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venerdì 16 gennaio 2015

“Marcia contro il Terrore .......”


Cristo crocifisso,
scandalo per i musulmani
e
stoltezza per i laicisti…
  

di Roberto de Mattei



Marcher contre la Terreur ,
“Marcia contro il Terrore”, è stato il titolo con cui “Le Monde”, il “Corriere della Sera” e i principali giornali occidentali hanno presentato la grande sfilata laicista dell’11 gennaio.
Mai nessuno slogan è stato più ipocrita di questo, imposto dai mass media come reazione alla strage di Parigi del 7 gennaio. Che senso ha infatti parlare di Terrore senza aggiungere al sostantivo l’aggettivo “islamico”?

L’attacco alla redazione di “Charlie Hebdo” è stato perpetrato al grido di «Allah akbar ! » per vendicare Maometto offeso dalle caricature e dietro i kalashnikof dei terroristi c’è una visione del mondo precisa: quella musulmana. Solo ora i servizi segreti occidentali cominciano a prendere sul serio le minacce di Abu Muhamad al Adnani, contenute in un comunicato multilingue diffuso il 21 settembre 2014 dal quotidiano on line “The Long War Journal”.

«Conquisteremo Roma, spezzeremo le sue croci, faremo schiave le sue donne col permesso di Allah, l’Eccelso», ha dichiarato ai suoi seguaci il portavoce dello “Stato islamico”, che non ha semplicemente ripetuto di sterminare gli “infedeli” ovunque si trovino, ma ha indicato loro anche le modalità: «Piazzate l’esplosivo sulle loro strade. Attaccate le loro basi, fate irruzione nelle loro case. Troncate loro la testa. Che non si sentano sicuri da nessuna parte! Se non potete trovare l’esplosivo o le munizioni, isolate gli Americani infedeli, i Francesi infedeli o non importa quale altro loro alleato: spaccate loro il cranio a colpi di pietra, uccideteli con un coltello, travolgeteli con le vostre auto, gettateli nel vuoto, soffocateli oppure avvelenateli».



Ci si illude che la guerra in corso non sia quella dichiarata dall’Islam all’Occidente, ma una guerra che si combatte all’interno del mondo musulmano e che l’unico modo per salvarsi sia di aiutare l’Islam moderato a sconfiggere l’Islam fondamentalista, come ha scritto sul “Corriere della Sera” dell’11 gennaio Sergio Romano, un osservatore che pure passa per intelligente. In Francia, lo slogan più ripetuto è quello di evitare l’“amalgama”, ossia l’identificazione tra l’Islam moderato e quello radicale. Ma il fine comune a tutto l’Islam è la conquista dell’Occidente e del mondo. Chi non condivide questo obiettivo non è un moderato, semplicemente non è un buon musulmano.

Le divergenze, semmai, non riguardano il fine, ma i mezzi: i musulmani di Al Qaeda e dell’Isis hanno abbracciato la via leninista della azione violenta, mentre i Fratelli Musulmani utilizzano l’arma gramsciana dell’egemonia intellettuale. Le moschee sono il centro di propulsione di quella guerra culturale che Bat Ye’or definisce il soft-jihad, mentre con il termine hard-jihad definisce la guerra militare per terrorizzare e annientare il nemico. Si può discutere, e certamente si discute all’interno dell’Islam, sulla scelta dei mezzi, ma c’è concordia sull’obiettivo finale, l’estensione al mondo della sharia’a, la legge coranica.

Islam è in ogni caso un sostantivo verbale traducibile con “sottomissione”. La sottomissione per evitare il Terrore, lo scenario del futuro europeo immaginato dal romanziere Michel Houellebecq nel suo ultimo libro, precipitosamente ritirato dalle librerie francesi. 
No al Terrore significa per i nostri uomini politici no alla sottomissione violenta degli jihadisti, sì ad una sottomissione pacifica, che porti dolcemente l’Occidente in una condizione di dhimmitudine.

L’Occidente si dice disposto ad accettare un Islam “dal volto umano”, ma in realtà, ciò che dell’Islam rifiuta non è solo la violenza, ma anche il suo assolutismo religioso. 
Per l’Occidente c’è licenza di uccidere in nome del relativismo morale, ma non in nome di valori assoluti. 
Eppure l’aborto è sistematicamente praticato in tutti i Paesi occidentali e nessuno dei capi di Stato che hanno sfilato a Parigi contro il Terrore lo ha mai condannato. 
Ma cos’è l’aborto se non la legalizzazione del Terrore, il Terrore di Stato promosso, incoraggiato, giustificato? Che diritto hanno i leader occidentali di manifestare contro il Terrore?

Su “La Repubblica” del 13 gennaio 2015, mentre l’ex capo di Lotta Continua Adriano Sofri celebra L’Europa che rinasce sotto la Bastiglia, la filosofa postmoderna Julia Kristeva, cara al cardinale Ravasi, afferma che «la piazza illuminista ha salvato l’Europa», e che «di fronte al rischio che stavano correndo, libertà, uguaglianza e fratellanza hanno smesso di essere concetti astratti, incarnandosi in milioni di persone». 
Ma chi ha inventato il Terrore se non la Francia repubblicana, che lo ha usato per annientare tutti gli oppositori alla Rivoluzione francese?
L’ideologia e la prassi del terrorismo si affacciano per la prima volta nella storia con la Rivoluzione francese, soprattutto a partire dal 5 settembre 1793, quando il “Terrore” fu messo dalla Convenzione all’ordine del giorno e divenne una parte essenziale del sistema rivoluzionario. 
Il primo genocidio della storia, quello vandeano, venne perpetrato in nome degli ideali repubblicani di libertà, uguaglianza e fratellanza. 
Il comunismo che pretese di portare a compimento il processo di secolarizzazione inaugurato dalla Rivoluzione francese, attuò la massificazione del terrore su scala planetaria, provocando, in meno di settant’anni, oltre 200 milioni di morti. 
E che cos’è il terrorismo islamico se non una contaminazione della “filosofia del Corano” con la prassi marx-illuminista importata dall’Occidente?

“Charlie Hebdo” è un giornale in cui, fin dalla sua fondazione, la satira è stata posta al servizio di una filosofia di vita libertaria, che affonda le sue radici nell’illuminismo anticristiano. Il giornale satirico francese è stato reso noto dalle sue caricature di Maometto, ma non vanno dimenticate le disgustose vignette blasfeme pubblicate nel 2012 per rivendicare l’unione omosessuale. 
I redattori di “Charlie Hebdo” possono essere considerati un’espressione estrema ma coerente della cultura relativista ormai diffusa in tutto l’Occidente, così come i terroristi che gli hanno sterminati possono essere considerati espressione estrema ma coerente dell’odio contro l’Occidente di tutto il vasto mondo islamico.
Coloro che rivendicano l’esistenza di una Verità assoluta e oggettiva vengono equiparati dai neoilluministi ai fondamentalisti islamici. Mai noi equipariamo il relativismo all’islamismo, perché entrambi sono accomunati dal fanatismo. Il fanatismo non è l’affermazione della verità, ma lo squilibrio intellettuale ed emotivo che nasce dall’allontanamento della verità. 

E c’è una sola verità in cui il mondo può trovare la pace, che è la tranquillità dell’ordine: Gesù Cristo, Figlio di Dio, a cui tutte le cose devono essere ordinate in Cielo in terra, perché si realizzi la pace di Cristo nel Regno di Cristo additata come l’ideale di ogni cristiano da Papa Pio XI nella enciclica Quas Primas dell’11 dicembre 1925.

Non si può combattere l’Islam in nome dell’illuminismo e tanto meno del relativismo. Ciò che sola vi si può opporre è la legge naturale e divina, negata in radice sia dal relativismo che dall’Islam. 
Per questo leviamo in alto quel Crocifisso che il laicismo e l’islamismo rigettano e ne facciamo una bandiera di vita e di azione. 

«Noi ‒ affermava san Paolo ‒ predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani» (I Cor 1, 23). 


Potremmo ripetere:
«Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti».





gennaio 2015


AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI

venerdì 18 aprile 2014

15 abr 2014 La Cruz es vuestro enlace a la Vida Eterna. Nunca abandonéis la Cruz. - Lloro lágrimas de Agonía durante esta semana .....


15 abr 2014 La Cruz es vuestro enlace a la Vida Eterna. Nunca abandonéis la Cruz

18.04.2014 14:26
Martes 15 de abril de 2014 a las 20:15 hrs.

Mi muy querida bienamada hija, cuando Mis amados seguidores celebran el Viernes Santo, deben recordar cómo Mi Amor se extiende a la raza humana.
Aquellos que me persiguieron y que luego me mataron estaban llenos de odio y tenían corazones de piedra. Yo morí por ellos a pesar de su odio, y sufrí una agonía  enorme para que pudiesen ser redimidos. Aún así muchas personas hoy me odian y me desprecian a tal grado que, si Yo revelase la maldad que devasta sus almas, no seríais capaces ni de levantaros.
Mis esfuerzos para preparar al mundo a través del Libro de la Verdad, serán obstaculizadas por Mis enemigos, en todas partes. Los peores ataques vendrán de grupos satánicos, muchos de los cuales se hacen pasar por cristianos, de modo que puedan desahogar su rabia, pretendiendo defender su fe. Tal es la manera en que Satanás utiliza a sus obedientes víctimas para atacar Mi Obra. Cuán perversas son esas almas y cuán triste estoy mientras ellas continúan traicionándome, arrojándome lodo y propagando mentiras acerca de Mi Palabra, en un esfuerzo para robarme almas de Mi corazón Misericordioso.
Lloro lágrimas de Agonía durante esta semana, porque el tiempo es corto y sé que no importa cuán arduamente Yo lo intente, muchas almas continuarán volviéndome la espalda. Por qué esas almas me odian tanto? La respuesta es:  porque ellos no tienen amor por Mí en absoluto. Muchas de ellas encuentran aterrador que el odio que sienten por Mí en sus corazones, no pueda ser lavado. Están tan poseídas por el maligno, que pasan cada minuto del día blasfemando contra Mí.
La inmensa mayoría de la gente no creé más en Mí - es un pequeño número el que cree, dentro de un mar de almas cuya magnitud se extiende de un lado a otro de la tierra. Pero Yo os prometo, que Yo reuniré tantas almas como Yo pueda, y por el amor que Yo tengo por vosotros extenderé Mi Misericordia aún entre aquellas personas que no lo merecen. Cómo Yo doy la bienvenida a las buenas almas puras y amorosas que vienen ante Mí. Ellas me llenan de gran alegría. Oh, cómo ellas calman Mis heridas. Cómo ellas me traen alivio del dolor que soporto por Mis pobres pecadores , que no tienen ni idea de la gran alegría que les prometí en Mi Nuevo Reino. Tristemente, muchas almas arrojarán lejos la llave que les dí a la Vida Eterna- y para qué? Por una vida carente de sentido, una vida llena de deleitación y de falsas promesas. Una vida hastiada de esfuerzos, que no lleva a la vida, solo a la que termina en polvo.  Yo Soy vuestra Vida. Yo os traigo Vida. Cuando vosotros aceptéis Mi Muerte en la Cruz, y reconozcáis  Mi Resurrección, nunca sufriréis la muerte.
A vosotros, los de esta generación, Yo os digo esto. Vosotros que estáis Conmigo, no sufriréis la muerte, -ni aún la muerte del cuerpo. Aquellos que me traicionan, por medio del pecado,  cuando la Verdad os sea dada a vosotros, no tendrán vida. Así que vosotros, Mis amados seguidores, nunca debéis tener miedo  de esta misión. Yo os tomaré  y os inundaré de todos los regalos que Mi Padre está ansioso por otorgaros, cuando Él, finalmente, reúna a Sus hijos en Su Reino, que Él os prometió cuando me envió a Mí, Su Único Hijo para salvar vuestras almas, por Mi muerte en la Cruz. La Cruz es vuestro enlace a la Vida Eterna. Nunca abandonéis la Cruz. Mi muerte fue vuestra ruta hacia la Vida Eterna. Sin Mi Cruz, la muerte prevalecerá para aquellos que la rechazan.
Vuestro Jesús

Leer más: http://www.elgranaviso-mensajes.com/news/a15-abr-2014-la-cruz-es-vuestro-enlace-a-la-vida-eterna-nunca-abandoneis-la-cruz1/

martedì 8 ottobre 2013

Stat crux dum volvitur mundus. Ave crux, spes unica!

Il Crocifisso

di don Ivo Cisar

1) Si protesta contro il crocifisso, non contro la televisione, piena di violenze e di nudità, lo scandalo vero.

2) Il crocifisso non offende nessuno [1], Gesù è morto per redimere tutti gli uomini [2].

3) Si difende il crocifisso come simbolo, ma esso non è un simbolo vuoto, è riduttivo considerarlo staticamente, solo come simbolo del dolore umano, o tutt'al più interpretarlo come semplice riferimento storico ("radici cristiane").

4) In realtà, il Crocifisso, non semplicemente la croce (senza Cristo), ma l'immagine di Gesù Cristo sulla croce, su cui ha sofferto ed è morto per la nostra redenzione, è un oggetto religioso sacro, (quasi) liturgico, di solito benedetto, che campeggia nelle case cristiane cattoliche, perché si vuole la Sua presenza che è una presenza "viva", si prega davanti ad esso, se ne trae l'insegnamento e la forza [3].

5) Logicamente lo si vuole anche e soprattutto là, dove hanno luogo atti umani importanti, quali l'educazione (scuola), la sofferenza (ospedali), i processi (aule giudiziarie), la direzione della vita pubblica (uffici), quindi altrettante "case" (non  solo luoghi statali, di uno Stato "laico"-ateo), perché sia centro della preghiera, legge dell'amore, fonte della forza, base della speranza. Il Crocifisso educa, conforta, salva. Esso ha santificato e santifica ancora le vie, i campi, i boschi,  le montagne. Si vuole vicino dappertutto nella vita Gesù Cristo, Redentore e Fratello [4].

6) Tentare di togliere i crocifissi lede la libertà dei cristiani cattolici [5].

7) "Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio” (1Cor 1,23-24). Il Crocifisso sta al centro della rinnovata evangelizzazione [6].
Stat crux dum volvitur mundus. Ave crux, spes unica! [7]




[1] Perché il Crocifisso dovrebbe urtare i musulmani, se per essi Gesù Cristo è per lo meno un profeta? (argumentum ad hominem)
[2] Vedi il mio articolo Universalità della croce di Cristo.
[3] Dove era possibile, si voleva avere anche una reliquia della croce di Cristo.
[4] Il Crocifisso accompagna tutta la vita del cristiano, da quando egli viene segnato con la santa croce nel battesimo (espressione esterna del carattere sacramentale, consistente nella configurazione e nella conformità a Cristo), fino a quando egli stringe il crocifisso sul letto di morte.
[5] Lo Stato deve tutelarla, in nome non solo della maggioranza, ma anche del pluralismo.
[6] Il Crocifisso e la Sua croce esprimono l'essenza della spiritualità cristiana. Vedi Imitatio Christipassim; san Luigi Maria Grignion de Montfort, Lettera agli amici della croce. "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce di ogni giorno e mi segua" (Lc 9,23).
[7] Esiste una festa della Esaltazione della croce, il 14 settembre.


lunedì 9 settembre 2013

Geniale






*Geniale commento al Vangelo del 1° settembre 2013 //  Vangelo di Luca (14, 1.7-14) Gesù dice: “Va’ a metterti all’ultimo posto… perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”, e: “Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti”.
*

Ognuno nella vita vuole trovare il suo posto buono. Ma qual è veramente il posto giusto? L’omelia di Benedetto XVI nella messa celebrata in occasione dell’incontro dei suoi ex-allievi è, in fondo, una risposta a questa domanda e parte dal Vangelo di oggi, nel quale Gesù invita a prendere l’ultimo posto.
“Un posto che può sembrare molto buono può rivelarsi per essere un posto molto brutto”, nota il papa emerito facendo riferimento a quanto accaduto già in questo mondo, anche negli ultimi decenni, dove vediamo come “i primi” sono stati rovesciati e improvvisamente sono diventati “ultimi” e quel posto che sembrava buono era invece “sbagliato”. 
Anche nei discorsi che si tennero durante l’Ultima Cena, i discepoli si litigano i posti migliori. Gesù si presenta invece come Colui che serve. Lui “nato nella stalla” e “morto sulla Croce” ci dice – afferma Benedetto XVI – che il posto giusto è quello vicino a Lui, “il posto secondo la sua misura”. E l’apostolo, in quanto inviato di Cristo “è l’ultimo nell’opinione del mondo”, e proprio per questo è vicino a Gesù:
“Chi, in questo mondo e in questa Storia forse viene spinto in avanti e arriva ai primi posti, deve sapere di essere in pericolo; deve guardare ancora di più al Signore, misurarsi a Lui, misurarsi alla responsabilità per l’altro, deve diventare colui che serve, quello che nella realtà è seduto ai piedi dell’altro, e così benedice e a sua volta diventa benedetto”.

E, dunque, qualunque sia il posto che la Storia vorrà assegnarci, quello che è determinante – sottolinea il papa emerito – è “la responsabilità davanti a Lui, e la responsabilità per l’amore, per la giustizia e per la verità”. Nel Vangelo di oggi il Signore ricorda che chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. E Benedetto XVI fa notare che “Cristo, il Figlio di Dio, scende per servire noi e questo fa l’essenza di Dio” che “consiste nel piegarsi verso di noi: l’amore, il ‘sì’ ai sofferenti, l’elevazione dall’umiliazione”:
“Noi ci troviamo sulla via di Cristo, sulla giusta via se in Sua vece e come Lui proviamo a diventare persone che ’scendono’ per entrare nella vera grandezza, nella grandezza di Dio che è la grandezza dell’amore”.

*

Benedetto XVI fa dunque nell’omelia una catechesi sul senso dell’abbassamento di Cristo e sull’essenza dell’amore di Dio. “La Croce, nella Storia, è l’ultimo posto” e il “Crocifisso non ha nessun posto, è un ‘non-posto’”, è stato spogliato, “è un nessuno” eppure – nota Benedetto XVI – Giovanni nel Vangelo vede “questa umiliazione estrema” come “la vera esaltazione”:
“Così, Gesù è più alto; sì, è all’altezza di Dio perché l’altezza della Croce è l’altezza dell’amore di Dio, l’altezza della rinuncia di se stesso e la dedizione agli altri. Così, questo è il posto divino, e noi vogliamo pregare Dio che ci doni di comprendere questo sempre di più e di accettare con umiltà, ciascuno a modo proprio, questo mistero dell’esaltazione e dell’umiliazione”.

*

Infine il Papa emerito ricorda che Gesù esorta a “invitare” a prescindere dai vantaggi, cioè a invitare i paralitici, gli storpi, i poveri perché Lui stesso lo ha fatto invitando “noi alla mensa di Dio”, e in questo modo mostrandoci cosa sia la gratuità. Giustamente l’economia si poggia sulla “giustizia commutativa”, sul “do ut des”, ma perfino in questo ambito rimane qualcosa di gratuito, ricorda Benedetto XVI sottolineando che “senza la gratuità del perdono nessuna società può crescere”, tanto è vero che le più grandi cose della vita, cioè “l’amore, l’amicizia, la bontà, il perdono”, “non le possiamo pagare”, “sono gratis, nello stesso modo che in cui Dio ci dona a titolo gratuito”:
“Così, pur nella lotta per la giustizia nel mondo, non dobbiamo mai dimenticare la ‘gratuità’ di Dio, il continuo dare e ricevere, e dobbiamo costruire sul fatto che il Signore dona a noi, che ci sono persone buone che ci donano ‘gratis’ la loro bontà, che ci sopportano a titolo gratuito, ci amano e sono buone con noi ‘gratis’; e poi, a nostra volta, donare questa ‘gratuità’ per avvicinare così il mondo a Dio, per diventare simili a Lui, per aprirci a Lui”.
*
Quindi Benedetto XVI si sofferma sulla liturgia, sull’umiltà della liturgia cristiana che è insieme “incommensurabilmente grande” perché ci si unisce alle schiere degli angeli e dei santi nella festosa gioia di Dio. E il sangue di Cristo, che è al centro dell’Eucaristia, significa proprio “entrare nello splendore del raduno gioioso di Dio”. “Questo Sangue è il suo amore”, conclude Benedetto XVI. “È il Monte di Dio e ci apre alla gloria di Dio”.(Papa Benedetto XVI)

Beato Pier Giorgio Frassati p.p.n.

venerdì 10 giugno 2011

ECCE CRUX DOMINI, FUGITE PARTES ADVERSAE, VICIT LEO DE TRIBU JUDA, RADIX DAVID. ALLELUIA!

Ecce Crux Dominifugite partes adversaeVicit Leo de tribu Iuda.
Behold the Cross of the Lord! Flee, you parties of the Adversary; The Lion of the Tribe of Judah has conquered!




E' magnifico vedere come il "breve"(esorcismo) di Sant'Antonio è ...al centro di ROMA,  d'Italia, ... del Mondo, in Piazza San Pietro, sin dall'estate del 1586, sull'obelisco del Papa Sisto V (1520-1590), insieme all'invocazione trionfale o inno, che dobbiamo cantare più spesso ma sopratutto vivere, in attesa della venuta gloriosa di CRISTO GESU'.

"CHRISTUS VINCIT..REGNAT...IMPERAT.
  CRISTO DA OGNI MALE IL SUO POPOLO DIFENDA"

*+*




"Ecce Crux Domini.
Fùgite partes adversae.
Vicit Leo de Tribu Juda,
Radix David.
Alleluia!"


<<Ecco la Croce del Signore!
Fuggite, o spiriti del Male.
Ha vinto il Forte della Tribù di Giuda,
il Cristo Redentore.
Alleluia!>>

***

Molto interessanti le notizie sull'Obelisco Vaticano



L'Obelisco Vaticano è uno dei tredici obelischi antichi di Roma ed è situato in piazza San Pietro.
Realizzato in granito rosso, svetta per un'altezza di 25,5 metri e con il basamento (composto da quattro leoni bronzei, opere di Prospero Antichi) e la croce raggiunge quasi i 40 metri.
Di origine egiziana, è privo di geroglifici e proviene, secondo Plinio, dalla città di Heliopolis; prima venne sistemato nel Forum Iulii di Alessandria d'Egitto ed in seguito fu portato a Roma da Caligola nel 37, e collocato sulla spina del Circo di Nerone. Rimase in questa posizione anche dopo che il circo cadde in disuso, occupato da una necropoli. Si ritrovò poi a fianco dell'antica basilica di San Pietro. Infatti è l'unico obelisco antico di Roma che non sia mai caduto.
Fu spostato e rialzato per volere di papa Sisto V nell'estate del 1586 sotto la direzione dell'architetto Domenico Fontana che impiegò grandi mezzi e quattro mesi per compiere l'opera: fu il primo degli obelischi ad essere rialzato in epoca moderna. Nelle operazioni di innalzamento svoltesi il 10 settembre del 1586 vi fu il famoso grido di un certo marinaio Domenico Bresca: "Acqua alle funi!" al fine di evitare lo spezzamento delle corde che stavano pericolosamente per cedere sotto il gran peso dell'obelisco. Nell'occasione dello spostamento il globo che svettava sulla vetta venne trasferito ai Musei Capitolini.
Secondo la leggenda nel globo da cui era sormontato erano contenute le ceneri di Cesare; dal riferimento cesareo all'aquila imperiale romana deriva il termine aguglia, inizialmente usato solo per gli obelischi, e oggi trasformato in guglia. Sisto V fece collocare nel globo una reliquia della Croce di Cristo.


AMDG et BVM