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giovedì 25 settembre 2014

2. - UN REGALO ECCEZIONALE di EMMANUEL ANDRÈ


LIBRO SECONDO

Come il ministero può essere snaturato


CAPITOLO I
IL MINISTERO PUÒ ESSERE SNATURATO

Il ministero ecclesiastico è una creazione di Nostro Signore; ma perché è affidato agli uomini può avvenire che a causa della loro natura soggetta a tante debolezze, non sia conservato nella completa integrità della sua natura.
Nostro Signore è Dio e insieme uomo ed ecco che ci sono stati degli uomini che hanno disgiunto in lui la divinità e l'umanità per poi negare l'una o l'altra e, conseguentemente distruggere questo grande mistero per quanto era in loro potere, e inaridire il fiume di grazie di cui è la sorgente. San Giovanni dice che questa è un'opera dell'Anticristo: "Ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio" (1 Gv. 4,3). Poiché gli uomini cercano di scindere il mistero dell'Incarnazione e annientarne le conseguenze, non c'è da stupire che la stessa cosa avvenga per il ministero che è una conseguenza e un'imitazione del mistero della divina Incarnazione.

CAPITOLO II
COME IL MINISTERO PUÒ ESSERE SNATURATO

Dal momento che il ministero consiste essenzialmente in tre cose: la preghiera, la predicazione e i sacramenti, evidentemente la sua natura sarebbe mutata, alterata, annientata se accadesse che una di queste tre cose fosse soppressa o alterata. Chi non vede, infatti, che l'opera della salvezza degli uomini sarebbe necessariamente arrestata se cessasse la preghiera, se la predicazione divenisse muta e se i sacramenti non fossero più amministrati? Lo stesso accadrebbe se non solamente le tre cose sparissero insieme, ma anche se solo una di esse venisse a mancare. Andiamo più lontano e affermiamo che, pur sussistendo le tre parti essenziali del ministero, il ministero sarebbe infruttuoso se queste non avessero il posto voluto da Dio, cioè se l'ordine stabilito dal Signore non fosse esattamente conservato e osservato. A chi si daranno i sacramenti e a quale scopo si daranno se non precede la predicazione onde far nascere la fede nelle anime che è il principio delle opere necessarie alla salvezza? E la predicazione avrebbe la potenza che Dio le vuol dare a questo scopo se non fosse preceduta dalla preghiera che attira la grazia dall'alto e sopra il predicatore e sopra l'uditorio?

CAPITOLO III
SEGUITO DEL PRECEDENTE

Nel ministero c'è il corpo e l'anima, per cui mancando d'una delle due cose è snaturato in se stesso.
Il corpo del ministero è cosa abbastanza conosciuta; ma l'anima, lo spirito interiore che deve dargli vita è cosa troppo poco conosciuta. Vi sono molti che credono d'aver compiuto il ministero quando ne hanno compiuto tutte le opere esterne: ma la parte del ministero che si chiama "la preghiera" spesso è considerata l'opera della persona del sacerdote, mentre non è l'opera della persona, ma dello stesso ministero, come abbiamo già osservato (Libro I, Capo IV).
Ciò è importantissimo. Il sacerdote che si persuade che potrà adempiere il suo ministero, compiendo riguardo ai fedeli tutto ciò che possono cristianamente desiderare da lui e chiedergli; e dice a se stesso: Se non sono uomo interiore, uomo di preghiera, ciò riguarda me soltanto, e le conseguenze che ne derivano sono soltanto mie; grandemente si sbaglia e questo errore ci sembra essere oggi assai comune.
Il ministero, in questo caso, è un ministero senz'anima, un ministero senza vita e, troppo sovente un ministero di morte: "Ministratio mortis" (II Cor. 3,7).

CAPITOLO IV
COME IL MINISTERO È SNATURATO IN QUANTO ALLA SUA PRIMA PARTE: LA PREGHIERA

Abbiamo detto come il sacerdote mancherebbe al suo ministero se considerasse la preghiera un obbligo non del ministero della Chiesa, ma del cristiano che è in lui.
Il sacerdote non può né deve separare in sé stesso il cristiano dal sacerdote, né il sacerdote dal cristiano. Benché sia vero dire ch'egli è cristiano per sé e sacerdote per gli altri, nella realtà non è meno vero che in lui è il cristiano che è sacerdote.
I doveri del cristiano e i doveri del sacerdote sono una cosa sola, come il cristiano e il sacerdote sono in lui una sola persona.
Sarebbe perciò un grande errore il non pensare la preghiera come il massimo, più importante e più indispensabile obbligo del sacerdote. Egli deve la preghiera a Dio, alla Chiesa, alle anime, a sé stesso: a Dio del quale è una creatura; alla Chiesa della quale è ministro; alle anime delle quali è servo; alla sua anima della quale dev'essere, dopo Dio, il salvatore.
Egli la deve perpetua: "Bisogna pregare sempre" (Lc. 18,1).
La deve nelle ore canoniche e nella forma canonica.
Nella forma canonica. Questa generalmente si accetta perché c'è un obbligo formidabile e si sa che si commetterebbe peccato mortale, lasciando una sola ora canonica. Ma che bisogna recitare le ore canoniche nelle ore canoniche generalmente non si sa. Tuttavia che cosa significano le parole del breviario: Ad Matutinum, ad Primam, ad Tertiam, ad Sextam, ad Nonam, ad Vesperas, ad Completorium?
Si dirà che in altri tempi era così. Certamente, ma perché e come mai oggi non è più così?
Attualmente si recita Mattutino alla vigilia, cioè si fa della preghiera della notte e del mattino una preghiera della sera, o meglio, una preghiera del "fra poco".
Perché forse non s'è trovato più facile alzarsi più tardi che di buon mattino?
Si dice: è per avere tempo per la meditazione. Ma forse che i nostri padri non conoscevano la meditazione?
Forse non vi dedicavano del tempo? Siamo perciò più dediti alla meditazione di quanto lo erano i nostri antichi?.
Oh! Un fatto è certo: noi meditiamo meno dei nostri padri e abbiamo addosso una dose di pigrizia e d'immortificazione che certamente i nostri padri non conoscevano.
Le preghiere del giorno che i nostri padri avevano così saggiamente distanziato da tre a tre ore per richiamarci senza posa all'adorazione della SS. Trinità, oggi si recitano in una sola volta; e ciò, si afferma, per essere più liberi.
Più libero! Ma che cos'è questa libertà che si affranca dalla puntualità nella preghiera? E per che cosa si impiegherà questa libertà? A correre e a discorrere? A giocare e a ridere? Ah! La libertà! I nostri padri ne avevano un altro concetto. Essi venivano meno, ammirando la definizione che ne aveva dato Sant'Agostino: "Libertas est Charitas" (De Natura et gratia, Lib. I, Cap. LXV).
La carità! Amare Dio e il prossimo, amare Dio e pregarlo: amare il prossimo e lavorare alla sua salvezza, questa era la carità secondo i nostri padri.
È dunque vero che oggi s'intende in altro modo la libertà e così il dovere della preghiera. Quasi dappertutto non si fa più la preghiera canonica nelle ore canoniche e ciò non è una delle cause per le quali il ministero produce pochi frutti press'a poco dappertutto?
E se il ministero è così importante a salvare chi per la cui salvezza è stato istituito, non bisogna forse concludere che dal momento in cui non attinge il suo scopo dev'essere considerato come un'istituzione malauguratamente viziata, diciamo la parola, snaturata?

CAPITOLO V
COME IL MINISTERO È SNATURATO NELLA SUA SECONDA PARTE: LA PREDICAZIONE

Ci sono più modi per snaturare il ministero in ciò che concerne la parola di Dio. Innanzitutto non predicando affatto e meritando in questo modo il nome che lo Spirito Santo in passato diede a certi pastori negligenti quando li chiamo "cani muti, incapaci di abbaiare" (Is. 56,10).
Il Signore chiamava con questo nome le sentinelle d'Israele, uomini ciechi e ignoranti, cani che non sapevano abbaiare.
Uomini dagli occhi aperti soltanto alla vanità, uomini sempre addormentati, amanti dei loro sogni: "I suoi guardiani sono tutti ciechi, non si accorgono di nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi" (Is. 56,10).
Nulla da aggiungere a queste parole dello Spirito Santo.
Si snatura il ministero, predicando come parola di Dio ciò che non è parola di Dio. Dice il Signore a Geremia: "I profeti hanno predetto menzogne in mio nome; io non li ho inviati, non ho dato ordini, né ho parlato loro. Vi annunziano visioni false, oracoli vani e suggestioni della loro mente" (14,14).
Infine, anche predicando la parola di Dio, le si potrebbe far subire certe alterazioni che l'Apostolo San Paolo aveva dinanzi agli occhi quando chiamava corruttori, falsificatori e alteratori della parola di Dio certi predicatori: "che mercanteggiano la parola di Dio" (2 Cor. 2,17 e 4,2). Spiegando queste parole dell'Apostolo, G. Estio dice: "Mercanteggiano, ossia trattano con inganno la parola di Dio coloro che non la dispensano illibata e pura, come è stata trasmessa, ma la guastano e la falsificano mescolandovi la sapienza del mondo o la dottrina giudaica; sicuramente servendo ad essa cercano non la gloria di Dio, ma il compiacimento dei propri comodi; mentre ingannano gli uomini cercano di piacere loro e, per piacergli, adattano la parola di Dio ai loro sentimenti" (in Cor. IV, 2).
Per concludere questo capitolo, diciamo che la parola di Dio dev'essere predicata con lo Spirito di Dio, e lo Spirito di Dio non sarà con noi se noi non siamo uomini di preghiera. ciò ancora una volta dimostra come il ministero dipende tutto intero dalla preghiera che San Pietro pose prima di tutto: "Noi invece ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola" (At. 6,4).

CAPITOLO VI
COME IL MINISTERO PUÒ ESSERE SNATURATO NELL'AMMINISTRAZIONE DEI SACRAMENTI

Abbiamo detto (Libro I, cap. VII) qual è il compito dei sacramenti nell'economia della religione e, conseguentemente nel ministero ecclesiastico. I sacramenti non danno le disposizioni necessarie per riceverli, è evidente perciò che il ministero sarebbe snaturato se chi dà i sacramenti non avesse tutta la sollecitudine necessaria per far nascere queste disposizioni, tutta l'attenzione indispensabile per riconoscerle là dove sono e tutta la fermezza voluta per non dare i sacramenti dove non vi sono le disposizioni richieste da Dio stesso.
Con quanta facilità ci si immagina ai nostri giorni di avere le disposizioni a un sacramento poiché si ha la volontà di riceverlo e la bontà di accettarlo! Non so se questo modo di pensare sia proprio di un gran numero di anime, ma è cosa certa che dove esiste è completamente fuori delle condizioni perché il sacramento possa portare qualche frutto.

CAPITOLO VII
CIÒ CHE PUÒ ESSERE IL MINISTERO QUANDO È SNATURATO

Il ministero può fallire al suo scopo per una moltitudine di cause diverse, come l'abbiamo dimostrato con quanto precede; che può essere allora il ministero se non abitudine, empirismo, o una specie di industria?
Ci spieghiamo. L'abitudine è una specie di ministero ecclesiastico che consiste nel rispondere a ciò che è domandato e a fare di volta in volta ciò che si presenta. Ossia, si fa quanto si deve fare, in virtù di un certo ordine materiale, di un'usanza e di un'abitudine che non merita biasimo in se stessa. Ad un ministero così fatto manca poco meno di quanto manca ad un cadavere: l'anima, lo spirito.
L'empirismo... Ahimè quale parola in una materia tanto grave! La parola infelicemente richiama alla memoria quegli uomini che con un solo rimedio s'impuntano a guarire tutti i mali e son detti ciarlatani. Quando nel ministero si segue un metodo analogo a quello dei ciarlatani, vi si mette del buon volere (non diciamo della buona volontà nel senso teologico della parola): si vuole il bene, ci si dà da fare per il bene, ma è un da fare mosso da una volontà poco e male illuminata. Si possono fare dei grandi passi con la speranza che finalmente si imboccherà la buona strada; ma non si sa chiaramente che cos'è la buona strada e quali sono le condizioni per camminarvi con sicurezza.
Noi chiamiamo una specie d'industria un certo ministero ecclesiastico nel quale si fa un grande spreco dello spirito: s'inventano mille modi, si mettono in movimento mille espedienti, s'impiegano mille e mille arti, ma vi è un male in tutto lo spirito che si esplica: la mancanza dello spirito di Dio.
Abbiamo tra le mani un libro scritto recentemente, assai lodato ed anche coronato di un certo successo. Un libro che è un vero metodo dell'industrialismo in fatto di ministero. Contiene espedienti di cento maniere, per il sindaco e per il suo vice, per il castellano e la castellana, per il notaio e per il medico, per il maestro e per la guardia campestre, ecc. ecc.
Dopo aver letto questo libro ci siamo detti: ecco delle cose che San Pietro e San Paolo non sapevano. Poi ci venne alla mente questa riflessione: è meglio sapere soltanto ciò che sapevano San Pietro e San Paolo!

CAPITOLO VIII
LE CONSEGUENZE DEL MINISTERO SNATURATO

Quando il ministero è snaturato, il sacerdote che non riesce a convertire le anime è portato ad affermarsi piuttosto al ministero che a sé stesso. Lontano dal dirsi: non sono un uomo di preghiera; non tratto la parola di Dio come di Dio; non vigilo perché i sacramenti che sono santi siano santamente ricevuti. Ma dirà molto facilmente a sé stesso che i mezzi che gli sono stati affidati sono impotenti, e che, logicamente non può nulla e che non c'è nulla da fare. Dopo ciò egli potrà cadere in una specie di pigrizia spirituale, che gli impedirà di vedere e il male che sta di fronte ai suoi occhi, e il bene da farsi, né i mezzi da prendere per far sì che il suo ministero sia utile al prossimo e a sé stesso.
Se il male aumenterà potranno sorgere nell'anima del sacerdote dei dubbi intorno all'opera di nostro Signore nel creare il ministero; e il ministero divenuto impotente tra le sue mani, potrà essere considerato da lui impotente a causa di nostro Signore.
Ancora un passo: il sacerdote dapprima avvilito, poi esitante nella fede, cadrà nello scoraggiamento, potrà perdere la fede e precipitare in colpe che non hanno più nome, quando sono le colpe di un sacerdote: "Non peccata, sed monstra", dice Tertulliano.
Certamente in tutti questi scalini di discesa c'è una logica, beninteso senza fatalità: che Dio voglia allontanare una si fatta caduta dal sacerdote!

1. Omni die dic Mariae 
Mea laudes anima: 
Ejus festa, ejus gesta 
Cole devotissima.


mercoledì 13 agosto 2014

Gli effetti del cambiamento del sacerdozio

Gli effetti del cambiamento del sacerdozio


1. La fede minacciata
Il nuovo “Credo” del sacerdote
Il sacerdote, non dichiarando più la sua fede pubblicamente con l’abito, col suo atteggiamento verso il Santissimo Sacramento e le cose sacre, trascurando tutti i sacramentali, a poco a poco perde la fede nel soprannaturale, nella grazia, e presto, spinto dalla nuova teologia, dubiterà della divinità di Nostro Signore e forse della Santissima Trinità. Poco a poco si fa strada un nuovo Credo nella sua mente, il Credo del progresso e della giustizia sociale, dell’azione sindacale e politica.
Davanti a questo pericolo, i vescovi hanno pensato ad una formazione permanente. Sessioni, aggiornamenti, seminari, convegni andranno a rianimare la fede dei loro sacerdoti, ma tutti quelli che sono chiamati a dirigere queste riunioni sono quelli che dubitano della propria fede ed insegnano sistematicamente la nuova religione. Invece di consolidare i sacerdoti, li disorientano di più.
Ora, questo degrado della fede è tragico in un sacerdote per cui tutta la vita, anche professionale, se così si può dire, poggia sulla fede e deve essere un’espressione della sua fede.
Il catechismo messo a dura prova
L’insegnamento delle verità della fede cattolica normalmente si fa con il catechismo. Ora questo compito sacerdotale è reso difficile all’indomani del concilio Vaticano II, visti i catechismi messi tra le mani dei sacerdoti. Infatti sono impregnati dello spirito di novità. L’insegnamento del catechismo talvolta è perfino affidato a dei non-cattolici.
Il male della crisi si trova anche a livello dell’insegnamento del catechismo. Lì, siete capaci di giudicare anche da voi stessi a che punto siano i catechismi che vi vengono consegnati. In realtà si può dire che tutti i nuovi catechismi dipendono più o meno in linea diretta dal catechismo olandese. E’ il medesimo spirito modernista, il medesimo spirito di novità, che regna nei catechismi fatti recentemente. Ora questo catechismo olandese è stato esaminato da una commissione di cardinali, che ha condannato formalmente dieci punti importanti, fondamentali, che toccano la fede ed ha chiesto ai vescovi olandesi di cambiare, di modificare i paragrafi in questione. Quei paragrafi non sono stati modificati. E’ stata pubblicata un’edizione con un inserto che forniva i diversi punti condannati alla fine del libro, ma il testo non è stato modificato. Ed è da quel catechismo che sono usciti i nostri! Le nuove edizioni tuttavia non hanno più ciò che è stato condannato dal Papa.
Tutti [i catechismi] risentono della dottrina che ci è stata sottoposta nel primo schema de “la Chiesa nel mondo”, che, occorre dirlo, non è cattolico. La fede, la parola di Dio, lo Spirito, il popolo di Dio sono spiegati alla maniera modernista e protestante, cioè razionalista. La Rivelazione è sostituita dalla coscienza che, col soffio dello Spirito, si esprime con il profetismo. Questo profetismo che appartiene a tutto il popolo di Dio si esprime specialmente nella liturgia della parola. Il battesimo ed i sacramenti sono più delle espressioni della fede che le cause della grazia e delle virtù. Ma non finiremmo qui se volessimo segnalare tutti i pericoli che hanno in sé tutti questi catechismi, che si riferiscono tutti al Vaticano II. E certamente, si possono trovare nel concilio ed in particolare nel documento Gaudium et spes delle frasi equivoche e tutto uno spirito che è scaturito dal primo schema. [...]
Quindi è evidente che un siffatto catechismo, impastato di idee moderniste, deve essere respinto ad ogni costo. Mettere questi nuovi catechismi tra le mani dei bambini è un vero crimine ed un attacco alla loro fede.[...]
Attacchi al celibato sacerdotale
Se si perde la fede nel sacerdozio, se si perde la nozione che il sacerdote è fatto per quell’unico Sacrificio che è il Sacrificio dell’altare, che è la continuazione del Sacrificio di Nostro Signore, si perde anche il senso del celibato. Per il sacerdote non c’è più ragione, allora, di essere celibe.
I protestanti ne hanno dato la prova. Appena hanno negato il Sacrificio della Messa, la presenza divina della Vittima, per sostituirlo con una cena, un semplice memoriale, hanno abolito anche il celibato.
Questa visione desacralizzante del ministero sacerdotale porta naturalmente ad interrogarsi sul celibato dei sacerdoti. Rumorosi gruppi di pressione reclamano la sua abolizione, nonostante i ripetuti richiami del magistero romano. Nei Paesi Bassi, si sono visti dei seminaristi fare lo sciopero delle ordinazioni per ottenere delle garanzie in questo senso. Ometterò le voci episcopali che si sono levate per fare pressione sulla Santa Sede perché aprisse questo dossier.
Vista l’uguaglianza che ai nostri giorni si vuole stabilire tra i laici ed i sacerdoti, di modo tale che i laici diventino sacerdoti ed i sacerdoti dei laici, gli stessi sacerdoti dicono: “Se siamo uomini come gli altri, se non siamo distinti da loro, perché non sposarci?” Quindi, c’è tutto un movimento contro il celibato.
Ancora oggi, la lotta non è finita, ci sono ancora dei falsi teologi che militano a favore del matrimonio dei sacerdoti. Ci sono senza dubbio perfino dei vescovi felici di vedere che non ci sono più vocazioni nel loro seminario, per costringere Roma ad ordinare delle persone sposate e finirla col celibato sacerdotale. Queste sono intenzioni diaboliche. Noi sappiamo bene che le campagne della stampa e della televisione sono fatte per distruggere questa testimonianza della santità della Chiesa. 
La questione non si porrebbe neppure, se il clero avesse conservato il senso della Messa e del sacerdozio. No, perché la sua ragione profonda si presenta da sola quando si comprendono bene queste due realtà. E’ lo stesso motivo per cui la santissima Vergine Maria è rimasta vergine: siccome aveva portato Nostro Signore nel suo seno, era giusto e conveniente che fosse tale. Così anche il sacerdote, il quale mediante le parole che pronuncia nella Consacrazione, fa discendere Dio sulla terra. E’ talmente vicino a Dio, Essere spirituale, Spirito per antonomasia, da far risultare buono, giusto ed eminentemente conveniente che anche lui sia vergine e rimanga celibe. Si obietterà che in Oriente esistono dei sacerdoti sposati. Non facciamo confusione, sono solamente tollerati. I vescovi orientali non possono essere sposati e neppure coloro che esercitano funzioni di qualche importanza. Quel clero venera il celibato sacerdotale che fa parte della più antica Tradizione della Chiesa e che gli apostoli hanno cominciato ad osservare dalla Pentecoste in poi; quelli che, come Pietro, erano sposati, pur continuando a vivere con le loro spose non le conobbero più. 
E’ caratteristico che i sacerdoti soccombenti al miraggio di una pretesa missione sociale o politica contraggano quasi automaticamente matrimonio. Le due cose vanno di pari passo. Ci vorrebbero far credere che i tempi presenti giustifichino qualsiasi tipo di abbandono, che sia impossibile nelle condizioni attuali di vita essere casti, che il voto di verginità per i religiosi e le religiose sia un anacronismo. L’esperienza di questi venti anni dimostra che gli attentati portati al sacerdozio col pretesto di adattarlo all’epoca attuale sono mortali per il sacerdozio.
2. Constatazione di un fallimento: una chiesa fortemente indebolita
Verso la fine dei seminari?
La negazione dei veri principi teologici del sacerdozio ha come conseguenza il desiderio dell’abolizione della legge del celibato, l’abbandono dei compiti sacerdotali, fino all’abbandono del sacerdozio, la rarefazione delle vocazioni, una concezione nuova e falsa della formazione sacerdotale fino all’abolizione per principio dei seminari, la sostituzione dei laici ai sacerdoti professori delle cattedre di teologia e di filosofia, nelle università cattoliche, perfino nei compiti pastorali.
La falsa concezione del sacerdozio ha distrutto i seminari e modificato radicalmente i principi della formazione sacerdotale. L’evangelizzazione ha preso il posto del Sacrificio, mentre essa non si può capire né giustificare che in funzione del Sacrificio. Un’evangelizzazione che non raggiunga più il suo scopo devia rapidamente verso fini diversi dalla Redenzione e dalla gloria di Dio. Si trasforma in apertura al mondo ed al suo spirito corrotto. 
Quanti seminari, sia piccoli che grandi, ne sono stati deplorevoli esempi, e hanno finito col vuoto completo! Quanti sono in vendita o sono già stati venduti! Si può dire in tutta verità che i seminari si sono suicidati il giorno in cui, spezzando l’altare del Sacrificio, lo hanno sostituito con la tavola della cena. [...]
Verso una Chiesa senza sacerdoti?
Spiegano che clero e laici sono membri uguali del “popolo di Dio” a tal punto che i laici designati a funzioni particolari assumono ruoli clericali, mentre il clero prende le parti dei laici, si veste come loro, si iscrive ai sindacati, fa politica. Il nuovo diritto canonico rafforza questa concezione. Conferisce prerogative inedite ai fedeli, riducendo la differenza fra questi e i sacerdoti, istituendo una serie di concessioni che chiama “diritti”: dei teologi laici possono accedere alle cattedre di teologia nelle università cattoliche, i fedeli partecipano al culto divino in settori prima riservati ad alcuni ordini minori nonché all’amministrazione di alcuni sacramenti: distribuiscono la comunione, condividono l’attestazione ministeriale nelle celebrazioni di matrimonio. [...]
[…] Un sacerdote che è come i laici nel vestito, nel modo di comportarsi, nel modo di agire, a poco a poco assume esattamente il modo di pensare profano e perde il senso sacerdotale. E’ così che dopo un certo lasso di tempo si chiede chi sia e per cosa sia fatto. 
Insomma, ci chiediamo se stiamo sognando quando constatiamo che si è giunti al punto di non sapere più cosa sia il sacerdote, né per cosa sia fatto. 
(Mons. ML)


giovedì 19 dicembre 2013

“Fare il prete all’antica!”, “Servite a Cristo Signore”, Il nemico si abbatte con Maria SS., Il nemico si abbatte con Gesù - nella Confessione, Il nemico si abbatte con Gesù Eucaristia, Le celebrazioni nelle chiese, Abominio della desolazione, Omissioni dei sacerdoti.


AVE MARIA PURISSIMA!

“ESSERE SACERDOTI ALL’ANTICA”
Dall’Opera della Triade d’Amore
1° Libro “Luce per le sue creature”

(Pag. 219-235 3° ediz.)

Disturbi che causa il nemico sull’ ‘uomo di Dio’
Un immane dolore riempie i Cuori SS. di Gesù e Maria per noi Sacerdoti, loro “figli prediletti”! 

Ascoltiamo l’amarezza di Gesù (P*02-02-02): “Tutti sono dotti, sono superiori agli altri, non sanno capire le necessità dell’altro. Quanto sono scontento del loro dire, del loro mormorare, neanche se ne accorgono che fanno ciò che non si dovrebbe.

Danno retta al mondo, si sono adeguati, perché dicono: “Bisogna andare incontro a questi figli, se no si perdono” e invece li perdono proprio perché non hanno più potere su di loro. Non incutono più Timor di Dio, ma si sono adeguati al quieto vivere e così non va bene”.

Siamo diventati “sale senza sapore”, buttati dal nemico sulle strade del mondo per essere calpestati (Mt 5, 13).
“Adeguati al mondo”, siamo diventati operatori di iniquità (Lc 13, 27) e nemici di Dio (Gc 4, 4).
Col nostro “pensare umano” siamo diventati “demoni”.
Lo stesso Gesù lo dice a Pietro: “Va via, lontano da Me satana, perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mt 16, 23).

Siamo diventati coloro che “spadroneggiano sul gregge” (1Pt 5, 3) e di certo questa non è la figura del buon Pastore, mite e umile, ma è manifestazione del Nemico.

Ecco come deve essere il Pastore: “Voi come pastori –dice Pietro- abbiate cura del gregge che Dio vi ha affidato; sorvegliatelo non solo per mestiere, ma volentieri, come Dio vuole. Non agite per il desiderio di guadagno, ma con entusiasmo. Non comportatevi come se foste i padroni delle persone a voi affidate, ma siate un esempio per tutti” (1Pt 5, 2-3).

Siamo coloro che ci accostiamo ai fedeli senza passare dalla Porta (Gv 10, 7) che è Gesù, e così con la nostra “umanità” e il nostro orgoglio, siamo diventati “ladri e briganti” per uccidere e rubare le anime al Signore (Gv 10, 1). Per questo con molta insistenza Maria SS. e Gesù chiedono preghiera per i sacerdoti.

La Mamma SS. (P*30-06-01): “Abbiate nel cuore tutti insieme i miei figli Sacerdoti. Poche sono le persone che pregano per loro, non abbandonateli, hanno bisogno più di voi…pregate per i sacerdoti”. Maria SS. ce li affida: “Offrite digiuni, offrite penitenza, farà bene a voi e darà conforto a loro…”.
“L’enorme drago rosso con la sua coda trascinò giù un terzo delle stelle del cielo” (i sacerdoti) (Ap 12, 4) e quelli che non hanno lasciato il Sacerdozio, li ha fatti “moderni” e “saputi” e del “mondo” perché continuino a rovinare il gregge.
Per un Sacerdote Gesù dice (P*01-04-02): “Deve abbandonare il suo “IO” mettendo la sua volontà nelle mie mani…allora si rimetterà in carreggiata…lo esorto a fare il prete all’anticae non pensando che ora le cose sono cambiate”, perché “Gesù è lo stesso ieri oggi e sempre” (Eb 13, 8).


“Fare il prete all’antica!”
Il sacerdote all’antica è un Sacerdote “scomodo” per i mediocri e gli allineati col mondo e quindi va combattuto, segregato, messo da parte. Egli obbedisce al comando: “Servite a Cristo Signore!” (Col.3, 24), senza “conformarsi alla mentalità di questo mondo” (Rm 12, 2). 

È Colui che viene preso di mira da “superiori” che non “servono Dio”, da confratelli che sono tra noi, ma non sono dei ‘nostri’.
Sono pochi e vengono combattuti e umiliati in ogni modo.
Sono diventati spettacolo al mondo (1Cor 4, 9), messi in piazza, “condannati a morte”. “Sono diventati la spazzatura del mondo e il rifiuto di tutti (1Cor 4, 9-13). 
Sono tacciati di eresia, di fanatismo: Troppe Adorazioni a Gesù Eucaristia - “Troppa Madonna” - “Troppa preghiera”. 
Predicando “terrorizzano” la gente (e dicono solo la Verità del Vangelo!). 
Annunciano “i cieli nuovi e la terra nuova” (2Pt 3, 13). 
Credono alle Apparizioni e ai Profeti di Dio. 
Hanno perfino il coraggio di parlare del Demonio, danno Benedizioni. 
Sono “disobbedienti” come gli Apostoli riguardo ai Sommi Sacerdoti. 
Creano problemi, rompono la tranquillità: “sono diversi!”.
Allora in “casa” vengono messi al bando (Lc 6, 22), scansati, messi a tacere in “luoghi” lontani perché facciano il minor male possibile.
Sono calunniati – giudicati – condannati – oppressi – pieni di proibizioni –
Sono costretti ad “obbedire” a cose imposte dall’alto, da chi si “arroga il diritto di decidere per Dio”. 
Lo conferma Gesù (P*18-06-01): “La Mia anima è tanto triste perché tanti Sacerdoti si trovano in questa situazione di non essere capiti o di non essere accettati. Ogni fratello soffre per questo e IO soffro con loro. Loro sono i miei “Soli” nella Chiesa. Sono coloro ai quali è destinato il mio gregge, il mio misero gregge, quanto sono pochi”.

Queste parole confermano ciò che dice l’Apocalisse: “Satana…andò a far guerra ai figli della Donna e a quelli che osservano i Comandamenti”(Ap. 12 – 17). 

Ma nonostante tutta questa oppressione, dimenticano che la “Parola non è stata incatenata” (2Tm 2, 9).
Gesù in Parole di Cielo dice (P*28-09-01): “Usano il loro metro… la loro logica, ma Dio non usa la logica dell’uomo. Non siate dei figli insensati, siate timorosi del Giudizio di Dio”.

Com’è vero il Vangelo quando dice (Gv 16, 2): “Vi metteranno a morte, pensando di dare gloria a Dio!” e a fare questo “saranno quelli di casa” (Mt 10, 36).
Diventare “Sacerdoti all’Antica”! 

Sono coloro che non pensano che le cose sono cambiate! E Gesù continua: “L’uomo è cambiato, ma Dio, che creò l’uomo, lo rivuole come di origine fondò il Sacerdozio…Il Sacerdote deve restare sacerdote di Dio e non del mondo” (P*01-04-02).

Sacerdoti, Gesù dice (P*02-02-02): “Le Mie Regole non sono cambiate , i miei insegnamenti sono sempre gli stessi, da duemila anni or sono, sono sempre uguali e le mie anime scelte(i Profeti di ora) lo vanno ripetendo, ma loro sono ormai totalmente presi dal mondo, che mettono in dubbio che sia Parola di Gesù. Quando capiranno l’errore ahimè, quanto dovranno soffrire per non essere stati Sacerdoti all’Antica!”.
Gesù dice ancora (P*12-01-01): “La storia umana ha voltato pagina. Ora sta a voi saper decidere e saper capire quale è la strada da percorrere: se con Me, oppure con il demone del regno delle Tenebre.”

“Servite a Cristo Signore”
“Il Sacerdote deve restare Sacerdote di Dio e non del mondo” e non deve diventare paladino della menzogna (2Ts.2,11).

Nelle Parole di Cielo Gesù dice (P*21-12-01): “Sono amareggiato per chi non ascolta, per chi non cammina sulla retta via, per chi vuol fare di testa sua. I miei Pastori hanno tanto sbagliato, tanto saranno puniti: questa è la Giustizia Divina”.

Fratello Sacerdote, dove sono i due baluardi di salvezza della Chiesa? O se vuoi le due Colonne a cui la nave della Chiesa si deve ancorare secondo il Sogno di “Don Bosco”: l’Eucaristia e la Vergine Maria, aiuto di quelli che sono di Cristo? 

Sappiamo bene che per vincere il Nemico, Dio si serve dei suoi Sacerdoti.

Solo con Gesù e Maria formeremo l’esercito per vincere sul demonio.

Ma proprio da questi baluardi ci siamo discostati e così noi e le pecore siamo caduti tra le fauci del leone (1Pt 5, 8).

Il nemico si abbatte con Maria SS.
Gesù in Parole di Cielo ci rassicura (P*21-09-01) “State tranquilli, mia Madre vincerà!”

Al Serpente Antico aveva detto: “Essa ti schiaccerà la testa”.
La Mamma dice (P*21-10-01): “Ho bisogno di voi per combattere il Nemico, l’arma c’è l’avete nelle mani (il Rosario)” e ancora (P*19-10-01): “Siete i miei bambini, i miei figli, coloro che mi aiutano nella battaglia e schiaccerò la testa del Serpente, la schiaccerò col vostro aiuto”.
Guidiamo noi Sacerdoti il S. Rosario nelle nostre Chiese? 
Incentiviamo ogni incontro con Maria SS. nelle sue feste con la preghiera, Tridui, Novene? L’immagine di Lei, nostra Madre e Regina, nostra Corredentrice, troneggia nelle nostre Chiese vicino a Gesù Re Suo Figlio, o è stata messa da parte? 
Facciamo un inchino alla Regina e Madre quando passiamo davanti alle sue statue e immagini? 
Noi siamo i suoi figli Prediletti! Ma proprio noi abbiamo deriso chi crede alle sue Apparizioni, Locuzioni e messaggi! 
Ma se non siamo con Lei, siamo anche noi dalla parte del Nemico che le fa la guerra (Ap12,17-13).
Senza la Mamma SS. non possiamo fare Apostolato e non salveremo anime lo dice Gesù 
(P*19-09-01): “Non sapete che si arriva a Me attraverso la Mamma?”. 
Senza di Lei abbiamo battuto l’aria e messo in pericolo molte anime e la nostra.

Gesù con amarezza parla ai suoi Sacerdoti, (P*08-01-02): “Maria è apparsa nel mondo a tanti suoi figli, ma i suoi prediletti non hanno creduto e tanto amorevole soccorso non ha dato l’esito voluto: hanno schernito, hanno umiliato, hanno deriso, hanno calunniato. Oh, quanto soffrire dovranno! Il tempo che passa segna il momento fatale e tanti di loro sono causa di male”. (P*01-01-02): “Continuate ad essere i miei figli, non lasciate la mia mano…IO vi accompagno, voglio portarvi tutti a Gesù”.

Ritorniamo nell’esercito di Maria, innalziamo l’arma del Rosario, mettiamoci alla testa del nostro gregge e ripariamo tutti sotto il Manto di Lei, Regina delle Vittorie.

Il nemico si abbatte con Gesù - nella Confessione
L’altro baluardo unico al Mondo, contro il Nemico persecutore di anime, è Gesù.

Con la Sua potenza caccia i demoni e gli obbediscono (Mc 1, 27). 
La prima vittoria per noi è incontrare Gesù nella Confessione.
“Ora si è compiuta la Salvezza… e la potenza di Cristo, poiché è stato precipitato l’Accusatore, colui che accusava i fratelli davanti a Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del Sangue dell’Agnello” (Ap 12, 10-12) attraverso la Confessione.

Le Confessioni sono “quasi sparite”! E le anime senza confessione sono perdute! 

Le Confessioni sono molto rare e solo pochissimi le fanno con frutto. E noi non ne siamo responsabili? Quanto parliamo della Confessione e invitiamo a Confessarsi?
“Abbiamo molto da fare” - diciamo - allora non c’è il tempo per “Servire Cristo Signore” nel Sacramento della Riconciliazione e salvare anime!
Siamo sempre disponibili con pazienza e amore? Solo noi Sacerdoti in questo mondo abbiamo il potere che nessun altro ha e cioè, di aprire le porte del Paradiso ad ogni uomo pentito di buona volontà.

È talmente importante il ministero della Confessione che ad un Sacerdote Gesù dice (P*10-06-02): “Tralascia ogni cosa terrena che ti porta lontano da Me” “Non preoccuparti per le cose della Chiesa…a quelle ci penso IO; pensa alle anime dei tuoi fedeli…” (P*06-07-02).

Nella Confessione illuminiamo le coscienze con l’annuncio di verità che guarisce, salva e purifica (Gv 15, 3), oppure indulgendo sul peccato confessato, diveniamo uccisori di anime?

Il nemico si abbatte con Gesù Eucaristia
(P*24-10-01): “Il rifugio più bello è davanti al Tabernacolo… lì si ottiene la vittoria sul Nemico”. Ma purtroppo è proprio qui che il Nemico vince a tutto campo per causa nostra.

Come è vero il dolore di Maria SS. (P*03-04-02) che dice: “Distruggono la Chiesa, distruggono tutto, la Mia Immagine, l’Immagine di Gesù, nessuno osa più difenderci!”

Ma Gesù fa un annuncio ancor più scioccante, confermato dalla Parola di Dio (P* 24-01-02): “I miei figli sacerdoti stanno per dare battaglia al loro Dio in Gesù Eucaristia, ma non potranno privarmi di tale gioia, non fino a che questo mio prediletto figlio (Il Papa Giov.P.II)vigila su di voi e per voi”.
Con gli oltraggi Eucaristici stiamo preparando la strada all’ “Abominio della Desolazione”, lo afferma Gesù (Mt 24, 15) ricordando il Profeta Daniele (Dn 12, 11).

Il nostro Maestro con tono accorato dice (P*21-02-01) ai suoi Sacerdoti: “Difendetemi e riparatemi da tante offese che ricevo nelle Specie Eucaristiche, eppure sono sempre tra di voi anche se vengo continuamente insultato e maltrattato da tanti stolti infruttuosi operai della mia Vigna”.
I fedeli non si confessano, ma lunghe sono le file per la Comunione e sappiamo che, se compiono l’orribile Sacrilegio di ricevere Gesù in peccato mortale, “mangiano e bevono la loro condanna”(1Cor 12, 29).

Eppure Gesù aveva detto di “non dare le cose sante ai cani, né le perle ai porci”! (Mt 7, 6) 

E nulla si fa per riparare o porre termine a questi oltraggi! “Nessuno osa più difenderci”, dice con amarezza la Mamma.

Altro gravissimo oltraggio perpetrato da noi stessi, è dare la COMUNIONE SULLA MANO. 

Gesù ha istituito un Sacramento apposito per “trattare” Lui nell’Eucaristia e ha voluto Consacrare le mani dei Sacerdoti, nel Sacramento dell’Ordine Sacro e a nessun altro ha concesso questo privilegio.

Egli dice ad un Sacerdote: “IO ti sono accanto e ogni giorno attendo trepidante che tu mi faccia nascere ogni giorno tra le tue Mani Consacrate, attraverso la Consacrazione che fai nel Santo Altare. Sì, figlio, lo hai capito, lo senti nel cuore ciò che hai percepito! DESIDERO CHE TU MI PORTI ALLA BOCCA DEI MIEI FIGLI, affinché Io raggiunga il loro cuore. Sì, figlio, tu sai bene che loro, i miei figli, non hanno le mani consacrate come le tue, e che le disposizioni che vengono dall’ “alto” sono disposizioni inique, che tendono a calpestare il Mio Volere Santo”.
Diamo i diritti di Dio a Dio, onoriamo, lodiamo e Adoriamo il Signore come deve essere fatto. Dobbiamo “riprendere le Norme Antiche: quelle che sapevano di Sacro” e di Adorazione al RE dei RE.

Come lo Stato si è arrogato il diritto di violare i Comandamenti con leggi inique (divorzio, aborto…), cosi gli uomini di chiesa, con leggi e disposizioni umane, stanno violando il Volere Divino.

Guai! E chi riparerà il mercimonio di Gesù Eucaristia col trafugare, “per soldi” Gesù nell’Ostia Santa? Questo viene fatto dai nostri “bravi” cristiani di ogni età, giovani o anziani, per profanarla orrendamente nelle Messe Nere, dove si adora Satana. E non ne siamo responsabili? Quanti peccati accumuliamo sulla nostra testa? 

“Proprio nessuno osa più difenderci!”.

Le celebrazioni nelle chiese
E le celebrazioni nelle chiese, sono “Gloria a Dio” o non sono forse il “trionfo dell’uomo”? 

Sono divenute solo esteriorità e vanità, sono passerelle alla moda piene di “flash” (Matrimoni, Prima Comunione…). “Conservano l’aspetto esterno della fede”, ma sono una “maschera” perché“prive di forza interiore” (2Tm 3, 5) cioè manca il cuore!
Non dovremo rendere conto poi di aver permesso il vestire indecoroso nel Tempio Santo?

Consideriamo ora i doni Santi dei Sacramenti che ci fanno incontrare con Gesù, dove Lui viene completamente ignorato e vilipeso. Non è Adorato! 

“Via” lo stare in ginocchio. Dov’è il segno dell’Adorazione?
“Via” la genuflessione davanti al RE, ora solo “inchini”, quelli che si fanno agli uomini, fatti di terra, per riverirli.
Non più ricevere Gesù in ginocchio! Ma il Signore non cambia la Sua Parola per la nostra stoltezza: “Ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore a gloria di Dio Padre” (Fil.2, 10).

Abominio della desolazione
Tutto questo prepara la strada a quanto richiamato da Gesù in (Mt 24, 15) cioè la Profezia fatta da Dio attraverso il Profeta Daniele nel Cap. 12 che riguarda la fine dei Tempi che stiamo vivendo. 

“Ora dal tempo in cui sarà abolito il Sacrificio Quotidiano (La S. Messa: “I miei figli stanno per dare battaglia a Gesù Eucaristia!”e sarà eletto l’abominio della desolazione, ci saranno 1290 giorni. Beato chi aspetterà con pazienza a giungere a 1335”. 
Gesù dice: “Un giorno vedrete nel luogo Santo colui che commette l’orribile sacrilegio. Il Profeta Daniele ne ha parlato. Chi legge cerchi di capire” (Mt 24, 15).
(P*08-11-01): “Negli altari mi troverete ancora per poco e dopo di che mi vedrete faccia a faccia e non vi dovete sorprendere, siete avvisati, credete figli, credete che presto verrò”.

Allo strumento dice (P*29-04-01): “Amami per i Sacerdoti lontani, … quale tormento mi danno! Sono scandalo ai miei fedeli bambini”.
Ridoniamo Gesù “ai fedeli bambini”. La Mamma SS. dice (P*09-03-01): “Nelle Chiese è sempre poca l’adorazione che fanno”. La Mamma allora parla al nostro cuore (P*24-08-01): “Adoratelo Gesù, amatelo, Lui solo è degno di lode, di onore. Quanta tristezza in questi Tabernacoli, lo lasciano solo, gli voltano le spalle, sono cattivi, non lo amano, lo rinnegano; fatelo voi questo atto d’amore verso di Lui, ne ha tanto bisogno, ha bisogno di sentirsi amato”.
Omissioni dei sacerdoti
Gesù e Maria fanno guerra al Nemico, ma dove siamo noi, loro servi?

Di lui che è Nemico ogni istante e che uccide le anime, non ne parliamo, non mettiamo in guardia dai pericoli i nostri fedeli, non suggeriamo e non usiamo i mezzi per combatterlo e vincerlo.

Se qualcuno chiede aiuto, perché oppresso dal Nemico, “rifiutiamo” e licenziamo le anime, che rimangono sole e senza aiuto, senza pastore, senza liberazione, sfiduciate e stanche, facile preda del Demonio.

Che ne facciamo delle nostre Mani Consacrate atte a Benedire e non Benedicono?
Quanti peccati di omissione!

Dobbiamo obbedienza al comando di Gesù: “Cacciate i demoni” (Mt 10, 8), ma non combattiamo e li lasciamo tranquilli. 

“Guarite gli infermi” (Mt 10, 8), è un altro comando! E dov’è l’imitazione del Sacerdote all’antica:“Ungevano di olio molti infermi e li guarivano”? (Mc 6, 13).
E i suoi discepoli: “Imponevano le mani ai malati” e noi così operiamo?

Non più i digiuni dei Sacerdoti all’antica (S. Curato d’Ars), come la prima Chiesa che trovava la sua forza nella preghiera e nel digiuno (At 13, 3/At 13, 3/At 14, 23//2Cor 6, 5).

Manca anche la povertà dei Sacerdoti all’antica. 
La Parola dice (1Tm 3, 3): Il Sacerdote “non si mostri attaccato ai soldi … perché l’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali… per questo alcuni hanno deviato dalla fede” (1Tm 6, 10).

Importante è mettere al primo posto la Preghiera e l’annuncio della Parola dando ad altri le altre attività: “Noi Apostoli, invece, impegneremo tutto il nostro tempo a pregare e ad annunziare la Parola di Dio” (At 6, 4); in verità pochi Sacerdoti lo fanno!
“La Benedizione” e distribuzione dei Sacramentali e di oggetti religiosi Benedetti per alleviare la prepotenza malvagia del demonio che intacca il corpo, la psiche e la vita spirituale: quanti la praticano?
Stiamo seguendo il Comando di Gesù: “Leggete i segni dei tempi” e “vigilate”? (Mt 24, 42).

È osservato e annunciato l’invito di Gesù: “Portate ai fratelli l’annuncio che presto Mio Figlio sarà tra voi e lo vedrete come gli Apostoli sul Tabor”? (P*04-08-00).

Fratello Sacerdote distruggiamo le “MANETTE” che ci tengono legati al Nemico, al quale abbiamo dato la mano per orgoglio, lasciandoci ingannare. 

Lo dice Gesù ai suoi Sacerdoti (P*01-06-02): “Figlio mio diletto, il tuo Sacerdozio è una missione importante, che mai tu devi sottovalutare e lasciare al secondo posto…lavora alla Mia Vigna con convinzione e tralasciando ogni cosa che ti tiene lontano da Me”.

Ricorda: “Quanto dovranno soffrire i Sacerdoti per non essere stati sacerdoti all’Antica!”. 

Ci consolino le parole della Mamma SS. (P*30-06-01): “I miei figli Sacerdoti Io li amo tanto, sono nel Mio Cuore”.