domenica 25 febbraio 2018

MISTICO TESORO. JNSR. Scaricatelo. Non lo troveremo sempre nel web




  

"Nuova Devozione Popolare"

 

INDICE DELLE PREGHIERE RICEVUTE DA J.N.S.R.


PREGHIERA PER LA GUARIGIONE FISICA E SPIRITUALE
   Il Signore ha rivelato il 19-6-1990 a J.N.S.R. di servirsi del suo Amore purificatore per dare vita ai corpi ammalati, alle anime profondamente angosciate, agli spiriti posseduti dal male, perché Egli è la Misericordia e la Vita, il Medico e la Medicina. Il 14-7-1992 il Signore detta questa preghiera:

PREGHIERA AL SACRO CUORE DI GESÙ
   Il Signore ha rivelato a J.N.S.R. il 12-5-1993 di entrare nella Trinità adorabile per unire il nostro cuore con quello di Dio ed ha chiesto questa preghiera in modo che il mondo verrà salvato quando avremo compreso le Parole d’Amore. 


PREGHIERA AL VOLTO SANTO DI GESÙ
   Il Signore ha rivelato l’11-10-1993 a J.N.S.R., la veggente delle Piccole Croci d’Amore, la volontà di essere adorato nel suo Santo Volto, promettendo per questo la conversione del mondo e che un giorno tutti assomiglieremo al Santo Volto di Dio.

PREGHIERA PER LA PACE
   J.N.S.R. ha ricevuto 12-11-1993 da Gesù la promessa che le bombe delle nostre preghiere avrebbero spento il fuoco delle bombe sanguinarie e per questo suggerisce di pregare continuamente, questa orazione:

 PREGHIERA PER I PECCATORI

   Il Signore ha promesso a J.N.S.R. 17-8-1994 di avvicinare le anime smarrite al divino sacerdozio con questa preghiera umile e caritatevole, che va recitata in ginocchio presso la Piccola Croce d’Amore.


SCAPOLARE DELLA CROCE GLORIOSA
   Il 4 aprile 1999 il Signore chiede a J.N.S.R. di portare uno scapolare di color marrone, dove deve essere cucita la preghiera Dio sarà il vincitore. La Mia Croce Gloriosa vincerà! sui quattro lati e deve essere appesa al collo con una cordicella bianca. Il Signore promette a chi la porterà e reciterà la preghiera mattina e sera di ricevere la protezione di Dio per questi tempi di tenebre, in cui il Male occupa l’intera faccia della terra.  
 
 CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE A MARIA
   La preghiera è stata insegnata dal Signore a J.N.S.R. il 5-8-2000 per le famiglie in difficoltà, che hanno i figli smarriti o immorali.

PREGHIERA PER LE ANIME DEL PURGATORIO
   Il Signore ha chiesto nel 25-8-2000 a J.N.S.R. questa preghiera per salvare le anime dal purgatorio:

LE SETTE PAROLE DI CRISTO IN CROCE
   Nota devozione amata dai santi e praticata da molti fedeli è stata commentata e attualizzata da Gesù in una rivelazione a J.N.S.R. del 29-4-2001. Il Signore ci ricorda con questa devozione che tutte le nostre Grazie nascono dalla Sua Croce d’Amore.

PREGHIERA PER INVOCARE LO SPIRITO SANTO

  Nella domenica di Pentecoste del 2001 J.N.S.R. riceve da Gesù Cristo la preghiera per invocare lo Spirito Santo, soprattutto nei momenti difficili.

PREGHIERA DI PROTEZIONE
   L’11-8-2001 J.N.S.R. riceve dal Signore una preghiera di protezione contro le tentazioni e le insidie del demonio.


PREGHIERA DI ADORAZIONE PERPETUA
   Il Signore ha promesso a J.S.N.R. che durante i tre giorni in restaurerà la Chiesa purificandola, attirerà a sé tutti coloro che si saranno rifugiati nella Preghiera di Adorazione dettata il 5-10-2001. Da recitarsi ogni giorno.

 

 

CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE A MARIA

   La preghiera è stata insegnata dal Signore a J.N.S.R. il 5-8-2000 per le famiglie in difficoltà, che hanno i figli smarriti o immorali.

   O Vergine di tenerezza, Dio Ti ha scelta tra tutte le donne per dare una Madre al Figlio Suo diletto. O Gesù mite ed umile di cuore, Tu hai consacrato con la Tua Santa Presenza, il più bel Tabernacolo della terra: il Seno di Maria. “E il Verbo Si è fatto Carne ed abitò in mezzo a noi”.
Donandoci la Tua Vita, ci hai donato anche Tua Madre. Attraverso Lei noi arriviamo più in fretta a Te.
O Maria concepita senza peccato,
prega per noi che ricorriamo a Te.
O Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre degli uomini, oggi noi ci consacriamo al Tuo Cuore Addolorato ed Immacolato.
Accogli nel Tuo Cuore Puro e Verginale i figli perduti in questo mondo di peccato! Abbi pietà di tutte le madri che cercano rifugio nel Tuo Cuore Addolorato.
O Vergine Madre Benedetta, che hai sofferto la Passione e la Morte del Tuo Divin Figlio Gesù Cristo, ascolta la nostra supplica: riporta al Tuo Cuore Addolorato ed Immacolato tutti i Tuoi figli dispersi, riunisci tutte le famiglie divise, affinché dal Tuo Cuore radioso rinasca la famiglia umana, come fu la Tua su questa terra: Gesù, Maria, Giuseppe, i tre Santi Cuori Uniti.

Consacrazione:
Oggi io (…) con i miei figli (…, …) e con tutta la mia famiglia mi consacro al Cuore Addolorato e Immacolato di Maria e consacro ugualmente tutte le famiglie della terra. Amen.

Tutto Tuo, o Maria.

PREGHIERA AL VOLTO SANTO DI GESÙ
   Il Signore ha rivelato l’11-10-1993 a J.N.S.R., la veggente delle Piccole Croci d’Amore, la volontà di essere adorato nel suo Santo Volto, promettendo per questo la conversione del mondo e che un giorno tutti assomiglieremo al Santo Volto di Dio.

“Volto Santo del mio dolce Gesù, espressione viva ed eterna dell’amore e del martirio divino sofferto per l’umana Redenzione, Ti adoro e Ti amo.
Ti consacro oggi e sempre tutto il mio essere. Ti offro per le mani purissime della Regina Immacolata le preghiere, le azioni, le sofferenze di questo giorno, per espiare e riparare i peccati delle povere creature.
   Fa’ di me un tuo vero apostolo.
Che il Tuo sguardo soave mi sia sempre presente e si illumini di misericordia nell’ora della mia morte. Così sia.
   O Gesù, che nella Tua crudele Passione divenisti l”obbrobrio degli uomini e l’uomo dei dolori”,  io venero il Tuo Volto Divino, sul quale splendevano la bellezza e la dolcezza della Divinità e che ora è divenuto per me come il volto di un lebbroso!…
Ma io riconosco sotto quei tratti sfigurati il Tuo infinito Amore, e mi consumo dal desiderio di amarTi e di farTi amare da tutto gli uomini. Le lacrime che sgorgano con tanta abbondanza dagli occhi Tuoi mi appaiono come perle preziose, che mi è caro raccogliere, per riscattare col loro infinito valore le anime dei poveri peccatori.
   O Gesù, il cui Volto adorabile rapisce il mio cuore, Ti supplico di imprimere in me la Tua somiglianza Divina, e di infiammarmi del Tuo amore, affinché possa giungere a contemplare in Cielo il Tuo Volto glorioso. E nella mia presente necessità accetta la brama del mio cuore accordandomi la Grazia che ti chiedo (…). Così sia”.  

PREGHIERA PER LA PACE
   J.N.S.R. ha ricevuto 12-11-1993 da Gesù la promessa che le bombe delle nostre preghiere avrebbero spento il fuoco delle bombe sanguinarie e per questo suggerisce di pregare continuamente, questa orazione:

“Noi vinceremo. Fuoco d’Amore, bagna la Terra con la Tua Pace.
Maria di Medjugorje è nei vostri cuori.
Gesù, Maria, Giuseppe in unione con tutti i Figli del Mondo.
Maria Regina della Pace, Gesù d’Amore, pregate per noi. Amen.

Regina del Cielo e della Terra, intercedi con i Tuoi santi Angeli per donarci la Pace di Dio.
San Michele, vieni in nostro aiuto.
Regina degli Angeli, Sovrana del genere umano, noi rimettiamo il Mondo nelle Tue mani.
Gesù e Maria sono con voi in una santa e abbondante preghiera d’Amore e di Pace. Amen”.


PREGHIERA PER I PECCATORI
   Il Signore ha promesso a J.N.S.R. 17-8-1994 di avvicinare le anime smarrite al divino sacerdozio con questa preghiera umile e caritatevole, che va recitata in ginocchio presso la Piccola Croce d’Amore.

“ Dolce Gesù d’Amore, Tu che, dall’alto della Tua Santa Croce, hai visto piangere Tua Madre, hai visto Giovanni e Maddalena abbracciare la Tua Croce, io vengo ad unirmi alla Nostra Madre dolente, a tutti i Miei Fratelli in Cristo e a tutti i Peccatori pentiti, per implorarti di donare la Vita a tutti coloro che muoiono lontano da Te, a tutti coloro che Ti hanno tradito, abbandonato, dimenticato.
Perdona loro, Signore!
Oggi apri ampiamente le dighe della Tua Misericordia Infinita, affinché ritornino a Te pentiti, gettandosi faccia a terra ai piedi della Tua Croce, implorando il Tuo Perdono e la Grazia della Tua Santa Benedizione.
Io Ti benedico, Signore, per tutti coloro che stai per trarre in salvo, attraverso la Santissima Trinità, attraverso Maria, Nostra amata Mamma, attraverso tutti i Santi Angeli, attraverso tutti i Santi.
Mi inginocchio con tutti i miei Fratelli peccatori ai piedi della Tua Croce, per ringraziarti del Tuo Adorabile Perdono. Amen”.

PREGHIERA PER LE ANIME DEL PURGATORIO
   Il Signore ha chiesto nel 25-8-2000 a J.N.S.R. questa preghiera per salvare le anime dal purgatorio:

   “O Mio Dio, per le Tue Sante Piaghe aperte ancora oggi per la Salvezza delle anime, per quella spada che ancora trafigge il Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, in ginocchio davanti alla Tua Santa Croce d’Amore, noi Ti chiediamo con tutto il cuore di salvare tutte le anime che ancora soffrono nel Santo Purgatorio.
Signore, guariscile, benedicile, affinché esse rinascano nel Tuo Perdono, per gustare per sempre la soavità del Tuo Amore infinito, nelle gioie eterne del Tuo Santo Regno Glorioso. Amen”.




PREGHIERA PER LA GUARIGIONE FISICA E SPIRITUALE
   Il Signore ha rivelato il 19-6-1990 a J.N.S.R. di servirsi del suo Amore purificatore per dare vita ai corpi ammalati, alle anime profondamente angosciate, agli spiriti posseduti dal male, perché Egli è la Misericordia e la Vita, il Medico e la Medicina. Il 14-7-1992 il Signore detta questa preghiera: 

“Eterno Padre, noi Ti offriamo i due Cuore Uniti di Gesù e di Maria che chiedono Amore e Perdono per il mondo nella disperazione. Dio nostro Padre, unisci i cuori di tutti i Tuoi figli ai Cuori Uniti di Gesù e di Maria per farne un solo e medesimo Cuore.
Che la nostra preghiera Ti sia gradita. Perdona le nostre colpe, liberaci dal male, guarisci le nostre anime ed i nostri corpi e donaci la Tua pace nei nostri cuori, la Tua Santa Pace su tutta la nostra terra. Amen. Per accogliere con gioia il Regno di Dio in mezzo a noi. Amen”.


PREGHIERA AL SACRO CUORE DI GESÙ
   Il Signore ha rivelato a J.N.S.R. il 12-5-1993 di entrare nella Trinità adorabile per unire il nostro cuore con quello di Dio ed ha chiesto questa preghiera in modo che il mondo verrà salvato quando avremo compreso le Parole d’Amore. 

 “O Signore, grande è forte è il Tuo meraviglioso Amore! Divino Gesù, fondi tutti i nostri cuori nel tuo Sacro Cuore affinché noi non intendiamo che un solo ed unico ritmo. Divino Sacro Cuore di Gesù, fondi il nostro cuore nel Tuo affinché non siano che UNO”.


PREGHIERA PER INVOCARE LO SPIRITO SANTO

  Nella domenica di Pentecoste del 2001 J.N.S.R. riceve da Gesù Cristo la preghiera per invocare lo Spirito Santo, soprattutto nei momenti difficili.

“Vieni, Spirito di Santità! Vieni, Spirito di Luce! Vieni, Spirito di Fuoco, vieni a infiammarci!
Onore e Gloria al Padre Nostro, al Cristo Redentore Nostro Fratello, allo Spirito Santo, che regnano nei secoli.
O mio Dio d’Amore e di Perdono, riempici del Tuo Santo Spirito affinché in noi ci sia la Fede, Tu sei il Dio di Verità.
O Signore! Manda il tuo Spirito Santo,
affinché in noi ci sia la Speranza, e che la Carità viva nei nostri cuori.
O Signore! Manda il tuo Spirito Santo,
perché in noi vi siano la Tua Pace e la Tua Gioia.
Riempici, o Signore, del Tuo Spirito,
per meglio comprendere e seguire la Tua Santissima Volontà. Amen.”. 




PREGHIERA DI PROTEZIONE
   L’11-8-2001 J.N.S.R. riceve dal Signore una preghiera di protezione contro le tentazioni e le insidie del demonio.

“Sacro Cuore Divino di Gesù, dolce Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, siate il nostro Rifugio. Difendeteci da ogni tentazione. Proteggeteci da ogni male.
Liberateci dalle insidie che ci vengono tese. Fa’, o Signore Gesù, che noi non siamo mai separati da Te e dalla Nostra Santa Mamma”.

PREGHIERA DI ADORAZIONE PERPETUA
   Il Signore ha promesso a J.S.N.R. che durante i tre giorni in restaurerà la Chiesa purificandola, attirerà a sé tutti coloro che si saranno rifugiati nella Preghiera di Adorazione dettata il 5-10-2001. Da recitarsi ogni giorno.

“Io porte Te, Mio Dio, e Tu porti me in Te. Quando i nostri cuori si confondono, si compie il Miracolo dell’Adorazione: il piccolo niente porta il Tutto con passione, il Tutto contiene il piccolo niente nella sublimazione.
Oh Signore! Tu ti sei degnato di riceverMi nel Tuo Cuore Adorabile! Allora vi ho deposto il mio perché diventi caritatevole, perché ogni battito diventi il segno della mia Adorazione su questa Terra.
E quando io chiuderò gli occhi, cullato dalla Preghiera, Ti chiedo, Signore, di aprirli nella Tua Luce, per dirTi, Signore: “Com’è grande questo Mistero! Oggi io so che in tre giorni Tu farai entrare tutti i cuori, nel Tuo Adorabile Cuore per una santa Adorazione perpetua, eterna. Amen”.

Devozioni:

LE SETTE PAROLE DI CRISTO IN CROCE
   Nota devozione amata dai santi e praticata da molti fedeli è stata commentata e attualizzata da Gesù in una rivelazione a J.N.S.R. del 29-4-2001. Il Signore ci ricorda con questa devozione che tutte le nostre Grazie nascono dalla Sua Croce d’Amore.

Gesù: “Se ho portato la Mia Croce d’Amore, schiacciato sotto il suo peso, se ho subito la Mia Santa Passione fino al Calvario, se le Mie sante Piaghe si sono aperte, se il Mio Sangue Prezioso è colato lungo tutta la Mia Santa Croce fino a bagnare la terra, se ho donato la Mia Vita in riscatto di tutti i vostri peccati, è per Amore voi tutti!
   Tutta quella sofferenza offerta in Onore del Padre Mio, era per salvarvi. Dio, di misericordia e di pietà, ha visto le opere malvagie del Mondo. Affinché la Redenzione si compisse, il Padre ha permesso che il Figlio Suo Unigenito s’immolasse sulla Sua Croce per Amore per le Sue creature. Egli ha ascoltato la supplica del Figlio Suo Diletto, che saliva fino a Lui:

Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno
Prima Parola (Lc 23, 34)
  1. Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria


No! Voi non Mi avete amato, oggi non più di ieri, e tuttavia Io ho provato di tutto per rendervi migliori lanciandovi verso la sofferenza del vostro prossimo. Sì! A tutti quelli che ancora oggi passano attraverso il martirio dell’anima e del corpo, Io dico ad ognuno, quando la mannaia scende su di lui:

In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso
Seconda Parola (Lc 23,43)
1        Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria

I figli di oggi sono degli ingrati insensati: hanno rifiutato i legami familiari, vogliono essere liberi, sfuggire ad ogni dovere e darsi a tutto ciò che è nocivo all’anima e al corpo. Ricercano la felicità, ma sono come imbarcazioni disorientate in mezzo a mari sconosciuti, che cercano il porto senza consultare né carte né bussola.
Madri e padri, voi che non avete più il diritto  di parlare e di avvicinarvi ai vostri figli per ricondurli a Dio, non credeteli perduti per sempre. Pregate per loro, come pregare per tutti i miei poveri ammalati, perché essi sono colpiti dalla malattia di questo Tempo: è il Tempo del Rinnegamento. Io vi dico in verità: rinnegare Dio significa non riconoscere più il proprio padre, rinnegare Maria significa non riconoscere più la propria madre. Presto Io dirò loro, quando saranno ai piedi della Mia Croce, perché voi sarete tutti chiamati ai piedi della Mia Croce Gloriosa, Io, davanti ad ognuno, dirò alla Mia Santa Madre:

Ecco tua Madre
Terza Parola (Gv 19, 26)
1        Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria

Allora i vostri figli riconosceranno la loro vera identità e saranno salvi, perché riconosceranno solo in quel momento là, davanti alla Mia Santissima Croce, che essi sono figli del Padre di ogni Bontà e di Maria, Madre di Dio e degli uomini, fratelli di Gesù, loro divino Salvatore. Quando tutto si degrada, non più famiglia, né casa, né amici; quando sarete come un uccellino caduto dal nido, imprigionato tra i rovi, dite a voi stessi che è inutile piangere sulla vostra sorte: più vi dibatterete e più sprofonderete tra le spine. No! Lodate Dio, nel momento più grave della tempesta Io sono qui, presente, non piangete. Nella più grande disperazione, Io costruisco il Mio Tempio: voi siete il Tempio di Dio; i muri non sono di pietra, ma di carne, simile alla Mia, plasmata dalla Mano dell’Altissimo per fare le sue fortezze di oggi, quelle che resistono ad ogni sorta di tempeste, ad ogni sorta di cataclisma, perché nulla può scuotere la Chiesa di Dio: voi siete le Mie Membra sacre, che formano il Mio grande Corpo. Sarete forse voi risparmiati più del Maestro? Rifiuterete il Mio Calice? Mi rinnegherete? Io attendo tutto da voi, poiché voi avrete tutto da Me e con Me, Noi costruiremo questo Mondo di Pace, questo Mondo che Mi attende senza saperlo, questo Mondo Nuovo, poiché non c’è che Dio, l’Eterno, che possa sollevare la pietra delle vostre tombe, quelle che l’uomo ha saputo costruire, secolo dopo secolo; giorno dopo giorno, egli si è chiuso come un bruco nel suo bozzolo. Non gridate! Io vengo a farvi uscire da questa oscurità, vengo a rischiarare le vostre tenebre. No, non gridate, ho gridato Io per voi già 2000 anni fa e il Padre Mio Mi ha sentito, dalla Mia Croce dove ero sospeso tra cielo e terra:

Elì, Elì, lema sabachtani?”
(Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato?)
Quarta Parola (Mt 27,46; Mc 15,34)
1        Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria

Lasciate passare questa Grande Tribolazione, Io sono qui. Sulla Mia Croce d’Amore, Io Mi sono spogliato di tutta la Mia Divinità. E’ quando vi crederete perduti che tutto rinascerà. No, il trionfo che voi attendete non è celebrato da artisti estranei alla Mia Sofferenza. No, voi sarete attori e partecipanti, vi salverete con Me, gli uni con gli altri. La sofferenza della Croce, Noi la porteremo insieme. Essa sarà allora la vostra Gioia giacché il calore del Mio santo Cuore vi darà la Fede in abbondanza.
Oh, Miei diletti, voi avrete sete del Mio Amore, voi Mi direte come Io ho detto al Padre Mio sulla Croce:

Ho sete!
Quinta Parola (Gv 18,28)
1        Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria

Che questo canto d’Amore, inteso dai Miei santi Angeli, riempia il vostro cuore di Gioia. Sono i Santi che cantano la vostra Vittoria, la Vittoria della Mia Croce Gloriosa, la Vittoria di tutte le vostre Croci d’Amore.
Oh, figli Miei, con un grido di gioia, dite con Me ancora una volta ciò che Io ho detto al Padre Nostro 2000 anni fa:

Tutto è compiuto!
Sesta Parola (Gv 19,30)
1        Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria

Figli Miei, la Potenza di Dio risiede nel Suo Amore infinito. Di che avete paura? Io sono qui! Datemi la vostra mano e lanciamo verso il Padre Nostro la Mia settima parola:

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Settima Parola (Lc 23,46)
1        Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria
Nel Mio Silenzio restano tutti i Miei eletti, in questa grande attesa della Divina Provvidenza. Io sono la Resurrezione e la Vita. A voi, Miei diletti, il Cristo, Vincitore della Morte. Non dimenticate mai che tutte le vostre Grazie nascono sulla Mia Croce d’Amore, perché la Sofferenza umanizza Dio e divinizza l’uomo. Amen”.





CORONA DEL ROSARIO MEDITATO DI J.N.S.R

    Promesse fatte dalla Madonna al Beato Alano de La Roche, per i devoti del Santo Rosario:

1 A tutti coloro che devotamente reciteranno il mio Rosario prometto la mia speciale protezione e grandissime grazie.
2 Chi persevererà nella recita del mio rosario, riceverà grazie preziosissime.
3 Il Rosario è un’arma potente contro l’inferno: esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.
4 Il Rosario farà rifiorire le virtù, le buone opere ed otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio. Esso sostituirà nei cuori degli uomini l’amor vano del mondo con l’amore di Dio, elevandoli al desiderio dei beni celesti eterni.
5 Chi confiderà in me recitando il Rosario, non verrà soverchiato dalle avversità.
6 Chi confiderà in me recitando il Rosario meditandone i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio, se peccatore si convertirà, il giusto crescerà nella grazia e diverrà degno della vita eterna.
7 I veri devoti del mio Rosario, nell’ora della morte, non morranno senza Sacramenti.
8 Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e nell’ora della morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno ai meriti dei Beati in Paradiso.
9 Ogni giorno libererò dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.
10 I veri figli del mio Rosario gioiranno di una grande gloria in Cielo.
11 Tutto quello che chiederete con il Rosario, lo otterrete.
12 Coloro che propagheranno il mio Rosario, saranno da me soccorsi in tutte le loro necessità.
13 Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli nella vita e nell’ora della loro morte i Santi del Cielo.
14 Coloro che reciteranno il mio Rosario fedelmente sono tutti figli miei amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.
15 La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.  


Introduzione

   La veggente francese delle Croci d’Amore J.N.S.R. ha dato una serie di preziose indicazione su come pregare il Santo Rosario per riceverne tutti i benefici spirituali. Citando dei mistici di fama mondiali chiarisce le motivazioni e i frutti che danno la recita del Rosario. Dice infatti la Madonna:La preghiera che Io preferisco è il santo Rosario. E’ per questo che vi invito sempre, nelle Mie numerose apparizioni, a recitarlo; Io Mi unisco a coloro che lo pregano, Io lo chiedo a tutti con ansietà e con tutta la Mia preoccupazione materna. Perché il Santo Rosario è così efficace? Perché è una preghiera semplice, umile e, dei piccoli che l’orgoglio di Satana verrà vinto; ed il dragone rosso si sentirà definitivamente umiliato e vinto, quando Io legherò mentre viene recitato, vi forma spiritualmente alla piccolezza, alla dolcezza, alla semplicità di cuore. Oggi Satana riesce a conquistare tutto con il suo spirito d’orgoglio e di ribellione contro Dio, e teme enormemente coloro che seguono la vostra Mamma Celeste sul cammino della piccolezza e dell’umiltà. Ed è così che, mentre questa preghiera è disprezzata dai grandi e dagli orgogliosi, essa viene recitata, con tanta gioia ed amore, dai Miei piccoli figli. E’ ancora mediante l’umiltà servendoMi non di una catena grossa e forte ma di una corda fra le più fragili: quella del Santo Rosario. E’ una preghiera che voi fate con Me. Quando Mi invitate a pregare per voi, Io esaudisco le vostre domande e associo la Mia voce alla vostra, unisco la Mia preghiera alla vostra. Così essa diventa sempre efficace, poiché la vostra Mamma Celeste è l’onnipotente supplicante. Io ottengo tutto ciò che chiedo, poiché Gesù non può mai opporre un ‘no’ a ciò che Gli chiede Sua Madre. E’ una preghiera che unisce le voci della Chiesa e dell’umanità, perché è fatta a nome di tutti, mai a titolo unicamente personale. Attraverso la contemplazione dei suoi Misteri, voi arrivate a comprendere il disegno di Gesù, che si delinea in tutta la Sua vita, dall’incarnazione fino alla Sua Pasqua gloriosa; e voi penetrate così sempre di più nel mistero della Sua Redenzione. Ed arrivate a comprendere questo mistero d’Amore attraverso la vostra Mamma Celeste; passando per la via del Suo Cuore, voi arrivate a possedere l’immenso tesoro della divina e ardente Carità del Cuore di Cristo. La vostra Mamma Celeste vi chiede oggi di usare il santo Rosario come l’arma più efficace per condurre la grande battaglia agli ordini della Signora vestita di sole. Rispondete al Mio appello: moltiplicate i vostri cenacoli di preghiera e di fraternità; consacratevi al Mio Cuore Immacolato; recitate spesso il santo Rosario! Allora il potente dragone rosso verrà totalmente dominato da questa catena, il suo campo d’azione verrà sempre più ridotto; alla fine, esso potrà essere reso impotente ed inoffensivo. Così apparirà agli occhi di tutti il miracolo del trionfo del Mio Cuore Immacolato”. 



Come pregare il Santo Rosario
   Gesù e Maria l’hanno detto chiaramente: con l’essere in amicizia con Dio, dunque quando ci si  è liberati in confessionale di tutti quei peccati che ci impediscono di comprendere immediatamente la Verità divina, che è tuttavia semplice e chiara. E’ la prima condizione dell’efficacia della nostra preghiera. Nostra, e non la mia preghiera; poiché colui che prega, prega sempre per coloro che non pregano; in effetti il Pater che Gesù ha insegnato ai Suoi apostoli e discepoli comincia con “Padre Nostro”, prosegue con “dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Male. Nell’Ave Maria si può dare del “voi” o del “tu” a Maria; d’altronde delle anime privilegiate che hanno la fortuna di vedere la Santa Vergine sentono così fortemente l’Amore materno che emana da Lei, che Le dicono “Mamma”. E anche là si dice “Pregate per noi”, e non “per me”.

Come combattere le distrazioni
   Non so se il mio “metodo” verrà approvato da tutti i lettori. Poiché le distrazioni fuggono lo spirito di preghiera mentre le labbra ne articolano le parole, durante ogni decina di Ave Maria, io mi trasporto in spirito ai tempi del mistero trattato e faccio sfilare in spirito le immagini che conosco. Maria parla della “contemplazione dei misteri” e a Kérizinen Ella diceva a Jeanne Luise Ramonnet: “Senza la meditazione dei misteri, un Rosario è senz’anima”; senza anima, nulla vive.
Per “visionare” così ogni mistero pregando il Santo Rosario, è necessario conoscerne tutti i dettagli, ovviamente. Quasi tutti i misteri sono stati riferiti a Maria Valtorta ne Il Vangelo così come mi è stato rivelato, che ne è stata testimone per un’eccezionale grazia divina; essi ci vengono anche da don Gobbi a cui Maria li ha descritti. Ecco in alcune pagine un panorama di questi 20 misteri, affinché la loro contemplazione e la loro meditazione diano un’anima al vostro Rosario. Ma ogni mistero è il punto culminante di tutto ciò che l’ha preparato; in filigrana, vi si distingue sempre la trama del pensiero della Salvezza divina; sempre, esso è il ponte verso il mistero seguente; quando il mistero in sé non è abbastanza denso di immagini o io non ne conosco abbastanza per ritmare 10 Ave Maria, sconfino in quello che precede ed in quello che segue. “Il Santo Rosario è il Vangelo del povero”, dice Maria.

Prima della recita del Rosario
   Sapendo che Maria prega il Santo Rosario con noi e che questa preghiera sarà sulle mani trafitte di Gesù per essere portata al Padre, chi oserà pregare con il rancore nel cuore ed il peso dei peccati? “Prima di offrire un sacrificio, riconciliati prima con tuo fratello”. Fare ciò prima o dopo la confessione.
Poi, ogni mattino, prima di cominciare il Santo Rosario, unirsi a Dio con una preghiera:
O Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo Figlio prediletto Gesù Cristo, nostro Signore, in riparazione dei miei peccati e di quelli del mondo intero. Per la Sua dolorosa Passione abbi pietà di me e del mondo intero”.
E’ l’Elevazione; pregando per gli altri si diventa sacerdote. Poi la supplica della riconciliazione: “Confesso a Dio Onnipotente…”. Riconoscersi peccatore protegge dall’orgoglio, dal Ribelle che odia l’umiltà. Poi recito la preghiera a Dio Spirito Santo ed a Maria. Ciò mi conduce all’atto di consacrazione a Maria:
Io ti scelgo oggi, o Maria, in presenza di tutta la corte celeste, come mia Madre e mia Regina: Ti offro e consacro in tutta sottomissione ed Amore, il mio corpo e la mia anima, i miei beni materiali e spirituali, ed il valore delle mie buone azioni, passate, presenti e future, lasciandoTi il diritto pieno ed intero di disporre di me e di ciò che mi appartiene, senza eccezione, secondo il tuo piacere, per la maggior gloria di Dio, nel tempo e nell’eternità. Amen”.
Maria guida sempre al  Salvatore, quindi all’atto di consacrazione a Gesù:
O Gesù, buon Gesù, il cui Amore infinito ha creato e riscattato il mondo e lo vuole salvare, accoglimi nel numero di coloro che vogliono lavorare per il trionfo del Tuo Regno sulla terra. Al tal fine, ricevi l’offerta completa di me attraverso la quale io mi metto al Tuo servizio. Io diffonderò l’immagine del Tuo Volto Divino pregandoTi di ravvivare in tutte le anime i tratti del Tuo Volto divino. O Gesù, opera dei miracoli di conversione e chiama gli Apostoli della nuova Era, i nuovi Apostoli, a questo grande compito. Spandi sul mondo intero il fiume del Tuo Amore misericordioso che, seppellendo e distruggendo il Male, rinnoverà la terra; e che i cuori, riempiti di carità, riportino alla luce del sole la pratica del Vangelo”.
Questa consacrazione mi conduce a sua volta alla preghiera di Gesù dettata a Dozulé per la salvezza del mondo:
Gesù di Nazareth ha trionfato sulla morte. Egli viene a vincere il mondo ed il tempo.
Pietà, mio Dio,  per coloro che Ti bestemmiano, perdona loro, non sanno quello che fanno.
Pietà, mio Dio,  per lo scandalo del mondo, liberali dallo spirito di Satana.
Pietà, mio Dio,  per coloro che Ti fuggono, dà loro il gusto della santa Eucaristia.
Pietà, mio Dio, per coloro che verranno a pentirsi ai piedi della Croce Gloriosa, che vi trovino la Pace e la Gioia in Dio nostro Salvatore.
Pietà, mio Dio,  perché il Tuo Regno venga, ma salvali, c’è ancora tempo. Ma il tempo è vicino ed ecco che Io vengo! Amen, vieni Signore Gesù”.
Questa preghiera è seguita da un Pater e da una decina di Ave Maria, poi dall’invocazione:
Signore, riversa sul mondo intero i tesori della Tua Misericordia”. 
Questo è l’inizio del santo Rosario che comincia con un atto di fede: il Credo; è seguito da tre Ave Maria per glorificare il Padre in Sua Figlia, lo Spirito Santo nella Sua Sposa ed il Salvatore in Sua Madre; e si conclude col Gloria.


Dopo ogni decina della corona
   La prima frase del Gloria che è meglio cantarlo. Le invocazioni insegnate da Maria ai bambini di Fatima:
Gesù, Maria, vi amo, salvate le nostre anime. O mio Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’Inferno e porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua Misericordia”.
Qui io aggiungo delle invocazioni, poiché la preghiera mi costa talmente che mi ingegno a renderla più efficace:
Divino Sacro Cuore di Gesù, fonda il nostro cuore nel Tuo, affinché non siano che uno solo (2 volte).
Madre del Divino Amore, riempi i nostri cuori d’Amore per il Tuo Gesù” .
Grande e buon Giuseppe, prega per le nostre famiglie e per i nostri sacerdoti, prega per i nostri vescovi e per la nostra Chiesa, proteggici, te ne supplico”.
Ricordiamoci, infatti, che San Giuseppe è il viceré del Cielo ed anche il protettore delle famiglie e della Chiesa.
Nel giorno in cui la Chiesa festeggia quei Santi che hanno delle grazie da offrire, come sono segnalate nel messale delle domeniche, occorre invocarli.
Infine, come non chiamare in nostro aiuto i più grandi Santi del Cielo che sono gli Apostoli:
Tutti i santi Apostoli, pregate per noi, intercedete per noi, proteggeteci, aiutateci, ve ne supplico”.
Poi occorre invocare l’arcangelo Michele:
San Michele Arcangelo, con la tua luce illuminaci, con le tue ali proteggici, con la tua spada difendici”.
Infine, la terza invocazione:
Che attraverso la Misericordia divina, le anime dei fedeli trapassati riposino in pace”.
E termino cantando:
Sia lodato ogni momento Gesù nel Santissimo e Divinissimo Sacramento!” (2 volte).
Ecco come prego il Santo Rosario.

 ***** ***** ***** *****
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi.
(Ass.) Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre


Per il Crocifisso del Rosario si recita il Credo:
   Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale  fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al Cielo , siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
   Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen

Sui cinque grani che uniscono il crocifisso alla crociera della corona:

1° grano: Padre Nostro.
2° grano: Ave Maria per la Fede.
3° grano: Ave Maria per la Speranza.
4° grano: Ave Maria per la Carità.
5° grano: Gloria.

Prima corona: I MISTERI GAUDIOSI
(il lunedì e il sabato)
Primo mistero gaudioso: l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria santissima

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. I Santi genitori di Maria, Anna e Gioacchino,
che pregano Dio di dare loro un figlio, promettono di consacrarlo a Dio nel suo Tempio a Gerusalemme a partire dal terzo anno di età.

2. La Natività di Maria, dunque l’Immacolata Concezione in cui Dio affida ad Anna e Gioacchino Colei che, in spirito, è nel pensiero divino da tutta l’eternità, preparata per essere la Madre del Salvatore e di tutta l’umanità.

3. La breve infanzia di Maria a Nazareth: la Sua prudenza e la Sua saggezza mentre comincia appena a camminare; la sua dichiarazione alla madre, dopo averle detto che avrebbe pregato tanto e tanto nel Tempio per accelerare la venuta del Messia.

4. Maria al Tempio, la sua preparazione culturale e religiosa e i suoi pianti, quando il suo matrimonio viene deciso dal grande sacerdote, mentre già si era offerta a Dio come vergine.

5. La scelta di Giuseppe come sposo. Il contratto di matrimonio al tempio ed il loro voto reciproco di castità come offerta per accelerare la  venuta dell’Atteso.

6. Il ritorno a Nazareth con Giuseppe, in compagnia di Zaccaria e di Elisabetta che non è ancora incinta, poiché Zaccaria non è ancora muto. Nella piccola casa di Nazareth, quella che è stata miracolosamente trasportata nel 1295 a Loreto in Italia, si svolge la vita ritirata e di preghiera di Maria, mentre Giuseppe la viene a vedere ogni sera dopo il suo lavoro.

7. Maria prega Dio di accordarLe la grazia di essere la serva di Colei che sarebbe stata la Madre del Messia. Nel corso della Sua novena mistica la Santa Trinità la prepara ad essere la Vergine Madre durante l’estasi, di cui Ella non ricorda nulla.

8. L’annuncio dell’Arcangelo Gabriele la informa del desiderio di Dio. Il dialogo con l’Angelo: “Ti saluto, o Maria, piena di grazia…Il Signore è con Te. Tu sei benedetta fra tutte le donne”…”Tu concepirai nel Tuo seno e partorirai un figlio e Lo chiamerai Gesù”. E Maria: “Ecco la serva del Signore, sia fatto di Me secondo la Tua Parola”: E l’Angelo brilla di gioia; egli adora, poiché certamente vede lo Spirito di Dio abbassarsi sulla Vergine chinata nel suo consenso.

9. L’Arcangelo Gabriele informa Maria della nascita di Giovanni e La invita a recarsi da Elisabetta, che partorirà di lì a tre mesi.

10. Maria riferisce a Giuseppe, senza rivelargli la venuta dell’Angelo, che non Le aveva detto se poteva riferirglielo, della gravidanza di Elisabetta. La partenza verso Ebron, dove vivono Elisabetta e Zaccaria. 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Secondo mistero gaudioso: la Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. Il viaggio a dorso d’asino verso Gerusalemme, dove Giuseppe si trattiene e da dove riparte verso Nazareth, dopo aver acquistato degli utensili per il suo lavoro. Egli affida Maria ad un vecchio che va ad Ebron.

2. Il viaggio verso Ebron, di una giornata, con questo vecchio chiacchierone e curioso, al quale Maria non risponde che ciò che la buona educazione Le impone.

3. L’accoglienza di Elisabetta: ella si inchina in un profondo saluto davanti alla sua giovanissima cugina: “Benedetta tra tutte le donne. Benedetto il frutto del tuo seno”. Lo Spirito del Signore le ha appena rivelato che Maria porta in sé il Messia proprio nel momento in cui Giovanni trasale di gioia in lei. Al saluto di Sua cugina, Maria risponde con il Magnificat.

4. Maria aiuta sua cugina a preparare il corredino di Giovanni: essa fila, tesse, cuce e ricama; la sua condotta edifica perfino le serve di casa.

5. Il dialogo con Elisabetta: “E Giuseppe non sa niente?”. “No, tu stessa hai capito che il “segreto del Re” non doveva essere rivelato a Zaccaria”. Maria le confida la sua angoscia di lasciare Giuseppe in quest’ignoranza, ma anche la Sua fiducia in Dio.

6. Elisabetta, vecchia e pesante per la sua gravidanza, viene convinta da Maria a camminare e condotta alle tortorelle del giardino.

7. Il pasto serale e Maria che recita le preghiere rituali, essendo Zaccaria muto poiché non ha creduto all’annuncio dell’Angelo che gli prometteva un figlio.

8. La nascita del Battista: Maria ha confortato Sua cugina e ha rassicurato Zaccaria che teme che Elisabetta, troppo vecchia, muoia durante il parto.

9. Il battesimo di Giovanni. “Giovanni è il suo nome”scrive Zaccaria e riacquista immediatamente la parola. Ispirato dallo Spirito Santo, profetizza il destino di suo figlio, ed è il Benedictus.

10. La purificazione di Elisabetta e la presentazione di Giovanni al Tempio, 40 giorni dopo la nascita.

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Terzo mistero gaudioso: la Natività di Gesù

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. La sera stessa della Presentazione del Battista, Giuseppe arriva con una carretta tirata da un asino per riportare Maria a Nazareth. Egli vede che Ella aspetta un bambino. Il suo universo crolla. Non fa alcun rimprovero, ma non dice una parola durante tutto il viaggio; e Maria prega e piange.

2. Arrivato a Nazareth, Giuseppe lascia Maria nella sua casa e non vi ritorna per tre giorni; alla vigilia del terzo giorno, egli decide di partire per lavorare lontano per non denunciare la gravidanza di Maria, cosa che La minaccerebbe di lapidazione; in sogno l’Angelo del Signore che rivela la verità; al mattino egli va a chiedere perdono a Maria del sospetto che aveva avuto.

3. Il viaggio verso Betlemme. Giuseppe procede a piedi, a fianco di Maria a dorso d’asino, che inizia l’ultima settimana della Sua gravidanza. A Betlemme incontrano il pastore Elia che trascina una pecora ed offre del latte a Maria; egli indica loro una stalla, poiché la piccola città è piena di viaggiatori per il censimento.

4. Il rifiuto opposto dappertutto a Giuseppe che mendica un alloggio. Il loro arrivo di notte in una grotta che serve da stalla e nella quale si trova un bue. Giuseppe spazza il suolo, prepara la culla di paglia con una coperta per Maria.

5. La Santa Notte della Natività. Giuseppe è in preghiera, vicino al fuoco fatto all’entrata della grotta che cerca di alimentare, poiché il freddo è pungente. Maria è in ginocchio sul suo giaciglio di paglia: prega. Verso mezzanotte, una Luce meravigliosa riempie la grotta e fa cadere Giuseppe in un sonno profondo mentre avvolge Maria, La solleva di un palmo al di sopra del suo giaciglio: Ella non tocca più il suolo. La Luce divina diventa così abbagliante che Maria Valtorta non vede più nulla, ma Caterina Emmerick vede i tre Arcangeli depositare il Bambino Gesù nelle braccia di Maria, la Madre sempre Vergine, poiché Dio ha fatto passare il Suo Unico Figlio attraverso l’addome e gli abiti di Maria, che Lo “ha dato alla luce” e non partorito; la Nascita è miracolosa come l’Incarnazione.

6. Maria chiama Giuseppe, che si risveglia: ”Tieni il Bambino, affinché Io possa cercare i pannolini”. Dapprima non vuole: “non ne sono degno”, ma Ella gli risponde che ne è il più degno di chiunque altro, poiché Dio lo ha scelto. Allora egli Lo avvolge nei suoi vestiti e Lo stringe a sé per proteggerLo dal freddo. Fasciato il Bambino, Maria Lo eleva, offrendolo al Padre.

7. Nella campagna, dall’altra parte di Betlemme, 12 pastori, tra cui Elia, vedono e sentono una moltitudini di Angeli,  scintillanti di luce, che cantano: ”Oggi nella città di Davide è nato il Salvatore che è il Cristo”…”Voi lo riconoscerete da questi segni: in una povera stalla dietro a Betlemme troverete un neonato…adagiato in una mangiatoia di animali, perché per il Messia non s’era trovato un tetto nella città di Davide”: I 12 pastori raccolgono dei regali e partono subito verso la grotta.

8. L’arrivo dei pastori che non osano chiamare. Il più giovane dei pastori, Levi, sbircia dal lato del mantello di Giuseppe che serve da tenda e vede una donna molto giovane, un neonato che piange e un uomo chinato sulla mangiatoia. Maria: “Non piangere Mio piccolo Bimbo…Oh! Se potessi dirti: prendi il latte, ma non ce l’ho ancora…Tu hai così freddo, il fieno ti pizzica…I pastori si fanno avanti e donano una pelle di agnello con la quale Maria avvolge Gesù e del latte di pecora che sfama il piccolo Gesù, che ben presto non ha più né fame né freddo e si addormenta.

9. L’adorazione dei pastori, i più piccoli di Israele. Essi sono 12 come 12 sono le tribù di Israele, come saranno 12 gli apostoli. Il pastore Elia si incarica di avvisare Zaccaria ad Ebron.

10. Il Battesimo e la Circoncisione di Gesù, una settimana dopo la Sua nascita. Il sacerdote opera, con il coltello di selce rituale, senza avere la minima idea di aver appena circonciso il Messia Bambino. Maria raccoglie alcune gocce di sangue su un panno, che conserverà.

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quarto mistero gaudioso: la Presentazione di Gesù al Tempio

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. Presso gli Israeliti è abitudine consacrare all’Altissimo il primogenito da parte del sacerdote del tempio di Gerusalemme. Questo rituale coincide con la purificazione della madre, 40 giorni dopo la nascita. Maria, che non ha alcun bisogno di purificazione, vi si prepara per obbedienza.

2. Maria, a dorso d’asino, con il suo neonato tra le braccia procede sulla strada verso Gerusalemme. Il freddo è pungente ed il neonato piange. Maria ordina al vento gelido di non far piangere il suo Piccolo: un bozzolo di aria tiepida avvolge il Neonato soltanto, poiché Maria non vuole niente per sé.

3. L’arrivo a Gerusalemme presso una famiglia amica: qui tutti rimangono estasiati davanti alla bellezza del Neonato.

4. Maria e Giuseppe arrivano al Tempio. Essi offrono come d’abitudine due tortorelle. Il sacerdote eleva il Bambino verso il Santo dei Santi in una silenziosa preghiera di consacrazione e Lo rende a Sua Madre.

5. Il vecchio Simeone è là, perché “divinamente avvertito dallo Spirito Santo che non avrebbe visto la morte senza aver prima visto il Cristo del Signore”. Era necessario che un uomo pio e semplice rendesse grazie a Dio in questa cerimonia, banale per gli altri.

6. Simeone continua a profetizzare: “Questo Bambino è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a Te una spada trafiggerà l’anima”. Maria che già dall’annunciazione conosceva nei particolari la missione di Gesù e il suo sacrificio finale, Simeone viene a ricordarglielo. Oppressa, Lei così riservata, si stringe a Giuseppe. 

7. Ma la sua maestra, Anna di Fanuel, è la  e La conforta: “Donna, Colui che ha dato il Salvatore al Suo popolo non mancherà di darTi il Suo Angelo per alleviare i Tuoi pianti. L’aiuto del Signore non è mai mancato alle grandi donne d’Israele e Tu sei più di Giuditta e di Giaele. Il nostro Dio Ti darà un cuore d’oro purissimo per resistere al mare di dolore, grazie al quale sarai la più grande Donna dalla Creazione, la Madre”.

8. Il Signore previene sempre, sempre coloro che chiama ad una grande missione. Egli non nasconde niente, soprattutto i pericoli, affinché noi non siamo sorpresi. Egli pone sempre, sempre, vicino a noi o in noi l’aiuto che sarà necessario.

9. E’ la partenza dal Tempio, poi da Gerusalemme verso Betlemme e non il ritorno a Nazareth, dove è rimasta la culla fatta da Giuseppe, poiché Zaccaria, sacerdote ed ebreo, ha consigliato che il Messia sia allevato in Giudea: i Giudei, orgogliosi del loro tempio, disprezzano i Galilei.

10. L’arrivo a Betlemme, dove l’anno seguente arriveranno i Magi per adorare il Re dei Giudei. In seguito ci sarà la fuga in Egitto per sfuggire alla strage degli Innocenti, quando Giuseppe viene avvertito in sogno. Tutto è minuziosamente previsto dalla Saggezza Divina: da Betlemme, attraverso Gaza, si esce più rapidamente dalle frontiere della Giudea che non partendo da Nazareth che si trova 80 km più a nord.

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quinto mistero gaudioso: il Ritrovamento di Gesù nel Tempio

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. Si vede Maria tessere, cucire e tingere l’abito di Gesù per la cerimonia; Sua cognata, Maria d’Alfeo, madre di Giacomo e Giuda, è là, che ammira e commenta. Da notare che Gesù ha 12 anni e non è stato mai alla scuola del rabbino di Nazareth. Maria è stata la Sua Maestra, così pure dei cugini Giuda e Giacomo, rispettivamente il più vecchio e più giovane di Gesù di un anno. A 12 anni il giovane israelita deve dimostrare, davanti ai sacerdoti del Tempio di Gerusalemme, che conosce perfettamente la sua religione.

2. Il viaggio in più giorni verso Gerusalemme di Giuseppe, Maria e Gesù, che è un bellissimo bambino, quasi grande quanto Sua Madre, che Lo adora senza stancarsi.

3. L’arrivo in una casa amica e poi al Tempio. Giuseppe presenta suo Figlio ai sacerdoti, che Lo interrogano. Alla fine essi si complimentano con lui per la saggezza di Gesù. Ritorno. Maria tocca il Cielo con un dito…

4. Riprendono la via del ritorno assieme ad altre persone. Gli uomini e le donne viaggiano in gruppi separati e i bambini possono stare con gli uni o le altre. La sera, durante la sosta, le famiglie si riuniscono: Giuseppe e Maria cercano Gesù che è introvabile. La spada, profetizzata da Simone, trafigge il Cuore di Maria, che teme per Suo Figlio. Anche Giuseppe è preoccupato.

5. I due rifanno la strada inversa nella notte che sta scendendo. Interrogano la gente che incontrano, senza risultato. Durante la notte si fermano in una casa ospitale. Maria non vuole né bere, né mangiare. Ella non si corica per dormire, ma prega, prega, prega…

6. L’indomani iniziano le ricerche a Gerusalemme. Maria, nell’angoscia, non sente più nel Suo Cuore la Presenza di Dio. La prova è totale. Essi cercano separatamente, si ritrovano, ripartono. Pensano che Gesù possa essere andato a trovare Suo cugino nel deserto. Dio, silenzioso fino a quel momento, li fa ritornare sui loro passi. L’angoscia continua. Maria non beve, né mangia. Essa prega camminando, camminando, camminando.

7. Ed è la seconda notte d’angoscia. Giuseppe e Maria fanno orecchie da mercante con coloro che criticano Gesù. Poi incomincia una terza giornata di ricerche. Essi si dirigono verso Betlemme, dove pensano che possa essere andato il Bambino. Una chiara ispirazione dal Cielo li riconduce a Gerusalemme. Là trovano un mendicante, a cui Gesù ha appena fatto l’elemosina.

8. Un passante dice loro che ha visto il Bambino dirigersi verso il Tempio. Essi vi si recano: percorrono i cortili e le sale fino al punto in cui le donne non sono ammesse: Maria vede Suo Figlio e manda avanti Giuseppe.

9. Gesù è in mezzo ad un cerchio di Dottori che Lo interrogano e che, salvo uno o due, sono meravigliati della grandissima saggezza delle risposte di quel Bambino. Ci sono Hillele, il più grande Dottore d’Israele, ed il suo discepolo Gamaliele. Gesù termina il suo discorso e raggiunge Giuseppe che ha ascoltato.

10. Maria, ritrovato suo Figlio, si lamenta con Lui: “Da tre giorni stiamo camminando alla tua ricerca. Tua Madre muore di dolore e tuo Padre è sfinito di fatica!”. Gesù risponde: “Non sapete che devo badare agli affari del Padre Mio?” Ma essi non compresero, dice San Luca. All’istante, forse, ma poi compresero certamente perché Gesù aveva imposto questo grande dolore a Sua Madre. La ragione principale sta nel fatto che la volontà di Dio è superiore ad ogni volontà umana e il Signore ha voluto insegnare attraverso la sofferenza di Maria e Giuseppe, come cercare i figli perduti o fuorviati, pregando, piangendo, umiliandosi di fronte a Dio per non aver sorvegliato a sufficienza, cercandoli prima in chiesa  presso il Tabernacolo, perché è lì che Dio insegnerà il modo con cui poter riportare i figli al cuore dei genitori. 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Seconda corona: I MISTERI LUMINOSI
(il giovedì)
Primo mistero luminoso: il battesimo di Gesù

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Sulle rive del Giordano vi sono molti uomini vestiti in maniere diverse. Alcuni paiono popolani, altri dei ricchi, non mancano alcuni che paiono farisei per la veste ornata di frange e galloni. Giovanni Battista parla annunciando il Messia ed esortando a preparare i cuori alla sua venuta estirpando da essi gli ingombri e raddrizzando i pensieri.

2. Gesù è solo. Cammina lentamente, venendo avanti alle spalle di Giovanni, il quale nota che Gesù emana una spiritualità speciale, per cui scende dal masso che gli faceva da pulpito e va sveltamente verso Gesù e si fissano per un momento.

3. Giovanni, dopo averlo scrutato col suo occhio penetrante, esclama: “Ecco l’Agnello di Dio. Come è che a me viene il mio Signore?”. Gesù risponde placido: “Per compiere il rito di penitenza”. Mai, mio Signore. Io sono che devo venire a Te per essere santificato, e Tu vieni a me?”.

4. E Gesù, mettendogli una mano sul capo, perché Giovanni s’era curvato davanti a Gesù, risponde: “Lascia che si faccia come voglio, perché si compia ogni giustizia e il tuo rito divenga inizio ad un più alto mistero e sia annunciato agli uomini che la Vittima è nel mondo”. Giovanni lo battezza versando sul capo l’acqua del fiume. 

5. Gesù  è proprio l’Agnello. Agnello nel candore della carne, nella modestia del tratto, nella mitezza dello sguardo. Mentre Gesù risale la riva e dopo essersi vestito si raccoglie in preghiera, Giovanni lo addita alle turbe, testimoniando d’averlo conosciuto per il segno che lo Spirito di Dio gli aveva indicato quale indicazione infallibile del Redentore.

6. Giovanni non aveva bisogno del segno per se stesso. Il suo spirito, presantificato sin dal ventre di sua madre, era possessore di quella vista di intelligenza soprannaturale che sarebbe stata di tutti gli uomini senza la colpa di Adamo.

7. Il Signore non aveva bisogno del battesimo. Ma la sapienza di Dio aveva giudicato essere quello l’attimo e il modo dell’incontro. E traendo Giovanni dal suo speco  nel deserto e Me dalla mia casa, ci unì in quell’ora per aprire su Gesù i Cieli e farne scendere Sé stesso, Colomba Divina, su colui che avrebbe battezzato gli uomini con tal Colomba, e farne scendere l’annuncio, ancor più potente di quello angelico perché del Padre Mio: “Ecco il mio Figlio diletto col quale mi sono compiaciuto”. Perché gli uomini non avessero scuse o dubbi nel seguire il Signore.

8. Le manifestazione del Cristo sono state molte. La prima, dopo la Nascita, fu quella dei Magi, la seconda nel Tempio, la terza sulle rive del Giordano.

9. Dopo la manifestazione del Giordano ne vennero infinite altre, poiché i miracoli sono manifestazioni della natura divina di Gesù, sino alle ultime della Resurrezione e Ascensione al Cielo.

10. Anche ora le manifestazioni di Gesù si ripetono. Ma, come allora, il mondo non le accoglie. Anzi non accoglie le attuali e dimentica le passate. Ebbene il Signore non desiste, perché si ripete per salvarci, per riportarci alla fede in Dio.

 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Secondo mistero luminoso: le nozze di Cana

 

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. La casa è alla periferia di Cana: casa di proprietari contadini, i quali vivono in mezzo al loro  poveretto. La campagna si stende oltre la casa con le sue lontananze verdi e placide. Si festeggiano i due sposi e la Madonna è conosciuta dagli ospiti.


2. Quando Gesù arriva, dopo aver detto ai due discepoli: “Andiamo a far felice mia Madre”,  il solito, messo di sentinella, avvisa gli altri. Il padrone di casa, insieme al figlio sposo ed a Maria, scende incontro a Gesù e lo saluta rispettosamente, insieme a Giovanni e Giuda Taddeo, e lo sposo fa lo stesso. Il saluto di Maria è pieno di amore e di rispetto per il Figlio accompagnato dalla frase: “La pace è con Te”.

3.  Gesù domina col suo aspetto e con la sua statura tutti quanti. E’ l’ospite, ma pare il re del convito, più dello sposo, più del padrone di casa. Per quanto sia umile e condiscendente, è colui che si impone. Gesù prende posto alla tavola di centro con lo sposo, la sposa, i parenti degli sposi e gli amici più influenti. Il convito comincia.

4. Maria si accorge che i servi parlottano col maggiordomo e che questo è impacciato, e capisce cosa c’è di spiacevole. “Figlio”, dice piano, richiamando l’attenzione di Gesù con quella parola. “Figlio, non hanno più vino”. “Donna, che vi è  più fra Me e te?” Gesù, nel dirle questa frase, sorride ancor più dolcemente, e sorride Maria, come due che sanno una verità che è loro gioioso segreto, ignorata da tutti gli altri

5. Maria ordine ai servi: “Fate quello che Egli vi dirà”. Maria ha letto negli occhi sorridenti del Figlio l’assenso, velato dal grande insegnamento a tutti i “vocati”.

6.E ai servi: “Empite d’acqua le idrie” ordina Gesù. I servi empiono le giare di acqua portata dal pozzo. Il maggiordomo mesce un poco di quel liquido con occhi di stupore, assaggiarlo con atti di ancor più vivo di stupore, gustarlo e parlare al padrone di casa e allo sposo. L’acqua si è tramutata in vino!

7. Nella sala passa un sussurrio, le teste si volgono tutte verso Gesù e Maria, c’è chi si alza per vedere meglio, chi va alle giare. Un silenzio, e poi un coro di lodi a Gesù. Ma Egli si alza e dice una parola: “Ringraziate Maria” e poi si sottrae al convito. I discepoli lo seguono. Sulla soglia ripete: “La pace sia a questa casa e la benedizione di Dio su voi” e aggiunge: “Madre, ti saluto”.

8. Gesù spiega il significato della frase: “Quel “più”, che molti traduttori omettono, è la chiave della frase e la spiega nel suo vero significato. Ero il Figlio soggetto alla Madre sino al momento in cui la volontà del Padre mio mi indicò esser venuta l’ora di essere il Maestro. Dal momento che la mia missione ebbe inizio, non ero più il Figlio soggetto alla Madre, ma il Servo dei Dio. “Che vi è più fra Me e te?”. Primo ero tuo, unicamente tuo. Tu mi comandavi, Io ti ubbidivo. Ti ero “soggetto”. Ora sono della mia missione.

9. Gesù: “Quando disse ai discepoli: “Andiamo a far felice mia Madre”, avevo dato alla frase un senso più alto di quello che pareva. Non la felicità di vedermi, ma di essere Lei l’Iniziatrice della mia attività di miracolo e la Prima Benefattrice dell’umanità”. Ricordatevelo sempre. Il mio primo miracolo è avvenuto per Maria.

10. Il miracolo di Cana è il simbolo che è Maria la chiave del miracolo. Io non ricuso nulla alla Madre mia e per sua preghiera anticipo anche il tempo della grazia. Inoltre ho voluto rendere manifesta la sua potenza al mondo insieme alla mia. Dico a voi ciò che dissi a quei convitati: “Ringraziate Maria. E’ per Lei che avete avuto il Padrone del miracolo e che avete le mie grazie, e specie quelle di perdono”.


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Terzo mistero luminoso: l’annuncio del Regno e l’invito alla conversione

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Dice Gesù commentando Geremia 7,3-7: “Udite, o voi di Israele. Ecco che Io vengo a illuminarvi le parole di luce che la vostra anima offuscata non sa più vedere e capire.


2. Udite. Molto pianto scende sulla terra del Popolo di Dio e piangono i vecchi che ricordano le antiche glorie, piangono gli adulti piegati al giogo, piangono i fanciulli che non hanno avvenire di futura gloria. Ma la gloria della terra è nulla rispetto ad una gloria che nessun oppressore, che non sia Mammona e la mala volontà, possono strappare.

3. Perché piangete? Come l’Altissimo, che fu sempre buono per il popolo suo, ora ha girato altrove il suo sguardo e nega ai suoi figli di vederne il Volto? Non è più il Dio che aperse il mare e ne fece passare Israele e per arene lo condusse e nutrì, e contro nemici lo difese e, perché non smarrisse la via del Cielo, come diede ai corpi la nuvola, diede alle anime la Legge?

4. Non è più il Dio che addolcì le acque e fece venire manna agli sfiniti? Non è il Dio che vi volle stabilire in questa terra e con voi strinse alleanza di Padre a figli? E allora perché ora lo straniero vi ha percossi? Molti fra voi mormorano: “Eppure qui è il Tempio!” Non basta avere il Tempio e in quello andare a pregare Iddio.

5. Il primo tempio è nel cuore di ogni  uomo, e in quello va fatta preghiera santa. Ma santa non può essere se prima il cuore non si emenda e col cuore non si emendano i costumi, gli affetti, le norme di giustizia verso i poveri, verso i servi, verso i parenti, verso Dio.

6. Ora guardate. Io vedo ricchi dal cuore duro che fanno ricche offerte al Tempio, ma non sanno dire al povero: “Fratello, ecco un pane e un denaro. Accettalo. Da cuore a cuore, e non t’avvilisca l’aiuto come a me non dia superbia il dartelo”. Ecco: Io vedo oranti che si lamentano con Dio che non li ascolta prontamente, ma poi al misero, e talora è loro sangue, che gli dice: “Ascoltami”, rispondono con cuore di selce: “No”.

7. O voi di Israele! Il tempo della Redenzione è giunto. Ma preparatene le vie in voi con la buona volontà. Siate onesti, buoni, amatevi gli uni con gli altri. Ricchi, non sprezzate; mercanti, non frodate; poveri, non invidiate. Siete tutti di un sangue e di un Dio. Siete tutti chiamati ad un destino.

8. Non chiudetevi il Cielo, che il Messia vi aprirà, con i vostri peccati. Avete sin qui errato? Ora non più. Ogni errore cada. Semplice, buona, facile è la Legge che torna ai dieci comandi iniziali, ma tuffati in luce d’amore.

9. Venite. Io ve li mostrerò quali sono: amore, amore, amore. Amore di Dio a voi, di voi a Dio. Amore fra prossimo. Sempre amore, perché Dio è amore e figli del Padre sono coloro che sanno vivere l’amore. Io sono qui per tutti e per dare a tutti la luce di Dio. Ecco la Parola del Padre che si fa cibo in voi. Venite, gustate, cambiate il sangue dello spirito con questo cibo. Ogni veleno cada, ogni concupiscenza muoia.

10. Una gloria nuova vi è porta: quella eterna, e a lei verranno coloro che faranno la Legge di Dio vero studio del loro cuore. Iniziate dall’amore. Non vi è cosa più grande. Ma quando saprete amare, saprete già tutto, e Dio vi amerà, e amore di Dio vuol dire aiuto contro ogni tentazione. La benedizione di Dio sia su chi volge a Lui cuore pieno di buona volontà”. 


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quarto mistero luminoso: la trasfigurazione di Cristo

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. In un’alba serena di marzo Gesù con gli apostoli e i discepoli raggiungono il monte Tabor. Appena giunti, il Signore, sceglie Pietro, Giovanni e Giacomo di Zebedeo per salire sulla vetta e manda a predicare tutti gli altri nella zona. 

2. In un momento di sosta Pietro chiede col fiato grosso dove si va? E perché si deve raggiungere la vetta del monte. Gesù risponde: “Vado ad unirmi col Padre mio e vi ho voluti con Me perché vi amo. Su lesti! Agli appuntamenti di Dio si va sempre veloci”.

3. Arrivati quasi sulla vetta il Signore si mette in disparte a pregare nella stessa posa del Getsemani, mentre i tre apostoli per la stanchezza si addormentano nella frescura della vegetazione.

4. Ad un certo momento un evento inedito sveglia i tre apostoli. Li scuote una luminosità così viva che annulla quella del sole e dilaga e penetra fin sotto il verde dei cespugli e alberi sotto cui si sono messi. Aprono gli occhi stupiti e vedono Gesù trasfigurato. Egli è ora tale e quale come lo vedo nelle visioni del Paradiso. Naturalmente senza le piaghe e senza il vessillo della Croce. Ma la maestà del Volto e del Corpo è uguale, uguale ne è la luminosità, e uguale la veste che da un rosso cupo si è mutata nel diamantifero e perlifero tessuto immateriale che lo veste in Cielo. Il suo Viso è un sole dalla luce siderale ma intensissima, nel quale raggiano gli occhi di zaffiro. Sembra più alto ancora, come la sua glorificazione ne avesse aumentata la statura. Non saprei dire se la luminosità, che rende persino fosforescente il pianoro, provenga tutta da Lui o se alla sua propria si mesca quella che ha concentrata sul suo Signore tutta la luce che è nell’Universo e nei Cieli. So che è qualcosa di indescrivibile”.

5. Gli apostoli chiamano Gesù con una certa paura perché è talmente trasfigurato che non sembra sia il loro Maestro. Il Signore non risponde perché in quel momento è rapito da una visione che lo sublima. La luce aumenta ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di Gesù. Quando sono stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due maestosi e luminosi personaggi. L’uno più anziano, dallo sguardo acuto e severo e da una lunga barba bipartita. Dalla sua fronte partono corni di luce che me lo indicano per Mosé. L’altro è più giovane, scarno, barbuto e peloso, su per giù come il Battista, al quale direi assomiglia per statura, magrezza, conformazione e severità. Mentre la luce di Mosè è candida come è quella di Gesù, specie nei raggi della fronte, quella che emana Elia è solare, di fiamma viva. I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio Incarnato.

6. I tre apostoli cadono in ginocchio tremanti col volto fra le mani. Vorrebbero vedere, ma hanno paura. Finalmente Pietro parla: “Maestro, Maestro. Odimi”. Gesù gira lo sguardo con un sorriso verso il suo Pietro che si rinfranca e dice: “E’ bello lo stare qui con Te, Mosè e Elia. Se vuoi facciamo tre tende per Te, per Mosè e per Elia, e noi stiamo qui a servirvi…”. Gesù lo guarda ancora e sorride più vivamente.

7. Gli apostoli non osano dire altro. Intimoriti, tacciono. Sembrano un poco ebbri come chi è sbalordito. Ma quando un velo che non è nebbia, che non è nuvola, che non è raggio, avvolge e separa i Tre gloriosi dietro uno schermo ancor più lucido di quello che già li circondava, e li nasconde alla vista dei tre, una Voce potente e armonica vibra ed empie di sé lo spazio, i tre cadono col volto contro l’erba. <<Questo è il mio Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo>>.

8. Gesù ritorna nella forma consueta e Pietro gli domanda: <<Come faremo a viverti accanto ora che abbiamo visto la tua Gloria? Come faremo a vivere fra gli uomini, e noi, uomini peccatori, ora che abbiamo udito la Voce di Dio?>>. Gesù risponde: <<Dovrete vivermi accanto e vedere la mia gloria sino alla fine. Siatene degni perché il tempo è vicino. Ubbidite al Padre mio e vostro. Torniamo ora fra gli uomini perché sono venuto per stare fra essi e per portare essi a Dio”. 

9. Gesù comanda ai tre apostoli: <<Siate santi per il ricordo di quest’ora, forti, fedeli. Avrete parte alla mia più completa gloria. Ma non parlate ora di questo che avete visto, ad alcuno. Neppure ai compagni. Quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti e tornato nella gloria del Padre, allora parlerete. Perché allora occorrerà credere per avere parte nel mio Regno>>.

10. I motivi profondi della trasfigurazione di Gesù sono questi: 1) A stornare le astuzie di Satana e le insidie dei futuri, e non ignoti a Dio Padre, nemici del Verbo Incarnato, Dio avvolse di aspetti comuni a tutti i nati da donna il Cristo non solo sinché fu “il fanciullo e il figlio del falegname” ma anche quando fu il Maestro. Soltanto la sapienza e il miracolo lo distinguevano dagli altri. Ma Israele, sebbene in minor misura, conosceva altri maestri (profeti) e operatori di miracoli. 2) Ciò doveva servire a provare anche la fede dei suoi eletti: gli apostoli e discepoli. Essi dovevano credere senza vedere cose straordinarie e divine. 3) Però, a confermare i tre, dopo che l’annuncio della morte futura di croce li aveva turbati, Egli ora si svela in tutta la gloria della sua Natura divina. Dopo di ciò il dubbio che la predetta morte di croce aveva insinuato nei suoi più prossimi seguaci, non poteva più sussistere. Essi avevano visto Dio. Dio nell’Uomo che sarebbe stato crocifisso. Era la manifestazione delle due Nature ipostaticamente unite. Manifestazione innegabile che non poteva lasciare dubbi. E al Figlio-Dio che si manifesta tale si unisce il Padre-Dio con le sue parole e il Cielo rappresentato da Mosè ed Elia.

 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quinto mistero luminoso: l’istituzione dell’Eucarestia

 

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. E’ giovedì santo e gli a apostoli si danno un gran da fare a preparare il Cenacolo per la Cena Pasquale. Giuda l’Iscariota fa delle osservazioni di valore sui calici e sulle anfore preziose date da Lazzaro. Tutti gli apostoli manifestano una certa paura per la maggiore aggressività dei farisei, scribi, sadducei ed erodiani nei confronti di Gesù durante i festeggiamenti pasquali.


2. Entra Gesù ne Cenacolo e saluta gli apostoli. Chiede a Giuda l’Iscariota se ha fatto l’offerta al tempio; “Tutto fatto di quello che avevi detto da farsi per oggi. Sta’ quieto”, risponde il traditore. Allora inizia la consumazione dell’agnello, ma prima si prendono le coppe per la purificazione e poi si dispongono intorno ad un tavolo rettangolare. Gesù afferma: “Ho ardentemente desiderato di mangiare con voi questa Pasqua”.

3. Gli apostoli chiedono a Gesù chi sarà primo fra di loro. Il Signore risponde che se uno vuole essere il primo sia l’ultimo e servo di tutti ed entreranno nel suo regno chi avrà perseverato fino alla fine. Pietro si fa avanti spavaldamente dicendo che sarà fedele fino alla fine. Ma il Signore gli fa presente che molte cose muteranno, perché Satana ha chiesto di vagliarli come il grano. E’ l’ora di demoni…

4. Gesù si alza dal tavolo e prende un ampio asciugamano e un bacile per purificare gli apostoli al nuovo rito, al cibo per lo spirito. La lavanda dei piedi precede il Banchetto divino. Molti apostoli piangono commossi dall’atto di annichilamento del Signore, atto di amore e di servizio. A termine della lavanda Gesù dice: “Ora siete puri, ma non tutti. Solo coloro che ebbero volontà di esserlo”. Giuda l’Iscariota fa finta di non udire. 

5. Celebrato l’antico rito pasquale, Gesù celebra il nuovo rito pasquale, mantenendo con l’istituzione dell’eucarestia, il miracolo d’amore promesso per cui anche se andrà in cielo, tramite l’eucarestia resterà sempre unito con i suoi. Gesù prende un pane ancora intero, lo pone sul calice colmo. Benedice e offre questo e quello, poi spezza il pane e ne prende tredici pezzi e ne dà uno per uno agli apostoli dicendo: “Prendete e mangiate. Questo è il mio Corpo. Fate questo in memoria di Me che me ne vado. Dà il calice e dice: “Prendete e bevete. Questo è il mio Sangue. Questo è il calice del nuovo patto nel Sangue e per il Sangue mio che sarà sparso per voi per la remissione dei vostri peccati e darvi al Vita. Fate questo in memoria di Me”. Il tredicesimo pezzo di pane consacrato lo porta alla madre che si trovava fuori dal Cenacolo. 

6. “Tutto vi ho detto e tutto vi ho dato”, dice Gesù. E ripeto. Il nuovo rito e compiuto. Fate questo in memoria di Me. Io vi ho lavato i piedi per insegnarvi ad essere umili e puri come il Maestro vostro. Perché in verità vi dico che come è il Maestro così devono essere i discepoli. Ricordatelo, ricordatelo. E siate puri. Per essere degni di mangiare il Pane vivo disceso dal Cielo e d avere in voi e per Esso la forza d’essere i miei discepoli nel mondo nemico che vi odierà per il mio Nome. Ma uno di voi  non è puro. Uno di voi mi tradirà. Di questo sono fortemente conturbato nello spirito… I discepoli si guardano esterrefatti e si domandano chi fosse. Giovanni chiede a Gesù chi è il traditore. E il Signore fornisce l’indizio dicendogli: “Colui a cui darò un pezzo di pane intinto nel vino”. E lo da a Giuda l’Iscariota, che subito dopo esce dietro comando di Gesù per compiere altrove quello che resta da fare.

7.  Sul tradimento di Giuda ebbe a dire Gesù: “I vostri medici hanno discusso e discutono sulla mia rapida fine e le danno origine in una lesione cardiaca dovuta alle percosse della flagellazione. Sì, anche per queste il mio cuore divenne malato. Ma lo era già dalla Cena. Spezzato, spezzato nello sforzo di dover subire al mio fianco il mio Traditore. Ho cominciato a morire allora, fisicamente. Il resto non è stato che un aumento della già esistente agonia”. 

8. Sulla potenza trasformatrice dell’Eucarestia: “Giovanni, che mi amava come nessuno e che era puro, ebbe dal Sacramento il massimo della trasformazione. Cominciò da quel momento ad essere l’aquila a cui è famigliare e facile l’altezza nel Cielo di Dio e l’affissare il Sole eterno. Ma guai a chi riceve il Sacramento senza esserne affatto degno; ma anzi avendo accresciuta la sua sempre umana indegnità con le opere mortali. Allora esso diviene non germe di preservazione e di vita, ma di corruzione e di morte. Morte dello spirito e putrefazione della carne per cui essa “crepa”, come dice Pietro di quella di Giuda (cfr. Atti 1,18). Non sparge il sangue, liquido sempre vitale e bello nella sua porpora, ma le sue interiora nere di tutte le libidini, marciume che si riversa fuori dalla carne marcita, come da carogna di animale immondo, oggetto di ribrezzo per i passanti”. 

9. Sulla morte dei profanatori dell’Eucarestia: “La morte del profanatore del Sacramento è sempre morte di un disperato e perciò non conosce il placido trapasso proprio di chi è in grazia, né l’eroico trapasso della vittima che soffre acutamente ma con lo sguardo fisso al Cielo e l’anima sicura della pace. La morte del disperato (come quella di Giuda) è atroce di contorsioni e di terrori, è una convulsione orrenda dell’anima già ghermita dalla mano di Satana che la strozza per svellerla dalla carne e che la soffoca col suo nauseabondo fiato”.

10. La grande promessa di Gesù per chi sarà perseverante: “E’ tre anni che vi parlo! Ma già in voi opera il Pane che è Dio e il Vino che è Sangue non venuto da uomo e vi dà il primo brivido di deificazione. Voi diverrete dèi se sarete perseveranti nel mio amore e nel mio possesso. Non come lo disse Satana Adamo ed Eva, ma come Io ve lo dico. E’ il vero frutto dell’albero del Bene e della Vita. Il Male è vinto in chi se ne pasce, ed è morta la Morte. Chi ne mangia vivrà in eterno e diverrà “dio” nel Regno di Dio. Voi sarete dèi se permarrete in Me”.


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Terza corona: I MISTERI DOLOROSI
(il martedì e il venerdì)
Primo mistero doloroso: l’agonia spirituale di Gesù nel Getsemani

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Gesù ha salutato Sua madre prima di istituire nel Cenacolo l’Eucarestia, il divino Sacramento dell’Amore. Maria, che sa tutto, prega il Padre di permetterLe di sentire tutte le prove di Suo Figlio ed Essa verrà esaudita.

2. Gesù e  gli undici Apostoli salgono durante la notte verso il Monte degli Ulivi al giardino del Getsemani. Giuda è già  partito verso il Tempio e verso il suo tradimento.

3. E’ la sera del giovedì santo: gli Apostoli, che hanno appena condiviso la cena pasquale con Gesù, sono inquieti. Sono passati cinque giorni dal trionfo popolare della Domenica delle palme. Pietro si è armato di una corta spada. Simone viene avvertito da Gesù della fuga dei suoi compagni e pregato di ritrovarli e di raggrupparli da Lazzaro, che ha ricevuto la missione di restare a casa per accoglierli.

4. Durante il cammino gli Apostoli si ripropongono di battersi per difendere Gesù, che cerca invece di moderarli, conoscendo il futuro. Arrivati in cima, Egli dice loro di pregare: “Lo spirito è pronte, ma la carne è debole”; poi si allontana un po’ con Pietro, Giacomo e suo fratello Giovanni.

5. Gesù raccomanda loro di vegliare e di pregare, mentre Egli si raccoglie in preghiera a poca distanza: mediante questi allontanamenti successivi, si vedrà che, più ci si allontana da Gesù, più si è deboli di fronte ai pericoli.

6. Gesù prega e si sente schiacciato poiché sa nei minimi dettagli come sarà la sua Passione e perché vede, nel susseguirsi dei secoli, tutti coloro per i quali il Suo Sacrificio sarà vano. Egli vede tutti i Giuda dell’avvenire nella Sua Chiesa. E prostrato in ginocchio, la Sua fronte tocca il suolo.

7. Il Signore trasuda sangue da tutti i pori della pelle per l’insoppremibile angoscia. A due riprese, Egli va a vedere i tre Apostoli che non pregano più, perché si sono addormentati. Egli li sveglia: domanda loro nuovamente l’aiuto della preghiera; poi ritorna là dove era prima e viene tentato dalla disperazione: “Padre, se Tu vuoi, allontana da Me questo calice…”. Gesù ha confidato: “Ho sudato sangue per essere fedele alla volontà di Dio. Ecco perché l’Angelo del Mio dolore Mi ha presentato la speranza di tutti coloro che vengono salvati dal Mio Sacrificio come un sollievo alla Mia morte. I vostri nomi! Ognuno è stato per Me una goccia di balsamo iniettata nelle Mie vene per ridare loro tono e funzionalità”…”Nelle torture inumane, per non gridare il Mio dolore di uomo e per non disperare di Dio e dire che era troppo severo ed ingiusto con la Sua vittima, Io Mi sono ripetuto i vostri nomi, Io vi ho visti. Io vi ho benedetti da allora. Da allora vi ho portati nel Mio Cuore. E quando per voi è venuta l’ora di essere sulla terra, Io Mi sono chinato dal Cielo per accompagnare la vostra venuta, gioendo all’idea che un nuovo fiore d’Amore era nato nel mondo e che avrebbe vissuto per Me. Oh! Miei benedetti! Conforto del Cristo morente! Mia Madre, il discepolo, le pie donne circondavano la Mia morte, ma anche voi c’eravate. I miei occhi morenti vedevano, contemporaneamente, il volto straziato di Mia Madre ed i vostri volti affettuosi; ed essi si sono chiusi così, felici di chiudersi perché vi avevano salvati, o voi che meritate il Sacrificio di Dio”.
Comprendete bene queste parole di Gesù rivolte a voi e a ciò che implica.

8. Gesù si asciuga il volto e le braccia con il mantello, per togliere il sangue che li copre; poi, con delle larghe foglie coperte di rugiada, Egli si lava, si asciuga con un lembo del mantello rimasto asciutto,  poi lo lascia sull’erba.

9. Gesù ritorna verso Pietro, Giacomo e Giovanni, nuovamente addormentati, e insieme vanno verso gli altri otto. A tutti Gesù dice: “Mentre Satana arriva, mostrate a colui che non dorme mai e ai suoi figli che anche i figli di Dio non dormono”. Giuda arriva con una ventina di guardie del tempio comandate da Malco a cavallo. Giuda bacia il Signore sulla guancia destra: “E’ con un bacio che tradisci?”. 

 10. “Chi cercate?” chiede Gesù alle guardie che rispondono: “Gesù il Nazareno”. Sono Io”, dice Gesù. In quel momento i soldati si accasciano al suolo, anche Malco ed il suo cavallo, meno Giuda, che fugge dopo aver evitato per un pelo la spada di Pietro Gli Apostoli lo inseguono a colpi di pietre. Gli sbirri del tempio si rialzano e Malco vuole legare le mani che Gesù tende. Pietro gli mozza un orecchio con la spada, ma Gesù con un gesto lo guarisce e si lascia legare. Questo è troppo per gli Apostoli, che hanno appena visto il tradimento di Giuda. Essi conoscono la potenza di Gesù e Lo vedono che si lascia catturare. Essi non comprendono più, perché hanno dormito anziché aiutare Gesù con la preghiera e si sono lasciati prendere dalla collera. Fuggono tutti, anche Giovanni, ma egli si riprenderà molto presto, mostrandosi dappertutto a Gesù dove può ed informando Maria.

 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Secondo mistero doloroso: la flagellazione di Gesù

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Con le braccia e le mani legate dietro alla schiena, Gesù scende dal Getsemani per un sentiero sassoso dove cade più volte senza potersi proteggere e facendo una grande fatica a rialzarsi. Nei dintorni della città, poi attraversando il quartiere di Ofel, piovono sassi sul Signore. Poi c’è il giudizio notturno ed illegale da parte del Sinedrio. Lo schiaffo della mano guantata di ferro di Malco. Le sevizie, poco conosciute, nella prigione del Tempio, in attesa dell’alba per il secondo giudizio, in cui Gamaliele, Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea protestano davanti allo scandalo dei falsi testimoni; e poi se ne vanno con fracasso.

2. Gesù viene portato dal tempio verso l’Antonia, che è la residenza di Pilato in mezzo alla folla ostile. Egli compare davanti a Pilato, poiché gli Ebrei, vassalli di Roma, non hanno il diritto all’alta giustizia, e il Sinedrio vuole che sia un romano a condannare Gesù per sentirsi ipocritamente meno criminale. Verso le otto di mattina Pilato col pretesto che Gesù è un Galileo a cui non ha “niente da rimproverare”, scarica la decisione su Erode, tetrarca di Galilea.

3. Gesù compare davanti ad Erode, che invano Lo tenta chiedendoGLi di guarire un cane la cui zampa era fratturata, poi proponendoGli del cibo e delle donne. Erode lo dichiara pazzo “perché non vuole comportarsi né da Dio né da uomo” e lo rimanda a Pilato dopo averGli fatto indossare il mantello dei pazzi sopra la Sua tunica rossa del trionfo effimero delle Palme.

4. Gesù ripercorre le vie di Gerusalemme piene di una folla aizzata dagli emissari del Sinedrio. Egli compare per la seconda volta davanti a Pilato, che non vuole condannare Gesù. Egli pensa di soddisfare l’ingiusta vendetta del Sinedrio concedendogli, come si getta un osso ad un cane rabbioso, la flagellazione “di questo Giusto a cui non ha niente da rimproverare”. “Quanti colpi?”, chiede il decurione incaricato di far applicare la pena. “Tanti quanti ti parrà”, dice Pilato che spera di essersi così sbarazzato di questa seccante faccenda.


5. Alcuni soldati romani conducono Gesù in un cortile a fianco del pretorio di Pilato. In mezzo a questo cortile c’è una colonna di pietra a cui è fissata, a mo’ di forca, una traversa di ferro, terminante con un uncino. Gesù è spogliato ad eccezione di un calzone corto in lino e dei Suoi sandali. I suoi polsi vengono legati con una corda gettata al di sopra della sbarra di ferro e viene issato. Gesù vi viene issato. I suoi piedi toccano appena il suolo ed Egli non può fare alcun movimento per sfuggire ai colpi.

6. Gli aguzzini sono due; non sono né ebrei né romani, sono degli apolidi molto scuri con un volto da filibustieri. Ciascuno ha in mano una frusta con sette cinghie di cuoio, terminanti con un martelletto di piombo. Insieme cominciano a colpire e le cinghie avviluppano tutto il corpo del suppliziato. I primi colpi segnano il dorso e le gambe con striature inizialmente rosse, che diventano bluastre sotto gli altri colpi, poi la carne si spacca ed il sangue sgorga. Quindi se l’agonia nel Getsemani è l’esempio della resistenza alla tentazione della disperazione, “la spietata ed illimitata flagellazione” – disse Gesù – è il riscatto alla Giustizia divina di tutti i peccati della carne, quindi essenzialmente la lussuria, e di tutti i tempi, quindi dei vostri e dei miei tempi allo stesso modo: ognuno di essi, ognuno di noi, è stato un martelletto di piombo all’estremità di una cinghia della frusta!”.

7. La flagellazione continua: il sangue cola sul pavimento, dei lembi di carne vengono strappati dai colpi che cadono sugli stessi punti. Secondo Maria d’Agreda, Maria sente il dolore di ogni colpo della flagellazione nella sua piccola camera a fianco del Cenacolo, nel palazzo di Lazzaro, dove attende le notizie che Giovanni Le porta; Maria, Corredentrice con il Suo divino Figlio.

8. I colpi continuano a cadere sul corpo sanguinante dell’Agnello di Dio, appeso al gancio come un animale da macello. La flagellazione termina quando i due aguzzini sono stanchi. Caterina Emmerich pensa che sia durata tre quarti d’ora, sufficienti per uccidere tre volte un uomo robusto…Staccato dal gancio, Gesù cade a terra e sembra svenuto. Un soldato riempie di acqua un secchio e la getta su Gesù che sospira, ma non può alzarsi.

9. Allora un soldato “con il manico della lancia, gli dà una scarica di colpi in faccia, colpendo Gesù fra lo zigomo destro e il naso, che si mette a sanguinare”. Poi si abbassa, facendo rompere le vesciche sanguinanti, e tende il braccio verso la sua tunica, rimasta a terra. I soldati che Lo circondano si lanciano col piede gli abiti di Gesù, il quale si trascina penosamente verso l’uno e poi verso l’altro per raccoglierli.

10. Questo gioco crudele dura un po’: esso annuncia la beffarda incoronazione di spine, in cui la soldataglia, abbandonata a se stessa e aizzata dai demoni che sono tutti usciti dall’Inferno, si burla del Re del Cielo e della Terra che è appena stato flagellato all’estremo limite. Gesù si serve della tunica per asciugare l’acqua ed il sangue prima di rivestirsi.


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Terzo mistero doloroso: l’incoronazione di spine

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

1. I soldati legano di nuovo le mani di Gesù. Uno di loro, avendo sentito Pilato dirgli: “I Tuoi accusatori dicono che pretendi di essere il Re dei giudei”, dice che un Re deve avere una corona e va a cercare lì vicino un fascio di biancospino selvatico: sono delle liane con delle spine dure e bianche di 3-4 cm. Sono queste delle angherie imbecilli; anche crudeli, poiché come la flagellazione, renderanno ancora più dolorosa la salita al Calvario e l’agonia sulla Croce. Il Padre Eterno avrebbe potuto tenere a freno la libertà dei demoni; se non lo ha fatto è perché questa nuova prova del Salvatore riscatta alla giustizia divina tutti i peccati di orgoglio, tutti i disprezzi e le ironie inflitti ad altri, tutte le vanità del sapere degli uomini di tutti i tempi, quindi anche dei nostri. Ogni orgoglio dell’intelligenza cerebrale: le spine coroneranno la Testa del Signore. Ciò avviene alle dieci di mattina.


2. Con queste liane egli intreccia una triplice corona. Essa è troppo grande e scende sulle spalle di Gesù. Il soldato la toglie, rischiando di rendere cieca da un occhio la sua Vittima, e la intreccia di nuovo, più stretta. Questa volta essa è troppo piccola e non va, nemmeno premendovi sopra. Egli la rifà: con un grosso nodo di spine dietro, essa stringe la testa di Gesù.

3. Un soldato dice che ad un Re occorrono la porpora e lo scettro: nella scuderia vicina ci sono una canna ed una clamide rossa (una toga) sporca che essi pongono sulle spalle di Gesù.

4. Prima di mettergli in mano lo “scettro” di canna, essi Lo colpiscono sulla testa inchinandosi: “Salve, Re dei giudei!”.

5. Un altro dice che è necessario un trono ad un Re e fa sedere Nostro Signore su una tinozza rovesciata, una di quelle impiegate per abbeverare i cavalli.

6. “Al trono del Re è necessario un cuscino”, dice un altro, e fa sedere Gesù su dei cocci di vasi che si trovano in un angolo.

7. E la sarabanda beffarda e cattiva continua intorno al Re dei giudei, finché un richiamo arriva dal pretorio di Pilato e i soldati vi conducono Gesù, che è tirato da una corda che lega le Sue mani e ha sulla testa la corona di spine.

9. Davanti a questa, Pilato propone: “In questo tempo della vostra Pasqua, Roma vi fa grazia di un condannato”. La folla tra Gesù e Barabba sceglie di graziare quest’ultimo e grida: “Quello lì crocifiggilo, poiché si dice Re dei Giudei, altrimenti noi ti denunceremo all’Imperatore, poiché nessuno può dirsi Re là dove regna Roma”.


10. “Insomma, voi volete la Sua morte? Sia, ma che il sangue di questo giusto non sia sulle mie mani”; ed i giudei rispondono: “Che il Suo Sangue ricada su di noi e sui nostri figli!”. Pilato, in presenza della folla, si lava le mani; poi fa scrivere su un asse: “Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”, di cui le iniziali, in latino, sono, I.N.R.I. Pilato ratifica la condanna a morte sulla Croce, decisa dal Sinedrio dai primi accordi di tradimento con Giuda. Giovanni va a cercare Maria per informarla. Ma Maria da 33 anni sapeva con l’esatta conoscenza ciò che doveva accadere…

 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quarto mistero doloroso: la salita al Calvario

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Gesù è caricato della Croce. Essa è già pronta: è stata messa insieme dagli operai del tempio durante la notte. Alcuni eruditi hanno scritto che Gesù portava solo la trave verticale: Caterina Emmerich e Maria Valtorta vedono una  Croce completa, che pesava tra i 50 e i 70 chili! La Croce è posta sulla Sua spalla destra, che le fruste non hanno risparmiato.

2. Il piede della Croce urta nella discesa dei tre scalini del pretorio di Pilato verso la piazza, poiché è stata inizialmente messa male sulla spalla. Sono le 11 di mattino. Gesù vacilla scendendo. I giudei gridano ai soldati: “Spingetelo! Fatelo cadere; nella polvere, il bestemmiatore!”. L’immondizia e gli sputi piovono su Nostro Signore. Ma Longino teme che Gesù non arrivi vivo al Calvario; egli dà degli ordini e la centuria sgombera le strade verso la Porta Giudiziaria che apre le mura della città verso la cima del Golgota.

3. Gesù cade per la prima volta. “Una pietra sporge, Gesù inciampa e cade sul ginocchio destro; Egli riesce tuttavia ad alzarsi con l’aiuto della mano sinistra. La folla lancia un urlo di gioia”. Ad ogni movimento non equilibrato, e più ancora ad ogni caduta, il grave peso della Croce lacera la spalla destra ed urta il nodo di spine della corona e la pianta di più nel cranio. Il Signore rivelerà a San Bernardo la devozione alla piaga della Spalla di Gesù Cristo, in risposta alla sua domanda di quale fosse stato il suo maggiore dolore durante la Via Crucis.

4. Alla porta dei bastioni Gesù cade per la seconda volta sotto il peso dei nostri peccati.

5. Dopo la porta c’è un piccolo ponte su un ruscello: la folla si è raccolta là per non perdersi lo spettacolo. Delle pietre piovono sul condannato, che inizia la salita al Calvario. Si ricordi che Gesù aveva apostrofato Gerusalemme con queste parole: “Tu che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono inviati, quante volte Io ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali e voi non avete voluto! Ecco che la vostra casa vi verrà lasciata deserta. Io ve lo dico, in effetti, ormai non Mi vedrete più finché non direte: benedetto Colui che viene non nome del Signore” (Cfr. 23,37-39).

6. Veronica, accompagnata da una giovane serva, è sul bordo della strada con una bevanda in una bottiglietta, che Gesù rifiuta e che beve invece un soldato, e con un panno pulito, che Gesù applica con la mano sinistra al Viso macchiato di sangue che cola dalle ferite delle spine, dai colpi ricevuti ed anche dalle vesciche, e sporco della polvere che il vento ha alzato in quel mattino temporalesco dell’inizio di aprile; poi Egli restituisce il panno a colei il cui nome ha attraversato due millenni della nostra storia. Secondo la veggente, serva di Dio Teresa Higginson, con il panno della Veronica il Signore voleva inaugurare Lui stesso la devozione al Sacro Capo di Gesù Cristo, imprimendo l’immagine del Suo Sacro Volto sul Sacro Lino offertogli da Veronica.

7. Vicino a Veronica, al bordo della via e in sassosa salita, un gruppo di donne velate piange, protetto da un uomo robusto. Tra queste donne vi è una figura interamente velata che si rivela essere Claudia, moglie di Pilato, in un istante all’ufficiale aggiunto di Longino, poiché i soldati  si rifiutano inizialmente di lasciarle avanzare verso Gesù. La loro presenza Lo consola. E dice loro: “Non piangete su di Me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beati le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi! E ai colli, copriteli!”. Perché, se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”: Gesù si rivolge sì alle donne di Israele, ma particolarmente alle donne della nostra epoca: in effetti, solo le donne sterili non si sono rese colpevoli del crimine d’aborto; mentre ben diversa è la responsabilità di buona parte delle altre e dei loro mariti.

8. Più in alto sulla via del Calvario è Maria, accompagnata da Giovanni, con Marta e sua sorella Maria, con Maria madre di Giacomo e Giuda , con Maria-Salomé, madre di Giacomo e Giovanni, con Susanna, la sposa di Cana. E’ l’incontro del Figlio con Sua Madre, che grida: “Figlio!”, e Lui, in risposta, faticosamente articola: “Mamma!”, ma tutto il loro Amore confluisce in uno sguardo, che nutre e si nutre. Uno degli aguzzini agita i chiodi sotto gli occhi di Maria con un ghigno diabolico. 

9. Gesù è al limite delle forze. Vacilla e cade per la terza volta. Non si rialza. La Croce cade su di Lui. I giudei gridano a Longino: “Deve essere crocifisso vivente. Guai a te!”. Viene così imposto a Simone di Cirene di portare la Croce di Gesù fino alla cima del Golgota.  

10. Rialzato dai soldati, Gesù prosegue il cammino fino alla cima del Calvario, che è all’altezza di 738 dal livello del mare, come la dimensione richiesta per la Croce Gloriosa a Dozulé. La cima del Calvario ha su tre lati un pendio più o meno rapido, il quarto è a picco. I carnefici strappano gli abiti incollati alle piaghe di Gesù, che sanguina da mille ferite, tra cui un’enorme piaga alla spalla destra, in cui si intravedono tre ossa messe a nudo; piaghe ai gomiti, alle braccia e soprattutto alle ginocchia. Caterina Emmerich vede Gesù salire al Calvario a piedi nudi; in Maria Valtorta, Gesù dice: “Dietro ai Miei passi restano delle impronte di sangue”.

 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quinto mistero doloroso: la crocifissione di Gesù

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Spogliato, Gesù nasconde con le due mani la Sua intima nudità rivolto verso lo strapiombo, girando la schiena alla folla. Uno degli aguzzini gli tende un panno sporco per cingersi i fianchi, ma Maria si toglie il velo bianco dai capelli senza levare il cappuccio del mantello e lo dà a Giovanni; egli corre verso Longino che permette che Gesù lo prenda. Il Signore se ne copre con cura e lo annoda strettamente. Si fa stendere Gesù sulla Croce, per “prendere le misure”, dice sogghignando uno dei carnefici; in effetti, i chiodi di ferro dell’epoca si storcerebbero senza dei buchi di passaggio fatti nel legno. Maria vede subito l’errore malevolo dei carnefici assoldati dal Sinedrio: i segni di gesso superano ampiamente il posto dei polsi delle due braccia stese; è ad un punto preciso dell’articolazione che dev’essere inchiodato il crocifisso per sopportare il peso del corpo. Maria avverte Giovanni che corre verso Longino, ma questi sta respingendo con i suoi sottufficiali con durezza la folla più in basso; il legno viene forato. 

2. Gesù viene steso sulla Croce: ha gli occhi chiusi e la corona di spine sulla testa. Un aguzzino si siede sul suo petto; un altro gli tiene il braccio destro e le mani tesi; un terzo punta il chiodo sul polso e vi batte col martello. Gesù grida e gli scendono lacrime di dolore. A questo grido risponde un gemito come di agnello che viene sgozzato. Maria si contorce per la sofferenza. Gesù non farà sentire più alcun lamento, ma Ella sentirà i colpi del martello…”Ella venne crocifissa con Me dagli stessi chiodi, anche se furono invisibili”, come conferma Maria d’Agrèda.


3. Una volta inchiodata la mano destra, quella mano che aveva benedetto e guarito tanta gente e accarezzato tanti bambini, tocca alla sinistra; ma tirando il Suo braccio sinistro, solo la punta delle dita raggiunge il buco forato nel legno. Allora un boia attacca una corda al polso e, puntando i piedi sulla Croce, tira, tira… E’ così che il chiodo viene piantato nel palmo della mano sinistra.
A J.N.S.R. Gesù conferma: “Per ogni membro che si separa e semina la divisione, Io sopporto di essere di nuovo dilaniato”.

4. Ma le braccia dilaniate hanno fatto risalire il corpo ed i piedi non arrivano più sul punto di appoggio dove devono essere inchiodati, malgrado l’altezza di Gesù (m. 1,81, secondo gli studi della NASA sul Santo Sudario), e lo stesso stiramento infame si ripete.

5. Ora, poiché i chiodi alle mani trapassano la Croce attraverso dei buchi fatti nel legno, è necessario rovesciare la Croce, il Signore faccia a terra, per piegare le punte che sporgono da dietro. Maria sa e chiama in soccorso gli angeli del Cielo affinché la santa umanità di Suo Figlio non venga ancora più sporcata. La Croce viene rovesciata e le punte dei chiodi ribattute…Immaginiamo la sofferenza del Signore!

6. La Croce che porta l’Agnello di Dio immolato per i nostri peccati viene trascinata vicino ad un buco, in cui viene impiantata. Anche qui vi sono terribili dolori da parte del Crocifisso come racconta Maria Valtorta: “Si innalza la Croce, che sfugge a coloro che la elevano e ricade una volta improvvisamente ed un’altra volta sul braccio destro della Croce, dando un terribile tormento a Gesù, poiché il colpo che subisce sposta le membra ferite. Ma, quando in seguito si fa cadere la Croce nel buco, prima di venire bloccata da pietre e terra, essa ondeggia in tutte le direzioni imprimendo dei continui spostamenti al povero corpo sospeso a tre chiodi e la sofferenza deve essere atroce”.

7. Ecco come il Signore domina sul mondo: sulla Sua Croce! Sono presenti solo i pastori, che l’hanno visto appena nato, e Giovanni. Soltanto le donne, con il loro amore, con la loro intuitiva intelligenza del cuore, accompagnano la Vittima con le loro lacrime e la loro preghiera. Dalle innumerevoli ferite, ma soprattutto dalle mani, cola il sangue che scorre lungo le braccia e poi dalla testa, ricongiungendosi a quello che cola dai piedi. Per respirare il Crocifisso è obbligato a delle trazioni sulle Sue mani inchiodate, altrimenti il petto non riesce a gonfiarsi: sono inspirazioni corte e distanziate. Coloro che vengono crocifissi muoiono di asfissia quando i loro muscoli non rispondo più.

8. Relegati un po’ in basso, i giudei, i farisei ed i sacerdoti lanciano pietre su Gesù e Lo ingiuriano. Maria Maddalena li affronta: “Giratevi! Dietro a voi avete le lingue delle fiamme infernali”. Terrorizzati si voltano: non è l’inferno che hanno per ora dietro a loro, ma le lance romane, poiché Longino fa sgomberare brutalmente il luogo. Poi il buon ladrone fa tacere l’altro condannato che bestemmia e si rivolge a Maria: “Madre, nel nome del Tuo Figlio morente, prega per me”. E ripete come una litania: “Gesù Nazareno, Re dei Giudei, abbi pietà di me; spero in Te, credo in Te”: Gesù gli promette: “Questa sera, tu sarai con Me in Paradiso”.

9. Ora è attraverso l’apostolo Giovanni che Gesù ci affida a Sua Madre: “Donna, ecco Tuo figlio. Figlio, ecco tua Madre”. Gesù ha sempre più difficoltà a respirare. Gesù entra nel delirio e grida: “Padre, Padre, perché Mi hai abbandonato!”. Poi mormora: “Padre, nelle Tue mani affido il Mio spirito…Prima di morire Gesù grida un “Ma…”, che Maria Valtorta chiarisce di essere le iniziali di “Mamma”. Maria alza infine gli occhi verso la Croce e comprende che suo Figlio è morto e si accascia. Longino si fa dare una lancia da un soldato e, dal basso verso l’alto, da destra verso sinistra, squarcia il fianco di Gesù fino al cuore con un colpo sicuro. Sono le tre di pomeriggio.

10. Caterina Emmerich ha la visione del cranio di Adamo, in profondità verticale alla Croce, e del sangue di Gesù che lava dal peccato originale il nostro antenato comune. Una nota tradizione ebraica, infatti, fa ritenere il Golgota, che significa “Luogo del Cranio”, il luogo dove sarebbe stato sepolto Adamo. Gesù viene staccato dalla Croce. Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea sono scesi all’Antonia a chiedere a Pilato l’autorizzazione di disporre del Corpo di Gesù. Al ritorno, aiutati da Giovanni, staccano i chiodi e fanno scendere Gesù dalla Croce. La Madre lo riceve fra le sue braccia: la testa poggia sulla sua spalla. Gli estrae le spine dalla testa, bacia le  le sue mani ferite e scopre la ferita aperta del fianco…e allora piange. Infine dopo averlo sommariamente pulito il corpo lo distendono su un mantello che serve da barella per portarlo verso il sepolcro nuovo di Giuseppe d’Arimatea, scavato nella roccia ad una cinquantina di metri a ovest del Calvario. 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quarta corona: I MISTERI GLORIOSI
(il mercoledì e la domenica)
Primo mistero glorioso: la resurrezione di Gesù

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Nella piccola stanza a fianco del Cenacolo, Maria piange e prega il Padre di renderle suo Figlio il più presto possibile: “Guarda il Mio Cuore, o Dio che Mi hai colpito nel Mio Figlio! Guardalo! Non è coperto di piaghe come il Corpo di Colui che è il Mio e Tuo Figlio? I colpi della frusta sono caduti su di Me come una gradine, mentre Lo si colpiva. Che cos’è la distanza per l’Amore? Ho sofferto le torture di Mio Figlio! Perché non le ho sofferte soltanto Io? Perché non sono stata Io sulla pietra della tomba?”. Ella non beve, né mangia, né dorme. Tutta la notte assedia il Padre con la Sua preghiera ardente. Al mattino la Veronica Le dona il velo, in cui si è impresso il Volto doloroso di Suo Figlio. Maria, l’Immacolata, è l’unica che crede fermamente alla Resurrezione di Suo Figlio.  



2. Alcune donne romane, poi anche Longino, vengono a far visita a Maria: “Ave Domina”. Maria continua a invocare la Misericordia di Dio verso il Suo cuore straziato. Gesù parla delle sofferenze di Sua Madre a Maria Valtorta: “E la tortura è continuata  con i suoi assalti periodici fino all’alba della domenica. Ho avuto, nella mia Passione, un’unica tentazione. Ma la Madre, la Donna, ha espiato per la Donna, la colpevole di ogni male, di molte volte. E Satana, sulla Vittoriosa, si è accanito con una ferocia centuplicata. Maria l’aveva vinto. Su Maria, la più atroce tentazione. Tentazione contro la carne della Madre. Tentazione contro il Cuore della madre. Tentazione contro lo Spirito della Madre. Il mondo crede che la Redenzione finisca con il Mio ultimo sospiro. No. La Madre l’ha compiuta aggiungendovi la sua triplice tortura per riscattare al triplice concupiscenza, lottando per tre giorni contro Satana che voleva portarla a negare la Mia Parola e a non credere nella Mia Resurrezione”.

3. E’ l’alba radiosa della domenica di Pasqua, una domenica d’aprile. Vicino al sepolcro, il giardino di Giuseppe d’Arimatea è tutto in fiore: è la natura che saluta la Resurrezione imminente del Signore, quella stessa natura che ha tuonato, lanciato fulmini e tremato alla sua morte.
“Nel cielo sereno…dove il sole non si è ancora levato…una palla di fuoco di uno splendore insostenibile, seguito da una scia scintillante…arriva con un brontolio potente, armonioso, solenne…le guardie del Tempio alzano la testa…la meteora si abbatte contro l’inutile chiusura della tomba, fulmina di terrore e di rumore le guardie…producendo un nuovo tremito della terra…entra nella cupa tomba che rischiara con la sua luce indescrivibile e, mentre resta sospesa nell’aria immobile, lo Spirito si riinfonde nel Corpo senza movimento sotto le bende funebri”.

4. Maria è in preghiera, prosternata sul  pavimento della sua camera. Le imposte scricchiolano, la finestra si apre. Ella alza la testa e “vede suo Figlio splendente…infinitamente più bello di quello che era prima di aver sofferto, sorridente, vivente, più luminoso del sole, vestito di bianco che sembra luce tessuta”…”Ella si drizza sulle ginocchia, unendo a croce le mani sul petto: “Signore, Mio Dio”…Ed egli la chiama tendendole le mani: “Mamma!”…Egli si china su sua Madre che non osa toccarlo e le mette le mani sotto i suoi gomiti piegati, la alza e la stringe sul suo Cuore e la bacia”. 

5. Marta, Maria madre di Giacomo e Giuda, Maria-Salomé con Susanna vanno a cercare Giovanna di Cusa, mentre la Maddalena le precede sola verso verso il sepolcro. Il sisma ed il brontolio della meteora fanno loro perdere un po’ di tempo, ma non a Maria di Lazzaro, che arriva alla tomba e vede a terra la pietra di chiusura e le guardie svenute. Ella entra nel sepolcro e non vede che il Sudario. Ritorna correndo al cenacolo per avvisare Pietro e Giovanni; poi, con loro, riprende il cammino verso il sepolcro.

6. Susanna e Salomé arrivano sole al sepolcro; le guardie sono sempre svenute. Arrivate sulla soglia del sepolcro, vedono una creatura luminosa. Cadono in ginocchio. L’Angelo parla loro dolcemente: “Io sono  l’Angelo del divino dolore, sono venuto per gioire della fine di quest’ultimo; dite a Pietro e ai discepoli che Egli è resuscitato e che vi precede in Galilea. Voi lo vedrete ancora là per un po’ di tempo, secondo quanto ha detto”. Timorose, esse ritornano al cenacolo per un’altra strada senza incontrare Pietro, Giovanni e la Maddalena.

7. I tre arrivano in vista della tomba. Giovanni, il più rapido, è il primo sulla soglia: vede il sudario ma non entra, attendono Pietro che entra e constata che il Corpo del loro Maestro non c’è più. Ripartono smarriti senza Maria Maddalena che si accascia vicino all’entrata del sepolcro piangendo. Poi, alzando gli occhi, “Vede due angeli assisi sulla pietra dell’unzione, uno alla testa e l’altro ai piedi. “Perché piangi, donna?, chiede uno dei fanciulli luminosi, poiché hanno l’aspetto di bellissimi adolescenti. “Perché hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto, dice Maria…Il bambino-angelo guarda il suo compagno e sorridono entrambi. E in uno splendore di gioia angelica, tutti e due guardano fuori verso il giardino tutto in fiore, dove milioni di fiori si sono aperti al primo sole sui folti meli del frutteto. Maria si volta per vedere ciò che essi guardano e vede un uomo bellissimo…un uomo che la guarda con pietà e le chiede: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?…E Maria, in mezzo ai singhiozzi: “Mi hanno portato via il Signore Gesù!…Se sei tu che lo hai portato via..sono ricca, posso darti tanto oro e gemme quanto egli pesa…, “Maria!”, Gesù si rivela nel suo splendore trionfante. “Rabbonì!”. Con questo grido essa corre ai piedi di Gesù per baciarli. “Non Mi toccare! Non sono ancora salito verso il Padre Mio con questo abito. Va’ a trovare i Miei fratelli ed amici e dì loro che salgo verso il Padre Mio e vostro, verso il Dio mio e vostro. Poi verrò a loro”. E Gesù scompare.

8. Maria Maddalena ritorna correndo al Cenacolo e si getta fra le braccia di nostra Madre gridando: “E’ risuscitato! E’ risuscitato!”; Pietro e Giovanni comprendono, poi arrivano Marta, Maria madre di Giacomo e Giuda e Giovanna; esse stanno tornando di là; hanno visto due Angeli che si dicevano guardiani dell’Uomo-Dio e l’Angelo del Suo dolore, i quali hanno dato l’ordine di dire ai discepoli che Egli è resuscitato.
Maria-Salomé e Susanna tacciono: esse non hanno visto che un Angelo. Quando infine parlano, Pietro e anche Giovanni non vogliono credere davanti a queste tre diverse versioni. A loro sfugge l’evidenza dell’essenziale che è concordante: la Resurrezione. Pietro e Giovanni, ancora israeliti nelle loro reazioni, esclamano: “Sono donne!…”. Maria tace. 

9. Nel pomeriggio, Pietro e Giovanni vanno presso Lazzaro per informare gli altri apostoli, salvo Tommaso che è introvabile, di tutti questi avvenimenti. Lazzaro ha appena confortato gli apostoli vergognosi e dubbiosi. Dice loro che Gesù gli ha rivelato tutto nei minimi dettagli alla vigilia delle Palme: tutta la Passione, la loro fuga e che Egli ha lasciato per loro il Suo perdono. Davanti a loro Lazzaro offre la sua vita perché abbiano fede. Improvvisamente lo sentono dire: “Io vengo, Signore!”, e lo vedono uscire. Rimangono sbalorditi e si chiedono se Dio lo abbia preso in parola. Nel suo giardino Lazzaro cade in ginocchio davanti a Gesù, che lo ringrazia. Poi Gesù appare a Giovanni di Cusa, a Giuseppe d’Arimatea, a Nicodemo, a Mannaen e ai pastori.

10. La sera di quella domenica di Pasqua, alla stessa ora, c’è l’incontro di Gesù con i due pellegrini di Emmaus, Simone e Cleofa, come viene descritto nel Vangelo; essi ritornano sui loro passi verso Gerusalemme per avvertire gli apostoli, ma, quando arrivano, apprendono che Gesù è già venuto al cenacolo; che li ha confermati nel perdono, trasmesso da Maria e poi da Lazzaro; che Egli li ha baciati uno dopo l’altro e che ha mangiato davanti a loro per provare che era davanti a loro in corpo, anima e spirito. Quando i due pellegrini e gli apostoli confrontano l’ora delle due apparizioni in due luoghi diversi, essi sono rapiti davanti a questa prova dell’onnipresenza divina.


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Secondo mistero glorioso: l’ascensione di Gesù

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Alla fine dell’apparizione, in cui Tommaso tocca con mano l’evidenza della Resurrezione di nostro Signore, Gesù dice loro di attenderlo nel giardino del Getsemani. Là, sul luogo della loro fuga, Egli li istruisce: “Ricordatevi sempre quanto siete stati deboli e che senza l’aiuto di Dio non potreste restare un’ora nella giustizia”…”Qui, ho detto di vegliare a coloro che si credevano i più forti”…”Io li ho lasciati avvertendoli di pregare…ed essi hanno dormito. Ricordatevene ed insegnate che colui che Gesù ha lasciato, se non si mantiene in contatto di orazione con Lui, si addormenta e può essere preso”. Poi essi pregano insieme il Pater, di cui Gesù spiega loro ogni frase.


2. Li invita a trovarsi l’indomani al Golgota a mezzogiorno. Gli apostoli vi si recano, condotti da Giovanni che mostra loro tutti i punti in cui il Signore è caduto, dove ha incontrato la Veronica, le donne, la Madre. E’ la prima Via Crucis dei credenti. Il sole picchia; alcuni discepoli si lamentano, anche della salita così rapida. Giovanni, il più giovane, ricorda loro: “Il Signore l’ha fatta alla stessa ora portando la Croce”. Essi piangono e ripartono. In cima, Giovanni non risparmia loro alcun dettaglio. Giovanni è veramente un serafino che li infiamma della sua fede. Essi pregano insieme il Pater. Alla fine Gesù si mostra in mezzo a loro…e li istruisce.

3. Durante i 40 giorni dalla domenica di Pasqua al giovedì dell’Ascensione, Gesù completa la formazione dei Suoi apostoli e discepoli. Poi Egli li manda ad annunciare la Buona Novella in Galilea, allontanandosi così dal Sinedrio, poiché hanno ancora paura di rappresaglie. 

4. Più tardi, nello stesso giorno, Gesù appare in 21 luoghi della Palestina e persino ad Antiochia, nella Turchia di oggi, per confermare nella Sua Resurrezione coloro che credono in Lui. E’ così che appare nella casa di Keriot, dove Maria, madre di Giuda Iscariota, si lascia morire dalla disperazione: suo figlio ha tradito il Maestro e si è suicidato. Gesù la guarisce e la consola.

5. Gli apostoli sono in barca sul lago di Galilea: essi hanno pescato tutta la notte, senza successo. Si sentono chiamare dalla riva; è Gesù: “Non avete niente da mangiare?”…”No”. Essi non sanno chi li interpella. “Gettate le reti a destra e troverete”. Essi lo fanno: la rete si riempie. Allora capiscono che è Gesù che sta dando loro una seconda pesca miracolosa. Ricordiamo che alla prima  pesca miracolosa, le reti degli apostoli avevano riportato 153 pesci; e questo è uno dei rarissimi numeri citati nel vangelo, ed è precisamente il numero delle Ave Maria contenute nel Santo Rosario precedente alla riforma di Giovanni Paolo II. Poi Gesù chiede agli apostoli di attenderli sul Monte Tabor con tutti i discepoli.

6. Sono più di 500 i discepoli che si raccolgono ad attenderlo. Dopo parecchi giorni Gesù appare: spiega loro ed istituisce i sacramenti della Chiesa, ricordando l’Eucarestia, istituita il giovedì santo al Cenacolo. Gesù ordina poi agli apostoli e ai discepoli di trovarsi sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme per la Pasqua supplementare.

7. Sul Monte degli Ulivi, in una piccola casa appartenente a Lazzaro, Pietro in presenza di Gesù, celebra la prima Eucaristia della cristianità. La Chiesa, nata sul Calvario dal Sangue di Cristo, dall’Acqua scaturita dal suo Costato aperto, fa i primi passi. Gesù affida a sua Madre gli apostoli e i discepoli.

8. Il giovedì dell’Ascensione, all’alba e senza testimoni. Gesù dà l’addio a sua Madre, che resterà altri 21 anni sulla terra per servire la Chiesa nella sua infanzia, come una Mamma attenta, e per essere consigliera degli apostoli in ogni difficoltà.

9. Quella stessa mattina Gesù fa le sue ultime raccomandazioni a tutti gli apostoli, ai discepoli e alle discepole. Gesù parla al cuore di ognuno dei 500 testimoni che sono là e che lo vedono ascendere lentamente verso il cielo di quel mattino di maggio. Gesù è trasfigurato: di una bellezza gloriosa, più che sul Tabor. Il suo ultimo sguardo è per la Madre. Tutti hanno le lacrime agli occhi: lacrime di gioia, di adorazione, di attesa…

10. La comparsa di due Angeli interrompe quest’attesa. Si ritorna a Gerusalemme in silenzio: la Madre, gli apostoli e i discepoli al Cenacolo. Ciò che non hanno visto i testimoni è, secondo Maria d’Agreda, il corteo delle anime dei giusti del Limbo, delle anime del Purgatorio tutte purificate, che accompagnano Gesù al Cielo; e tutti gli Angeli.  Gesù ha appena dato una prova in più della Sua divinità.


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Terzo mistero glorioso: la Pentecoste dello Spirito Santo nel Cenacolo

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Gesù aveva promesso ai Suoi discepoli il battesimo di fuoco dello Spirito Santo, una volta ritornato al Padre. Egli lo ha ripetuto loro più volte, l’ultima proprio prima della sua Ascensione. Nel Cenacolo Maria, circondata dagli Apostoli, di cui è loro Maestra nella fede, insegna loro che il dono di Dio è in misura della nostra fiducia, della nostra attesa, della nostra purezza. Ella sa che è necessaria la forza insistente e perseverante della preghiera per strappare tutto al Cielo. Gli Apostoli sono rinnovati completamente da un’umiltà acquistata a caro prezzo nella prova della Passione. Essi sono interamente purificati dal perdono di Gesù e confidano in Lui, assolutamente certi che Gesù è Dio. L’indomani, dopo l’orazione e la meditazione su questo avvenimento dell’Ascensione, Maria fa loro cominciare la prima novena del Cristianesimo.

2. Gli Apostoli si pongono il problema dell’elezione del dodicesimo Apostolo, per colmare il vuoto lasciato da Giuda. Maria si rifiuta di designarlo. E’ compito di Pietro, capo della Chiesa. Egli riunisce i discepoli e chiede loro di designare due tra loro che giudicano degni di quella carica. Essi si accordano su  Giuseppe e Mattia.

3. Pietro e gli Apostoli pregano solennemente l’Altissimo di fare la scelta. I discepoli prendono nel cortile dei sassolini bianchi e dei sassolini neri in numero uguale, li mettono in un sacco vuoto e decidono che i bianchi sarebbero stati per Mattia e gli altri per Giuseppe. Pietro traccia sul sacco un gesto di benedizione e, pregando con gli occhi al cielo, vi immerge la mano e ne estrae un sassolino: esso è bianco. Mattia viene eletto. Pietro e gli Apostoli lo abbracciano davanti ad una piccola folla che acclama.

4. Maria e i dodici Apostoli sono in preghiera nel cenacolo la domenica mattina, 10 giorni dopo l’Ascensione. Ella sa certamente, anche se non è mai stato confermato, che il momento della Pentecoste è arrivato: “Un brontolio molto potente e armonioso”…”sempre più potente, riempie la terra delle sue vibrazioni”…”gli Apostoli alzano la testa sbalorditi”…”solo Giovanni non si spaventa, poiché vede la pace e la gioia luminosa che si manifestano sul volto di Maria, che alza la testa, sorridendo ad una cosa conosciuta a Lei sola, e che scivola poi in ginocchio, aprendo le braccia: le due ali azzurre del Suo manto così aperto si stendono su Pietro e Giovanni, che l’hanno imitata, inginocchiandosi vicino a Lei”.

5.  Tutti i presenti al Cenacolo vedono lo Spirito Santo in questo modo: “Poi ecco la luce, il fuoco, lo Spirito Santo”…”sotto la forma di un globo ardente brillantissimo nella stanza chiusa”…”Essa plana un istante a circa tre palmi al di sopra della testa di Maria”…”attualmente scoperta, poiché Essa ha alzato le braccia come per invocarla ed ha gettato la testa all’indietro con un grido di gioia, con un sorriso d’Amore senza limiti”.

6. Lo Spirito Santo si divide sugli Apostoli dopo l’incoronazione di Maria: “Dopo quest’istante, in cui tutto il fuoco dello Spirito Santo, tutto è l’Amore, è raccolto al di sopra della Sua Sposa, il Globo Santissimo si divide in tredici fiamme armoniose e molto scintillanti”…”e scende per baciare la fronte di ogni Apostolo”. “Ma la fiamma che scende su Maria non è una fiamma indirizzata sulla sua fronte”…”ma una corona che contorna e cinge, come un diadema, la sua testa verginale, coronando come Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, la Vergine incorruttibile, la tutta Bella, l’eterna Amata e l’eterna Bambina”.

7. “Lo Spirito Santo fa brillare le sue fiamme attorno alla testa dell’Amata”…”Il fuoco resta così qualche tempo…e poi si dissolve…Della sua discesa resta come ricordo un profumo che nessun fiore terrestre può emanare…il profumo del Paradiso”…”Maria resta estasiata. Incrocia solamente le braccia sul suo petto, chiude gli occhi, abbassa la testa…Ella continua il suo colloquio con Dio”…”Giovanni dice indicandola: “E’ l’altare. E’ sulla sua gloria che si è posata la gloria del Signore”.

8. Ascoltate gli Apostoli, saturati dalla forza dell’Amore, dalla certezza e dalla scienza dello Spirito Santo. “Andiamo a predicare il Signore e che le sue opere e le sue Parole siano conosciute fra i popoli”, dice Pietro; “Andiamo! Andiamo! Lo Spirito di Dio arde in me”, dice Giacomo il Minore. “Andiamo ad evangelizzare le genti”, dice un altro e tutti partono per Gerusalemme: la loro antica paura è scomparsa.

9.  Il fuoco dell’Amore divino ha effetti opposti: Esso riempie di forza e di sapienza tutti coloro che credono in Gesù in misura pari alla forza della loro fede, in misura pari alla speranza della loro attesa. Così avviene per i discepoli e per molti abitanti di Gerusalemme, che si sono tenuti distanti dalla Passione. Suscita invece dei rimorsi in coloro che sono caduti nell’indifferenza, ma non in coloro che si sono induriti nel rifiuto. Gli aguzzini, Malco e molti altri muoiono, fulminati dalla loro ostinazione. E ciò che ci attende alla fine dei tempi durante i tre giorni di buio.    

10. E’ così che gli Apostoli, predicando il Signore, vengono ascoltati e compresi dalle folle di Gerusalemme, che si fanno battezzare in massa, a migliaia per volta. Dopo questa terza decina della discesa dello Spirito Santo, non manchiamo di pregare Dio Spirito Santo di rinnovare in tutti i suoi sette doni della Cresima, la quale fa di ogni cristiano un soldato di Cristo, infondendogli la pienezza di ciò che aveva ricevuto in germe nel Battesimo: la saggezza, l’intelligenza, il consiglio, la pietà, la forza, la scienza ed il timore di Dio, cioè il timore di dispiacerGli, poiché tutti questi doni sono finalizzati all’Amore ed alla conoscenza di Dio.

 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quarto mistero glorioso: l’ assunzione di Maria Santissima

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. E’ la sera del sabbat, quindi un venerdì. Nella piccola casa del Getsemani, Maria, che vive con Giovanni, è nella sua camera isolata sulla terrazza: Ella mette a posto tutte le reliquie della Passione conservate da anni per l’edificazione dei fedeli. Sembra preparare una partenza. Giovanni sale le scale, inquieto per la sua lunga assenza dalla cucina.

2. “Sei pallida e tremi”, dice Giovanni, “soffri ancora?”. “No, sono nella gioia, poiché ho compiuto tutto…Quando sarai restato solo, salva questo baule”. E Maria gli comunica il Suo giubilo nella certezza che raggiungerà suo Figlio. “Tu non puoi, non devi morire! Il Tuo Corpo Immacolato non può morire come quello dei peccatori”, dice Giovanni. Il favorito prevede la Verità.

3. Poi Maria gli raccomanda che nessuno tocchi il Suo corpo, poiché si è purificata e si è messa l’abito adatto, quelle delle nozze eterne.

4. Giovanni piange, sentendosi già orfano, poiché sa che Maria non si sbaglia mai. E Maria lo consola e lo conforta: “Tu predicherai il Signore…Amate e non temete. In proporzione alla maniera in cui amerete, Dio vi aiuterà e vi farà trionfare su tutto e su tutti”.

5. Giovanni, molto pallido, vede Maria ancora più pallida, poi diventare di un candore, “come Gesù quando si è trasfigurato sul Tabor”. L’aiuta a distendersi sul piccolo letto. Maria lo esorta: “Recita i salmi e le pagine delle Scritture che si riferiscono a Me. Recita poi la preghiera di Mio Figlio (il Pater); ripetimi le parole dell’Angelo annunciatore e quelle che Mi indirizzò Elisabetta” (cioè l’Ave Maria, e nasce così in forma elementare il primo rosario). Giovanni obbedisce e continua con il Magnificat, ma, arrivato al nono versetto, “si accorge che Maria non respira più, pur mantenendo una posa  ed un’attitudine naturale, sorridente, tranquilla, come se non si fosse accorta dell’arrestarsi della vita”.

6. Giovanni piange in ginocchio contro il bordo del letto; “si china sul volto restato immobile con un’espressione di gioia soprannaturale e lacrime abbondanti sgorgano dai suoi occhi su quel volto soave, su quelle mani pure incrociate sul petto. Egli resta là a pregare, attendendo il miracolo che desidera: vedere Maria salire al Cielo come Gesù all’Ascensione.

7. E’ alba: “nella stanza, nessun odore sgradevole. Al contrario, vi aleggia un profumo indefinibile che ricorda l’incenso, i gigli, le rose, il mughetto, le piante di montagne, tutti insieme”. Giovanni si è addormentato, seduto su un sgabello vicino alla porta. “Improvvisamente una grande luce invade la stanza…simile a quella che inondò la grotta di Betlemme al momento della divina Natività…Poi, in questa luce paradisiaca, diventano visibili delle creature angeliche…esse formano una corona intorno al piccolo letto, si chinano su di esso, sollevano il corpo immobile…attraverso un buco che si è aperto per miracolo nel tetto…portando via il corpo della loro Regina”.

8. Giovanni viene risvegliato dal rumore potente delle ali angeliche e dalla corrente d’aria tra la porta e il buco nel tetto; vede il letto vuoto, il tetto aperto ed esce correndo: “egli vede il corpo che sale verso il Cielo, portato dagli angeli; ed i fiori che cadono dalle piaghe del mantello”…Poi vede distintamente che Maria, avvolta ora dai raggi del sole che si è levato, esce dall’estasi…ridiventa viva e sale da sola”…”Egli vede l’incontro della Madre con suo Figlio che raggiunge sua Madre e la stringe sul suo Cuore”. Giovanni ringrazia Dio di averlo esaudito, rendendolo testimone dell’Assunzione della santissima Vergine, Nostra Madre.

9. Giovanni raccoglie i fiori caduti dal Cielo, quelli rimasti nella stanza, e li chiude nel baule delle reliquie. “Tutto servirà”, dice, preparando le sue cose per andare nel mondo a diffondere il Vangelo dell’Amore. Essendo stato testimone dell’Assunzione di Maria, egli è certo che, da quel momento, la cristianità ne ha avuto conoscenza.

10. Afferma la Madonna: “E’ per testimoniare il suo pensiero creatore per quanto riguarda l’uomo, destinato da Lui, il Creatore, a vivere passando senza morire dal Paradiso terreste a quello celeste, nel Regno eterno , che Dio Mi ha voluta, Immacolata, in Cielo in corpo e anima, appena terminata la Mia vita terrena”. E promette Gesù a J.N.S.R. (vol. I, p. 285): “Questa terra sarà così pura e così bella come il Cielo, poiché sarà in perfetta comunione con il Cielo. I viventi della terra avranno visto Dio e aspireranno a vivere eternamente con Lui”…”Voi attraverserete questo spazio (fra Cielo e terra) il giorno in cui Dio vi chiamerà e ciò avverrà con una dolcezza che uguaglierà l’Assunzione di Maria, la Mia Madre tutta pura”.

 

1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Quinto mistero glorioso: l’incoronazione di Maria in cielo

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. Gesù è sceso dal Cielo incontro a Maria. Giovanni non vede oltre, ma possiamo immaginare, con gli occhi della fede, possiamo vedere il Paradiso aperto con tutti i santi e con tutti gli Angeli in una luce molto più dolce e più perlata di quella della terra. Potete udire gli Osanna di gioia che riempiono il Cielo. 


2. Possiamo vedere Anna, Gioacchino e Giuseppe che accolgono Maria; intorno a loro, tutti gli antenati della casata di Maria, tutta la parentela: Elisabetta, Zaccaria e Giovanni il Battista, Maria con suo marito Alfeo ed il loro figlio Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme, morto per mano dei giudei per il suo Maestro e cugino; inoltre vediamo Stefano morto sotto le pietre della lapidazione: tutti sono ringiovaniti, belli, luminosi.

3. Possiamo vedere Adamo ed Eva, Noè ed i suoi figli, Abramo e sua moglie Sara, Isacco, Giacobbe ed i suoi 12 figli che sono i padri delle 12 tribù d’Israele; e Davide e Salomone e tutti i profeti, a cui la divina Trinità ha parlato del Messia e della Vergine Maria. Tutti sono là, tutti acclamano la loro Regina, poiché ne sono già a conoscenza.

4. Possiamo vedere Gesù che conduce Maria per mano fino al trono di Dio ed Ella che si inginocchia davanti alla Santissima Trinità.

5. Possiamo vedere Gesù rialzare sua Madre, come l’ha fatto nella sua stanza del cenacolo, all’alba radiosa di Pasqua. Ascoltate Maria: “Il Mio dolce Gesù Mi chiamò Madre e Regina del Cielo e della Terra”.

6. Ed il Padre delle Misericordie Mi accolse come sua Figlia diletta: “Benedetta tra tutte le donne, Tu sei l’Immacolata Concezione”.

7. Maria: “E lo Spirito Santo Mi avvolse nell’Amore del Dio tre volte santo, portandomi sempre più in alto, elevandomi alle altezze insondabili per offrirmi tutto l’universo. Io aprii il Mio manto per ricevere da Dio tutti i suoi doni: la tenerezza, la compassione, il perdono ed il suo amore che dovevo portare ai figli della Terra, così deboli e miserabili senza la fede in Dio: la Corredentrice non aveva compiuto la sua opera”.

8. Maria: “La Regina del Cielo, coronata dalle mani del suo divin Figlio, si doveva offrire a tutti i suoi sudditi, la Madre a tutti i suoi figli. La mia aspirazione verso la santità di Dio venne coronata quel giorno della Mia Assunzione”.

9. Maria: “Dio mi purificò nel crogiolo del grande dolore della sua Croce finché divenni, con il suo Figlio prediletto, un’unione perfetta, una fusione, assorbita corpo e anima nel suo Amore; un’unità che riuniva i Nostri due Cuori, saldati per sempre in quel fuoco purificatore della sofferenza d’Amore della Sua Croce…”.

10. Maria: “La Croce di Gesù, essa sola, può farci raggiungere le dimensioni dell’infinita Misericordia. Io divenni la Madre della Misericordia Divina. Il Mio Amore per Dio aveva superato la Mia grande sofferenza di Madre. L’Amore del Padre per i suoi figli della terra è passato attraverso la Croce”. L’Amore di Gesù purificò tutta la terra, tutto l’universo, passando attraverso la Croce”.


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


Salve Regina…

SCAPOLARE DELLA CROCE GLORIOSA
   Il 4 aprile 1999 il Signore chiede a J.N.S.R. di portare uno scapolare di color marrone, dove deve essere cucita la preghiera “Dio sarà il vincitore. La Mia Croce Gloriosa vincerà!” sui quattro lati e deve essere appesa al collo con una cordicella bianca. Il Signore promette a chi la porterà e reciterà la preghiera mattina e sera di ricevere la protezione di Dio per questi tempi di tenebre, in cui il Male occupa l’intera faccia della terra.   

Portare lo scapolare marrone e recitare mattina e sera:

“Dio sarà il vincitore. La Mia Croce Gloriosa vincerà!”.



Spunti contemplativi ...per affrettare la Nostra trasfigurazione


Quarto mistero luminoso: la trasfigurazione di Cristo

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. In un’alba serena di marzo Gesù con gli apostoli e i discepoli raggiungono il monte Tabor. Appena giunti, il Signore, sceglie Pietro, Giovanni e Giacomo di Zebedeo per salire sulla vetta e manda a predicare tutti gli altri nella zona. 

2. In un momento di sosta Pietro chiede col fiato grosso dove si va? E perché si deve raggiungere la vetta del monte. Gesù risponde: “Vado ad unirmi col Padre mio e vi ho voluti con Me perché vi amo. Su lesti! Agli appuntamenti di Dio si va sempre veloci”.

3. Arrivati quasi sulla vetta il Signore si mette in disparte a pregare nella stessa posa del Getsemani, mentre i tre apostoli per la stanchezza si addormentano nella frescura della vegetazione.

4. Ad un certo momento un evento inedito sveglia i tre apostoli. Li scuote una luminosità così viva che annulla quella del sole e dilaga e penetra fin sotto il verde dei cespugli e alberi sotto cui si sono messi. Aprono gli occhi stupiti e vedono Gesù trasfigurato. Egli è ora tale e quale come lo vedo nelle visioni del Paradiso. Naturalmente senza le piaghe e senza il vessillo della Croce. Ma la maestà del Volto e del Corpo è uguale, uguale ne è la luminosità, e uguale la veste che da un rosso cupo si è mutata nel diamantifero e perlifero tessuto immateriale che lo veste in Cielo. Il suo Viso è un sole dalla luce siderale ma intensissima, nel quale raggiano gli occhi di zaffiro. Sembra più alto ancora, come la sua glorificazione ne avesse aumentata la statura. Non saprei dire se la luminosità, che rende persino fosforescente il pianoro, provenga tutta da Lui o se alla sua propria si mesca quella che ha concentrata sul suo Signore tutta la luce che è nell’Universo e nei Cieli. So che è qualcosa di indescrivibile”.

5. Gli apostoli chiamano Gesù con una certa paura perché è talmente trasfigurato che non sembra sia il loro Maestro. Il Signore non risponde perché in quel momento è rapito da una visione che lo sublima. La luce aumenta ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di Gesù. Quando sono stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due maestosi e luminosi personaggi. L’uno più anziano, dallo sguardo acuto e severo e da una lunga barba bipartita. Dalla sua fronte partono corni di luce che me lo indicano per Mosé. L’altro è più giovane, scarno, barbuto e peloso, su per giù come il Battista, al quale direi assomiglia per statura, magrezza, conformazione e severità. Mentre la luce di Mosè è candida come è quella di Gesù, specie nei raggi della fronte, quella che emana Elia è solare, di fiamma viva. I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio Incarnato.

6. I tre apostoli cadono in ginocchio tremanti col volto fra le mani. Vorrebbero vedere, ma hanno paura. Finalmente Pietro parla: “Maestro, Maestro. Odimi”. Gesù gira lo sguardo con un sorriso verso il suo Pietro che si rinfranca e dice: “E’ bello lo stare qui con Te, Mosè e Elia. Se vuoi facciamo tre tende per Te, per Mosè e per Elia, e noi stiamo qui a servirvi…”. Gesù lo guarda ancora e sorride più vivamente.

7. Gli apostoli non osano dire altro. Intimoriti, tacciono. Sembrano un poco ebbri come chi è sbalordito. Ma quando un velo che non è nebbia, che non è nuvola, che non è raggio, avvolge e separa i Tre gloriosi dietro uno schermo ancor più lucido di quello che già li circondava, e li nasconde alla vista dei tre, una Voce potente e armonica vibra ed empie di sé lo spazio, i tre cadono col volto contro l’erba. <<Questo è il mio Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo>>.

8. Gesù ritorna nella forma consueta e Pietro gli domanda: <<Come faremo a viverti accanto ora che abbiamo visto la tua Gloria? Come faremo a vivere fra gli uomini, e noi, uomini peccatori, ora che abbiamo udito la Voce di Dio?>>. Gesù risponde: <<Dovrete vivermi accanto e vedere la mia gloria sino alla fine. Siatene degni perché il tempo è vicino. Ubbidite al Padre mio e vostro. Torniamo ora fra gli uomini perché sono venuto per stare fra essi e per portare essi a Dio”. 

9. Gesù comanda ai tre apostoli: <<Siate santi per il ricordo di quest’ora, forti, fedeli. Avrete parte alla mia più completa gloria. Ma non parlate ora di questo che avete visto, ad alcuno. Neppure ai compagni. Quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti e tornato nella gloria del Padre, allora parlerete. Perché allora occorrerà credere per avere parte nel mio Regno>>.

10. I motivi profondi della trasfigurazione di Gesù sono questi: 1) A stornare le astuzie di Satana e le insidie dei futuri, e non ignoti a Dio Padre, nemici del Verbo Incarnato, Dio avvolse di aspetti comuni a tutti i nati da donna il Cristo non solo sinché fu “il fanciullo e il figlio del falegname” ma anche quando fu il Maestro. Soltanto la sapienza e il miracolo lo distinguevano dagli altri. Ma Israele, sebbene in minor misura, conosceva altri maestri (profeti) e operatori di miracoli. 2) Ciò doveva servire a provare anche la fede dei suoi eletti: gli apostoli e discepoli. Essi dovevano credere senza vedere cose straordinarie e divine. 3) Però, a confermare i tre, dopo che l’annuncio della morte futura di croce li aveva turbati, Egli ora si svela in tutta la gloria della sua Natura divina. Dopo di ciò il dubbio che la predetta morte di croce aveva insinuato nei suoi più prossimi seguaci, non poteva più sussistere. Essi avevano visto Dio. Dio nell’Uomo che sarebbe stato crocifisso. Era la manifestazione delle due Nature ipostaticamente unite. Manifestazione innegabile che non poteva lasciare dubbi. E al Figlio-Dio che si manifesta tale si unisce il Padre-Dio con le sue parole e il Cielo rappresentato da Mosè ed Elia.

 


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


INTRODUZIONE AL ROSARIO MISTICO CORONA DEL ROSARIO ...

www.ilcattolicoonline.org/rosario%20mistico.doc

AMDG et DVM

Grande testimonianza di Jim Caviezel




Dio la benedica




AMDG et DVM

ELETTI A CONOSCERE dolori e gioie del Nostro Maestro e dell'Uomo completamente Redento

II Domenica di Quaresima: TRASFIGURAZIONE

TRASFIGURAZIONE (Raffaello)

Vangelo
Matteo 17,1-9

[…] Vanno Gesù, gli apostoli e i discepoli. È con essi anche Simone d’Alfeo.
Vanno in direzione sud est, valicando i colli che fanno corona a Nazaret, superando un torrente, traversando una pianura stretta fra i colli nazareni e un gruppo di monti verso est. Questi monti sono preceduti dal cono semitronco del Tabor che mi ricorda stranamente, nella sua vetta, la lucerna dei nostri carabinieri vista di profilo.
Lo raggiungono. 
Gesù si ferma e dice: “Pietro, Giovanni e Giacomo di Zebedeo vengano con Me sul monte. Voi spargetevi alla sua base, dividendovi verso le strade che la costeggiano, e predicate il Signore. Verso sera voglio essere di nuovo a Nazaret. Non allontanatevi dunque molto. La pace sia con voi”. E volgendosi ai tre chiamati dice: “Andiamo”.
E prende la salita senza più volgersi indietro e con un passo così sollecito che fa faticare Pietro a stargli dietro.
In un momento di sosta Pietro, rosso e sudato, gli chiede col fiato grosso: “Ma dove andiamo? Non ci sono case sul monte. Sulla cima quella vecchia fortezza. Vuoi andare a predicare là?”.
“Avrei preso l’altro versante. Ma tu vedi che gli volgo le spalle. Non andremo alla fortezza, e chi è in essa non ci vedrà neppure. Vado ad unirmi col Padre mio, e vi ho voluti con Me perché vi amo. Su, lesti!”.
“Oh! mio Signore! Non potremmo andare un poco più adagio, invece, e parlare di quanto abbiamo sentito e visto ieri, che ci ha tenuti desti tutta la notte per parlarne?”.
Agli appuntamenti di Dio si va sempre veloci. Forza, Simon Pietro! Lassù vi farò riposare”. E riprende a salire…

[…] Gesù, dopo una breve sosta al fresco di un ciuffo di alberi, certo concessa per pietà di Pietro che nelle salite fatica palesemente, riprende a salire. Va fin quasi sulla vetta, là dove è un pianoro erboso che ha un semicerchio di alberi verso la costa.
“Riposate, amici. Io vado là a pregare”. E accenna con la mano ad un ampio sasso, una roccia che affiora dal monte e che si trova perciò non verso la costa ma verso l’interno, la vetta.
Gesù si inginocchia sulla terra erbosa e appoggia le mani e il capo al masso, nella posa che prenderà anche nella preghiera del Getsemani. Il sole non lo colpisce perché la vetta lo ripara. Ma il resto dello spiazzo erboso è tutto lieto di sole, sino al limite d’ombra dello scrimolo alberato sotto il quale si sono seduti gli apostoli.
Pietro si leva i sandali e ne scuote via polvere e sassolini e sta così, scalzo, coi piedi stanchi fra l’erba fresca, quasi steso, col capo su un ciuffo smeraldino che sporge più degli altri sulla sua zolla come un guanciale. Giacomo lo imita, ma per stare comodo cerca un tronco d’albero al quale appoggia il suo mantello e su questo le spalle. Giovanni resta seduto e osserva il Maestro. Ma la calma del luogo, il venticello fresco, il silenzio e la stanchezza vincono anche lui, e la testa gli si abbassa sul petto e così le palpebre sugli occhi. Non dormono profondamente nessuno dei tre, ma sono in quella sonnolenza estiva che intontisce.

Li scuote una luminosità così viva che annulla quella del sole e dilaga e penetra fin sotto il verde dei cespugli e alberi sotto cui si sono messi.
Aprono gli occhi stupiti e vedono Gesù trasfigurato. Egli è ora tale e quale come lo vedo nelle visioni del Paradiso. Naturalmente senza le Piaghe e senza il vessillo della Croce. Ma la maestà del Volto e del Corpo è uguale, uguale ne è la luminosità, e uguale la veste che da un rosso cupo si è mutata nel diamantifero e perlifero tessuto immateriale che lo veste in Cielo. Il suo Viso è un sole dalla luce siderale ma intensissima, nel quale raggiano gli occhi di zaffiro. Sembra più alto ancora, come la sua glorificazione ne avesse aumentato la statura. Non saprei dire se la luminosità, che rende persino fosforescente il pianoro, provenga tutta da Lui o se alla sua propria si mesca quella che ha concentrata sul suo Signore tutta la luce che è nell’universo e nei cieli. So che è qualche cosa di indescrivibile.
Gesù è ora in piedi, direi anzi che è alzato da terra, perché fra Lui e il verde del prato vi è come un vaporare di luce, uno spazio dato unicamente da una luce sul quale pare Egli si eriga. Ma è tanto viva che potrei anche ingannarmi, e il non vedere più il verde dell’erba sotto le piante di Gesù potrebbe esser provocato da questa luce intensa che vibra e fa onde come si vede talora nei grandi fuochi. Onde, qui, di un colore bianco, incandescente. Gesù sta col Volto alzato verso il cielo e sorride ad una sua visione che lo sublima.
Gli apostoli ne hanno quasi paura e lo chiamano, perché non pare più a loro che sia il loro Maestro tanto è trasfigurato. “Maestro, Maestro”, chiamano piano ma con ansia. Egli non sente.
“È in estasi”, dice Pietro tremante. “Che vedrà mai?”.
I tre si sono alzati in piedi. Vorrebbero accostarsi a Gesù, ma non osano.
La luce aumenta ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di Gesù. Quando sono stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due maestosi e luminosi personaggi. L’uno più anziano, dallo sguardo acuto e severo e da una lunga barba bipartita. Dalla sua fronte partono corni di luce che me lo indicano per Mosè. L’altro è più giovane, scarno, barbuto e peloso, su per giù come il Battista, al quale direi assomiglia per statura, magrezza, conformazione e severità. Mentre la luce di Mosè è candida come è quella di Gesù, specie nei raggi della fronte, quella che emana Elia è solare, di fiamma viva.
I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio Incarnato e, sebbene Questi parli loro con famigliarità, essi non abbandonano la loro posa riverente. Non comprendo neppure una delle parole dette.
I tre apostoli cadono a ginocchio tremanti, col volto fra le mani. Vorrebbero vedere, ma hanno paura.
Finalmente Pietro parla: “Maestro, Maestro. Odimi”. Gesù gira lo sguardo con un sorriso verso il suo Pietro, che si rinfranca e dice: “È bello lo stare qui con Te, Mosè e Elia. Se vuoi facciamo tre tende per Te, per Mosè e per Elia, e noi stiamo qui a servirvi…”.
Gesù lo guarda ancora e sorride più vivamente. Guarda anche Giovanni e Giacomo. Uno sguardo che li abbraccia con amore. Anche Mosè e Elia guardano i tre fissamente. I loro occhi balenano. Devono essere come raggi che penetrano i cuori.
Gli apostoli non osano dire altro. Intimoriti, tacciono. Sembrano un poco ebbri come chi è sbalordito. Ma quando un velo che non è nebbia, che non è nuvola, che non è raggio, avvolge e separa i Tre gloriosi dietro uno schermo ancor più lucido di quello che già li circondava e li nasconde alla vista dei tre, e una Voce potente e armonica vibra ed empie di sé lo spazio, i tre cadono col volto contro l’erba.
“Questo è il mio Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”.
Pietro nel gettarsi bocconi esclama: “Misericordia di me, peccatore! È la Gloria di Dio che scende!”. Giacomo non fiata. Giovanni mormora con un sospiro, come fosse prossimo a svenire: “Il Signore parla!”.
Nessuno osa alzare la testa anche quando il silenzio si è rifatto assoluto. Non vedono perciò neppure il tornare della luce alla sua naturalezza di luce solare e mostrare Gesù rimasto solo e tornato il Gesù solito nella sua veste rossa.

Egli cammina verso loro sorridendo e li scuote e tocca e chiama per nome.
“Alzatevi. Sono Io. Non temete”, dice, perché i tre non osano alzare il volto e invocano misericordia sui loro peccati, temendo che sia l’Angelo di Dio che vuol mostrarli all’Altissimo.
“Levatevi, dunque. Ve lo comando”, ripete Gesù con imperio. Essi alzano il volto e vedono Gesù che sorride.
“Oh! Maestro, Dio mio!”, esclama Pietro. “Come faremo a viverti accanto ora che abbiamo visto la tua gloria? Come faremo a vivere fra gli uomini, e noi, uomini peccatori, ora che abbiamo udito la voce di Dio?”.
“Dovrete vivermi accanto e vedere la mia gloria sino alla fine. Siatene degni perché il tempo è vicino. Ubbidite al Padre mio e vostro. Torniamo ora fra gli uomini, perché sono venuto per stare fra essi e per portare essi a Dio. Andiamo. Siate santi per ricordo di quest’ora, forti, fedeli. Avrete parte alla mia più completa gloria. Ma non parlate ora di questo che avete visto ad alcuno. Neppure ai compagni. Quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti e tornato nella gloria del Padre, allora parlerete. Perché allora occorrerà credere per aver parte nel mio Regno”.
“Ma non deve venire Elia per preparare al tuo Regno? I rabbi dicono così”.
“Elia è già venuto ed ha preparato le vie al Signore. Tutto avviene come è stato rivelato. Ma coloro che insegnano la Rivelazione non la conoscono e non la comprendono, e non vedono e riconoscono i segni dei tempi e i messi di Dio. Elia è tornato una volta. La seconda verrà quando il tempo ultimo sarà vicino per preparare gli ultimi a Dio. Ma ora è venuto per preparare i primi al Cristo, e gli uomini non lo hanno voluto riconoscere e lo hanno tormentato e messo a morte. Lo stesso faranno col Figlio dell’uomo, perché gli uomini non vogliono riconoscere ciò che è loro bene”.
I tre chinano la testa pensosi e tristi, e scendono per la via dalla quale sono saliti insieme a Gesù.
…Ed è ancora Pietro che dice, in una sosta a mezza via: “Ah! Signore! […] Perché ci hai fatto questo?”; e anche dico: “Perché ci hai detto questo?”. Le tue ultime parole hanno cancellato la gioia della gloriosa vista dai nostri cuori! Gran giorno di paure questo! Prima ci ha fatto paura la grande luce che ci ha destati, più forte che se il monte ardesse o che se la luna fosse scesa a raggiare sul ripiano, sotto i nostri occhi; poi il tuo aspetto e il tuo staccarti dal suolo come fossi per volare via. Ho avuto paura che Tu, disgustato dalle nequizie di Israele, te ne tornassi ai Cieli, magari per ordine dell’Altissimo. Poi ho avuto paura di vedere apparire Mosè, che i suoi del suo tempo non potevano più vedere senza velo tanto splendeva sul suo volto il riflesso di Dio, e ancora era uomo, mentre ora è spirito beato e acceso di Dio, e Elia… Misericordia divina! Ho creduto essere giunto al mio ultimo momento, e tutti i peccati della mia vita, da quando rubavo le frutta nella dispensa da piccino, all’ultimo di averti mal consigliato giorni or sono, mi sono venuti alla mente. Con che tremore me ne sono pentito! Poi mi parve che mi amassero quei due giusti… e ho osato parlare. Ma anche il loro amore mi faceva paura, perché io non merito l’amore di simili spiriti. E dopo… e dopo!… La paura delle paure! La voce di Dio!… Geové che ha parlato! A noi! Ci ha detto: “Ascoltatelo!”. Tu. E ti ha proclamato “suo Figlio diletto nel quale Egli si compiace”. Che paura! Geové!… a noi!… Certo solo la tua forza ci ha tenuti in vita!… Quando Tu ci hai toccato, e le tue dita ardevano come punte di fuoco, io ho avuto l’ultimo spavento. Ho creduto che fosse l’ora di essere giudicato e che l’Angelo mi toccasse per prendermi l’anima e portarla all’Altissimo… […] Ma dopo Tu hai parlato di morte… E ogni gioia è finita… Ma perché proprio a noi tre tutto questo? Non era bene darla a tutti questa visione della tua gloria?”.
“Appunto perché tramortite udendo parlare di morte, e morte per supplizio, del Figlio dell’uomo, l’Uomo-Dio vi ha voluto fortificare per quell’ora e per sempre con la precognizione di ciò che Io sarò dopo la Morte. Ricordatevi tutto questo, per dirlo a suo tempo… Avete capito?”.
“Oh! sì, Signore. Non è possibile dimenticare. E sarebbe inutile raccontare. Ci direbbero ‘ebbri’”.
[da L’Evangelo come mi è stato rivelato, cap. 349]
*** 
[5 Agosto 1944]
15 Dice Gesù:
   
   «Ti ho preparata a meditare la mia Gloria. Domani la chiesa la celebra. Ma Io voglio che il mio piccolo Giovanni la veda nella sua verità per comprenderla meglio. Non ti eleggo soltanto a conoscere le tristezze del tuo Maestro e i suoi dolori. Chi sa stare meco nel dolore deve avere parte meco nella gioia. 
   Voglio che tu, davanti al tuo Gesù che ti si mostra, abbia gli stessi sentimenti di umiltà e pentimento dei miei apostoli.
   Mai superbia. Saresti punita perdendomi.
   Continuo ricordo di Chi sono Io e di chi sei tu.
  Continuo pensiero alle tue manchevolezze e alla mia perfezione per avere un cuore lavato dalla contrizione. Ma insieme anche tanta fiducia in Me.

   Io ho detto: “Non temete. Alzatevi. Andiamo. Andiamo fra gli uomini perché sono venuto per stare con essi. Siate santi, forti e fedeli per ricordo di quest’ora”. Lo dico anche a te e a tutti i miei prediletti fra gli uomini, a quelli che mi hanno in maniera speciale.
   Non temete di Me. Mi mostro per elevarvi, non per incenerirvi.
   Alzatevi: la gioia del dono vi dia vigoria e non vi ottunda nel sopore del quietismo, credendovi già salvi perché vi ho mostrato il Cielo.

   Andiamo insieme fra gli uomini. Vi ho inviati a sovrumane opere con sovrumane visioni e lezioni perché possiate essermi di maggiore aiuto. Vi associo alla mia opera. Ma Io non ho conosciuto e non conosco riposo. Perché il male non riposa mai e il bene deve essere sempre attivo per annullare il più che si può l’opera del nemico. Riposeremo quando il Tempo sarà compiuto. Ora occorre andare instancabilmente, operare continuamente, consumarsi indefessamente per la messe di Dio. Il mio contatto continuo vi santifichi, la mia lezione continua vi fortifichi, il mio amore di predilezione vi faccia fedeli contro ogni insidia.

   Non siate come gli antichi rabbini che insegnavano la rivelazione e poi non le credevano al punto da non riconoscere il segno dei tempi e i messi di Dio. Riconoscete i precursori del Cristo nel suo secondo avvento, poiché le forze dell’anticristo sono in marcia e, facendo eccezione alla misura che mi sono imposta, perché conosco che bevete a certe verità non per spirito soprannaturale ma per sete di curiosità umana, vi dico in verità che quello che molti crederanno vittoria sull’anticristo, la pace ormai prossima, non sarà che sosta per dare tempo al nemico del Cristo di ritemprarsi, medicarsi le ferite, riunire il suo esercito per una più crudele lotta.

   Riconoscete, voi che siete le “voci” di questo nostro Gesù, del Re dei re, del Fedele e Verace che giudica e combatte con giustizia e sarà il Vincitore della bestia e dei suoi servi e profeti, riconoscete il vostro Bene e seguitelo sempre. Nessun bugiardo aspetto vi seduca e nessuna persecuzione vi atterri. La vostra “voce” dica le mie parole. La vostra vita sia per quest’opera. E se avrete sorte, sulla Terra, comune al Cristo, al suo precursore e ad Elia, sorte cruenta o sorte tormentata da sevizie morali, sorridete alla vostra sorte futura e sicura che avrete comune con Cristo, con il suo Precursore, col suo Profeta.
   Pari nel lavoro, nel dolore e nella gloria. Qui Io Maestro ed Esempio. Là Io Premio e Re. Avermi sarà la vostra beatitudine. Sarà dimenticare il dolore. Sarà quanto ogni rivelazione è ancora insufficiente a farvi capire, perché troppo superiore è la gioia della vita futura alla possibilità di immaginare della creatura ancora unita alla carne».  

AMDG et DVM

sabato 24 febbraio 2018

Raccogliamo l'invito che nel suo commento al testo del Magnificat ci rivolge sant'Ambrogio...


Madonna del Magnificat
Botticelli

  LA CATECHESI DI BENEDETTO XVI
Roma, 15-02-2006

      IL MAGNIFICAT

Siamo giunti ormai all’approdo finale del lungo itinerario cominciato proprio cinque anni fa dal mio amato Predecessore, l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II. Il grande Papa, infatti, aveva voluto percorrere nelle sue catechesi l’intera sequenza dei Salmi e dei Cantici che costituiscono il tessuto orante fondamentale della Liturgia delle Lodi e dei Vespri.

Pervenuti ormai alla fine di questo pellegrinaggio testuale, simile a un viaggio nel giardino fiorito della lode, dell’invocazione, della preghiera e della contemplazione, lasciamo ora spazio a quel Cantico che idealmente suggella ogni celebrazione dei Vespri, il Magnificat (Lc 1,46-55).
È un canto che rivela in filigrana la spiritualità degli anawim biblici, ossia di quei fedeli che si riconoscevano «poveri» non solo nel distacco da ogni idolatria della ricchezza e del potere, ma anche nell’umiltà profonda del cuore, spoglio dalla tentazione dell’orgoglio, aperto all’irruzione della grazia divina salvatrice. Tutto il Magnificat è, infatti, marcato da questa «umiltà», in greco tapeinosis, che indica una situazione di concreta umiltà e povertà.

Celebrare la grazia

Il primo movimento del cantico mariano (cf Lc 1,46-50) è una sorta di voce solista che si leva verso il cielo per raggiungere il Signore.
Si noti, infatti, il risuonare costante della prima persona: «L’anima mia... il mio spirito... mio salvatore... mi chiameranno beata... grandi cose ha fatto in me...».
L’anima della preghiera è, quindi, la celebrazione della grazia divina che ha fatto irruzione nel cuore e nell’esistenza di Maria, rendendola la Madre del Signore. Sentiamo proprio la voce della Madonna che parla così del suo Salvatore, che ha fatto grandi cose nella sua anima e nel suo corpo.
L’intima struttura del suo canto orante è, allora, la lode, il ringraziamento, la gioia riconoscente. Ma questa testimonianza personale non è solitaria e intimistica, puramente individualistica, perché la Vergine Madre è consapevole di avere una missione da compiere per l’umanità e la sua vicenda si inserisce all’interno della storia della salvezza. E così può dire: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono» (v. 50). La Madonna con questa lode al Signore dà voce a tutte le creature redente, che nel suo «Fiat», e così nella figura di Gesù nato dalla Vergine, trovano la misericordia di Dio.

Dalla parte degli umili

È a questo punto che si svolge il secondo movimento poetico e spirituale del Magnificat (cf vv. 51-55). Esso ha una tonalità più corale, quasi che alla voce di Maria si associ quella dell’intera comunità dei fedeli che celebrano le scelte sorprendenti di Dio.

Nell’originale greco del Vangelo di Luca abbiamo sette verbi all’aoristo, che indicano altrettante azioni che il Signore compie in modo permanente nella storia: «Ha spiegato la potenza... ha disperso i superbi... ha rovesciato i potenti... ha innalzato gli umili... ha ricolmato di beni gli affamati... ha rimandato i ricchi... ha soccorso Israele».
In questo settenario di opere divine è evidente lo «stile» a cui il Signore della storia ispira il suo comportamento: egli si schiera dalla parte degli ultimi. Il suo è un progetto che è spesso nascosto sotto il terreno opaco delle vicende umane, che vedono trionfare «i superbi, i potenti e i ricchi».

Eppure la sua forza segreta è destinata alla fine a svelarsi, per mostrare chi sono i veri prediletti di Dio: «Coloro che lo temono», fedeli alla sua parola; «gli umili, gli affamati, Israele suo servo», ossia la comunità del popolo di Dio che, come Maria, è costituita da coloro che sono «poveri», puri e semplici di cuore. È quel «piccolo gregge» che è invitato a non temere perché al Padre è piaciuto dare ad esso il suo regno (cf Lc 12,32).
E così questo canto ci invita ad associarci a questo piccolo gregge, ad essere realmente membri del Popolo di Dio nella purezza e nella semplicità del cuore, nell’amore di Dio.

Tutti generano Cristo

Raccogliamo, allora, l’invito che nel suo commento al testo del Magnificat ci rivolge Sant’Ambrogio. Dice il grande Dottore della Chiesa:
«Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio...
L’anima di Maria magnifica il Signore, e il suo spirito esulta in Dio, perché, consacrata con l’anima e con lo spirito al Padre e al Figlio, essa adora con devoto affetto un solo Dio, dal quale tutto proviene, e un solo Signore, in virtù del quale esistono tutte le cose» (Esposizione del Vangelo secondo Luca, 2,26-27: SAEMO, XI, Milano-Roma 1978, p. 169).
In questo meraviglioso commento del Magnificat di Sant’Ambrogio mi tocca sempre particolarmente la parola sorprendente:
«Se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo: ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio».
Così il santo Dottore, interpretando le parole della Madonna stessa, ci invita a far sì che nella nostra anima e nella nostra vita il Signore trovi una dimora. Non dobbiamo solo portarlo nel cuore, ma dobbiamo portarlo al mondo, cosicché anche noi possiamo generare Cristo per i nostri tempi. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a magnificarlo con lo spirito e l’anima di Maria e a portare di nuovo Cristo al nostro mondo.


                                      
 IMMAGINI:
© Annunciazione, Jan Janssens, Museum voor Schone Kunsten, Gent. / Con l’annuncio dell’angelo a Maria, si compie la visita di Dio alla Vergine di Nazaret. Questo è il momento in cui l’umile ancella viene innalzata sopra tutte le creature.
 © Visitazione, Mariotto Albertinelli (1503), Galleria degli Uffizi, Firenze./ La maternità divina di Maria è l’origine dei suoi privilegi e della sua esemplarità per tutti i credenti.
 
Maria col Bambino




AVE MARIA PURISSIMA!