STORIE E LEGGENDE 2
VA' E PREDICA
Costantino di Orvieto racconta nella sua Legenda che, mentre S.
Domenico era a Roma e pregava nella basilica di S. Pietro, vide comparire i due
santi apostoli, Pietro e Paolo. Il primo, Pietro, gli consegnò un bastone;
Paolo un libro. E tutti e due soggiunsero: « Và e predica, perché Dio ti ha
scelto per questo ministero ». E in quell'istante parve a Domenico di vedere i
suoi frati sparsi nel mondo che andavano a due a due a predicare al popolo la
parola di Dio. (Cfr. Vicaire, op. cit., p. 342).
È certo che S. Domenico nei suoi viaggi portava con sé un bastone (si conserva
nel convento di S. Domenico in Bologna) e le Lettere di S. Paolo e il Vangelo di S. Matteo.
IL PANE IN GINOCCHIO
Fra' Paolo da Venezia riferì al processo di canonizzazione di Bologna: «
Domenico praticava la povertà personalmente e desiderava che fosse praticata
nell'Ordine (...). Portava un abito molto grossolano e quando era fuori dalle
città o dalle vie maestre, si toglieva le scarpe e camminava scalzo (...). Egli
l'aveva visto andare di porta in porta a domandare l'elemosina e ricevere del
pane come un povero. Un giorno a Dugliolo (Bologna), dove domandava l'elemosina,
un uomo gli diede una pagnotta intera: il Padre la prese in ginocchio con molta
umiltà e devozione » (Processo di Bologna, n. 42).
COMINCIANDO DAGLI ULTIMI
Fr. Buonvisio da Piacenza al processo di canonizzazione di Bologna « narrò che,
al tempo in cui egli fu economo del convento di Bologna e quindi spettava a lui
procurare il necessario ai frati, un giorno di digiuno venne a mancare il pane
in refettorio. Fra' Domenico come al solito fece cenno perché fosse servito il
pane in tavola; al che il teste lo avvertì che non ce n'era. Allora fra'
Domenico, raggiante in viso, alzando le mani lodò e benedisse il Signore. In
quel medesimo istante entrarono due portando due canestri, uno di pane e
l'altro di fichi ». (Processo di Bologna, n. 22).
La tradizione precisa che questi due « angeli », iniziarono a servire dagli
inferiori finendo per ultimo con S. Domenico. La scena è riprodotta in
moltissimi refettori dei conventi domenicani; ed ancora oggi i primi ad essere
serviti a mensa sono i meno anziani, e, per ultimo, il superiore.
DISPOSTO A VENDERSI SCHIAVO
Una volta, mentre S. Domenico esortava un eretico a tornare nella Chiesa,
questi gli rispose che l'adesione all'eresia gli era imposta dalle strettezze
economiche. Gli eretici, infatti, gli davano in abbondanza quel che gli occorreva
per vivere, cosa che non avrebbe ottenuto altrove.
Mosso a compassione, decise di vendere se stesso come schiavo e col ricavato
riscattare la miseria di quell'anima in pericolo. E l'avrebbe fatto, se Dio non
avesse provveduto ín altra maniera alla povertà di quell'uomo. (Da B.
Giordano, Libellus, c. 35).
SOSTEGNI DELLA CHIESA
Si narra che il papa Innocenzo III, dal quale S. Domenico era andato per avere
l'approvazione del suo Ordine, una notte vide in sogno la basilica lateranense
che stava per crollare ed un uomo, S. Domenico, che sosteneva con le sue spalle
le mura cadenti.
Tale fatto è ricordato anche di S. Francesco d'Assisi.
Si racconta pure che una notte, stando in preghiera, S. Domenico vide Gesù
Cristo sdegnato contro il mondo e la sua Madre che, per placarlo, gli
presentava due uomini. In uno riconobbe se stesso; ed impresse nella memoria il
volto dell'altro. Il giorno seguente, in una chiesa vide quell'uomo, lo
abbracciò e gli raccontò la visione avuta. Era S. Francesco d'Assisi. (Vitae Fratrum, n. 3).
Certo è che ancora oggi, dove esistono vicini un convento di Francescani e di
Domenicani, il giorno della festa di S. Domenico i Francescani vanno dai
Domenicani e il giorno di S. Francesco i Domenicani vanno dai Francescani per
ripetere quel primo abbraccio tra i due Santi.
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