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lunedì 25 agosto 2014

Luce



"Se ci accorgiamo che un nostro fratello o una nostra sorella hanno smarrito la giusta strada, abbiamo il dovere di pregare per loro, così come abbiamo il dovere di pregare per i sacerdoti, i vescovi, i cardinali, le suore e per il Santo Padre. Christina precisa che quella di Nostra Signora non è solo una richiesta, è un nostro preciso dovere". (La veggente Christina Gallagher)

"Molti si preoccupano quando pregando la loro mente viene distratta da altri pensieri, per esempio qualcosa che è successo quel giorno. Questo è normale, ma è ben diverso da quando il diavolo cerca costantemente di allontanarci dalla preghiera. Se stiamo pregando il Rosario possiamo avere in questo caso molte difficoltà. Rabbia e fastidio possono nascere in famiglia fra chi vuole pregare il Rosario e chi no. Tutto ciò dipende dal diavolo che cerca di fermarci.
Tutte queste tentazioni del Maligno possono essere sconfitte dai sacramenti, dalla preghiera del cuore, dal digiuno, dai sacrifici e dall’amore. Tutte queste sono cose che Satana non sopporta". (La veggente Christina Gallagher)

"Dobbiamo accettare e non negare l’esistenza di Satana. Se neghiamo l’esistenza di Satana neghiamo anche il peccato. Se neghiamo il peccato neghiamo Cristo e il Suo Sacrificio di Redenzione sul Calvario, un sacrificio offerto per la nostra salvezza". (La veggente Christina Gallagher)

"Il valore della meditazione dei Misteri è la chiave del grande potere contenuto nel Rosario". (La veggente Christina Gallagher)

In un messaggio a Christina, la Madonna, parlando della recita del Rosario fatta col cuore, ha detto: "Offrite ogni Ave Maria come una bellissima rosa bianca o come un prezioso gioiello e il Padre Nostro come una rosa rossa molto delicata o un gioiello speciale, coi quali ricoprirmi. Ma dovete sapere che non potete avere gioielli preziosi che non brillano o bellissime rose che sono solo buone per essere gettate via. Figlia Mia se non pregate il Rosario col cuore, con amore e gioia, le rose e i gioielli che offrite per ricoprirmi saranno persi per sempre. Pregate il Rosario con amore e con gioia ed esso durerà per tutta l’eternità. Ti prego, figlia Mia, non deludermi. Fai che sia un indumento che risplende, …prega il Mio bellissimo Rosario". (22 maggio 1988, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"...Il Santo Rosario, quando pregato col cuore, può sconfiggere il Maligno". (Da un messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

venerdì 18 aprile 2014

Per ricevere il dono dell’assoluzione totale e la potenza dello Spirito Santo


Mia amata figlia prediletta, desidero che tutti i Miei seguaci facciano un tempo di digiuno dal prossimo lunedì fino alle ore 15,30 del Venerdì Santo.
Anche un piccolo pegno di digiuno vi fará intuire, a tutti voi, il Mio Piano di Salvezza e come Mi potete aiutare a salvare le anime di tutti i peccatori.
È attraverso il digiuno che diventerete tutti nuovi. Purificando il vostro corpo il vostro spirito sarà rinnovato. Desidero inoltre che voi riceviate il Sacramento della Confessione o qualunque altra forma di riconciliazione a vostra disposizione. Per favore, se non siete in grado di ricevere questo Sacramento, accettate allora il Dono della Mia Indulgenza Plenaria, che avete ricevuto qualche tempo fa.
(Martedì 31 gennaio 2012, alle ore 21.30)
“Dovete recitare questa preghiera per sette giorni consecutivi per ricevere il dono dell’assoluzione totale e la potenza dello Spirito Santo.
"O Mio Gesù, Tu sei la luce della terra
Tu sei la fiamma che tocca tutte le anime
La Tua Misericordia e il Tuo amore non conoscono limiti.
Noi non siamo degni del sacrificio che hai fatto con la Tua morte sulla croce
Eppure sappiamo che il Tuo amore per noi è più grande dell’amore che abbiamo per Te
Donaci Signore il dono dell’umiltà in modo da essere meritevoli del Tuo Nuovo Regno
Riempirci di Spirito Santo in modo che possiamo marciare avanti e condurre il Tuo esercito
per proclamare la verità della tua Parola Santa e preparare i nostri fratelli e sorelle
per la Gloria della Tua Seconda Venuta sulla terra
Noi ti onoriamo
Noi ti lodiamo
Ti offriamo i nostri dolori, le nostre sofferenze come dono per Te per salvare le anime.
Ti amiamo Gesù
Abbi pietà di tutti i Tuoi figli ovunque essi si trovino. 
AMEN".
Poi desidero che vi uniate a Me nello spirito, come se foste presenti con i Miei apostoli alla Mia Ultima Cena. Potrete condividere con Me il pane azzimo e mangiare con Me al Mio tavolo. Voi, Miei seguaci, potete condividere con Me il Mio Calice della Sofferenza, per mezzo del vostro libero arbitrio, se doveste accettare la Mia offerta.
Se potrete accettare questo, voi, in espiazione dei peccati dell’uomo mortale, salverete milioni di anime. Concederò la Misericordia per i peccatori più incalliti in cambio del vostro dono della sofferenza.
Questa è la Crociata di Preghiera per voi, se volete condividere il Mio Calice della Sofferenza.
Recitatela, per tre volte, quando potete, ma preferibilmente durante ogni periodo di digiuno.
Crociata di Preghiera (103) per condividere il Calice della Sofferenza con Cristo.
“Mi prostro davanti a Te, caro Gesù, e ai Tuoi Piedi, per compiere ciò che vuoi da me, per il bene di tutti.
Lascia che io condivida il Tuo Calice della Sofferenza.
Accetta questo mio dono in modo che Tu possa salvare quelle povere anime che sono perdute e senza speranza.
Prendi me, nel corpo, così che possa condividere il Tuo Dolore.
Tieni il Mio Cuore nelle Tue Sante Mani e porta la mia anima in unione con Te.
Attraverso il mio dono della sofferenza, lascio che la Tua Divina Presenza abbracci la mia anima, affinché Tu possa redimere tutti i peccatori e riunire tutti i figli di Dio nei secoli dei secoli. Amen.”
Questo vostro sacrificio, offerto a Me, Gesù Cristo, Redentore di tutta l’umanità, Mi permetterà di riversare la Mia Grande Misericordia sul mondo intero.
Cosa ancora più importante, Io salverò anche quelli che Mi odiano. Le vostre preghiere e i vostri sacrifici sono la loro unica grazia di salvezza, poiché senza di essi sarebbero stati distrutti dal maligno.
Se desiderate sopportare questa sofferenza, vi concederò grandi benedizioni e vi chiedo di continuare con Me nel Mio Cammino per risvegliare il mondo dal suo sonno, cosicché Io possa sollevare il velo dell’inganno che lo ricopre.
Il vostro Gesù.

domenica 19 gennaio 2014

Su questo luminoso cammino.

Piaccciono le indicazioni del seguente Messaggio del Mov. Sac. Mariano, 
sempre attuale dentro e fuori Quaresima



Dongo (Como), 4 marzo 1987. Mercoledì delle ceneri e inizio Quaresima.

Su questo luminoso cammino.

«Seguitemi sulla strada che Io vi ho tracciato, miei figli tanto amati e da Me 
difesi e protetti. È la strada della conversione e della penitenza.

La conversione che vi domando è quella che Gesù vi ha richiesto nel suo 
Vangelo.
Allontanatevi dalla via cattiva del male, della superbia, dell'egoismo e del peccato.

Nel mondo in cui vivete, dove la ribellione a Dio e alla sua Legge di amore 
è accolta, propagandata, esaltata ed eretta a nuovo modello di vita, quanti 
sono i miei poveri figli che ogni giorno diventano vittime del peccato e 
dell'odio, della violenza e della corruzione, dell'egoismo e della impurità.

Il peccato grave vi allontana da Dio, toglie dalle vostre anime il dono 
prezioso della sua vita e della sua Grazia, vi rende schiavi delle passioni 
e del vizio, vi indebolisce nel resistere alle tentazioni, apre grandi spazi all'azione 
di Satana, che prende così sempre più possesso della vostra esistenza e 
la rende strumento per la diffusione dell'egoismo sfrenato e della
superbia, dell'odio e della divisione, della lussuria e dell'empietà.

Operate in voi un vero impegno di conversione, se vi opponete, con 
coraggio e con forza, al mondo in cui vivete, per camminare sulla strada 
del bene e della grazia divina, dell'amore e della santità.

Occorre oggi che tutti i miei figli si convertano e tornino a credere al 
Vangelo, a vivere secondo il Vangelo, a lasciarsi guidare solo dalla 
Sapienza  del Vangelo.

Questi sono i giorni favorevoli per la vostra conversione.
Sono giorni di grazia e di misericordia, di speranza e di attesa.
Questi sono i giorni preparatori a quanto ormai vi attende, ai grandi 
avvenimenti che vi sono stati predetti.

Vi domando allora anche opere quotidiane di mortificazione e di penitenza.
La penitenza venga da voi offerta al mio Cuore in tre diverse maniere.

Anzitutto datemi la penitenza interiore, che dovete esercitare per giungere 
al dominio di voi stessi, delle vostre passioni e per diventare veramente docili, 
umili, piccoli, disponibili al mio disegno.
Talvolta il mio Cuore si addolora nel vedere come opponete resistenza ai 
miei inviti materni e così non riuscite a giungere a quella misura di docilità, 
di umiltà, di vero annientamento di voi stessi, che Io vi domando, perché mi 
è indispensabile per adoperarvi alla realizzazione del mio disegno di salvezza e 
di misericordia.

Poi offritemi la penitenza silenziosa e quotidiana, che vi deriva dal fare bene, 
in ogni circostanza della vostra vita, la sola Volontà del Signore, con l'umile, 
fedele e perfetto adempimento di tutti i vostri doveri.
Se fate così, quante preziose occasioni di soffrire e di offrire vi si presentano 
durante il corso di una intera giornata!
Il vostro sorriso, la serenità, la calma, la pazienza, l'accettazione, l'offerta 
sono vere penitenze silenziose, che danno più valore e luce ad ogni circostanza 
della vostra esistenza.

Vi domando anche la penitenza esteriore, che si esercita sempre nel 
dominare le passioni, nel mortificare i vostri sensi, specialmente quelli degli 
occhi, della lingua, dell'udito e della gola.

Non guardate al grande male che vi circonda e a tanta impurità che ammorba 
le vostre strade.
Rinunciate a guardare la televisione, per conservare nell'anima la Luce e per 
dare, nella vostra vita, maggiore spazio al raccoglimento, alla meditazione e 
alla preghiera.
Sappiate tenere a freno la lingua e fare silenzio dentro di voi ed attorno a voi, 
perché possiate parlare solo per la diffusione del bene, in spirito di amore 
e di umile servizio verso tutti.

Fuggite le critiche e le mormorazioni; le maldicenze e le cattiverie.
Non cedete alla facile tentazione del giudizio e della condanna.
Chiudete orecchie e mente al frastuono di voci, che oggi diventa sempre 
più assordante e vi porta a vivere nel rumore, nella confusione e nell'aridità.
Mortificate la gola con l'astenervi da ciò che maggiormente sollecita il 
vostro piacere e con il praticare anche il digiuno corporale, richiesto da 
Gesù nel suo Vangelo e che ancora oggi Io vi domando.

Se camminate su questa strada, che Io traccio per voi, allora i giorni 
della vostra vita saranno benedetti dal Signore e vi porteranno alla pace 
del cuore ed alla purezza dell'anima.

Diventerete voi stessi la mia parola vissuta e porterete ovunque la luce 
della mia presenza nella grande tenebra che si è addensata sul mondo.
Su questo luminoso cammino di conversione e di penitenza Io sempre vi 
conduco, specialmente in questi giorni preparatori al grande miracolo 
della divina misericordia, che ormai sta per compiersi».

sabato 7 dicembre 2013

E' l'ora tenebrosa del Principe della notte,... ma Io vi invito a Vivere nella fiducia e in una grande speranza... - 9 -


Rubbio (Vicenza), 8 dicembre 1987. Festa della Immacolata Concezione.

Non lasciatevi illudere.


«Il mio candore di Cielo scende oggi su di voi e vuole avvolgere tutto il mondo.

Camminate nella mia Luce se volete giungere alla pace.

La luce della grazia divina, della purezza, della santità, della preghiera, di una 
sempre più perfetta carità deve penetrare la vostra esistenza, figli consacrati al 
mio Cuore Immacolato.

Vivete i tempi dolorosi del castigo.
Vivete l'ora tenebrosa della vittoria del mio Avversario, che è il Principe della notte.
Vivete i momenti più difficili della purificazione.

Allora vi invito a rifugiarvi dentro la dimora sicura del mio Cuore Immacolato ed 
a lasciarvi avvolgere dal manto celeste della mia purissima Luce.
Camminate sulla strada, che in questi anni vi ho tracciato, per diventare oggi gli 
strumenti della mia pace.

Non lasciatevi illudere.
La pace non verrà al mondo dagli incontri di coloro che voi chiamate i grandi di 
questa terra, né dai loro reciproci patteggiamenti.

La pace può giungere a voi solo dal ritorno dell'umanità al suo Dio per mezzo 
della conversione, alla quale in questo mio giorno ancora vi chiamo, e per mezzo 
della preghiera, del digiunodella penitenza.
Altrimenti, nel momento in cui si griderà da tutti alla pace ed alla sicurezza, 
piomberà all'improvviso la sciagura.

Per questo vi domando di assecondare i miei pressanti richiami a camminare 
sulla strada del bene, dell'amore, della preghiera, della mortificazione dei sensi, 
del disprezzo del mondo e di voi stessi.

Oggi accolgo con gioia il vostro omaggio di amore, lo associo al canto di gloria 
del Paradiso, alle invocazioni delle anime purganti, al coro di lode della Chiesa 
militante e pellegrina, vi invito a vivere nella fiducia e in una grande speranza 
del  mio vicino e straordinario intervento».


venerdì 29 novembre 2013

Procedi ...felice.

Desiderata

Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. 

Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta gli altri: pur se noiosi ed incolti, hanno anch’essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito. 

Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso ed amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te.

Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo. Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d’inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo.

Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l’amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde.

Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza. Coltiva la forza d’animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine.

Al di là d’una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere.
Perciò sta in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo spirito. 

Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. Sforzati d’essere felice.
  

Manoscritto del 1692
trovato a Baltimora
nell'antica Chiesa di San Paolo

giovedì 14 novembre 2013

VITA AUSTERA DI SAN FRANCESCO


CAPITOLO V

VITA AUSTERA.
IN CHE MODO LE CREATURE LO CONFORTAVANO

1. Francesco, l'uomo di Dio, vedeva che per il suo esempio moltissimi si sentivano spinti a portare la croce di Cristo con grande fervore e, perciò, si sentiva animato lui stesso, da buon condottiero dell'esercito di Cristo, a conquistare vittoriosamente la cima della virtù. Per realizzare quelle parole dell'Apostolo: «Coloro che sono di Cristo hanno crocifisso la loro carne con i vizi e le concupiscenze», e portare nel proprio corpo l'armatura della croce, respingeva gli stimoli dei sensi con una disciplina così rigorosa, che a stento si concedeva il necessario per il sostentamento.

Diceva che è difficile soddisfare alle esigenze del corpo senza acconsentire alle basse tendenze dei sensi.

Per questa ragione, a malincuore e raramente, quando era sano, si cibava di vivande cotte e, quando se le permetteva, o le manipolava con la cenere o ne rendeva scipito il sapore e il condimento, mescolandovi, per lo più, dell'acqua.
E come parlare di vino, se a malapena, quando si sentiva bruciare dalla sete, osava dissetarsi con l'acqua?

Scopriva le tecniche di un'astinenza sempre più rigida e le accresceva di giorno in giorno con l'esercizio. Quasi fosse sempre un principiante nella via della perfezione, benché ormai ne toccasse la vetta, trovava sempre nuovi mezzi per castigare la concupiscenza.

Quando, però, usciva nel mondo a predicare la parola del Vangelo, mangiava gli stessi cibi di coloro che gli davano ospitalità; ma, tornando in casa, praticava inflessibilmente una rigorosa parchezza ed astinenza.

Così, austero verso se stesso, umano verso il prossimo, soggetto in ogni cosa al Vangelo, era di esempio e di edificazione, non solo con l'astinenza ma anche nel mangiare.

Letto per il suo corpicciolo affaticato era, per lo più, la nuda terra; molto spesso dormiva seduto, con un legno o un sasso sotto il capo. Vestito di una sola tonachetta poverella, serviva al Signore in freddo e nudità.

lunedì 4 novembre 2013

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI









MESSAGGIO DEL SANTO PADRE ALL’ARCIVESCOVO DI MILANO IN OCCASIONE DEL IV CENTENARIO DELLA CANONIZZAZIONE DI SAN CARLO BORROMEO, 04.11.2010



Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato all’Arcivescovo di Milano, Em.mo Card. Dionigi Tettamanzi, in occasione della celebrazione del IV Centenario della Canonizzazione di San Carlo Borromeo:


MESSAGGIO DEL 
SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Al venerato Fratello
Cardinale DIONIGI TETTAMANZI
Arcivescovo di Milano

Lumen caritatis. La luce della carità di san Carlo Borromeo ha illuminato tutta la Chiesa e, rinnovando i prodigi dell’amore di Cristo, nostro Sommo ed Eterno Pastore, ha portato nuova vita e nuova giovinezza al gregge di Dio, che attraversava tempi dolorosi e difficili. Per questo mi unisco con tutto il cuore alla gioia dell’Arcidiocesi ambrosiana nel commemorare il quarto centenario della canonizzazione di questo grande Pastore, avvenuta il 1° novembre 1610.

1. L’epoca in cui visse Carlo Borromeo fu assai delicata per la Cristianità. In essa l’Arcivescovo di Milano diede un esempio splendido di che cosa significhi operare per la riforma della Chiesa. Molti erano i disordini da sanzionare, molti gli errori da correggere, molte le strutture da rinnovare; e tuttavia san Carlo si adoperò per una profonda riforma della Chiesa, iniziando dalla propria vita. È nei confronti di se stesso, infatti, che il giovane Borromeo promosse la prima e più radicale opera di rinnovamento. La sua carriera era avviata in modo promettente secondo i canoni di allora: per il figlio cadetto della nobile famiglia Borromeo si prospettava un futuro di agi e di successi, una vita ecclesiastica ricca di onori, ma priva di incombenze ministeriali; a ciò si aggiungeva anche la possibilità di assumere la guida della famiglia dopo la morte improvvisa del fratello Federico.

Eppure, Carlo Borromeo, illuminato dalla Grazia, fu attento alla chiamata con cui il Signore lo attirava a sé e lo voleva consacrare al servizio del suo popolo. Così fu capace di operare un distacco netto ed eroico dagli stili di vita che erano caratteristici della sua dignità mondana, e di dedicare tutto se stesso al servizio di Dio e della Chiesa. In tempi oscurati da numerose prove per la Comunità cristiana, con divisioni e confusioni dottrinali, con l’annebbiamento della purezza della fede e dei costumi e con il cattivo esempio di vari sacri ministri, Carlo Borromeo non si limitò a deplorare o a condannare, né semplicemente ad auspicare l’altrui cambiamento, ma iniziò a riformare la sua propria vita, che, abbandonate le ricchezze e le comodità, divenne ricolma di preghiera, di penitenza e di amorevole dedizione al suo popolo. San Carlo visse in maniera eroica le virtù evangeliche della povertà, dell’umiltà e della castità, in un continuo cammino di purificazione ascetica e di perfezione cristiana.

Egli era consapevole che una seria e credibile riforma doveva cominciare proprio dai Pastori, affinché avesse effetti benefici e duraturi sull’intero Popolo di Dio. In tale azione di riforma seppe attingere alle sorgenti tradizionali e sempre vive della santità della Chiesa cattolica: la centralità dell’Eucaristia, nella quale riconobbe e ripropose la presenza adorabile del Signore Gesù e del suo Sacrificio d’amore per la nostra salvezza; la spiritualità della Croce, come forza rinnovatrice, capace di ispirare l’esercizio quotidiano delle virtù evangeliche; l’assidua frequenza ai Sacramenti, nei quali accogliere con fede l’azione stessa di Cristo che salva e purifica la sua Chiesa; la Parola di Dio, meditata, letta e interpretata nell’alveo della Tradizione; l’amore e la devozione per il Sommo Pontefice, nell’obbedienza pronta e filiale alle sue indicazioni, come garanzia di vera e piena comunione ecclesiale.

Dalla sua vita santa e conformata sempre più a Cristo nasce anche la straordinaria opera di riforma che san Carlo attuò nelle strutture della Chiesa, in totale fedeltà al mandato del Concilio di Trento. Mirabile fu la sua opera di guida del Popolo di Dio, di meticoloso legislatore, di geniale organizzatore. Tutto questo, però, traeva forza e fecondità dall’impegno personale di penitenza e di santità. In ogni tempo, infatti, è questa l’esigenza primaria e più urgente nella Chiesa: che ogni suo membro si converta a Dio. 

Anche ai nostri giorni non mancano alla Comunità ecclesiale prove e sofferenze, ed essa si mostra bisognosa di purificazione e di riforma. L’esempio di san Carlo ci sproni a partire sempre da un serio impegno di conversione personale e comunitaria, a trasformare i cuori, credendo con ferma certezza nella potenza della preghiera e della penitenza. 

Incoraggio in modo particolare i sacri ministri, presbiteri e diaconi, a fare della loro vita un coraggioso cammino di santità, a non temere l’ebbrezza di quell’amore fiducioso a Cristo per cui il Vescovo Carlo fu disposto a dimenticare se stesso e a lasciare ogni cosa. Cari fratelli nel ministero, la Chiesa ambrosiana possa trovare sempre in voi una fede limpida e una vita sobria e pura, che rinnovino l’ardore apostolico che fu di sant’Ambrogio, di san Carlo e di tanti vostri santi Pastori!

2. Durante l’episcopato di san Carlo, tutta la sua vasta Diocesi si sentì contagiata da una corrente di santità che si propagò al popolo intero. In che modo questo Vescovo, così esigente e rigoroso, riuscì ad affascinare e conquistare il popolo cristiano? È facile rispondere: san Carlo lo illuminò e lo trascinò con l’ardore della sua carità. "Deus caritas est", e dove c’è l’esperienza viva dell’amore, lì si rivela il volto profondo di Dio che ci attira e ci fa suoi.

Quella di san Carlo Borromeo fu anzitutto la carità del Buon Pastore, che è disposto a donare totalmente la propria vita per il gregge affidato alle sue cure, anteponendo le esigenze e i doveri del ministero ad ogni forma di interesse personale, comodità o tornaconto. Così l’Arcivescovo di Milano, fedele alle indicazioni tridentine, visitò più volte l’immensa Diocesi fin nei luoghi più remoti, si prese cura del suo popolo nutrendolo continuamente con i Sacramenti e con la Parola di Dio, mediante una ricca ed efficace predicazione; non ebbe mai timore di affrontare avversità e pericoli per difendere la fede dei semplici e i diritti dei poveri.

San Carlo fu riconosciuto, poi, come vero padre amorevole dei poveri. La carità lo spinse a spogliare la sua stessa casa e a donare i suoi stessi beni per provvedere agli indigenti, per sostenere gli affamati, per vestire e dare sollievo ai malati. Fondò istituzioni finalizzate all’assistenza e al recupero delle persone bisognose; ma la sua carità verso i poveri e i sofferenti rifulse in modo straordinario durante la peste del 1576, quando il santo Arcivescovo volle rimanere in mezzo al suo popolo, per incoraggiarlo, per servirlo e per difenderlo con le armi della preghiera, della penitenza e dell’amore.

La carità, inoltre, spinse il Borromeo a farsi autentico e intraprendente educatore. Lo fu per il suo popolo con le scuole della dottrina cristiana. Lo fu per il clero con l’istituzione dei seminari. Lo fu per i bambini e i giovani con particolari iniziative loro rivolte e con l’incoraggiamento a fondare congregazioni religiose e confraternite laicali dedite alla formazione dell’infanzia e della gioventù.

Sempre la carità fu la motivazione profonda delle asprezze con cui san Carlo viveva il digiuno, la penitenza e la mortificazione. Per il santo Vescovo non si trattava solo di pratiche ascetiche rivolte alla propria perfezione spirituale, ma di un vero strumento di ministero per espiare le colpe, invocare la conversione dei peccatori e intercedere per i bisogni dei suoi figli.

In tutta la sua esistenza possiamo dunque contemplare la luce della carità evangelica, la carità longanime, paziente e forte che "tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (1Cor 13,7). Rendo grazie a Dio perché la Chiesa di Milano è sempre stata ricca di vocazioni particolarmente consacrate alla carità; lodo il Signore per gli splendidi frutti di amore ai poveri, di servizio ai sofferenti e di attenzione ai giovani di cui può andare fiera. L’esempio e la preghiera di san Carlo vi ottengano di essere fedeli a questa eredità, così che ogni battezzato sappia vivere nella società odierna quella profezia affascinante che è, in ogni epoca, la carità di Cristo vivente in noi.

3. Non si potrebbe comprendere, però, la carità di san Carlo Borromeo se non si conoscesse il suo rapporto di amore appassionato con il Signore Gesù. Questo amore egli lo ha contemplato nei santi misteri dell’Eucaristia e della Croce, venerati in strettissima unione con il mistero della Chiesa. L’Eucaristia e il Crocifisso hanno immerso san Carlo nella carità di Cristo, e questa ha trasfigurato e acceso di ardore tutta la sua vita, ha riempito le notti passate in preghiera, ha animato ogni sua azione, ha ispirato le solenni liturgie celebrate con il popolo, ha commosso il suo animo fino a indurlo sovente alle lacrime.

Lo sguardo contemplativo al santo Mistero dell’Altare e al Crocifisso risvegliava in lui sentimenti di compassione per le miserie degli uomini e accendeva nel suo cuore l’ansia apostolica di portare a tutti l’annuncio evangelico. D’altra parte, ben sappiamo che non c’è missione nella Chiesa che non sgorghi dal "rimanere" nell’amore del Signore Gesù, reso presente a noi nel Sacrificio eucaristico. Mettiamoci alla scuola di questo grande Mistero! Facciamo dell’Eucaristia il vero centro delle nostre comunità e lasciamoci educare e plasmare da questo abisso di carità! Ogni opera apostolica e caritativa prenderà vigore e fecondità da questa sorgente!

4. La splendida figura di san Carlo mi suggerisce un’ultima riflessione rivolta, in particolare, ai giovani. La storia di questo grande Vescovo, infatti, è tutta decisa da alcuni coraggiosi "sì" pronunciati quando era ancora molto giovane. A soli 24 anni egli prese la decisione di rinunciare a guidare la famiglia per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; l’anno successivo accolse come una vera missione divina l’ordinazione sacerdotale e quella episcopale. A 27 anni prese possesso della Diocesi ambrosiana e dedicò tutto se stesso al ministero pastorale. Negli anni della sua giovinezza, san Carlo comprese che la santità era possibile e che la conversione della sua vita poteva vincere ogni abitudine avversa. Così egli fece della sua giovinezza un dono d’amore a Cristo e alla Chiesa, diventando un gigante della santità di tutti i tempi.

Cari giovani, lasciate che vi rinnovi questo appello che mi sta molto a cuore: Dio vi vuole santi, perché vi conosce nel profondo e vi ama di un amore che supera ogni umana comprensione. Dio sa che cosa c’è nel vostro cuore e attende di vedere fiorire e fruttificare quel meraviglioso dono che ha posto in voi. Come san Carlo, anche voi potete fare della vostra giovinezza un’offerta a Cristo e ai fratelli. Come lui, potete decidere, in questa stagione della vostra vita, di "scommettere" su Dio e sul Vangelo. Voi, cari giovani, non siete solo la speranza della Chiesa; voi fate già parte del suo presente! E se avrete l’audacia di credere alla santità, sarete il tesoro più grande della vostra Chiesa ambrosiana, che si è edificata sui Santi.

Con gioia Le affido, venerato Fratello, queste riflessioni, e, mentre invoco la celeste intercessione di san Carlo Borromeo e la costante protezione di Maria Santissima, di cuore imparto a Lei e all’intera Arcidiocesi una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 1° novembre 2010, IV Centenario della Canonizzazione di san Carlo Borromeo.

BENEDICTUS PP. XVI

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana


lunedì 14 gennaio 2013

...come pregava Gesù?




"...Egli si ritirava in luoghi deserti a pregare..." (Lc 5, 16)


...il Redentore pur essendo tutto a tutti e pur prodigandosi senza risparmio, si ritirava in luoghi solitari per pregare. Egli così ci insegnava che le opere dello zelo e della carità non debbono distrarci dalla preghiera, senza la quale miseramente s'isteriliscono ed inaridiscono completamente.
...come pregava Gesù? ...in che modo, se Egli era Dio?
...era anche vero uomo e pregava come Sacerdote, Vittima, Mediatore.
Offriva al Padre se stesso in un Sacrificio perenne e si donava qual Vittima d'Amore.
Il Suo Cuore era un olocausto, il Suo corpo un sacrificio continuo, perché continuamente caricato delle nostre iniquità. ...Egli era mediatore tra l'uomo e Dio.
...non poteva non riguardare le umane infermità; le aveva tutte presenti e la Sua orazione era anche un'agonia di amore e di riparazione. Pregando incorporava a Sé tutti gli uomini e li presentava al Padre in Sé stesso come Sua discendenza e come Sua figliolanza. ...anche noi quando preghiamo per gli altri li riguardiamo come una cosa con noi e li presentiamo a Dio nell'attività della nostra vita spirituale.

Ecco Gesù in preghiera, prostrato innanzi al Padre, come lampada eterna innanzi a Lui
La Chiesa conserva un perenne ricordo di questa caratteristica della preghiera di Gesù nella lampada che accende innanzi al Santissimo Sacramento. Questo piccolo lume...esprime in un simbolo delicato la realtà del Verbo Incarnato, luce del Padre, e la realtà del Verbo Incarnato vittima che perennemente arde e si consuma. ...non è muta ma rappresentanza della Chiesa, non è un semplice lume ma un complesso di cuori accesi innanzi all'amore che si dona.

La lampada!...L'orante fiammella, tutta schiusa nel suo vasetto avvolto di pace nella placida umiltà dell'olio, liquido silenzioso espresso dall'immolazione dell'uliva nel torchio. ...
Gesù...come prigioniero d'amore nel santo Tabernacolo prega e ci insegna a pregare.
L'Eucaristia è la grande scuola della nostra orazione, e per questo le anime profondamente eucaristiche sono anime di grande preghiera. Basta concentrarsi innanzi a Gesù Sacramentato con fede e con costanza, per imparare da Lui a pregare. ...il silenzio che Lo circonda è una scuola di silenzio interiore per noi, e la pace che Egli diffonde d'intorno, ci abitua alla serenità e all'abbandono in Dio, indispensabili per la preghiera.

O mio Gesù, orante in quest'Ostia di amore, insegnaci a raccoglierci e a pregare, non permettere mai che, avendoti con noi vivo e vero, passiamo la vita agitandoci e non sappiamo renderti testimonianza di fede, di fiducia filiale e di vero abbandono di amore.
Soffriamo, è vero, ma le sofferenze non sono per noi un tesoro? Non sei Tu Vittima perenne per noi sull'altare e non ci insegni ad immolarci continuamente per amore?
Se ci duole per esempio un occhio, non è questo un segreto per guardarti di più Crocifisso?
E se ci duole un piede, non è un segreto per star confitti con Te sulla croce?
Mi insultano e che importa? Sono forse da più del mio Re nascosto che raccoglie solo ingratitudini ed ingiurie nel Santissimo Sacramento?
Mi guardano come un nulla, e che fa? Egli è totalmente nascosto e annientato, e le mie umiliazioni mi uniscono a Lui, alla Sua vita.
O Gesù Sacramentato...insegnaci avivere la tua vita e amutare la nostra vita in una perenne orazione e in un perenne olocausto!


[cf I Quattro Vangeli commentati da don Dolindo Ruotolo, p. 1101 ss]



* * *


Ad un parroco che si lamentava con il sac. Giovanni Maria Vianney dell’indifferenza dei suoi parrocchiani e della sterilità del suo zelo, il santo curato d’Ars rispose:
Voi avete predicato, ma avete anche pregato? Avete digiunato? Vi siete dato la disciplina?
Avete dormito sul pavimento? Fino a che non l’avrete fatto non avrete il diritto di lamentarvi”.

AVE MARIA, VIRGO POTENS! 

sabato 31 marzo 2012

BEATA MARIA BAOUARDY: IL PICCOLO NULLA




Un giorno, nostro Signore la inviò da una signora per dirle di disfarsi di un ve­stito da ballo che le costava mille franchi. Avendo la signora messo in ridicolo que­sta comunicazione, Maria, spinta da una forte ispirazione, le disse: «Eh! sì, Signo­ra, vi annuncio che la prossima volta che indosserete quest'abito morirete voi e il vostro bambino, bruciati».
Accadde proprio come Maria aveva predetto: il fuoco si attaccò al vestito della donna, poi all'appartamento dove abitava, infine fu bruciata lei ed anche il suo bambino che dormiva nella culla.

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Un'altra volta, ad Alessandria, mentre Maria era sistemata presso una ricca si­gnora, sentì raccontare della squallida, estrema miseria di una famiglia i cui membri erano malati e che nessuno aiutava. Subito, la generosa fanciulla chiese di po­tersi congedare. La donna, molto urtata, la seguì fino alle scale e la colpì di basto­nate con una tale violenza, che Maria ne soffrì a lungo. Senza provare risentimen­to per questa violenza, Maria corse a stabilirsi nella sudicia camera occupata dalla povera famiglia. Il padre, la madre e i bambini giacevano nei letti infetti, che do­vette rinnovare. Notte e giorno, curò quegli infermi sfortunati con grande carità. Ar­rivò persino a mendicare per nutrirli e per vestirli. Infine, dopo quaranta giorni di questa eroica dedizione, ebbe la consolazione di vedere tutti i membri della fami­glia completamente ristabiliti.


***

Durante uno dei suoi viaggi, Maria incontrò una fanciulla, chiamata Rosalia, che aveva furtivamente lasciato la sua ricca famiglia per rimanere vergine e vivere povera per Gesù Cristo. Benché non si fossero mai viste prima d'allora, Maria e Rosalia si chiamarono per nome, e trascorsero una notte deliziosa a parlare di Ge­sù, il loro unico amore. Si raccontarono tutta la loro vita, promettendosi mutua­mente di custodire il segreto, per non essere scoperte e poter conservare il tesoro della verginità.

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Fu nello stesso periodo che nostro Signore chiese a Maria di digiunare per un anno intero a pane ed acqua. La giovane non poteva decidersi a ciò finché non aves­se ottenuto il permesso del suo confessore, perché molto debole e obbligata a lavo­rare per guadagnarsi da vivere. Alcuni giorni passarono in queste esitazioni. Allo scopo di vincere la sua resistenza, Dio permise che il suo stomaco non ritenesse al­cun nutrimento; fece allora un tentativo di digiuno forzato, e siccome non trovò al­cun ostacolo nel farlo, si decise a sottomettere il caso a un venerabile sacerdote, che l'autorizzò a proseguire la sua penitenza. Così fece, durante tutto il corso dell'an­no, e la sua salute si mantenne florida.

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Ascoltiamo ancora la serva di Dio riferire ciò che segue:
«Per mostrarvi la mia ignoranza vi racconto di orribili pensieri che mi assaliro­no, durante uno dei miei viaggi per mare. Mi credevo colpevole di tutti questi pen­sieri, considerandoli veri crimini. Così quando sbarcai, il mio primo pensiero fu di correre presso un confessore. Mi accusai, come se davvero avessi commesso tutti i peccati il cui pensiero si era presentato mio malgrado nel mio spirito. Il sacerdote mi fece una lunga e pressante esortazione per incitarmi al pentimento. Prima di as­solvermi, mi chiese di promettere a Dio di correggermi. Gli risposi: Padre mio, mi è impossibile prometterglielo; volevo dire che non dipendeva da me il non avere più di questi pensieri. Convinto a causa della mia risposta, non solo dei miei crimini, ma anche della mia ostinazione, il ministro di Dio mi rimandò senza assolvermi, dopo avermi fatto le più terribili minacce. Io non sapevo più cosa fare; ero quasi di­sperata. Come sempre, implorai allora la mia buona Madre del Cielo. Sentii una vo­ce dirmi: Va in tale via, entra in tale casa, sarai illuminata e consolata. Mi alzai, e arrivai nel luogo indicatomi. Bussai, e una voce dolce come se venisse dal Cielo, mi rispose: Entra. lo entrai, e mi trovai davanti una donna che mi disse: avvicina­ti, Maria. Sei inconsolabile, ma ti sbagli, poiché tu non sei colpevole. Maria, avere i più orribili pensieri non è peccato; il peccato non esiste fino a quando l'anima non vi acconsente. Tu ti sei dunque espressa male. Và di nuovo da quel confessore, e digli le cose nel modo che ti dirò adesso. Passai la notte con quella persona che mi conosceva molto bene e parlammo tutto il tempo di Gesù e del Cielo. L'indo­mani, di buon mattino, ero già ai piedi dello stesso sacerdote. Gli spiegai le cose così come la persona sconosciuta mi aveva insegnato a fare, e il confessore, invece di rimproverarmi, mi incoraggiò. 

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Ascoltate ancora cosa mi è successo quand'ero in mare e ammirate la potenza della fede, persino in una peccatrice. Una tempesta fu­riosa si era levata; dopo inutili sforzi per resistere ai venti e ai flutti, il capitano ave­va dichiarato che tutte le speranze erano perdute. I passeggeri si gettarono nelle barche di salvataggio, in mezzo ad una confusione indescrivibile. Il capitano li contò, mancava all'appello una persona. Scese subito nelle cabine, e arrivò alla mia. Ero coricata e dormivo profondamente. Mi svegliò gridando: Alzati, vestiti, e sali su di una barca, siamo perduti. Mi vestii alla meglio e salii sul ponte. Mi sen­tii ispirata a pregare, dopo avere rimproverato a tutti la loro mancanza di fede. In ginocchio con gli occhi rivolti al cielo, dissi, stendendo le braccia: Signore Gesù, tu che sei potente, calma il mare. O potenza della fede! Lo credereste? La tempe­sta cessò, le onde si calmarono, e noi fummo salvi. Ecco ciò che Dio ha fatto at­traverso una peccatrice come me, con un solo grido di fede. Ah! se noi avessimo la fede, una grande fede, otterremmo tutto da Dio».

Chissà quanti altri simili episodi la sua umiltà ha dovuto farle tacere. Quelli che noi abbiamo citato basteranno a convincere il lettore dell'ammirevole virtù di Maria.

da: Il piccolo nulla, cap. II

LAUDETUR   JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!