Intervista di
mons. Athanasius Schneider
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Il ruolo delle donne nella Chiesa
Oggi si sente parlare molto del ruolo delle donne nella Chiesa, del cosiddetto “genio femminile”. Le donne hanno giocato un ruolo fondamentale nella Chiesa fin dall’inizio, a cominciare dalla Beata Vergine Maria. Ma liturgicamente Cristo ha reso chiarissima la Sua posizione, così come hanno fatto i papi pre-conciliari. Sua Eccellenza considera che il coinvolgimento femminile nella liturgia, sia le stesse donne nella Messa Novus Ordo sia le bambine-chierichette, abbia avuto un ruolo positivo o negativo nella Chiesa durante gli ultimi quattro decenni?
Non c'è dubbio che il coinvolgimento femminile nei servizi liturgici all’altare (lettura dei Testi, servizio all’altare, distribuzione della Santa Comunione) rappresenti una rottura radicale con l’intera e universale tradizione della Chiesa. Una simile pratica è contraria alla Tradizione apostolica.
Questa pratica ha dato alla liturgia della Santa Messa una evidente forma protestante, e la caratteristica di un incontro informale di preghiera o di un evento catechetico. È una pratica del tutto contraria alle intenzioni dei Padri del Concilio Vaticano II e non se ne trova la minima indicazione nella Costituzione sulla Sacra Liturgia.
La Messa Latina Tradizionale
Sua Eccellenza è ben nota per celebrare la Messa Latina tradizionale in tanti luoghi in tutto il mondo. Quali pensa siano le lezioni più profonde che ha appreso, come prete e come vescovo, dalla celebrazione del Rito Latino, e che altri preti e vescovi possono sperare di acquisire dicendo essi stessi la Messa tradizionale?
La lezione più profonda che ho appreso dalla celebrazione della forma tradizionale della Messa è questa: sono solo un povero strumento di un’azione soprannaturale e sommamente sacra, il cui celebrante principale è Gesù Cristo, l’Eterno Sommo Sacerdote. Sento che durante la celebrazione della Messa perdo in qualche modo la mia libertà individuale, poiché le parole e i gesti sono stabiliti fin nei minimi dettagli, e non posso disporne. Sento nel più profondo del cuore che sono solo un servo ed un ministro, che ancora con libera volontà, con fede e amore, compio non la mia volontà ma quella di Un Altro.
Il Rito tradizionale e antico di millenni della Santa Messa, che neppure il Concilio di Trento aveva cambiato, poiché l’Ordo Missae prima e dopo quel Concilio era pressoché identico, proclama ed evangelizza con forza l’Incarnazione e l’Epifania del Dio ineffabilmente santo ed immenso, che nella liturgia del “Dio è con noi,” come “Emanuele”, si fa così piccolo e così vicino a noi. Il rito tradizionale della Messa è di un’alta sapienza e al tempo stesso una potente proclamazione del Vangelo, che compie l’opera della nostra salvezza.
Se Papa Benedetto è nel giusto quando dice che il Rito Romano attualmente esiste (benché in modo strano) in due forme piuttosto che in una, perché non avviene ancora che a tutti i seminaristi sia richiesto di studiare ed apprendere la Messa Latina tradizionale, come parte della loro formazione di Seminario? Come mai un parroco della Chiesa Romana può non conoscere entrambe le forme dell’unico rito della sua Chiesa? E come possono tanti cattolici essere ancora privati della Messa tradizionale e dei sacramenti se si tratta di una forma equivalente?
Secondo l’intenzione del Papa Benedetto XVI, e le chiare norme dell’Istruzione “Universae Ecclesiae”, tutti i seminaristi cattolici devono conoscere la forma tradizionale della Messa ed essere capaci di celebrarla. Lo stesso documento afferma che questa forma della Messa è un tesoro per l’intera Chiesa, e dunque lo è per tutti i fedeli.
Papa Giovanni Paolo II aveva rivolto un appello urgente a tutti i vescovi di accogliere generosamente il desiderio dei fedeli di celebrare la forma tradizionale della Messa. Quando il clero ed i vescovi ostacolano o limitano la celebrazione della Messa tradizionale, essi non obbediscono a ciò che lo Spirito Santo dice alla Chiesa, e si comportano in maniera anti-pastorale. Si comportano come se fossero i possessori del tesoro della liturgia, che non appartiene loro, perché essi sono solamente gli amministratori.
Negando la celebrazione della Messa tradizionale o facendo ostruzione e discriminazione nei suoi confronti, si comportano come un amministratore infedele ed inaffidabileche, contrariamente agli ordini del padrone di casa, tiene la dispensa chiusa a chiave oppure come una cattiva matrigna che dà ai bambini un cibo insufficiente.
Forse questi chierici temono che il grande potere della verità s’irradi dalla celebrazione della Messa tradizionale. Possiamo paragonare la Messa tradizionale ad un leone: lasciatelo libero e saprà difendersi.
AMDG et BVM