domenica 11 novembre 2012

Guai a chi rifiuta la Mia Misericordia, la concedo a tutti, a tutti; ma guai a chi la rifiuta, guai a lui:avrà la Mia Perfetta Giustizia che chiede conto anche delle ombre di peccato!


OPERA SCRITTA DALLA DIVINA SAPIENZA

PER GLI ELETTI DEGLI ULTIMI TEMPI

Fascicolo n. 75 - (Luglio – Agosto - Settembre 2012)

I Messaggi qui riportati, sono stati scelti “dall’Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli Eletti degli ultimi tempi”, dettati come “locuzioni interiori” da Gesù e Maria Santissima ad una persona carismatica, madre di famiglia, la quale, per volontà di Dio, vive nel nascondimento. Questi testi che riportiamo sono estratti da Messaggi più completi.
 
Gesù 02-07-2012

Sposa cara, chi cerca in Me trova sempre, trova tutto, non manca di nulla!

Chi si fida, pienamente, di Me è come una grande quercia che resiste alle intemperie e protegge i piccoli nidi che stanno nella sua grande chioma; è come un fiume di acqua, fresca e limpida, che ristora il viandante e disseta tutti; è come un vento, rugiadoso e dolce, che accarezza il volto; è come un Cielo, limpido ed azzurro, dove scorrono cirri rosei che promettono tempo bello e fanno ben sperare.

Sposa cara, chi ha fiducia in Me sa che ottiene ciò che vuole, sempre, sempre.

Ti ricordi le Mie Parole, quando dissi: se un figlio chiede al padre del pane forse che non l’ottiene?

Certo, egli non gli dà una pietra.

Se chiede un pesce forse che non lo riceve?

Perché, allora, uomini della terra, perché non chiedete con fiducia a Me, Dio, Che sono il Padre Che, immensamente, vi ama?

Perché, allora, non vi fidate di Me e neppure chiedete, non fidandovi?

Mi dici: “Amore Santissimo, meraviglioso, grande e Dolcissimo è il Tuo Amore, ma l’uomo, spesso, non chiede per grande insipienza e stoltezza: vuole che il Tuo Pensiero sia come il suo; la Tua Logica, Perfetta, come la sua; il Tuo Tempo come il suo.

Questo vuole, anzi, di più: desidera darTi dei suggerimenti e prepararTi un piano da seguire, secondo la sua stoltezza.

Perdona, Dolce Amore, perdona tanta insipienza!



Guarda con Misericordia la Tua creatura prediletta e falla salire sulle Tue Ali per portarla nel Tuo Regno di Gioia e di Pace.

Sposa cara, questo voglio fare, proprio questo.

Desidero che nessuno si perda; chiedo, però, piena fiducia.

Voglio che l’uomo capisca che il Mio Pensiero non è il suo, la Mia Logica non è la sua, i Miei Progetti differiscono dai suoi e, spesso, sono lontani come il Cielo dalla terra.

Bene hai detto, piccola Mia, che l’uomo, spesso, prepara un suo piano ed esige che Io, Io, Dio, lo segua, mentre rifiuta il Mio, Divino.

Mi chiedi di aver Misericordia e di perdonare gli stolti della terra; ecco ciò che ti dico: se non avessi Misericordia e non fossi sempre aperto al Perdono, li avrei eliminati tutti dal pianeta, ma il Mio Cuore vuole concedere Misericordia, non vuole condannare.

Ti dico, piccola Mia, che colui che supplica Misericordia l’ottiene, l’ottiene sempre e, certo, si salva; ma chi la Mia Misericordia rifiuta, certo, si perde e vedrà il Volto Mio, severo, di Perfetta Giustizia.


Gesù 03-07-2012

Sposa cara, pochi hanno ascoltato le Mie Parole.

L’uomo del terzo millennio è molto distratto dalle cose del mondo, ha orecchi per le vanità, ma non ascolta la Mia Voce che parla e parla di eternità.

Piccola Mia, se l’uomo dimentica Me, Dio, certo, non fa progressi, ma regredisce: la mente si annebbia, il cuore si gela.

Come può progredire in tale condizione?

Ti dico, piccola Mia: guai ai paesi dove c’era la fede e si è spenta, a quelli che Mi appartenevano e Mi girano le spalle, come se fossi un estraneo!

Ti dico che grideranno, per il bisogno, ma Io, Io, Dio, girerò loro le Spalle, non ascolterò il loro grido di dolore, l’ignorerò!

Sposa cara, ascolto sempre le suppliche dei Miei figli e le esaudisco; ma chi Mi ha dimenticato nella sua vita o Mi ha messo all’ultimo posto sarà da Me dimenticato e messo all’ultimo posto.

Sposa cara, chi si ravvede dalla sua vuota condotta e supplica il Mio Perdono con cuore ardente e fa come il Mio caro David avrà il Perdono e la Pace; ma chi resta indurito avrà rovina, la più grande rovina!


La Mamma 01-13 / 07-2012

Figli cari, pensate alla vostra anima?

Vi preoccupate della sua salute?

Figli amati, non avvenga che voi siate tanto accorti per il corpo e trascuriate l’anima. Figli cari, curate l’anima e preparatela all’Incontro con Gesù.

Fate come per la festa più bella: si prepara l’abito, si prepara l’ornamento, tutto si fa per presentarsi bene.

Piccoli cari, mentre vi parlo, vedo nel cuore vostro passare un’ombra di tristezza: il pensiero corre alla morte, alla fine della vita terrena e si ferma un poco sull’età.


Il giovane dice: “C’è tempo”.

Il maturo dice: “Certo, avrò ancora un poco”.

Figli amati, la Mamma del Cielo vi dice: tenetevi ben pronti, come il viaggiatore che ha la valigia in mano ed attende l’arrivo del treno.

Sulla terra siete tutti di passaggio e non potete restare che il tempo da Dio stabilito.

Figli del Mio Cuore, siate sempre pronti, qualsiasi sia l’età, perché Gesù viene nell’ora che non vi aspettate e vi vuole prendere tra le Sue Braccia d’Amore.

Sia sempre pronta l’anima all’Incontro!

Piccoli cari, al grande esame (il Giudizio) ci si prepara giorno dopo giorno.

Piccoli Miei, preparatevi con la gioia nel cuore perché, se vi preparate bene, sublime sarà l’Incontro con Gesù: sarà quello con un Amico, tanto desiderato!

Figli amati del mondo, preparatevi all’Incontro con Gesù tutti, tutti, perché tutti vi dovrete a Lui presentare un giorno.

Mettete sempre Dio al primo posto nella vostra vita: sia il primo nel pensiero, nel sentimento, nel fremito dell’anima.



Gesù 16-07-2012

Eletti, amici cari, siate pronti in ogni momento.

Siate pronti con le lampade accese e le cinture ai fianchi!

Sposa cara, Io, Io, Gesù, dico ad ogni uomo: stai preparando la tua anima all’Incontro con Me?

Pensi al tuo futuro?

Ti dico, piccola Mia, che troppi sono i distratti, troppi gli svagati: per loro si preparano tempi duri, perché il tempo è maturo per le cose più grandi ed essi resteranno fuori.

Ho sempre mantenuto le Mie Promesse e sempre le manterrò!

Beato colui che sa attendere il Mio Tempo con la lampada accesa; verrà presto il giorno, nel quale si dirà: “È venuto lo Sposo!

È venuto lo Sposo!”

Quello sarà un giorno speciale e gli andranno incontro quelli che si sono preparati e con Lui saranno per sempre.

Egli asciugherà le loro lacrime.

Cesseranno i lamenti ed ecco il fiume di gioia scorrere in quei cuori, come mai prima.

Sposa amata, concedo a tutti la possibilità di prepararsi; posso fare di più di quanto già stia facendo?

Verrò, secondo le Promesse, verrò, ma pochi si stanno preparando.

Beati i pronti: avranno le cose più belle e non sarà stata vana la loro attesa!






La Mamma 16-07-2012

Figli cari e tanto amati, ascoltate la Parola di Dio con molta attenzione: Egli vi guida nel presente e vi prepara al futuro prossimo e remoto.

Le Sue Parole sono Via, Verità e Vita.

Leggete ogni giorno il Libro Sacro con gioia e capite che grande è l’Amore di Dio per ciascuno di voi.

Figli amati, pensate alle vergini sagge: come fu bello il giorno dell’Incontro con lo sposo!

Siate tutti come loro: sarà bello il presente e ancora di più il futuro.

Figli amati, non fate progetti speciali per il futuro; sia solo quello di salvare la vostra anima e contribuire alla salvezza di quella altrui.

Figli cari, il tempo è maturo per i più grandi eventi: si deve compiere il Progetto di Dio sull’Umanità e su ciascuno di voi.

Rivestitevi di purezza e di santità.



Gesù 19-07-2012

Sposa cara, vedo tristezza nel tuo piccolo cuore.

Vedo tristezza, perché vedi crollare ogni cosa intorno, giorno dopo giorno.

Piccola Mia, non ti avevo detto che bisogna demolire il vecchio per costruire il nuovo? Se ora vedi tutto crollare, piccola Mia, è perché tutto deve crollare, ciò che non serve alla realizzazione del Mio Progetto sublime.

Non si rattristi il tuo cuore, piccola sposa, perché lo sfascio, che vedi, procederà in modo sempre più incisivo, grado per grado, passo per passo.

Che timore deve avere il bimbo, stretto tra le braccia della madre?

Può mai ella lasciarlo nel pericolo?

Non se lo stringerà, dolcemente, al cuore?

Io, Io, Gesù, sono quella Madre Che stringe a Sé l’anima ardente e docile: che timore puoi avere, piccola Mia?

Accadranno molte cose, ma nulla, che Io, Io, Dio, non permetta!

Il nemico infernale incalza, ma nulla, proprio nulla può fare senza il Mio consenso. Sposa cara, tutto l’Universo è sotto il Mio Sguardo attento: so e conosco tutto ciò che avviene e nulla Mi sfugge, neppure la piccola foglia che si stacca dal ramo e volteggia nell’aria, neppure la bianca farfallina che si posa sul fiore: la sua fragile vita è sotto i Miei Occhi.



Gesù 26-07-2012

Sposa cara, chiamo a Me tutto il mondo, perché questo è un tempo unico e speciale, risolutivo e forte.

Sposa cara, nei tempi passati ho chiesto al mondo di prepararsi per questi tempi presenti, così decisivi e forti.



Il mondo non ha voluto ascoltare la Mia Voce e troppi Mi hanno girato le spalle e le conseguenze sono l’inquietudine presente e la mancanza di gioia.

Piccola Mia sposa, il Mio Piano si attuerà, certamente, perché questo voglio e sai che posso ciò che voglio; ma quanti potranno godere le Delizie del Mio Amore?

Se pochi collaborano, pochi le potranno godere.

Sposa cara, voglio cambiare la faccia della terra e dare futuro luminoso a chi lo cerca in Me.

Piccola sposa, c’è chi Mi ha messo al primo posto nella sua vita, c’è anche chi non Mi ha dato posto alcuno.

Colui che Mi ha dato il primo posto vedrà le Mie Meraviglie, giorno dopo giorno, e le godrà; ma chi non si è aperto al Mio Amore resterà nella nebbia, che ha voluto, ed il nemico agirà in lui.

Sposa amata, già vi sono presenti segni incisivi, altri ve ne saranno ed altri ancora; alla fine verranno quelli forti, da far tremare.

Ti dico, piccola Mia, che allora per molti sarà troppo tardi.

Si troveranno come quell’agricoltore che lavorava, lavorava e mai alzava gli occhi al Cielo, sentiva il rombo del tuono, ma non si curava; si destò solo quando la pioggia cominciò a scrosciare: dura fu la sua condizione!

Mi dici: “Santissimo Gesù, prima che questo avvenga, dona altri segni, forti.

Tutti capiscano, si mettano al riparo e nessuno si faccia sorprendere impreparato dalla tempesta.

Piccola sposa, parlo al mondo in diversi modi.

I Miei strumenti d’Amore sono tutti al loro posto: vengano ascoltati!

Porta al mondo il Mio Messaggio.




Gesù 30-07-2012

Piccola sposa, guai a colui che in questo tempo fa le scelte sbagliate!

Guai a chi non vuole capire i tempi dell’apocalisse e vive come fossero tempi normali e non incisivi!

Sposa cara, è stolto colui che continua a dormire, mentre la sua casa va a fuoco o viene invasa dall’acqua.

Ti dico piccola Mia, ti dico che triste sarà il suo risveglio.

Sposa cara chi ha compreso e si è convertito vive nella gioia profonda, che nessun evento può togliere, perché è quella che viene da Me, Dio, e mai tramonta.

Capisca il mondo che il tempo è maturo per i più grandi eventi.

Tutti pensino a convertirsi e nessuno viva come se niente fosse.

Conosca il mondo il Mio Messaggio e si affretti.

Come quando sta per scoppiare un forte temporale, preceduto da tuoni e fulmini, ognuno corra a mettersi al riparo!




Gesù 04-08-2012

Sposa cara, voglio che l’attesa dei Miei amici cari sia gioiosa. Voglio che il cuore sia colmo di pace e la speranza sia viva.

Voglio questo per gli amici e le fedeli spose e verrò per questi, all’improvviso.

Pensa alle vergini sagge e alle vergini stolte.

Rifletti su questa parabola: le une erano ben pronte con le lampade accese, le altre no. Venne lo sposo in un’ora imprevista, ma le vergini sagge non tremarono: avevano con sé le lampade ben accese e l’olio di scorta.

Piccola Mia, voglio essere atteso come fecero le vergini sagge.

Si sappia che verrò all’improvviso, in un’ora inaspettata ed in un modo imprevisto.

Verrò per portare gioia immensa ai cuori ardenti e pace stabile.

Mi dici: “Adorato, Adorato, adorato Gesù, tutti parlano della Tua Venuta, in ogni S. Messa si ricorda; ma il pensiero degli uomini scorre rapido su questo e si ferma a lungo sulle cose terrene.

Tu, Amore Infinito, Tu, Dolcezza, Tu, Balsamo Soave dell’anima, Tu, Santissimo, verrai, ma gli uomini non saranno pronti ad accoglierTi, come meriti.

Le loro mani non saranno piene di fiori fragranti.

Gli uomini del terzo millennio sono impreparati.

Dolce Amore, i segni siano sempre più vistosi ed incisivi in modo che ognuno capisca e si prepari.

Dolce Amore, vedo un mondo impreparato; troveresTi molte vergini stolte e poche sagge”.

Sposa amata, vi sono segni presenti ed altri ne darò, sono per tutti, ma li notano solo pochi, quelli ardenti d’amore per Me, Dio.

Pensa alle Mie Parole: quando tornerò, troverò la fede sulla terra?

Piccola Mia, i Miei Segni non mancano né le Mie Parole; il mondo si prepari alla più grande sorpresa.



Gesù 05-08-2012

Piccola sposa, Io, Io, Dio, non desidero far soffrire le Mie creature, ma ricolmarle di Gioia anche sulla terra, ma per la salvezza delle anime offro le prove che sono sempre calibrate alla situazione; prima, esse sono più lievi, poi, più incisive.

Tutto serve al ravvedimento, al pentimento.

Tutto è volto alla salvezza dell’anima.

Parlo nella Sacra Scrittura, guido, insegno, conduco; ma quanti leggono le Mie Parole nel presente e le fanno scendere nell’anima?

Mi dici, con un lungo sospiro: “Ogni uomo dovrebbe vivere nella Tua Parola e la sua vita scorrerebbe nella pace e nella gioia, in attesa dell’Incontro felice con Te, Gesù. Tu, Amore Infinito, sei Via, Verità, Vita.




Solo una piccola parte del mondo ha compreso bene ancora; il mio cuore però è fiducioso: ciò che non è accaduto in mille anni può avvenire in un solo giorno.

A Te tutto è possibile: Tu puoi cambiare il corso della storia, perché Tu sei il Signore della storia.

Sposa cara, piccola Mia, bene hai parlato.

Può avvenire in un solo giorno quello che in mille anni non è accaduto.

Non cada dal cuore la speranza, se vedi che tutto va male: posso cambiare le cose, secondo la Mia Logica.

Piccola cara, lascio che l’uomo operi e gli lascio usare la sua libertà; ma viene il momento del Mio Basta.

Allora prendo Io, Io, Dio, in Mano le redini della storia e cambio.


Gesù 07-09-2012

Sposa amata, voglio dai Miei un’ardita testimonianza, come quella dei Miei primi discepoli, affinché molte anime tornino a Me ed il mondo non subisca il severo castigo che spetta a chi è vissuto senza darMi gloria ed onore.

Sposa amata, sono molti coloro che si sono immersi nelle cose terrene e restano ivi affondati.

Questi non colgono le Grazie che scendono a fiumi, non vedono le Meraviglie del Mio Amore; si allontanano sempre più da Me, Dio, perché soffia sulla terra, in modo impetuoso, il vento tempestoso del Mio nemico che vuole distruggere ogni cosa bella da Me voluta e creata.

Piccola sposa, si capisca, si sappia che colui che non è a Me ben saldato verrà trascinato via e non avrà salvezza!

Sposa cara, chiamo a Me il mondo, mostrando di giorno in giorno segni sempre nuovi ed incisivi.

Voglio la salvezza di ogni anima; ma quante Mi fuggono, trascinate via dal vento tempestoso del Mio nemico!

Il Mio nemico è l’eterno sconfitto, ma dipende da ogni uomo la sua scelta.

Egli deve capire che con Me ci sono la Pace e la Felicità e, senza di Me, Gesù, c’è la disperazione.

Sposa cara, mostro ad ogni uomo la via di salvezza, ma non trascino alcuno per il collo.

Lascio sempre libera la scelta e ognuno avrà ciò che ha voluto!

Piccola Mia, prenderò per mano chi Mi lascia fare ed accondiscende, ma lascerò libero chi non vuole Me.

Porta al mondo il Mio Messaggio.



Gesù 13-08-2012

Sposa cara, solo un cuore tutto Mio resta nella Gioia ed ha la Pace.

Ripeti al mondo le Mie Parole: nessuno creda che ci sia pace fuori di Me, Dio, senza di Me, Dio!



Voglio dare le cose più belle a chi Mi resta fedele fino alla fine: avrà ciò che mai altri così hanno avuto.

Ripeti al mondo le Mie Parole: il premio sarà grande ed unico per chi avrà perseverato e non Mi ha girato le spalle; ma guai, guai, guai, ancora, per chi è nemico e resta tale: triste sarà la sua fine!

Sposa amata, non tarderò e verrò, presto, per la gioia dei cuori ardenti.

Dono un fiume di Pace a chi Mi resta fedele tra tanta ribellione; dono la Gioia profonda che non svanisce.

Dono tutto e chi ha Me nel cuore e nella mente non manca di nulla.

Chi cerca Me, Dio, con cuore ardente Mi trova; chi bussa alla Mia Porta per trovare rifugio la vedrà aprirsi.

Sposa cara, sappi che Io, Io, Gesù, ardo d’Amore per le anime e dono tutto a quelle che vengono a Me.

Sappia il mondo che sta per venire per tutti il grande giorno, meraviglioso e terribile: sarà meraviglioso per chi l’ha voluto tale; sarà terribile per chi così ha scelto.


Gesù 14-08-2012

Sposa amata, ascolta le Mie Parole e trasmettile al mondo: ogni uomo è chiamato a decidere tra la salvezza e la rovina; i segni saranno individuali e collettivi.

Ognuno lasci le vanità e pensi alla salvezza dell’anima: chi ha gli occhi fissi alla terra li volga al Cielo!

Sposa cara, metterò ogni uomo in grado di capire, ma è necessario che cooperi e non resti affondato nel fango del peccato.

Sposa amata, in questo tempo, forte, ognuno sta facendo col suo agire la scelta: può avere tutto; può perdere tutto!

Rifletti sulle Mie Parole: ho detto col suo agire, perché non sono le parole che contano, ma il comportamento; non sono quelli che dicono: “Signore, Signore”, coloro che convertono, ma quelli che, palesemente, fanno la Mia Volontà ed edificano i cuori.

Capisca ognuno la Mia Parola e la viva ogni giorno.

Mi dici: “Adorato, ascoltare la Tua Parola non è difficile, è tanto bella che incanta; ma il difficile è metterla in pratica, giorno dopo giorno, e viverla in una società che non l’accoglie.”

Sposa amata, questo chiedo ai Miei, questo voglio dai Miei fedeli adoratori: essere testimoni di Verità nel mondo, dove regna la menzogna.

Sposa cara, chi molto Mi dà molto avrà: più di quanto si aspetti.


La Mamma 14-08-2012

Figli cari e tanto amati, entrate tutti nell’Oceano di Amore che è Gesù.

Egli vi ha preparato un posto col Suo Sacrificio; figli amati, dipende da voi dire sì o dire no.




Posso certo aiutarvi, se voi siete aperti a Dio, ma nulla posso, se avete chiuso il vostro cuore.

La Madre del Cielo è venuta, in modo speciale, in questo tempo per prendervi per mano e condurvi a Gesù.

DateMi le vostre mani e lasciatevi condurre!

Vi amo, vi amo, immensamente, e vi voglio salvare tutti!


Gesù 02-09-2012

Piccola Mia sposa, come già ti ho detto, non sono Io, Io, Dio, Che abbandono l’uomo, Che lo lascio nel suo nulla, ma egli lascia Me, Dio, e cerca qua e là tra gli idoli, falsi e bugiardi, che il Mio nemico costruisce senza posa.

Piccola Mia, il Mio Cuore è sempre per l’uomo, per la Mia creatura prediletta; è il cuore umano che, spesso, non è con Me, non è per Me, non Mi accoglie.

Piccola Mia, questa è la situazione dell’uomo del terzo millennio: il suo cuore non Mi accoglie.

Le porte sono chiuse per Me ed Io, Io, Gesù, Che tanto amo, lascio la libertà di accoglierMi o non accoglierMi nel cuore, nel pensiero, nell’anima.

Chi Mi accoglie ha tutto in terra e, poi, in Cielo; ma chi non Mi vuole accogliere, per superbia, perde tutto e precipita nell’abisso di disperazione, dove ci sono pianto e lamento senza fine!

Mi dici: “Santissimo Gesù, il Tuo nemico opera con grande astuzia; dice che l’uomo sempre si salva sia se fa il Bene sia se fa il male, senza pentirsi.

Dolce Amore, usa Misericordia verso gli uomini del terzo millennio, così confusi e deboli, e non accada ciò che avvenne al tempo del diluvio: mangiavano e bevevano, quando l’acqua li travolse tutti.

Tu, Amore Infinito, avevi parlato; ma chi aveva ascoltato?

Non accada come al tempo di Sodoma e Gomorra: Tu avevi chiamato; ma nessuna risposta avevi ricevuto.

Un giorno, come un altro, il Cielo, improvvisamente, divenne cupo e scese la pioggia di fuoco che distrusse ogni cosa.

Questo accadde, improvvisamente, per la testardaggine degli abitanti.

Ricordo anche, Dolce Amore, Santissimo, il Tuo pianto su Gerusalemme che non aveva voluto ascoltare la Tua Dolce Voce d’Amore.

Non accada oggi ciò che avvenne nel passato, per la durezza di cuore degli uomini; concedi ancora la Tua Misericordia e tieni sospesa la Perfetta Tua Giustizia che tiene conto anche delle ombre di peccato.

Sposa cara, sposa amata, ognuno raccoglierà ciò che ha seminato: chi molto, chi poco, chi nulla.

Nessuno, che poco ha seminato, s’illuda di raccogliere molto.

Il nemico inganna, facendo credere questo.

In quanto alla Mia Misericordia, la concedo a tutti, a tutti; ma guai a chi la rifiuta, guai a lui: avrà la Mia Perfetta Giustizia che chiede conto anche delle ombre di peccato!



Gesù 08-09-2012

Sposa cara, in questo tempo, unico, chiedo all’uomo di prepararsi al Cielo.

Ogni uomo lasci al minimo i pensieri terreni e si volga al Cielo per raggiungere il posto da Me preparato.

Desidero che ognuno lo possa raggiungere; per questo scopo concedo Grazia su Grazia a chi la chiede e l’accoglie.

Sposa Mia, il Mio Cuore, ardente d’Amore, vuole sempre donare e donare, poi donare ancora; ma chi non accoglie il Mio Dono lo perde e si mette nella condizione di non averne più.

Porta al mondo questo Mio Messaggio: ognuno Mi spalanchi le porte del suo cuore perché Io, Io, Gesù, possa entrare e regnare in esso.

Voglio che ogni cuore diventi simile al Mio; ma lascio la libertà di scegliere, non impongo e non costringo.

Sposa cara, beato colui che ha capito e Mi ha dato la sua vita ed ogni palpito dell’anima!




Gesù 12-09-2012

Sposa cara, desidero che i Miei fedeli amici e le Mie dolci spose siano sempre pronti per accoglierMi alla Mia Venuta.

Il giorno nessuno lo conosce: è una grande sorpresa che voglio fare a chi Mi ama con cuore ardente.

La Mia Venuta per costui è grande gioia, è vera gioia, unica e duratura.

Sposa cara, l’attesa delle Mie spose sia gioiosa e non faticosa perché, se darò grande Gioia alla fine, la darò anche lungo il percorso.

Ne darò un congruo anticipo.

Sposa cara, se gli uomini si decidessero a dire no al peccato, se lo facessero, tutto cambierebbe in un solo istante, perché per Me, Dio, mille anni sono come un solo giorno ed un solo giorno come mille anni.

Mi dici: “Questo sarebbe, Amore Infinito, il cambiamento: la terra sarebbe il Tuo Giardino, grondante Rugiada Divina, e non si sentirebbero né grido né lamento, ma canto, canto di un popolo felice.

Dolce Amore, Tu hai fatto all’Umanità meravigliose promesse: il lupo pascolerà con l’agnello; il bimbo metterà la mano vicino all’aspide ed essa sarà innocua, Dolce Amore, Santissimo Gesù, ogni cuore ardente attende questo tempo promesso e scruta il Cielo per capire.

Piccola Mia sposa, il Padre caro, Che voi adorate giorno e notte, stabilisce il tempo ed il modo.

Tutte le Promesse si avvereranno e nessuna cadrà perché, piccola Mia sposa, Dio mai promette invano né troppo.

Chi Mi ama con cuore ardente sa come deve aspettare, sa cosa fare nel frattempo, sa ogni cosa.



Gesù 15-09-2012

Eletti, amici cari, restate gioiosi nel Mio Amore e non temete se il mondo vi gira le spalle.

Siate Miei nella mente, nel cuore, in ogni fremito dell’anima e nulla vi farò mancare.

Sposa amata, nel Cielo cupo del mondo splende sempre più fulgida la Mia Luce. Per chi è Mio il sole splenderà sempre più radioso; ma per chi non ha voluto esserlo la notte diverrà sempre più cupa.

Beato colui che Mi ha detto presto il suo sì: ora avrà il Mio, qualunque cosa chieda! Guai a chi Mi ha voluto dire il suo no: parlerà, ma chi lo ascolterà?



La Mamma 15-09-2012

Figli cari e tanto amati, vivete ogni giorno in Dio.

Vivetelo, come se fosse l’ultimo della vostra vita, attivamente, operando secondo la Sua Volontà.

Figli amati, nulla fate che a Lui possa dispiacere; pensate che vi aspetta un Giudizio e che Gesù è il Giudice Perfetto.

Figli amati, guardate il tempo che passa rapido: vedete come in questa stagione già le foglie cominciano a staccarsi dagli alberi?

Esse ieri erano belle e vigorose, oggi sono in balìa del vento.

Riflettete, piccoli cari, pensate all’anima e preparatela a presentarsi a Dio.



Gesù 18-09-2012

Sposa cara, sento i sospiri degli uomini, sento i loro lamenti.

Non sono, certo, insensibile al loro dolore; opero nel silenzio i più grandi miracoli, che solo lo Spirito Santo fa conoscere.

Piccola sposa, non voglio il dolore, ma lo permetto.

Voglio la gioia, ma pochi la godono nel profondo, perché il mondo gronda peccato e le conseguenze sue sono dolore e pianto.

Piccola Mia, il Mio Cuore vuole concedere le cose più belle, ma gli uomini demeritano e devo dare le prove più dure per la purificazione.



Gesù 21 - 22 / 09-2012

Se l’uomo fa la Mia Volontà in ogni scelta, piccola o grande, è felice perché Io, Io, Gesù, non attendo il giorno di sabato per dare la paga, sempre concedo all’anima un congruo anticipo.

Voglio che ogni uomo della terra comprenda che il male, il dolore, l’angoscia, la disperazione non vengono certo da Me, Dio, vengono dal nemico infernale che passa dalla porta della mente, spalancata per lui, da quella del cuore che è restata chiusa a Me, Dio.





Uomini della terra, voi avete spalancato le porte al Mio nemico e le lasciate chiuse a Me!

Egli opera con ferocia.

Io, Io, Gesù, Che tanto vi amo, Mi fermo davanti al muro della vostra volontà, non vado oltre, perché, uomini della terra, vi ho creato liberi e vi lascio liberi fino al vostro ultimo respiro.

Sposa cara, pensa bene al seminatore, quando viene il tempo del raccolto: chi semina molto nel momento del raccolto è lieto e canta per la gioia; chi semina poco al tempo del raccolto è pieno di tristezza, vedendo il suo poco.

Sposa amata, questo è il grande tempo della raccolta generale: ognuno possiede ciò che ha seminato.

Non sia triste il tuo piccolo cuore, vedendo che molti raccolgono ben poco: chi non si è fatto abbracciare dalla Mia Misericordia cade nella rete, sottilissima, della Mia Perfetta Giustizia.

Sposa amata, la Madre chiama a Sé ogni uomo per salvarlo dalle spire del terribile nemico che ha il permesso di giocare la sua carta; quando l’avrà giocata.

Perderà potere, non prima.

Questa è la Mia Volontà.

Piccola sposa, conosca il mondo il Mio Messaggio e si prepari le difese, che Io ho dato, per salvarsi dall’ultimo attacco del nemico.




Gesù 26-09-2012

Sposa amata, non è questo un tempo qualunque, ma risolutivo!

Tutto avviene sotto il Mio controllo, piccola Mia, e neppure una sola foglia si stacca dal suo ramo, se Io, Io, Dio, non voglio.

Il mondo, gelido ed incredulo, deve essere provato: chi supera la prova vedrà il tempo nuovo di primavera; chi non si vuole impegnare vedrà la sua vita cambiare in peggio e sarà un perdente, perché tale è la sua scelta!

Sposa cara, si capisca che tanto ho parlato ed ancora sto parlando; ma chi è stato con Me in silenzio avrà, nel tempo risolutivo, il Mio Silenzio severo, perché ciò ha voluto nella sua grande stoltezza!

Sposa cara, non ti ho detto che avrà molto chi molto Mi ha voluto dare, poco chi poco Mi ha voluto dare, nulla chi nulla Mi ha dato?

Ognuno capisca che il Mio Silenzio severo sarà solo per chi così ha scelto di avere.

Tale è stata la sua volontà.





Gesù 27-09-2012

Sposa cara, ascolta bene le Mie Parole e trasmettile così, come sono: questo secolo presente è il più speciale.

Come hai compreso, il Cielo è sceso sulla terra per mostrare la sua bellezza, la sua fragranza, la sua soavità.

Mai è accaduto così nella storia umana e mai accadrà.

La Madre Mia, presente sulla terra ogni giorno, congiunge il Cielo alla terra ed illumina agli uomini la via del Paradiso.

La Sua Bellezza parla di Paradiso.

La Sua Soavità mostra il Paradiso.

Le Sue Parole cantano la Felicità di chi sceglie il Paradiso.

Sposa cara, la scelta di capire o non capire è libera.

Dico ad ogni uomo: staccati dalle cose della terra che ti assillano e pensa al Paradiso, dov’è pronto un posto anche per te.

Dipende da te raggiungerlo.

Chi è Mio nel cuore e nella mente è già entrato nella Mia Dimensione e non fatica a percorrere la strada meravigliosa di Luce, perché Io, Io, Gesù, lo conduco per mano.

Egli non cammina, ma vola verso la meta celeste.

Chi, però, non si è aperto al Mio Amore percorre la via cupa in una foresta, dove dietro ad ogni albero c’è un figlio delle tenebre; come farà a trovare salvezza in tale condizione, da lui scelta?

Eletti, amici cari, siate con Me, restate con Me, procedete con Me.

Sia questa la vostra, libera, scelta e avrete Me per sempre.


Gesù 30-09-2012

Sposa cara, chiamerò ognuno per nome.

Lo chiamerò davanti a Me, gli chiederò conto del suo operato ed ognuno dovrà, puntualmente, darMi conto del suo operato.

Se ho lasciato del tempo per prepararsi, più non ne lascerò; se ho atteso, non più attenderò.

Ognuno dovrà essere pronto a rispondere.

Non concederò in più neppure un solo istante!

Sposa amata, ho dato segni grandi ed eloquenti ed ancora ne sto dando. Bastino questi.

Chi vuole capire capisca.

Dura sarà la Mia Sentenza per chi non ha voluto capire, assai amara!

Cose nuove, meravigliose per chi, docile, è restato al suo posto, in attività, al Mio servizio.


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"Cari seminaristi, studiate il latino!"

Tibi gratias agimus, Pater sancte!

"Cari seminaristi, studiate il latino!"
Benedetto XVI



Mentre tutti pensavano che ormai le sorti del latino ecclesiastico fossero segnate per il peggio, ecco che nuovamente Benedetto XVI estrae un ... dinosauro dal suo cappello! Tira fuori un Motu proprio che viene, prima di tutto, ad istituire una Pontificia Accademia per lo studio e la diffusione della Lingua Latina, ma politicamente - mi si passi il termine - viene ad insistere presso quanti sono impegnati nella formazione del clero sull'importanza della conoscenza della lingua della Chiesa occidentale. E questo, come ricorda il Papa, per poter accedere alle fonti teologiche, cioè per non trovarsi domani una Chiesa tagliata fuori dalle proprie radici culturali e in balia di pochi, in alto, che potrebbero inventarsi via via nuove "tradizioni" o far filtrare verso la base ignara del suo passato, qualunque novità, spacciandola per antichissima (ma non serve che andate a vedere nei documenti... fidatevi....).
Il Papa non vuole che il latino sia considerato una conoscenza elitaria. Proprio in virtù della democratizzazione del sapere e dell'accesso più ampio possibile ai tesori del passato (e del presente), Benedetto XVI sottolinea ancora e ancora che la Chiesa riconosce il latino come lingua propria, non solo nella Liturgia (soprattutto lì), ma anche in ogni settore della sua vita culturale.
Speriamo che i rettori dei seminari e preposti alle istituzioni accademiche ecclesiali non facciano orecchio da mercante, e si convincano che è più importante insegnare il latino e l'inglese, che non martellare i chierici di corsi e corsetti che spezzettano il sapere e non mettono in mano gli strumenti culturali (cioè le lingue) perché ognuno possa continuare anche dopo gli studi i propri approfondimenti personali, sia volti alla storia (con il latino), sia al presente che va al di là del proprio naso nazionale (con l'inglese).

Leggete qui le anticipazioni già fatte ad Agosto e i commenti...
Qui la notizia da RadioVaticana e qui sotto, ecco il Motu Proprio, insieme a due articoli dallo Statuto dell'Accademia sugli gli scopi e mezzi della nuova istituzione oggi fondata:

LITTERAE APOSTOLICAE
MOTU PROPRIO DATAE
"LATINA LINGUA"
De Pontificia Academia Latinitatis condenda

1. Latina Lingua permagni ab Ecclesia Catholica Romanisque Pontificibus usque est aestimata, quandoquidem ipsorum propria habita est lingua, qui eandem cognoscendam et diffundendam assidue curaverunt, cum Evangelii nuntium in universum orbem transmittere valeret, quemadmodum in Constitutione Apostolica Veterum sapientia Decessor Noster beatus Ioannes XXIII iure meritoque edixit.
Enimvero inde a Pentecoste omnibus hominum linguis locuta et precata est Ecclesia. Attamen christianae communitates primorum saeculorum linguam Graecam Latinamque affatim usurpaverunt, cum illis locis in quibus morabantur universalia essent communicationis instrumenta, quorum ope Christi Verbi novitas hereditati obviam ivit Romani et Hellenistici cultus.
Romano Imperio occidentali exstincto, Romana Ecclesia non modo lingua Latina uti perrexit, verum etiam quodammodo custos eiusdem et fautrix fuit, sive in Theologiae ac Liturgiae, sive in institutionis et scientiae transmittendae provincia.


2. Nostris quoque temporibus Latinae linguae et cultus cognitio perquam est necessaria ad fontes vestigandos ex quibus complures disciplinae ceteroqui hauriunt, exempli gratia Theologia, Liturgia, Patrologia et Ius Canonicum, quemadmodum Concilium Oecumenicum Vaticanum II docet (cfr Decretum de Institutione sacerdotali, Optatam totius, 13).
In hac praeterea lingua, ut universalis Ecclesiae natura pateat, typica forma sunt scripti liturgici libri Romani Ritus, praestantiora Magisterii pontificii Documenta necnon sollemniora Romanorum Pontificum officialia Acta.


3. In hodierno tamen cultu, humanarum litterarum extenuatis studiis, periculum adest levioris linguae Latinae cognitionis, quae in curriculis philosophicis theologicisque futurorum presbyterorum quoque animadvertitur. Sed contra, in nostro ipso orbe, in quo scientia ac technologia praecipuum obtinent locum, renovatum culturae et linguae Latinae studium invenitur, non illis in Continentibus dumtaxat quae proprias culturales radices in patrimonio Graeco et Romano habent. Id diligentius est animadvertendum eo quod non modo academiarum provincia et institutionum implicatur, sed ad iuvenes inquisitoresque etiam attinet, qui ex diversissimis Nationibus et traditionibus proveniunt.


4. Quapropter necessitas instare videtur ut linguae Latinae altius cognoscendae eiusque congruenter utendae fulciatur cura, sive in ecclesiali sive in patentiore cultus campo. Ut hic nisus extollatur et evulgetur, consentaneum prorsus est docendi rationes adhibere aptas ad novas condiciones et provehere item necessitudines inter Academicas institutiones et inquisitores, ut copiosum ac multiforme Latini cultus patrimonium efferatur.

Ad haec proposita assequenda, Decessorum Nostrorum semitas calcantes, hasce per Litteras Apostolicas Motu Proprio datas hodie Pontificiam Academiam Latinitatis condimus, quae Pontificio Consilio de Cultura erit obnoxia. Eam regit Praeses, quem Secretarius iuvat et ii a Nobis nominantur, dum Consilium Academicum illis auxilium fert.
Opus Fundatum Latinitas, quod Pauli PP. VI chirographo Romani Sermonis die XXX mensis Iunii anno MCMLXXVI est constitutum, exstinguitur.
Decernimus ut hae Litterae Apostolicae Motu Proprio datae, quibus ad experimentum in quinquennium adnexum Statutum comprobamus, per editionem in actis diurnis "L’Osservatore Romano" evulgentur.

Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die X mensis Novembris, in memoria S. Leonis Magni Papae, anno MMXII, Pontificatus Nostri octavo.
BENEDICTUS PP XVI
* * *
Pontificiae Academiae Latinitatis Statutum
Art. I
Pontificia Academia Latinitatis conditur, cuius sedes in Statu Civitatis Vaticanae locatur, quae linguam Latinam et cultum promoveat extollatque. Academia cum Pontificio Consilio de Cultura copulatur, cui est obnoxia.
Art. II
§ 1. Haec sunt Academiae proposita:
a) ut linguae litterarumque Latinarum, quae ad classicos, Christianos, mediaevales, humanisticos et recentissimos pertinent auctores, cognitionem iuvet studiumque provehat, praesertim apud catholica instituta, in quibus vel Seminarii tirones vel presbyteri instituuntur atque erudiuntur;
b) Ut provehat diversis in provinciis Latinae linguae usum, sive scribendo sive loquendo.


§ 2. Ut haec proposita consequatur, Academia studet:

a) scripta, conventus, studiorum congressiones, scaenica opera curare;
b) curricula, seminaria aliaque educationis incepta procurare, etiam iunctis viribus cum Pontificio Instituto Altioris Latinitatis;
c) hodierna quoque communicationis instrumenta in discipulis instituendis adhibere, ut sermonem Latinum perdiscant;
d) expositiones, exhibitiones et certamina apparare;
e) alia agere ac suscipere ad hoc Institutionis propositum assequendum.

LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI MOTU PROPRIO
"LATINA LINGUA"
con la quale viene istituita la Pontificia Accademia di Latinità


1. La lingua latina è sempre stata tenuta in altissima considerazione dalla Chiesa Cattolica e dai Romani Pontefici, i quali ne hanno assiduamente promosso la conoscenza e la diffusione, avendone fatto la propria lingua, capace di trasmettere universalmente il messaggio del Vangelo, come già autorevolmente affermato dalla Costituzione Apostolica Veterum sapientia del mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII.
In realtà, sin dalla Pentecoste la Chiesa ha parlato e ha pregato in tutte le lingue degli uomini. Tuttavia, le Comunità cristiane dei primi secoli usarono ampiamente il greco ed il latino, lingue di comunicazione universale del mondo in cui vivevano, grazie alle quali la novità della Parola di Cristo incontrava l’eredità della cultura ellenistico-romana.
Dopo la scomparsa dell’Impero romano d’Occidente, la Chiesa di Roma non solo continuò ad avvalersi della lingua latina, ma se ne fece in certo modo custode e promotrice, sia in ambito teologico e liturgico, sia in quello della formazione e della trasmissione del sapere.

2. Anche ai nostri tempi, la conoscenza della lingua e della cultura latina risulta quanto mai necessaria per lo studio delle fonti a cui attingono, tra le altre, numerose discipline ecclesiastiche quali, ad esempio, la Teologia, la Liturgia, la Patristica ed il Diritto Canonico, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Decr. Optatam totius, 13).
Inoltre, in tale lingua sono redatti, nella loro forma tipica, proprio per evidenziare l’indole universale della Chiesa, i libri liturgici del Rito romano, i più importanti Documenti del Magistero pontificio e gli Atti ufficiali più solenni dei Romani Pontefici.

3. Nella cultura contemporanea si nota tuttavia, nel contesto di un generalizzato affievolimento degli studi umanistici, il pericolo di una conoscenza sempre più superficiale della lingua latina, riscontrabile anche nell’ambito degli studi filosofici e teologici dei futuri sacerdoti. D’altro canto, proprio nel nostro mondo, nel quale tanta parte hanno la scienza e la tecnologia, si riscontra un rinnovato interesse per la cultura e la lingua latina, non solo in quei Continenti che hanno le proprie radici culturali nell’eredità greco-romana. Tale attenzione appare tanto più significativa in quanto non coinvolge solo ambienti accademici ed istituzionali, ma riguarda anche giovani e studiosi provenienti da Nazioni e tradizioni assai diverse.


4. Appare perciò urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura. Per dare rilievo e risonanza a tale sforzo, risultano quanto mai opportune l’adozione di metodi didattici adeguati alle nuove condizioni e la promozione di una rete di rapporti fra Istituzioni accademiche e fra studiosi, al fine di valorizzare il ricco e multiforme patrimonio della civiltà latina.
Per contribuire a raggiungere tali scopi, seguendo le orme dei miei venerati Predecessori, con il presente Motu Proprio oggi istituisco la Pontificia Accademia di Latinità, dipendente dal Pontificio Consiglio della Cultura. Essa è retta da un Presidente, coadiuvato da un Segretario, da me nominati, e da un Consiglio Accademico.
La Fondazione Latinitas, costituita dal Papa Paolo VI, con il Chirografo Romani Sermonis, del 30 giugno 1976, è estinta.
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La presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio, con la quale approvo ad experimentum, per un quinquennio, l’unito Statuto, ordino che sia pubblicata su L’Osservatore Romano.
Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 10 novembre 2012, memoria di S. Leone Magno, anno ottavo di Pontificato.
BENEDICTUS PP XVI

* * *
Statuto della Pontificia Accademia di Latinità
Articolo 1 È istituita la Pontificia Accademia di Latinità, con sede nello Stato della Città del Vaticano, per la promozione e la valorizzazione della lingua e della cultura latina. L’Accademia è collegata con il Pontificio Consiglio della Cultura, dal quale dipende.
Articolo 2§ 1. Scopi dell’Accademia sono:
a) favorire la conoscenza e lo studio della lingua e della letteratura latina, sia classica sia patristica, medievale ed umanistica, in particolare presso le Istituzioni formative cattoliche, nelle quali sia i seminaristi che i sacerdoti sono formati ed istruiti;
b) promuovere nei diversi ambiti l’uso del latino, sia come lingua scritta, sia parlata.

§ 2. Per raggiungere detti fini l’Accademia si propone di:
a) curare pubblicazioni, incontri, convegni di studio e rappresentazioni artistiche;
b) dare vita e sostenere corsi, seminari ed altre iniziative formative anche in collegamento con il Pontificio Istituto Superiore di Latinità;
c) educare le giovani generazioni alla conoscenza del latino, anche mediante i moderni mezzi di comunicazione;
d) organizzare attività espositive, mostre e concorsi;
e) sviluppare altre attività ed iniziative necessarie al raggiungimento dei fini istituzionali.

Sono 415!!!

una cum papa nostro

Pellegrinaggio "tradizionale": 415 stupende fotografie de L'Osservatore Romano!


Al link segnato di seguito, si potranno ammirare le stupende fotografie scattate dal fotografo ufficiale de l'Osservatore Romano: quello che segue il Papa!
Sono 415!!! Vedi dalla 72 in poi.
Per motivi di copyright non possiamo riprodurle sul nostro blog.
Ma vi invitiamo a visionarle: sono ottimo modo per gli assenti per gustare la Messa Pontificale del Card. Canizares.

sabato 10 novembre 2012

Il Papa ha oggi istituito la Pontificia Accademia di Latinità

Come avevamo annunciato tempo fa (riportando qui un bell'articolo di A. Tornielli che ne dava notizia in anteprima), oggi il Santo Padre ha istituito la Pontificia Accademia di Latinità con il Motu Proprio "Latina Lingua" (qui in italiano)
Certamente è positivo che il Papa abbia voluto conservare un'istituto dedicato alla lingua universale della Chiesa, dato che da più parti si era premuto che la Fondazione Latinitas non venisse rimpiazzata da nessun altro organismo dedicato.

Di interesse sono i numerosi riferimenti che nel Motu Proprio il Papa fa all'uso del latino nella Liturgia e alle edizioni in latino degli attuali e "moderni" sacri libri liturgici.
E' ovviamente un messaggio anche questo.
Grandissima soddisfazione leggere che come primo scopo è quello di istruire nel latino seminaristi e sacerdoti.
Ci sono però dei punti lievemente grigi che meritano riflessione
Dispiace infatti che che
l'Accademia dipenda dal Pontificio Consiglio della Cultura (di cui è Presidente il Card. Ravasi) e che sia priva di quella auspicata e maggior autonomia e autodeterminatezza che si sarebbe preferito riservata ad una contanta materia.Inoltre i membri dell'Accademia sono nomina non pontificia, nè del presidente, ma del Segretario di Stato. Che ci azzecca?

E' troppo presto per formulare giudizi, ovviamente: l'opera della Pontificia Accademia Latinitatis, erede della Fondazione, saprà indubbiamente esserne degna e proseguirne l'opera, potenziata e accresciuta nell'organico per poter difendere e favorire la lingua latina nel mondo contemporaneo.


BENEDICTUS PP. XVI
LITTERAE APOSTOLICAE
MOTU PROPRIO DATAE
LATINA LINGUA
De Pontificia Academia Latinitatis condenda

1. La lingua latina è sempre stata tenuta in altissima considerazione dalla Chiesa Cattolica e dai Romani Pontefici, i quali ne hanno assiduamente promosso la conoscenza e la diffusione, avendone fatto la propria lingua, capace di trasmettere universalmente il messaggio del Vangelo, come già autorevolmente affermato dalla Costituzione Apostolica Veterum sapientia [che lo scorso febbraio ha compiuto 50 anni, n.d.r.] del Nostro Predecessore, il Beato Giovanni XXIII.

In realtà, sin dalla Pentecoste la Chiesa ha parlato e ha pregato in tutte le lingue degli uomini. Tuttavia, le Comunità cristiane dei primi secoli usarono ampiamente il greco ed il latino, lingue di comunicazione universale del mondo in cui vivevano, grazie alle quali la novità della Parola di Cristo incontrava l’eredità della cultura ellenistico-romana.

Dopo la scomparsa dell’Impero romano d’Occidente, la Chiesa di Roma non solo continuò ad avvalersi della lingua latina, ma se ne fece in certo modo custode e promotrice, sia in ambito teologico e liturgico, sia in quello della formazione e della trasmissione del sapere.

2. Anche ai nostri tempi, la conoscenza della lingua e della cultura latina risulta quanto mai necessaria per lo studio delle fonti a cui attingono, tra le altre, numerose discipline ecclesiastiche quali, ad esempio, la Teologia, la Liturgia, la Patristica ed il Diritto Canonico, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Decr. Optatam totius, 13).

Inoltre, in tale lingua sono redatti, nella loro forma tipica, proprio per evidenziare l’indole universale della Chiesa, i libri liturgici del Rito romano, i più importanti Documenti del Magistero pontificio e gli Atti ufficiali più solenni dei Romani Pontefici.

3. Nella cultura contemporanea si nota tuttavia, nel contesto di un generalizzato affievolimento degli studi umanistici, il pericolo di una conoscenza sempre più superficiale della lingua latina, riscontrabile anche nell’ambito degli studi filosofici e teologici dei futuri sacerdoti. D’altro canto, proprio nel nostro mondo, nel quale tanta parte hanno la scienza e la tecnologia, si riscontra un rinnovato interesse per la cultura e la lingua latina, non solo in quei Continenti che hanno le proprie radici culturali nell’eredità greco-romana. Tale attenzione appare tanto più significativa in quanto non coinvolge solo ambienti accademici ed istituzionali, ma riguarda anche giovani e studiosi provenienti da Nazioni e tradizioni assai diverse.

4. Appare perciò urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura. Per dare rilievo e risonanza a tale sforzo, risultano quanto mai opportune l’adozione di metodi didattici adeguati alle nuove condizioni e la promozione di una rete di rapporti fra Istituzioni accademiche e fra studiosi, al fine di valorizzare il ricco e multiforme patrimonio della civiltà latina.

Per contribuire a raggiungere tali scopi, seguendo le orme dei Nostri venerati Predecessori, con il presente Motu Proprio oggi istituiamo la Pontificia Accademia di Latinità, dipendente dal Pontificio Consiglio della Cultura. Essa é retta da un Presidente, coadiuvato da un Segretario, da Noi nominati, e da un Consiglio Accademico.

La Fondazione Latinitas, [qui in italiano, n,d,r] costituita dal Papa Paolo VI, con il Chirografo Romani Sermonis, del 30 giugno 1976, è estinta.

La presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio, con la quale approviamo ad experimentum, per un quinquennio, l’unito Statuto, ordiniamo che sia pubblicata su L’Osservatore Romano.

Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die X mensis Novembris, in memoria Sancti Leonis Magni Papae, anno MMXII, Pontificatus Nostri octavo.


BENEDICTUS PP XVI


Statuto della Pontificia Accademia di Latinità

Articolo 1

E’ istituita la Pontificia Accademia di Latinità, con sede nello Stato della Città del Vaticano, per la promozione e la valorizzazione della lingua e della cultura latina. L’Accademia è collegata con il Pontificio Consiglio della Cultura, dal quale dipende.

Articolo 2

§ 1. Scopi dell’Accademia sono:

a) favorire la conoscenza e lo studio della lingua e della letteratura latina, sia classica sia patristica, medievale ed umanistica, in particolare presso le Istituzioni formative cattoliche, nelle quali sia i seminaristi che i sacerdoti sono formati ed istruiti;

b) promuovere nei diversi ambiti l’uso del latino, sia come lingua scritta, sia parlata.

§ 2. Per raggiungere detti fini l’Accademia si propone di:

a) curare pubblicazioni, incontri, convegni di studio e rappresentazioni artistiche;

b) dare vita e sostenere corsi, seminari ed altre iniziative formative anche in collegamento con il Pontificio Istituto Superiore di Latinità;

c) educare le giovani generazioni alla conoscenza del latino, anche mediante i moderni mezzi di comunicazione;

d) organizzare attività espositive, mostre e concorsi;

e) sviluppare altre attività ed iniziative necessarie al raggiungimento dei fini istituzionali.

Articolo 3

La Pontificia Accademia di Latinità si compone del Presidente, del Segretario, del Consiglio Accademico e dei Membri, detti anche Accademici.

Articolo 4

§ 1. Il Presidente dell’Accademia è nominato dal Sommo Pontefice, per un quinquennio. Il Presidente può essere rinnovato per un secondo quinquennio.

§ 2. Spetta al Presidente:

a) rappresentare legalmente l’Accademia, anche di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria ed amministrativa, tanto canonica quanto civile;

b) convocare e presiedere il Consiglio Accademico e l’Assemblea dei Membri;

c) partecipare, in qualità di Membro, alle riunioni del Consiglio di Coordinamento delle Accademie pontificie e mantenere i rapporti con il Pontificio Consiglio della Cultura;

d) sovrintendere all’attività dell’Accademia;

e) provvedere in materia di ordinaria amministrazione, con la collaborazione del Segretario, e in materia di straordinaria amministrazione, in accordo con il Consiglio Accademico e con il Pontificio Consiglio della Cultura.

Articolo 5

§ 1. Il Segretario è nominato dal Sommo Pontefice, per un quinquennio. Può essere rinnovato per un secondo quinquennio.

§ 2. Il Presidente, in caso di assenza o impedimento, delega il Segretario a sostituirlo.

Articolo 6

§ 1. Il Consiglio Accademico è composto dal Presidente, dal Segretario e da cinque Consiglieri. I Consiglieri sono eletti dall’Assemblea degli Accademici, per un quinquennio, e possono essere rinnovati.

§ 2. Il Consiglio Accademico, che è presieduto dal Presidente dell’Accademia, delibera circa le questioni di maggiore importanza che riguardano l’Accademia. Esso approva l’ordine del giorno in vista dell’Assemblea dei Membri, da tenersi almeno una volta l’anno. Il Consiglio è convocato dal Presidente almeno una volta l’anno e, inoltre, ogni volta che lo richiedano almeno tre Consiglieri.

Articolo 7

Il Presidente, con il parere favorevole del Consiglio, può nominare un Archivista, con funzioni di bibliotecario, ed un Tesoriere.

Articolo 8

§ 1. L’Accademia consta di Membri Ordinari, in numero non superiore a cinquanta, detti Accademici, studiosi e cultori della lingua e della letteratura latina. Essi sono nominati dal Segretario di Stato. Raggiunto l’ottantesimo anno di età, i Membri Ordinari diventano Emeriti.

§ 2. Gli Accademici Ordinari partecipano all’Assemblea dell’Accademia convocata dal Presidente. Gli Accademici Emeriti possono partecipare all’Assemblea, senza diritto di voto.

§ 3. Oltre agli Accademici Ordinari, il Presidente dell’Accademia, sentito il Consiglio, può nominare altri Membri, detti corrispondenti.

Articolo 9

Il patrimonio della estinta Fondazione Latinitas e le sue attività, inclusa la redazione e pubblicazione della Rivista Latinitas, sono trasferite alla Pontificia Accademia di Latinità.

Articolo 10

Per quanto non previsto espressamente si fa riferimento alle norme del vigente Codice di Diritto Canonico ed alle leggi dello Stato della Città del Vaticano.

sabato 10 novembre 2012

Sant'Andrea Avellino


S. Andrea Avellino

Sant'Andrea Avellino
Sant'Andrea Avellino
Sacerdote
NascitaCastronuovo di Sant'Andrea, 1521
MorteNapoli, 10 novembre 1608
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazione22 maggio 1712 da papa Clemente XI
Ricorrenza10 novembre
Sant' Andrea Avellino, al secolo Lancellotto Avellino (Castronuovo di Sant'Andrea, 1521Napoli, 10 novembre 1608), è stato un presbitero e religioso italiano dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini: è stato proclamato santo nel 1712 da papa Clemente XI.
Operò con san Carlo Borromeo a Milano e dintorni.
A Castronuovo, suo paese natale, sono ancora visibili le tracce del santo: oltre alla casa natale c'è un ulivo legato alla sua figura.

Indice


Biografia 

Nacque a Castronuovo nel 1521, da Giovanni Avellino e da Margherita Appella. Venne battezzato con il nome di Lancellotto, primo di due fratelli. Ricevette la prima educazione dallo zio don Cesare Appella, che era arciprete del paese. Nel 1532 si trasferì a Senise, paese distante pochi chilometri, dove studiò lettere classiche, matematica e musica per quattro anni. Il 17 agosto 1537 il vescovo di Anglona, Pietro Paolo Parisio lo consacrò suddiacono. Per quattro anni aiutò lo zio arciprete nell'opera di catechesi della parrocchia. Venne ordinato presbitero fra il 1545 e il 1546. L'anno seguente si iscrive all'Università di Napoli per conseguire la laurea in utroque iure.

Nel 1548 fece la conoscenza del gesuita spagnolo padre Diego Lainez, la frequentazione degli esercizi spirituali tenuti da questo sacerdote provocarono un profondo cambiamento nel modo di pensare di Lancellotto che lo indicherà come il momento della sua vera conversione. Da questo momento decide di continuare gli studi giuridici, ma di rinunciare alla laurea; dominare e contrastare i moti istintivi della propria volontà; progredire ogni giorno di più nella via della perfezione; dedicarsi totalmente a Dio abbracciando lo stato religioso della famiglia teatina.

Gaetano di Thiene, aveva fondato nel 1533 una comunità di questo ordine riformatore a Napoli, presso la grande basilica di San Paolo Maggiore.
Terminati gli studi, come deciso, rinunciò al conseguimento della laurea abbandonando disegni e aspirazioni di grandezza. In attesa di essere accolto tra i teatini, operò presso la Curia Arcivescovile di Napoli come avvocato. Durante questo periodo ebbe modo di difendere un sacerdote in tribunale: la causa fu vinta ma solo con l'uso della menzogna. Questo fatto marcò profondamente Lancellotto che decise di lasciare tutto ciò che poteva ostacolare il suo servizio a Dio. Tornò al paese ed elargì, a favore del fratello, la parte di eredità che gli spettava. Di lì a poco venne richiamato a Napoli dal vicario generale Scipione Rebiba.

Nel 1551 venne incaricato di riformare i costumi del monastero di Sant'Arcangelo a Baiano. In quel tempo vi era l'usanza nelle famiglie nobili di mettere in convento le figlie che non avevano trovato un matrimonio conveniente. Questa usanza creava nei monasteri una situazione di degrado e di poca coerenza con la vera vita monastica. Don Lancellotto si dedicò con tutte le sue forze alla riforma di questa comunità con l'introduzione di una più disciplinata e attenta conduzione della vita della monache. Questo gli causò risentimenti e critiche che sfociarono in un tentativo di omicidio.

Il 14 agosto 1556 entrò come postulante presso i teatini di San Paolo a Napoli. Il 30 novembre dello stesso anno vestì l'abito di novizio, prendendo il nuovo nome di Andrea. Il 25 gennaio 1558 prese i voti. L'anno seguente venne ricevuto a Roma da papa Paolo IV cofondatore assieme a san Gaetano da Thiene dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini. Nel 1560 venne nominato maestro dei novizi, carica che ricoprì per 10 anni. Fu molto apprezzato come confessore.
Nel 1567 padre don Andrea Avellino venne nominato preposito di San Paolo Maggiore a Napoli. Ruolo che ricoprì a più riprese nei successivi dieci anni. Fu visitatore della Provincia lombarda dei teatini tra il 1573 e il 1577 e della Provincia campana dal 1590 al 1591.
Le sue regole per svolgere al meglio la sua attività di superiore erano:
  • agire secondo il detto della sapienza, con fermezza e con dolcezza;
  • imitare il Signore che prima insegnò con l'esempio e poi con la parola;
  • tenere presente il monito di San Bernardo ai prepositi vedano tutto, dissimulino molto, correggano poco;
  • valutare la buona volontà dei confratelli, apprezzare il loro operato e farlo conoscere, perché sia di esempio e di sprone agli altri.
Nel maggio del 1585 il santo si operò come mediatore e mise a disposizione dei bisognosi le risorse del suo ordine, dopo i tumulti scoppiati a Napoli a seguito dell'uccisione del capo popolo G.B Starace da parte della folla inferocita. Starace era ritenuto il responsabile della carestia che la città stava subendo.
Molto benefica e proficua fu la sua attività come superiore dell'ordine che visse in quel periodo un intenso sviluppo nelle province di Napoli, Milano e Roma. Intensa fu la sua attività epistolare che conta oltre mille lettere. Scrisse numerosi trattati e opuscoli di ascetica e di esegesi biblica. L'epistolario fu pubblicato nel 1731 in due volumi. Da questi scritti si constata la sua grande devozione per la Madonna. Le sue principali fonti di ispirazione erano, Sant'Agostino, San Giovanni Crisostomo, San Bernardo e San Tommaso. Tra i suoi discepoli, il più famoso è padre Lorenzo Scupoli, teatino autore del Combattimento spirituale.
Morì il 10 novembre 1608 a Napoli.

Il culto 

Il processo di beatificazione ebbe inizio nel dicembre del 1614, fu beatificato da Urbano VIII il 14 ottobre 1624 e proclamato santo da Clemente XI il 22 maggio 1712. È sepolto nella basilica di San Paolo Maggiore a Napoli. La Chiesa cattolica lo festeggia il 10 novembre, suo dies natalis ovvero il giorno della sua morte che la Chiesa considera la sua "nascita al Cielo". È invocato dai fedeli contro la morte improvvisa. Sant'Andrea Avellino è il protettore del paese di Monasterace sulla costa jonica della Calabria, in provincia di Reggio Calabria.

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