Visualizzazione post con etichetta purgatorio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta purgatorio. Mostra tutti i post

venerdì 24 novembre 2017

Cercate di Suor Angela?


 A Torino

Interessante è il fatto avvenuto nel 1946 nella persona dell'ingegnere Enzo Crozza, domiciliato a Torino, in via Ilarione Petitti, 34.
Questo ingegnere, ammalatosi nel 1942 si era fatto assistere in famiglia nelle ore notturne da una Suora del Cottolengo, certa Suor Angela Curti. Nel 1944 la Suora moriva nel Cottolengo; l'ingegnere non ne sapeva nulla.

Il Signor Crozza fu operato di appendicite nella sua abitazione nel 1946 e, memore delle delicate cure di Suor Curti, mandò la moglie al Cottolengo per invitarla a venire ad assisterlo.
Mentre la moglie faceva le scale, incontrò la Suora.
- E voi, qui?... Venivo proprio in cerca di voi!
- Ho saputo che vostro marito sta male e son venuta a cercarlo! -
Per quindici notti consecutive Suor Angela vegliò al capezzale dell'ingegnere; veniva la sera e partiva al mattino.
Finita la sua missione, si licenziò senza chiedere alcun compenso.

Quando il Signor Crozza si ristabilì discretamente, andò al Cottolengo con la moglie per ringraziare ancora una volta la Suora. Quale non fu la sua meraviglia a senirsi dire: Cercate di Suor Angela?... Ma da due anni è al cimitero!... E' morta qui! - Eppure la Suora che mi assisteva era lei, in carne ed ossa! E non sono io solo a constatare il fatto, ma tutta la famiglia!... -
Come spiegare questo avvenimento? O la Suora era entrata in Paradiso e veniva in aiuto a persona cara, oppure era in Purgatorio ed il Signore le permetteva di compiere ancora qualche atto di carità.

*
Di simili fatti potrei riportarne non pochi; sono testimonianze di oltre tomba. Ma poichè qui si parla del Purgatorio, giova sapere che in Roma, poco distante dalla città del Vaticano, esiste il Museo del Purgatorio, ove si possono vedere, con i relativi documenti storici, oggetti bruciati da anime del Purgatorio, apparse in forma umana.


Colpa e pena


I fedeli non sogliono riflettere abbastanza sulle quotidiane colpe; si va avanti alla buona nella vita spirituale, pensando molto alla misericordia di Dio e poco alla sua giustizia.



Chi cade in peccato, tenga presenti due cose: la colpa, o mancanza, e la pena corrispondente. Se il peccato è mortale, la pena corrispondente è eterna; se è veniale, la pena è temporanea o limitata.



Quando ci si confessa con le dovute disposizioni, Iddio perdona il peccato, cioè la colpa; la pena corrispondente non scompare del tutto; se essa è eterna, cioè degna dell'inferno, dopo l'Assoluzione Sacramentale diviene temporanea, cioè da scontarsi in questa vita o nel Purgatorio; se la pena riguarda il peccato veniale, con l'Assoluzione Sacramentale può diminuire ed anche scomparire del tutto, secondo le disposizioni dell'anima penitente.



Chi confessa un solo peccato mortale, avrà da scontare in Purgatorio o in questa vita, un grado di pena temporanea; chi ne confessa due, dovrà scontare il doppio. Chi pecca gravemente cento, mille volte..., sconterà cento, mille volte in più. Questa è la dottrina della Chiesa Cattolica, secondo il parere dei più grandi Teologi ed in base alla rivelazione ed alla stessa ragione.



Mi rivolgo a coloro che dicono: Per il momento pecco; poi mi confesserò e Dio mi perdonerà!... Ho peccato tre volte? Commetto altri peccati e fa lo stesso! Il Ministro di Dio mi assolve con la stessa facilità tre peccati, oppure trentatré! ... -

Ma non riflettono costoro che più peccano e più lungo e tormentoso si preparano il Purgatorio? Se non si vogliono astenere dal male per il dipiacere che recano a Dio, che dovrebbe essere il fine principale, almeno si astengano dal peccare per interesse personale, per non accumulare pene sopra pene per il Purgatorio! 


Anime Sante del purgatorio,

 intercedete per noi.

martedì 3 ottobre 2017

Nemo credit, nemo credit, nemo credit, -

- quam districte judicet Deus et quam severe puniat.

"...offero tibi Deo vivo et vero... et pro omnibus
fidélibus christianis vivis atque defunctis:
ut mihi et illis proficiat ad salutem in vitam aeternam. Amen"

FIAMME DEL PURGATORIO

Abbandoniamo ora questa terra e spingiamo lo sguardo oltre la tomba, per contemplare i castighi terribili con cui Dio punisce il peccato veniale. Vi è un carcere creato appositamente a ciò dalla giustizia divina, carcere pieno di fuoco e di tutti i tormenti: il purgatorio. Che cos'è il purgatorio? E' un inferno temporaneo; e le stesse fiamme che bruciano il dannato purificano pure l'eletto. Eodem igne, dice S. Tommaso, torquetur damnatus et purgatur electus

Tra l'inferno ed il purgatorio non passa, altra differenza che quella della durata: il primo non finisce mai, mentre il secondo ha un termine, che varia a seconda della gravità e del numero delle colpe. La più piccola pena del purgatorio è di gran lunga superiore alla più grande di questo mondo. Il fuoco nostro è freddo, dice un Santo, a paragone di quello che brucia. quelle povere anime. Tra le fiamme del purgatorio e le nostre v'è la differenza, che passa tra il fuoco reale ed il dipinto. 
S. Caterina da Genova scrive: « Le anime purganti provano un tal tormento, che lingua umana non può riferire, né alcuna intelligenza darne la più piccola nozione, eccetto che Dio non lo facesse conoscere per grazia speciale ». 

Vi è nel purgatorio come nell'inferno doppia pena, quella del danno, che consiste nella privazione di Dio, e quella del senso. La pena del danno è senza paragone più grande: ed è tanto più intensa, perché quelle anime, vivendo nell'amicizia di Dio, sentono più forte il bisogno di unirsi a Lui, come l'ago calamitato si volge al polo, la freccia vola al centro ed il fuoco tende ad elevarsi.

Un religioso di S. Francesco, morto in concetto di molta virtù, comparve dopo lungo tempo ad un suo amico, lamentandosi d'essere stato abbandonato. Ciò era vero, perché il confratello, stimando il defunto già pervenuto alla gloria eterna, non pregava più per lui, e su questa supposizione faceva a quell'anima le sue scuse. Diede allora un lamentevole grido l'anima abbandonata; e disse tre volte: Nemo credit, nemo credit, nemo credit, quam districte judicet Deus et quam severe puniat. Nessuno può credere, nessuno può credere, nessuno può credere quanto laggiù si è giudicati severamente. Il Divin Redentore stesso ci ha avvertito, che non ne usciremo, senza prima aver pagato tutti i nostri debiti fino all'ultimo centesimo: Donec reddas novissimum quadrantem (Matth. V. 26).

Verso la metà del nostro secolo, il Signore nella; sua bontà permise un'apparizione di oltre tomba per confermarci nella fede del purgatorio e dimostrarci l'intensità dei patimenti che laggiù si soffrono. Nel monastero delle Francescane di Foligno una Suora, morta, da poco tempo in concetto di santità, apparve alla sorella che l'aveva sostituita nel suo ufficio, per impetrare suffragi. « Ahi! quanto soffro » disse; e per darne una prova, toccò con la palma della mano la porta e vi lasciò l'impronta carbonizzata, riempiendo la camera di fumo denso e di odor di legno bruciato. Quel terribile segno si conserva ancora; e chi non credesse può recarsi nel convento per osservarlo da vicino e leggere la cronaca del fatto.

A Zamora, città della Spagna, viveva in un convento di Domenicani un buon religioso, legato in santa amicizia con un Francescano, uomo come lui di grande virtù. Un giorno in cui s'intrattenevano di cose spirituali,, si promisero, scambievolmente che il primo a morire sarebbe apparso all'altro, se così a Dio fosse piaciuto, per informarlo della. sorte toccatagli nell'altro mondo. Morì il Francescano e, fedele alla sua promessa, apparve al religioso Domenicano, mentre stava preparando il refettorio. Dopo averlo salutato con straordinaria benevolenza, gli disse di essere salvo, ma che gli restava ancor molto a soffrire per alcuni piccoli falli dei quali non s'era abbastanza pentito in vita. Indi soggiunse: «Niente c'è sulla terra che possa dare un'idea delle mie pene». E perchè il Domenicano ne avesse una prova,. stese la destra sulla tavola del refettorio. All'istante il legno andò in fumo ed in fiamme, e vi restò la impronta, come se la mano fosse stata un ferro rovente. Immagini ognuno la commozione del Domenicano a quello spettacolo! Corse a chiamare ì confratelli, mostrò loro quel segno ferale e tutti si ritirarono subito in Chiesa a pregare per l'infelice defunto. Questa rivelazione è narrata nella vita di S. Domenico, scritta da Ferdinando di Castiglia (28 parte, libro I, capo 23). La tavola si conservò a Zamora religiosamente fino al termine del secolo passato, quando le rivoluzioni politiche la fecero sparire, insieme con tanti altri ricordi di pietà, di cui abbondava l'Europa.

Nella Storia del Padre Stanislao Choscoa, domenicano polacco, si legge che un giorno, mentre pregava per i defunti, vide un'anima tutta divorata dalle fiamme, come un carbone nel mezzo di una fornace ardente. Il pio religioso la interrogò, se quel fuoco era più penetrante del terreno.
Ahimè! rispose gemendo la misera tutto il fuoco della terra, paragonato a quello del purgatorio, è come un soffio d'aria freschissima.
E come mai è possibile? soggiunse Stanislao: Bramerei pur farne la prova, a condizione che ciò giovasse a farmi scontare una parte delle pene che dovrò un giorno soffrire nel purgatorio.
Nessun mortale replicò allora quell'anima potrebbe sopportarne la minima parte, senza morirne all'istante, se Dio non lo sostiene. Se vuoi convincertene stendi la mano.
Stanislao, lungi dallo sgomentarsi, porse la mano; ed il defunto vi lasciò cadere sopra una goccia del suo sudore. All'istante stramazzò al suolo, emettendo grida acute. Quella stilla gli aveva passata la carne, lasciandovi una piaga profonda.

Accorsero i confratelli atterriti e con pronte cure lo fecero ritornare in sé. Allora raccontò, pieno di spavento l'accaduto: e concluse dicendo: « Ah! fratelli miei, se ognun di noi conoscesse il rigore dei divini castighi, non peccherebbe giammai. Facciamo penitenza in questa vita per non doverla, poi fare nell'altra, perchè terribili sono quelle pene; combattiamo i nostri difetti e specialmente le colpe veniali avvertite. La Maestà divina è cosa santa, che non può soffrire la minima macchia nei suoi eletti ». Dopo di che si pose a letto e vi stette un anno, sempre tormentato da orribili spasimi, prodotti dalla piaga della mano.
Alla fine dell'anno, dopo di aver nuovamente esortato i suoi confratelli a temere i rigori della giustizia divina ed a fuggire qualunque peccato, benché leggero, spirò nel bacio del Signore. Lo storico aggiunge che questo fatto rianimò il fervore in tutti i monasteri e che i religiosi s'eccitavano a vicenda nel servizio di Dio, al fine di essere salvi da sì atroci supplizi.
*
Il venerabile Bernardino da Busto, non men dotto che santo religioso, racconta che un suo fratellino, di nome Bartolomeo, morto ancor puro ed innocente nell'età di otto anni, fu condannato al purgatorio, perchè talora aveva recitato distratto le preghiere del mattino e della sera.

Nella storia dell'ordine Cistercense si legge di una monaca di molta virtù, che andò al purgatorio, perchè disse, senza necessità, qualche parolina sottovoce in coro al tempo dell'ufficio divino; e di un altro religioso per non aver chinato la testa al Gloria Patri, come prescriveva la regola. Essi comparvero cinti di fiamme ad implorare aiuto e ad ammonire il convento dei rigori della Giustizia divina.

Nella vita di S. Martino si legge che morì una vergine chiamata Vitalina. Era in tal concetto di santità, che non solo la città ma tutta la diocesi di Tours andò alle sue esequie, non già per suffragare l'anima, ma per impetrare grazie dalla sua intercessione, persuasi tutti che fosse in cielo. Lo stesso S. Martino non disse requiem o de profundis; e solo si congratulava con lei della sua sorte beata e ringraziava Dio dei favori fattile. Allora la defunta gli si fece vedere in abito bruno, l'occhio mesto, il volto bianco come un cencio, e con voce lamentevole: « Non mi è ancora concesso, disse, di vedere il volto del mio Signore ». Oh! Dio, e perchè mai? 
«Perché un giorno di venerdì violai la regola, che ordina di non acconciare i capelli in segno di lutto per la morte del Divin Redentore».

Un Domenicano di gran pietà fu punito atrocemente solo per soverchio affetto che aveva ai suoi scritti; ed un Cappuccino di santa vita comparve in veste di fuoco, solo perchè, essendo cuoco del convento, consumò un poco di legna più del bisogno, contro il voto di povertà.

Gli stessi Santi canonizzati poi dalla Chiesa non sempre andarono esenti da quelle terribili fiamme espiatrici... Si legge nelle opere di S. Pietro Damiani che San Severino, Arcivescovo di Colonia, quantunque fosse stato in vita pieno di zelo apostolico e adorno di straordinarie virtù, dovette tuttavia rimanere per qualche tempo in quel luogo di espiazione, per avere senza bisogno anticipate le ore canoniche.

S. Gregorio Magno riferisce nei suoi dialoghi, (Libro IV, capo 40) che il santo diacono Pascasio fu condannato ad una lunga espiazione, come il defunto stesso rivelò a S. Germano di Capua. Eppure la sua dalmatica, stesa sul feretro, aveva operato portentosi miracoli.

S. Pellegrino e S. Valerio, vescovi di Augusta, passarono pure per quel fuoco. Quest'ultimo essendo vecchio cadente, cercò di lasciare l'arcivescovado ad un suo nipote, ecclesiastico meritevole per la scienza e per la virtù di cui era adorno. Ma siccome oltre al merito, guardò anche alla persona del nipote, così ebbe, per quell'affetto carnale, due terribili castighi. Dio gli tolse subito il nipote con morte prematura, e condannò lui ad un severo purgatorio, dove fu udito gridare pietà e misericordia, mentre il popolo lo invocava come santo.

Al leggere questi esempi viene spontanea sul labbro la preghiera del santo profeta: Confige timore tuo carnes meas, a judiciis enim tuis timui: Inchioda col tuo timore le mie carni, perchè ho temuto i tuoi giudizi (Ps. CXVIII, 120).

Papa BenedettoXVI. I precedenti sono di uguale importanza

AMDG et BVM

martedì 7 febbraio 2017

Braccia profumate - Una sola goccia



BRACCIA PROFUMATE


Don Bosco era andato a visitare una nobile famiglia, nella speranza di essere aiutato nelle opere di carità. Mentre si intratteneva a colloquio con la signora, si accorse che la figlia di costei stava allo specchio ed era intenta a profumare le braccia.
- Signora, sua figlia non vuol bene alle sue braccia!
- Tutt'altro! E' vanitosa e non pensa che a profumarsi! Ama troppo le braccia! - Eppure, non è così! Se le amasse, non farebbe ciò che adesso fa! Chi sa quanto avrà da soffrire in Purgatorio. - Grandi sono le pene riservate a quelle mancanze che si chiamano leggerezze. Esaminiamo qualche apparizione.


Una sola goccia

Il Padre Stanislao Koscoa, domenicano, pregava un giorno per le anime del Purgatorio, quand'ecco presentarsegliene una, tutta avvolta nelle fiamme. Inorridì il Santo Sacerdote e domandò: Il fuoco che tu soffri è più forte di quello della terra? - Ahimè, rispose la misera gridando; tutto il fuoco della terra paragonato a quello del Purgatorio, è come un soffio di aria freschissima! Non c'è paragone tra il fuoco terreno, creato per misericordia, e quello soprannaturale, creato per la Divina Giustizia!
- Bramerei farne la prova! -
Il Padre Stanislao, senza sgomentarsi, stese la mano ed il defunto vi fece cadere una goccia del suo sudore, o almeno un liquido che sembrava tale. Il Religioso emise un grido acuto e cadde tramortito. Accorsero i Confratelli e lo fecero rinvenire. Gli si formò sulla mano una piaga, che lo accompagnò alla tomba. Prima di morire disse alla Comunità:


·         Ah! Se ognuno di noi conoscesse il rigore dei divini castighi, non peccherebbe giammai! Facciamo penitenza in questa vita, per non doverla poi fare nell'altra! Combattiamo i nostri difetti e correggiamoli; guardiamoci dai piccoli falli, perchè il Giudice. Divino ne tiene stretto conto. La Maestà Divina è tanto santa, che non può soffrire nei suoi eletti la minima macchia! -

Anima privilegiata

Ci sono nel mondo delle anime privilegiate, cioè scelte direttamente da Dio per una missione particolare. A costoro Gesù si presenta sensibilmente e le mette nello stato di vittima straordinaria, rendendole partecipi anche dei dolori della sua Passione. Queste vittime riparano certe categorie di peccati e soffrono moltissimo nel corpo e nello spirito. Perchè possano soffrire di più e salvare più peccatori, Iddio permette che talune di esse siano trasportate, sebbene viventi, nell'ordine soprannaturale e che stiano a penare nel Purgatorio ovvero nell'inferno. Come avvenga il fenomeno, non possiamo spiegarlo. Queste vittime, quando ritornano dall'al di là, sono afittissime e sogliono piangere dirottamente; qualche volta restano con delle scottature e piaghe nel corpo. Le anime privilegiate scompaiono improvvisamente dalla propria camera, alla presenza anche di testimoni, o dopo una notte o parecchie ore riappaiono. Sembrano cose incredibili, ma sono storiche.


Per conoscere più diffusamente questi fatti, si legga il volume « Invito all'amore » edito dalla Libreria L.I.C.E. - Berruti - Torino. E' la storia di Suor Josefa Menendez, morta nel 1923. Ecco alcuni episodi:

- La notte dal primo al due novembre l'assalto diabolico mi aveva lasciata spossatissima. Mentre quasi ogni notte ero stata a soffrire nell'inferno tra i dannati, il Signore volle che nel mese dei morti andassi nel Purgatorio. Chiesi a Gesù se realmente fosse l'inferno o il Purgatorio il luogo ove vado a soffrire, oppure una semplice figura dell'oltre tomba. Gesù mi rispose: E' il vero inferno ed il vero Purgatorio. Le anime però le vedi in sembianze umane, per distinguerle. Ti porto in questi luoghi affinché tu resti invogliata a soffrire sempre più, per strappare anime all'eterna perdizione. -

Nella notte del primo novembre, verso le ore due, mi sentii leggera leggera come se non avessi avuto il corpo. Mentre a trasportarmi nell'inferno suole venire il demonio, il quale in un volo vertiginoso mi lancia tra i dannati, questa volta mi sentii trasportare da mano invisibile, senza vedere alcuno, e dopo un poco, invece di trovarmi sul letto, mi trovai in Purgatorio, vicino alle anime che spasimavano dal desiderio di vedere Dio e per altri dolori. II luogo era grandissimo; si vedeva dove cominciava, ma non dove finiva. Poi vidi un'immensa folla di anime, in maggioranza persone consacrate. Appena la mano invisibile mi posò vicino a costoro, tutte provarono gran gioia e dissero: Prega, prega per noi e per la nostra liberazione! - Un tale -disse: Se tutti sapessero com'è tormentoso il fuoco del Purgatorio, veramente ci verrebbero presto in aiuto! -

In quel momento cominciai a provare le pene del Purgatorio. Mi sentii come esasperata nell'anima e provai un forte calore in tutto il corpo. Però non è tanto la sofferenza del corpo che fa soffrire, quanto il rimorso di avere offeso Dio sì grande e la privazione di vederlo. Si sente fortemente Dio e non si può andare a Lui. Che terribile sofferenza!... Vidi le anime rassegnatissime; non dimostravano alcun segno di disperazione. Erano tanto pentite del male fatto e avrebbero voluto ritornare nel mondo per dire a tutti: Non fate peccati, perchè veramente c'è l'inferno ed il Purgatorio e le pene che vi si soffrono sono immense!

Mi si avvicinò un uomo, gridando: Non ne posso più di questi tormenti! Ormai sono nove anni che soffro e mi sembrano novecento anni! Per pietà liberatemi presto da queste pene!... Peccai, è vero!... Mentr'ero in vita, quando la miseria copriva la mia famiglia, imprecai contro Dio e contro i Santi. Sebbene me ne fossi confessato, ho da scontare la pena! -

Un Sacerdote era afflittissimo e chiedeva suffragi: Sto soffrendo molto, perchè in vita sono stato molto indulgente a tanti piccoli piaceri! -

Una donna diceva: Avevo la vocazione religiosa e la perdetti per una cattiva lettura. Ringrazio Dio che non sono piombata nell'inferno! -

Una suora esclamò: Sto riparando alcune mancanze di fiducia in Dio. Il giudizio di una religiosa è rigoroso, perchè non è il nostro Sposo Gesù che ci giudica, ma il nostro Dio!

- Il mio Purgatorio, diceva un'altra anima, sarà lungo poichè non ho accettato la volontà di Dio, né ho fatto con sufficiente rassegnazione il sacrificio della mia vita durante l'ultima malattia. La malattia è una grande grazia di purificazione, ma se non si fa attenzione, può essere occasione di maggior Purgatorio. -

Un'anima ringraziava: Iddio ti ricompensi la carità! Tu hai abbreviato il mio Purgatorio. Oh, se tutti riflettessero fin dove può condurre un affetto poco mortificatoo, come si applicherebbero a dominare la natura ed a reprimere le passioni! -


Da quanto si è esposto, si vede com'è delicata la Divina Giustizia nel purificare le anime che hanno peccato.

Se fosse concesso a tutti di visitare un momento il Purgatorio, quanti si farebbero santi!

AMDG et BVM

domenica 20 novembre 2016

MESSAGGIO DI LUCE e SPERANZA //


Dopo un incidente un sacerdote viene portato a visitare Inferno, Purgatorio e Paradiso

Articolo tratto dal sito Profezie del terzo millennio


Un pastore cattolico della Florida settentrionale afferma che durante un’"esperienza di premorte" (NDE, Near Death Experience) gli sarebbe stato mostrato l’aldilà, avrebbe anche visto sacerdoti e perfino vescovi sia in paradiso che nell'inferno.
Il sacerdote è Don José Maniyangat, della chiesa di S. Maria in Macclenny, e afferma che l'evento sarebbe avvenuto il 14 aprile 1985 - domenica della Divina Misericordia - quando ancora viveva nel suo Paese natale, l'India. Vi presentiamo questo caso lasciandolo al vostro discernimento.

Ora 54enne e ordinato sacerdote nel 1975, Don Maniyangat ricorda che si stava recando ad una missione per celebrare la Messa quando con la moto che stava guidando - un mezzo di trasporto molto comune in quei luoghi - venne travolto da una jeep condotta da un uomo ubriaco.

Don Maniyangat ha raccontato a Spirit Daily che dopo l’incidente venne trasportato d’urgenza in un ospedale distante più di 50 chilometri e durante il tragitto accadde che «la mia anima uscì fuori dal corpo. Immediatamente vidi il mio angelo custode», spiega Don Maniyangat. «Inoltre vidi il mio corpo e le persone che mi stavano trasportando all'ospedale. Stavano gridando, e subito l'angelo mi disse, "Sto per portarti in Cielo. Il Signore desidera incontrarti". Disse però che prima voleva mostrarmi l'inferno e il purgatorio». 

Don Maniyangat afferma che in quel momento, in un’orribile visione, l’inferno si aprì davanti ai suoi occhi. Era spaventoso. «Vidi Satana e persone che lottavano, che venivano torturate, e che gridavano» racconta il sacerdote. «E c’era anche il fuoco. Vidi il fuoco. Vidi persone che soffrivano e l'angelo mi disse che ciò era dovuto ai peccati mortali e al fatto che non si erano pentite. Quello era il punto. Erano impenitenti».
Il sacerdote racconta che gli venne spiegato che ci sono sette "gradi" o livelli di sofferenza negli inferi. Coloro che in vita hanno commesso "peccato mortale dopo peccato mortale" soffrono il calore più intenso. "Avevano dei corpi ed erano molto brutti, tanto crudeli e brutti, orribili", dice Don Maniyangat. 
«Erano umani ma erano come mostri: spaventosi, delle cose dall’aspetto molto brutto. Ho visto persone che conoscevo ma non posso dire chi erano. L'angelo mi disse che non mi era permesso rivelarlo». 
I peccati che li avevano condotti in quella condizione – spiega il sacerdote - erano trasgressioni come l’aborto, l’omosessualità, l’odio e il sacrilegio. Se si fossero pentiti, sarebbero andati in purgatorio - gli avrebbe detto l'angelo. Don Jose rimase sorpreso delle persone che vide nell'inferno. Alcuni erano sacerdoti, altri erano vescovi. «Ce n’erano molti, perché avevano fuorviato la gente» afferma il sacerdote [...]. «Erano persone che non mi sarei mai aspettato di trovare la». 

Dopo di ciò, il purgatorio gli si aprì innanzi. Anche lì ci sono sette livelli - dice Maniyangat - e c’è il fuoco, ma è molto meno intenso di quello dell'inferno, e là non c’erano "liti o lotte". La sofferenza principale è data dal fatto che non possono vedere Dio. Il sacerdote afferma che le anime che erano in purgatorio potevano aver commesso numerosi peccati mortali, ma erano arrivate là in virtù del semplice pentimento - ed ora avevano la gioia di sapere che un giorno sarebbero andate in Cielo. "Ho avuto la possibilità di comunicare con le anime", dice Don Maniyangat, che dà l’impressione di essere una persona pia e santa. «Mi hanno chiesto di pregare per loro e di chiedere anche alla gente di pregare per loro». Il suo angelo, che era "molto bello, luminoso e bianco", difficile da descrivere a parole - dice Don Maniyangat, lo portò a quel punto in Paradiso. Allora un tunnel - come quello descritto in tanti casi di esperienze di premorte - si materializzò. 

«Il Paradiso si aprì ed io sentii la musica, gli angeli che cantavano e che lodavano Dio» racconta il sacerdote. «Una musica bellissima. Non ho mai sentito una musica come quella in questo mondo. Ho visto Dio faccia a faccia, e Gesù e Maria, erano così luminosi e sfolgoranti. Gesù mi disse, "Ho bisogno di te. Voglio che torni indietro. Nella tua seconda vita, per il Mio popolo sarai uno strumento di guarigione, e camminerai in una terra straniera e parlerai una lingua straniera".». Di lì ad un anno, Don Maniyangat si trovava appunto in una terra lontana chiamata Stati Uniti.

Il sacerdote dice che il Signore era molto più bello di qualsiasi immagine esistente su questa terra. Il Suo Volto somigliava a quello del Sacro Cuore, ma era molto più luminoso, dice Don Maniyangat, che paragona questa luce a quella di "mille soli". La Madonna era accanto a Gesù. Anche in questo caso sottolinea che, le rappresentazioni terrene sono "solo un'ombra" di come Maria SS. è realmente. Il sacerdote afferma che la Vergine gli disse semplicemente di fare tutto ciò che suo Figlio aveva detto. 

Il Paradiso, dice il sacerdote, ha una bellezza, una pace, e una felicità che sono "un milione di volte" superiori a qualsiasi cosa che conosciamo sulla terra. 
«Ho visto anche là sacerdoti e vescovi», nota Don Jose. «Le nuvole erano differenti - non scure o cupe, ma splendenti. Bellissime. Molto luminose. E c’erano fiumi che erano differenti da quelli che si vedono qui. E’ quella la nostra vera casa. Non ho sperimentato mai nella mia vita quel genere di pace e di gioia». 

Maniyangat dice che la Madonna e il suo angelo gli appaiono ancora. La Vergine appare ogni primo sabato, durante la meditazione mattutina. «E’ personale, e serve per guidarmi nel mio ministero», spiega il pastore, la cui chiesa si trova a trenta miglia dal centro di Jacksonville. «Le apparizioni sono private, non pubbliche. Il suo viso è sempre lo stesso, ma un giorno appare con il Bambino, un giorno come Nostra Signora delle Grazie, o come Nostra Signora dei Dolori. A seconda dell’occasione appare in modi diversi. Mi ha detto che il mondo è pieno di peccato e mi ha chiesto di digiunare, pregare e offrire la Messa per il mondo, perché Dio non lo punisca. Abbiamo bisogno di più preghiera. È preoccupata per il futuro del mondo a causa dell’aborto, dell’omosessualità e dell’eutanasia. Ha detto che se la gente non ritorna a Dio, ci sarà il Castigo». 

Il messaggio principale, tuttavia, è di speranza: come tanti altri, Don Maniyangat ha visto che l’aldilà era pieno di una luce che guarisce, e al suo ritorno ha portato con sé un po’ di quella luce. Qualche tempo dopo ha fondato un ministero di guarigione e dice di aver visto persone guarire da ogni tipo di malattia, dall’asma fino al cancro. [...]
E’ stato mai attaccato dal diavolo? Sì, particolarmente prima delle funzioni religiose. E’ stato vessato. È stato assalito fisicamente. Ma questo è niente - afferma lui - in confronto alla grazia che ha ricevuto. 
Ci sono casi di cancro, AIDS, problemi di cuore, ischemia arteriosa. Molte persone attorno a lui sperimentano il cosiddetto "riposo dello spirito" [la persona cade a terra e vi resta per un po’ di tempo in una specie di "sonno"; N.d.R.]. E quando accade ciò, sentono in loro la pace e a volte vengono segnalate anche guarigioni che sono un assaggio di ciò che lui ha visto e vissuto in Paradiso.


Dall'articolo di Michael H. Brown "Priest says that in brush with death he saw priests and bishops in hell, heaven", dal sito Spirit Daily


AMDG et BVM

martedì 13 ottobre 2015

«Ci hai liberato!»

«Ci hai liberato!» 



Di Teresa Musco (1943-1976), la «crocifissa col Crocifisso», si narra: 

Il 2 novembre 1962, Teresa, non potendo portarsi al cimitero, si unì spiritualmente alle anime del purgatorio. «È veramente bello - diceva - offrire non fiori mondani ma preghiere e sofferenze per le anime del purgatorio». 

Nelle prime ore pomeridiane, mentre era assorta in preghiere di suffragio, vede la sua cameretta gremita di persone... dinanzi a un tale spettacolo le usci spontanea la domanda: «Cosa volete?». 

E loro, con un grido di gioia, la salutarono dicendo: «Ci hai liberato dalle pene del Purgatorio!...». Dopo pochi attimi tutte quelle persone scompaiono...  

G. Roschini, Teresa Musco, Castel Volturno 1979, p. 131. 

AVE MARIA!

martedì 16 giugno 2015

MARIA BOLOGNESI

QUANTO E' BELLO IL PARADISO!
MARIA BOLOGNESI E IL PURGATORIOMaria Bolognesi fu una grande mistica del ventesimo secolo, nacque a Bosaro in provincia di Rovigo il 21 ottobre 1924 e morì a Rovigo il 30 gennaio 1980. Sarà beatificata il 7 settembre 2013.
Soffrì molto a causa di varie malattie e la morte all’età di 56 anni non le consentì di portare a termine il suo progetto di assistenza ai bisognosi. Fu un esempio di preghiera, di umiltà e di apostolato.  

Per invogliarla a pregare sempre più per le anime del Purgatorio Gesù la conduce anche nel “ regno dei morti” e le fa provare l’atrocità delle pene sofferte dalle anime in attesa di entrare definitivamente nella luce di Dio. 
Dal 1957 con una certa frequenza sia nel giorno del suo compleanno (21 ottobre)e nella solennità di tutti i Santi o in altre occasioni, Gesù è solito offrirle, ad intervalli quasi regolari, un dono particolare con la visione beatificante delle anime del Paradiso, o quella dolorosa del Purgatorio. Nel diario troviamo la prima dimostrazione di simile metodo nel racconto del 1° novembre 1957, alle ore 15 Gesù le dice: “Vieni con Me”. “Dove vuoi che venga, Gesù?”. “Maria ti porto in Paradiso per pochi minuti”. ...


...   Lei continua narrando che si è vista addosso un abito bianco. Gesù, sorridendo, le chiede: “Maria, staresti sempre qui?”. “Gesù…Gesù… Quanta luce! Il Paradiso è un giardino di anime candide e profumate. Nessun pittore può avvicinarsi con nessun disegno. Quanta luce, schiere di angeli. Come starei qui!”. 
Ma il Signore rompe l’incanto e rivolgendole di nuovo la parola, le dice: “Maria ora ti porto con Me a visitare il Purgatorio”. “Gesù , Tu sei troppo buono, sai che non merito nulla”. “Maria, sentirai le stesse pene che soffrono le anime del purgatorio”. 

L’impatto è talmente doloroso che ella esclama: “Mio Dio, mio Dio! Solo con la grazia e la forza di Gesù si può superare certi dolori, certe sofferenze. Gesù, per la tua pietà e misericordia, porta presto in Paradiso con Te tutte queste anime…”. Gesù mi dice: “Ora ti sveglierai, sarai molto stanca e abbattuta” […]. Dopo questo sogno mi svegliai, ero molto stanca […] Zoe ( la sua collaboratrice di fiducia) mi era da vicino”. 

Dalla primavera del 1958 per circa un anno Maria dovette rimanere a letto, inferma. Nell’incontro del 3 luglio 1959 il Signore le preannuncia il premio: “Dalle tue molte sofferenze passate in questo periodo e tanti Santi Rosari recitati, ti farò vedere anime salvate uscite dal Purgatorio”. 
Questa è la promessa. 
Tre giorni dopo il Signore mantiene la parola data. Vestita di bianco Maria viene introdotta nel paradiso: “Ho visto una schiera di anime che godevano alla presenza di Gesù”. In questa occasione Maria esprime un pensiero e un desiderio strani: “Gesù anch’io vorrei essere un angioletto, però preferirei starmene in purgatorio anche se non meritassi e salvare chi soffre tanto”. “Maria, lo sai quanto son dolorose le sofferenze del Purgatorio?”. “Si, Gesù, più di una volta me lo hai fatto vedere e per questo che prego molto e per questo che vorrei starmene in purgatorio a soffrire tanto per le anime, perché si purifichino più presto per godere al più presto la Tua vista in Paradiso”. “Maria se io ti chiedessi tanto tanto purgatorio per la salvezza di tante anime, lo faresti?”. “Gesù, non esiterei parola, accetterei subito. Quando penso che una sofferenza o meglio un dolore grande provato sulla terra non è da confrontare una minima parte di sofferenza delle anime del Purgatorio, come dovrei ritirarmi! […]”. 

Il 21 ottobre 1959 giorno del suo compleanno, alle ore 2 della notte viene svegliata da una “voce misteriosa”, mentre dormiva “saporitamente”. E anche questa volta il Signore le offre in premio un viaggio in Paradiso e il commento di lei è in queste parole: “Le estasi di amore in questa terra possono essere giudicate creature alterate, isteriche, che poi nessun libro di medicina spiega e possa curare. Là si vedono centinaia e migliaia di angeli che gli occhi non possono contare”. La sorpresa di questo viaggio è costituita dalle parole di Gesù: “Maria, vedi: qui sta scritto il tuo nome”. 

Il 22 gennaio 1960 il “viaggio” non avviene di notte, ma durante l’abituale incontro pomeridiano con il Signore. Ad un certo punto e con tono brusco, Gesù le dice: “In quel momento mi vidi un vestito rosso e sognai tante anime, ma le vidi proprio. Ne vidi alzarsi 7 di quelle anime e Gesù mi dice: “Vedi Maria, tu preghi tanto per le anime del Purgatorio, quelle anime stano già entrando in Paradiso”. “Gesù., quanto sei buono”. “Maria, sai dirmi quanto è doloroso questo luogo’”. “Gesù, mi sento bruciare dalla sete e non posso paragonare nessun dolore vicino a questo che sento ora […]”. 


Una descrizione del paradiso ci viene offerta dal diario del 31 agosto 1964. Mons. Adelino Marega era deceduto pochi giorni prima. Quella notte Maria si sveglia “come se le mancasse qualcosa”; e infatti era venuta meno la presenza del suo direttore di spirito. 

Con il pensiero ella rivede i tanti anni della direzione impartita da lui e ad un certo punto, mentre sta ancora meditando, scorge “una candida luce”. “Gesù mi guarda triste: “Maria, sei in collera con me?”. “Gesù, sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra”. Mi trovai vestita di bianco –prosegue Maria –mi pareva di essere lontana da tutto quello che si può dire dolore. Camminiamo un po’ per una strada lunga, tutta di fiori.. Gesù mi guarda e mi dice: “Maria, so che sei tanto addolorata per il tuo Direttore e che dal giorno 18 [luglio] quando Mi hai visto, pensavi sempre alla sua morte. Ora vedrai il  tuo santo Direttore”. In quel mentre vidi mons. Marega bello, in contemplazione con tante altre anime; mi guardavano e nessuno mi parlò”.
”Gesù, come vorrei starmene sempre qui a contemplarTi! Quanto brutto il vivere nel mondo di oggi!”[…]. Non mi trovai più il vestito bianco e le anime sparvero”. 

Non sono solo questi i “viaggi” di Maria nel Paradiso e nel Purgatorio. 

Quanto è stato narrato è però sufficiente per dare un’idea dell’esperienza di lei in tale materia. Vogliamo concludere con un’immagine che ritorniamo nel diario dell’8 aprile 1966 al termine della visita  di Maria Bolognesi sia in Purgatorio che in Paradiso: “Quanto è bello il Paradiso! A raggruppare tutta l’energia elettrice in uno spazio di solo 1.000 metri, non darebbe tanta luce splendente come nel paradiso. Quanta gioia!”.
Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

venerdì 30 gennaio 2015

"Léeme o laméntalo" - PURGATORIO

Es nuestro mas caro deseo que cada católico debiera leer este librito y que lo comunicara por todas partes, tanto como le sea posible.



Prefacio:
"Léeme o laméntalo"

El título es algo alarmante. Aún, estimado lector, si tú escudriñas este pequeño libro, verás por ti mismo cuán merecido es. El libro nos cuenta cómo salvarnos a nosotros mismos y a otros de un sufrimiento inenarrable. Algunos libros son buenos y algunos otros pueden ser de provecho. Otros son mejores y deben ser leídos sin falta.

Hay, sin embargo, libros de tan excelente mérito por razón de sus consejos, la convicción que acarrean y la acción urgente a la que nos impulsa, que sería cabalmente alocado no leerlos.

"Léeme o laméntalo" pertenece a esa clase de libros. Es por tu mayor interés, estimado amigo, que lo leas y releas, para ponderarlo bien y profundamente en sus contenidos. Nunca te arrepentirás de ello, por el contrario, grande y amargo será tu arrepentimiento si tu fallas en estudiarlo en sus sustanciosas páginas.


¡AUXILIO, AUXILIO, SUFRIMOS MUCHO!

I: Nunca llegaremos a comprender lo suficientemente claro que una limosna, pequeña o grande, dada en favor de las almas sufrientes, se la damos directamente a Dios. El acepta y recuerda como si se la hubieran dado directamente a Él mismo. Así, todo lo que hagamos por ellas, Dios lo acepta hecho para El. Es como si lo aliviáramos o liberáramos a Él mismo del Purgatorio. En qué manera nos pagará!

II. No hay mayor  sed, pobreza, necesidad, pena, dolor, sufrimiento que se compare a los de las Almas del Purgatorio, por lo tanto no hay limosnas más merecidas, ni más placenteras a Dios, ni mérito más alto para nosotros, que rezar, pedir celebraciones de Misas, y dar limosnas en favor de las pobres Santas Almas.

III. Es muy posible que algunos de nuestros más cercanos y queridos parientes estén todavía sufriendo las purificantes penas del Purgatorio y llamándonos entre lastimosos gemidos para que los ayudemos y aliviemos.

IV. ¿¿No es terrible que seamos tan duros que no podamos pensar en ellos, ni tampoco podemos ser tan crueles que deliberadamente los olvidemos?

Por el amor de Cristo, hagamos todo, pero todo, lo que podamos por ellas.

Cada católico debería unirse a la Asociación de las Animas Benditas.

PURGATORIO:

"Tengan piedad de mí, tengan piedad de mí, por lo menos ustedes mis amigos, porque la mano del Señor me ha tocado" (Job 19:21).

Esta es la conmovedora súplica que la Iglesia Purgante envía a sus amigos en la tierra.
Tierra, comiencen, imploren su ayuda, en respuesta a la angustia mas profunda. Muchos dependen de sus oraciones.
Es incomprensible como algunos católicos, aún aquellos que de una u otra forma son devotos, vergonzosamente desatienden a las almas del Purgatorio. Pareciera que no creen en el Purgatorio. Ciertamente es que sus ideas acerca de ello son muy difusas.

Días y semanas y meses pasan sin que ellos reciban una Misa dicha por ellas!
Raramente también, oyen Misa por ellos, raramente rezan por ellos, raramente piensan en ellos! Entretanto están gozando la plenitud de la salud y la felicidad, ocupados en sus trabajos; divirtiéndose, mientras las pobres almas sufren inenarrables agonías en sus lechos de llamas. Cuál es la causa de esta horrible insensibilidad? Ignorancia: gruesa, inexplicable ignorancia.

La gente no se da cuenta de lo que es el Purgatorio. No conciben las espantosas penas, ni tienen idea de los largos años que las almas son retenidas en esas horribles llamas. Como resultado, hacen poco o nada para evitarse a sí mismos el Purgatorio, y aún peor, cruelmente ignoran a las pobres almas que ya están allí y que dependen enteramente de ellos para ser auxiliadas.

Estimado lector, lee detenidamente este pequeño libro con cuidado y bendecirás el día que cayó en tus manos.





CAPITULO UNO: QUE ES EL PURGATORIO

Es una prisión de fuego en la cual algunas  almas salvadas son sumergidas después de la muerte y en la cual sufren las mas intensas penas.

Aquí esta lo que los mas grandes doctores de la iglesia nos dicen acerca del Purgatorio.

Tan lastimoso es el sufrimiento de ellas que un minuto de ese horrible fuego parece ser un siglo.

Santo Tomás Aquino, el príncipe de los teólogos, dice que el fuego del Purgatorio es igual en intensidad al fuego del infierno, y que el mínimo contacto con él es mas aterrador que todos los sufrimientos posibles de esta tierra!

San Agustín, el mas grande de todos los santos doctores, enseña que para ser purificadas de sus faltas previo a ser aceptada en el Cielo, las almas después de muertas son sujetas a un fuego mas penetrante y mas terrible que nadie pueda ver, sentir o concebir en esta vida.

Aunque este fuego está destinado a limpiar y purificar al alma, dice el Santo Doctor, aún es más agudo que cualquier cosa que podamos resistir en la Tierra.

San Cirilo de Alejandría no duda en decir que "sería preferible sufrir todos los posibles tormentos en la Tierra hasta el día final que pasar un solo día en el Purgatorio".
Otro gran Santo dice: Nuestro fuego, en comparación con el fuego del Purgatorio, es una brisa fresca".

Otros santos escritores hablan en idénticos términos de ese horrible fuego.

COMO ES QUE LAS PENAS DEL PURGATORIO SON TAN SEVERAS?

1. El fuego que vemos en la Tierra fue hecho por la bondad de Dios para nuestra comodidad y nuestro bienestar. A veces es usado como tormento, y es lo mas terrible que podemos imaginar.

2. El fuego del Purgatorio, por el contrario, está hecho por la Justicia de Dios para penar y purificarnos y es, por consiguiente, incomparablemente más severo.

3. Nuestro fuego, como máximo, arde hasta consumir nuestro cuerpo; hecho de materia, por el contrario el fuego del Purgatorio actúa sobre el alma espiritual, la cual es inexplicablemente mas sensible a la pena.

4. Cuanto mas intenso es el fuego, m as rápidamente destruye a su víctima; la cual por consiguiente cesa de sufrir; por cuanto el fuego del Purgatorio inflinge el mas agudo y la mas violenta pena, pero nunca mata al alma ni le quita sensibilidad.

5. Tan severo como es el fuego del Purgatorio, es la pena de la separación de Dios, la cual el alma también sufre en el Purgatorio, y esta es la pena mas severa. El alma separada del cuerpo anhela con toda la intensidad de su naturaleza espiritual estar con Dios. Es consumida de intenso deseo de volar hacia Él. Aun es retenida, y no hay palabras para describir la angustia de esa aspiración insatisfecha.

Qué locura, entonces, es para un ser inteligente como el ser humano negar cualquier precaución para evitar tal espantoso hecho.
Es infantil decir que no puede ser así, que no lo podemos entender, que es mejor no pensar o no hablar de ello. El hecho es que, ya sea lo creamos o no, todas las penas del Purgatorio están más allá de lo que podamos imaginar o concebir. Estas son las palabras de San Agustín.

Capítulo 2: Sobre el purgatorio, ¿Puede todo esto ser verdad?

La existencia del Purgatorio es tan cierta que ningún católico ha tenido nunca una duda acerca de ello. Fue enseñado desde los tiempos más remotos por la Iglesia y fue aceptada con indubitable fe cuando la Palabra de Dios fue predicada. La doctrina es revelada en la Sagrada Escritura y creída por millones y millones de creyentes de todos los tiempos.

Aún, tal como lo hemos remarcado, las ideas de algunos son tan vagas y superficiales en este tema tan importante, que son como personas que cierran sus ojos y caminan deliberadamente en el filo de un precipicio.
Harían bien en recordad que la mejor manera de acortar nuestra estadía en el Purgatorio - o aún más, evitarlo- es tener una clara idea de ello, y de pensar bien en ello y adoptar los remedios que Dios nos ofrece para evitarlo.
No pensar en ello es fatal. Es cavarse a sí mismos la fosa, y prepararse para ellos mismos un terrorífico, largo y riguroso Purgatorio.

El Príncipe Polaco:

Hubo un príncipe polaco, que por una razón política, fue exiliado de su país natal, y llegado a Francia, compró un hermoso castillo allí.


Desafortunadamente, perdió la Fe de su infancia y estaba, a la sazón, ocupado en escribir un libro contra Dios y la existencia de la vida eterna.
Dando un paseo una noche en su jardín, el se encontró con una mujer que lloraba amargamente. Le preguntó el porqué de su desconsuelo.

¡Oh, príncipe, ella replicó, soy la esposa de John Marie, su mayordomo, el cual falleció hace dos días. El fue un buen marido y un devoto sirviente de Su Alteza. Su enfermedad fue larga y gasté todos los ahorros en médicos, y ahora no tengo dinero para ir a ofrecer una Misa por su alma".

El príncipe, tocado por el desconsuelo de esta mujer, le dijo algunas palabras, y aunque profesaba ya no creer más en la vida eterna, le dio algunas monedas de oro para tener la Misa por ella y su difunto esposo.
Un tiempo después, también de noche, el Príncipe estaba en su estudio trabajando febrilmente en su libro.

Escuchó un ruidoso tocar a la puerta, y sin levantar la vista de sus escritos, invitó a quien fuese a entrar. La puerta se abrió y un hombre entró y se paró frente al escritorio de Su Majestad.
Al levantar la vista, cuál no sería la sorpresa del Príncipe al ver a Jean Marie, su mayordomo muerto, que lo miraba con una dulce sonrisa.

Príncipe, le dijo, "vengo a agradecerle por las Misas que usted permitió que mi mujer pidiera por mi alma. Gracias a la Salvadora Sangre de Cristo, ofrecida por mí, Voy ahora al Cielo, pero Dios me ha permitido venir aquí y agradecerle por sus generosas limosnas".

Luego el agregó solemnemente "Príncipe, hay un Dios, una vida futura, un Cielo y un Infierno". Dicho esto, desapareció.
El Príncipe cayó de rodillas y recitó un ferviente Credo ("Creo en Dios Padre Todopoderoso...")

SAN ANTONINO Y SU AMIGO

Aquí hay una narración de diferente clase, pero no menos instructiva.

San Antonino, el ilustre Arzobispo de Florencia, relata que un piadoso caballero había muerto, el cual tenía un amigo en un convento Dominicano en el cual el Santo residía. Varias Misas fueron sufragadas por su alma.
El Santo se afligió mucho cuando, después de un prolongado lapso, el alma del fallecido se le apareció, sufriendo muchísimo.

"Oh mi querido amigo" exclamó el Arzobispo, estás todavía en el Purgatorio, tú, que llevaste tal piadosa y devota vida???"

"Así es, y tendré que permanecer aquí por un largo tiempo" replicó el pobre sufriente, "pues en mi vida en la Tierra fui negligente en ofrecer sufragios por las almas de Purgatorio. Ahora, Dios por su justo juicio aplica los sufragios que debían ser aplicados por mí, en favor de aquellos por los cuales debí haber rezado".

"Pero Dios, también, en su justicia, me dará todos los méritos de mis buenas obras cuando entre al Cielo; pero, primero de todo, tengo que expiar mi grave negligencia de no acordarme de los otros".

Tan ciertas son las palabras de Nuestro Señor "Con la vara con que mides serás medido".
Recuerda, tú que lees estas líneas, el terrible destino de ese piadoso caballero será el de aquellos que desechan orar y rehúsan ayudar a las Santas Almas.



Capítulo 3: ¿Cuánto tiempo las almas permanecen en el Purgatorio?


La extensión en tiempo por la cual las almas permanecen en el Purgatorio depende de:
a) el número de sus faltas;
b) la malicia y la deliberación con que éstas fueron realizadas;
c) la penitencia hecha, o no, la satisfacción hecha, o no, por los pecados cometidos durante la vida;
d) Y también depende de los sufragios ofrecidos por ellos después de sus muertes.
Lo que se puede decir con seguridad es que, el tiempo que las almas pasan en el Purgatorio es, por regla general, mucho más larga que la gente puede imaginar.
Extraeremos algunas citas de libros que hablan de la vida y las revelaciones de los Santos.

San Luis Bertrand : su padre era un ejemplar cristiano, como naturalmente se podía esperar, siendo el padre de tan gran Santo. En un tiempo deseó llegar a ser un Monje Cartujo, hasta que Dios le hizo ver que no era Su voluntad.
Cuando murió, luego de largos años de practicar cada virtud cristiana, su hijo completamente al cuidado de los rigores de la justicia Divina, ofreció algunas Misas y elevó las más fervientes súplicas por el alma del cual el amó tanto.
Una visión de su padre en el Purgatorio lo obligó a multiplicar centenares de veces sus sufragios. Agregó las más severas penas y largos ayunos a sus Misas y oraciones. Aún ocho años completos pasaron antes que obtuviera la liberación de su padre.

San Malaquías tenía una hermana todavía en el Purgatorio, lo cual hizo que redoblara sus esfuerzos, y asimismo, a pesar de las Misas, oraciones y heroicas mortificaciones ofrecidas por el Santo, permaneció varios años retenida!!!

Se cuenta que una santa monja en Pamplona, la cual logró liberar varias Carmelitas del Purgatorio, las cuales permanecieron allí por el término de 30 a 40 años!!!

Monjas Carmelitas en el Purgatorio por 40, 50 o 60 años! Cuál será el destino de aquellos que viven inmersos en las tentaciones del Mundo, y con sus cientos de debilidades?

San Vicente Ferrer, después de la muerte de su hermana, oró con increíble fervor por su alma y ofreció varias Misas por su liberación. Ella apareció al Santo al final de su Purgatorio, y le contó que si no fuera por su poderosa intercesión ante Dios, ella hubiera estado allí interminable tiempo.

En la Orden Dominicana es regla general orar por los Superiores en el aniversario de sus muertes. Algunos de estos han muerto varios siglos atrás! Ellos fueron hombres eminentes por su piedad y sabiduría. Esta regla no sería aprobada por la Iglesia si no fuera necesaria y prudente.

No queremos significar con esto que todas las almas están retenidas por tiempos iguales en los fuegos expiatorios. Algunas han cometido faltas leves y han hecho penitencia en vida. Por lo tanto, su castigo será mucho menos severo.
Todavía, las citas que hemos puesto aquí son muy oportunas. Si esas almas, quienes gozaron del trato, quienes vieron, siguieron, y tuvieron la intercesión de grandes santos, son retenidas largo tiempo en el Purgatorio, qué será de nosotros que no gozamos ninguno de esos privilegios?

¿PORQUE UNA EXPIACION TAN PROLONGADA?

Las razones no son difíciles de entender.

1. La malicia del pecado es muy grande. Lo que a nosotros nos parece una pequeña falta en realidad una seria ofensa contra la infinita bondad de Dios. Es suficiente ver cómo los Santos se condolieron sobre sus faltas.
Somos débiles, es nuestra tendencia. Es verdad, pero entonces Dios nos ofrece generosamente abundantes gracias para fortalecernos; nos da la luz para ver la gravedad de nuestras faltas, y la fuerza necesaria para conquistar la tentación. Si todavía somos débiles, la falta es toda nuestra. No usamos la luz y la fortaleza que Dios nos ofrece generosamente; no rezamos, no recibimos los Sacramentos como debiéramos.

2. Un eminente teólogo remarca que si las almas son condenadas al Infierno por toda la eternidad por el pecado mortal, no hay que asombrarse que otras almas debieran ser retenidas por largo tiempo en el Purgatorio quienes han cometido deliberadamente incontables pecados veniales, algunos de los cuales son tan graves que al tiempo de cometerlos el pecador escasamente distingue si son mortales o veniales. También, ellos pueden haber cometido algunos pecados mortales por los cuales tuvieron poco arrepentimiento e hicieron poca o ninguna penitencia. La culpa ha sido remitida por la absolución, pero la pena debida por los pecados tendrá que ser pagada en el Purgatorio.

Nuestro Señor nos enseña que deberemos rendir cuentas por cada palabra que decimos y que no dejaremos la prisión hasta que no hayamos pagado hasta el último céntimo.(Mt 5:26).
Los Santos cometieron pocos y leves pecados, y todavía ellos sienten mucho y hacen severas penas. Nosotros cometemos muchos y gravísimos pecados, y nos arrepentimos poco y hacemos poca o ninguna penitencia.


PECADOS VENIALES:

Sería dificultoso calcular el inmenso número de pecados veniales que un católico comete.

!) Hay un infinito numero de faltas en el amor, egoísmo, pensamientos, palabras, actos de sensualidad, también en cientos de variantes; faltas de caridad en el pensamiento, palabra, obra, y omisión. Holgazanería, vanidad, celos, tibieza y otras innumerables faltas.

2) Hay pecados por omisión que no pagamos. Amamos tan poco a Dios, y Él clama cientos de veces por nuestro amor. Lo tratamos fríamente, indiferentemente y hasta con ingratitud.
Él murió por cada uno de nosotros. Le hemos agradecido como se debe? Él permanece día y noche en el Santísimo Sacramento del Altar, esperando por nuestras visitas, ansioso de ayudarnos. Cuan a menudo vamos a Él? Él ansía venir a nosotros en la Santa Comunión, y lo rechazamos. El se ofrece a Si Mismo por nosotros cada mañana en el Altar en la Misa y da océanos de gracias a aquellos que asisten al Santo Sacrificio. Aún algunos son tan holgazanes de ir a Su Calvario! Qué abuso de gracias!

3) Nuestros corazones están llenos de amor a sí mismos, duros. Tenemos hogares felices, espléndida comida, vestido, y abundancia de todas las cosas. Muchos de nuestros prójimos viven en el hambre y la miseria, y le damos tan poco, mientras que vivimos en el despilfarro y gastamos en nosotros mismos sin necesidad.

4) La vida nos fue dada para servir a Dios, para salvar nuestras almas. Muchos cristianos, sin embargo, están satisfechos de rezar cinco minutos a la mañana y cinco a la noche!! El resto de las 24 horas están dedicados al trabajo, descanso y placer. Diez minutos a Dios, a nuestras almas inmortales, al gran trabajo de nuestra salvación. Veintitrés horas y cincuenta minutos a esta transitoria vida! Es justo para Dios?

Nuestros trabajos, nuestros descansos y sufrimientos deberían ser hechos para Dios!
Así debería ser, y nuestros méritos serían por supuesto grandes. La verdad es que hoy día pocos piensan en Dios durante el día. El gran objetivo de sus pensamientos son ellos mismos. Ellos piensan y trabajan y descansan para satisfacerse a sí mismos. Dios ocupa un pequeñísimo espacio en sus días y sus mentes. Esto es un desaire a Su Amantísimo Corazón, el cual siempre piensa en nosotros.


Y AHORA, LOS PECADOS MORTALES:

5) Muchos cristianos cometen, desafortunadamente, pecados mortales durante sus vidas, pero aunque los llevan al Sacramento de la confesión, no hacen satisfacción por ellos, como ya hemos dicho.
San Beda el venerable, opina que aquellos que pasan gran parte de su vida cometiendo graves pecados y confesándolos en su lecho de muerte, pueden llegar a ser retenidos en el Purgatorio hasta el Día Final.
Santa Gertrudis en sus revelaciones dice que aquellos que cometen muchos pecados graves y que no hayan hecho penitencia no gozan de ningún sufragio de la Iglesia por un considerable tiempo!
Todos esos pecados, mortales o veniales, se acumulan por 20,30,40,60 años de nuestras vidas. Todos y cada uno deberán ser expiados para después de la muerte.
Entonces, es de asombrarse que algunas almas tengan que estar en el Purgatorio por tanto tiempo?

CAPITULO 4: ¿PORQUE Y PARA QUE REZAR POR LAS ANIMAS BENDITAS DEL PURGATORIO?

El gran Mandamiento de Nuestro Señor Jesucristo es que nos amemos los unos a los otros, genuina y sinceramente. El Primer Gran Mandamiento es amar a Dios sobre todas las cosas. El Segundo, o mejor dicho el corolario del Primero, es amar al prójimo como a nosotros mismos. No es un consejo o un mero deseo del Todopoderoso. Es Su Gran Mandamiento, la base y esencia de Su Ley. Es tanta la verdad encerrada en esto que El toma como donación todo aquello que hacemos por nuestro prójimo, y como un rechazo hacia El cuando rechazamos a nuestro prójimo.

Leemos en el Evangelio de San Mateo ( Mt 25:34-46), las palabras de Cristo que dirigirá a cada uno en el Día del Juicio Final.
Algunos católicos parecen pensar que su Ley ha caído en desuso, pues en estos días existe el egoísmo, el amor a sí mismo, y cada uno piensa en sí mismo y en su engrandecimiento personal.
"Es inútil observar la Ley de Dios en estos días", dicen, "cada uno debe mirar por sí mismo, o te hundes".
No hay tal cosa! La ley de Dios es grandiosa y todavía y por siempre tendrá fuerza de ley. Por eso, es mas que nunca necesaria, mas que nunca nuestro deber y por nuestro mayor interés.

ESTAMOS MORALMENTE OBLIGADOS 
A ROGAR POR LAS ANIMAS BENDITAS

Siempre estamos obligados a amar y ayudar al otro, pero cuanto mayor es la necesidad de nuestro prójimo, mayor y mas estricta es nuestra obligación. No es un favor que podemos o no hacer, es nuestro deber; debemos ayudarnos unos a otros.

Sería un monstruoso crimen, por caso, rehusar al poder y desposeído el alimento necesario para mantenerse vivo. Sería espantoso rehusar la ayuda a alguien en una gran necesidad, pasar de largo y no extender la mano para salvar a un hombre que se está hundiendo. No solamente debemos ayudar cuando es fácil y conveniente, sino que debemos hacer cualquier sacrificio para socorrer a nuestro hermano en dificultades.

Ahora, qué puede estar más urgido de caridad que las almas del Purgatorio? Qué hambre o sed o sufrimiento en esta Tierra puede compararse con sus mas terribles sufrimientos? Ni el pobre, ni el enfermo, ni el sufriente que vemos a nuestro alrededor necesitan de tal urgente socorro. Aún encontramos gente de buen corazón que se interesa en los sufrientes de esta vida, pero, escasamente encontramos a gente que trabaja por las Almas del Purgatorio!
Y quién puede necesitarnos más? Entre ellos, además, pueden estar nuestras madres, nuestros padres, amigos y seres queridos.

DIOS DESEA QUE LAS AYUDEMOS.

Ellas son los amigos más queridos. El desea ayudarlos; El desea mucho tenerlos cerca de Él en el Cielo. Ellas nunca más lo ofenderán, y están destinadas a estar con Él por toda la Eternidad. Verdad, la Justicia de Dios demanda expiación por los pecados, pero por una asombrosa dispensación de Su Providencia El pone en nuestras manos la posibilidad de asistirlos, El nos da el poder de aliviarlas y aún de liberarlas. Nada le place mas a Dios que les ayudemos. El está tan agradecido como si le ayudáramos a El.

NUESTRA SEÑORA QUIERE QUE LOS AYUDEMOS:

Nunca, nunca una madre de esta tierra amó tan tiernamente a sus hijos fallecidos, nunca nadie consuela como María busca consolar sus sufrientes niños en el Purgatorio, y tenerlos con Ella en el Cielo. Le daremos gran regocijo cada vez que llevamos fuera del Purgatorio a un alma.

LAS BENDITAS ANIMAS DEL PURGATORIO 
NOS DEVUELVEN EL MIL POR UNO:

Pero qué podremos decir de los sentimientos de las Santas Almas? Sería prácticamente imposible de describir su ilimitada gratitud con para aquellos que las ayudan! Llenas de un inmenso deseo de pagar los favores hechos por ellas, ruegan por sus benefactores con un fervor tan grande, tan intenso, tan constante, que Dios no les puede negar nada. Santa Catalina de Bologna dice:"He recibido muchos y grandes favores de los Santos, pero mucho mas grandes de las Santas Almas (del Purgatorio)".

Cuando finalmente son liberadas de sus penas y disfrutan de la beatitud del Cielo, lejos de olvidar a sus amigos de la Tierra, su gratitud no conoce límites. Postradas frente al Trono de Dios, no cesan de orar por aquellos que los ayudaron. Por sus oraciones ellas protegen a sus amigos de los peligros y los protegen de los demonios que los asechan.
No cesan de orar hasta ver a sus benefactores seguros en el Cielo, y serán por siempre sus más queridos, sinceros y mejores amigos.
Si los católicos solamente supieran cuan poderosos protectores se aseguran con sólo ayudar a las Animas benditas, no serían tan remisos de orar por ellos.

LAS ANIMAS BENDITAS DEL PURGATORIO PUEDEN ACORTAR NUESTRO PROPIO PURGATORIO:

Otra gran gracia que obtenemos por orar por ellas es un corto y fácil Purgatorio, o su completa remisión!

San Juan Massias, sacerdote dominicano, tenía una maravillosa devoción a las Almas del Purgatorio. El obtuvo por sus oraciones (principalmente por la recitación del Santo Rosario) la liberación de un millón cuatrocientas mil almas!!! En retribución, el obtuvo para sí mismo las más abundantes y extraordinarias gracias y esas almas vinieron a consolarlo en su lecho de muerte, y a acompañarlo hasta el Cielo.
Este hecho es tan cierto que fue insertado por la Iglesia en la bula de decretaba su beatificación.

El Cardenal Baronio recuerda un evento similar.
Fue llamado a asistir a un moribundo. De repente, un ejército de espíritus benditos apareció en el lecho de muerte, consolaron al moribundo, y disiparon a los demonios que gemían, en un desesperado intento por lograr su ruina. Cuando el cardenal les preguntó quiénes eran, le respondieron que eran ocho mil almas que este hombre había liberado del Purgatorio gracias a sus oraciones y buenas obras. Fueron enviadas por Dios, según explicaron, para llevarlo al Cielo sin pasar un solo momento en el Purgatorio.

Santa Gertrudis fue ferozmente tentada por el demonio cuando estaba por morir. El espíritu demoníaco nos reserva una peligrosa y sutil tentación para nuestros últimos minutos. Como no pudo encontrar un asalto lo suficientemente inteligente para esta Santa, el pensó en molestarla su beatífica paz sugiriéndole que iba a pasar larguísimo tiempo en el Purgatorio puesto que ella desperdició sus propias indulgencias y sufragios en favor de otras almas. Pero Nuestro Señor, no contento con enviar Sus Angeles y las miles de almas que ella había liberado, fue en Persona para alejar a Satanás y confortar a su querida Santa. El le dijo a Santa Gertrudis que a cambio de lo que ella había hecho por las ánimas benditas, le llevaría directo al Cielo y multiplicaría cientos de veces todos sus méritos.

El Beato Enrique Suso, de la Orden Dominicana, hizo un pacto con otro hermano de la Orden por el cual, cuando el primero de ellos muriera, el sobreviviente ofrecería dos Misas cada semana por su alma, y otras oraciones también. Sucedió que su compañero murió primero, y el Beato Enrique comenzó inmediatamente a ofrecer las prometidas Misas. Continuó diciéndolas por un largo tiempo. Al final, suficientemente seguro que su santamente muerto amigo había alcanzado el Cielo, cesó de ofrecer las Misas. Grande fue su arrepentimiento y consternacion cuando el hermano muerto apareció frente a él sufriendo intensamente y reclamándole que no hubo celebrado las Misas prometidas. El Beato Enrique replicó con gran arrepentimiento que no continuó con las Misas, creyendo que su amigo seguramente estaría disfrutando de la Visión Beatífica pero agregó que siempre lo recordaba en sus oraciones. "Oh hermano Enrique, por favor dame las Misas, pues es la Preciosísima Sangre de Jesús lo que yo más necesito" lloraba la sufriente alma. El Beato recomenzó a ofrecerlas, y con redoblado fervor, ofreció Misas y ruegos por su amigo hasta que recibió absoluta certeza de su liberación. Luego fue su turno de recibir gracias y bendiciones de toda clase por parte de su querido hermano liberado, y muchas más veces que las que hubiera esperado.

CAPITULO CINCO: COMO PODEMOS AYUDAR A LAS BENDITAS ANIMAS DEL PURGATORIO:

1. La primera medida es unirse a la Asociación de las Santas Almas. 

Las condiciones son simples.
a) Tener tu nombre registrado en el Libro de la Asociación.
b) Oír Misa una vez a la semana (basta con la Misa del domingo) por las Santas Almas.
c) Rezar y promover la devoción a las Animas Benditas.
d) Contribuir una vez al año con un donativo a la Asociación, lo cual permite a la Asociación tener Misas perpetuas cada mes.
(Si se desean Misas espaciales por las Animas Benditas, es importante mencionar cuántas Misas se quieren).

Aquellos que desean unirse y no tienen la Asociación en sus Parroquias, pueden enviar sus nombres, direcciones y limosnas anuales a la Asociación de las Santas Almas, Hermanas Dominicas del Perpetuo Rosario, Monasterio Pio XII, Rua do Rosario 1, 2495, Fatima, Portugal. Esta Asociación está aprobada por el Cardenal Arzobispo de Lisboa.

2. La segunda medida para ayudar a las Animas Benditas, es pidiendo Misas ofrecidas por ellas. Esta es ciertamente la mas eficaz de las medidas para liberarlas.

3. Aquellos que no puedan ofrecer Misas, deberían asistir a cuanta Misa fuera posible por su intención.
Un hombre joven que ganaba un salario muy modesto le contó al autor de este libro: " Mi esposa murió unos años antes. Tengo 10 misas ofrecidas por ella. No puedo hacer mas por ella, pero oí 1000 misas por su querida alma.

4. La recitación del Santo Rosario (con sus grandes indulgencias) y hacer el Vía Crucis (el cual es ricamente dador de indulgencias), son excelentes vías de ayuda a las almas.
san Juan Masias, como vimos, liberó del Purgatorio más de un millón de almas, principalmente recitando el Santo Rosario y ofreciendo sus indulgencias por ellas.

5. Otra fácil y eficaz forma de ayuda es la recitación constante de oraciones breves que contengan indulgencias (aplicando dichas indulgencias en favor de las almas del Purgatorio) Mucha gente tiene la costumbre de decir 500, ó 1000 veces cada día la pequeña jaculatoria "Sagrado Corazón de Jesús, en Vos confío", o la sola palabra "Jesús". Estas son las mas consoladoras devociones; ellas traen océanos de gracias a quien las practican y dan inmenso alivio a las Santas Almas.

Aquellos que digan las jaculatorias 500, ó 1000 veces, ganan 300.000 días de indulgencias (ochocientos veintiun años de indulgencias)!!! Qué multitud de almas podemos liberar!!! Cuánto no será la cantidad de almas liberadas al cabo de un mes, de un año, de cincuenta años? Y a los que no dicen las jaculatorias... que inmenso número de gracias y favores habrán perdido! Es bastante posible - aunque no fácil- decir esas jaculatorias 1000 veces al día. Pero si no puedes decir 1000, por lo menos dilas 500, o 200 veces diarias.

6. Todavía otra poderosa oración es:

"Padre Eterno, te ofrezco la Preciosísima Sangre de Jesús, con todas las Misas dichas en el mundo en este día, por las Almas del Purgatorio".

Nuestro Señor mostró a Santa Gertrudis un vasto número de almas dejando el Purgatorio (cerca de 1000 cada vez que se la recitaba!)y yendo al Cielo como resultado de esta oración, la cual la Santa acostumbraba decir frecuentemente durante el día.

7. El acto heroico: consiste en ofrecer a Dios en favor de las Almas del Purgatorio todos los trabajos de satisfacción que practicamos en nuestra vida y todos los sufragios que serán ofrecidos para nosotros después de nuestra muerte. Si Dios premia tan abundantemente la mas insignificante limosna dadas por un pobre hombre en Su nombre, que inmensa recompensa Él no dará a aquellos que ofrecen sus trabajos de satisfacción en vida y muerte por las Almas que Él ama tanto.
Este acto no evita que los sacerdotes ofrezcan Misas por las intenciones que ellos deseen, o que los laicos no recen por algunas personas u otras intenciones. Aconsejamos a todos realizar este acto.

LAS LIMOSNAS AYUDAN A LAS SANTAS ALMAS:

San Martin dio la mitad de su manto a un pobre mendigo, sólo para darse cuenta después que se lo había dado a cristo. Nuestro Señor apareció al Santo y le agradeció.
El Beato Jordán de la Orden Dominica, nunca podía rehusar dar limosnas cuando se lo pedían en el nombre de Dios. Un día el se había olvidado su monedero. Un pobre hombre imploraba una limosna por el amor de Dios. En vez de descartarlo, Jordán, por entonces un estudiante, le dio su mas preciado cinturón, el cual el apreciaba mucho. Poco tiempo después, el entró a una Iglesia y encontró su cinturón circundando la cintura de una imagen de Cristo Crucificado. El también, había dado sus limosnas a Cristo. Todos damos limosnas a Cristo.

CONCLUSION:

Dar todas las limosnas que podamos.
Pedir todas las Misas que estén en nuestro poder.
Escuchar todas las Misas, cuantas mas, mejor.
Ofrecer todas nuestras penas y sufrimientos por la liberación de las Almas del Purgatorio.
Liberaremos incontable cantidad de Almas del Purgatorio, las cuales nos pagarán 10000 veces mas.

CAPITULO 6: LO QUE HACEN LAS ANIMAS BENDITAS 
POR AQUELLOS QUE LAS AYUDAN.

San Alfonso María Liguori decía que, aunque las santas Almas no pueden ya lograr méritos para sí mísmas, pueden obtener para nosotros grandes gracias. No son, formalmente hablando, intercesores, como lo son los Santos, pero a través de la dulce Providencia de Dios, pueden obtener para nosotros asombrosos favores y librarnos de los demonios, enfermedades y peligros de toda clase.

Está más allá de toda duda, como ya hemos dicho, que nos devuelven miles de veces cada cosa que hagamos por ellos.
Los siguientes hechos, unos pocos de todos los que podríamos mencionar, son suficientes para mostrar cuán poderosas y generosas amigas son estas Almas.

COMO UNA NIÑA ENCONTRO A SU MADRE:

Una pobre niña sirvienta en Francia llamada Jeanne Marie escuchó una vez un sermón sobre las Santas Almas, el cual dejó una impresión indeleble en su mente. Fue profundamente movida por el pensamiento del intenso e incesante sufrimiento que soportaban las pobres Almas, y se horrorizaba al ver cuán cruelmente eran olvidadas y dejadas de lado por sus amigos de la Tierra.

Otra cosa que la impresionó profundamente es oír que hay muchas almas que están tan cerca de su liberación, que una sola Misa sería suficiente para ellas; pero que son retenidas largo tiempo, hasta años, sólo porque este último y necesario sufragio fue olvidado o negado!
Con una fe simple, Jeanne Marie resolvió que, costara lo que costara, ella tendría una Misa por las Pobres Almas cada mes, especialmente por las más cercanas al Cielo. Ella ahorraba un poquito, y a veces con dificultad, pero nunca falló en su promesa.

En una ocasión fue a París con su patrona, y la niña cayó enferma. por lo cual se vio obligada a ir al Hospital. Desafortunadamente, la enfermedad resultó ser de largo tratamiento, y su patrona tuvo que regresar a casa, deseando que su mucama pronto se reuniera con ella. Cuando al final la pobre sirvienta pudo dejar el hospital, y allí había dejado todos sus ahorros, de manera que sólo le quedaba en la mano un franco.

Qué hizo? A dónde ir? De repente, un pensamiento cruzó su mente y se acordó que no había ofrecido ese mes una Misa en favor de las Pobres Almas. Pero tenía sólo un franco! Apenas le alcanzaría para comer. Como tenía confianza que las Almas del Purgatorio le ayudarían, fue hasta una Iglesia y pidió hablar con un sacerdote, para que ofrezca una Misa, en favor de las Almas del Purgatorio. El aceptó, aunque jamás imaginó que la modesta suma que la niña ofreció era el único dinero que la pobre niña poseía. Al terminar el Santo Sacrificio, nuestra heroína dejó la Iglesia. Una cierta tristeza nubló su rostro, y se sintió totalmente perpleja.

Un joven caballero, tocado por su evidente decepción, le preguntó si tenía algún problema y si podía ayudarla. Ella le contó su historia brevemente, y finalizó diciendo cuanto deseaba trabajar.
De alguna manera se sintió consolada por la forma en que el joven la escuchaba, y recobró la confianza.
"Será un placer ayudarte" dijo." Conozco una dama que en este momento está buscando una sirvienta. Ven conmigo". Y dicho esto le guió hasta una casa no muy lejos de allí y le pidió que ella tocara el timbre, asegurándole que encontraría trabajo.

En respuesta al toque de timbre, la dama de la casa abrió ella misma la puerta y preguntó a Jeanne Marie que quería. "madam" dijo ella, "Me dijeron que usted está buscando una mucama. No tengo trabajo y me agradaría tener el puesto".
La dama estaba perpleja y replicó: "Quién pudo haberte dicho que necesitaba una mucama? Hace sólo un par de minutos que acabo de despedir a la que tenía, acaso te has encontrado con ella?"
"No, Madam. La persona que me informó que usted necesitaba una mucama fue un joven caballero".
"Imposible!, exclamó la señora, "Ningún joven, de hecho nadie, pudo haberse enterado que necesitaba una mucama".
"Pero madam", dijo la niña, apuntando un cuadro en la pared" ése es el hombre que me lo dijo".
"No, mi niña, ese es mi único hijo, que ha muerto hace ya más de un año!
"Muerto o no" aseguró la niña," el fue el que me trajo hasta aquí, y aún me guió hasta la puerta. Vea la cicatriz en la frente. Lo reconocería donde fuera". Luego, le contó toda la historia, con su último franco, y de cómo ella obtenía Misas por las Santas Almas, especialmente por las más cercanas al Cielo.
Convencida al final de la veracidad de la historia de Jeanne Marie, la dama la recibió con los brazos abiertos. "Ven, pero no como mi sirvienta, sino como mi querida hija. Tu has enviado a mi queridísimo hijo al Cielo. No tengo duda que él fue el que te trajo a mí".

COMO UN NIÑO POBRE LLEGO A OBISPO, A CARDENAL Y A SANTO.

San Pedro Damián perdió a su padre y madre apenas nació. Uno de sus hermanos lo adoptó, pero lo trataba con aspereza, forzándolo a trabajar muy duro y alimentándolo muy mal y con escasa ropa.

Un día encontró una moneda de plata, que representaba para él una pequeña fortuna. Un amigo le aconsejó que lo usara para sí mismo, pues el dueño no podría ser hallado.
Para Pedro era difícil establecer en que lo gastaría, ya que tenía todo tipo de necesidades. Pero cambiando de pensar en su joven mente, decidió que lo mejor que podía hacer era pedir una Misa por las Almas del Purgatorio, en especial por las almas de sus queridos padres. A costa de un gran sacrificio, transformó su pensamiento en hechos y las Misas fueron ofrecidas.

Las almas del Purgatorio devolvieron su sacrificio más generosamente. Desde ese día en adelante notó un gran cambio en su destino.
Su hermano mayor lo llamó a la casa donde él vivía, y horrorizado por el maltrato que padecía, lo llevó a vivir consigo. Lo trató como a su propio hijo, y lo educó y cuidó con el más puro afecto. Bendición sobre bendición, los mas maravillosos talentos de Pedro salieron a la luz, y fue rápidamente promovido al sacerdocio; algún tiempo después el fue elevado a la dignidad de Obispo, y finalmente, Cardenal. Además, muchos milagros atestiguan su santidad, tanto que luego de su muerte fue canonizado y declarado Doctor de la Iglesia.

Estas maravillosas gracias vinieron a él después de una Misa ofrecida por las Santas Almas.

UNA AVENTURA EN LOS APENINOS

Un grupo de sacerdotes fueron convocados a Roma para tratar un asunto de gravedad. Eran portadores de importantes documentos, y una gran suma de dinero les fue confiada para el santo Padre. Atentos al hecho que los Apeninos, los cuales habían de cruzar, estaban infestados de forajidos, eligieron un guía de confianza. No había por aquel entonces túneles ni trenes para cruzar las montañas.
Se encomendaron a la protección de las Animas Benditas del Purgatorio, y decidieron recitar el De Profundis cada hora por ellas.

Cuando llegaron al corazón de las montañas, el que iba mas adelante de todos dio la voz de alarma a la vez que espoleaba a los caballos a todo galope. Mirando alrededor, los sacerdotes vieron a ambos lados del sendero fieras bandas de forajidos fuertemente armados y apuntándoles. Se vieron en una emboscada y estaban a la completa merced de los delincuentes.

Después de una hora de temerario avance, el guía paró y mirando a los sacerdotes, dijo:" No puedo entender cómo escaparon. Esta gente nunca perdona a nadie".
Los padres estaban convencidos que debían su seguridad a las Santas Almas, como luego se confirmaría con un hecho que disiparía toda duda.

Cuando concluyeron su misión en Roma, uno de ellos fue destinado a la Ciudad Eterna, como capellán de una prisión. No mucho después, uno de los más feroces bandidos en Italia fue capturado, y condenado a muerte por una larga serie de asesinatos y esperaba la ejecución en su celda.

Ansioso de ganar su confianza, el capellán le contó sus aventuras, entre ellas las de los Apeninos. El criminal manifestó gran interés en la historia. Cuando terminó el curita su relato, el asesino exclamó: "YO FUI el líder de esa banda! Estabamos seguros de que ustedes portaban dinero y estabamos decididos a matarlos y saquearlos. Pero una fuerza invisible nos impidió disparar, pues queríamos hacerlo pero no podíamos".

El capellán luego le contó al delincuente cómo se habían encomendado a la protección de las Almas del Purgatorio, y que ellos atribuían su liberación a su protección.
El bandido no tuvo dificultad en creer. De hecho, hizo su conversión mucho más fácil. Murió con arrepentimiento.

COMO EL BEATO PIO IX SE CURO DE SU MALA MEMORIA:

El pontífice Beato Pio IX designó a un Santo y Prudente religioso llamado Tomaso como Obispo de la Diócesis. El sacerdote, alarmado por la responsabilidad puesta sobre el, comenzó encarecidamente a excusarse.
Sus protestas fueron en vano. El Santo Padre sabía de sus méritos.
Agobiado por la aprehensión, el humilde religioso solicitó una audiencia con el Santo Padre y le confesó que tenía mala memoria, lo que resultaba ser un grave impedimento en el alto oficio encomendado a él.
Pio IX respondió con una sonrisa " Su diócesis es muy pequeña en comparación con la Iglesia Universal, la cual yo llevo sobre mis hombros. Tus cuidados son livianos en comparación con los míos." Agregó:"Yo también sufría un grave defecto de la memoria, pero prometí decir una ferviente oración diaria por las Animas Benditas, las cuales, en retribución, han obtenido para mí una excelente memoria. Usted debería hacer lo mismo, estimado Padre, y tendrá en qué regocijarse".

CUANTO MAS DAMOS, MAS RECIBIMOS.

Un hombre de negocios en Boston se unió a la Asociación de las Santas Almas y dio una alta suma de dinero anual para Misas y oraciones en favor de éstas.

El Director de la Asociación se sorprendió de la generosidad del caballero, pues sabía que no era un hombre rico. El le preguntó amablemente un día si las limosnas que él generosamente daba eran completamente suyas o eran colectas que el realizaba de otros.
El hombre respondió: "Todo lo que doy es mi propia ofrenda. No se alarme. No soy rico, usted piensa que doy mas de lo que tengo. No es así, lejos de perder con mi caridad, las Animas Benditas ven que gano considerablemente mas de lo que doy; a ellas no les gana nadie en generosidad".
EL IMPRENTERO DE COLONIA:

William Freyssen, da su testimonio de como su hijo y esposa recobraron la salud gracias a las Almas del Purgatorio. Un día le encargaron imprimir un librito sobre el Purgatorio. Cuando realizaba las tareas de corrección del texto, su atención fue captada por los hechos narrados en el libro. El aprendió por primera vez las maravillas que las Santas Almas pueden obrar por sus amigos.

Por aquel tiempo su hijo cayó gravemente enfermo, y pronto su estado se volvió desesperante. Recordando lo que había leído acerca del poder de las Santas Almas, Freyssen hizo la promesa solemne de imprimir mil libritos a su propia expensa, con su firma impresa. Fue a la iglesia y, una vez dentro, hizo un voto solemne. En ese momento una sensación de paz y confianza inundaron su alma. A su retorno a casa, su hijo, que no podía tragar ni una gota de agua, pidió algo de comer. Al día siguiente estaba fuera de peligro y pronto, completamente curado.
Al mismo tiempo, Freyssen ordenó imprimir los libros del Purgatorio para ser distribuidos, sabiendo que la mejor forma de obtener ayuda para las almas sufrientes, era interesando a mucha gente sobre el tema. Nadie que sabe sobre el sufrimiento de estas pobres almas, niega una oración a ellas.

El tiempo pasó, y una nueva tristeza se cernía sobre este imprentero. Esta vez su amada esposa cayó enferma y a pesar de todos los cuidados iba cada vez peor. Perdió el uso de razón y quedó casi completamente paralizada, de modo que los doctores no le dieron muchas esperanzas.
El marido, recordando todo lo que las Almas del Purgatorio habían hecho a su pequeño hijo, corrió otra vez a la Iglesia y prometió solemnemente, como otrora, imprimir 200 de los libros del Purgatorio, en principio, como urgente socorro de las Animas benditas. Imposible de relatar. La aberración mental de su esposa cesó, y comenzó a mover su lengua y extremidades. En un corto período ella estaba perfectamente sana.

LA CURA DEL CANCER.

Joana de Menezes nos contará de su cura. Ella estaba sufriendo de un cáncer en la pierna y sumergida en un profundo dolor.
Recordando lo que había oído sobre el poder de las Almas del Purgatorio, ella resolvió poner toda su confianza en ellas y ofrecer nueve Misas por ellas. Prometió publicar en el diario su curación, si esta se llevaba a cabo.
Gradualmente el tumor y el cáncer desaparecieron.

UN ESCAPE DE UN ASALTO:

El Padre Luis Manaci, un celoso misionero, tenía gran devoción a las Almas del Purgatorio. Se encontró una vez realizando un viaje peligroso, pero con mucha confianza pidió a las Animas Benditas que lo protegieran de los peligros que se iría encontrando. Su camino bordeaba una zona desértica, en la cual se sabía que estaba infestada de peligrosas gavillas. Cuando se encontraba rezando el Santo Rosario por las Almas, cuál no fue su sorpresa, de verse rodeado de una custodia de espíritus benditos. Pronto el descubrió la razón. Había pasado por una emboscada, pero las Santas Almas lo rodearon y lo taparon, tornándolo invisible para los miserables que buscaban su vida. Lo acompañaron hasta que estuvo seguro y fuera de peligro.

VOLVER A LA VIDA:

El Prior de Cirfontaines nos cuenta su historia:" Un joven de mi parroquia cayó enfermo de fiebre tifoidea. Sus padres vencidos por la pena y me pidieron que lo encomendara a las oraciones de los miembros de la Asociación de Santas Almas. Era un sábado. El chico estaba a las puertas de la muerte. Los doctores probaron todos los recursos, todos los remedios. Fue en vano. No podían hallar nada para mejorarlo. Yo era el único que tenía esperanzas. Sabía del poder de las Santas Almas pues había visto lo que podían hacer. El domingo rogué a los Asociados de las Santas Almas para que rogaran fervientemente por nuestro amigo enfermo. El lunes el peligro había pasado. El muchacho estaba curado".

LEELO Y DESPIERTA!

"En mi larga vida", escribe un sacerdote," vi muchas manifestaciones de generosidad de los católicos por los pobres y necesitados, de acuerdo con lo que Nuestro Señor nos mandó hacer.

"También noté que algunos católicos son, por supuesto, muy generosos y buenos. Algunos se preocupan por los pobres, otros por los enfermos. Leprosos, pacientes de cáncer, deficientes mentales, todos tienen amigos. Algunos prefieren ayudar a los jóvenes, los corazones de otros prefieren a los ancianos".

"Lo más extraño de todas las cosas, es que nunca encontré ni un hombre, ni una mujer que se haya dedicado por completo, de todo corazón, a la más grande de las caridades, por los mas necesitados, esto es, por las santas Almas del Purgatorio. Debe haber algunos que lo hacen, pero en mi larga y variada experiencia, no encontré ninguno".

Y las palabras de este sacerdote son pura verdad!
Apelamos a aquellos que todavía no se han dedicado a si mismos a alguna forma particular de caridad, para que se dediquen con todas sus energías a las Animas Benditas. Hagan todo lo que puedan personalmente, e induzcan a otros a hacer lo mismo.

La mejor manera es practicar los consejos incluidos en este librito, y esparcir cientos de copias, y hacer cientos de Almas amigas en el Purgatorio y luego en el cielo.
Pues... quién puede leerlo y rehusarse a ayudarlas?





Una poderosa oración por las almas del Purgatorio es:
"Padre Eterno, te ofrezco
la Preciosísima Sangre de Jesús,
con todas las Misas
dichas en el mundo en este día,
por las Almas del Purgatorio".

Nuestro Señor mostró a Santa Gertrudis un vasto número de almas dejando el Purgatorio (cerca de 1000 cada vez que se la recitaba!) y yendo al Cielo como resultado de esta oración, la cual la Santa acostumbraba decir frecuentemente durante el día.



AMDG et BVM

COR PRUDENTISSIMUM, ORA PRO NOBIS.