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giovedì 5 settembre 2013

Chiesa e post concilio: Roberto De Mattei. Nella vita si tratta di sceglie...



Chiesa e post concilio: Roberto De Mattei. Nella vita si tratta di sceglie...: Un doveroso ricordo di un grande testimone del nostro tempo ed anche un interessante e puntuale excursus sulla sofferta e vexata quaestio ...

"Vieni Spirito Santo, vieni: 
per la potente intercessione 
del Cuore Immacolato di Maria
Tua Sposa amatissima!"

giovedì 24 gennaio 2013

( 1 ) NON BISOGNA LASCIARSI SCORAGGIARE DALLE CHIACCHIERE DELLA GENTE / E’ NECESSARIO FARSI CORAGGIO



Contiene i consigli opportuni 
contro le tentazioni più correnti

Capitolo I

NON BISOGNA LASCIARSI SCORAGGIARE DALLE CHIACCHIERE DELLA GENTE

Appena la gente si accorgerà che hai deciso di seguire la vita devota, scoccherà contro di te mille frecciatine di compatimento e altrettanti dardi di pesante maldicenza: i più arrabbiati daranno al tuo cambiamento il nome di ipocrisia, di bigotteria, di tradimento; diranno che il mondo ti ha voltato le spalle ed allora ti sei consolata volgendoti a Dio; i tuoi amici poi, da parte loro, si affretteranno a sommergerti di rimproveri, tanto prudenti e pieni di carità, a loro avviso. Sanno già che diventerai triste, perderai credito di fronte alla gente, sarai insopportabile, invecchierai prima del tempo, le cose di casa tua andranno a rotoli; ti ricorderanno che bisogna vivere nel mondo stando alle sue regole, che l'anima si può salvare anche senza tante storie; e simili sciocchezze.
Filotea, credimi, sono tutte chiacchiere stupide e inutili; a quella brava gente non importa proprio niente né della tua salute, né dei tuoi affari.
Se voi foste del mondo, dice il Salvatore, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma siccome voi non siete del mondo, vi odia. Ho visto gentiluomini e dame passare intere notti di seguito a giocare agli scacchi e alle carte.
Esiste forse un'occupazione più vuota, più triste e più massacrante di quella? Eppure la brava gente non mette parola: gli amici non se ne sono minimamente preoccupati; se invece noi facciamo un'ora di meditazione, oppure ci vedono alzarci al mattino un po' più presto pararci alla santa Comunione, tutti si precipitano dal medico per farci curare dallo stato ansioso e dall'itterizia. Passa trenta notti a ballare e nessuno troverà da ridire; per la sola veglia della notte di Natale, il giorno dopo, chi ha la tosse e chi il mal di pancia.

Chi non si accorge subito che il mondo è un giudice ingiusto? Gentile ed accomodante con i suoi figli, ma duro e senza pietà per i figli di Dio.
Per andare a genio al mondo dobbiamo andare a braccetto con lui. E poi non riesci ad accontentarlo nemmeno lo stesso perché è matto: t venuto Giovanni, dice il Salvatore, che non mangia e non beve e voi dite che ha il diavolo; è venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve e voi dite che è un samaritano.

E’ proprio vero, Filotea, se per far piacere agli altri, ci lasciamo andare a ridere, a giocare, a ballare con la gente di mondo, il mondo ne sarà scandalizzato; se non lo facciamo ci accuserà 1 di essere ipocriti e tristi; se ci vestiamo bene, penserà che abbiamo un motivo nascosto; se andiamo alla buona, ci farà passare per gente senza educazione; la nostra allegria sarà per lui dissolutezza, la mortificazione, tristezza; ci guarda tanto di traverso che per quanto ci sforziamo, non gli andremo mai a genio. 
Le nostre imperfezioni le ingigantisce e le classifica peccati, i nostri peccati veniali li fa mortali; i nostri peccati di debolezza li trasforma in peccati di malizia. Dovrebbe invece sapere, come dice S. Paolo, la carità è benigna, il mondo, al contrario, è cattivo; dovrebbe sapere anche che la carità non pensa male; a contrario, i mori pensa sempre ma e, e se proprio non gli riesce di accusare le nostre azioni, accusa le nostre intenzioni. 

I montoni possono avere le corna o non averle, essere bianchi o essere neri, il lupo, appena gli riuscirà, li sbranerà. E’ un po' la stessa cosa per noi fare quello che vogliamo, il mondo ci farà sempre guerra; se ci fermiamo un po' davanti al confessore, si chiederà che cosa gli stiamo raccontando; se invece ci sbrighiamo, dirà che abbiamo taciuto metà! Sorveglierà tutti i nostri movimenti e per un piccolo scatto di collera dirà che siamo insopportabili; la cura dei nostri affari la chiamerà avarizia, la nostra dolcezza, stupidità; quanto ai figli del mondo, la loro collera è sincerità, la loro avarizia abilità amministrativa; le libertà che si prendono, franchezza: i ragni rovinano sempre l'opera delle api!

Filotea, lasciamo perdere questo cieco: lascialo urlare finché non si stancherà, come fa il barbagianni per spaventare gli uccelli del giorno. Restiamo fermi nei nostri propositi, sarà la perseveranza a dimostrare che è sul serio e con sincerità che ci siamo votati a Dio e incamminati nella vita devota.

Le comete e i pianeti hanno apparentemente la stessa luminosità; solo che le comete scompaiono in poco tempo, perché hanno soltanto una luminosità transitoria, mentre i pianeti godono di una luce continua; lo stesso si può dire dell'ipocrisia e della virtù; esternamente si assomigliano molto, ma volendo, si possono distinguere con sicurezza l'una dall'altra: l'ipocrisia non dura nel tempo e si scioglie come nebbia al sole, mentre la virtù autentica rimane stabile e costante.

Non è un vantaggio da poco, per ben cominciare il cammino della devozione, ricevere calunnie e improperi: evitiamo, in tal modo, il pericolo della vanità e dell'orgoglio, che sono come le levatrici d'Egitto, cui l'infernale Faraone aveva dato l'ordine di uccidere i nati maschi di Israele il giorno stesso della nascita.
Noi siamo crocifissi per il mondo e il mondo è crocifisso per noi; il mondo ci considera pazzi? e noi consideriamolo matto!


Capitolo II
E’ NECESSARIO FARSI CORAGGIO

La luce, che pure è bella e desiderabile per i nostri occhi, li abbaglia quando sono stati per lungo tempo al buio; prima di familiarizzarti con gli abitanti di un paese che non conosciamo, per quanto siano cortesi e premurosi, ti trovi, per un po' di tempo, disorientata. 

Similmente, cara Filotea, può capitare che, a questo cambiamento di rotta della tua vita interiore, tu rimanga seriamente sconvolta e questo addio totale alle follie e alle stupidità del mondo, ti causi qualche momento di sofferta tristezza e di scoraggiamento. Se dovessi trovarti realmente in simile situazione, abbi un po' di pazienza, te ne prego: vedrai che non è nulla! 
Si tratta soltanto di un po' di disorientamento di fronte alla novità; quando questo momento sarà passato avrai consolazioni a non finire. Sulle prime è facile che ti dispiaccia essere privata della gloria di cui gli sciocchi e gli adulatori ti circondavano nella tua vanità; ma sul serio vorresti perdere quella eterna che il Signore ti darà sulla sua parola di verità?

I vuoti divertimenti e i passatempi ai quali hai sacrificato gli anni passati ti torneranno alla mente per adescare il cuore e riprenderselo; ma come potresti avere il coraggio di rinunciare a una felicità eterna per
leggerezze così ingannevoli? Credi a me, se sarai perseverante, non passerà molto tempo che sarai ricolma di dolcezze così deliziose e piacevoli, fatte di autentico miele, che dovrai ammettere che il mondo ha soltanto del fiele a confronto! Un solo giorno di devozione vale più di mille anni di vita di mondo.

Ora ti accorgi che la montagna della perfezione cristiana è terribilmente alta: dirai, Dio mio, e come ci arriverò? Coraggio, Filotea, quando le larve delle api cominciano a prendere forma si chiamano ninfe; non sanno ancora volare sui fiori, né sui monti, né sulle colline, per raccogliere miele; ma piano piano, nutrendosi del miele preparato dalle api anziane, quelle piccole ninfe mettono le ali e si fortificano, e cosí in seguito potranno volare ovunque, alla ricerca del miele.

E’ vero, noi siamo ancora piccole larve nella devozione, non riusciamo a salire secondo il nostro progetto, che è addirittura quello di raggiungere la vetta della perfezione cristiana; ma, piano piano, prendiamo forma con i nostri desideri e i nostri propositi, cominciamo a mettere le ali; abbiamo motivo di sperare che un giorno saremo api spirituali e voleremo; nel frattempo viviamo del miele degli insegnamenti così ricchi che i devoti prima di noi ci hanno lasciato, e preghiamo Iddio che ci arricchisca di penne come di colomba, per poter volare non soltanto nel tempo della vita presente, ma anche raggiungere il riposo nell'eternità della futura.

AVE MARIA PURISSIMA! 
SENZA PECCATO ORIGINALE CONCEPITA!

sabato 19 maggio 2012


"Validità di martirio" del Seminarista Rolando Rivi (di soli 14 anni)

COMUNICATO STAMPA  
«E’ stato un giudizio pieno e all’unanimità quello con cui i teologi censori, presso la Congregazione per i santi di Roma, hanno riconosciuto la validità del martirio di Rolando Rivi
Questa decisione spalanca le porte alla beatificazione che ora appare imminente. 
Dopo un’attenta analisi degli atti del processo diocesano, delle testimonianze, dei documenti e di un’ampia relazione sul contesto storico del periodo, i teologi, con la loro decisione, hanno confermato che il seminarista innocente, a soli 14 anni, fu ucciso in odio a quella fede cristiana che proclamava con coraggio vestendo sempre l’abito talare. 
Ora, dopo la firma dei Cardinali e del Santo Padre Benedetto XVI, Rolando potrà essere proclamato Beato e salire all’onore degli altari. 
Per il nostro Paese la beatificazione di Rolando Rivi è un fatto di grande rilevanza civile e religiosa. 
Rolando Rivi infatti è il primo tra i 130 Sacerdoti e Seminaristi uccisi sul finire della guerra e nel dopoguerra dai partigiani comunisti per il quale si è avviato e ora si sta concludendo il processo di beatificazione. Rolando Rivi nella storia della Chiesa italiana è inoltre il primo seminarista di un seminario minore diocesano a essere proclamato beato perché martire. 
Un martire bambino testimone della libertà. La causa di beatificazione è stata avviata e sostenuta (vedi scheda allegata) dal Comitato Amici di Rolando Rivi. 
Il Comitato è un’associazione senza fini di lucro che ha lo scopo di far conoscere, nel modo più ampio possibile, la figura di Rolando Rivi e la sua ardente testimonianza di fede come tesoro di verità, di libertà, di riconciliazione. 
Appena avuta la notizia monsignor Luigi Negri, Vescovo di San Marino e presidente del Comitato Amici di Rolando Rivi, ha espresso la sua soddisfazione e ha affermato: “In questa causa è in gioco non solo il riconoscimento della santità di vita e del martirio di Rolando, ma è in gioco molto del destino della Chiesa, non solo in Italia”. 
Per un profondo rinnovamento cristiano nel corpo della Chiesa deve infatti entrare “nuovo sangue”. 
Se nel corpo della Chiesa circolerà anche il sangue di Rolando Rivi, martire semplice e purissimo ucciso in odio alla fede a soli 14 anni dalla violenza dell’ideologia marxista, se circolerà il sangue della sua testimonianza di vita e del suo amore totale a Gesù, noi daremo alla Chiesa nuova energia per ritornare a essere una Chiesa fedele a Cristo e appassionata all’uomo»
COMITATO AMICI DI ROLANDO RIVI ( Da Facebook )

*

LAUDETUR  JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!

venerdì 24 febbraio 2012

LO STILE DEL DONO


LO STILE DEL DONO                                                                                   
di LUCA SARDELLA

Avevo poco più di quindici anni quando in parrocchia, alla vigilia dell’estate, il don mi si avvicinò e mi chiese se lo potevo aiutare al campo-scuola con i bambini delle elementari. A quella domanda, sostenuta da grande stima e fiducia, accettai con entusiasmo, ma soltanto alcuni giorni dopo l’inizio di quell’esperienza compresi sul serio a quale responsabilità ero stato chiamato. E così fui costretto a rimettere i piedi per terra.
Il «servizio dell’amore» – richiamato dal Papa ai nuovi cardinali nel Concistoro della scorsa settimana – chiede a chiunque lo prenda sul serio di uscire dalla poesia delle parole, per ritrovarvi la verifica del personale incontro con Gesù. L’amore per Dio, per la Chiesa e per i fratelli non si gioca, infatti, sul «ruolo» che possiamo ricoprire, ma su quella «dedizione assoluta e incondizionata» che è legata al voler bene, alla gratuità e al sacrificio.
Quasi a dirci che anche nel servizio si può correre il rischio di «fare delle cose», pur buone, ma non sostenute dalla carità e quindi incapaci di restituire gioia e profondità alla propria umanità.
Il tema del servizio messo a fuoco da Benedetto XVI – e offerto anche alla nostra vita di giovani – diventa così occasione di riflessione personale, per un esame attento sulla qualità evangelica del nostro servire.
Lo stile del dono, dice il Papa, si esprime attraverso otto caratteristiche.
La prima di queste è l’ amore, cioè l’essere capaci di volere il bene dell’altro.
Il vigore ci rimanda alla passione e all’impegno con i quali ci spendiamo nella responsabilità che ci è affidata, la limpidezza al non cedere alla tentazione dell’ambiguità o del compromesso.
Ma occorrono anche sapienza , quella continua formazione per essere abili a «leggere dentro» gli eventi e la storia delle persone, energia per non scoraggiarsi di fronte ai possibili fallimenti e fortezza per continuare il cammino con speranza, consapevoli che non spetta a noi raccogliere il frutto della nostra semina.
La fedeltà e il coraggio nascono, poi, dal vivere con radicalità la profezia del Vangelo, nella memoria grata della bellezza che ha avuto per la propria vita l’incontro con Dio.
Le otto strade suggerite dal Papa sono impegnative, ma praticabili. E sicuramente possono essere prese come un piccolo promemoria per aiutarci, passo passo, a rileggere i criteri che ispirano il nostro servizio.
Se scelte e percorse con decisione ci possono regalare un grande salto di qualità nel vivere tutti quei piccoli o grandi compiti che ci sono affidati. Perché sia solo lo stile del dono, sull’esempio di Gesù, a riempire di significato il nostro cuore, facendo della propria vita una totale e lieta espressione del «servizio dell’amore».


Da Avvenire, 22 febbraio 2012, pag. 19


Citazioni sul dono.
  • Amare, non è donare qualche cosa, ma soprattutto donare qualcuno. Tu amerai se ti donerai o se ti unirai interamente ai tuoi doni, anche i più materiali. (Michel Quoist)
  • Certe volte accettare è un modo di donare. Forse è il modo più bello di donare, quando due si amano. (Perdutamente tua)
  • Dal dono gratuito dipende l'esistenza stessa di ciò che fa la società, cioè a dire la relazione sociale, sia particolare sia generalizzata. (Pierpaolo Donati)
  • Dona con fede; non dare nulla senza fede. (Taittirīya Upaniṣad)
  • I regali fatti agli amici non sono preda del fato: | avrai soltanto le ricchezze che hai donato. (Marco Valerio Marziale)
  • La gente ricca riceve molti più regali di quella povera; e quello che deve proprio comprare, lo ha sempre molto più a buon prezzo. (Heinrich Böll)
  • Le persone che ci donano la loro piena confidenza credono per questo di avere diritto alla nostra. Ciò è un errore: coi regali non si acquistano diritti. La familiarità del superiore irrita, perché non può essere ricambiata. (Friedrich Nietzsche)
  • Nei migliori dei casi uno regala quello che gli piacerebbe per sé, ma di qualità lievemente inferiore. (Theodor Adorno)
  • Nulla si regala tanto generosamente quanto i propri consigli. (François de la Rochefoucauld)
  • Perciò mi sembra che si debba coltivare l'arte del regalare anche alle cose belle che ci sono vicine e abituali, l'amore e la venerazione che riserviamo a quelle lontane e remote. (Hermann Hesse)
  • Secondo una coscienza messa sull'avviso, nessun dono dovrebbe essere offerto come spettacolo. Non appena è offerto allo sguardo, il dono diventa precario e sospetto. (Jean Starobinski)
  • Tutte le cose del mondo sono simili in questa parte, che bisogna donare a chi comanda, altrimenti t'inganni il passar avanti; e volendoti sostentare col merito, conseguirai l'onore nell'estremo della vecchiaja, se pure allora ti sarà conceduto. Beato però chi col donare può accelerare la sua fortuna. (Filiberto Gherardo Scaglia)
  • Tutto ciò che non viene donato va perduto. (Dominique Lapierre)
  • Vi è più gioia nel dare che nel ricevere! (Gesù)

LAUDETUR JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR CUM MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!

giovedì 16 giugno 2011

Prega, fratello, prega, sorella. (1)






Tre massime, tre perle:
 

14. Mitezza

La preghiera è un germoglio della mansuetudine e dell’assenza di collera.

15. Letizia

La preghiera è un frutto della gioia e della riconoscenza.

16. Rimedio alle frustrazioni

La preghiera è difesa contro la tristezza e lo scoraggiamento.

Evagrio Pontico. La preghiera.

Ave Maria, Gratia plena!