domenica 11 ottobre 2015

DOMINICA VIGESIMA POST PENTECOSTEN

DOMINICA   VIGESIMA
POST   PENTECOSTEN
Semiduplex
   Introitus 
Dan. 3, 31, 29 et 35
 
O
mnia, quæ fecísti nobis, Dómine, in vero judício fecísti, quia peccávimus tibi et mandátis tuis non obœdívimus : sed da glóriam nómini tuo, et fac nobíscum secúndum multitúdinem misericórdiæ tuæ. Ps. 118, 1. Beáti immaculáti in via : qui ámbulant in lege Dómini. V/. Glória Patri. Omnia.
Oratio
L
argíre, quaésumus, Dómine, fidélibus tuis indulgéntiam placátus et pacem : ut páriter ab ómnibus mundéntur offénsis, et secúra tibi mente desérviant. Per Dóminum.
Orationes pro diversitate Temporum assignatæ, ut supra.
Léctio Epístolæ beátiPauli Apóstoli
ad Ephésios      Ephes. 5, 15-21

F
ratres : Vidéte, quómodo caute ambulétis : non quasi insipiéntes, sed ut sapiéntes, rediméntes tempus, quóniam dies mali sunt. Proptérea nolíte fíeri imprudéntes, sed intellegéntes, quae sit volúntas Dei. Et nolíte inebriári vino, in quo est luxúria : sed implémini Spíritu Sancto, loquéntes vobismetípsis in psalmis et hymnis et cánticis spirituálibus, cantántes et psalléntes in córdibus vestris Dómino : grátias agéntes semper pro ómnibus, in nómine Dómini nostri Jesu Christi, Deo et Patri. Subjecti ínvicem in timóre Christi.
Graduale. Ps. 144, 15-16. Oculi ómnium in te sperant, Dómine : et tu das illis escam in témpore opportúno. V/. Aperis tu manum tuam : et imples omne ánimal benedictióne.
Allelúja, allelúja. V/. Ps. 107, 2. Parátum cor meum, Deus, parátum cor meum : cantábo, et psallam tibi, glória mea. Allelúja.
Sequéntia sancti Evangélii secúndum
Joánnem            Joann. 4, 46-53

I
n illo témpore : Erat quidam régulus, cujus fílius infirmabátur Caphárnaum. Hic cum audísset, quia Jesus adveníret a Judaéa in Galilaéam, ábiit ad eum, et rogábat eum, ut descénderet et sanáret fílium ejus : incipiébat enim mori. Dixit ergo Jesus ad eum : Nisi signa et prodígia vidéritis, non créditis. Dicit ad eum régulus : Dómine, descénde, priúsquam moriátur fílius meus. Dicit ei Jesus : Vade, fílius tuus vivit. Crédidit homo sermóni, quem dixit ei Jesus, et ibat. Jam autem eo descendénte, servi occurrérunt ei et nuntiavérunt, dicéntes, quia fílius ejus víveret. Interrogábat ergo horam ab eis, in qua mélius habúerit. Et dixérunt ei : Quia heri hora séptima relíquit eum febris. Cognóvit ergo pater, quia illa hora erat, in qua dixit ei Jesus : Fílius tuus vivit : et crédidit ipse et domus ejus tota.
Credo.
Offertorium. Ps. 136, 1. Super flúmina Babylónis illic sédimus et flévimus : dum recordarémur tui, Sion.
Secreta
C
æléstem nobis praébeant hæc mystéria, quaésumus, Dómine, medicínam : et vítia nostri cordis expúrgent. Per Dóminum.
Aliæ Secretæ, ut supra.
Præfatio de Ssma Trinitate.
Communio. Ps. 118, 49-50. Meménto verbi tui servo tuo, Dómine, in quo mihi spem dedísti : hæc me consoláta est in humilitáte mea.
Postcommunio
U
t sacris, Dómine, reddámur digni munéribus : fac nos, quaésumus, tuis semper obedíre mandátis. Per Dóminum.
Aliæ Postcommuniones, ut supra.



DOMENICA VENTESIMA
DOPO LA PENTECOSTE
Giudei e Gentili.
Il Vangelo di otto giorni or sono annunciava le nozze del Figlio di Dio e della stirpe umana. Dio, nella creazione del mondo visibile, aveva per fine la realizzazione di tali nozze e tale fine persegue ancora nel governo della società. Nessuna meraviglia dunque che, rivelandoci su questo argomento il pensiero di Dio, la parabola abbia messo in luce il fatto importante della riparazione dei Giudei e della chiamata dei Gentili, che è ad un tempo il più importante nella storia del mondo e il più intimamente legato al compimento del mistero dell'unione divina.
L'esclusione dei Giudei dovrà un giorno cessare, sebbene la loro ostinazione abbia permesso ai Gentili di vedere rivolto a loro il messaggio dell'amore. Oggi tutte le nazioni (Rm 11, 25-26) hanno udito l'invito del cielo ed è vicino il tempo in cui il ritorno di Israele completerà la Chiesa nei suoi mmbri e darà alla Sposa il segno dell'ultima chiamata, che porrà fine al lungo travaglio dei secoli (ivi 8, 22), facendo apparire lo Sposo (Ap 22,17).
Si farà finalmente sentire nel cuore dei discendenti di Giacobbe la felice gelosia che l'Apostolo voleva destare negli uomini della sua razza rivolgendosi ai Gentili (Rm 11, 13-14). Quale gioia in cielo quando la loro voce, che ripete e supplica, si unirà davanti a Dio con i canti di allegrezza del Gentilesimo che celebra l'entrata dei suoi popoli innumerevoli nella sala del banchetto divino! Tale concerto sarà davvero il preludio del gran giorno salutato in anticipo da san Paolo quando, nel suo patriottico entusiasmo, disse dei Giudei: Se la loro caduta fu ricchezza per il mondo e la loro diminuzione la ricchezza per i Gentili, che cosa sarà la loro pienezza (ivi 12)?
La Messa della ventesima domenica ci fa pregustare il momento fortunato in cui la riconoscenza del nuovo popolo non sarà più sola a cantare i benefici di Dio. Tutti i liturgisti antichi ce la presentano composta per metà con parole dei profeti, che offrono a Giacobbe le espressioni di pentimento che gli procurano nuovamente l'amicizia di Dio e per metà con formule ispirate nelle quali i popoli, già sistemati nella sala del festino nuziale, manifestano il loro amore. Sentiamo il cuore dei Gentili nel Graduale e nel Communio e nell'Introito e nell'Offertorio sentiamo quello dei Giudei.
EPISTOLA (Ef 5,15-21). - Fratelli: Guardate adunque di condurvi cautamente: non da stolti, ma da prudenti, riscattando il tempo, perché i giorni sono cattivi: quindi non siate imprudenti, ma studiate bene quale sia la volontà di Dio. E non vi ubriacate col vino, sorgente di lussuria, ma siate ripieni di Spirito Santo. Conversate tra voi con salmi, inni e canti spirituali, cantando e salmeggiando di tutto cuore al Signore, ringraziando sempre Dio e Padre nel nome del Signore nostro Gesù Cristo per ogni cosa. Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
L'avvicinarsi del compimento delle nozze del Figlio di Dio coinciderà quaggiù con un violento furore dell'inferno ai danni della Sposa. Il dragone dell'Apocalisse (Ap 12,9) scatenerà tutte le passioni per trascinare la vera madre dei viventi col suo impeto, ma sarà impotente a scuotere il patto di alleanza eterna e, impotente contro la Chiesa, dirigerà gli sforzi della sua rabbia contro gli ultimi figli della novella Eva, destinati ad avere l'onore delle ultime lotte pericolose che il profeta di Patmos ha descritte (ivi 17).
Integrità della dottrina.
I cristiani fedeli si ricorderanno allora degli ammonimenti dell'Apostolo e si impegneranno pienamente a custodire la loro intelligenza e la loro volontà in quei giorni cattivi, con quella circospezione che egli raccomanda. La luce infatti allora subirà gli assalti dei figli delle tenebre che diffonderanno le loro dottrine perverse. Forse sarà ancor più sminuita e falsata per le debolezze degli stessi figli della luce anche sul terreno dei principi, per i sotterfugi, le transazioni e l'umana prudenza dei pretesi saggi. Molti lasceranno capire di ignorare che la Sposa dell'Uomo-Dio non può soccombere all'urto di forze create. Le ricorderanno che Cristo si è impegnato a difendere la Chiesa fino alla fine dei secoli (Mt 28,20), tuttavia crederanno di fare cosa buona portando alla buona causa il soccorso di una po­litica di concessioni non sempre abbastanza pesate con i pesi della Chiesa, dimenticando che il Signore, per aiutarla a mantenere le sue promesse, non ha bisogno di stolta sagacia e che la cooperazione che egli si degna accettare dai suoi, per la difesa dei diritti della Chiesa, non può stare nello sminuire o nel dissimulare la verità, che è forza e bellezza della Sposa. Dimenticheranno che san Paolo ha scritto ai Romani che conformarsi a questo mondo, cercare un impossibile adattamento del Vangelo a un mondo scristianizzato non è discernere con sicurezza ilbene, il meglio, il perfetto agli occhi del Signore (Rm 12,2)! In quei tempi infelici sarà merito particolarmente grande attendere soltanto, come dice la nostra Epistola, aconoscere quale sia la volontà di Dio.
Dice san Giovanni: Badate a non perdere il frutto delle vostre opere, assicuratevi la ricompensa piena, che è solo concessa alla perseverante pienezza della dottrina e della fede (2Gv 8-9). Del resto, come sempre anche allora, secondo le parole dello Spirito Santo, la semplicità dei giusti li guiderà con sicurezza (Pr 11,3) e l'umiltà darà loro sapienza (ivi 2).
Redimere i tempi.
Sia unica cura dei giusti avvicinarsi al Diletto ogni giorno con una rassomiglianza perfetta a Lui, informando al vero parole ed atti. Così essi serviranno la società come deve essere servita, praticando il consiglio che il Signore ci dà di cercare sempre il regno di Dio e la sua giustizia, confidando per le altre cose in Lui (Mt 6,33).
Lasciamo agli altri la ricerca di umani e scaltri accostamenti, di incerti compromessi destinati, nel pensiero dei loro autori, a ritardare di qualche settimana o forse di qualche mese il flutto della rivoluzione che sale; essi comprenderanno in modo diverso il consiglio che ci dà l'Apostolo di redimere i tempi.
Lo Sposo aveva comprati i tempi ad alto prezzo, perché fosse impegnato dai suoi membri mistici nella glorificazione dell'Altissimo. Perduto dalla moltitudine sviata nella rivolta e nell'orgia, le anime fedeli lo riscatteranno ponendo negli atti della loro fede e del loro amore tale intensità che il tributo dato ogni giorno dalla terra alla Santa Trinità non risulti diminuito fino all'ultimo momento. Le anime dei fedeli, contro la bestia dalla bocca insolente e piena di bestemmie (Ap 13,5-6), rinnoveranno il grido di Michele contro Satana suscitatore della bestia (ibid. 2): Chi è come Dio?
VANGELO (Gv 4,46-54). - In quel tempo: C'era un regio ufficiale il cui figlio era ammalato in Cafarnao. Ed avendo egli sentito dire che Gesù dalla Giudea era venuto in Galilea, andò a trovarlo e lo pregò di recarsi a guarire il suo figlio, che era moribondo. E Gesù gli disse: Se non vedete segni e prodigi, non credete. E l'ufficiale regio: Signore, vieni, prima che muoia il mio figliolo. Gesù gli disse: Va', il tuo figlio vive. Quell'uomo prestò fede alle parole dettegli da Gesù e parti. E avanti che arrivasse a casa gli corsero incontro i servi con la notizia che il suo figliolo viveva. Domandò loro pertanto in che ora avesse cominciato a star meglio. E quelli gli risposero: Ieri alla settima ora lo lasciò la febbre.
Allora il padre riconobbe essere quella appunto l'ora in cui Gesù gli aveva detto: il tuo figlio vive, e credette lui con tutta la famiglia.
Nel corso delle Domeniche dopo la Pentecoste il Vangelo è tratto oggi per la prima ed unica volta da san Giovanni e dà il suo nome alla Domenica ventesima, che viene detta Domenica dell'Ufficiale di Cafarnao. La Chiesa scelse questo passo del Vangelo per la relazione misteriosa che lo lega alle condizioni del mondo nei tempi cui gli ultimi giorni del Ciclo liturgico profeticamente si riferiscono.
Il mondo malato.
Il mondo volge al termine, comincia a morire. Minato dalla febbre delle passioni in Cafarnao, città del lucro e del godimento, è già senza forze e non può andare da sé al medico, che potrebbe guarirlo. Si rivolge a suo Padre cioè i pastori, che lo hanno generato alla vita della grazia col Battesimo e governano il Popolo cristiano comeUfficiali della santa Chiesa ed essi devono andare dal Signore e chiedere la salute del malato. Il discepolo prediletto ci dice per prima cosa (Gv 4,46) che essi troveranno Gesù a Cana, la città delle nozze e delle manifestazioni della sua gloria col banchetto nuziale (ivi 2,11) e Cana è il cielo dove l'Uomo-Dio risiede da quando abbandonò la terra e lasciò i discepoli senza lo sposo ad esercitarsi per un tempo nel campo della penitenza.
Il rimedio.
Rimedio sono soltanto lo zelo dei pastori e la preghiera di quella parte del gregge di Cristo, che non si è lasciata trascinare dalle seduzioni della universale licenza. Come è però necessario che fedeli e pastori facciano propri i sentimenti della Chiesa dimenticando se stessi! Nella più rivoltante ingratitudine, nelle ingiustizie, nelle calunnie, nelle perfidie di ogni genere, la madre dei popoli tutto dimentica, per pensare soltanto alla vera prosperità e alla salvezza delle nazioni, che l'oltraggiano, prega come ha fatto sempre, ma con un fervore che non ha mai avuto, perché la fine ritardi, pro mora finis (Tertulliano, Apol. XXXIX).
Potenza della preghiera.
Come dice Tertulliano: "riuniamoci in un solo gregge, in un solo esercito per andare a Dio e investirlo con le nostre preghiere come investe un'armata, perché questa violenza gli piace". Però questo esige una fede totale incrollabile. È la nostra fede che ci dà la vittoria sul mondo (1Gv 5,4) ed è ancora la fede che vince Dio nei casi estremi e disperati. Pensiamo con la Chiesa al pericolo che tanti sventurati corrono. Sono, è vero, senza scusa, perché ancora domenica scorsa furono avvertiti del pianto e dello stridore di denti, che nelle tenebre esteriori attende coloro che disprezzano le sacre nozze (Mt 22,13), ma ci sono fratelli e non possiamo rassegnarci alla loro perdita, e speriamo contro ogni speranza. L'Uomo-Dio, che conosceva in modo sicuro l'inevitabile dannazione dei peccatori ostinati, ha tuttavia versato anche per essi il suo sangue e noi vogliamo unirci a lui in una rassomiglianza totale. Risolviamo di imitarlo anche in questo nella misura che è a noi possibile e preghiamo, senza riposo e senza tregua, per i nemici della Chiesa, per i nostri nemici ora che la loro dannazione non è compiuta. In questo ordine di cose niente è inutile, niente va perduto, qualunque cosa avvenga, il Signore sarà molto glorificato dalla nostra fiducia e dall'ardore della nostra carità.
Vediamo di non meritare il rimprovero che egli moveva alla fede falsa della generazione di cui faceva parte l'Ufficiale di Cafarnao. Egli non ha bisogno di scendere dal cielo per dare efficacia agli ordini della sua volontà misericordiosa, noi lo sappiamo, e, se si degna moltiplicare attorno a noi miracoli e prodigi, gli saremo riconoscenti per i nostri fratelli più di noi deboli nella fede e prenderemo l'occasione per esaltare la sua gloria, protestando però che l'anima nostra non ha più bisogno di manifestazioni della sua potenza per credere in lui.
PREGHIAMO
Largisci placato, Signore, il perdono e la pace ai tuoi servi, affinché, purificati da tutte le colpe, possano servirti con animo tranquillo.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 514-519





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IN FESTO SSMÆ TRINITATIS | Dominica Prima post Pentecosten | IN FESTO SSMI CORPORIS CHRISTI | Dominica infra Oct. Ssmi Corporis Christi | IN FESTO SACRATISSIMI CORDIS JESU | Dominica infra Oct. Sacratissimi Cordis Jesu | Dominica Quarta post Pentecosten | Dominica Quinta post Pentecosten | Dominica Sexta post Pentecosten |Dominica Septima post Pentecosten | Dominica Octava post Pentecosten | Dominica Nona post Pentecosten | Dominica Decima post Pentecosten | Dominica Undecima post Pentecosten | Dominica Duodecima post Pentecosten | Dominica Decima Tertia post Pentecosten | Dominica Decima Quarta post Pentecosten | Dominica Decima Quinta post Pentecosten |Dominica Decima Sexta post Pentecosten | Dominica Decima Septima post Pentecosten | Feria Quarta Quatuor Temporum Septembris | Feria Sexta Quatuor Temporum Septembris | Sabbato Quatuor Temporum Septembris | Dominica Decima Octava post Pentecosten | Dominica Decima Nona post Pentecosten | Dominica Vigesima post Pentecosten | Dominica Vigesima Prima post Pentecosten | Dominica Vigesima Secunda post Pentecosten | Dominica Vigesima Tertia post Pentecosten | Dominica Tertia quæ superfuit post Epiphaniam | Dominica Quarta quæ superfuit post Epiphaniam |Dominica Quinta quæ superfuit post Epiphaniam | Dominica Sexta quæ superfuit post Epiphaniam | Dominica Vigesima Quarta et Ultima post Pentecosten | Tabula Orationum

SANSONE















Il popolo d'Israele da lungo tem­po ormai era oppresso dai ne­mici Filistei, e levava preghiere al Signore perché venisse in suo aiuto. Il Signore intervenne man­dando nel popolo d'Israele Sanso­ne, un uomo che Egli si era riserva­to prima ancora che nascesse. Il se­gno che egli era tutto di Dio era questo: fin dalla nascita non doveva mai tagliarsi i capelli. In cambio, il Signore gli dava una forza straordi­naria per combattere i Filistei. La sua forza era davvero grande: un giorno, in campagna, gli venne incontro ruggendo un leone, e San­sone senza armi afferrò il leone e lo squarciò. 




Qualche tempo dopo ripassò da quelle parti, e volle andare a vedere i resti del leone; vide che uno scia­me di api vi si era installato e aveva già cominciato a produrre miele, tanto che Sansone poté prenderne e cibarsene. Il fatto del leone e del miele gli diede spunto per proporre un indo­vinello a trenta giovani Filistei. Disse loro: «Se me lo spiegate entro sette giorni, vi darò trenta vesti con il loro cambio; altrimenti sarete voi a darle a me». Essi acconsentirono, ed egli pro­pose l'indovinello: «Dal divoratore è uscito il cibo; dal forte è uscito il dolce». Risolsero l'enigma, e vi riuscirono soltanto con un imbroglio, allo sca­dere del settimo giorno. Gli rispose­ro: «Che cosa è più dolce del miele? Che cosa è più forte del leone?» Sansone doveva dunque dare a ciascuno di loro una veste con il suo cambio: se le procurò ucciden­do altri trenta Filistei. Così cominciò a combattere contro i nemici. 

Un'altra volta, al tempo della mietitura del grano, catturò trecento volpi, le legò a due a due per la coda con una fiaccola accesa nel mezzo e le lasciò andare nei campi di grano dei Filistei, distruggendo il raccolto, le vigne e gli oliveti. I Filistei, furenti, marciarono in gran numero contro il popolo di Israele, che si impaurì. Ma Sansone disse: «Non preoccupatevi: conse­gnate me stesso, legato, ai Filistei, ed essi se ne andranno». Così fu fatto; ma appena fu in mezzo ai Fili­stei, Sansone fece forza e spezzò le funi con cui era stato legato, poi trovò una mascella d'asino e con essa si mise a colpire i nemici, ucci­dendone un migliaio. 

Un'altra volta Sansone si trovava nascostamente a Gaza, una città fili­stea; i soldati di Gaza lo vennero a sapere, e si misero in guardia per sorprenderlo e ucciderlo. Ma San­sone li prevenne: a mezzanotte si alzò per andarsene e, poiché le por­te della città erano sbarrate, con la sua forza afferrò i due battenti di una porta, li divelse con anche gli stipiti, se li pose sulle spalle e li por­tò fin sulla cima di un colle vicino. 
Poiché non riuscivano a catturar­lo in altro modo, i Filistei decisero di ricorrere all'inganno. A Sansone piaceva una donna filistea di nome Dalila, ed ella, d'accordo nascosta­mente con i capi del suo popolo, chiese a Sansone da dove provenis­se la sua forza prodigiosa. Egli non voleva rivelarglielo, ma Dalila tanto insistette che alla fine Sansone le disse: «La forza mi viene dal Signo­re mio Dio; io mi sono consacrato a lui, come dimostrano i miei capel­li che non sono mai stati tagliati». Allora, una notte, mentre Sanso­ne dormiva, Dalila gli fece tagliare i capelli e lo fece legare con salde funi. Sansone pensò di potersi facil­mente liberare dalle funi, ma si ac­corse che non aveva più i lunghi ca­pelli, e con essi era svanita tutta la sua forza. Così i Filistei lo catturarono; gli cavarono gli occhi e lo chiusero in una prigione dove lo misero a gira­re la macina. Lentamente, però, i suoi capelli ripresero a crescere, e con essi la forza. 
Dopo qualche tempo, nella ricorrenza di una festa di Dagon, la divinità che essi adoravano, i Filistei si radunarono numerosi nel loro tempio, e con grande giubilo si ral­legravano di non avere più da te­mere il pericolo di Sansone. «Il no­stro dio ci ha dato nelle mani il no­stro nemico» si dissero, e decisero di far venire Sansone al tempio, per divertirsi vedendolo ormai vinto. Lo mandarono a prendere nella prigione, e Sansone venne nel tem­pio, accompagnato per mano da un ragazzo, perché era cieco. Nel tem­pio e sul terrazzo c'erano tutti i capi dei Filistei e una grande folla, circa tremila tra uomini e donne, che guardavano incuriositi quell'uomo di cui avevano avuto tanta paura. Sansone, senza dar nell'occhio, chiese al ragazzo che lo accompagnava: «Fammi toccare le due colonne che reggono questo edificio, perché possa appoggiarmi ad esse». Poi ri­volse una preghiera al Signore: «Si­gnore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o Dio!» Subito dopo toccò le due colon­ne per rendersi ben conto di dov'e­rano; poi, facendo forza con le braccia contro di esse, gridò: «Che io muoia insieme con i Filistei!» Sansone riuscì a spostare le co­lonne; l'edificio allora crollò rovi­nando addosso a tutti i presenti. Fu­rono più i nemici che Sansone ucci­se con la sua morte, di quanti ne aveva uccisi durante la sua vita. Giudici 13-16.

PAROLE PROFETICHE DELLA VERGINE DIVINA


MARIOLOGIA: le profezie della Madonna del Buon Successo


Quito, Ecuador (1582 -1634)

Breve racconto dei fatti.
Tra il 1582 e il 1634, la Madonna apparve, a Quito (Ecuador), ad una Suora di clausura delle Concezioniste, Madre Mariana de Jesús Torres, chiedendo di essere conosciuta e invocata sotto il titolo di “Nostra Signora del Buon Successo”. Mariana Francisca Torres nasce in Spagna nel 1563 in una famiglia dell’aristocrazia spagnola da Diego Torres e Maria Berriochoa, entrambi devoti cattolici.
Fin dall’infanzia la piccola Mariana ebbe visioni di Gesù e della Madonna.
Quando a nove anni le apparve Gesù e le disse che era arrivato il momento per lei di lasciare la sua casa paterna per abbracciare la sua croce in una terra lontana, Mariana comprese che doveva seguire sua zia, Madre Maria Taboada, nel viaggio che stava per intraprendere nelle Americhe per fondare l’Ordine dell’Immacolata Concezione. 
Durante il viaggio in nave si scatenò un uragano di inaudita violenza, tanto spaventoso che anche i marinai ad un certo momento credettero che non ci fosse più alcuna speranza di salvezza. Mariana e sua zia videro fra le acque tempestose un gigantesco serpente con sette teste che cercava di distruggere la loro nave.
In quel momento la piccola Mariana perse i sensi. Madre Maria pregò il Signore che li salvasse e improvvisamente la luce del giorno fece breccia in quella spaventosa oscurità e l’uragano si placò. Quando Mariana rinvenne raccontò alla zia di aver visto un serpente più grande del mare che si contorceva e poi una Signora di incomparabile bellezza vestita di sole con una corona di stelle sulla testa e con un bambino in braccio; la Signora trafiggeva con una lancia la testa del serpente.Mariana iniziò il noviziato all’età di 15 anni e qualche anno dopo fece la professione di fede.
Un giorno del 1582, quand’era ancora una giovane suora, mente stava pregando nel coro del suo convento davanti al Santissimo Sacramento, udì un rombo terrificante e improvvisamente vide la chiesa avvolta da un fitta oscurità. Solo l’altare maggiore rimase illuminato. Allora si aprì la porta del tabernacolo e comparve Gesù in Croce. La Vergine Maria, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena erano in piedi accanto a Lui come sul Calvario. Mariana allora sentì una voce: “Il Castigo è per il ventesimo secolo”. Vide tre spade, ciascuna riportava un’iscrizione. Sulla prima era scritto: “Punirò l’eresia”; sulla seconda: “Punirò l’empietà”; sulla terza: “Punirò l’impurità”. Allora la Madonna disse a Mariana: “Figlia mia, vuoi sacrificarti per queste persone?”, “Sono pronta” rispose prontamente la giovane suora. In quel momento le tre spade trafissero il suo cuore facendola morire.
La mattina seguente le sue consorelle trovarono il suo corpo ormai freddo riverso per terra nel coro. La sua morte venne confermata anche dal dottor Don Sancho e da un frate francescano.
Mariana dopo essere morta comparve dinanzi al Signore per essere giudicata, ma in lei non fu trovato alcun peccato. Gesù le chiese se voleva accettare di tornare sulla terra per espiare per gli uomini del ventesimo secolo; Suor Mariana accettò e venne rimandata sulla terra per compiere la sua missione, e per questo per tutta la sua esistenza terrena il Signore non le risparmiò alcuna sofferenza. Nella notte del 17 settembre 1588 suor Mariana ricevette le piaghe di Cristo nelle mani, nei piedi e nel costato. Fu tormentata per tutta la vita da Satana ma anche dotata di doni mistici straordinari tra i quali quello del discernimento dello spirito.
Significato e contenuto delle apparizioni La Madonna ha parlato a Madre Mariana dei tempi futuri della Chiesa cattolica, in particolare nel periodo “dalla metà del secolo XX in poi. La Madonna le descrisse la grave crisi che avrebbe subìto la Chiesa Cattolica e la società in generale, condannando, in diverse occasioni, l’opera satanica, demolitrice e devastatrice della Massoneria, sia nei confronti della Chiesa Cattolica che della società. Nell’Apparizione del 1582, con la SS. Trinità, la Madonna chiese e ottenne da Madre Mariana il suo consenso di offrirsi come vittima sacrificale non solo per il suo Convento e il suo Paese, ma, soprattutto, per la Chiesa Cattolica Universale e la società che, nel periodo profetizzato del secolo XX, sarebbero precipitati in una crisi drammatica e profonda.
La Madonna insistette sulla necessità della preghiera, della mortificazione, della penitenza e della sofferenza, non solo come dono gradito a Dio, ma come unico strumento col quale Madre Mariana e il suo Convento sarebbero state in grado di aiutare la Chiesa Cattolica e il mondo.
Le Apparizioni di Nostra Signora del Buon Successo a Madre Mariana contengono molte profezie, inerenti alla società, al Governo e alla Chiesa dell’Ecuador, ma offrono anche una visione dello stato disastroso in cui la Chiesa Cattolica Universale e il mondo intero sarebbero precipitati nel secolo XX ed oltre. Nel corso di questi ultimi 400 anni, la maggior parte di queste profezie si sono avverate, ed anche questo dimostra l’autenticità di queste Apparizioni. Ma ve ne sono altre che si devono ancora realizzare, in particolare quella della “Restaurazione completa della Chiesa Cattolica”.
Sin dall’approvazione del Vescovo di Quito, avvenuta nel 1610, tutti i Vescovi che si sono succeduti nella diocesi hanno sempre promosso ufficialmente e pubblicamente questa devozione. Ora, ci si domanda: perché dopo 400 anni i fedeli della Chiesa Cattolica Universale dovrebbero coltivare questa devozione e rivolgersi alla Madonna sotto l’invocazione di Nostra Signora del Buon Successo? In queste sue profezie, la Madonna chiese a Madre Mariana di adoperarsi perché i popoli, che sarebbero stati colpiti dall’ira di Dio, si potessero rivolgere al Padre Celeste “supplicandolo con insistenza” di accorciare i tempi di questo “castigo divino”, promettendo che Lei stessa, un giorno, avrebbe, in modo meraviglioso, operato la “Restaurazione completa della Chiesa Cattolica”.
Per promuovere questa devozione, più volte la Madonna aveva ordinato a Madre Mariana di far scolpire una statua a sua immagine, fino a quando, il 21 gennaio 1610, le disse: “… Ora ti comando di far costruire la mia statua per la consolazione e la preservazione del mio Convento e per le anime di quel tempo, che vivranno in un’epoca in cui vi sarà una grande devozione per Me, perché Io sono la Regina del Cielo sotto molte invocazioni. Questa devozione sarà lo scudo tra la Giustizia Divina e il mondo prevaricatore, per impedire l’attuazione della terribile punizione di Dio, che questa terra colpevole si merita”.
Questa Sacra Statua fu completata nel corso di un anno e fu consacrata dal Vescovo di Quito, il 2 febbraio del 1611. Questa è la Sacra Statua di Nostra Signora del Buon Successo, miracolosamente completata dai tre Arcangeli Gabriele, Raffaele e Michele, e che risiede tuttora nel Convento del’Immacolata Concezione di Quito.
“La mia ora arriverà quando Io, in modo sorprendente, detronizzerò l’orgoglioso e maledetto Satana, schiacciandolo sotto il mio piede e incatenandolo negli abissi infernali”.
D’un tratto, l’intera Chiesa fu immersa nel buio, nella polvere e nel fumo.
«Questo castigo sarà per il secolo xx» 
“Punirò l’eresia, “Punirò l’empietà”, “Punirò l’impurità!” (Dio Padre)

Il futuro del mondo e della Chiesa.
 Con gli occhi fissi sul Tabernacolo, Madre Mariana, alle 3 del mattino del 2 febbraio 1634, pregava Nostro Signore comunicandoGli tutto il suo amore per Lui. Terminata la preghiera, ella vide la lampada del Santuario davanti a Gesù-Sacramento spegnersi improvvisamente lasciando l’altare maggiore nel buio più completo. Poi, ad un tratto, vide una luce celestiale illuminare tutta la chiesa. La Regina del Cielo apparve e, accesa la lampada del Tabernacolo, si avvicinò a Lei presentandosi come Maria del Buon Successo e spiegandole il significato dell’oscuramento del Santuario, con queste parole: “Lo spegnimento della luce del Santuario ha diversi significati: la prima ragione dello spegnimento della luce del Santuario è che dalla fine del secolo XIX e in larga parte del secolo XX, varie eresie saranno propagate… Quando queste avranno il sopravvento, la luce preziosa della Fede si estinguerà nelle anime per la quasi totale corruzione dei costumi.
Durante questo periodo vi saranno grandi catastrofi fisiche e morali.
Il piccolo numero di anime che, nascoste, conserveranno il tesoro della Fede e delle virtù, soffriranno in modo indicibilmente crudele ed un prolungato martirio. Molti di loro moriranno per la violenza delle sofferenze e quelli che si sacrificheranno per la Chiesa e per la Patria saranno considerati Martiri. Per liberare gli uomini dal vincolo di queste eresie, quelli che l’amore misericordioso del Mio Santissimo Figlio destinerà per la Restaurazione, dovranno avere grande forza di volontà, costanza, prodezza e molta fiducia in Dio. Per provare questa fede e fiducia del giusto, vi saranno momenti in cui tutto sembrerà perduto e paralizzato: questo sarà il felice inizio della completa Restaurazione.
La seconda ragione dello spegnimento della luce del Santuario è che il mio Convento, essendo ridotto drasticamente nel numero, sarà sommerso in un incomprensibile oceano di indescrivibile amarezza, e sembrerà annegare in queste diverse acque di tribolazione. Quante autentiche vocazioni periranno per mancanza di discrezione, discernimento e prudenza da parte delle Maestre delle Novizie che le formano! Esse dovrebbero essere anime di preghiera e ben erudite nelle svariate vie spirituali. Guai a quelle anime che torneranno alla Babilonia del mondo dopo essere state nel posto sicuro di questo benedetto Convento! Durante questa epoca sfortunata, l’ingiustizia entrerà persino nel mio giardino chiuso. Mascherata sotto il nome di falsa carità, l’ingiustizia seminerà la rovina nelle anime. L’astioso Diavolo cercherà di seminare la discordia per mezzo di membri putridi i quali, mascherati da un’apparenza di virtù, saranno come sepolcri in corruzione che emanano la pestilenza della putrefazione, causando morti morali, in alcuni, e tiepidezza, in altri. Essi conficcheranno una spada a doppio taglio nelle mie figlie fedeli, le mie anime nascoste, facendole soffrire di un continuo e lento martirio. Queste figlie fedeli piangeranno in segreto e si lamenteranno presso il loro Signore e Dio, e le loro lacrime saranno presentate dal loro Angelo Custode al Padre Celeste, chiedendo che tali tempi siano accorciati per l’amore del Divin Prigioniero.
La terza ragione dello spegnimento della luce del Santuario è che lo spirito di impurità che saturerà l’atmosfera in quei tempi, come un oceano ripugnante, inonderà le strade, le piazze e i luoghi pubblici con un’incredibile libertà.
Non vi saranno quasi più anime vergini nel mondo. Il fiore delicato della verginità, timido e minacciato di completa estinzione, risplenderà molto da lontano. Prendendo rifugio nei Conventi, vi troverà un buon terreno e, prendendo radici, crescerà e vivrà e la sua fragranza sarà la delizia del mio Santissimo Figlio e lo scudo contro l’ira divina. Senza verginità, sarebbe necessario che sopra questi Paesi cadesse il fuoco del Cielo, per purificarli.
In questi tempi di maliziosa superbia, l’invidioso e pestifero Diavolo cercherà di introdursi anche in questi giardini chiusi dei Conventi dei Religiosi per far appassire questi fiori meravigliosi e delicati. Ma io lo affronterò e gli schiaccerò la testa sotto i miei piedi! Ahimé, che dolore! Vi saranno anime incaute che volontariamente si getteranno tra i suoi artigli. Altri, ritornati al mondo, diventeranno gli strumenti del Diavolo per la perdita delle anime.
La quarta ragione dello spegnimento della luce del Santuario è che, attraverso l’acquisizione del controllo su tutte le classi sociali, la Setta Massonica, sarà così astuta da penetrare nel cuore delle famiglie per corrompere persino i bambini, e il Diavolo si farà gloria di nutrirsi, con perfidia, della squisita delicatezza del cuore dei bambini.
Durante questi tempi sfortunati, il male assalirà l’innocenza infantile e, in questo modo, le vocazioni al sacerdozio saranno perdute, e questo sarà un vero disastro.Sarà compito di gruppi religiosi sostenere la Chiesa e lavorare con valoroso e disinteressato zelo per la salvezza delle anime, perché, durante questo periodo, l’osservanza della regola splenderà nelle comunità e vi saranno santi ministri dell’altare, nascosti, e anime meravigliose dalle quali il mio Santissimo Figlio ed Io trarremo la nostra delizia, considerandoli fiori eccellenti e frutti di santità eroica. Gli empi dichiareranno una guerra crudele contro di essi coprendoli di insulti, calunnie e vessazioni, per impedire il compimento del loro ministero. Ma essi, come salde colonne, rimarranno irremovibili e affronteranno tutto questo, con quello spirito di umiltà e sacrificio col quale sono rivestiti dalla virtù dei meriti infiniti del mio Santissimo Figlio, il Quale li ama come le fibre più recondite del suo santissimo e tenerissimo Cuore.
In questa epoca, il Clero Secolare abbandonerà i suoi ideali, perché i sacerdoti diventeranno negligenti nei loro sacri doveri. Persa la bussola divina, essi si allontaneranno dalla strada tracciata da Dio per il ministero sacerdotale e saranno attaccati ai beni ed alle ricchezze, che essi si sforzeranno illecitamente di ottenere. Quanto soffrirà la Chiesa durante questa notte buia! … 
Pregate insistentemente senza stancarvi e piangete con lacrime amare, nel segreto del vostro cuore, implorando il nostro Padre Celeste il Quale, per l’amore del Cuore Eucaristico del mio Santissimo Figlio e per il Suo Prezioso Sangue versato con tanta generosità e per la profonda amarezza e sofferenza della Sua crudele Passione e Morte, Egli potrebbe avere pietà dei Suoi ministri e porre rapidamente fine a questi tempi infausti, mandando alla Sua Chiesa il Prelato che ristorerà lo spirito dei suoi sacerdoti. 
Il Mio Santissimo Figlio ed Io ameremo questo figlio privilegiato con un amore di predilezione, e Noi gli faremo dono di rare capacità: umiltà di cuore, docilità alla divina ispirazione, forza per difendere i diritti della Chiesa, e di un cuore tenero e compassionevole, cosicché, come un altro Cristo, egli assisterà i grandi e i piccoli, senza disdegnare le anime più sfortunate che gli chiederanno un po’ di luce e di consiglio nei loro dubbi e sofferenze. Con divina soavità, egli guiderà le anime consacrate al servizio di Dio nei Conventi, alleggerendo il giogo del Signore il Quale ha detto: “Il mio giogo è dolce, e il mio carico leggero…La tiepidezza di tutte le anime consacrate a Dio, nello stato sacerdotale e religioso, ritarderanno la venuta di questo Prelato e Padre. Questa, dunque, sarà la causa che permetterà al Demonio maledetto di prendere possesso di questo Paese dove egli conseguirà le sue vittorie per mezzo di stranieri e gente senza fede, così numerosi che, come una nube nera, oscureranno il limpido cielo di questa futura Repubblica che sarà consacrata al Santissimo Cuore del mio Divin Figlio.
Con questa gente, tutti i vizi entreranno, e attrarranno, a loro volta, ogni tipo di castigo, come calamità, carestie, guerre intestine, dispute con altre nazioni e apostasia, la causa della perdizione di così tante anime così care a Gesù Cristo e a Me.
Per dissipare questa nube nera, che impedisce alla Chiesa di beneficiare del giorno limpido della libertà, vi sarà una guerra spaventosa e tremenda che vedrà lo spargimento di sangue di nativi e stranieri, di sacerdoti regolari e secolari e anche di monache. Quella notte sarà la più orribile, perché sembrerà che, umanamente parlando, il male abbia trionfato.
Questo, allora, segnerà l’arrivo della mia ora, quando Io, in modo sorprendente, detronizzerò l’orgoglioso Satana schiacciandolo sotto il mio piede e incatenandolo negli abissi infernali, liberando, così, finalmente la Chiesa e la Nazione dalla sua crudele tirannia.
La quinta ragione dello spegnimento della luce del Santuario è dovuta alla fiacchezza e negligenza di quelli che possiedono grandi ricchezze, i quali staranno a guardare con indifferenza la Chiesa che sarà oppressa, la virtù perseguitata e il male che trionfa, senza devotamente impiegare le loro ricchezze per la distruzione del male e per restaurare la Fede. Questa ragione è dovuta anche all’indifferenza di quella gente che permetterà che il Nome di Dio venga gradualmente fatto sparire e che aderirà allo spirito del male, consegnandosi liberamente ai vizi ed alle passioni.
Ahimé, mie figlie predilette! Se vi fosse concesso di vivere in questa èra tenebrosa, voi morireste di dolore nel vedere avverarsi tutto quello che Io vi ho rivelato. Il mio Santissimo Figlio ed Io abbiamo un tale grande amore per questo Paese, nostra eredità, che Noi desideriamo persino, sin da ora, richiedere il vostro sacrificio e le vostre preghiere per accorciare i tempi di una tale terribile catastrofe».
***
Dopo questa mirabile visione, tutto ciò che era stato narrato da Nostra Signora, apparve davanti agli occhi di Madre Mariana, come una silenziosa presentazione. Le fu così dato di conoscere il numero interminabile di anime che sarebbero state condannate per le ragioni sopra menzionate. A questa vista, Madre Mariana perse i sensi e rimase come morta per un paio di giorni. Il dottore, incapace di rianimarla, si aspettava che la morte fosse inesorabile. Madre Mariana, però, miracolosamente, si svegliò e visse il suo ultimo anno.
Apparizione di Gesù Il 2 novembre 1634, dopo aver ricevuto la Comunione, Madre Mariana ebbe una visione di Gesù Cristo.
Egli era tutto una ferita, soprattutto il Suo Sacro Cuore che era ricoperto di piccole ma strazianti spine che lo tormentavano con un’indescrivibile crudeltà. Egli versava copiose lacrime, accompagnate da lamenti e sospiri.
Madre Mariana Lo abbracciò nel suo cuore e, in uno scoppio d’amore addolorato, esclamò: “Stimato e adorato Amore della mia anima, è possibile conoscere la causa della Tua sofferenza e del Tuo crudele martirio?”.
Gesù Cristo rivoltole lo sguardo, con amorosa tenerezza e dopo un profondo sospiro, disse: “… Tu vedi come queste piccole spine mi feriscono crudelmente. Sappi che esse sono i peccati dei miei Preti – secolari e religiosi – che lo prendo dal mondo e conduco nei Conventi. Io li colmo di un diluvio di grazie spirituali, dando loro anche prolungate malattie in modo che essi possono divenire come Me. Ma, ingrati e senza cuore, essi si lamentano della Mia amorevole Provvidenza. Essi pensano che lo sia crudele verso di loro e, rìtirandosi con indifferenza, essi Mi lasciano solo.
Lo spirito di tali anime avvizzisce come un fiore bruciato, seccandosi e diventando incapace di emettere la sua fragranza, nel giardino di Mia Madre Immacolata al quale tali anime erano chiamate. Con questo comportamento ingrato, essi conficcano queste sottili spine nel Mio Cuore, ferendolo crudelmente, che è tutto amore e affetto per le Mie anime scelte. Allo stesso tempo, essi vanificano i grandi piani che lo avevo per loro, per questa ragione: Io li metto alla prova, in questo modo, perché la Croce e la tribolazione sono il patrimonio del giusto, qui sulla terra.
Instilla nelle tue attuali figlie l’amore per la croce e per il sacrificio così che esse possano trasmetterle di generazione in generazione in questo Convento come negli altri Ordini in generale. Imbevile anche di amore per la loro vocazione religiosa e per i peccatori, e insegna loro a corrispondere fedelmente all’ispirazione della Grazia.
Tempo verrà che la dottrina verrà diffusa tra i dotti e gl’ignoranti, accessibile ai Preti e ai Religiosi e persino alla gente comune. Saranno scritti molti libri, ma la pratica delle virtù a questa dottrina si troveranno solo in poche anime, perché i santi diventeranno una rarità.
Precisamente per questa ragione: i Miei Preti e Religiosi cadranno in una fatale indifferenza. La loro freddezza estinguerà il fuoco dell’amore divino, affliggendo il Mio Cuore amoroso con queste piccole spine che tu vediPer questa ragione, Io desidero che ci siano anime, qui, nelle quali Io possa riposare dalla Mia fatica e delle quali Io possa compiacermi. Le loro vite afflitte ed espiatorie sono le mani carezzevoli e compassionate che rimuovono queste sottili spine dal Mio Cuore e che vi applicano il balsamo necessario. Ahimè! Se ti fosse dato di comprendere la mia intensa sofferenza interiore che Mi ha accompagnato dall’Incarnazione nel purissimo grembo della Mia Vergine Madre fino al momento in cui la Mia anima ha lasciato il Corpo, lacerato dai chiodi sulla Croce! E questa sofferenza è causata dalla mancata corrispondenza al diluvio di grazie con le quali Io inondo i Miei Preti e Religiosi e, conseguentemente, dai peccati che essi commettono! 
Sappi, inoltre, che la Giustizia Divina manda terribili castighi su intere Nazioni non solo per i peccati della gente, ma soprattutto per i peccati dei Sacerdoti e dei Religiosi, perché questi ultimi sono chiamati, dalla perfezione del loro stato, ad essere il sale della terra, i Maestri della verità, coloro che trattengono l’Ira Divina. Deviando dalla loro sublime missione, essi si degradano a un punto tale che, agli occhi di Dio, sono proprio loro ad accelerare il rigore dei castighi, perché separandosi da Me, finiscono per vivere solo una vita superficiale dell’anima, e mantenersi lontano da Me non è degno dei Miei ministri. 
Con la loro freddezza e mancanza di fiducia essi agiscono come se per loro lo fossi un estraneo. Ahimè! Se solo sapessero, se loro fossero convinti di quanto Io li ami e desideri che essi entrino nella vera profondità delle loro anime, là, senza alcun dubbio, essi troverebbero Me e vivrebbero necessariamente la vita d’amore, luce e continua unione per la quale essi non sono solo stati chiamati, ma scelti! Ora, Mia sposa, nei pochi mesi di esilio che ti rimangono, lavora incessantemente per la perfezione dei Miei Preti e Religiosi. In unione con i Miei meriti infiniti e quelli di Mia Madre Immacolata, offri tutto quello che fai – perfino il tuo ultimo respiro – per questo, Io sono enormemente soddisfatto delle anime religiose che si fanno carico del sublime compito di santificazione del Clero per mezzo delle loro preghiere, sacrifici e penitenze. In ogni tempo, Io sceglierò tali anime in modo che, unendosi a Me, essi lavorino, preghino e soffrano per conseguire questo nobile fine, e una gloria speciale li attenderà in Cielo”.
Le rivelazioni della Madonna a Madre Mariana de Jesus.  Riepilogo generale 
La Madonna descrive così a Madre Mariana i mali del ventesimo secolo: “…Durante questo periodo, poiché in questo povero paese (l’Ecuador; N.d.R.) mancherà lo spirito Cristiano, il Sacramento dell’Estrema Unzione sarà poco considerato. Molte persone moriranno senza riceverlo – sia a causa della negligenza delle loro famiglie o per i loro falsi sentimenti che cercano di proteggere gli ammalati dal vedere la gravità della loro situazione, oppure perché si ribelleranno contro lo spirito della Chiesa Cattolica, spinti dalla malizia del diavolo. Così molte anime saranno private di innumerevoli grazie, consolazioni e della forza di cui hanno bisogno per fare il grande salto dal tempo all’eternità… Come per il Sacramento del Matrimonio, che simboleggia l’unione di Cristo con la Sua Chiesa, esso verrà attaccato e profanato nel pieno senso della parola.
La massoneria, che in quel tempo sarà al potere, emanerà leggi inique con l’obiettivo di abolire questo Sacramento, rendendo facile per tutti vivere nel peccato, incoraggiando la procreazione di figli illegittimi nati senza la benedizione della Chiesa. Lo spirito cristiano verrà meno rapidamente, spegnendo la preziosa luce della Fede finché non si arriverà al punto che ci sarà una quasi totale e generale degenerazione dei costumi… Aumenteranno gli effetti dell’educazione secolare, che sarà una delle ragioni della mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose…Il Sacro Sacramento dei Santi Ordini sarà deriso, oppresso e disprezzato…Il demonio cercherà di perseguitare i Ministri del Signore in ogni maniera possibile e agirà con crudele e sottile astuzia per sviarli dallo spirito delle loro vocazioni, corrompendo molti di loro. Questi sacerdoti corrotti, che saranno motivo di scandalo per i cristiani, faranno sì che l’odio dei cattivi cristiani e dei nemici della Chiesa Cattolica e Apostolica Romana ricada su tutti i sacerdoti… Questo apparente trionfo di Satana porterà enormi sofferenze ai buoni Pastori della Chiesa… Non ci sarà quasi più innocenza nei bambini, né pudicizia nelle donne, e in questo momento di grande miseria della Chiesa quelli che dovrebbero parlare rimarranno in silenzio.
Ma Sappi, amata figlia, che quando nel ventesimo secolo il tuo nome sarà fatto conoscere, ci saranno molti che non crederanno, affermando che questa devozione non è gradita a Dio… Il Clero secolare lascerà molto a desiderare perché i sacerdoti diventeranno negligenti nei loro sacri doveri. Non avendo la bussola divina essi si allontaneranno dalla strada tracciata da Dio per i ministero sacerdotale e saranno attaccati ai beni e alle ricchezze…Quanto soffrirà la Chiesa durante questa notte buia! Mancando un Prelato e Padre che li guidi con amore paterno, dolcezza, fortezza, saggezza e prudenza, molti sacerdoti perderanno il loro spirito, ponendo le proprie anime in grande pericolo. Questo segnerà l’arrivo della Mia ora.
Attraverso l’acquisizione del controllo su tutte le classi sociali, le sette tenderanno a penetrare con grande astuzia nel cuore delle famiglie e distruggeranno persino i bambini. Il diavolo si farà gloria di nutrirsi con perfidia dei cuori dei bambini. L’innocenza dell’infanzia quasi scomparirà. Così si perderanno le vocazioni dei religiosi. E questo sarà un vero disastro. I religiosi abbandoneranno i loro doveri sacri e si allontaneranno dalla via segnata per loro da Dio… Satana avrà il controllo di questa terra attraverso gli errori di uomini senza fede i quali, come una nuvola nera, oscureranno il cielo della repubblica consacrata al Sacro Cuore del Mio divino Figlio. Questa repubblica, avendo consentito l’ingresso di tutti i vizi, dovrà subire ogni sorta di castighi, tra i quali ci saranno pestilenze, carestie, lotte fra le persone e gli stranieri che indurranno un gran numero di anime all’apostasia e alla perdizione… E per disperdere queste nubi nere che nascondono il giorno chiaro della libertà della Chiesa, ci sarà una formidabile e terribile guerra nella quale scorrerà il sangue di nativi e stranieri, di sacerdoti regolari e secolari e anche di monache…Quella notte sarà la più orribile, perché sembrerà all’umanità che il male abbia trionfato; e allora la mia ora sarà giunta per detronizzare l’orgoglioso Satana in una maniera sorprendente, schiacciandolo sotto il mio piede e incatenandolo negli abissi infernali, liberando così finalmente la Chiesa e la Nazione dalla sua crudele tirannia”.
Ciò che è più doloroso è che [nel ventesimo secolo] persino il clero secolare lascerà molto a desiderare, perché i Ministri dell’Altare avranno dimenticato la loro sublime missione di identificarsi con il Mio Santissimo Figlio attraverso…una preghiera umile, quotidiana e fervente. Essi vivranno solo una vita superficiale dell’anima, senza distaccarsi dalle cose materiali, essendo troppo attaccati alla famiglia e alle ricchezze.
Penseranno di poter aspirare alla santità nello stato sacerdotale praticando una o due virtù – senza curarsi di costruire le solide fondamenta di una profonda umiltà, senza la quale non può esserci alcuna virtù.” Gesù a Madre Mariana: “Sappi inoltre che la Giustizia Divina manda terribili castighi su intere nazioni, non solo per i peccati della gente ma anche per quelli di sacerdoti e religiosi. Perché questi ultimi sono chiamati, dalla perfezione del loro stato, ad essere il sale della terra, i maestri di verità, e coloro che tengono lontana l’Ira Divina.
Deviando dalla loro missione divina essi si degradano a un punto tale che, agli occhi di Dio, sono proprio loro ad accelerare il rigore dei castighi. Perché separandosi da Me finiscono per vivere solo una vita superficiale dell’anima, e mantenersi distanti da Me non è degno dei Miei Ministri. Con la loro freddezza e mancanza di fiducia agiscono come se per loro fossi un estraneo”.
AMDG et BVM