....... 26. Gli dice: «SAPPI, MIO PICCOLO FIGLIO AMATIS-SIMO, CHE IO SONO LA PERFETTA SEMPRE VERGINE SANTA MARIA, LA MADRE DEL VE-RISSIMO ED UNICO DIO, DI COLUI CHE È L'AUTORE DELLA VITA, DEL CREATORE DEGLI UOMINI, DI COLUI NEL QUALE TUTTE LE COSE SUSSISTO-NO, DEL SIGNORE DEL CIELO, DEL PADRONE DELLA TERRA. DESIDERO ARDENTEMENTE CHE IN QUESTO LUOGO VENGA COSTRUITA LA MIA PICCOLA CASA SACRA, MI VENGA ERETTO UN TEMPIO, |
26. quimolhuilia: "MAXICMATTI, MA HUEL YUH YE IN MOYOLLO, NOXO-COYOUH, CA NEHUATL IN NICEN-QUIZCA CEMICAC ICHPOCHTLI SANCTA MARIA, IN INANTZIN IN HUEL NELLI TEOTL DIOS, IN IPAL-NEMOHUANI, IN TEYOCOYANI, IN TLOQUE NAHUAQUE, IN ILHUICA-HUA, IN TLALTICPAQUE. HUEL NIC-NEQUI, CENCA NIQUELEHUIA INIC NICAN NECHQUECHILIZQUE NOTEOCALTZIN, | ....... 26. le dice: "SÁBELO, TEN POR CIERTO, HIJO MÍO EL MÁS PE-QUEÑO, QUE YO SOY LA PER-FECTA SIEMPRE VIRGEN SANTA MARÍA, MADRE DEL VERDADE-RÍSIMO DIOS POR QUIEN SE VIVE, EL CREADOR DE LAS PER-SONAS, EL DUEÑO DE LA CER-CANÍA Y DE LA INMEDIACIÓN, EL DUEÑO DEL CIELO, EL DUE-ÑO DE LA TIERRA, MUCHO DE-SEO QUE AQUÍ ME LEVANTEN MI CASITA SAGRADA. | ||
27. IN CUI IO VOGLIO MO-STRARLO, RENDERLO MANI-FESTO,
|
27. IN ONCAN NICNEXTIZ, NICPAN-TLAZAZ.
|
27. EN DONDE LO MOSTRARÉ, LO ENSALZARÉ AL PONERLO DE MANIFIESTO:
| ||
28. DARLO ALLE GENTI ATTRAVERSO IL MIO AMORE, LA MIA COMPASSIONE, IL MIO AIUTO, LA MIA PROTEZIONE,
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28. NICTEMACAZ IN IXQUICH NOTE-TLAZOTLALIZ, NOTEICNOIT-LALIZ, IN NOTEPALEHUILIZ, IN NOTEMA-NAHUILIZ,
|
28. LO DARÉ A LAS GENTES EN TODO MI AMOR PERSONAL, EN MI MIRADA COMPASIVA, EN MI AUXILIO, EN MI SALVA-CIÓN:
| ||
29. PERCHÉ, IN VERITÀ, IO SONO LA VOSTRA MADRE MISERICORDIOSA:
|
29. CA NEL NEHUATL IN NAMOI-CNOHUACANANTZIN,
|
29. PORQUE YO EN VERDAD SOY VUESTRA MADRE COMPASIVA,
| ||
30. TUA, DI TUTTI COLORO CHE ABITANO QUESTA TERRA
|
30. IN TEHUATL IHUAN IN IXQUI-CHTIN IN IC NICAN TLALPAN ANCE-PANTLACA,
|
30. TUYA Y DE TODOS LOS HOMBRES QUE EN ESTA TIER-RA ESTÁIS
| ||
31. E DI TUTTI QUEGLI UOMINI CHE MI AMANO, MI INVOCANO, MI CERCANO E RIPONGONO IN ME TUTTA LA LORO FIDUCIA.
|
31. IHUAN IN OCCEQUIN NEPAPAN-TLACA, NOTETLAZOTLACAHUAN, IN NOTECH MOTZATZILIA, IN NECH-TEMOA, IN NOTECH MOTEMA-CHILIA,
|
31. EN UNO, Y DE LAS DEMÁS VARIADAS ESTIRPES DE HOM-BRES, MIS AMADORES, LOS QUE A MÍ CLAMEN, LOS QUE ME BUSQUEN, LOS QUE CONFÍEN EN MÍ,
| ||
32. QUI ASCOLTERÒ IL VOSTRO PIANTO E I VOSTRI LA-MENTI. MI PRENDERÒ A CUORE E CURERÒ TUTTE LE VOSTRE NUMEROSE PENE, LE VOSTRE MISERIE, I VOSTRI DOLORI PER PORVI RIMEDIO.
|
32. CA ONCAN NIQUINCAQUILIZ IN INCHOQUIZ, IN INTLAOCOL, INIC NICYECTILIZ NICPATIZ IN IXQUICH NEPAPAN INNETOLINILIZ, INTONE-HUIZ, INCHICHINAQUILIZ.
|
32. PORQUE ALLÍ LES ESCUCHARÉ SU LLANTO, SU TRISTEZA, PARA REMEDIAR PARA CURAR TODAS SUS DIFEREN-TES PENAS, SUS MISERIAS, SUS DOLORES.
| ||
33. E PERCHÉ SI POSSA REA-LIZZARE QUANTO IL MIO AMORE MISERICORDIOSO DESIDERA, RECATI AL PALAZZO DEL VESCOVO A CITTÀ DI MÉXICO E DIGLI CHE IO TI MANDO PER RIVELARGLI QUANTO DESIDERO, E CIOÈ CHE MI PROVVEDA QUI UNA CASA, ERIGENDOMI UN TEMPIO AI PIEDI DI QUESTO COLLE. GLI RACCONTERAI TUTTO CIÒ CHE HAI VISTO E AMMIRATO E CIÒ CHE HAI UDITO.
|
33. AUH INIC HUELNELTIZ IN NICNEMILIA IN NOTEICNOITTALIZ MA XIAUH IN OMPA IN ITEC-PANCHAN IN MEXICO OBISPO, AUH TIQUILHUIZ IN QUENIN NEHUA NI-MITZTITLANI INIC TIQUIXPANTIZ IN QUENIN HUEL CENCA NI-QUELEHUIA INIC NICAN NECH-CALTI, NECHQUECHILI IN IPAN IN TLALMANTLI NOTEOCAL; HUEL MOCH TICPOHUILIZ IN IXQUICH IN OTIQUITTAC, OTICMAHUIZO, IHU-AN IN TLEIN OTICCAC.
|
33. Y PARA REALIZAR LO QUE PRETENDE MI COMPASIVA MI-RADA MISERICORDIOSA, ANDA AL PALACIO DEL OBISPO DE MEXICO, Y LE DIRÁS QUE CÓ-MO YO TE ENVÍO, PARA QUE LE DESCUBRAS CÓMO MUCHO DESEO QUE AQUÍ ME PROVÉA DE UNA CASA, ME ERIJA EN EL LLANO MI TEMPLO; TODO LE CONTARÁS, CUANTO HAS VISTO Y ADMIRADO, Y LO QUE HAS OÍDO.
| ||
34. STAI SICURO CHE TE NE SARÒ MOLTO GRATA E TI RICOMPENSERÒ;
|
34. AUH MA YUH YE IN MOYOLLO CA HUEL NICTLAZOCAMATTIZ, AUH CA NIQUIXTLAHUAZ
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34. Y TEN POR SEGURO QUE MUCHO LO AGRADECERÉ Y LO PAGARÉ,
| ||
35. PER QUESTO TI ARRICCHIRÒ E TI GLORIFICHERÒ.
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35. CA IC NIMITZCUILTONOZ, NI-MITZTLAMACHTIZ,
|
35. QUE POR ELLO TE ENRIQUECERÉ, TE GLORIFICARÉ;
| ||
36. LA TUA FATICA E IL SERVIZIO CHE MI FAI ANDANDO A SOLLECITARE LA MIA PETIZIONE SARANNO DEGNAMENTE RICOMPENSATI.
|
36. IHUAN MIEC ONCAN TICMACE-HUAIC NICCUEPCAYOTIIN MOCIA-HUILIZ, IN MOTEQUIPANOLIIN IC TICNEMILITIUH IN TLEIN NIMITZ-TITLANI.
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36. Y MUCHO DE ALLÍ MERECERÁS CON QUE YO RETRIBUYA TU CANSANCIO, TU SER-VICIO CON QUE VAS A SOLI-CITAR EL ASUNTO AL QUE TE ENVÍO.
| ||
37. ORA CHE HAI ASCOLTATO, MIO PICCOLO FIGLIO AMATISSIMO, LA MIA PAROLA, VA' E PORTA A TERMINE LA MISSIONE!».
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
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sabato 12 dicembre 2015
«SAPPI, MIO PICCOLO FIGLIO AMATISSIMO ... nican mopohua
giovedì 10 aprile 2014
Storia decisamente affascinante. Luigina Sinapi.
Quella di Luigina Sinapi è una storia decisamente affascinante ma, non di rado, dimenticata o sconosciuta: la storia della beata (il processo è in corso) del XX secolo che ricevette alcune immagini dal Cielo ritraenti la Vergine Maria alle nozze di Cana.
La vita
Già da bambina Luigina affermava di giocare spesso con Gesù Bambino a nascondino ed a rincorrersi – la mistica Natuzza Evolo aveva esperienze dello stesso tipo in gioventù.
Era nata l’8 settembre 1916 a Itri (Latina), prima di cinque figli. La sua mamma era così preoccupata dei fatti straordinari che le succedevano, che a metà degli anni ’20 la portò da Padre Pio da Pietrelcina per un consiglio e una benedizione.
Il frate le pose la sua mano stigmatizzata sul capo e disse: “Dio si manifesta in lei con la sua volontà”.
Trascorse fanciullezza e adolescenza nella sua famiglia agiata ricevendo, soprattutto dalla mamma, un’ottima educazione cristiana, frequentando elementari e ginnasio con serietà e intuendo che una singolare missione l’aspettava.
Ella stessa dirà di aver offerto a Gesù il voto di verginità a soli cinque anni.
Insieme, nutriva un’affezione intensissima alla Madonna, pregata a lungo con il Rosario, contemplata nei suoi dolori, nella partecipazione alla Passione del Figlio Crocifisso.
In Maria SS.ma aveva una fiducia illimitata, tanto da strapparle dei miracoli, così che quando altri si accorgevano della sua familiarità con Lei le chiedevano di pregarla per le loro necessità: e succedevano miracoli.
Nel novembre 1931, il primo grandissimo dolore: la morte della sua mamma a soli 44 anni. Era l’inizio della sua “via Crucis” cui però non mancheranno gioie profondissime e eventi straordinari.
Sedicenne, Luigina entra tra le Figlie di S. Paolo per consacrarsi a Dio. Ha come direttore spirituale don Timoteo Giaccardo(oggi beato). Ma a causa dellasua salute delicata, quello non è il suo posto. La notte di Natale, don Giaccardo le domanda: “Per amore di Gesù, vuoi offrirti vittima per la salvezza delle anime?”.
Luigina risponde di sì. Don Giaccardo conclude: “Va’, figliola, la tua vocazione è altrove”.
Luigina sente dolori atroci al bacino: è un tumore. Rimane a letto, nella sua casa di Itri, per due anni, pregando, offrendo e continuando a occuparsi con eroismo dei suoi fratelli cui fa da mamma. Il 15 agosto 1935, solennità dell’Assunzione di Maria, il Parroco le amministra l’Estrema Unzione, perché ormai è alla fine. Ma ecco il miracolo: Luigina vede Gesù e la Madonna che la interrogano:
Siamo venuti per farti una proposta. Tu però sei libera di scegliere: vuoi venire subito con noi in Paradiso o rimanere sulla terra e offrirti ancora vittima espiatrice per la Chiesa e per i sacerdoti?
In un istante, Luigina vede i pericoli dell’apostasia, le defezioni che sarebbero venute negli anni futuri e accetta la seconda proposta, offrendosi ancora vittima a Dio.
Gesù allora le dice:
Non entrerai più in convento, ma come una persona comune vivrai nascosta agli occhi del mondo. Sarai poco compresa, soffrirai molto e morirai sola come me. Sarai –come dice il tuo nome– il granello di senape in un solco di Roma. Vivrai lo straordinario nell’ordinario. Da questo momento ti lascerò la mia santa Madre: ti guiderà e ti conforterà. Sii una violetta nascosta ma sempre profumata. Non temere.
Non appena Gesù ebbe finito di parlare, l’angelo custode di Luigina, Samuele, la prese per mano e la sollevò. Luigina si trovò improvvisamente guarita, mentre le bende che le coprivano il tumore le caddero.
Dopo quella visione, il primo sabato di ogni mese e nelle festività mariane, la Madonna, preannunciata da musiche e cori angelici, apparve sempre a Luigina, lasciando sul luogo un profumo senza eguali che perdurava per tutto il giorno.
Luigina nel 1930 era entrata nel convento delle Figlie di San Paolo di don Alberione ma, ammalatasi, poco dopo dovette lasciare l’istituto.
Il colloquio con il Cielo, con Gesù e la Madonna, con Santi quali S.Francesco d’Assisi, S. Filippo Neri, S. Teresa di Gesù Bambino e S. Gemma Galgani, si fa più intenso: vede l’Invisibile e porta a compimento “cose impossibili” agli uomini.
Al contempo si dedica all’adorazione eucaristica, all’apostolato spicciolo e a quello “in grande”, straordinario, come quando Gesù la invia in bilocazione a portare soccorso ai Vescovi e ai sacerdoti impediti e perseguitati nell’Est europeo e in Russia.
Nel medesimo tempo il diavolo la tormenta in ogni modo. Non per nulla si era offerta vittima per la Chiesa e per i sacerdoti e il bene che compie è sempre più grande, a larghissimo raggio.
All’entrata dell’Italia in guerra nel giugno 1940, Luigina lascia Roma per fondare presso il Santuario della Madonna della Civita, a Itri, un’opera di carità e di assistenza per bambini bisognosi e donne anziane. Richiamata a Roma presso l’istituto di Statistica, non accetta, vivendo per qualche tempo di umili servizi e di carità e continuando il suo apostolato singolare.
Una mattina d’aprile 1937, Luigina si trova presso l’Abbazia delle Tre Fontane e si inoltra tra le piante secolari fino a una grotta che ella non sa essere luogo malfamato e ricettacolo di ciò che si vuol far sparire: croci spezzate, corpicini abortiti, materiale compromettente. Luigina si trova davanti alla Madonna che, con uno sguardo mesto, le fece notare in un angolo lo scheletro di un bimbo abortito ed insepolto.
Luigina seppellisce i piccoli resti e poi la Madonna le confida:
Esattamente fra dieci anni, tornerò in questo luogo. Mi servirò di un uomo che oggi perseguita Me e la Chiesa Cattolica e vuole uccidere il Papa… Ora tu va in piazza S. Pietro, troverai una signora vestita così… e le chiederai di condurti da suo fratello Cardinale: porterai a lui il mio messaggio. Da questo luogo, stabilirò a Roma il trono della mia gloria… Inoltre dirai al Cardinale che prestò sarà lui il nuovo Papa.
Luigina va a S. Pietro dove incontra la marchesa Pacelli, ottenendo subito di parlare con il fratello Card. Eugenio Pacelli, Segretario di Stato. L’illustre e santo uomo di Chiesa crede subito a quella ragazza di 21 anni, come a un’inviata da Dio. Quando il 12 aprile 1947 la Madonna apparì a Bruno Cornacchiola, convertendolo dai suoi tristi intenti, egli andò a raccontare tutto al Papa Pio XII, che era comunque già al corrente di tutto.
Vista realizzata la profezia che riguardava la sua elezione al Papato, Pio XII continua a stimare sempre più Luigina. I suoi incontri con lei si infittiscono nelle frequenti udienze e nelle telefonate reciproche.
Un giorno, in cui giunge all’udienza con il Pontefice, coperta di lividi per le percosse ricevute dal diavolo, Pio XII le dona una reliquia della Croce di Gesù, dicendo: “Portala sempre con te, ti proteggerà da Satana!”.
Avvicinandosi l’Anno Santo 1950, Pio XII pensa alla definizione dogmatica dell’Assunzione di Maria SS.ma in corpo e anima, ma vuole un segno dal Cielo.
Luigina, a nome della Madonna, le dice: “Padre santo, proceda tranquillo. Mamma Maria è in Paradiso anche con il suo corpo!”.
Luigina nel contempo sapeva che stavano per venire tempi molto duri per la Chiesa.
Ad un amico confidò: “Dopo il Concilio, la Chiesa dovrà superare molte difficoltà… Ma alla fine, essa ne uscirà rinvigorita”.
Per suggerimento della Madonna, scrive: “Tempo verrà in cui menti corrose dall’orgoglio di scoprire, contesteranno il Vangelo, perché Gesù non ha scritto… Ma gli Apostoli, infiammati dal Fuoco divino, lo hanno scritto con il sangue. Quel Fuoco si sta spegnendo. La Chiesa ha bisogno di nuovo di questo Fuoco”.
Questa è la rivelazione in cui si intravede la tragedia della “nuova teologia” e della “nuova esegesi” già condannate da Pio XII nella “Humani generis” (12 agosto 1950), e che dilagando di nuovo dappertutto, di fatto distruggono il Credo Cattolico e seminano confusione e rovina nelle anime.
Passò gli ultimi anni della sua vita offrendo i suoi sacrifici per le anime di Chiesa e per la salvezza delle anime, passando a miglior vita il 17 aprile 1978.
La “foto” della Vergine Maria
Luigina Sinapi, come detto, era testimone d’accadimenti straordinari, anche più volte al giorno.
Tuttavia, verso la fine degli anni ’60, uno di questi “eventi” fu molto particolare.
Ella attendeva, come ogni primo sabato del mese, la visita della “Mamma” nella sua casa di via Urbino, e più esattamente nella sua Cappellina; ma quel sabato la Madonna non era venuta. Luigina si fece triste e, per consolarsi, pensò di proiettarsi alcune immagini sacre, ed in particolare le diapositive dei Luoghi Santi.
Sulla parete che funge da schermo, ecco che arriva, nell’ordine , la diapositiva della località, Cana, luogo dell’evangelico “Festino di Nozze”, dove Gesù diede inizio ai suoi miracoli.
All’’improvviso la scena si anima per la presenza reale della Madre di Gesù che intercede preso il Figlio. Maria è rivestita della Veste di Nozze, ed è adorna dei “gioielli (monili) della Casa di Davide”, dono dello Sposo Giuseppe: due magnifici orecchini di perle e una fibula analoga sull’omero a fermare la lieve cadenza del manto.
Un tessuto impalpabile, quasi un velo, bianco, poggia sul suo capo.
In una prima posa la Vergine è rivolta con gli occhi al Figlio e dice a Lui: “Non hanno più vino”.
In un’altra posa, la seconda, l’immagine si presenta il sembiante verginale della “Donna”, allorché la Madre di Gesù, rivolta ai servi, pronuncia le arcane parole: ”Fate quello che Egli vi dirà”.
Nell’atto di allontanarsi la Madonna dice a Luigina: “Ti lascio un regalo, vedi!”, e aggiunge: “In Me troverai Gesù”.
Tempo dopo sempre la Madonna le confermò la veridicità della foto: “Ecco il segno che da tempo desideravi. Codesta è la mia fotografia alle Nozze di Cana, cui presi parte con Gesù e i suoi primi Discepoli. Guardala bene: in essa si riflette un grande momento di gioia, di trepidazione e di sollecitudine da parte mia e del mio Figlio per le sorti della famiglia.”
Luigina tuttavia, per rafforzarne l’autenticità, la diede all’’On. Prof. Enrico Medi per analizzarla, il quale la sottopose ad esame di laboratorio. Dall’esame di rigore scientifico risultò di essere una fotografia in “positivo”, ovvero reale.
Da notare che tutti i tentativi di riproduzione e/o fotocopia non andarono a buon fine, le macchine si rompevano nel tentativo.
Ma la Sinapi era anche depositaria di un materno avviso: “In me troverai Gesù”, le aveva detto la “Mamma” all’’atto di allontanarsi. Dapprima la mistica non intende il significato celato in queste parole.
Tuttavia la sua fede, fede di “eventi maturati in silenzio”, diventa in quel momento operosa attesa, sorge la viva esigenza di decifrare il senso delle arcane parole. Il giubilo del materno “regalo” era attraversato da quella domanda. Ed ecco, a un tratto, la sublime, consolante scoperta: nel Volto bello e santo della Madonna, c’era – e c’è – ben visibile, il Volto di Gesù.
Bisogna coprire con un foglio bianco la parte sinistra del Volto della Madre, perché nella parte destra emerga una sagoma, uguale e diversa: l’immagine del Figlio. I sembianti del Figlio e del Figlio e della Madre sono uguali, ma non identici, nei tratti e nelle espressioni.
Luigina cerca una conferma alla sua scoperta e la trova in modo convincente nell’unico termine di paragone irrefragabile: i tratti del Salvatore presenti nel Volto della “Donna” che intercede alle Nozze di Cana, sono conformi al divino sembiante dell’Uomo della Sindone, l’unico archetipo dell’Uomo–Dio (link all’immagine della comparazione).
Nel regalo fatto dalla “Mamma” a Luigina “il Figlio di Maria” è conforme nei tratti al Volto della Madre. Ma la Madre, “Figlia del Suo Figlio”, è conforme a Lui.
Allorché Luigina mostrava nel volto di Maria il volto adorabile del suo Gesù era presa da un’intima consolazione. Era questo il messaggio più grande dell’immagine: “Lì – e cioè in Me – troverai Gesù”, aveva detto la Vergine Maria.
mercoledì 24 luglio 2013
Il ritratto fisico e spirituale teologico di Maria
"Non hanno più vino"
«La santissima Madre di Dio era di statura media (alcuni dicono che anche lei era alta tre braccia), del colore del grano, con i capelli biondi e gli occhi chiari e belli, le sopracciglia lunghe, un naso medio, una mano lunga con dita affilate: era semplice, umile, naturale: amava i vestiti dal colore naturale, come testimonia il suo Maphorion che si trova nel tempio a lei dedicato.»
La descrizione fornisce tre elementi del ritratto fisico di Maria: la statura di Maria descritta come media; i tratti somatici di volto e mani, i soli visibili sulle icone mariane; l'abito che copre il capo, le spalle e il corpo di Maria, che l'autore identifica con il cosiddettoMaphorion che i bizantini possedevano a Costantinopoli e veneravano nel santuario mariano di Blachernes della stessa città.
Altri testi insistono sulla somiglianza di Madre e Figlio; ne citeremo qui solo uno tratto dalla Vita di Maria, scritta da un certo Epifanio, monaco di Costantinopoli, vissuto nel secolo IX. Parlando di Gesù, Epifanio ne fa il seguente ritratto:
«Gesù era di circa sei piedi, con capigliatura bionda e un po' ondulata, sopracciglia nere non del tutto arcuate, con una leggera inclinazione del collo in modo che il suo aspetto non era del tutto perpendicolare col viso non rotondo ma alquanto allungato, come quello di sua Madre. alla quale del resto egli rassomigliava in tutto.»
«Maria era di media statura; alcuni, invece, sostengono che la superasse. Di carnagione color del grano, aveva capelli biondi, begli occhi dal color nocciola dorato. le sopracciglia nere, un naso profilato, mani, dita e faccia allungate; era tutta grazia e bellezza, senza superbia, semplice, laboriosa e sommamente umile; perciò, come lei stessa dice, Iddio la guardò perché lei magnificava il Signore; amava portare vesti non tinte, come testimonia il suo sacro velo dal colore naturale.»
2. Il ritratto spirituale teologico
L'icona mariana contiene anche il ritratto spirituale e teologico della Madre di Dio. I Padri parlano spesso della bellezza di Maria. Basti qui citare la descrizione data da Gregorio Palamas, autore greco del secolo XIV:
«Volendo creare un'immagine della bellezza assoluta e manifestare chiaramente agli angeli e agli uomini la potenza della sua arte, Dio ha fatto Maria tutta bella. Egli ha riunito in lei le particolari bellezze distribuite alle altre creature e l'ha costituita comune ornamento di tutti gli esseri visibili e invisibili: o piuttosto, ha fatto di lei come la sintesi di tutte le perfezioni divine, angeliche e umane, una bellezza sublime che nobilita i due mondi, che si eleva dalla terra fino al cielo e che supera anche quest'ultimo... Maria è come la linea di demarcazione tra il creato e l'increato. Ella sola ha ricevuto i doni divini senza misura e Dio ha posto tutto nelle sue mani: ella è il luogo di tutte le grazie, la pienezza della bontà, l'immagine viva di ogni virtù; ella sola è stata ricolmata dei carismi dello Spirito Santo, ed e eccelsa su ogni creatura per la sua unione con Dio».
Abbiamo in questa descrizione gli elementi della bellezza spirituale soprannaturale della Madre di Dio che il pittore è chiamato a rendere visibile con la sua arte. Il compito è però così arduo e cosi sublime da dover ricorrere a un grande numero di iscrizioni e di simboli che costituiscono ognuno una specie di finestra aperta sull'invisibile, sul soprannaturale, sull'ultraterreno. Questo fa dell'arte bizantina un'arte mistica e simbolica aperta sull'infinito.
I simboli principali, accompagnati da iscrizioni a cui normalmente ricorre l'artista, sono i seguenti. La posizione frontale delle figure e gli occhi aperti rivolti allo spettatore hanno lo scopo di mettere il fedele che prega in diretto contatto con il modello raffigurato. Il fondo oro esprime la gloria celeste in cui vivono attualmente le figure rappresentate. Il nimbo dorato suggerisce la santità della Panaghia, o «Tuttasanta». Le tre stelle dipinte sul capo e sulle spalle di Maria simboleggiano la Aeiparthenos, o «perpetua verginità di Maria prima, durante e dopo il parto». LeIscrizioni che figurano sulle icone mariane sono di due tipi. Le prime sono obbligatorie, le seconde facoltative. Quelle obbligatorie accompagnano le figure di Maria e del bambino. Quella che accompagna la figura di Maria è costituita dai due digrammi del nome di Maria, scritti in grandi caratteri, spesso ornati, ai due lati del capo della Madonna. Essi sono MP ΘY, abbreviazione perMeter Theou, o Madre di Dio. Questi due digrammi hanno soppiantato ben presto il nome Aghia Maria, o Santa Maria, che si incontrano in alcune rare raffigurazioni antiche. Essi corrispondono inoltre al nome Theotokos divenuto un nome proprio di Maria a partire del concilio di Efeso del 431, nel quale i Padri della Chiesa ravvisano la fonte di tutte le sue grandezze e di tutti i suoi privilegi. San Giovanni Damasceno (+749) cosi lo celebra: «Il solo nome Theotókos contiene tutto il mistero dell'economia della salvezza». Esso comprende anche per i bizantini la fonte nascosta della sublime bellezza della Madre di Dio.
Anche il bambino che siede in braccio o nel grembo della Madre è raffigurato in posizione frontale. Veste chiton. o tunica. e imation. o mantello color oro coperto di assist, ossia di una ragnatela di fili d'oro che esprimono la sua divinità. Ha la statura di un bimbo di tre anni, ma le sembianze sono di un adulto, per sottolineare il carattere soprannaturale e divino. Il nimbo è crociato, per indicare il Salvatore, e contiene il trigramma sacro O WN, o Yahweh, il nome rivelato da Dio a Mosè. Ai due lati del capo sono iscritti IC XC, per Gesù Cristo, Figlío di Dio e Dio lui stesso. La mano sinistra regge un rotolo di pergamena, simbolo della sapienza; la mano destra alzata suggerisce un segno di benedizione.
Vero Volto di Maria Santissima
<<SPIRITO
SANTO, ISPIRAMI;
AMORE DI DIO,
CONSUMAMI;
NEL VERO
CAMMINO, CONDUCIMI.
MARIA MADRE
MIA, GUARDAMI;
CON GESU’
BENEDICIMI;
DA OGNI MALE,
DA OGNI ILLUSIONE,
DA OGNI PERICOLO,
PRESERVAMI.>>
mercoledì 23 gennaio 2013
MIRACOLI DI MARIA SANTISSIMA: LORETO, APARECIDA, GUADALUPE, LOURDES, GENAZZANO, FATIMA,
E' LA VERA IMMAGINE DELLA MAMMA DIVINA
QUESTO E' L' UNICO VERO VOLTO DI MARIA
Santissima Nostra Signora di Guadalupe, La Perfetta
MIRACOLI DI
MARIA
CHE COS’E’ UN MIRACOLO?
"Quando Gesù fu sceso dal monte,
molta folla lo seguiva.
E Gesù stese la mano e lo toccò
dicendo: `Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve. " (Mt 8,
1-3)
"Miracolo! Miracolo! È un
miracolo!" - grida il popolo, meravigliato dinanzi a quel fenomeno che nessuno è
in grado di spiegare. Numerosi altri miracoli sono narrati nella Bibbia. Nel
corso dei secoli, Dio ha continuato a intervenire nella storia dei santi e
della Chiesa, operando molti miracoli per il bene dei fedeli. Ma che cos'è
esattamente un miracolo?
La Chiesa cattolica ha stabilito
i criteri per sapere con certezza se un fatto particolare è miracoloso o
no.
In primo luogo, ci devono essere
documenti in grado di dimostrare che il fatto preso in considerazione è reale,
che non è una frode o il frutto dell'immaginazione o di un condizionamento
psicologico.
In secondo luogo, è necessario
che esso sia il risultato di un'esperienza autenticamente religiosa.
Infine, il fatto deve essere
inspiegabile secondo le leggi naturali e della scienza.
Ma... sarà possibile che ancor
oggi avvengano miracoli?
Sì, essi si verificano anche ai
nostri giorni. Ad esempio, nei processi di beatificazione e canonizzazione, la
Chiesa esige la prova dei miracoli, ottenuti attraverso l'intercessione della
persona che sarà beatificata o canonizzata. La Chiesa è attenta a effettuare
un'analisi minuziosa, prima di dichiarare che si è trattato effettivamente di
un miracolo.
È necessario notare che solo Dio
è in grado di compiere miracoli, perché solo lui ha il potere di sospendere le
leggi della natura. La Madonna e i santi sono semplicemente intercessori presso
di Lui per la realizzazione di un miracolo.
Ma a Dio piace agire per mezzo
dei santi, specialmente attraverso la Madonna.
Al fine di avvicinare ancor più
gli amici e simpatizzanti di questa Madre così formidabile, l'Associazione
Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione presenta il
libretto "Miracoli di Maria".
Sono storie straordinarie di
miracoli realizzati per mezzo dell'intercessione della Vergine Maria.
Perciò desideriamo che questa
pubblicazione sia per lei, come per coloro che la verranno ad avere tra le
mani, portatrice di grande bene e stimolo ad aver fiducia nella Madonna.
L'IMMAGINE DI GUADALUPE
Nel lontano 1531, un indio
saliva sulle colline del Tepeyac, nei dintorni di Città del Messico, per
assistere ad una lezione di catechismo. Il suo nome era Juan Diego: era un
neobattezzato che impressionava tutti per il fervore con cui aveva abbracciato
la religione cattolica.
Giunto in cima alla montagna,
egli udì risuonare dei canti e, allo stesso tempo, una voce femminile che lo
chiamava: - Juan, Juan Dieguito!
Sorpreso, l'indio si diresse
verso il luogo da dove proveniva la voce e poté contemplare qualcosa di
veramente meraviglioso! Una Signora di bellezza sovrannaturale stava di fronte
a lui. La sua veste irradiava una luce intensa e tutto intorno a lei era
trasformato. - Juan Diego
si chinò davanti a lei e udì,
incantato, le seguenti parole: - Juanito, il più umile dei miei figli [...].
Io, la Sempre Vergine Maria, Madre del Dio Vivo e del Creatore, desidero che sia
costruito qui, subito, un tempio. In questo modo potrò mostrare tutto il mio
amore, compassione, soccorso e protezione agli uomini. Io sono la tua pietosa
Madre, tua e di tutti gli abitanti di questa terra e di tutti coloro che Mi
amano, invocano e confidano in Me. Ascolto tutti i loro lamenti e curo tutte le
loro miserie, afflizioni e dolori.
Dopo aver detto questo, la
Madonna ordinò a Juan Diego di andare al palazzo del Vescovo di Città del
Messico e di riferirgli il suo desiderio: che in quel luogo si costruisse un
tempio dedicato a Lei. Promise anche che sarebbe stata molto riconoscente per
questo e che lo avrebbe ricompensato largamente.
Il nostro buon indio obbedì. Il
Vescovo, però, non credette alle sue parole e volle che il veggente portasse
un segno dalla Madre di Dio.
Juan Diego tornò molto triste e
umilmente riferì alla Vergine l'accaduto. La Madonna lo incoraggiò e gli
chiese di salire in cima alla collina e di cogliere i fiori che avesse
trovato.
Giunto in cima, egli rimase
incantato dalla varietà dei fiori sbocciati in pieno inverno su quel suolo
arido. Li colse e li portò alla bella Signora. Ella lo inviò nuovamente dal
vescovo, a presentargli quei fiori come prova della sua apparizione.
L'indio, pieno di fede, ripose i
fiori nel suo mantello - una specie di poncho rustico usato dai contadini
aztechi - e si incamminò in direzione del palazzo episcopale.
Quando vi giunse, fu umiliato
dai funzionari del vescovo: - Tu, ancora? Non sai che il Signor Vescovo è un
uomo molto occupato?!
E ancora: - Questa storia della
Vergine che ti appare, è un'invenzione tua, vero? Che ci vuoi guadagnare con
questo?
- Non sto inventando nulla, no!
- assicurava l'indio - È tutto vero! La Signora, mia madre, mi ha mandato
qui.
- Che cosa porti nascosto
lì?
- Sono i fiori che ho colto in
cima al Tepeyac, disse Juan Diego.
- Guardate! Sono fiori
esotici!
- Ma che bei fiori! Non ne ho
mai visti di così tanto belli!
1 funzionari erano incantati, ma
l'indio ebbe da aspettare ancora molte ore, fino a che, finalmente, i
funzionari riferirono al vescovo il caso dei fiori, e questi, allora, decise di
riceverlo. Quando arrivò al suo cospetto, Diego aprì il suo mantello e i fiori
caddero. Con sorpresa e meraviglia di tutti, su quella rustica veste appariva
una splendida immagine della Madonna.
Davanti ad un simile segno, il
vescovo si mise in ginocchio, emozionato. Adesso, credeva! Quando si alzò era
pronto a soddisfare la richiesta della Vergine Santa.
Il vescovo volle che
quell'immagine della Madonna fosse venerata da tutti i fedeli. Innanzitutto,
egli la espose nella cappella del Palazzo e poi nella chiesa principale della
città. Lì rimase fino alla fine della costruzione del tempio sul Tepeyac, nel
luogo indicato da Juan Diego.
La Madonna di Guadalupe, come
cominciò ad esser chiamata, fu proclamata patrona dell'America Latina da Papa
San Pio X, nel 1910. La sua festa è commemorata il giorno 12 Dicembre.
Al di là della storia e del
miracolo, l'immagine della Vergine di Guadalupe porta con sé aspetti
affascinanti, che ancor oggi incuriosiscono scienziati del mondo intero.
Il mantello dell'indio Juan
Diego è tessuto con una fibra grossolana destinata a disfarsi nel tempo:
normalmente la sua durata è di circa 20 anni. Ormai di anni ne sono passati
quasi 500 ed esso si conserva perfetto, come nel giorno del miracolo.
Per 100 anni l'immagine è
rimasta esposta nella chiesa ed è stata portata in numerose processioni senza
alcuna protezione. Baci e contatti da parte dei fedeli, umidità e polvere: nulla
ha compromesso il tessuto, né l'immagine.
Analizzando le proprietà della
pittura, il Dott. Richard Kuhn, Premio Nobel per la Chimica nel 1938, non riuscì
a scoprire se la tinta usata fosse di origine vegetale, animale o minerale.
Un test a raggi infrarossi,
effettuato da tecnici della NASA nel 1979, concluse che il disegno fu
realizzato senza abbozzo preliminare.
Tuttavia, la più affascinante
scoperta degli studiosi dell'immagine, avvenne durante l'analisi degli occhi
della Santissima Vergine.
Dopo vari ingrandimenti della
fotografia, con stupore si osservò in entrambi gli occhi la figura di un uomo
con la barba.
Più tardi, utilizzando metodi
computerizzati ad alta tecnologia, si scoprì un dettaglio ancora più
impressionante: tutti i personaggi presenti nella sala, al momento della
consegna dei fiori, incluso lo stesso Juan Diego, sono "fotografati" negli occhi
dell'immagine.
Ancora, studi compiuti da
numerosi oftalmologi hanno rivelato che gli occhi hanno la brillantezza e la
luminosità proprie soltanto di una persona viva!
Questo affascinante insieme di
scoperte - per il quale la scienza non ha una spiegazione - potrebbe riassumersi
in una sola parola: miracolo. Uno dei più stupendi miracoli della Madonna, un
vero dono della Madre di Dio ai suoi amati figli d'America.
LOURDES E L'ACQUA MIRACOLOSA
L'11 febbraio 1858, nel piccolo
villaggio francee di Lourdes, una bambina povera di nome Bernardette vide per
la prima volta la Vergine Maria. Mentre stava raccogliendo legna nei pressi di
una grotta, un improvviso rumore la colse di sorpresa!
Ecco quanto lei stessa racconta
di quello che accadde: Un giorno, recatami sulla riva del fiume Gave per
raccogliere legna insieme con due fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso
il prato ma vidi che gli alberi non si muovevano affatto, per cui levai la
testa e guardai la grotta. Vidi una Signora rivestita di vesti candide.
Indossava un abito bianco ed era cinta da una fascia azzurra. Su ognuno dei
piedi aveva una rosa d'oro, che era dello stesso colore della corona del
rosario.
Era la Santissima Vergine che,
sorridendo, la invitava ad avvicinarsi a Lei. Timorosa, Bernadette non avanzò,
ma prese il rosario e cominciò a pregare. Lo stesso fece la "bella Signora", che
nonostante non muovesse le labbra, la accompagnava con la sua corona.
Questa è stata la prima di una
serie di 18 apparizioni in quella grotta. Inizialmente, la giovane Bernadette
Soubirous non sapeva chi fosse quella Signora, che però non tardò a rivelare la
sua identità: - Io sono l'Immacolata Concezione.
La notizia delle apparizioni si
diffuse in tutti i dintorni, facendo sì che tanto i credenti come i non
credenti accorressero a visitare il sito.
Fu nella nona apparizione, il
25 febbraio, che Maria compi un miracolo meraviglioso! Questo miracolo sta
ancora dando i suoi frutti ai giorni nostri, e proprio soltanto la Madre di
Misericordia, avrebbe potuto farci un dono con così tanta bontà.
La Madonna fece sgorgare una
fonte in fondo alla grotta delle apparizioni e invitò Santa Bernadette a bere
di quell'acqua.
La fonte, inizialmente debole,
diventò sempre più forte, fino ad arrivare ad una portata di migliaia di litri
di acqua al giorno.
In quel luogo venne costruito un
Santuario, che Papa Pio IX elevò al rango di Basilica nel 1874. Lourdes è uno
dei luoghi più visitati al mondo. Sono milioni i pellegrini che vi si recano
ogni anno e moltissimi malati trovano la guarigione nelle sue acque
miracolose.
Alcune storie sono veramente
straordinarie. Il 4 marzo, meno di un mese dopo la prima apparizione, un
bambino di due anni, paralitico, agonizzava in una povera casa del villaggio.
Il padre, disperato nel vedere suo figlio in quello stato, esclamò
tristemente: - Mio figlio è morto!
Al contrario, la madre non
piangeva: aveva la fede delle grandi donne cristiane. Prese tra le braccia il
corpo ormai rigido di suo figlio e corse alla grotta di Massabielle. Circa 600
persone erano lì, a pregare e chiedere grazie.
La madre cadde in ginocchio, con
il bambino moribondo tra le braccia, e pregò con fiducia a voce alta:
- O mia Signora! Io so che tu
sei Madre e che hai sofferto per la morte di Tuo Figlio, Gesù Cristo! Per
l'amore che ti lega a Lui, guarda il mio dolore e ridà la salute al mio bambino!
So che ti è possibile! Io so che ti è possibile, mia Signora!
La madre avanzò in ginocchio
fino alla fonte e immerse il corpo del figlio nell'acqua che era gelida, perché
faceva molto freddo, tenendovelo per quindici minuti. Poi lo avvolse in un panno
e lo portò a casa. Il giorno dopo, il bambino si svegliò pieno di vita e
completamente guarito dalla paralisi. Questo miracolo fu constatato non solo da
numerosi fedeli, ma anche da tre medici.
Un'altra guarigione davvero
impressionante ci è raccontata dallo stesso miracolato, il medico messicano
Manuel Camacho Campbell:
Al tempo in cui ero studente
alla Scuola Preparatoria di Medicina nel 1918, soffrivo di una laringite che
mi provocava una fastidiosissima afonia, soprattutto perché mi faceva emettere
un tono di voce acuto, femminile, sgradevole, dissonante, che non mi permetteva
di parlare normalmente. Questo interferiva nei miei studi. Tuttavia, ho
continuato a studiare passando alla Facoltà di Medicina, dove ho terminato il
mio corso.
Per molti anni sono stato curato
da medici specialisti in Messico senza ottenere alcun miglioramento.
Il Dott. Manuel andò, in
seguito, a studiare in Europa e ne approfittò per consultare un medico in
Francia. Questi, a sua volta, gli indicò uno specialista in Austria.
Nessuno di loro riusciva a fare
una diagnosi precisa...
Gli raccomandarono, allora, di
andare a Londra a consultare uno specialista ebreo, il dottor Stern. Fu
veramente la mano di Dio che lo guidò fino a lui.
Così continua, nella sua
relazione, il dottor Manuel:
Dopo avermi esaminato con grande
cura, il dottor Sterra disse che il mio male era incurabile. Solo un miracolo
avrebbe potuto guarirmi.
Ma il famoso specialista,
vedendo una medaglia della Madonna al collo del Dott. Manuel, gli chiese: - Lei
è cattolico?
- Sì, io sono cattolico.
Perché?
- Allora, chieda un miracolo,
perché se lei guarisce, mi converto alla sua religione.
Dopo questa consultazione
medica, invece di scoraggiarsi, il Dott. Manuel pensò:
È da molto tempo che ho voglia
di visitare Lourdes. Posso pur sempre andarci e chiedere la mia guarigione a
Maria Santissima.
La Madonna di Lourdes era già
ben nota al Dott. Manuel. Egli andò, pertanto, a Lourdes, dove arrivò proprio
nel giorno della festa, l'l1 febbraio 1931. Inginocchiato e angosciato, si
sentiva più malato che mai, al punto da non riuscire quasi a parlare. In quel
momento, vide un gruppo di pellegrini spagnoli che si avvicinava cantando l’Ave
Maria di Lourdes.
Il suono di quella melodia,
intonata nella sua stessa lingua, gli fece nascere il desiderio di unirsi
anch'egli al canto.
Ho sentito un impulso
irrefrenabile di cantare con loro e, facendo uno sforzo, ho cantato senza
rendermene conto, e quale non è stata la mia sorpresa nell'ascoltarmi! La mia
voce era quella stessa che avevo perso tanti anni prima. Ero guarito!
Tornato a Londra, il Dott.
Manuel Camacho cercò il Dott. Stern per ringraziarlo e per fare un'ultima
visita. Il grande specialista rimase talmente stupefatto della guarigione, che
compì la sua promessa: si recò a Lourdes dove fu battezzato.
Numerose altre persone sono
guarite da molti mali, per intercessione della Madonna, bagnandosi nelle acque
di Lourdes.
È noto il caso di un operaio
francese che aveva perso gli occhi in seguito ad un'esplosione in una miniera.
Tale era la sua fede che, dopo che si fu bagnato nelle acque di Lourdes, la
Madonna gli ridiede la vista.
Un altro miracolo bellissimo
accadde a un bambino italiano, Paolo Tecchia, di sette anni. Era tetraplegico
dalla nascita, e cominciò a muovere gli arti e a camminare perfettamente nel
1974, dopo essersi bagnato in quelle acque benedette. Questi sono solo alcuni
esempi degli innumerevoli miracoli ottenuti per intercessione della Madonna di
Lourdes.
L'11 febbraio, data della prima
apparizione, è perciò la Giornata Mondiale del Malato.
ED IL SOLE DANZÒ NEI CIELI DI FATIMA
Nel 1917 il mondo era immerso
negli orrori della Prima Guerra Mondiale. Mai prima d'allora nella storia
dell'umanità un conflitto aveva raggiunto tali proporzioni, con così tragiche
conseguenze per la vita di tanti popoli e persone.
Il dolore visitava tutte le case
d'Europa. In ogni famiglia si piangeva la perdita di una persona cara. Era il
pianto addolorato di una madre per il figlio morto, della moglie per il marito,
dei figli che erano rimasti senza padre. Il numero delle vittime sorprendeva il
mondo intero!
In questo panorama di dolore
Maria, Regina della Pace, apparve per la prima volta il 13 Maggio 1917 a tre
pastorelli - Lucia, Giacinta e Francesco - a Fatima, in Portogallo.
Lucia, la maggiore dei tre
veggenti, descrisse così la prima apparizione della Madonna: Era una Signora
tutta vestita di bianco, più luminosa del sole, che risplendeva più chiaramente
e più intensamente di un bicchiere di cristallo pieno d'acqua pura,
attraversato dai raggi del sole più ardente.
La Madonna, dalla cima di un
alberello, disse ai bambini: - Non abbiate paura, non voglio farvi del
male!
- Da dove viene Signora?
- Sono del Cielo! Sono venuta a
chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13, a questa stessa
ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Tornerò ancora una settima volta.
Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine
della guerra.
Come promesso, la Madonna
apparve, nei cinque mesi successivi, chiedendo ai tre pastorelli di pregare per
la conversione dei peccatori. Lasciò anche un messaggio di speranza per
l'umanità.
Nel mese di luglio, la Vergine
annunciò che in ottobre avrebbe fatto un miracolo per dimostrare a tutti
l'autenticità delle apparizioni.
Giunto il 13 ottobre, data del
miracolo promesso, circa 70 mila persone si radunarono a Cova da Iria in attesa
del momento dell'apparizione, per vedere che cosa sarebbe successo.
Con gli ombrelli aperti, i
fedeli si riparavano dalla pioggia torrenziale che non cessava di cadere. In
poche ore, il campo si trasformò in un vero pantano.
Lucia chiese a tutti di chiudere
gli ombrelli, nonostante continuasse a piovere, e cominciò a recitare il
rosario.
A mezzogiorno, quando le campane
delle chiese suonavano l'Angelus, una nuvola coprì i pastorelli e la Vergine
Maria apparve sfolgorante, con un'intensità di luce maggiore rispetto a tutte le
altre apparizioni.
La Madre di Dio e nostra fece
allora una richiesta, un'importante comunicazione e un materno avvertimento: -
Voglio dirvi di edificare qui una cappella in mio onore, in quanto sono la
Madonna del Rosario e di continuare a pregare il rosario tutti i giorni. La
guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case... È necessario che
vi emendiate, che chiediate perdono dei vostri peccati e che non offendiate più
Nostro Signore, che è già molto offeso.
Detto questo, la Madonna aprì le
sue mani verginali e fece riflettere la loro luce sul Sole. Mentre Ella saliva
al Cielo, continuava il riflesso di quella luce che si proiettava nel Sole.
Lucia allora gridò alla
moltitudine: - Guardate il Sole!
In quel momento, le nuvole si
aprirono e il sole apparve come un immenso disco d'argento. Nonostante la sua
intensa brillantezza, poteva essere guardato direttamente, senza danneggiare la
vista. La gente lo contemplava in silenzio quando, all'improvviso, l'astro si
mise a "danzare".
Girava rapidamente come una
gigantesca ruota di fuoco. Si fermò di colpo, per poi ricominciare il giro su
se stesso con una velocità sorprendente. Infine, in un turbine vorticoso, i
suoi bordi acquistarono un colore scarlatto, spargendo fiamme rosse in tutte le
direzioni. Questi raggi si riflettevano sul suolo, sugli alberi, sui cespugli,
sui visi rivolti al cielo, riflettendo su di loro tutti i colori
dell'arcobaleno.
Il disco di fuoco girò
vorticosamente tre volte, con colori sempre più intensi, tremò incredibilmente
e, descrivendo un enorme zig-zag, calò precipitosamente sulla moltitudine
terrorizzata. Un unico e immenso grido sfuggì da ogni bocca. Tutti caddero in
ginocchio nel fango, pensando che sarebbero stati consumati dal fuoco. Molti
pregavano ad alta voce l'atto di contrizione.
A poco a poco, il sole riprese a
salire, tracciando lo stesso zig-zag, fino al punto dell'orizzonte da cui era
sceso. Diventò allora impossibile fissarlo. Era di nuovo il normale sole di
tutti i giorni. I prodigi durarono circa 10 minuti e poterono essere osservati
fino ad una distanza di 40 chilometri dal luogo delle apparizioni. Tutti si
guardarono turbati. Poi la gioia esplose: - Miracolo, miracolo! I bambini
avevano ragione!
Le grida di entusiasmo
echeggiavano nelle colline circostanti, e molti notarono che i loro vestiti,
inzuppati fino a pochi minuti prima, erano ora completamente asciutti.
Il miracolo del sole fu ottenuto
dalla Madonna per dimostrare a tutti l'autenticità delle sue apparizioni a
Fatima.
LA PITTURA CHE SCESE DAL CIELO A GENAZZANO
Miracolo! Miracolo!
È l'unico modo per descrivere il
fatto verificatosi in Italia, a Genazzano (Roma), il 25 aprile del 1467,
giorno della festa del suo patrono, San Marco.
La popolazione di quella città
contemplò estasiata una nuvola bianca a forma di colonna, che diffondeva raggi
di luce, sorvolando i cieli del piccolo paese. Dopo essere rimasta per un certo
tempo sospesa nell'aria, essa discese in direzione di una chiesa in costruzione
e si appoggiò contro una parete incompiuta. A quel punto la nuvola scomparve,
lasciando al suo posto una bella immagine della Vergine Madre di Dio con
Gesù Bambino in braccio.
In quel momento le campane
della chiesa cominciarono a suonare e i fedeli presenti videro perfettamente
che nessuno le azionava. Presto anche tutte le campane dei dintorni si misero a
suonare, esprimendo la gioia del Cielo per l'arrivo dell'immagine.
La chiesa in costruzione era
dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, su iniziativa di una vedova di nome
Petruccia, molto devota di Maria. Questa buona signora riceveva piccoli aiuti
per la costruzione, ma il più delle volte quello che le toccava sentire erano
parole di scherno e di discredito. Con l'arrivo miracoloso dell'immagine,
giunsero da tutte le parti generosi contributi e l'opera poté essere portata a
termine in breve tempo.
La notizia del meraviglioso
evento giunse a Roma e attirò molti pellegrini a Genazzano. Tra di loro vi
furono due albanesi - Georgio e De Sclavis - testimoni a loro volta di un altro
impressionante miracolo.
Molto preoccupati per il futuro
della loro patria, in serio pericolo di essere invasa dalle truppe turche,
angosciati, andarono a pregare davanti all'Immagine della Patrona
dell'Albania, uno splendido affresco dipinto nel santuario della città di
Scutari. Dopo un po' di tempo, videro con stupore l'affresco staccarsi dalla
parete con un sottile strato di gesso e volare verso il mare Adriatico.
Seguirono allora l'immagine fino
alla riva del mare e vedendo che seguitava il suo cammino, sorvolando la
superficie, pensarono che non l'avrebbero mai più rivista...
Un'ispirazione fece loro
ricordare San Pietro, che miracolosamente camminò sulle acque. Pieni di fede,
avanzarono nel mare, camminando sulle acque, come se fossero su terra ferma,
seguendo sempre la venerata immagine. Così attraversarono il mare
Adriatico.
Al loro arrivo in Italia, la
persero di vista e ne furono sconfortati, finché un giorno, a Roma, vennero a
sapere che un affresco della Madonna era disceso dal cielo e si era posato nella
vicina città di Genazzano.
La notizia della miracolosa
apparizione dell'affresco si diffuse in tutto il paese con una velocità
impressionante. Immediatamente iniziò una vera e propria valanga di miracoli: un
paralitico cominciò a camminare, una cieca riacquistò la vista, un giovane
morto da poco resuscitò.
Nei primi 110 giorni la Madre
del Buon Consiglio realizzò 161 miracoli a favore dei suoi fedeli devoti.
I padri agostiniani, incaricati
del Santuario del Buon Consiglio custodiscono ancor oggi il registro dei
miracoli effettuati subito dopo l'apparizione dell'affresco della Madonna.
Vediamone alcuni, a titolo di esempio:
Giorno 8 maggio: Sono guarite
oggi Francesca Ceccarelli, di Paliano [FR], cieca fin dall'infanzia, e debole
per tutta la sua vita e Minna di Giovan Capozzo, di Cave [Roma], che da tempo
era divenuta invalida, in quasi tutte le sue membra.
Giorno 18 maggio: Oggi, nella
Santa Cappella, è guarito Antonio Guastacavalli, di Frascati [Roma],
paralitico, che da dodici anni non riusciva a muoversi e nemmeno a sostenersi in
piedi.
Giorno 3 giugno: Oggi, la
signora Antonia, di Castel Sanguigno, moglie di Antonio Conti di Montefortino
[FM], gravemente colpita da un attacco apoplettico, a causa del quale ha perso
la sensibilità di tutto il lato destro, condotta con difficoltà alla Santa
Cappella, si è ritrovata immediatamente guarita, completamente sana, dopo
essersi trascinata per tre anni e sette mesi della sua vita con la
malattia.
Ancora oggi l'immagine della
Madonna del Buon Consiglio si trova misteriosamente sospesa in aria, invocata da
oltre 500 anni! E, cosa eccezionale, rimane tuttora sospesa in aria alla
distanza di un paio di centimetri dal muro della cappella laterale del suo
Santuario, a Genazzano.
Italiani e pellegrini
provenienti da tutto il mondo continuano a venire a Genazzano per chiedere
l'intercessione della Madonna, davanti al santo affresco.
Mai Maria rinuncia a soddisfare
le richieste dei suoi figli e devoti.
LA CASA DI LORETO
Ancor più impressionante del
vedere un affreco di Maria attraversare il cielo è il vedere la casa dove visse
la Sacra Famiglia essere trasportata da Nazaret, in Terra Santa, fino alle
coste italiane. Come si verificò tale prodigio?
Dopo la conquista della Terra
Santa da parte di Saladino, molte delle chiese cristiane lì esistenti furono
distrutte o trasformate in moschee. La Basilica dell'Annunciazione, costruita a
Nazaret per ospitare la casa in cui era vissuta la Sacra Famiglia, fu demolita,
ma la casa rimase intatta.
In circostanze del tutto
inspiegabili, essa fu trasportata in aria la mattina del 10 maggio 1291
fino a Tersatz, città della
Dalmazia, ora facente parte della Croazia.
All'alba, gli abitanti di
Tersatz guardarono stupiti quella costruzione così strana in quella regione e
che, misteriosamente, non era dotata di fondamenta ... All'interno c'era un
altare di pietra con una statua della Madonna che teneva in braccio il Bambino
Gesù.
La grazia li ispirò a
riconoscere quella casa come la dimora della Sacra Famiglia. Segnalarono
l'accaduto al vescovo, che era gravemente ammalato. Egli chiese allora un
segnale alla Madre di Dio: se fosse guarito, questa sarebbe stata la prova che
si trattava proprio della casa di Gesù e Maria. Il giorno seguente,
completamente guarito, comparve presso la casa, sano e vigoroso, riferendo a
tutti gli abitanti il miracolo compiuto dalla Vergine a suo favore. Riunì,
allora, una commissione di uomini degni di fiducia e andò a Nazaret, dove
constatò con i propri occhi che nell'antico luogo dove era stata costruita la
casa di Maria, c'erano soltanto le fondamenta!
Il 10 dicembre 1294, a soli tre
anni e mezzo dal suo dislocamento a Tersatz, la preziosa casa scomparve
misteriosamente così come era apparsa ... Sul luogo venne costruita una cappella
in memoria dell'accaduto.
Lo stesso giorno, portata da
mani angeliche, la Santa Casa di Nazaret attraversò il Mar Adriatico e si posò
in Italia, vicino alla città di Recanati (MC), in mezzo a un boschetto di
allori. E dall'alloro (laurum in latino) deriva il nome di Loreto, dato alla
città che vi fu poi costruita.
Molti abitanti della regione
poterono vedere, meravigliati, la casa tutta illuminata mentre volava di notte,
nel cielo italiano, come in un racconto di fate.
La notizia si diffuse molto
rapidamente e i devoti affluirono da tutte le località vicine per visitare la
casa della Sacra Famiglia.
Che quella casa si fosse posata
miracolosamente a Loreto non c'erano dubbi, perché il numero dei testimoni fu
incalcolabile. Tuttavia, la questione ancora da chiarire era se si trattasse
davvero della casa della Sacra Famiglia. Dopo tutto, non si trovava a Tersatz
in Dalmazia?
Venne organizzata allora, ancora
una volta, una commissione di uomini illustri della zona, che si recarono a
Tersatz per verificare la questione. Una volta arrivati, poterono constatare
che la casa non c'era più. Ascoltarono anche il racconto degli abitanti sul suo
arrivo e sulla sua misteriosa scomparsa.
La stessa commissione partì
allora alla volta della città di Nazaret, dove effettuò una verifica minuziosa,
confermando che le fondamenta della casa della Sacra Famiglia coincidevano
esattamente con la casa trasportata miracolosamente a Loreto.
In quella casa erano vissuti la
Madonna e San Giuseppe, prima della nascita di Cristo. Lì l'angelo Gabriele
annunciò a Maria che sarebbe stata la madre del Messia e fu in quel luogo che il
Verbo di Dio Si fece carne. Quelle pareti erano state testimoni della crescita
del Bambino Gesù e della maggior parte della sua vita terrena.
Oggi, i visitatori della Santa
Casa di Loreto leggono una frase che causa una viva emozione: Qui il Verbo di
Dio Si è fatto carne!
IL BEATO FRATE EGIDIO E LA VERGINITA' Dl MARIA
Le cronache dell'Ordine
Francescano riferiscoo un avvenimento davvero miracoloso, occorso ad uno dei
primi discepoli di San Francesco: il Beato Frate Egidio di Assisi.
Viveva in quell'epoca un frate
domenicano che da molti anni era fortemente tentato dal dubbio riguardo alla
Verginità Perpetua di Maria.
Afflitto dal problema che non
riusciva a risolvere, decise di cercare Frate Egidio di Assisi, noto non solo
per la sua santità e saggezza, ma anche perché aveva il dono di calmare le
coscienze turbate.
Mentre il domenicano si stava
ancora avvicinando al convento, frate Egidio, illuminato da Dio, gli venne
incontro e, dopo averlo salutato, gli disse:
- Fratello, la Santissima Madre
di Dio, Maria, era vergine prima di dare alla luce, Suo Figlio Gesù.
Così dicendo, batté il bastone
per terra. Accadde allora un fatto straordinario: improvvisamente sbocciò un
giglio bianco e bello!
Subito dopo Frate Egidio batté
di nuovo per terra e ripeté: - Fratello, Maria Santissima era vergine quando
diede alla luce Suo figlio Gesù.
E nacque in quel luogo un
secondo giglio, ancora più bello del primo.
Frate Egidio colpi per la terza
volta la terra e disse: - Fratello domenicano, Maria Santissima rimase vergine
dopo aver dato alla luce Suo figlio Gesù.
E nacque allora un terzo giglio
che, in bellezza e candore, superava gli altri due.
Dopo aver operato questo
miracolo meraviglioso, Frate Egidio tornò umilmente nel convento, come se nulla
fosse accaduto.
E al nostro domenicano, che cosa
successe? Fu veramente stupefatto di quello che vide e completamente liberato
dalle tentazioni che lo avevano afflitto.
Poi con la massima cura raccolse
i tre gigli e li conservò come prova della Verginità Perpetua della Santissima
Vergine.
LA MADONNA APARECIDA, PATRONA DEL
BRASILE
Quando il Brasile era ancora una
colonia del Portogallo, nel lontano 1716, il re Giovanni V nominò Capitano
Generale di San Paolo e Minas Gerais, Don Pietro Michele de Almeida Portugal e
Vasconcelos, meglio conosciuto come il Conte di Assumar. Uomo di elevata
nobiltà, che in seguito sarebbe diventato Viceré dell'India.
Il Conte di Assumar, assunta la
Capitaneria di San Paolo il 4 Settembre del 1717, partì con il suo seguito per
Minas Gerais. A metà del cammino era prevista una sosta a Guaratinguetâ, per
pernottare. Non era usuale una visita di tale importanza in quelle terre... Il
comune di Guaratinguetâ, molto povero, si trovò improvvisamente con la
responsabilità di rifornire riccamente la tavola di quell'illustre capitano.
Sorse allora l'idea di offrirgli un pasto a base di pesce del fiume Paraiba.
Pertanto, furono convocati Domingos Garcia, Felipe Pedroso e Joâo Alves, esperti
pescatori della regione.
Essi si misero subito al lavoro,
ma navigarono lungo il fiume senza ottenere nulla. Quando raggiunsero il porto
di Itaguaçu, Joâo Alves gettò la sua rete con l'ultima speranza di trovare del
pesce. Dopo qualche tempo di attesa, senti che qualcosa si era impigliato nella
sua rete. Egli la tirò in barca con ansia. Ben presto, però, vide che non si
trattava di un pesce, ma del corpo senza testa di una statua della Madonna della
Concezione!
Lo stesso Joâo Alves gettò
ancora una volta la rete e ben presto sentì che vi era qualcosa ma quello che
trovò era la testa della statua della Madonna della Concezione, e non i tanto
anelati pesci...
I tre pescatori gettarono le
reti di nuovo e questa volta, con grande sorpresa di tutti esse, si riempirono
di pesci. Ce n'erano talmente tanti che ai tre uomini venne immediatamente in
mente l'episodio della pesca miracolosa, narrato nel Vangelo.
Nel loro semplice racconto,
riferirono che per poco la barca non affondò, tale era la quantità di pesce che
riuscirono a catturare, grazie all'aiuto della Santissima Vergine.
Pieni di gioia, andarono al
Comune di Guaratinguetâ a portare il pesce e raccontare ciò che era accaduto,
alle autorità competenti, tuttavia, prima ebbero l'avvertenza di lasciare la
statua a Silvana da Rocha, madre di Joâo Alves. Lì la avvolsero in panni e la
posero in un baule.
Quella casa divenne la prima
cappella della Madonna di Aparecida. Il nome le fu dato proprio per il fatto che
essa era " apparsa" dal fondo del fiume Paraíba.
Il popolo semplice e devoto dei
dintorni venne a visitare la statua, per pregare il rosario e chiedere grazie
alla Madonna. Presto si verificarono casi di grazie straordinarie e miracoli
ottenuti per intercessione dell'Aparecida.
La fama dei miracoli si diffuse
a tal punto che il vicario della parrocchia, don José Alves Vilela, costruì una
piccola cappella per la Statua. Più tardi, nel 1745, fu costruita una cappella
più grande, in cima al collina dei Coqueiros.
Nel 1834 fu costruita una bella
chiesa che ricevette il titolo di Basilica Minore il 29 aprile 1928. Per la
felicità del popolo brasiliano, nel 1929, Papa Pio XI proclamò la Madonna
Aparecida, Regina e Patrona del Brasile.
Con la crescita della devozione
alla Madonna di Aparecida, il numero dei pellegrini è talmente aumentato che
la Basilica Minore non conteneva più i visitatori. Per questo motivo, nel 1955
i Missionari Redentoristi, diedero inizio alla costruzione della nuova
basilica, che è, attualmente, il più grande santuario mariano del mondo.
Non c'è chi visiti questo
Santuario e non rimanga stupito per la quantità di ex-voto, che occupano un
ampio salone. La "sala dei miracoli" - come viene chiamata - è la prova più
evidente di quanto la Madonna di Aparecida ami il popolo brasiliano! Vi si
vedono numerose e commoventi testimonianze del potere di intercessione di
Maria: infermi che sono tornati a camminare, muti che hanno cominciato a
parlare, ciechi che hanno recuperato la vista, persone con problemi cardiaci,
che sono state completamente guarite...
Uno dei primi miracoli
registrati negli annali della Storia della Madonna di Aparecida si è verificato
con uno schiavo fuggitivo.
Stanco dei maltrattamenti che
riceveva nella fattoria del suo padrone, in Paranâ, uno schiavo di nome Zaccaria
decise di fuggire.
Il proprietario terriero
inferocito assunse allora un esperto cacciatore per catturarlo. Dopo molte
ricerche, costui trovò lo schiavo fuggitivo a San Paolo, vicino alla località di
Bananal. Zaccaria, con catene e ceppi ai piedi e alle mani, fu legato al cavallo
per essere riportato al Paranâ.
Lungo la strada, passando
davanti alla cappella della Madonna Aparecida, Zaccaria, sfinito e affamato,
chiese alla sua guardia di dargli qualche minuto di riposo e il permesso di
pregare nella chiesa. I suoi piedi scalzi erano gonfi e feriti dalle pietre
della strada.
Il caposquadra glielo concesse,
ma non rimosse le catene e i ceppi dello schiavo, per paura che egli scappasse
di nuovo. Pieno di fede, egli fece alcuni passi all'interno della cappella,
cadde in ginocchio nel mezzo del corridoio e pregò, chiedendo alla Madre di
Dio che lo liberasse. Erano presenti in quel momento molti devoti, compresi gli
alunni di una scuola vicina. Pieni di stupore, tutti videro le catene ai piedi e
alle mani aprirsi miracolosamente, lasciando completamente libero lo
schiavo.
Col volto bagnato di lacrime,
tenendo in mano le catene, Zaccaria si diresse verso l'altare dove c'era la
statua della Madonna Aparecida, e commosso, rese grazie per la liberazione che
aveva ottenuto con la Sua intercessione.
Quanto al caposquadra, che aveva
assistito a tutto, quale fu la sua reazione? Anche lui fu toccato dalla grazia!
Esaminò le catene e constatò che si erano rotte. Non potendo negare il miracolo,
decise allora di lasciare libero Zaccaria. Chiese però al tesoriere della
chiesa, che era presente, una dichiarazione che registrasse quanto era
successo, da mostrare al proprietario terriero che lo aveva assunto.
Con il documento in mano, tornò
da solo a Paranâ e Zaccaria rimase a vivere presso il Santuario di
Aparecida.
Mater Boni Consilii
Virgo Maria,
Nihil
cogitem nisi te.
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