Il punto 5. della "Relatio Synodi", 18.10.2014, conclusiva della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi: "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione" (5-19 ottobre 2014) [qui], dichiara: "Il cambiamento antropologico-culturale influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato."
A questo proposito è bene ribadire cose già dette, ma che giova riaffermare. Il "cambiamento antropologico" di cui si parla non può riguardare l'interiorità profonda e l'essenza dell'uomo - essere umano uomo e donna, che quella è e quella resta -, di creatura voluta amata e redenta dal Suo Creatore, che trova la sua vera dignità e libertà nell'essere a Lui ordinata e dunque nel rapporto personale e comunitario con Lui. Ciò che cambia nello scorrere del tempo sono i 'gusti', le 'mode', le 'contingenze' (cioè situazioni e conseguenze); ma l'essenza dell'uomo è quella che è. Inoltre essa o è portata alla sua pienezza d'essere, in Cristo, oppure non è nulla! La dissoluzione dell'identità cristiana nell'Occidente discende dai Lumi e oltre. Essa trova il suo culmine oggi attraverso lo storicismo e l'antropocentrismo veicolati nella Chiesa anche dallo "spirito del concilio" tuttora imperante. Dir questo non significa non avere il senso della storia o sminuire l'uomo; ma situarlo al suo posto, cioè orientato e ordinato al Creatore e non come centro di tutto. Senza obliterare la "storia della salvezza" portata a compimento da Cristo Signore.
Purtroppo subiamo l'effetto dell'abbandono della philosophia perennis operato dallo "spirito del concilio". Ed è per questo che la dimensione ontologica è stata sostituita da quella fenomenologica ed esistenziale, che l'odierna gerarchia sembra privilegiare. L'abbandono della metafisica ha messo all'angolo la fede, il Soprannaturale, l'ontologia e ha fondato le innovazioni di 'rottura' - ché tali sono - nell'antropocentrismo. Il vizio di fondo e nodo centrale di tutto è che, in base ai presupposti storicisti, la continuità con la tradizione è oggi riferita al soggetto chiesa anziché all'oggetto rivelazione. E, mentre le verità eterne non possono evolvere, lo storicismo trasferisce ad esse la mutevolezza che invece appartiene al divenire che esse devono orientare e fecondare. Il Signore è lo stesso ieri oggi sempre.
I discorsi, incisivi e densi di verità eterne, di un Papa che è nel cuore di tanti credenti sono il miglior antidoto alle tossine veicolate dal nuovo documento, nonostante le rettifiche apportatevi in seguito alle note contestazioni. Letti con attenzione, essi danno anche le motivazioni profonde e ineludibili dei principi vigorosamente e limpidamente affermati. (Maria Guarini)
MOLTO MOLTO BELLO
Un “sì” per sempre, come l’amore di Cristo
22 aprile 1942
Il sì, erompente dal vostro labbro per impulso del vostro volere, annoda intorno a voi il vincolo coniugale, e insieme lega per sempre le vostre volontà. Il suo effetto è irrevocabile: il suono, espressione sensibile del vostro consenso, passa; ma il consenso stesso formalmente è fissato, non passa, è perpetuo, perché è consenso nella perpetuità del vincolo, mentre un consenso di vita soltanto per qualche tempo fra gli sposi non varrebbe a costituire il matrimonio. L’unione dei vostri sì è indivisibile; ond’è che non vi è vero matrimonio senza inseparabilità, né vi è inseparabilità senza vero matrimonio.
Ma se la volontà degli sposi, contratto che l’abbiano, non può più sciogliere il vincolo matrimoniale, potrà forse farlo l’autorità, superiore ai coniugi, stabilita da Cristo per la vita religiosa degli uomini? Il vincolo del matrimonio cristiano è così forte, che, se esso ha raggiunto la sua piena stabilità con l’uso dei diritti coniugali, nessuna potestà al mondo, nemmeno la Nostra, quella cioè del Vicario di Cristo, vale a rescinderlo.
Gesù e Maria con la loro presenza santificarono le nozze di Cana: là il divin Figlio della Vergine fece il primo miracolo, quasi a dimostrare anzi tempo che iniziava la sua missione nel mondo e il regno di Dio dalla santificazione della famiglia e dell’unione coniugale, origine della vita. Là cominciò la elevazione del matrimonio, il quale doveva ergersi nel mondo soprannaturale dei segni, che producono la grazia santificante, a simbolo della unione di Cristo con la Chiesa (Efesini 5, 32); unione indissolubile e inseparabile, nutrita di quell’amore assoluto e senza fine, che sgorga dal Cuore di Cristo. Come potrebbe l’amore coniugale essere e dirsi simbolo di tale unione, quando fosse deliberatamente limitato, condizionato, solubile, quando fosse una fiamma di amore soltanto a tempo? No: elevato all’eccelsa e santa dignità di sacramento, improntato e stretto in così intima connessione con l’amore del Redentore e con l’opera della redenzione, non può essere e affermarsi che indissolubile e perpetuo.
È vero; un vincolo può talora costituire un gravame, una servitù, come le catene che stringono il prigioniero. Ma può essere anche un potente soccorso e una sicura garanzia, come la corda che lega l’alpinista ai suoi compagni di ascensione, o come i legamenti che uniscono le parti del corpo umano e lo rendono spedito e franco nei suoi movimenti; e tale è ben il caso del vincolo indissolubile del matrimonio.
La Santa Comunione,
mezzo efficacissimo per la vita spirituale della famiglia
7 giugno 1939
Ogni anima cristiana ha bisogno dell’Eucaristia, secondo la parola di Nostro Signore Gesù Cristo: “Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna” (Gv 6, 54. 55).
La Comunione Eucaristica ha dunque per effetto di alimentare l’unione santificante e vivificante dell’anima con Dio, di mantenere e fortificare la vita spirituale ed interiore, d’impedire che nel viaggio e nel combattimento terreno venga a mancare ai fedeli quella vita che è stata loro comunicata nel Battesimo.1
Di questi beni così preziosi Gesù Cristo vuole arricchire le anime nella Santa Comunione: e beati coloro che, assecondando le sue amorose intenzioni, sanno valersi di questo mezzo così valido di santificazione e di salute! Ma di tutti questi aiuti hanno particolare bisogno gli sposi e i genitori cristiani che, rendendosi conto delle gravi responsabilità, da loro assunte, si sono proposti di volervi seriamente corrispondere.
La famiglia ha bisogno, come di base, di intima unione di anime soprattutto, non solo di corpi, unione fatta di amore e di pace scambievole. Ora l’Eucaristia è, secondo la bella espressione di Sant’Agostino, segno di unione, vincolo di amore, signum unitatis, vinculum caritatis, e perciò unisce e quasi rinsalda tra loro i cuori.
A sostenere i pesi, le prove, i dolori comuni, ai quali ogni famiglia anche ben ordinata non può sfuggire, vi è bisogno di quotidiane energie; la Comunione Eucaristica è generatrice di forza, di coraggio, di pazienza, e con la letizia soave che diffonde nelle anime ben disposte fa sentire quella serenità che e il tesoro più prezioso del domestico focolare.
Pensiamo con gioia, diletti figli, che voi, ritornando alle vostre città, ai vostri paesi, alle vostre parrocchie, darete questo bello ed edificante spettacolo di accostarvi spesso alla Mensa Eucaristica, e dalla chiesa rientrerete nelle vostre case portando tra le pareti domestiche Gesù e, con Gesù, ogni bene. (Fonte: In tua justitia libera me Domine)
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1. Allora era scontato: che viene perduta col peccato e non recuperata se non attraverso il pentimento, il proposito di non ricadere e la confessione.