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martedì 8 ottobre 2019

Santa Brigida

Santa Brigida di Svezia


[...] Brigida Birgersdotter nacque nel 1303 a Finsta, in Svezia, quando la Scandinavia era ancora cattolica. I suoi genitori appartenevano alla più alta nobiltà e si racconta che la madre, mentre era incinta di lei, durante un viaggio rischiò di annegare in un naufragio e riuscì a salvarsi a stento. La notte seguente avrebbe udito la voce della Madonna che le diceva: “Sei stata salvata per il frutto che porti in seno. Nutrilo dunque nell’amore di Dio”. A dieci anni Brigida ebbe la prima visione mistica di Cristo e desiderò prendere il velo, ma suo padre, qualche anno dopo, le impose per ragioni politiche di sposare il diciottenne Ulf Gudmarsson. Dal matrimonio nacquero otto figli, quattro maschi e quattro femmine, fra cui quella che poi divenne santa Caterina di Svezia. La vita di corte la mette in contatto con la travagliata vita sociale del suo tempo e accende in lei un vivo interesse per la politica europea. Ma poiché non ha mai smesso di pensare alla vita religiosa, studia la letteratura mistica, legge molto, principalmente la Scrittura e le opere di san Bernardo di Chiaravalle, che portano alla perfezione la sua educazione religiosa. Sposa e madre, dama di corte. Questa fu la sua vita per oltre vent’anni, finché il marito morì. Era il 1344 [...]. Per Brigida ora è il momento della svolta. Decide di indossare l’abito cinerino del Crocifisso simbolo di povertà e di penitenza. Iniziano le rivelazioni celesti [...]. Lettere, messaggi, anche invettive; contro il malcostume del tempo la sua voce ammonitrice si leva con insolita energia. Brigida ha una natura forte e volitiva, e nessuna intenzione di chiudere il proprio orizzonte fra due zolle. Per il papa e per l’Europa si sentirà spinta a partire alla volta di Roma in occasione dell’Anno Santo del 1350 e da lì non se ne andrà più [...]. La sua vita era molto austera, totale la sua povertà. La nobile figlia di Svezia dovette mendicare spesso il pane quotidiano mescolata agli altri poveri sugli scalini delle chiese di Roma.
 
Invisa a molti, lei tuttavia non si lasciò mai scoraggiare dalle avversità. Una sera, si racconta, dei romani circondarono la sua casa a piazza Farnese con l’intenzione di bruciarla viva. Brigida stava proclamando ad alta voce la biblica lode all’Immacolata: “Tutta bella sei o Maria” e il gruppo di oppositori le si scagliò contro, ma lei non si scompose e continuò a pregare. Appena intonò l’Ave Maris Stella i facinorosi si dispersero: in ringraziamento alla santa Vergine stabilì allora che da quel giorno questo inno venisse cantato quotidianamente in comunità. Ed è ciò che si usa fare ancora oggi nelle case brigidine di tutto il mondo: ogni giorno, prima dei vespri, si intona l’inno latino Ave Maris Stella accompagnato dalla recita dell’Ave Maria. Mossa dallo Spirito, la santa svedese aveva infatti fondato un Ordine contemplativo femminile e maschile, l’Ordine del Santissimo Salvatore – la cui Regola venne approvata nel 1370 – che disgraziatamente fu spazzato via in seguito alla Riforma protestante in Europa. Il monastero di Vadstena, culla dell’Ordine, fu saccheggiato e i religiosi dispersi. Ma oggi esso è più vivo che mai, grazie all’opera riformatrice della beata Maria Elisabetta Hesselblad, che lo ha rifondato nel XX secolo [...]. Brigida seppe cogliere ed evidenziare la centralità di Maria nella storia della salvezza, accanto a Cristo e unita a Cristo, secondo il piano salvifico di Dio. Il Redentore e la Corredentrice, inseparabili, hanno portato a compimento nel dolore e nell’immolazione la salvezza del genere umano. La lode incessante a Dio e l’impegno per l’unità dei cristiani caratterizzano il carisma delle suore di santa Brigida “assidue nell’orazione (…) praticando ‘l’ospitalità’ secondo il precetto paolino”. La loro devozione è tutta incentrata sul dramma del Calvario, su Cristo crocifisso e sulla Madre Addolorata sotto la croce. Per questo il motto delle brigidine è “amor meus crucifixus est” [...].Nelle orazioni di santa Brigida c’è una pia pratica molto diffusa, a cui sono legate varie promesse dello stesso Gesù: quella di soccorrere l’anima orante al momento della morte venendo a lei “con la mia amatissima e dilettissima Madre”. Sono le parole di Cristo apparsole un giorno: “Metterò il segno della mia croce vittoriosa avanti a lei per soccorrerla e difenderla contro gli attacchi dei suoi nemici…
 
Ecumenismo, unità, rinnovamento interiore: questo il testamento spirituale lasciato dalla mistica venuta dal Nord. In quella che fu la sua casa a piazza Farnese, dove oggi è la curia generalizia dell’Ordine, si possono ancora visitare le sue stanze. Brigida vi morì il 23 luglio 1373. Era di sabato, giorno della Madonna. Quando sentì vicina l’ora del trapasso si fece distendere su un tavolo, desiderando morire – così disse – sul duro legno come il suo Salvatore. Fu canonizzata il 7 ottobre 1391. Una data mariana anch’essa. Nella Bolla di canonizzazione si affermava che la santa “per grazia dello Spirito Santo meritò di avere visioni, di udire rivelazioni e di predire molte cose con spirito profetico”, riconoscendo quindi alla mistica svedese il carisma della profezia, raramente attribuito a una donna nella storia della Chiesa [...]. Profetessa di tempi nuovi, questa grande santa scandinava, che lavorò instancabilmente per la pace in Europa in un tempo contrassegnato da divisioni religiose, guerre e squilibri politici, è stata dichiarata da Giovanni Paolo II (con Motu proprio del 1° ottobre 1999) copatrona d’Europa, insieme a santa Edith Stein e a santa Caterina da Siena. Tre sante per la “casa comune”: una svedese, una polacca e un’italiana; una aristocratica, una borghese ebrea, una figlia di un mercante. Tre mistiche uguali e diverse che hanno osato scavalcare le convenzioni sociali e addirittura proporre, sotto l’impulso dello Spirito, un autentico risveglio nella Chiesa (i monasteri sognati da santa Brigida, con monache e monaci sotto la badessa che doveva rappresentare Maria, sono tutt’oggi un modello di altissima avanguardia) ascoltate da papi e potenti della terra per il loro essere canale della voce divina. Esse hanno viaggiato in un’epoca in cui le donne viaggiavano pochissimo e quelle poche che viaggiavano lo facevano con grandi difficoltà. In epoche diverse e lontane, guardando ogni volta a Maria, hanno additato una strada – fra terra e cielo – per abitare da dentro, e concretamente, l’utopia che si avvicina. 
(di Elisa Famiglietti)
AMDG et DVM

sabato 14 settembre 2019

I MISTERI DEL DIVINO LIBRO

Risultati immagini per Santa-Brigida
Capitolo Quinto

Io sono Dio, non di pietra o di legno, ma Creatore di tutti, essendo senza principio e
senza fine. Son io che m'incarnai nella Vergine e rimasi con la Vergine senza lasciare la
mia Divinità. Ma, io stesso che per l'umanità ero nella Vergine senza lasciare la Divinità,
insieme col Padre e con lo Spirito Santo, regnavo per la Divinità in cielo e in terra. Io pure
con il mio Spirito infiammavo la Vergine; non che questo mio Spirito si separasse da me,
ma lo stesso Spirito, che l'infiammava, era nel Padre e in me, Figlio, ed in Lui era il Padre
ed il Figlio, perché essi sono un solo Dio e non tre dei.

Io sono uguale al Re David, che ebbe tre figli. Uno di loro, Assalonne, cercava la vita
del padre. Il secondo, cioè Adonia, cercava il regno del Padre. Il terzo, Salomone, ottenne
il Regno. 

Il primo rappresenta i Giudei, che cercavano la mia vita e la mia morte e
disprezzavano il mio consiglio. Perciò, ora che è nota la loro ricompensa, posso dire quel
che disse David del figlio suo morto: Figlio mio Assalonne, e cioè, figli miei Giudei, dove
sono ora finiti il vostro desiderio e la vostra attesa? O figli miei, qual è la vostra fine? Ebbi
di voi compassione, perché desideraste la mia venuta e con tanti segni udiste che ero
venuto. E desideraste cose caduche, ormai passate. Ma più vi compatisco ora, ripetendo
come David le parole di prima, perché vi vedo finire in una misera morte. Perciò, ancora
con grandissima carità vi dico, come David: Figlio mio, chi mi concederà ch'io muoia per
te? David infatti ben sapeva di non poter risuscitare il figlio con la propria morte; ma per
mostrare il profondissimo sentimento della paterna carità e della buona volontà, se fosse
stato possibile, sarebbe volentieri morto per il figlio suo. Così dico io ora: O figli giudei,
anche se siete stati malevoli verso di me e maldisposti contro di me, se fosse possibile e
così piacesse al Padre, volentieri morirei ancora una volta per voi, perché compatisco alla
miseria, che voi stessi vi attiraste per esigenza della giustizia. Dissi a voi le cose da fare
con le parole e ve le mostrai con l'esempio. Vi precedetti come una gallina, scaldandovi
con le ali della carità; ma tutto disprezzaste. La vostra fine è nella miseria e vana è ogni
fatica.

Nel secondo figlio di David son rappresentati i cattivi cristiani. Egli abbandonò il
padre. Ormai vecchio. Pensò infatti fra sé: Mio padre è vecchio e gli mancano le forze. Se
gli dico qualcosa di male, non risponderà. Se qualcosa farò contro di lui, non si
vendicherà. Se contro di lui porrò in atto qualche attentato, sopporterà con pazienza. Farò 
perciò quel che vorrò! Egli, con alcuni servi di David, suo padre, salì in un luogo ove non
erano molti alberi, per regnarvi. Ma, in seguito, riflettendo e, ritornato il buon sentimento
verso il padre, cambiò consiglio e quelli che erano con lui si vergognarono.
In questo modo si comportano con me tanti Cristiani. Essi pensano così: I segni e i
giudizi di Dio ora non sono chiari come un tempo; possiamo dire quel che vogliamo, tanto
egli è misericordioso e non ci bada. Facciamo quel che ci piace, perché è facile al
perdono. Essi diffidano della mia potenza, come se non potessi fare quel che voglio ora
come un tempo. Reputano la mia carità verso di loro minore di quella mostrata ai padri
loro, perdonando. Reputano oggetto di scherno il mio giudizio e vana la mia giustizia.
Come se salissero in un bosco con alcuni servi di David, per regnarvi con fiducia. Che è
questo bosco, con pochi alberi, se non la santa Chiesa, che è fatta dei sette Sacramenti,
come di pochi alberi? In questa Chiesa essi entrano, ma con alcuni servi di David, cioè
con poche opere buone, presumendo d'avere il Regno di Dio. Infatti essi fanno poche
opere buone e per esse pensano di poter avere diritto al Regno celeste, anche se fossero
in peccato di qualsiasi genere. Ma come il figlio di David, che contro la volontà del padre
volle ottenere il regno, ne fu respinto perché indegno, e l'aveva ingiustamente ambito ed
era iniquo e il regno fu dato al più sapiente e al migliore, così essi saranno espulsi dal mio
regno che sarà dato a quelli che fanno la volontà di Dio, perché nessuno potrà ottenerlo
senza possedere la carità di Dio. E non potrà a me, purissimo, accostarsi, se non chi è
puro e vive secondo il mio cuore.


Il terzo figlio di David era Salomone. Egli rappresenta i Pagani. Quando Bersabea
seppe che un altro era stato eletto re da alcuni e non Salomone, come aveva promesso
David, andò da lui e gli disse: Signor mio, tu mi giurasti che Salomone avrebbe regnato
dopo di te. Ed ora è stato eletto un altro. Se accade questo e le cose vanno a questo
modo, io sarò giudicata un'adultera, degna di fuoco e il figlio mio sarà illegittimo. 
Ciò udito,
il re David s'alzò e disse: Giuro a Dio che Salomone sederà in trono, in fede mia, e
regnerà dopo di me. E dette ordine ai suoi servi che eleggessero e nominassero re, colui
che David aveva detto. Ed essi, obbedendo al loro signore, con gran pompa esaltarono
Salomone e tutti quelli che avevano favorito suo fratello, furono sgominati e ridotti in
schiavitù.

Chi rappresenta codesta Bersabea, che passa per adultera se viene eletto re un
altro, se non la fede dei pagani? Nessun adulterio è peggiore infatti di quello di tradire Dio
e la retta fede e credere in un altro dio, che non è il Creatore di tutto. 
Ma, come Bersabea,
alcuni dei Pagani, con umile cuore contrito vengono a dire a Dio: Signore, tu promettesti
che noi saremmo stati cristiani: mantieni la tua promessa. Se un altro re, cioè un'altra fede
sorgesse sopra di noi, se tu ti separassi da noi, andremmo miseri e moriremmo, come
un'adultera che al posto del figlio legittimo prese l'adulterino. E sebbene tu viva in eterno,
saresti come morto per noi e noi per te, poiché t'allontani con la grazia tua dai nostri cuori
e noi, con la nostra diffidenza, ci mettiamo contro di te. Adempi perciò la tua promessa e
rafforza la nostra debolezza, illumina le nostre tenebre. Se infatti t'allontanerai, noi
periremo.

Udito questo io – come un altro David – voglio alzarmi nella mia grazia e
misericordia. Giuro dunque per la mia Divinità, che è nella mia Umanità e per lo Spirito
mio, ch'è nella Divinità, e questi tre non sono tre dei ma un solo Dio, che manterrò la mia
promessa. Manderò infatti gli amici miei che introducano Salomone mio figlio, cioè i
Pagani, nel luogo, ossia nella Chiesa, ch'è fatta dai sette Sacramenti, come di sette alberi,
cioè il Battesimo, la Penitenza, la Confermazione col Crisma, il Sacramento dell'Altare, il
Sacerdozio, il Matrimonio e l'Unzione, e riposeranno nel mio seggio, cioè nella retta fede
della S. Chiesa; i cattivi cristiani poi saranno i loro schiavi. Questi poi gemeranno nella
miseria, che comincerà nel presente e durerà in eterno. Gli amici miei, dunque, giacché è
ora tempo di vigilare, non dormano e non imprigriscano, perché grande ricompensa avrà il
loro lavoro.
Parole del Figlio, presente la sposa, circa un re che è in campo, con gli amici alla destra e
i nemici alla sinistra e come Cristo rappresentato in tal re, abbia i Cristiani a destra e i
Pagani a sinistra e come, reietti i Cristiani, mandi i suoi predicatori ai Pagani.

https://sacrocuore.altervista.org/wp-content/uploads/2013/02/Santa-Brigida-racconto-della-sua-vita.pdf
AMDG et DVM

venerdì 13 settembre 2019

Parole della Regina del Cielo: MARIA SANTISSIMA


Capitolo Settimo

Io sono Maria, che ho partorito il vero Dio e vero Uomo, il Figlio di Dio. Io sono la
Regina degli Angeli. Il Figlio mio ti ama con tutto il cuore. Tu devi essere adornata di
onestissime vesti. Ti mostrerò come e quali devono essere.

Come dunque vesti prima la camicia, poi la tunica, le scarpe, il mantello e la collana

sul petto, così devi vestire spiritualmente.

La camicia è la contrizione. Come infatti la camicia è più vicina alla carne, così la

contrizione e la confessione sono la prima via della conversione a Dio. Con esse è
purificata la mente, che prima godeva nel peccato ed è frenata la carne immonda. Le due
scarpe sono due sentimenti: la volontà cioè di emendare i difetti e la volontà di fare il bene
e astenersi dal male.

La tua tunica è la speranza in Dio, perché, come la tunica ha due maniche, così nella

speranza vi sia la giustizia e la misericordia. Sicché, come speri dalla misericordia di Dio,
così non dimentichi la sua giustizia. E così ricorda la sua giustizia e il giudizio in modo da
non dimenticare la misericordia. Perché nessuna giustizia Egli fa senza misericordia, né
misericordia senza giustizia.

Il mantello è la fede: come infatti il mantello tutto copre e tutto tiene racchiuso, così

con la fede l'uomo può tutto comprendere e ottenere. Questo mantello dev'essere
immerso nei segni della carità del tuo Sposo; e cioè deve significare come ti ha creata,
come ti ha redenta, come ti ha nutrita, come ti ha attratta nel suo spirito e ti ha aperto gli
occhi spirituali.

La collana è la considerazione della sua Passione. Essa sia sempre fissa sul tuo

petto. Come fu deriso, flagellato, insanguinato e confitto vivo in croce con tutti i nervi
spezzati. Come alla morte, ne tremò tutto il corpo per l'acutissimo dolore. Come nelle mani
del Padre raccomandava lo spirito. Questa collana sia sempre sul tuo petto.

La corona sul tuo capo significa la castità negli affetti, in modo tale da voler essere

piuttosto percossa che macchiata. Sii dunque costumata e casta. Non pensare, non
desiderar altro che il tuo Dio, avuto il quale tutto avrai.
E così adornata, aspetterai il tuo Sposo.
Parole della Regina del cielo alla carissima figlia, che l'informano come debba amare e
lodare il Figlio con la Madre

https://sacrocuore.altervista.org/wp-content/uploads/2013/02/Santa-Brigida-racconto-della-sua-vita.pdf
AMDG et DVM

giovedì 12 settembre 2019

5 case, 5 condizioni o tipi

           

In questo mondo ci sono cinque case in cui vivono cinque tipi di abitanti

«È inammissibile il fatto che il Signore di tutte le cose e il Re della gloria
sia disprezzato» diceva la Santa Vergine Maria. «Si è spostato da un
luogo all'altro come un pellegrino e un viaggiatore, picchiando su ogni
porta per essere accolto. 

Il mondo, infatti, era come un terreno in cui
c'erano cinque case

Quando mio Figlio giunse alla prima casa con abiti
da pellegrino, bussando parlò così: 'Amico mio, aprimi; introducimi nel
tuo riposo e nella tua abitazione, perché ho paura che mi assalgano gli
animali selvatici e che la rugiada o la pioggia cadano su di me. Dammi i
tuoi vestiti per proteggermi dal freddo è coprirmi quando sono nudo.
Dammi il tuo cibo per saziare la mia fame, le tue bevande per calmare la
mia sete, e per questo riceverai la ricompensa del tuo Dio'. 
   Chi si trovava in casa rispose: 'Sei troppo impaziente: perciò non puoi andare
d'accordo né abitare con noi. Sei troppo grande e quindi non abbiamo di
che vestirti. Sei troppo avido e ingordo, dunque non potremmo saziarti:
la tua cupidigia non ha fine'. Nostro Signore, che stava fuori come un
pellegrino, rispose nuovamente: 'Amico mio, fammi entrare con gioia e
schiettezza, perché non occupo spazio. Dammi i tuoi abiti: ce ne sono in
casa tua, andrà bene anche una povera veste per riscaldarmi. Dammi il
tuo cibo, poiché basta una briciola per saziarmi, e una piccola goccia
d'acqua mi rinfrescherà e mi infonderà nuovo vigore'. 
   Colui che era nella casa rispose di nuovo: 'Ti conosciamo benissimo: sei umile a parole e
importuno con le domande. Sembri modesto e dai l'impressione di
accontentarti di poco, ma sei troppo affamato per essere soddisfatto. Sei
molto freddoloso ed è difficilissimo coprirti. Vattene, non ti ospiterò'.



Allora si recò alla seconda casa e disse: 'Amico mio, aprimi e guardami,
perché ti darò tutto ciò di cui hai bisogno e ti difenderò dai tuoi nemici'.
Chi era dentro rispose: 'I miei occhi sono deboli, la tua presenza
nuocerebbe loro. Possiedo tutto in abbondanza e non mi interessa quello 
che hai tu; sono forte e potente: chi potrebbe danneggiarmi?' 


Allora, giungendo alla terza casa, disse: 'Amico mio, ascoltami; stendi la tua
mano e toccami; apri la bocca e assaporami'. Chi era dentro la casa gli
disse: 'Grida più forte e ti accontenterò. Se sei morbido ti toccherò; se
sei amabile ti riceverò; se sei gentile ti farò entrare'. 


Gesù se ne andò
alla quarta casa, la cui porta era socchiusa, e disse: 'Amico mio, se ritieni
che il tuo tempo sia impiegato male, accoglimi nella tua casa. Se tu
riuscissi a sentire quello che ho fatto per te, proveresti compassione per
me. Se pensassi con attenzione a quante volte mi hai offeso, gemeresti e
mi chiederesti perdono'. Il proprietario rispose: 'Siamo mezzi morti dal
desiderio a forza di aspettarti, per questo abbi compassione delle nostre
miserie e noi ti daremo liberamente quello che chiedi. Guarda la nostra
povertà, pensa all'angoscia del nostro corpo, e saremo pronti a tutto ciò
che vorrai'. 


Allora arrivò alla quinta casa, la cui porta era completamente
aperta, e disse: 'Amico mio, desidero entrare qui liberamente; ma sappi
che cerco un riposo migliore di quello che danno le piume; un calore
maggiore di quello che dà la lana; una carne più fresca di quella che
possono dare gli animali'. Quelli che erano all'interno, gli risposero: 'Ai
nostri piedi ci sono dei martelli con i quali spaccheremo le ossa dei nostri
piedi e delle nostre cosce per darti il midollo necessario al tuo riposo.
Apriremo le nostre viscere: entra dentro di loro se le desideri, poiché così
come per te nulla è più morbido del midollo, allo stesso modo nulla ti
terrà più caldo delle nostre viscere. Il nostro cuore è più fresco e ricco di
quello degli animali: lo taglieremo affinché tu te ne possa cibare. Devi
semplicemente entrare. Sei dolce affinché possiamo assaporarti e
desiderabile perché possiamo gioire di te'. 


I cinque abitanti di queste case simboleggiano 
cinque condizioni in cui si trovano gli uomini

i primi
sono i cristiani infedeli, secondo i quali i giudizi di mio Figlio sono
ingiusti, le sue promesse vane e i suoi comandamenti intollerabili. Sono
coloro che dicono dei predicatori di mio Figlio: 'Parlano secondo i loro
pensieri; predicano secondo la loro intelligenza; dicono delle bestemmie'.
Se fosse onnipotente, egli si vendicherebbe delle ingiurie subite; è tanto
alto e grande che non può essere vestito; così insaziabile da non potersi
saziare; così impaziente da non poter vivere con nessuno. Pensano che
sia lontano perché, a causa della loro pusillanimità nelle azioni e
nell'amore, non si sforzano di andare incontro alla sua bontà; lo
definiscono grande perché la loro lubricità non ha né limite né misura;
hanno un'opinione pessima ed errata di lui e ne pensano male ancora 
prima di conoscerlo; poiché il cielo e la terra non bastano loro, lo
accusano di essere insaziabile in quanto esige che l'uomo dia tutto quello
che ha di meglio per l'anima; lo credono molto impaziente per potergli
attribuire dei vizi e sostenere che suscita sentimenti contraddittori nella
volontà delle persone. Ora, mio Figlio è onnipotente in cielo e sulla terra;
Creatore di tutte le cose, non è stato creato da nessuna di esse, poiché
viene prima delle cose e dopo di lui non molto grande in ogni cosa e al di
sopra di tutte. Sebbene sia potente, desidera la salvezza degli uomini, lui
che non ha bisogno di abiti, lui che copre ogni cosa, lui che è vestito in
eterno e invariabilmente dell'onore e della gloria perpetua. Lui, pane
degli angeli e degli uomini, che sazia tutte le cose e che non ha bisogno
di nulla, desidera essere saziato dall'amore degli uomini. Lui, il
riformatore e il creatore stesso della pace, chiede loro la pace. Dunque,
chiunque lo vorrà dentro di sé, potrà saziarlo con spirito gioioso e buona
volontà; sarà sufficiente una sola briciola di pane; bastano una rete per
vestirlo se la carità è ardente, e una goccia d'acqua per placare la sua
sete se l'amore è puro e onesto. Chi ha una devozione ardente e
costante, può riceverlo nel suo cuore e parlargli, perché Dio è spirito. Per
questo desidera tramutare le cose corporali in spirituali e le cose periture
in eterne. Inoltre ritiene che venga fatto a lui tutto ciò che viene fatto ai
suoi amici, e non considera soltanto le opere in sé e la loro portata, ma
la volontà fervida e l'intento con cui è stata compiuta una certa azione.

Tuttavia più mio Figlio grida nella loro anima con ispirazione segreta e
intelligibile e li avverte mediante i suoi predicatori, più gli uomini
rendono insensibile la loro volontà e irrigidiscono il loro spirito contro di
lui. Essi non lo ascoltano, non gli aprono la porta del loro cuore e non lo
fanno entrare con opere d'amore e di carità. Perciò verrà il tempo in cui
la falsità su cui fondano le loro vite sarà annientata, mentre verrà
esaltata la verità e si manifesterà la gloria di Dio. 


Per quanto riguarda il
secondo tipo di persone, esse si reputano molto assennate; ritengono
che la loro saggezza sia giustizia legale; predicano da sé le proprie opere
e le preferiscono a tutte le altre. Se sentono parlare delle azioni di mio
Figlio, le ritengono vili e spregevoli; se odono le sue parole e i suoi
comandamenti, si indignano; si ritengono peccatori é infetti, se pensano
e sentono quello che lo riguarda. Si credono ancora più infelici e
miserabili se ne imitano le opere. Finché godranno di buona salute,
penseranno di essere potenti al punto di fare affidamento esclusivamente
sulle proprie forze. Per questo la loro speranza sarà annientata e la loro 
gloria si tramuterà in confusione. 

Il terzo tipo di persone grida e si beffa
di lui: 'Chi è Cristo? Se è mite e generoso nel dare le cose presenti, lo
riceveremo volentieri; se è clemente nel perdonare i peccati, l'onoreremo
liberamente'. Ma l'occhio dell'intelligenza di queste persone è chiuso,
perché esse non comprendono la giustizia e la misericordia divina; si
tappano le orecchie per non sentire quello che mio Figlio ha fatto per
amore loro e per amore di tutti; si chiudono con forza la bocca e non si
interrogano su ciò che è loro utile e conveniente; chiudono le mani e non
vogliono lavorare; non desiderano cercare la strada con cui potrebbero
sottrarsi alla menzogna e trovare la verità. Poiché non vogliono ascoltare
e prestare attenzione pur avendone il tempo, cadranno con la loro casa e
saranno sepolti nella tempesta. 


Il quarto tipo di abitanti è costituito da
persone che sarebbero volentieri cristiane se sapessero in che modo
accontentare mio Figlio e se qualcuno le aiutasse e le istruisse.
Attraverso il clamore interiore dell'amore ed altri segni, esse avvertono
quanto mio Figlio abbia sofferto per tutti. Perciò gli gridano con fiducia:
'Signore! Siamo venuti a sapere che hai promesso di darci te stesso, e ti
aspettiamo. Vieni e tieni fede alla tua promessa, perché vediamo che nei
servitori dei falsi dei non c'è virtù divina, né carità per le anime, né
grande castità, bensì amicizia per le cose corporali e piacere per l'onore
terreno. Abbiamo sentito anche qualcosa della tua legge e udito le tue
prodigiose meraviglie di misericordia e giustizia. Dalle parole dei profeti
abbiamo appreso che attendevano colui di cui avevano predetto la venuta. 
Per questo, Signore pio e clemente, vieni perché ti daremo volentieri
noi stessi e abbiamo udito che nell'amore delle anime stanno l'uso
discreto di tutte le cose, la purezza perfetta e la vita eterna. Vieni presto,
dunque, perché siamo quasi morti a forza di aspettarti. Vieni e
illuminaci'. Questo gridano a mio Figlio, perciò la loro porta è semiaperta.
In effetti, hanno una reale volontà di compiere il bene, che, tuttavia, non
si è ancora manifestata. Sono loro che meritano la grazia e la
consolazione di mio Figlio. 


Nella quinta casa si trovano i miei amici e i
miei figli; la porta interna del loro spirito è completamente spalancata a
mio Figlio. Essi odono con schiettezza il suo appello e la sua invocazione
e non solo gli aprono la porta di casa quando bussa, ma lo precedono
con gioia quando lo vedono arrivare; rompono e spezzano con il martello
dei precetti divini tutto ciò che non è giusto e retto in loro e preparano il
riposo di mio Figlio non in un letto di piume, bensì nella melodia e
nell'accordo delle virtù e nella mortificazione dei loro affetti, che sono il 
midollo delle virtù. Essi danno a mio Figlio un calore che non è generato
dalla lana ma dall'amore ardente; infatti gli preparano un pasto più
fresco della carne e tale che, nel loro cuore, non desiderano niente e non
amano nulla all'infuori di Dio. Nel loro cuore abita il Signore del cielo, e
Dio, che pasce tutti, è saziato dal loro amore. Essi hanno sempre lo
sguardo fisso sulla porta, per paura che entri il nemico; le loro orecchie
sono sempre tese verso il Signore, ma le mani sono pronte per combattere lo straniero. 
Fai il possibile per imitarli, figlia mia, perché le loro
fondamenta sono edificate sulla pietra dura, mentre le altre case sono
state erette sul fango e dunque crollano al primo soffio di vento». 

Libro Il, 3. SANTA BRIGIDA

domenica 8 settembre 2019

Interessanti notizie sulla città di Bari

BARI PONTE FRA ORIENTE E OCCIDENTE

lunedì 8 ottobre 2018

Festa di Santa Brigida

8 OTTOBRE
SANTA BRIGIDA, VEDOVA

Brigida e Caterina da Siena.

Santa Brigida, meno conosciuta di santa Caterina da Siena, 
che visse poco dopo di lei, le somiglia sotto molti aspetti. A differenza
della vergine senese, Brigida accettò le nozze per obbedire
alla volontà del padre, ispirata per questo dallo Spirito Santo. La sua
vita, come la vita di Caterina, brillò poi nella Chiesa per le rivelazioni
avute dal cielo e comunicate al mondo e per i passi fatti presso il
Papato, per riportarlo a Roma, dalla quale era assente da lungo tempo.

Le rivelazioni.

« Signore, chi vi ha trattato così? ». <( Quelli che trascurano e dimenticano
il mio amore », aveva risposto il Signore e, poco tempo
dopo, aveva aggiunto: « Io sono il Creatore di tutte le cose... Tu sarai
la mia Sposa, vedrai le cose spirituali e penetrerai i segreti celesti
e il mio spirito sarà con te fino alla morte. Sappi che non parlo a te
per te sola, ma per tutti i cristiani... ». 

Sbigottita dalle rivelazioni, 
Brigida si rifugiava nelle mortificazioni e trovava coraggio esponendo
con confidenza al confessore le grazie che riceveva e immolando la
sua volontà. Dio però la rassicurava: « Ti ho solo comandato di onorare
Dio, di credere che nulla esiste senza di Lui e di amare rettamente
il mondo, che è fatto per l'uomo. Lo spirito delle tenebre ti
insegnerà il contrario, ma tu forma bene la tua coscienza. Col mio
consenso il demonio può mettere alla prova i miei servitori, ma non
potrà mai dominare le anime, che credono in me e mi riserbano il
loro amore. Lo spirito increato non fa posto ad altro amore che a quello
di Dio, nel quale tutti gli amori si riassumono. Lo spirito creato
desta nell'anima i cattivi desideri dai quali è mossa e la getta nell'amarezza,
predica il nulla delle gioie future, la vanità dei beni eterni
e l'annega nell'impurità di cui si pasce. Lo Spirito Santo invece rivela
la vanità del mondo in modo che l'anima vorrebbe fuggire le
sozzure della terra, per slanciarsi verso di me ».

Così Dio rassicurava la sua serva umile e fedele e noi, dagli effetti
prodotti nell'anima nostra, possiamo così conoscere a quale
spirito obbedisce, se allo Spirito Santo o allo spirito del male.
Brigida non era pienamente contenta della presenza e delle rivelazioni
del suo Dio e avrebbe desiderato di vivere in un chiostro,
lontano dagli sguardi, dall'ammirazione e dalle vanità del mondo.
Ma Dio, come aveva fatto una volta con i profeti, la strappò alla solitudine
e le afidò faticose missioni.

Alla corte di Stoccolma.

Dovette ricomparire a corte, che aveva abbandonato dopo la
morte dello sposo, e denunciò alla presenza del re, della regina e dei
cortigiani il lusso della corte fastosa e i piaceri ai quali le anime si
abbandonavano ammonendo che Dio avrebbe punito senza pietà,
se non si tornava ad una vita più semplice e se si continuava ad opprimere,
con ingiuste imposizioni, i poveri, che vivevano in miseria.
Fu ricevuta dal sovrano con deferenza e la sua parola, appoggiata
da miracoli, convertì molti peccatori e il re stesso si impegnò
nella riforma della sua vita e del suo regno.

La missione presso il Papa.

La volontà divina le impose una missione anche più delicata:
« Scrivi da parte mia al Papa Clemente (VI) ciò che ti dico ». Brigida
conosceva quanto male avesse fatto alla cristianità l'esilio del Papato
ad Avignone e non ignorava le lotte in cui i Papi si erano immischiati
e il lusso della loro corte. Dovette scrivere al Papa delle rovine che
Dio gli minacciava, se non si fosse impegnato a mettere pace tra il
re di Francia e il re di Inghilterra e se non avesse personalmente rinunciato
alle ambizioni e cupidigie delle quali si compiaceva. Il
Papa ricevette la lettera con rispetto e cercò di tenerne conto, ma,
pur convocando a Roma i pellegrini del mondo intero per lucrarvi
l'indulgenza del Giubileo del 1350, non si mosse da Avignone. Brigida
dovette attendere fino al 16 ottobre del 1367 per vedere Papa
Urbano V rientrare in Roma.
Andò allora sollecitamente a gettarsi ai piedi del Pontefice, per
esporgli i desideri di Dio per la riforma della Chiesa e la santità
della Curia Romana. Ebbe la gioia di vedere che Urbano V non trascurava
i consigli e correggeva gli abusi, che disonoravano la Chiesa,
mentre risorgevano dalle rovine i santuari e il potere supremo del
Papa veniva riconosciuto dal popolo di Roma, dai baroni e dall'imperatore.
Purtroppo non erano passati tre anni e Papa Urbano, scoraggiato,
abbandonava ancora una volta il sepolcro degli Apostoli. La santa
lo aveva predetto; egli rivide Avignone per morirvi. Gli succedette
Ruggero di Belforte, nipote di Clemente VI, col nome di Gregorio XI:
il Papa che avrebbe posto fine per sempre all'esilio, rientrando in
Roma.

La morte.

Ma Brigida è al termine dei suoi giorni e altri raccoglieranno
nella gioia quello che lei ha seminato nel dolore: sarà Caterina da
Siena a condurre il Vicario di Cristo nella città santa dopo che lei
sarà morta. Brigida infatti nel 1371 parte per i Luoghi santi, testimoni
della Vita e della Morte del Cristo, e, nel ritorno da questo
ultimo pellegrinaggio, lontana dalla sua terra natale, in Roma,
di cui non ha potuto far cessare la desolata vedovanza, rende la sua anima
a Dio. La figlia, Caterina, raccoltene le spoglie, le portò in Scandinavia.
Fu deposta nel monastero ancora incompiuto di Vadstena, destinato
ad essere la sede dell'Ordine del Salvatore il cui disegno,
come tutte le imprese imposte da Dio a Brigida, doveva realizzarsi
solo dopo la sua morte. Circa venticinque anni prima aveva ricevuto
l'ordine di fondare e, quasi contemporaneamente, quello di abbandonare
quel pio asilo quasi che il Signore volesse farle intravvedere
la tranquillità di quel luogo, per meglio crocifiggerla con una vita
nella quale intendeva spingerla proprio in quel momento. Severità
che Dio usa con i suoi intimi, sovrana indipendenza dei suoi doni!
Già nella giovinezza Dio aveva lasciato che Brigida sognasse il giglio,
attributo dei vergini, e tosto le aveva rivelato che quel fiore, che egli
predilige, non era per lei. Invano ho gridato verso di lui, diceva il
profeta durante la prigionia, che poteva figurare quella di cui Brigida
gustò tutta l'amarezza, invano ho gridato verso di lui e l'ho supplicato:
ha respinto la mia preghiera, mi ha sbarrata la strada con pietre
da costruzione, ha rovesciato i miei sentieri (Geremia, Lamentazioni
3, 8-9).

Il Rosario di santa Brigida.

Ricordiamo che Brigida morì il 23 giugno del 1373 e la data
dell'otto ottobre è l'anniversario del giorno in cui per la prima
volta, l'indomani della canonizzazione, Bonifacio IX celebrò la
Messa della Santa (7 e 8 ottobre 1391). Martino V confermò poi
gli atti di Bonifacio IX in onore della santa e approvò le sue rivelazioni,
che, aspramente osteggiate nei concili di Costanza e
di Basilea, guadagnarono maggiormente favore nella pietà dei fedeli.
Sono note le indulgenze annesse al Rosario, che porta il nome di
santa Brigida, frequentemente applicate oggi, per concessione della
Santa Sede alle corone in uso. Conviene però ricordare che la corona
di santa Brigida si componeva di 63 Ave Maria, di 7 Pater e di 7
Credo in onore degli anni che si presume abbia vissuti in terra Maria
Santissima, delle sue sette allegrezze e dei suoi sette dolori. Il pensiero
di onorare Maria la indusse perfino ad affidare il superiorato
alla Badessa nei doppi monasteri del sùo Ordine del Salvatore.

Vita. - 

Brigida nacque in Svezia nel 1302 e, nella sua infanzia, fu favorita
della visione della Passione del Signore. Sposata a Ulf, principe di Nericia,
seppe così bene avviarlo ad imitare la sua pietà che questi volle poi
entrare in un monastero di Alvastra ove morì nel 1344. Brigida si avviò al-
lora ad una vita molto austera e ne fu presto ricompensata con eccezionali
favori soprannaturali, visioni ed estasi. Nel 1346 fondò l'Ordine del santo Salvatore
e scrisse a Papa Clemente VI per chiedergli che si impegnasse nella
riforma della Chiesa, lasciasse Avignone e rientrasse a Roma. Nel 1350 fu
a Roma lei stessa, per lucrare l'indulgenza del giubileo, e poi visitò santuari
d'Italia e di Palestina. Tornò a Roma nel 1373 e vi morì. Il suo corpo fu
portato in Svezia dalla figlia Caterina. Bonifacio IX iscrisse Brigida nel catalogo
dei Santi, il 7 ottobre del 1391.

La venuta a Roma.

Sii benedetta da tutti i popoli, o donna forte, sostegno della
Chiesa in tempi tristissimi. Mentre la terra, impoverita di virtù,
non pagava più al Supremo Signore il suo tributo, fosti il tesoro scoperto
alle estreme frontiere (Prov. 31, 10) per esprimersi con la Scrittura,
il quale compensò la miseria di tutti. Sollecitata dagli Apostoli
e dai santi Martiri, lo Spirito ti condusse sui luoghi dove essi versarono
il sangue per lo Sposo e sembrasti allora una nave, che da lontani
orizzonti reca nutrimento e vita (ibid. 31, 14) alle regioni desolate
dalla sterilità e Roma, esausta, ritrovò speranza, espiò, seguendo
il tuo esempio, le colpe dalle quali era derivato l'abbandono, e le tue
suppliche le riportarono il cuore dello Sposo e quello del suo Vicario
in terra.

La sofferenza.

Il tuo compito era soffrire e faticare e quando l'opera tua si
compiva con gioia di tutti avevi già lasciata la terra, come gli eroi
dell'Antico Testamento che salutavano da lontano le promesse, che
si sarebbero realizzate per altri, e affermavano di essere su questa
terra stranieri e di passaggio (Ebr. 11, 13). Come loro cercavi una
patria (ibid. 14) non quella che avevi abbandonata e nella quale ti
era comodo ritornare (ibid. 15), ma la sola vera patria, quella dei cieli
(ibid. 16). Dio stesso si gloriava di essere chiamato tuo Dio.


Preghiera.

<<Dall'eterna città dove è terminato il tuo esilio custodisci in noi
il frutto dei tuoi esempi e dei tuoi insegnamenti. Nonostante l'attuale
riduzione, il tuo Ordine del Salvatore li perpetua nelle regioni ove
ancora esiste e possa un giorno rivivere a Vadstena con lo splendore
di un tempo. Riporta, per mezzo suo e dei suoi emuli, la Scandinavia
alla fede, così sventuratamente perduta del suo Apostolo Anscario e
di Eric e Olaf, suoi re martiri. Proteggi infine Roma, che ti fu dal
Signore particolarmente afidata e risparmiale di dover subire un'al-
tra volta la terribile prova per allontanare la quale tu impegnasti
tutta la tua vita.>>

Ne parlò anche Papa Benedetto XVI

AMDG et DVM