentos, es tiempo de velar, es tiempo para regresar al Amor Santo, tiempo de permanecer en vigilia, para no caer en el engaño; y si ya estáis en él, salid ahora, que aún os queda tiempo para enmendaos y corregir vuestros errores, para que vuestra purificación sea menor, y seáis luz, habiendo dejado atrás las tinieblas del pecado y el error.
Os anuncio todo esto, que estaba ya escrito para su cumplimiento, porque ésta ha sido, y es, Voluntad de Mi Padre del Cielo, del Todopoderoso, que está sentado en el Trono, y reina por los siglos de los siglos.

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Venga Tu Reino Señor, Ven pronto Jesús que Tu pueblo te espera, Ven Señor Jesús.

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Non ubbidire a Maria SS.ma è disubbidire allo Spirito Santo

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FATIMA: clamorosa conversazione di Benedetto XVI con padre Ingo Döllinger

 «Non ascoltare la Vergine Santissima, inviata da Dio», affermò Suor Lucia dos Santos in un’intervista del 26 dicembre 1957 rilasciata a Padre Augustin Fuentes su autorizzazione di Pio XII nel convento delle Carmelitane scalze di Coimbra di fronte al Vescovo ausiliare di Leiria, a due Vescovi di Coimbra, al nunzio apostolico in Portogallo, «è un peccato contro lo Spirito Santo».
E proprio nel giorno della festa di Pentecoste di quest’anno il teologo tedesco padre Ingo Döllinger, ordinato sacerdote il 25 luglio 1954, già segretario del Vescovo di Augusta, Josef Stimpfle, nonché amico personale di Benedetto XVI, ha dato il permesso di pubblicare a Maike Hickson, sul sito OnePeterFive questo clamoroso annuncio: «Non molto dopo la pubblicazione nel giugno 2000 del Terzo Segreto di Fatima da parte della Congregazione per la Dottrina delle Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger disse a padre Döllinger durante una conversazione di persona che c’è una parte del Terzo segreto che non hanno ancora pubblicato! “C’è di più di quello che abbiamo pubblicato” disse Ratzinger. Inoltre disse a Döllinger che la parte pubblicata del segreto è autentica e che la parte inedita del Segreto parla di “un cattivo Concilio e di una cattiva Messa” che sarebbero arrivati in un futuro prossimo». «Padre Döllinger –  conclude Hickson – mi ha dato il permesso di pubblicare questi fatti nella festa dello Spirito Santo e mi ha dato la sua benedizione».
Il Dossier Fatima, apertosi 99 anni fa, prosegue nel cammino di arricchimento di documentazione per una storia soprannaturale e naturale che proseguirà sia fino a quando il Terzo segreto non sarà svelato al mondo nella sua interezza; sia fino a quando non si compirà l’ultima profezia della Madonna, ovvero il trionfo del suo Cuore immacolato.
Suor Lucia dos Santos scrisse il terzo Segreto a Tuy il 3 gennaio 1944 e lo consegnò a Monsignor José Alves Correia da Silva, Vescovo di Leiria-Fatima nel giugno dello stesso anno. Fu inviato a Roma fra marzo-aprile del 1957. Il testo avrebbe dovuto essere reso pubblico sotto il Pontificato di Giovanni XXIII nel 1960, secondo le precise indicazioni della Madonna. Ma ciò non avvenne per volontà di Papa Roncalli e dei suoi successori.
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I veggenti di Fatima hanno sempre parlato di Segreto, diviso in tre parti. «Il segreto consta di tre cose distinte», scrisse Suor Lucia nella sua Terza Memoria (A.M. Martins SJ, Documentos, Fátima, L.E. Rua Nossa Senhora de Fátima, Porto 1976, p. 219). Nelle quattro Memorie ella dichiarò di scrivere sotto l’assistenza dello Spirito Santo (cfr. Quarta Memoria di Lucia dos Santos in ivi, p. 315). Soltanto la terza parte del Segreto venne stilata a parte, per essere destinata esclusivamente al Vicario di Cristo: a lui solo la responsabilità di sapere, a lui solo la responsabilità di agire di conseguenza.
Nella Quarta Memoria Suor Lucia scrisse che la Madonna dichiarò: «In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede, ecc… Questo non ditelo a nessuno». È proprio in quell’«ecc.» che è racchiusa la terza parte del Segreto e questa frase tronca non è stata riportata nel Messaggio di Fatima reso pubblico il 26 giugno del 2000. Infatti, la Congregazione della Dottrina della Fede, allora guidata dal Prefetto Cardinale Ratzinger, estrapolò le due parti del Segreto non dalla Quarta, ma dalla Terza Memoria, dove non è presente la rivelazione che nel Portogallo si conserverà il dogma della Fede, dando per scontato che in altri luoghi non sarà così… l’apostasia è, di fatto, dilagata ovunque e la si ritrova sia fuori che dentro la Chiesa.
Ogni Papa, da Pio XII in poi, è stato messo a conoscenza del terzo Segreto, ma due soltanto, fino ad ora, hanno preso l’iniziativa di diffondere qualcosa e di fare qualcosa. Ma Fatima resta, ancora, l’incompiuta: scetticismo? prudenza? paura? I confini che dividono questi atteggiamenti avuti dai Papi sono labili. Il fatto reale è che le apparizioni di Fatima sono legate strettamente alla realtà ecclesiastica, oggi così martoriata, così refrattaria al soprannaturale, così confusa, così corrotta moralmente e spiritualmente, così carica di errori teologici e dottrinali, così priva di insegnamenti catechetici.
Fatima è annodata alla Passione attuale della Chiesa, causata, principalmente da due rivoluzioni, una pastorale e l’altra liturgica: il Concilio Vaticano II e la Santa Messa. Non dimentichiamo che l’Angelo del Portogallo apparve ai veggenti (1915-1916) quale preludio all’arrivo della Madonna e diede la Santa Ostia a Lucia, mentre il Sangue di Cristo, contenuto in un Calice, lo divise fra Giacinta e Francesco, affermando: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati! Fate riparazione per i loro crimini e consolate il vostro Dio (…) Rinnovando il sacrificio della Passione e Morte di Gesù, la Santa Messa è cosa tanto grande da bastare a trattenere la Divina Giustizia» (Fatima e la Passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 80). La Santa Messa è stata cambiata, è stata oltraggiata al fine di porre al centro dell’attenzione non più Nostro Signore e il Suo Sacrificio, ma l’assemblea, così facendo la Fede, sia nel clero che nei fedeli, ha perso consistenza e significato e le grazie si sono diradate, mentre le chiese si sono svuotate, così come i seminari.
In virtù della rivelazione di Padre Döllinger (che ebbe come confessore san Pio da Pietrelcina al quale fu molto legato, che insegnò teologia morale al Seminario di Order of Canons Regular of the Holy Cross del Brasile, frequentato dal futuro Vescovo Athanasius Schneider, che nel 1970 prese parte alle discussioni della Conferenza episcopale tedesca sulla massoneria, al termine delle quali si affermò l’incompatibilità fra essa e la Chiesa cattolica) possiamo riflettere su alcuni aspetti.
Il Papa mariano, Giovanni Paolo II, che venne salvato il 13 maggio del 1981 dall’attentato del killer professionista Mehmet Ali Ağca, disse di aver avuto salva la vita grazie alla Madonna di Fatima e volle rendere nota al mondo la visione che ebbero i tre pastorelli portoghesi. È il 13 luglio 1917, siamo alla Cova d’Iria: la Madonna appare per la terza volta e rivela il Segreto: la visione dell’Inferno (prima parte); la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato (seconda parte), e la terza parte, ancora oggi monca.
Lascia registrato su carta Suor Lucia: «un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra,  con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (…) un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarci, attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».
Ma qual è la spiegazione a questa visione e qual è il segreto che sottende? La Madonna illustrò ogni cosa delle prime due parti, nulla esiste della terza, se non il commento teologico del Cardinale Joseph Ratzinger e testo e commento furono presentati in una conferenza stampa in mondovisione. Tuttavia, una volta divenuto Papa, il 13 maggio 2010, dichiarò a Fatima: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». È un caso che Benedetto XVI, proprio all’inizio del suo Pontificato, aprì il celebre dibattito sull’ermeneutica del Concilio Vaticano II, avviando così una felice stagione di ripensamenti su quell’assise? È un caso che diede vita al Summorum Pontificum del 2007 liberalizzando la Santa Messa in rito antico, sepolta e perseguitata dal 1969? È un caso che abolì il decreto di scomunica ai quattro vescovi della FSSPX, da sempre poggiati con perseveranza su due pilastri: la Santa Messa tridentina e la critica costruttiva al Concilio Vaticano II? È un caso che sia Benedetto XVI prima, sia PF adesso desiderino riappacificarsi con la Fraternità sacerdotale fondata dal Vescovo Monsignor Marcel Lefebvre? Un caso o tutto rientra nelle loro conoscenze su ciò che la Madonna disse a Fatima?
Le risposte a tali quesiti e, nel contempo, al panorama disastroso di questa dolorosa vigilia del centenario delle apparizioni, sono nel terzo segreto di Fatima: la chiave per aprire la porta della reviviscenza della Chiesa. (Cristina Siccardi)

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Le Mie Prigioni


Appendice alle “Mie Prigioni”
Capitoli inediti
CAPITOLO 7
Scrissi con effusione di cuore i primi capitoli delle Mie Prigioni; e un giorno ch’io era in campagna, a Villa Nova-Solera, dalla contessa di Masino, lessi segretamente quei capitoli a un vecchio di mia relazione ch’erami affezionatissimo. Ma questi ne rimase spaventato per amore di me, e mi supplicò di non pensare altrimenti a scrivere tali memorie. – Non è tempo ancora – diceami: – restano tuttora nella società troppi germi di malevolenza; lasciate che passino dieci o quindici anni; e frattanto scrivete altre tragedie, e nuove poesie, per accrescere la vostra fama.
L’opinione di quest’uomo mi cagionò una viva impressione. Tornato a Torino, ne feci la confidenza a due altre persone, e le trovai pienamente contrarie al libro proposto, che lasciommi in un grande scoraggiamento. Fui quasi tentato d’abbandonarne il pensiero, e di non parlarne più con nessuno. Ma essendo andato a passare due o tre giorni a Camerano dal Conte Cesare Balbo, volli sentire il parere di lui e della moglie sua intorno a quei pochi capitoli e alla convenienza di continuare, o no, quelle memorie. La loro approvazione fu piena. La contessa Balbo era un angelo di virtù. Quanto ella dissemi del bene che il mio libro poteva produrre troncò tutti i miei dubbi, ripresi la penna, né più la deposi che al fine dell’ultimo capitolo.
In materia di pubblicazioni io sono stato sempre assai timido, e non so per quale fatalità, terminando ora l’uno ora l’altro dei miei scritti, trovai sempre persone che mi consigliarono di non darli alla stampa. Certo è che molti più ne avrei pubblicati senza la debolezza ch’io aveva ad ogni occasione di consultare i miei amici. E’ sempre la minorità quella che dà coraggio; i più inclinano invece a disaminare, a biasimare, a richiedere che tutt’altro si faccia tranne ciò che si è fatto.
Allorchè seppesi che io avevo scritto le “Mie Prigioni”,, e che proponeami di darle alla luce, non si può credere quanto si affaticarono alcuni per impedire ch’io m’arrischiassi di pubblicare quel libro. Gli uni m’avvertirono caritatevolmente che mi sarei tirata addosso l’inimicizia della fazione A; gli altri ch’io poteva incorrere nell’odio della fazione B.
Io era quasi determinato a lasciar dormire per dieci o quindici anni il mio manoscritto, e questo serà secondo i più il partito migliore: mia madre non consentì che io persistessi in questa determinazione, la quale più che altro era il frutto del tedio e della incertezza. – Tutto dee farsi – ella dissemi – per obbedire alla propria coscienza, e nulla per rispetti umani.


http://www.ristretti.it/areestudio/cultura/libri/le_mie_prigioni.pdf

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