mercoledì 2 ottobre 2013

Cebù e Manila. "Sono con voi gli Angeli Custodi, che vi conducono nella luce, così che il mio giardino sia presto tutto fiorito."



Cebù (Filippine), 2 ottobre 1980. Festa dei Santissimi Angeli Custodi.


Un grande disegno su questo popolo.


«Guarda questo immenso arcipelago e vedi come, in maniera straordinaria, la mia Opera si è anche qui diffusa.
Contempla le mie meraviglie in ogni parte del mondo; ti ho anche svelato tempi e luoghi in cui si sta realizzando il trionfo del mio Cuore Immacolato.
Guarda il cuore e l'anima di tutti questi miei figli: sono così fedeli a Gesù, devoti verso di Me e tanto uniti alla Chiesa. Per mezzo di essi la Luce del mio Cuore si diffonde in tutte le nazioni di questo continente.

Ho un grande disegno su questo popolo. Mi è gradito per la sua semplicità, la sua religiosità, la
grande povertà, la sua umiltà e pazienza.
Sono la Mamma di tutti i popoli. Io guardo al cuore delle nazioni, per cogliervi i semi di bene e farli fiorire nel giardino del mio Cuore Immacolato, affinché possa salvarne in maggior numero, nel momento della prova decisiva, quando alcune di esse scompariranno dalla faccia della terra.

Guardo con tenerezza e con gioia a questi miei figli, e ti conduco in mezzo a loro per fare Cenacoli di preghiera e per rinnovare insieme la consacrazione al mio Cuore Immacolato.

La tua venuta è segno della mia particolare presenza accanto a loro. Dona, a Me tutte le corone di fiori profumati con cui ti cingono. E' segno della grande corona di amore, che ormai i figli da ogni parte del mondo mi offrono, per togliermi la dolorosa corona di spine. Sono con voi gli Angeli Custodi, che vi conducono nella luce, così che il mio giardino sia presto tutto fiorito.

Allora la Chiesa e il mondo vedranno il capolavoro di amore, che per ora custodisco gelosamente nel mio Cuore Immacolato» .



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Manila (Filippine), 13 ottobre 1980. Anniversario ultima apparizione di Fatima.


Non peccate più.


«In questo giorno vi raccogliete qui, in un Cenacolo di preghiera, e ricordate la mia ultima apparizione nella Cova da Iria confermata dal miracolo del sole. Da questa terra, da Me prediletta, per l'amore e la devozione con cui sono amata e venerata, rivolgo ancora al mondo l'appello angosciato, che rivolsi nello stesso giorno a Fatima e che riassume, in poche parole, il messaggio che dal Cielo sono venuta a comunicarvi.
Non peccate più.
Non offendete più mio Figlio Gesù, che è già troppo offeso. Ritornate a Dio per mezzo della vostra conversione, sulla strada della preghiera e della penitenza.

Purtroppo questo mio messaggio è rimasto inascoltato. Così l'umanità ha continuato a
percorrere la strada della ribellione a Dio, del rifiuto ostinato della sua legge di amore.

Si è giunti persino alla negazione del peccato, a giustificare anche i più gravi disordini morali, in nome di una libertà falsamente intesa. Così Satana, il mio Avversario, è riuscito a farvi cadere nella sua seduzione.

Da molti si è persa la coscienza del peccato; perciò esso viene sempre più commesso e giustificato. E' quasi scomparso il senso del pentimento, che è il primo passo da compiere sulla via della conversione.
Anche nelle nazioni di più antica tradizione cristiana si è persino legittimato il grande delitto della uccisione dei bambini ancora nel seno della madre. Questo delitto grida vendetta al cospetto di Dio.

Questa è l'ora della giustizia e della misericordia. Questa è l'ora del castigo e della salvezza.
La Mamma Celeste intercede presso Dio per voi, perché mai, come in questi momenti, siete
così minacciati e così vicini alla prova suprema.

Per questo vi supplico di pentirvi e di ritornare a Dio. Per mezzo vostro, figli da Me prediletti e a Me consacrati, Apostoli miei in questi ultimi tempi, voglio che questo angosciato appello raggiunga gli estremi confini della terra.

Da questa nazione benedetta, su cui ho un grande disegno di amore e di luce, tutti vi raccolgo
nel rifugio del mio Cuore Immacolato».


"Io guardo al cuore delle nazioni, per cogliervi i semi di bene e farli fiorire nel giardino del mio Cuore Immacolato"


Beato Antonio Chevrier

B.Antonio Chevrier 
Beato Antonio Chevrier - Sacerdote (2 ottobre)
Lione, 16 aprile 1826 - 2 ottobre 1879
Fu davanti al presepe, in un momento di intensa preghiera, che ebbe l'intuizione di vivere in pieno la povertà.
Guidato da Giovanni Maria Vianney, il curato d'Ars, Antonio Chevrier accettò di diventare il direttore spirituale della «Città di Gesù Bambino», che si proponeva di incentivare la Prima Comunione nei bambini poveri. Era nato il 16 aprile 1826 a Lione, da una modesta famiglia.
A 17 anni entrò in seminario e nel 1850 fu ordinato sacerdote. Precursore dell'impegno sociale del clero, iniziò la missione pastorale in una parrocchia operaia della periferia. Poi, l'incontro con il curato d'Ars.
Pensò allora di fondare una propria opera. Nel 1860 acquistò il «Prado», un'antica sala da ballo, ormai in rovina: nacque «La Provvidenza del Prado». Aprì anche una scuola di chierici, i quali, dopo l'ordinazione, formarono la «Società dei Preti del Prado», impegnati sempre in opere di carità.
Morì il 2 ottobre 1879, dopo una lunga malattia. Il 4 ottobre 1986 è stato beatificato da Giovanni Paolo II. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Lione in Francia, Beato Antonio Chevrier, sacerdote, che fondò l’Opera della Provvidenza del Prado per preparare i sacerdoti ad insegnare ai giovani poveri la fede cristiana.

 

Tutto aveva per restare un uomo ordinario; di tutto, invece, si servì per diventare straordinario, fino alla santità. È certamente meno famoso del suo contemporaneo e confidente Curato d’Ars, ma ingiustamente, perché in Padre Antonio Chevrier si concretizza, forse per la prima volta in modo così visibile, l’opzione fondamentale per i poveri, ed è lui ad aprire il cammino che porterà all’esperienza dei “preti-operai” (non a caso, è proprio un suoseguace e successore, Mons. Alfred Lancel, il primo vescovo-operaio e uno dei pochi presuli autorizzati dal Cardinal Ottaviani a tentare questa profetica avventura in seno alla Chiesa).

Nasce in una modesta famiglia lionese nel 1826; sacerdote a 24 anni e subito inserito come vicario in una parrocchia operaia, si “converte” a 30 anni nella notte di Natale 1856. E’ lui stesso a definire “conversione” la particolarissima esperienza di Dio che ha in quella notte, davanti al presepe: “è meditando sulla povertà di Nostro Signore e sul suo abbassamento tra gli uomini che ho deciso di lasciare tutto e di vivere il più poveramente possibile: è il mistero dell’Incarnazione che mi ha convertito”.

Poiché però tra il dire e il fare, anche per i santi, c’è di mezzo il mare, va prima a consultare Giovanni Maria Vianney, che abita ad Ars, a meno di 40 chilometri da casa sua. Sono due anime in perfetta sintonia, che sulla povertà radicale se la intendono; torna a Lione rafforzato nella sua idea e confortato dai consigli del Curato d’Ars, ma da questi continuerà a differenziarsi per l’impronta marcatamente missionaria del suo ministero, a dimostrazione che i santi di Dio non sono fatti in serie e che vicendevolmente ci si può sorreggere, condizionare mai.

La sua attenzione si concentra subito sui “poveri più poveri”, quanti, cioè, oltre che poveri di mezzi economici, sono anche poveri di cultura e anche di fede.
Chiede di lasciare la parrocchia, scegliendo il modesto incarico di assistente spirituale della “Città del Bambino Gesù”, e anche questa è una scelta di “povertà” perché nel nuovo ministero altro non deve fare che assicurare la messa quotidiana e insegnare catechismo. Intanto s’innamora di Francesco d’Assisi, a sua volta grande innamorato di “Madonna Povertà”, e veste l’abito del terz’ordine francescano, vivendo lo spirito di povertà condensato nel suo motto: “avere il necessario e sapersene accontentare”.

Nel 1860 acquista la malfamata sala da ballo del Prado, per trasformarla in centro di accoglienza e di formazione cristiana di bambini e ragazzi poveri, che proprio per la loro condizione di indigenza finiscono per restare ai margini o non inserirsi affatto nei percorsi ordinari della pastorale parrocchiale.
Non è una scuola e non è un oratorio, o forse è parte dell’una e dell’altro perché al “Prado” si insegna gioiosamente il catechismo ai poveri, nella convinzione che anche loro hanno diritto di prepararsi bene alla Prima Comunione. Con una dozzina di questi ragazzi che pensano seriamente al sacerdozio mette così le basi della “Società dei Preti del Prado”, che nella testa e nel cuore del fondatore devono essere “preti poveri a servizio dei poveri”.
A questi ripete, fino alla noia, che “è nella povertà che il sacerdote trova la propria forza, la propria potenza, la propria libertà” e insegna loro che, a imitazione di Gesù “che si lascia mangiare nella Santa Eucaristia”, anche il prete deve essere un “uomo mangiato” da tutti. Convinto che “è meglio vivere dieci anni in meno lavorando per Dio, che dieci anni di più senza far niente”, si sottopone ad un ritmo di lavoro davvero spossante, che rende la sua salute fragile fragile.

*Così fragile da non sopportare l’ultima spogliazione, l’ultimo esercizio di povertà che gli si chiede, quando si vede abbandonato da alcuni dei suoi preti della prima ora e si sente come uno “che pensava di aver fatto qualcosa e vede invece che non ha fatto niente”.*

Muore il 2 ottobre 1878, ad appena 52 anni, povero davvero, materialmente e spiritualmente. Ma non muore il Prado e la “spiritualità pradosiana”, diffusa oggi come stile di vita anche tra i preti diocesani. È stato beatificato il 4 ottobre 1986. (Autore: Gianpiero Pettiti – Fonte: Enciclopedia dei Santi)

 

Nacque il 16 aprile 1826 a Lione, da una modesta famiglia, a 17 anni entrò in Seminario e fu ordinato sacerdote a 24 anni nel 1850. Iniziò la sua missione pastorale in una parrocchia operaia della periferia come vicario. Nel 1856, mentre era in intensa preghiera, davanti al presepe, ebbe l’intuizione della divina povertà. Sotto la giuda del santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, accettò di diventare il direttore spirituale della “Città di Gesù Bambino”, che si proponeva di incentivare la Prima Comunione nei bambini poveri e procurare l’alloggio ai miserabili.
Conscio dell’immenso campo di lavoro, pensò di fondare una propria opera e nel 1860 acquistò il “Prado” che era un’antica sala da ballo, ormai in rovina, chiamando l’istituzione “ La Provvidenza del Prado”.
Andò avanti per una ventina d’anni con il solo aiuto di qualche sacerdote, affiancò all’opera una scuola di chierici, i quali diventati preti formarono la “Società dei Preti del Prado”, con lo scopo di gestire l’opera iniziale e le sue attività caritatevoli.
Morì il 2 ottobre 1879, dopo una lunga e sofferta malattia, il suo corpo riposa nella cappella del Prado, fu un precursore dell’impegno sociale del sacerdozio. É stato beatificato a Lione da Papa Giovanni Paolo II, il 4 ottobre 1986. (Autore: Antonio Borrelli – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Beato Antonio Chevrier, pregate per noi.

L'ATTUALITA' DEGLI ANGELI


ANCHE OGGI 
-come nel Vangelo e Atti degli Apostoli- 
IL SIGNORE OPERA MERAVIGLIE 
ATTRAVERSO I SUOI ANGELI

5,17Si levò allora il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di gelosia, 18e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica. 19Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: 20«Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita».



12,6In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. 7Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. 8L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». 9Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.



10,3Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». 4Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. 5Ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone, detto Pietro. 

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LITANIE DEI SANTI ANGELI*
Signore, abbi pietà di noi
Gesù Cristo, abbi pietà di noi
Signore, abbi pietà di noi
Gesù Cristo, ascoltaci
Gesù Cristo, esaudisci
Padre celeste, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Figlio redentore del mondo, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Spirito Santo, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi.
Santa Maria, Regina degli Angeli, prega per noi.
San Michele, Principe della milizia celeste,
prega per noi.
San Gabriele, inviato da Dio alla più pura delle vergini,
prega per noi.
San Raffaele, conduttore del giovane e virtuoso Tobia,
prega per noi.
Santi Angeli custodi, nostri protettori, nostri consiglieri, nostre guide,
pregate per noi.

Coro dei Serafini, prega per noi
Coro dei Cherubini, prega per noi
Coro dei Troni, prega per noi
Coro delle Dominazioni, prega per noi
Coro delle Virtù, prega per noi
Coro delle Potenze, prega per noi
Coro dei Principati, prega per noi
Coro degli Arcangeli, prega per noi
Coro degli Angeli, prega per noi
Santi Angeli, che siete sempre alla presenza dell' Altissimo ed eseguite i suoi ordini, pregate per noi.
Santi Angeli, che cantate senza sosta le lodi di Dio tre volte Santo, pregate per noi.
Santi Angeli, che non respirate che la gloria del Signore e che bruciate del fuoco del suo amore, pregate per noi.
Santi Angeli, che vegliate sulla felicità degli imperi e sulla salvezza delle anime, pregate per noi.
Santi Angeli, che gustate una gioia tutta celeste alla conversione di un peccatore, pregate per noi.
Santi Angeli, che presentate all' Onnipotente le nostre preghiere e i nostri voti, pregate per noi.
Santi Angeli, che volate in nostro soccorso quando siamo in pericolo, pregate per noi.
Santi Angeli, che ci sostenete nella lotta, pregate per noi.
Santi Angeli, che ci proteggete soprattutto negli assalti quotidiani del nemico,pregate per noi.
Santi Angeli, che portate le nostre anime in seno al Dio della misericordia, pregate per noi.
Santi Angeli, che lavorate senza sosta per portarci alla vera felicità con voi, pregate per noi.
Per il ministero dei tuoi santi Angeli, aiutaci e liberaci, o Signore.
Da tutti i mali che noi soffriamo per le nostre iniquità, aiutaci e liberaci, o Signore.
Dagli sforzi degli spiriti delle tenebre, così moltiplicati ai giorni nostri, aiutaci e liberaci, o Signore.
Da tutti i pericoli che ci minacciano, ma soprattutto dalla morte eterna, aiutaci e liberaci, o Signore.
Per l' intercessione dei tuoi santi Angeli, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Signore.

V/ Canteremo la tua grandezza alla presenza dei tuoi Angeli, mio Dio!
R/ Ti adoreremo nel tuo santo Tempio e benediremo il tuo Nome!

 PREGHIAMO
O Dio, che, per una ineffabile provvidenza, ti degni di inviare i tuoi Angeli per custodirci, facci la grazia di provare quaggiù gli effetti della loro potente protezione, e di partecipare un giorno alla felicità di cui essi gioiscono nell' eternità. Ti scongiuriamo per i meriti del nostro Signore, Gesù Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con te nell' unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

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Litanie all'Angelo Custode*
(Per il Primo lunedì d'ogni mese)
24750I



Signore, abbiate pietà di noi.
Gesù Cristo, abbiate pietà di noi.
Signore, abbiate pietà di noi.
Gesù Cristo, ascoltateci.
Gesù Cristo, esauditeci.
Padre Celeste che siete Dio, esauditeci.
Figliuolo di Dio, Redentore del mondo, esauditeci.
Spirito Santo che siete Dio, esauditeci.
SS.ma Trinità che siete un Dio solo, esauditeci.
S. Maria Regina degli Angeli, pregate per noi.
S. Angelo che mi guidate, reggetemi voi
" che mi avvisate "
" che mi consigliate "
" mio tutore "
" mio procuratore "
" mio fedele amico "
" che mi consolate nelle pene "
" mio fratello carissimo "
" mio pastore vigilante "
" testimonio delle mie azioni "
" mio aiuto nelle tentazioni "
" che presentate a Dio le mie preghiere "
" che intercedete per me "
" che mi sostenete nelle mie spirituali aridità "
" che presiedete alle mie azioni "
" che mi difendete nei perigli "
" che mi ammaestrate "
" mio conservatore "
" che per me supplicate al Signore, "
" che sciogliete le mie dubbiezze, "

Agnello di Dio che togliete i peccati del mondo,
 perdonateci, o
Signore.

Agnello di Dio che togliete i peccati del mondo, 
esauditeci, o
Signore.

Agnello di Dio che togliete i peccati del mondo, 
abbiate pietà di noi,
Signore.


V. Pregate per noi, o S. Angelo Custode.
R. Affinché ci rendiamo degni di partecipare alle promesse di Gesù Cristo.

PREGHIERA

Onnipotente ed Eterno Iddio, il quale per un disegno tutto speciale della ineffabile vostra bontà avete dato a tutti i fedeli, fin dalla loro nascita, un particolare Angelo Custode a fin di conservare i loro corpi e più le loro anime; concedetemi di grazia che io teneramente ami e fedelmente segua quello che voi nella vostra infinita misericordia m'avete assegnato, affinché io dalla vostra grazia aiutata/o, e dalla sua diligenza soccorsa, meriti come lui di vedere e contemplare in unione di tutti gli angeli, l'immensa gloria, con cui voi compensate gli eletti nella celeste patria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

* Estratto da: Serva di Dio Madre M. Agostina di Gesù, Manuale di preghiere

Viva il Signore: l'Angelo suo ci custodisce!

Santi Angeli Custodi 
Santi Angeli Custodi - Memoria (2 ottobre)
Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popoloeletto.
Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.
Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos = messaggero.
Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione.
Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli.
Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne esclusivamente l'aspetto estetico e formale.
Martirologio Romano: Memoria dei Santi Angeli Custodi, che, chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa presenza.
 
La memoria dei Santi Angeli, oggi espressamente citati nel “Martirologio Romano” della Chiesa Cattolica, comeAngeli Custodi, si celebra dal 1670 il 2 ottobre, data fissata da papa Clemente X (1670-1676); la Chiesa Ortodossa li celebra l’11 gennaio.
Ma chi sono gli Angeli e che rapporto hanno nella storia del genere umano?
Prima di tutto l’esistenza degli Angeli è un dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno, Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I (1869-70)).
Tutto ciò che riguarda gli Angeli, ha costituito una scienza propria detta “angiologia”; e tutti i Padri della Chiesa e i teologi, hanno nelle loro argomentazioni, espresso ed elaborato varie interpretazioni e concetti, riguardanti la loro esistenza, creazione, spiritualità, intelligenza, volontà, compiti, elevazione e caduta.
Come si vede la materia è così vasta e profonda, che è impossibile in questa scheda succinta, poter esporre esaurientemente l’argomento, ci limiteremo a dare qualche cenno essenziale.
Esistenza e creazione
La creazione degli angeli è affermata implicitamente almeno in un passo del Vecchio Testamento, dove al Salmo 148 (Lode cosmica), essi sono invitati con le altre creature del cielo e della terra a benedire il Signore: “Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti suoi angeli, lodatelo, voi tutte sue schiere… Lodino tutti il nome del Signore, perché al suo comando ogni cosa è stata creata”.
Nel nuovo Testamento (Col. 1.16) si dice: “per mezzo di Cristo sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra”.
Quindi anche gli angeli sono stati creati e se pure la tradizione è incerta sul tempo e nell’ordine di questa creazione, essa è ritenuta dai Padri indubitabile; certamente prima dell’uomo, perché alla cacciata dal paradiso terrestre di Adamo ed Eva, era presente un angelo, posto poi a guardia dell’Eden, per impedirne il ritorno dei nostri progenitori.
Spiritualità
La spiritualità degli angeli, è stato oggetto di considerazioni teologiche fra i più grandi Padri della Chiesa; San Giustino e Sant' Ambrogio attribuivano agli angeli un corpo, non come il nostro, ma luminoso, imponderabile, sottile; San Basilio e Sant' Agostino furono esitanti e si espressero non chiaramente; San Giovanni Crisostomo, San Gerolamo, San Gregorio Magno, asserirono invece l’assoluta spiritualità; il già citato Concilio Lateranense IV, quindi il Magistero della Chiesa, affermò che gli Angeli sono spirito senza corpo.
L’angelo per la sua semplicità e spiritualità è immortale e immutabile, privo di quantità non può essere localmente presente nello spazio, però si rende visibile in un luogo per esplicare il suo operato; non può moltiplicarsi entro la stessa specie e San Tommaso d’Aquino afferma che tante sono le specie angeliche quanti sono gli stessi angeli, l’uno diverso dall’altro.
Nella Bibbia si parla di angeli come di messaggeri ed esecutori degli ordini divini; nel Nuovo Testamento essi appaiono chiaramente come puri spiriti.
Nella credenza ebraica essi furono talvolta avvicinati a esseri materiali, ai quali si offriva ospitalità, che essi ricambiavano con benedizioni, promesse di prosperità, ecc.
Intelligenza e volontà
L’Angelo in quanto essere spirituale non può essere sprovvisto della facoltà dell’intelligenza e della volontà; anzi in lui debbono essere molto più potenti, in quanto egli è puro di spirito; sulla prontezza e infallibilità dell’intelligenza angelica, come pure sull’energia, la tenace volontà, la libertà superiore, il grande Dottore Angelico, San Tommaso d’Aquino, ha scritto ampiamente nella sua “Summa Theologica”, alla quale si rimanda per un approfondimento.
Elevazione
La Sacra Scrittura suggerisce più volte che gli Angeli godono della visione del volto di Dio, perché la felicità alla quale furono destinati gli spiriti celesti, sorpassa le esigenze della natura ed è soprannaturale.
E nel Nuovo Testamento frequentemente viene stabilito un paragone fra uomini, Santi e angeli, come se la meta cui sono destinati i primi, altro non sia che una partecipazione al fine già conseguito dagli angeli buoni, i quali vengono indicati come ‘santi’, “figli di Dio”, ‘angeli di luce’ e che sono “innanzi a Dio”, “al cospetto di Dio o del suo trono”; tutte espressioni che indicano il loro stato di beatitudine; essi furono santificati nell’istante stesso della loro creazione.
Caduta
Il Concilio Lateranense IV, definì come verità di fede che molti Angeli, abusando della propria libertàcaddero in peccato e diventarono cattivi.
San Tommaso affermò che l’Angelo poté commettere solo un peccato d’orgoglio, lo spirito celeste deviò dall’ordine stabilito da Dio e non accettandolo, non riconobbe al disopra della sua perfezione, la supremazia divina, quindi peccato d’orgoglio cui conseguì immediatamente un peccato di disobbedienza e d’invidia per l’eccellenza altrui.
Altri peccati non poté commetterli, perché essi suppongono le passioni della carne, ad esempio l’odio, la disperazione.
Ancora San Tommaso d’Aquino specifica, che il peccato dell’Angelo è consistito nel volersi rendere simile a Dio.
La tradizione cristiana ha dato il nome di Lucifero al più bello e splendente degli angeli e loro capo, ribellatosi a Dio e precipitato dal cielo nell’inferno; l’orgoglio di Lucifero per la propria bellezza e potenza, lo portò al grande atto di superbia con il quale si oppose a Dio, traendo dalla sua parte un certo numero di angeli.
Contro di lui si schierarono altri angeli dell’esercito celeste capeggiati da Michele, ingaggiando una grande e primordiale lotta nella quale Lucifero con tutti i suoi, soccombette e fu precipitato dal cielo; egli divenne capo dei demoni o diavoli nell’inferno e simbolo della più sfrenata superbia.
Il nome Lucifero e la sua identificazione con il capo ribelle degli angeli, derivò da un testo del profeta Isaia (14, 12-15) in cui una satira sulla caduta di un tiranno babilonese, venne interpretata da molti scrittori ecclesiastici e dallo stesso Dante (Inf. XXIV), come la descrizione in forma poetica della ribellione celeste e della caduta del capo degli angeli.
“Come sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora!
Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni!
Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”
L’esercito celeste
La figura dell’Angelo come simbolo delle gerarchie celesti, in genere appare fin dai primi tempi del cristianesimo, collocandosi in prosecuzione della tradizione ebraica e come trasformazione dei tipi precristiani delle Vittorie e dei Geni alati, che avevano anche la funzione mediatrice, tra le supreme divinità e il mondo terrestre.
Attraverso l’insegnamento del “De celesti hierarchia” dello pseudo Dionigi l’Areopagita, essi sono distribuiti in tre gerarchie, ognuna delle quali si divide in tre cori.
La prima gerarchia comprende i serafini, i cherubini e i troni; la seconda le dominazioni, le virtù, le potestà; la terza i principati, gli arcangeli e gli angeli.
I cori si distinguono fra loro per compiti, colori, ali e altri segni identificativi, sempre secondo lo pseudo Areopagita, i più vicini a Dio sono i serafini, di colore rosso, segno di amore ardente, con tre paia di ali; poi vengono i cherubini con sei ali cosparse di occhi come quelle del pavone; le potestà hanno due ali dai colori dell’arcobaleno; i principati sono angeli armati rivolti verso Dio e così via.
Più distinti per la loro specifica citazione nella Bibbia, sono gli Arcangeli, i celesti messaggeri, presenti neimomenti più importanti della Storia della Salvezza; Michele presente sin dai primordi a capo dell’esercito del cielo contro gli angeli ribelli, apparve anche a Papa San Gregorio Magno sul Castel S. Angelo a Roma, lasciò il segno della sua presenza nel Santuario di Monte S. Angelo nel Gargano; Gabriele il messaggero di Dio, apparve al profeta Daniele; a Zaccaria annunciante la nascita di San Giovanni Battista, ma soprattutto portò l’annuncio della nascita di Cristo alla Vergine Maria; Raffaele è citato nel Libro di Tobia, fu guida e salvatore dai pericoli del giovane Tobia, poi non citato nella Bibbia, c’è Uriele, nominato due volte nel quarto libro apocrifo di Ezra, il suo nome ricorre con frequenza nelle liturgie orientali, Sant' Ambrogio lo poneva fra gli arcangeli, accompagnò il piccolo San Giovanni Battista nel deserto, portò l’alchimia sulla terra.
L’angelo nell’arte
Ricchissima è l’iconografia sugli angeli, la cui condizione di esseri spirituali, senza età e sesso, ha fatto sbizzarrire tutti gli artisti di ogni epoca, nel raffigurarli secondo la dottrina, ma anche con il proprio estro artistico.
Gli artisti, specie i pittori, vollero esprimere nei loro angeli un sovrumano stato di bellezza, avvolgendoli a volte in vesti sacerdotali o in classiche tuniche, a volte come genietti dell’arte romana, quasi sempre con le ali e con il nimbo (nuvoletta); dal secolo IV e V li ritrassero in aspetto giovanile, efebico, solo nell’epoca barocca apparirà il tipo femminile.
Gli angeli furono raffigurati non solo in atteggiamento adorante, come nelle magnifiche Natività o nelle Maestà medioevali, ma anche in atteggiamento addolorato e umano nelle Deposizioni, vedasi i gesti di disperazione per la morte di Gesù, degli angeli che assistono alla deposizione dalla croce, nel famoso dipinto di Giotto “Compianto di Cristo morto” (Cappella degli Scrovegni, Padova).
Poi abbiamo angeli musicanti e che cantano in coro, che suonano le trombe (tubicini); gli angeli armati in lotta con il demonio; angeli che accompagnano lo svolgersi delle opere di misericordia, ecc.
L’angelo nella Bibbia
Specifici episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, indicano la presenza degli Angeli: la lotta con l’angelo di Giacobbe (Genesi 32, 25-29); la scala percorsa dagli angeli, sognata da Giacobbe (Genesi, 28, 12); i tre angeli ospiti di Abramo (Genesi, 18); l’intervento dell’angelo che ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare Isacco; l’angelo che porta il cibo al profeta Elia nel deserto.
L’annuncio ai pastori della nascita di Cristo; l’angelo che compare in sogno a Giuseppe, suggerendogli di fuggire con Maria e il Bambino; gli angeli che adorano e servono Gesù dopo le tentazioni nel deserto; l’angelo che annunciò alla Maddalena e alle altre donne, la resurrezione di Cristo; la liberazione di San Pietro, dal carcere e dalle catene a Roma; senza dimenticare la cosmica e celeste simbologia angelica dell’Apocalisse di San Giovanni Evangelista.
L’Angelo Custode
Infine l’Angelo Custode, l’esistenza di un angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita fino alla morte, è citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
La Sacra Scrittura parla di altri compiti esercitati dagli angeli, come quello di offrire a Dio le nostre preghiere e sacrifici, oltre quello di accompagnare l’uomo nella via del bene.

Il nome di ‘angelo’ nel discorrere corrente, ha assunto il significato di persona di eccezionale virtù, di bontà, di purezza, di bellezza angelica e indica perfezione(Autore: Antonio Borrelli – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
 
Il nuovo Calendario universale della Chiesa ha conservato, a questa data, non la festa, ma la memoria degli Angeli Custodi.
Abbiamo già parlato, il 5 maggio, dell'unico Santo che ripete, nei calendari, il nome di Angelo, il carmelitano Martire in Sicilia.
Ma tra i moltissimi fedeli che ripetono questo nome così diffuso non mancheranno quelli che preferiscono celebrare il loro onomastico nel giorno dedicato proprio agli Angeli, non di nome ma di fatto.
Un tempo questa festa veniva celebrata il 29 settembre, insieme con quella di San Michele, custode e protettore per eccellenza.
Tre giorni fa, a quella data, abbiamo ricordato i tre Arcangeli principali, e diciamo così prototipi, ognuno con il loro nome: Michele, Gabriele e Raffaele.
L'uso di una festa particolare dedicata agli Angeli Custodi si diffuse nella Spagna nel '400, e nel secolo successivo in Portogallo, più tardi ancora in Austria. Nel 1670, il Papa Clemente X ne fissò la data al 2 ottobre.
La devozione per gli Angeli è più antica di quella per i Santi: prese particolare importanza nel Medioevo quando i monaci solitari ricercarono la compagnia di queste invisibili creature e le sentirono presenti nella loro vita di silenzioso raccoglimento.
Dopo il concilio di Trento, la devozione per gli Angeli fu meglio definita e conobbe nuova diffusione. Nella vita attuale, però, gli uomini trascurano sempre di più la propria angelica compagnia, e non avvertono ormai la presenza di un puro spirito, testimone costante dei pensieri e delle azioni umane.
Di solito si parla dell'Angelo Custode soltanto ai bambini, e per questo anche l'iconografia si è fissata sulla figura dell'Arcangelo Raffaele, che guida e conduce il giovane Tobiolo.
Gli adulti, invece, dimenticano facilmente il loro adulto testimone e consigliere, il loro invisibile compagno di viaggio, il muto testimone della loro vita. E anche questo aumenta il senso della desolazione e addirittura dell'angoscia che caratterizza il nostro tempo, nel 4uale si sono lasciate cadere, come infantili fantasie, tante consolanti e sostenitrici verità di fede.
Infatti verità di fede che ogni cristiano, dal Battesimo, riceve il proprio Angiolo Custode, che lo accompagna, lo ispira e lo guida, per tutta la vita, fino alla morte, esemplare perfetto della condotta che si dovrebbe tenere nei riguardi di Dio e degli uomini.
L'Angiolo Custode è dunque il luminoso specchio sul quale ogni cristiano dovrebbe riflettere la propria condotta giornaliera.
Per questo la Chiesa ha dettato una delle più belle preghiere che dice: "Angiolo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste.
Così sia". (Fonte: Archivio Parrocchia)
Giaculatoria. - Santi Angeli Custodi, pregate per noi.

L'opera dell'Anticristo: «prodigi menzogneri». Lasciamoci illuminare dal "Doctor Angelicus"


S. Tommaso d'Aquino (13° secolo - Dottore della Chiesa)

"L’Anticristo, quando verrà il suo tempo, pervertirà alcuni attraverso una persuasione esteriore ... egli è il capo di tutti i malvagi in ragione della perfezione della sua malvagità ... «Come in Cristo risiede la pienezza della Divinità, così nell’Anticristo è presente la pienezza di ogni malvagità». Non certamente nel senso che la sua umanità sia assunta dal diavolo in unità di persona ... ma che il diavolo per ispirazione infonde la sua malvagità più copiosamente in lui che in tutti gli altri. In questo modo tutti i malvagi che sono venuti prima, sono segni dell’Anticristo". (Summa III, 8, 8) [d]


"Gli infedeli, e perfino l’Anticristo, non sono privi ... della custodia degli angeli. E malgrado questo aiuto ... non abbia per esito il meritare la vita eterna in virtù delle buone opere, esso comunque ... li protegge da certi mali che danneggerebbero loro ed altri. Perfino i demoni sono controllati da angeli buoni, affinché non possano nuocere tanto quanto vorrebbero. Allo stesso modo l’Anticristo non farà tanto male quanto ne vorrebbe fare". (Summa I, 113, 4) [d]


"... l’opera dell’Anticristo la si può definire «prodigi menzogneri», sia perché egli ingannerà i sensi umani per mezzo di immagini illusorie, così che egli non farà realmente ciò che sembra fare; o perché, se opera veri prodigi, essi condurranno coloro che gli credono nella falsità". (Summa I, 114, 4) [d]

"Di essi [i miracoli dell‘Anticristo] si dirà che sono veri... che sono veri, proprio come quelli dei maghi del Faraone che fecero vere rane e veri serpenti, ma essi non saranno autentici miracoli, perché saranno fatti attraverso la potenza di cause naturali". (Summa II, II, 178, 1) [d]

"... alcuni sostengono che Enoch ed Elia dimorano ancora in quel paradiso (l’Eden)". (Summa I, 102, 2) [d]
"Elia venne portato nel cielo atmosferico ma non in quello empireo, che è la dimora dei santi: e allo stesso modo Enoch venne trasportato nel paradiso terrestre, dove si crede che vivrà con Elia fino alla venuta dell’Anticristo". (Summa III, 49, 5) [d]

"h. Ci sono due cose: la ribellione che precede l’Anticristo e la venuta dell’Anticristo. La fede deve essere prima accolta in tutto il mondo e poi molti devono abbandonarla. Altri parlano di ribellioni contro l’Impero Romano a cui il mondo intero era assoggettato, ma le nazioni rifiutarono l’Impero e l’Anticristo non è venuto. Altri sostengono che l’Impero Romano non ha realmente cessato di esistere ma si è semplicemente trasformato da regno temporale in regno spirituale. In questo senso la ribellione predetta deve essere contro la Fede Cattolica della Chiesa Romana. Questo è abbastanza logico. Cristo venne quando tutti erano sottomessi a Roma: perciò, un vero segno della venuta dell’Anticristo è la ribellione contro Roma.
[...] come Cristo eccelse nell’abbondanza di virtù, l’Anticristo eccellerà in una moltitudine di tutti peccati, e poiché Cristo è migliore di tutte le persone sante, così l’Anticristo deve essere peggiore di tutte le persone malvagie. Per questa ragione è chiamato Uomo del Peccato. E’ chiamato anche Figlio della Perdizione, ciò significa che è destinato all’estremo della perdizione. Come tutto il bene e le virtù delle persone sante che precedettero Cristo erano prefigurazioni di Cristo, così in tutte le persecuzioni della Chiesa i tiranni erano e saranno prefigurazioni dell’Anticristo, e tutta la malizia che è celata in essi in quel tempo sarà resa manifesta.


i. Il delitto dell’Anticristo è duplice: egli è contro Dio e si mette al di sopra di Cristo. Opponendosi a Dio, egli si pone al di sopra del vero Dio, al posto di tutti i falsi dei, e nega perfino la partecipazione degli uomini alla Divinità. L’orgoglio dell’Anticristo supera quello di tutti i suoi predecessori, e, come per Cesare e il Re di Tiro, egli affermerà di essere Dio e uomo, e così in tale veste siederà nel tempio.

j. Alcuni dicono che l’Anticristo è della tribù di Dan e che perciò gli ebrei in un primo momento lo riceveranno e ricostruiranno il tempio di Gerusalemme, e sarà in questo tempio che egli siederà. Altri, tuttavia, sostengono che Gerusalemme o il tempio non verranno mai ricostruiti e che egli siederà nella Chiesa, nel senso che molti della Chiesa lo riceveranno. Sant’Agostino dice che egli con i suoi seguaci formeranno una Chiesa, come Cristo e i Suoi fedeli sono una Chiesa.

k. L’Anticristo verrà nel momento buono voluto da Dio. Coloro che adesso operano il male, fingendo che sia bene, attuano l’opera dell’Anticristo. Il diavolo, nella cui potenza viene l’Anticristo, già al tempo di San Paolo stava esercitando la sua iniquità in maniera nascosta attraverso tiranni e seduttori, perché le persecuzioni dei tempi passati prefigurano quell’ultima persecuzione contro tutte le persone buone, e sono imperfette quando raffrontate con essa.

l. L’Anticristo sarà distrutto dallo spirito della bocca di Cristo, cioè dallo Spirito Santo o dall’ordine di Cristo, a seguito del quale Michele lo ucciderà sul Monte degli Ulivi da dove Cristo ascese al Cielo [...]


m. L’Anticristo godrà dell’uso di una volontà libera nella quale opererà il diavolo, come è stato detto di Giuda: «Satana entrò in lui», cioè istigandolo. Egli ingannerà sia con il potere terreno che operando dei miracoli. [...] La facoltà di fare miracoli sarà simulata. [...]



n. Ma i suoi miracoli saranno imposture. Nessuno può operare un vero miracolo contro la Fede, perché Dio non è un testimone di falsità. Perciò, nessuno che predichi una falsa dottrina può operare miracoli, mentre può farlo chi conduce una cattiva vita". (Commento a II Tess. II, 1-3) [d]

Sancte Michael defende 
nos in proelio