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lunedì 22 gennaio 2018

Testimonianza di Fede di Jim Caviezel davanti a migliaia di studenti. Bella testimonianza.

Jim Caviezel: “Il mondo ha bisogno di guerrieri come San Paolo”

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L'attore de “La Passione” testimonia la sua fede davanti a migliaia di studenti

In occasione della promozione del suo ultimo film su San Paolo, l’attore Jim Caviezel si è presentato al Vertice di Leadership Studentesca 2018 – SLS18 a Chicago e ha emozionato le migliaia di giovani studenti presenti con un discorso sulla fede e la sua testimonianza di vita.
Caviezel ha iniziato il suo intervento parlando del significato delle parole Saulo, “grande” e Paolo, “piccolo”, e ha sottolineato quanto sia importante “essere piccoli per essere grandi”.
“È questo il cammino dei santi, ed è stato questo il modo in cui Saulo è diventato San Paolo”.
L’attore ha anche condiviso la propria esperienza e il percorso che lo ha portato alla recitazione, rimarcando che si è trattato di una chiamata che ha ricevuto dal Signore.
Il cammino non è tuttavia stato rose e fiori, e la sua interpretazione di Edmond ne Il Conte di Montecristo, che lo ha catapultato nel mondo di Hollywood, non è stata affatto facile. Imprigionato ingiustamente, Edmond incide sul muro le parole “Dio mi darà giustizia”. Dal suo personaggio, Caviezel ha imparato che “Dio ama ciascuno di noi personalmente ed è lì per noi, anche nei nostri momenti più bui di disperazione”.
Dopo Il Conte di Montecristo, Mel Gibson ha invitato Caviezel a interpretare il ruolo di Gesù nel suo film La Passione. “Voleva che l’uomo con le iniziali JC [come quelle di Gesù in inglese, Jesus Christ] e che guarda caso aveva 33 anni interpretasse Gesù. Una coincidenza? Non credo. La vostra vita è una coincidenza o una possibilità?”
“Quando ero sulla Croce mi sono reso conto che la nostra redenzione è nella sofferenza… e ciascuno deve prendersi la propria croce. La nostra fede, la nostra libertà ha un prezzo”, ha confessato.
“Ragazzi, prima della resurrezione ci sono stati molta sofferenza e molto dolore, e il vostro cammino non sarà diverso, quindi abbracciate la vostra croce e correte verso la vostra meta”.
L’attore ha quindi esortato i giovani ad avere il coraggio di esprimere la propria fede in pubblico. “Voglio che abbiate il coraggio di entrare in questo mondo pagano esprimendo senza complessi la vostra fede in pubblico. Il mondo ha bisogno di guerrieri come San Paolo e San Luca, che hanno rischiato il proprio nome, la propria reputazione per portare la fede, il proprio amore per Gesù al mondo”.
“Dio sta chiamando ciascuno di noi, ciascuno di voi a fare grandi cose. Ma quante volte non rispondiamo?”, ha proseguito. “È ora che la nostra generazione accetti questa chiamata, la chiamata di Dio che esorta tutti noi a donarci completamente a Lui, a vedere quella mano gentile che guida il nostro cammino, a ricominciare daccapo, a digiunare, a meditare sulla Sacra Scrittura e a prendere sul serio i santi sacramenti”.
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AMDG et DVM

venerdì 29 aprile 2016

Caviezel e la Passione di Cristo




«Fare Gesù nella “Passione” di Gibson mi ha distrutto la carriera»
Nel 2004 l'attore recitò nel film che si attirò le accuse di anti-semitismo: Hollywood mi ha sbattuto le porte in faccia, ma come cattolico non mi pento. Anzi

MAURO PIANTA



Pentito? Macché. Jim Caviezel, il 42enne attore americano che nel 2004 ha interpretato il film “La passione di Cristo” diretto da Mel Gibson, rifarebbe tutto. Parola sua. Anche perché la pellicola, all’epoca, incassò qualcosa come 400 milioni di dollari. Solo che, stando a quanto dichiara al Daily Mail lo stesso attore, per quell’interpretazione ha dovuto pagare un prezzo decisamente alto. «Recitare quella parte con Mel ha distrutto la mia carriera, ma non mi pento affatto di avere accettato. Anzi, quell'occasione ha rafforzato la mia fede».


Il tabloid inglese riporta le dichiarazioni dell’attore mentre si rivolge a un pubblico di fedeli radunati in una chiesa di Orlando, in Florida. «Gibson mi aveva avvertito che sarebbe stata dura. Già durante le riprese sono stato colpito da un fulmine e mi sono slogato una spalla in una scena della crocifissione. Eppure il peggio doveva ancora venire».


Sì, perché Caviezel - che prima del 2004 era vezzeggiato dallo star system di Hollywood come una delle maggiori promesse -, dopo la “Passione” si ritrova con tutte le porte sbattute in faccia. «Sempre più persone a Hollywood mi hanno chiuso le porte, lasciandomi fuori. Così, piano piano, mi sono trovato ai margini del cinema. Ero consapevole del fatto che questo sarebbe potuto accadere e non mi pento della scelta che ho fatto. Come cattolico e come attore».


Tutta colpa, assicura Caviezel, delle polemiche sull’antisemitismo di Gibson. «Molti mass media mi hanno attaccato per avere partecipato al film e la potente Jewish Anti-Defamation League mi ha bollato come anti-semita per avere accettato la parte. Gibson mi aveva avvertito anche di questo…».
Ecco, appunto, Gibson. Cosa pensa l’attore del controverso regista? «E’ un peccatore ma proprio per questo ha bisogno delle nostre preghiere più che dei nostri giudizi».
 

*

Mel Gibson, nel 2004, scrisse e diresse il film religioso di maggior incasso del cinema, raccontando le ultime drammatiche ore della vita di Gesù Cristo. La pellicola – girata interamente in Italia - ottenne un successo di pubblico clamoroso, spaccando la critica. L’avrete visto decine di volte, ma siete sicuri di sapere proprio tutto?
CURIOSITÀMEL GIBSONTRAILER FILM 27 MARZO 2016  12:49 di Ciro Brandi



12 anni fa usciva “La passione di Cristo”, diretto e scritto da Mel Gibson. La pellicola, girata interamente tra Matera e Cinecittà si concentra sulle ultime ore di vita di Gesù Cristo, partendo dall'arresto nell'Orto degli Ulivi, passando poi al processo sommario presso il Sinedrio e Ponzio Pilato, alla flagellazione, fino alla morte in croce e risurrezione. Il film ottenne un grandissimo successo, anche se i critici si spaccarono nettamente in due, tra estimatori e ferventi oppositori. Tuttavia, il film di Gibson, seppur molto controverso e crudo, ha portato in sala milioni di persone. Ma siete sicuri di sapere proprio tutto?

1. Gli incidenti accaduti a Jim Caviezel

Jim Caviezel, il protagonista principale, in una delle tante interviste, ha raccontato le tante difficoltà e gli incidenti accaduti sul set. Ad esempio, nella scena delle frustate, l’attore si è procurato una cicatrice “reale” sulla schiena e, durante quella della crocifissione, stava andando quasi in ipotermia a causa delle basse temperature. Non è tutto, perché la pesantissima croce gli è caduta addosso, procurandogli la lussazione di una spalla e fu colpito anche da un fulmine.


2. I record
“La passione di Cristo” è il film in lingua straniera e/o sottotitolato ad aver incassato di più nella storia del box office americano e il film religioso con il maggiore incasso nella storia del cinema.

3. Il trucco per la flagellazione
Per preparare Caviezel alle scene della flagellazione, i truccatori impiegavano ben 10 ore. A volte, è accaduto che, per problemi relativi soprattutto alle condizioni climatiche, non si potesse girare e per non sprecare il lavoro fatto, l'attore andava a dormire truccato.


4. I divieti
In Kuwait e Bahrain il film fu vietato, dato che per l’Islam Gesù è solo un profeta e non il figlio di Dio, mentre in Malesia, il governo permise ai soli cristiani di assistere alle proiezioni, lasciando che i biglietti fossero venduti nelle chiese cristiane.

5. La dieta di Rosalinda Celentano per il ruolo di Satana
Rosalinda Celentano, che interpreta il ruolo di Satana, ha seguito una dieta fatta solo di fagioli e riso, così da avere un aspetto emaciato e un corpo talmente esile da sembrare quasi un fantasma.


6. La conversione dei membri della troupe
Dopo la conclusione delle riprese, molti componenti del cast e della troupe si convertirono al Cattolicesimo. Tra questi, c’è anche Luca Lionello, nel film Giuda Iscariota, che prima del film era ateo.

7. I camei di Mel Gibson
Forse non tutti lo sanno, ma Mel Gibson appare nel film in scene particolari e mai a figura intera. Per esempio, le dita che si vedono mentre Gesù viene crocifisso sono le sue, così come i piedi che Maria Maddalena (Monica Bellucci) pulisce nel film e le mani con cui Giuda (Luca Lionello) lega la corda su cui s'impiccherà. Anche le urla e i pianti che si sentono alla fine della pellicola sono opera del regista.


8. Gli attori italiani
Nel film ci sono tantissimi attori italiani, tra cui Monica Bellucci (Maria Maddalena), Sergio Rubini (Disma), Fancesco Cabras (Gesta), Francesco De Vito (Pietro), Mattia Sbragia (Caifa), Claudia Gerini (Claudia Procula, moglie di Pilato), Sabrina Impacciatore (Veronica) e Davide Marotta (l’Anticristo).


9. I premi e le nomination
Il film ha vinto 2 Nastri d’Argento (Miglior scenografia e Migliori costumi) ed è stato candidato a 3 Oscar (Migliore fotografia, Miglior trucco e Miglior colonna sonora).

10. Gli incassi e il budget
Il film ha incassato a livello mondiale 611.899.420 dollari a fronte di un budget di 30 milioni di dollari.
continua su: http://cinema.fanpage.it/le-10-cose-de-la-passione-di-cristo-che-ancora-non-sapevate/
http://cinema.fanpage.it/

lunedì 19 ottobre 2015

Jim Caviezel

Senza Medjugorje non avrei potuto interpretare il ruolo di Gesù nel film “PASSION CHRISTI”


Jim Caviezel, attore statunitense, figlio di un medico oriundo svizzero-slovacco e di una irlandese, è diventato famoso in tutto il mondo per aver interpretato il ruolo di Gesù nel film “Passion Christi” di Mel Gibson.

Le toccanti scene della flagellazione e della crocifissione di Gesù hanno originato molte discussioni sulla fede.  In relazione a questo film si è parlato delle conversioni che hanno sperimentato alcuni spettatori.  Chi è questo Jim Caviezel che ha recitato in modo così toccante? In una intervista, rilasciata alla rivista “Oasi della Pace”, ha dichiarato che senza le sue esperienze a Medjugorje, dove gli è stata donata una nuova dimensione della fede, non avrebbe potuto interpretare questo ruolo. 

L’attore, che nello scorso febbraio ha visitato Medjugorje per la sesta volta, di passaggio a Vienna, ha rilasciato al dott. Christian Stelzer l’ intervista qui di seguito riportata.

Jim, potresti raccontaci la tua esperienza a Medjugorje?

Mentre giravo in Irlanda il film “Montecristo”, mia moglie si recò a Medjugorje. Le cose non andavano tanto bene in quel momento anche se ogni settimana lavoravo sette giorni su sette.  Un giorno mi telefonò e io dalla sua voce avvertii che c’era stato un cambiamento in lei. Mi cominciò a raccontare di Medjugorje e disse che uno dei veggenti sarebbe venuto in Irlanda. La interruppi con queste parole: “ Io ho un lavoro molto importante da fare.  Non posso trovare il tempo per i veggenti” Per di più pensai che io, come cattolico, non dovevo necessariamente accettare né  Fatima né Lourdes né Medjugorje.  Queste furono le mie riflessioni.  E in più mi ricordai che avevo già sentito parlare delle apparizioni di Medjugorje quando frequentavo la scuola cattolica e che io e i miei compagni  eravamo molto colpiti, ma, alla notizia che il vescovo del posto aveva dichiarato che le apparizioni  non erano vere, avevamo perso ogni interesse. 

Il veggente di Medjugorje, Ivan Dragicevic, venne  in Irlanda. Da parte mia ero certo che non avrei avuto tempo per lui poiché dovevo lavorare tutti i giorni. E tuttavia un giovedì il mio partner nel film, Richard Harris, si sentì improvvisamente male ed io così fui libero per il resto della giornata. Potei così assistere all’apparizione. Stavo in fondo alla chiesa piena di gente e non avevo idea di ciò che sarebbe successo................
Nel momento dell’apparizione un uomo accanto a me si alzò dalla sua sedia a rotelle e si lasciò cadere in ginocchio; io fui molto colpito: “Questo invalido – pensai – nonostante il suo dolore, s’inginocchia sulle fredde pietre del pavimento per pregare!”

Oggi so che solo Dio poteva sapere esattamente quando e come afferrarmi. Anche se può sembrare assurdo, la domenica successiva inaspettatamente fui ancora libero e così potei incontrare il veggente, come tanto desiderava mia moglie. Durante l’apparizione, inginocchiato accanto a lui, dissi nel mio cuore: “OK, sono qui. Sono pronto. Fai di me quello che vuoi.” In quello stesso momento sentii che qualcosa penetrava in me ; era una sensazione semplice eppure unica.
Quando mi rialzai gli occhi mi si riempirono di lagrime e cominciai a piangere con tutto il cuore.
Con Medjugorje avevo cominciato a credere che Gesù è veramente presente nell’Eucarestia e che perdona i miei peccati.

Ivan mi disse: “Jim,  l’uomo ha tempo per ciò che ama. Se uno che non ha tempo, improvvisamente incontra una ragazza e se ne innamora, allora lo trova il tempo per lei. Chi non ha tempo per Dio è perché non Lo ama.” Mi domandai impressionato se io avessi tempo per Dio. 

Ivan continuò: ”Dio ti chiama e ti invita a pregare con il cuore”. “Come si fa?” gli chiesi. “Comincia a pregare e vedrai”. In quel momento si aprì una finestra nel mio cuore. Mai prima di allora avevo pensato che potesse essere possibile. Andammo poi in un ristorante e devo confessare che il cibo ed il vino non mi sono mai più così piaciuti come  quella sera.

In me qualcosa cominciò a cambiare. Varie volte mia moglie aveva provato a coinvolgermi nella recita del rosario, ma io mi ero rifiutato. Adesso però lo volevo recitare, anche se non sapevo esattamente come si faceva. Avevo l’impressione che il mio cuore si era aperto solo per questo. Un giorno mi rivolsi all’autista, che ogni giorno mi portava sul set, dicendogli: ”Non so come voi la pensiate, ma io desidero recitare il rosario.” Con mia sorpresa ricevetti questa risposta: “OK, lo facciamo”.

Alla debole luce di questo amore, che ora sentivo in me, cominciai a riconoscere dove io veramente stavo, quante tentazioni avevo, dov’erano i miei sentimenti, come io ero fragile e come giudicassi dentro di me gli altri.



In quale anno sei andato per la prima volta a Medjugorje?

Dopo le ultime  riprese del film, che si svolsero a Malta, mi decisi ad andare a Medjugorje. Dentro di me ero pieno di aspettative.  All’età di venti anni  c’era stata come  una voce dall’intimo che mi aveva detto che sarei stato un attore. Quando, a quell’epoca,  lo raccontai a mio padre ebbi da lui questa risposta: “Se Dio vuole da te qualcosa, allora l’unica cosa certa è che diventerai prete. Perché dovresti diventare un attore?” Neanche io lo capii a quell’epoca. In questo momento mi posi di nuovo la domanda se la volontà di Dio su di me fosse quella di diventare attore e pertanto quella di guadagnare tanto denaro e diventare ricco. Mi rendevo conto della disuguaglianza nel mondo tra quei pochi che hanno fin troppo e quei tanti che non hanno il sufficiente per vivere ed ero sicuro che Dio non volesse ciò e che dovevo dunque decidere chi volessi servire o  la ricchezza che non può darmi una felicità durevole o Dio che voleva guidare la mia vita.


Medjugorje mi richiamò alla mente Betlemme e pensai che, come Gesù  aveva voluto nascere in un piccolo villaggio,  così la Madonna appariva qui, in questo povero paese “in mezzo alle montagne”. (Questa è la traduzione dal croato del nome Medjugorje)[significa anche città della Misericordia].

All’inizio fui sorpreso vedendo quanto tempo qui era dedicato alla preghiera. Feci un parallelo con un campo di basket e pensai che anche lì non si gioca una sola volta al giorno, ma continuamente. E tutto sommato anche nella scuola non si legge una volta al giorno, ma continuamente.

Durante i primi giorni a Medjugorje dentro di me ero irrequieto durante la preghiera poiché non ero abituato a pregare così tanto e perciò pregai Dio di aiutarmi. Dopo quattro giorni non volevo far altro che pregare poiché nella preghiera mi sentivo in comunione con Dio. E’ questa una tale esperienza che non posso far altro che augurarla ad ogni cattolico. Forse l’avevo già avuta da bambino e poi l’avevo dimenticata; ora mi veniva di nuovo donata.

Questa esperienza è continuata anche a casa. In famiglia partecipiamo insieme ai sacramenti. Mentre accompagno i figli a scuola recito con loro il rosario e, se a volte non inizio subito, comincia mio figlio a pregare.

La seconda volta che andai a Medjugorje cercai di ripetere la stessa esperienza della prima visita. Questa volta, però, fu differente. Un giorno, dopo pranzo, un gruppo di pellegrini mi invitò ad andare a Siroki Brijeg per visitare Padre Jozo Zovko. Era proprio quello che più desiderava mia moglie. Non conoscevo Padre Jozo, ma lo sentii dire alcune cose che mi commossero molto. Andai verso di lui ed  egli mi pose le mani sulle spalle, così anche io feci lo stesso sulle sue. Poi mi impose le mani sul capo e anche io feci altrettanto sul suo. In quel momento io sentii dentro di me queste parole: ” Ti voglio bene, fratello. Quest’uomo ama Gesù.” Padre Jozo si rivolse allora all’interprete chiedendo in croato chi fossi e  dicendo che voleva parlare con me. Questo fu l’inizio di un’amicizia che dura ancora.

“ Quando sentii Papa Giovanni Paolo II esortarci a non aver paura, pensai che tutto per me andava bene e che io  non avevo motivo di avere paura. Durante le riprese della “Passione di Cristo” cominciai, però, a comprendere che oggi più che mai la figura del Cristo è controversa.
Quando avevo appena concluso le riprese della “Passione di Cristo” dovetti sperimentare più volte varie forze che volevano distogliermi dal girare quel film.

Puoi raccontarci perché hai vissuto così questa esperienza e 

che rapporto c’è tra il film e Medjugorje?

Tu forse conosci il detto “passare il Rubicone”, che significa che non puoi più tornare indietro. Ecco, per me il film “La Passione di Cristo” è stato questo. Avevo 33 anni quando è iniziata la lavorazione del film, cioè tanti quanti ne aveva Gesù quando fu crocifisso. Mi veniva sempre il dubbio se ero degno di interpretare Gesù. Ivan Dragicevic mi incoraggiava  e diceva che Gesù non sempre sceglie i migliori e che lui stesso era la prova di questo.

Senza Medjugorje, che ha aperto il mio cuore alla preghiera e ai sacramenti, non avrei interpretato questo ruolo. Sapevo che, se volevo rappresentare Gesù, dovevo essere vicinissimo a lui. Ogni giorno mi confessavo ed adoravo il SS Sacramento. Anche Mel Gibson partecipava alla messa, se era celebrata in latino, e questo fu un bene per me poiché imparai il latino.

Sempre mi venivano tentazioni dalle quali mi dovevo difendere e in questa lotta sperimentavo una grande pace interiore. Per esempio nella scena dove Maria, la Madonna, si imbatte in Suo Figlio mentre porta la croce, io dovevo dire la seguente battuta: ”Guarda, io faccio ogni cosa nuova” Abbiamo ripetuto questa scena quattro volte, ma io sentivo che c’ero sempre io in primo piano. Poi qualcuno urtò contro la croce ed io sentii la mia spalla sinistra uscire dall’articolazione. Quel subitaneo tremendo dolore mi fece perdere l’equilibrio e  caddi pesantemente a terra. Sbattei il viso sulla terra polverosa e mi uscì il sangue dal naso e dalla bocca. Ripetei le parole alla Madre: ”Guarda, io faccio ogni cosa nuova”. Il dolore alla spalla era indescrivibile mentre lentamente abbracciavo la croce ed io sentivo che la scena  era di grande impatto. Io avevo cessato di recitare ed era Gesù che si vedeva. La scena era venuta fuori quasi come risposta alla mia preghiera:     “Voglio che gli spettatori vedano te, Gesù, non me”.

Durante le riprese non so quanti rosari recitai e questo mi fece vivere in un’atmosfera particolare. Mi rendevo conto che non potevo bestemmiare o lasciarmi andare, se volevo comunicare qualcosa alla troupe dei miei collaboratori. Erano attori famosi, che nella maggior parte dei casi non conoscevano Medjugorje, e noi eravamo felici di averli. Come avrei potuto trasmettere loro qualcosa di Medjugorje se non con la mia stessa vita? Medjugorje significa per me vivere, attraverso i sacramenti, in unità con la Chiesa.

Con Medjugorje avevo cominciato a credere che Gesù è veramente presente nell’Eucarestia e che perdona i miei peccati. Con Medjugorje ho sperimentato quanto è potente la preghiera del rosario e quale dono rappresenta la Messa quotidiana.

Come posso aiutare le persone, se non credendo in Gesù? Ho idea che questo possa accadere quando Gesù Eucarestia è in me e quando le persone, attraverso la mia vita, scorgono Gesù.
Quando girammo la scena dell’ultima cena, io avevo, in tasche speciali all’interno della mia veste, alcune reliquie di santi e anche un pezzetto della croce di Cristo. Era così grande il mio desiderio che Gesù fosse presente che pregai un sacerdote di esporre il Santissimo. Sulle prime rifiutò, ma io lo pregai insistentemente perché ero convinto che, se io avessi  fissato Gesù, gli spettatori avrebbero riconosciuto Lui in me. Il sacerdote, con l’Ostia consacrata nelle mani, si mise poco dietro il cameramen e insieme a lui si avvicinava a me. Quando gli spettatori vedono la luce nei miei occhi non si rendono conto che quello è il riflesso dell’Ostia nelle mie pupille e pertanto essi, in realtà,  vedono Gesù.  

Anche durante la scena della Crocifissione, mentre io pregavo ininterrottamente, il sacerdote era presente con il SS Sacramento nelle sue mani.

La sfida più grande per me, in questo film, non è stato, come all’inizio avevo pensato, l’imparare a memoria  i testi in latino, aramaico e ebraico, ma piuttosto le fatiche fisiche cui dovetti far fronte. Nell’ultima scena, per esempio, quando fui  inchiodato sulla croce, avevo una spalla lussata che usciva ogni volta. Durante la flagellazione  fui colpito due volte dalla sferza e ne risultò una ferita  sulla schiena lunga 14 centimetri, inoltre mi presi un’infiammazione ai polmoni che si riempirono di liquido. Oltre a ciò bisogna calcolare la cronica mancanza di sonno: per mesi mi dovetti svegliare alle tre del mattino per il trucco che richiedeva almeno otto ore.

Un’altra sfida fu anche rappresentata dal freddo  che, soprattutto durante la crocifissione, mi fece quasi venir meno; ero vestito solo con una sottile veste di lino e la temperatura esterna era di appena qualche grado sopra lo zero.

Quando girammo l’ultima ripresa c’era una fitta coltre di nuvole e un fulmine colpì la croce dove io ero legato. All’improvviso tutto fu silenzio intorno a me e io sentii i miei capelli rizzarsi sul capo. Circa 250 persone che stavano intorno a me videro come il mio corpo all’improvviso emanò luce e videro un fuoco alla destra e alla sinistra della mia testa. Parecchi, a questa vista, subirono uno schock.
So che “La Passione di Cristo” è un film straordinariamente grande sull’amore, forse uno dei più grandi. 
Mai come oggi la figura di Cristo è motivo di controversie. Il creato è oggi minacciato da tanti fattori eppure la fede in Gesù è la fonte della felicità.
Penso che Dio, in questo nostro tempo, ci chiami in modo particolare e che noi perciò dobbiamo dare una risposta nel nostro cuore e con la nostra vita.

L’intervista con Jim Caviezel è stata realizzata da Christian Stelzer ed è stata pubblicata nel numero di marzo 2010 della rivista “Oasi della pace”, pubblicata a Vienna. www.oasedesfriedens.at
Traduzione: Anna Maria Spinetti

AVE MARIA!