giovedì 10 aprile 2014

Storia decisamente affascinante. Luigina Sinapi.

Quella di Luigina Sinapi è una storia decisamente affascinante ma, non di rado, dimenticata o sconosciuta: la storia della beata (il processo è in corso) del XX secolo che ricevette alcune immagini dal Cielo ritraenti la Vergine Maria alle nozze di Cana.
 

La vita

Già da bambina Luigina affermava di giocare spesso con Gesù Bambino a nascondino ed a rincorrersi – la mistica Natuzza Evolo aveva esperienze dello stesso tipo in gioventù.

Era nata l’8 settembre 1916 a Itri (Latina), prima di cinque figli. La sua mamma era così preoccupata dei fatti straordinari che le succedevano, che a metà degli anni ’20 la portò da Padre Pio da Pietrelcina per un consiglio e una benedizione.
Il frate le pose la sua mano stigmatizzata sul capo e disse: “Dio si manifesta in lei con la sua volontà”.
Trascorse fanciullezza e adolescenza nella sua famiglia agiata ricevendo, soprattutto dalla mamma, un’ottima educazione cristiana, frequentando elementari e ginnasio con serietà e intuendo che una singolare missione l’aspettava.
Ella stessa dirà di aver offerto a Gesù il voto di verginità a soli cinque anni.
Insieme, nutriva un’affezione intensissima alla Madonna, pregata a lungo con il Rosario, contemplata nei suoi dolori, nella partecipazione alla Passione del Figlio Crocifisso.

In Maria SS.ma aveva una fiducia illimitata, tanto da strapparle dei miracoli, così che quando altri si accorgevano della sua familiarità con Lei le chiedevano di pregarla per le loro necessità: e succedevano miracoli.

Nel novembre 1931, il primo grandissimo dolore: la morte della sua mamma a soli 44 anni. Era l’inizio della sua “via Crucis” cui però non mancheranno gioie profondissime e eventi straordinari.
Sedicenne, Luigina entra tra le Figlie di S. Paolo per consacrarsi a Dio. Ha come direttore spirituale don Timoteo Giaccardo(oggi beato). Ma a causa dellasua salute delicata, quello non è il suo posto. La notte di Natale, don Giaccardo le domanda: “Per amore di Gesù, vuoi offrirti vittima per la salvezza delle anime?”.
Luigina risponde di sì. Don Giaccardo conclude: “Va’, figliola, la tua vocazione è altrove”.
Luigina sente dolori atroci al bacino: è un tumore. Rimane a letto, nella sua casa di Itri, per due anni, pregando, offrendo e continuando a occuparsi con eroismo dei suoi fratelli cui fa da mamma. Il 15 agosto 1935, solennità dell’Assunzione di Maria, il Parroco le amministra l’Estrema Unzione, perché ormai è alla fine. Ma ecco il miracolo: Luigina vede Gesù e la Madonna che la interrogano:

Siamo venuti per farti una proposta. Tu però sei libera di scegliere: vuoi venire subito con noi in Paradiso o rimanere sulla terra e offrirti ancora vittima espiatrice per la Chiesa e per i sacerdoti?

In un istante, Luigina vede i pericoli dell’apostasia, le defezioni che sarebbero venute negli anni futuri e accetta la seconda proposta, offrendosi ancora vittima a Dio.
Gesù allora le dice:

Non entrerai più in convento, ma come una persona comune vivrai nascosta agli occhi del mondo. Sarai poco compresa, soffrirai molto e morirai sola come me. Sarai –come dice il tuo nome– il granello di senape in un solco di Roma. Vivrai lo straordinario nell’ordinario. Da questo momento ti lascerò la mia santa Madre: ti guiderà e ti conforterà. Sii una violetta nascosta ma sempre profumata. Non temere.

Luigina Sinapi in giovane età
Luigina Sinapi in giovane età

Non appena Gesù ebbe finito di parlare, l’angelo custode di Luigina, Samuele, la prese per mano e la sollevò. Luigina si trovò improvvisamente guarita, mentre le bende che le coprivano il tumore le caddero.

Dopo quella visione, il primo sabato di ogni mese e nelle festività mariane, la Madonna, preannunciata da musiche e cori angelici, apparve sempre a Luigina, lasciando sul luogo un profumo senza eguali che perdurava per tutto il giorno.
Luigina nel 1930 era entrata nel convento delle Figlie di San Paolo di don Alberione ma, ammalatasi, poco dopo dovette lasciare l’istituto.
Il colloquio con il Cielo, con Gesù e la Madonna, con Santi quali S.Francesco d’AssisiS. Filippo NeriS. Teresa di Gesù Bambino e S. Gemma Galgani, si fa più intenso: vede l’Invisibile e porta a compimento “cose impossibili” agli uomini.
Al contempo si dedica all’adorazione eucaristica, all’apostolato spicciolo e a quello “in grande”, straordinario, come quando Gesù la invia in bilocazione a portare soccorso ai Vescovi e ai sacerdoti impediti e perseguitati nell’Est europeo e in Russia.
Nel medesimo tempo il diavolo la tormenta in ogni modo. Non per nulla si era offerta vittima per la Chiesa e per i sacerdoti e il bene che compie è sempre più grande, a larghissimo raggio.

All’entrata dell’Italia in guerra nel giugno 1940, Luigina lascia Roma per fondare presso il Santuario della Madonna della Civita, a Itri, un’opera di carità e di assistenza per bambini bisognosi e donne anziane. Richiamata a Roma presso l’istituto di Statistica, non accetta, vivendo per qualche tempo di umili servizi e di carità e continuando il suo apostolato singolare.

Una mattina d’aprile 1937, Luigina si trova presso l’Abbazia delle Tre Fontane e si inoltra tra le piante secolari fino a una grotta che ella non sa essere luogo malfamato e ricettacolo di ciò che si vuol far sparire: croci spezzate, corpicini abortiti, materiale compromettente. Luigina si trova davanti alla Madonna che, con uno sguardo mesto, le fece notare in un angolo lo scheletro di un bimbo abortito ed insepolto.
Luigina seppellisce i piccoli resti e poi la Madonna le confida:
 

Esattamente fra dieci anni, tornerò in questo luogo. Mi servirò di un uomo che oggi perseguita Me e la Chiesa Cattolica e vuole uccidere il Papa… Ora tu va in piazza S. Pietro, troverai una signora vestita così… e le chiederai di condurti da suo fratello Cardinale: porterai a lui il mio messaggio. Da questo luogo, stabilirò a Roma il trono della mia gloria… Inoltre dirai al Cardinale che prestò sarà lui il nuovo Papa.
Luigina va a S. Pietro dove incontra la marchesa Pacelli, ottenendo subito di parlare con il fratello Card. Eugenio Pacelli, Segretario di Stato. L’illustre e santo uomo di Chiesa crede subito a quella ragazza di 21 anni, come a un’inviata da Dio. Quando il 12 aprile 1947 la Madonna apparì a Bruno Cornacchiola, convertendolo dai suoi tristi intenti, egli andò a raccontare tutto al Papa Pio XII, che era comunque già al corrente di tutto.
Vista realizzata la profezia che riguardava la sua elezione al Papato, Pio XII continua a stimare sempre più Luigina. I suoi incontri con lei si infittiscono nelle frequenti udienze e nelle telefonate reciproche.
Un giorno, in cui giunge all’udienza con il Pontefice, coperta di lividi per le percosse ricevute dal diavolo, Pio XII le dona una reliquia della Croce di Gesù, dicendo: “Portala sempre con te, ti proteggerà da Satana!”.
Avvicinandosi l’Anno Santo 1950, Pio XII pensa alla definizione dogmatica dell’Assunzione di Maria SS.ma in corpo e anima, ma vuole un segno dal Cielo.
Luigina, a nome della Madonna, le dice: “Padre santo, proceda tranquillo. Mamma Maria è in Paradiso anche con il suo corpo!”.
Luigina nel contempo sapeva che stavano per venire tempi molto duri per la Chiesa.
Ad un amico confidò: “Dopo il Concilio, la Chiesa dovrà superare molte difficoltà… Ma alla fine, essa ne uscirà rinvigorita”.
Per suggerimento della Madonna, scrive: “Tempo verrà in cui menti corrose dall’orgoglio di scoprire, contesteranno il Vangelo, perché Gesù non ha scritto… Ma gli Apostoli, infiammati dal Fuoco divino, lo hanno scritto con il sangue. Quel Fuoco si sta spegnendo. La Chiesa ha bisogno di nuovo di questo Fuoco”.
Questa è la rivelazione in cui si intravede la tragedia della “nuova teologia” e della “nuova esegesi” già condannate da Pio XII nella “Humani generis” (12 agosto 1950), e che dilagando di nuovo dappertutto, di fatto distruggono il Credo Cattolico e seminano confusione e rovina nelle anime.
Passò gli ultimi anni della sua vita offrendo i suoi sacrifici per le anime di Chiesa e per la salvezza delle anime, passando a miglior vita il 17 aprile 1978.

La “foto” della Vergine Maria

Luigina Sinapi, come detto, era testimone d’accadimenti straordinari, anche più volte al giorno.

Tuttavia, verso la fine degli anni ’60, uno di questi “eventi” fu molto particolare.
Ella attendeva, come ogni primo sabato del mese, la visita della “Mamma” nella sua casa di via Urbino, e più esattamente nella sua Cappellina; ma quel sabato la Madonna non era venuta. Luigina si fece triste e, per consolarsi, pensò di proiettarsi alcune immagini sacre, ed in particolare le diapositive dei Luoghi Santi.
Sulla parete che funge da schermo, ecco che arriva, nell’ordine , la diapositiva della località, Cana, luogo dell’evangelico “Festino di Nozze”, dove Gesù diede inizio ai suoi miracoli.
All’’improvviso la scena si anima per la presenza reale della Madre di Gesù che intercede preso il Figlio. Maria è rivestita della Veste di Nozze, ed è adorna dei “gioielli (monili) della Casa di Davide”, dono dello Sposo Giuseppe: due magnifici orecchini di perle e una fibula analoga sull’omero a fermare la lieve cadenza del manto.
Un tessuto impalpabile, quasi un velo, bianco, poggia sul suo capo.
In una prima posa la Vergine è rivolta con gli occhi al Figlio e dice a Lui: “Non hanno più vino”.
In un’altra posa, la seconda, l’immagine si presenta il sembiante verginale della “Donna”, allorché la Madre di Gesù, rivolta ai servi, pronuncia le arcane parole: ”Fate quello che Egli vi dirà”.
Nell’atto di allontanarsi la Madonna dice a Luigina: “Ti lascio un regalo, vedi!”, e aggiunge: “In Me troverai Gesù”.

Le due foto della Vergine Maria
Le foto della Vergine Maria (Clicca per lo zoom)

Tempo dopo sempre la Madonna le confermò la veridicità della foto: “Ecco il segno che da tempo desideravi. Codesta è la mia fotografia alle Nozze di Cana, cui presi parte con Gesù e i suoi primi Discepoli. Guardala bene: in essa si riflette un grande momento di gioia, di trepidazione e di sollecitudine da parte mia e del mio Figlio per le sorti della famiglia.

Luigina tuttavia, per rafforzarne l’autenticità, la diede all’’On. Prof. Enrico Medi per analizzarla, il quale la sottopose ad esame di laboratorio. Dall’esame di rigore scientifico risultò di essere una fotografia in “positivo”, ovvero reale.
Da notare che tutti i tentativi di riproduzione e/o fotocopia non andarono a buon fine, le macchine si rompevano nel tentativo.
 

Ma la Sinapi era anche depositaria di un materno avviso: “In me troverai Gesù”, le aveva detto la “Mamma” all’’atto di allontanarsi. Dapprima la mistica non intende il significato celato in queste parole.

Tuttavia la sua fede, fede di “eventi maturati in silenzio”, diventa in quel momento operosa attesa, sorge la viva esigenza di decifrare il senso delle arcane parole. Il giubilo del materno “regalo” era attraversato da quella domanda. Ed ecco, a un tratto, la sublime, consolante scoperta: nel Volto bello e santo della Madonna, c’era – e c’è – ben visibile, il Volto di Gesù.
Bisogna coprire con un foglio bianco la parte sinistra del Volto della Madre, perché nella parte destra emerga una sagoma, uguale e diversa: l’immagine del Figlio. I sembianti del Figlio e del Figlio e della Madre sono uguali, ma non identici, nei tratti e nelle espressioni.
Luigina cerca una conferma alla sua scoperta e la trova in modo convincente nell’unico termine di paragone irrefragabile: i tratti del Salvatore presenti nel Volto della “Donna” che intercede alle Nozze di Cana, sono conformi al divino sembiante dell’Uomo della Sindone, l’unico archetipo dell’Uomo–Dio (link all’immagine della comparazione).
Nel regalo fatto dalla “Mamma” a Luigina “il Figlio di Maria” è conforme nei tratti al Volto della Madre. Ma la Madre, “Figlia del Suo Figlio”, è conforme a Lui.
Allorché Luigina mostrava nel volto di Maria il volto adorabile del suo Gesù era presa da un’intima consolazione. Era questo il messaggio più grande dell’immagine: Lì – e cioè in Me – troverai Gesù, aveva detto la Vergine Maria.






A Meditation on the Holy Sacrifice of the Mass

MEDITAZIONE SUL SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA con video





Padre Vincenzo Nuara, siciliano domenicano,  che la gran parte di Voi ben conosce come promotore della santa Messa di sempre, invita a meditare guardando questo video molto suggestivo:

A Meditation on the Holy Sacrifice of the Mass



Buona visione
fr.gmmd


L’educazione esige continuità.






ESSERE COSTANTI

Data: Domenica, 10 settembre @ 19:41:24 CEST
Argomento: Vita cattolica: Matrimonio, laicato...


L’educazione esige continuità. Se cambiate parere e umore continuamente, sconcerterete il bambino. Se poi per eguali mancanze ora siete indulgente, ora severo, il bambino, che è d’una logica rigorosa, si disorienta e presto farà di testa sua.




* L’educazione esige continuità. Se cambiate parere e umore continuamente, sconcerterete il bambino. Se poi per eguali mancanze ora siete indulgente, ora severo, il bambino, che è d’una logica rigorosa, si disorienta e presto farà di testa sua.

* È soprattutto nei primi anni che si acquistano le abitudini. Qualunque sia il temperamento del fanciullo, qualunque siano i suoi atavismi, è facile orientare bene la " tenera pianta ", Per acquistare il senso dell’ordine, del rispetto, della pulizia, della cortesia, della lealtà, dell’accettazione gioiosa nelle piccole difficoltà della vita, dei riflessi della carità, nessuna cosa vale quanto la costanza che crea le abitudini, le quali, divenendo vere pieghe psico-fisiologiche, renderanno facile ogni cosa. Ma non bisogna desistere finché l’abitudine non si sia formata.

* Tale costanza e continuità domandano all’educatore durissimi sforzi. Non è forse necessario prendere tutto in una volta, ma è con continui sforzi, ripetuti nello stesso senso, con dolcezza e fermezza, che si libera il bambino dalla sua innata tendenza alla pigrizia e all’egoismo.

* Agire, punire o premiare a capriccio, senza un motivo sufficiente, da' al fanciullo l’idea più o meno vaga di mancanza di serietà. Di qui alla trascuratezza non c’è che un passo. "Se mamma ha i nervi e fa i capricci, perché non dovrei aver anch’io il diritto di fare altrettanto?". Il meno che si possa esigere dall’autorità è la coerenza. Non vi è nulla che possa gettare il bambino nell’incertezza di quello che ha il diritto di fare o il dovere di non fare, come gli ordini contraddittori e la mancanza di logica nell’apprezzamento d’uno stesso atto.

* Quando non si è dato un comando o una punizione in un momento di agitazione, è probabile che si sia restati nella giusta misura, e quindi non v’è bisogno di ritornare sulla decisione presa, senza un nuovo motivo sufficiente. L’educatore incostante perde man mano la sua autorità morale, con grave danno della formazione del bambino, che ha tanto bisogno di appoggiare la sua debolezza e le sue incertezze su una solida base.

* Vi sono a volte indulgenze che sono tradimenti.

* Ecco una mamma che ha creduto suo dovere privare della frutta il suo ragazzo di otto anni. Ma si commuove dinanzi agli occhi lacrimosi del piccolo delinquente e dice: "Andiamo, per questa volta ti perdono. Prendi la tua parte e non ricominciare più!". Questo è un vero sbaglio per le conseguenze: se il ragazzo non meritava la punizione, non bisognava infliggerla; se la meritava, deve subirla, perché se gli si perdona "per questa volta" non comprenderà come non gli si debba perdonare ogni volta.

* Anche se avete avuto la mano troppo pesante, se cioè la sanzione applicata è eccessiva, sarà meglio mantenere, nell’interesse di vostro figlio, la sentenza pronunciata, salvo ad essere più attenti un’altra volta. Diversamente il vostro bimbo non prenderà più sul serio le vostre minacce o i vostri rimproveri.

* II segreto dell’ascendente morale dei genitori sui bambini è la stabilità nella serenità.

* Se gli ordini che darete ai bambini e i rimproveri che farete loro procedono dagli impulsi del momento, da scatti d’impazienza, d’immaginazione o da sentimenti ciechi e male ponderati, come si può pretendere che essi non appaiano, sovente, arbitrari, incoerenti, forse anche ingiusti e inopportuni? Un giorno siete di un’esigenza irragionevole e d’una severità inesorabile con questi poveri piccoli; l’indomani lasciate correre tutto. Cominciate rifiutando una piccola cosa che, un istante dopo, stanchi dei lamenti e del broncio che vi fanno, accorderete con dimostrazioni di tenerezza, desiderosi che la finiscano una buona volta con una scena che v’innervosisce. Perché dunque non sapete dominare i movimenti del vostro umore e frenare la fantasia quando vi dedicate all’educazione dei vostri figli? Se in alcuni momenti vi accorgete di non essere del tutto padroni di voi stessi, rimandate a più tardi la punizione che volete infliggere o il rimprovero che volete dare; nella calma ferma dello spirito, la parola e il castigo avranno un’altra efficacia, una potenza più educativa e più autorevole che non gli scatti provocati da una passione mal repressa. Non dimenticate che i bambini, anche piccoli, sono tutt’occhi nell’osservare e nel registrare; si accorgono subito dei vostri cambiamenti d’umore. Sin dalla culla, appena giunti a distinguere la loro madre dalle altre donne, capiranno subito il potere che ha sui loro genitori un capriccio o uno strillo, e, nella loro innocente malizia, non si priveranno di abusarne. Guardatevi dunque da tutto quello che potrebbe diminuire la vostra autorità su di loro. Guardatevi dall’indebolire tale autorità con l’uso continuato e con l’insistenza noiosa delle raccomandazioni e delle osservazioni. Le loro orecchie finiranno per assuefarvisi e non ci faranno più caso.






Questo Articolo proviene da Pagine cattoliche