lunedì 17 febbraio 2014

sabato 15 febbraio 2014

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: Vergine Maria: il tempo per Me di schiacciare il s...

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: Vergine Maria: il tempo per Me di schiacciare il s...: Vergine Maria : il tempo per Me di schiacciare il serpente si sta avvicinando. Io sono la vostra amata Madre, Regina della Terr...

“Né la natura umana né i Comandamenti né il Vangelo hanno una data di scadenza”.

LA GIORNATA


La strigliata del card. Brandmüller ai tedeschi ondivaghi e secolaristi

Le maggioranze secolariste che vorrebbero rifondare la morale della chiesa cattolica – in risposta alle quali il Foglio ha lanciato un appello di successo a fp per una controffensiva di idee e azione pastorale – hanno trovato una solida sponda tra le file di alcune conferenze episcopali. Come quella tedesca, ad esempio, già pronta a far sentire la sua voce (il presidente uscente mons. Robert Zollitsch l’aveva promesso), ossia che “l’Humanae Vitae crea solo confusione” tra i fedeli e che “l’insegnamento cattolico non è più adeguato ai tempi”, come ha dichiarato una settimana fa il giovane vescovo di Treviri, mons. Ackermann. Affermazione, quest’ultima, contro la quale s’è scagliato il cardinale (tedesco pure lui) Walter Brandmüller: “L’insegnamento dell’etica può essere modificato solo nella misura in cui la natura dell’uomo cambia”, e “l’etica della chiesa origina dalla natura dell’uomo, una natura fisico-spirituale”, spiega il porporato in un colloquio con Armin Schwibach pubblicato sull’agenzia cattolica Kath.net. E a chi parla di necessità di aggiornamento della morale della chiesa alle nuove realtà inedite fino a qualche anno fa, Brandmüller ricorda che “né la natura umana né i Comandamenti né il Vangelo hanno una data di scadenza”.

Per questo, chi rivendica ciò si trova “in contraddizione con la parola di Dio”. Questo accade perché “si constata ripetutamente una certa approssimazione e nebulosità del linguaggio da parte dei rappresentanti della chiesa. Mancano chiarezza e precisione. Si sentono cose che non è possibile né approvare né disapprovare, per cui ognuno può trarne ciò che più gli conviene. E’ invece urgente e importante che i pronunciamenti della chiesa si fondino su concetti chiari”, aggiunge il presidente emerito del Pontificio comitato di Scienze storiche.
“Serve il coraggio di enunciare la verità, anche contro il costume corrente. Un coraggio che chiunque parli in nome della chiesa deve possedere, se non vuole venir meno alla sua vocazione”. Con il mondo non si scende a patti, dunque: “Il desiderio di ottenere approvazione e plauso è una tentazione sempre presente nella diffusione dell’insegnamento religioso”, aggiunge Brandmüller: “Ma ogni volta che la chiesa si trova in contraddizione con l’opinione pubblica”, a dirimere la contesa deve essere “l’esempio di Cristo, che è vincolante. Quando lui chiese ai discepoli di mangiare la sua carne e di bere il suo sangue in modo da raggiungere la vita eterna, dovette confrontarsi con una forte resistenza e con l’abbandono di numerosi discepoli. E lui, per tutta risposta, chiese agli apostoli se anche loro volessero andarsene”.
Ci sono questioni, dunque, non negoziabili né aggiornabili. Lo ha ribadito ancora una volta il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, mons. Gerhard Ludwig Müller, intervenuto giovedì all’inaugurazione dell’anno accademico della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale: “Occorre aiutare molti nostri contemporanei, afflitti da un ormai cronico fraintendimento della libertà umana, che usa il lemma del gender per autoaffermarsi, a fare i conti con un inaggirabile sostrato che pre-costituisce ogni uomo. Il concetto di natura – ha proseguito Müller – rappresenta quel fondamento indisponibile senza cui l’uomo non riuscirebbe più a fissare, oltre i labili e volubili contorni delle maggioranze di ogni tempo, i confini non negoziabili della sua dignità e identità, e quindi dei suoi diritti e doveri”. Ciò che serve, ha aggiunto il custode dell’ortodossia cattolica, “è il rigore critico della teologia, che deve anzitutto sgomberare il campo dalla superficialità di chi si lascia assecondare dai luoghi comuni creati dalla pressione dei media e di mentalità non compatibili coi contenuti autentici della fede”. 
E qui il capo dell’ex Sant’Uffizio, scelto da Joseph Ratzinger e tra i primi a essere confermati da JB, parla della “leggerezza nel teologare intorno a temi come il sacerdozio femminile, l’autorità nella chiesa, l’accesso ai sacramenti da parte di chi non è in piena comunione con la chiesa”. Dissertazioni che attirano “applausi da parte dei media nei confronti di certi teologi e di opinioni teologiche non radicate fino in fondo con i capisaldi dottrinali della fede”. Il rischio, ha aggiunto l’ex vescovo di Ratisbona e ormai prossimo cardinale, “è quello di una deriva sentimentale della fede, anche a livello di espressione teologica”.
Matteo Matzuzzi

venerdì 14 febbraio 2014

Domenica 16 febbraio 2014, VI Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Posted: 10 Feb 2014 07:41 AM PST
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,17-37. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di 

15 - Il Cuore di Maria è un trono.

15 - Il Cuore di Maria è un trono


Maria è la città e reggia di Dio

- «Gloriosa dicta sunt de te, civitas Dei» (Sal 96, 3): 
«O città di Dio, cose sante e gloriose furono dette di te!».

Maria è la  gloriosa città di Dio, la Gerusalemme celeste, la città 
santa, la città della  pace e del gran re: «Civitas Regis magni» (Sal 47, 3), 
perché il re dei re l'ha  edificata di propria mano, l'ha preservata 
da ogni colpa, l'ha onorata con straordinari privilegi, l'ha arricchita di 
un'infinità di tesori inestimabili, l'ha fatta appositamente per stabilirvi 
la sua dimora e per far risplendere le più rare meraviglie della 
sua regale potenza e magnificenza.


Maria trono del gran re. - Maria però non è solo la città del grande re, ma 
anche il suo palazzo regale ed eterno: «Sacratum Dei palatium» (S. Bonav.). 
Ora se  Maria è il palazzo del re, che cosa non sarà il suo cuore, se non il trono?


Cuor di Maria trono. - La scrittura (Ct 3,10; 1 Re 10,18) descrive minutamente 
lo splendore del trono di Salomone, nel quale i padri trovano raffigurato il cuore 
di ogni cristiano e a miglior ragione quello di Maria.


1) Salomone il trono se lo fece da sé: fecit sibi. Così Dio creò di sua mano il 
Cuor di Maria, affinché fosse degno di Lui.


2) Lo fece di cedro del Libano, legno incorruttibile, per indicare che il cuore 
di Maria non solo non è stato mai tocco dal peccato, ma per divino privilegio 
restò  impeccabile per grazia, come Dio lo è per natura.


3) Le 4 colonne indicano le 4 virtù cardinali sulle quali poggia pure il trono del 
vero Salomone, Gesù.


4) Le colonne sono d'argento per indicare che conservano nel candore 
dell'innocenza le anime fortunate che ne sono in possesso.


5) Il sedile d'oro indica la volontà tutta trasformata per puro amore 
nell'amabilissima volontà di Dio.


6) I sostegni di porpora indicano i desideri ardenti della gloria di Dio, della
santificazione del suo nome, del compimento della sua volontà. 


Infine il nostro amato Salomone riempì il suo trono di carità per le figlie 
di Gerusalemme, cioè per tutte le figlie dilette del cuore di Maria, ossia per le 
anime umili, pure, caritatevoli e che hanno una devozione particolare al suo 
cuore materno.


Dio mette il suo trono in questo cuore per due fini: per farne un trono di gloria 
per sé; e un altro di grazia e di misericordia per noi.


Un trono di gloria nel quale Gesù vuole essere più onorato e glorificato che 
non nei cori degli Angeli e dei Santi.
Un trono di grazia e di misericordia da cui perdona tutti i colpevoli, 
distribuisce con larghezza doni e grazie, accoglie con bontà tutte le richieste  
che gli vengono presentate.


Accostiamoci, dunque, con rispetto, umiltà e confidenza a questo trono 
di grazia e di misericordia, e tutto ciò che noi domanderemo al Figlio, 
per intercessione del cuore SS. di Maria, Egli ce lo accorderà: «Adeamus 
cum fiducia ad thronum gratiae, et misericordiam consequamur et gratiam 
inveniamus» (Eb 4, 16).