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mercoledì 23 ottobre 2019

Un angolo tutto mariano, nella festa di sant'Antonio Maria CLARET y CLARA'


Tepeyac - Guadalupe 1531

Autore:
Mattioli, Don Vitaliano
Fonte:
CulturaCattolica.it
Il volto meticcio di Maria di Guadalupe è simbolo luminosissimo dell'incarnazione del Vangelo nella cultura amerindia all'inizio della evangelizzazione
Le apparizioni della Madonna non sono una novità. Alcune, per la loro incidenza, possono essere chiamate 'secondarie'. Altre invece hanno avuto una grandissima incidenza. Tra queste si annovera quella avvenuta a Guadalupe nel 1531, che ha riportato equilibrio e fiducia ai popoli del centro America appena conquistati; ma non solo, bensì ci ha lasciato anche l'IMMAGINE DEL SUO VERO VOLTO di Madre e Mamma PERFETTISSIMA che schiaccia la testa a satana e salva il suo Popolo.


Breve cronistoria
Colombo parte da Palos il 1492
Il 12 ottobre 1492 approda nell'isola Hispaniola (attuale Haiti) nella regione delle Antille.
In parallelo inizia l'opera di evangelizzazione da parte dei francescani e domenicani.
Purtroppo iniziano anche grandi ingiustizie.
Nel 1511 il domenicano Montesinos ha preso le prime drastiche misure contro gli abusi.
Cortés il 21 aprile 1519 sbarca sulla terraferma ed inizia la conquista dell'impero azteco, assediando la capitale Tenochtitlan (attuale Città del Messico) Il 13 agosto 1521 la splendida capitale soccombe.
Lo choc subito dagli abitanti fu enorme. Il popolo azteco cadde in una disperazione esistenziale. Al dramma socio - politico si unì quello religioso. La gioia e la voglia di vivere era scomparsa.
La loro amarezza è riportata in queste righe:
"Ci è stato imposto un prezzo
Si è stabilito il prezzo del giovane, del sacerdote,
della fanciulla e del bambino.
Basta! Il prezzo di un uomo del popolo
a malapena eguagliava due pugni di mais"

Ma il colpo più grande è stata la morte dei loro dei:
"Ma dove dovremmo andare ormai?
Siamo gente comune,
siamo effimeri, siamo mortali,
lasciateci allora morire, lasciateci allora perire
perché già i nostri dei sono morti".

A questo momento di estrema disperazione intervenne la Madonna. Era il sabato 9 dicembre 1531.

Il luogo
Attualmente la zona di Guadalupe è conglobata nella capitale. Al tempo delle apparizioni era una collina fuori di Tenochtitlan di diversi chilometri. Il nome indigeno era Tepeyac, che letteralmente significa 'Colle a forma di naso'. Gli indigeni credevano che il colle fosse la dimora della 'Vergine Madre' chiamata Tonantzin, oppure Coatlicue. Da questo nome, con varie storpiature, è derivato l'attuale 'Guadalupe'.

Il protagonista
Juan Diego Cuauhtlatoatzin, nato nel 1474, al momento delle apparizioni era una persona non più giovane, un uomo del popolo, un analfabeta. Normalmente vestiva il grembiule del contadino (tilma). Insieme a sua moglie ricevette il battesimo. Dopo la morte di lei (1529) intensificò la sua vita di pietà. Quasi tutti i giorni si recava in città per partecipare alla Messa e prendere lezioni di catechismo. La strada passava per il colle. Dal 9 al 12 dicembre 1531 ebbe le apparizioni. Morì all'età di 74 anni nel 1548. Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 6 maggio 1990 e canonizzato il 31 luglio 2002.

Le apparizioni
In tutto sono quattro. Due il giorno 9 dicembre, una di mattina, l'altra di sera; la terza il 10; la quarta il 12. La Madonna gli appare con il viso di una signora meticcia, nella situazione di una donna in gravidanza. Si rivolge a Juan Diego chiamandolo 'mio amatissimo figlio'. Gli dice di recarsi dal vescovo invitandolo a costruire una chiesa su quel colle. Il vescovo di Città del Messico era Juan de Zumarraga. Le cronache ci narrano che il vescovo derise quel vecchietto ignorante e lo congedò dicendogli che se avesse rivisto la Signora, doveva chiederLe un segno. La Signora gli risponde di non scoraggiarsi perché Lei procurerà il segno che il vescovo chiede. La mattina del 12 dicembre Juan Diego ripercorre la stessa strada. La Signora gli appare nuovamente e dice a Juan Diego di raccogliere le rose, metterle nel grembiule (tilma) e portarle al vescovo. Questo sarà il segno che lui desidera. Juan Diego si meravigliò perché in quel tempo non crescevano le rose. Tuttavia rivoltandosi vide un bel roseto. Subito raccolse i fiori e li mise nel grembiule. Poi si recò subito dal vescovo con la preoccupazione di non sciupare le rose. Entrato nella casa del vescovo, nell'atto di aprire il grembiule per mostrare le rose, al loro posto si vide impressa sul grembiule la stessa immagine che gli era apparsa. Questa il vescovo crede all'apparizione, si commuove e chiede scusa a Juan Diego.
La tilma adesso è conservata nella grande basilica ed esposta per la venerazione dei fedeli. Nonostante sia composta di fibra vegetale, nonostante attentati ed un incendio è ancora incorrotta. La Vergine è coperta da un manto azzurro - verde, trapuntato di stelle color oro. Raggi di sole sprizzano dal di dietro della figura. Uno spicchio di luna sembra sorreggerne i piedi. La Madonna di mostra nelle sue caratteristiche di regina e madre di Dio. Per l'importanza del messaggio che contiene è stata definita 'Vangelo Messicano'.

Il messaggioLa Signora vista da Juan Diego non si presentò come una straniera, ma come una meticcia. Era simile ad una donna del luogo; parlava la lingua azteca e non lo spagnolo; la parole e i simboli usati sono della cultura indigena.
Nel 1531 permanevano ancora rancori, odi, risentimenti, assoggettazione, schiavitù. La scelta della razza meticcia è un invito ad un nuovo atteggiamento conseguenza di un realismo storico: non si può tornare indietro. Quel volto non predica la lotta di classe, non spinge alla rivendicazione dei propri diritti; invece sprona ad un incontro, ad una fusione, ad uno scambio di ricchezze spirituali.
Il Documento di Puebla (1979) così ha commentato: "Il volto meticcio di Maria di Guadalupe è simbolo luminosissimo dell'incarnazione del Vangelo nella cultura amerindia all'inizio della evangelizzazione" (n. 446).

domenica 7 ottobre 2018

BEATA VERGINE MARIA DEL ROSARIO

SUPPLICA
http://gerardoms.blogspot.com/2012/05/supplica-alla-madonna-di-pompei.html
LEPANTO 1571:
Regina
SS.mi
ROSARII
guadalupe.jpg

Ave Domina…

Nostra Domina Guadalupiana!
HORA MARIAE
Maria, Nostra Domina Guadalupiana est Imperatrix Mundi
atque, ut Mater Dei et Mater Nostra, repraesentat
Universalem Identitatem omnium filiorum qui Ipsam amant.

Prot. 10.198 – Die I ianuarii anno MMX
In sollemnitate Sancta Matris Dei

Nostra Signora di Guadalupe (in lingua spagnola: Nuestra Señora de Guadalupe), nota anche ... La Madonna di Guadalupe è venerata dai cattolici come patrona e regina di tutti i popoli di lingua spagnola e del ... una copia, dono del re Filippo II di Spagna, che portò con sé sulla propria nave nella battaglia di Lepanto.
http://gerardoms.blogspot.com/2018/01/uaglio-la-corona-del-rosario-e-unarma.html

AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 24 agosto 2018

UN GRANDE SEGRETO E' NASCOSTO...


...NEGLI OCCHI DELLA MADONNA DI GUADALUPE


Un messaggio profetico per la famiglia.
L’Incontro mondiale delle Famiglie a Città del Messico, (16-18 gennaio 2009)  ha registrato una partecipazione imponente, a dimostrazione di quanto sia vivo, nel popolo cristiano, nonostante tutto, il valore famiglia anche nel nostro tempo. E’ il sesto Incontro mondiale delle Famiglie, che si ripete ogni tre anni. 


Quest’anno il tema era:  "La famiglia, formatrice ai valori umani e cristiani". Gli ultimi due giorni si sono svolti presso la Basilica della Madonna di Guadalupe, il santuario  mariano più frequentato (12 milioni di pellegrini l’anno).


La Madonna di Guadalupe ha una grande importanza nella vita religiosa dei cattolici non soltanto dell’America Latina.  Tutti i messicani sono devoti della Madonna di Guadalupe. 
La storia di quel santuario, che sorge alla periferia della Capitale messicana, ebbe inizio nel dicembre del 1531. Un indio, Juan Diego, un contadino di 57 anni (dichiarato santo da Giovanni Polo II nel 2002),  mentre si recava in chiesa, cominciò a incontrare una bellissima ragazza che lo salutava e gli sorrideva. Una mattina quella ragazza si presentò dicendo:  “Io sono la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del Verissimo e unico Dio”  e chiese che in quel luogo venisse eretta una chiesa in suo onore.



L’indio riferì tutto al vescovo, Juan de Zumarraga, il quale non voleva credere. E allora quella misteriosa ragazza disse a Juan di  andare sulla montagna, cogliere dei fiori e portarli al vescovo. Diego obbedì anche se pensava di non poter trovare fiori in quel periodo di freddo rigido. 



Invece trovò delle bellissime rose. Le raccolse, le pose, nella sua  tilma, una specie di rozzo grembiule che portavano i contadini messicani, e andò dal vescovo.  Quando aprì la tilma, il vescovo con tutte le altre persone che erano presenti, videro formarsi su quella rozza stoffa l’immagine della Madonna. Quella che si venera nella Basilica. Cadde in ginocchio e cominciò a credere ai racconti del  povero indio.


Quell’immagine venne portata nella cattedrale ed esposta alla veneraione del pubblico. La devozione si diffuse rapidamente, anche perché si verificarono subito molti prodigi. Fu eretta una cappella e in seguito un grande santuario e di recente un altro santuario ancora più grande per poter ospitare i pellegrini che ogni anno aumentano.

L’immagine rappresenta una giovane sui 15 anni, alta 143 centimetri, con carnagione un po’ scura e per questo  i messicani la chiamano “Virgen Morenita”. I tratti del viso non sono né europei né indio, ma presentano una perfetta commistione di queste due razze. Si potrebbe dire che è una perfetta meticcia, ma va ricordato che, allora, i meticci, frutto appunto delle due razze, azteka ed europea, non esistevano ancora.

Quell’immagine, quindi, nella sua configurazione fisica, era profetica, rappresentava la razza meticcia che sarebbe  venuta in seguito e che costituisce la popolazione messicana di oggi. E  così come misteriosamente si era formata, continuò a presentare sempre più stupefacenti anomalie.

Fin dall’inizio, attrasse la curiosità dei più attenti osservatori. La tilma era di un tessuto di fibre di agave, che in genere venivano adoperate per fare corde. Una volta ritorte, quelle fibre davano dei fili aspri, duri e molto resistenti. Il tessuto che si otteneva, perciò, era rozzo, assolutamente non adatto ad essere dipinto. E molti, osservando l’immagine, si chiedevano come mai fosse stato possibile ottenere una figura così bella su una tela tanto rozza. 

Cominciarono le ricerche. Prima fatte da pittori curiosi, poi da medici e scienziati e vennero così alla luce caratteristiche misteriose e assolutamente inspiegabili con le conoscenze scientifiche umane. Il mistero è andato via via, lungo i secoli, sempre più evidenziandosi e ingigantendosi, fino a diventare uno degli enigmi più sconcertanti che si conoscano. 


Nel 1936, il professor Richard Kuhn, direttore della sezione di chimica del Kaiser Wilhelm Institut di Heidelberg, che due anni dopo, nel 1938, avrebbe ottenuto il premio Nobel per la chimica, dimostrò in maniera scientificamente inoppugnabile che sulle fibre di quella tela non vi è traccia di coloranti di nessun tipo,  né vegetali, né animali, né minerali. Quel quadro non poteva essere stato  dipinto da mano umana. 

Ma il fenomeno più sorprendente  riguarda le scoperte fatte nelle pupille della Vergine.  Nel 1929, il fotografo Alfonso Marqué Gonzales, studiando alcuni negativi dell'immagine, osservò che, con l’aiuto di una grossa lente di ingrandimento, nell'occhio destro della Madonna si vedeva distintamente una figura umana. 

La scoperta destò scalpore. Altri fotografi cercarono di chiarire il fatto, scoprendo anche altre immagini. Se ne interessarono anche medici.

E’ noto che nell’occhio umano si formano tre immagini riflesse degli oggetti osservati. Si chiamano “immagini di Purkinje-Sanson” dai nomi dei due ricercatori che scoprirono questa caratteristica dell’occhio umano nel secolo XIX. 

Due di quelle immagini sono “diritte”, una sulla superficie esterna della cornea, la seconda sulla superficie  esterna del cristallino. La terza, che si forma rovesciata, appare sulla superficie interna del cristallino. 

In teoria, tali immagini riflesse, oltre che negli occhi di una persona vivente possono essere viste anche in una fotografia della stessa,  ma non potevano certo vedersi negli occhi di un volto umano “dipinto” su una tela. Eppure, nelle pupille della Vergine di Guadalupe, immagine che risale al 1531, si vedevano le sagome di  alcune persone.
Nel  1979 arrivò in Messico un ingegnere peruviano, José Aste Tonsmann. Uno scienziato ad alto livello, che alcuni anni fa ho intervistato. Laureato in Ingegneria Civile  all’Università Nazionale di Ingegneria del Perù, aveva conseguito una seconda laurea in Filosofia e, passato all’Università Cornell, negli Stati Uniti, si era specializzato in Ingegneria dei Sistemi di ricerca attraverso il computer. Aveva lavorato poi con grandi aziende e tenuto corsi nelle più prestigiose università americane. Era insomma uno dei ricercatori moderni più qualificati.

Rimase colpito dagli studi già fatti sugli occhi della Madonna e volle interessarsene.  Da allora ha dedicato tutta la sua vita agli studi sugli occhi della Madonna di Guadalupe. Servendosi di strumenti elettronici d’avanguardia, di quelli, per intenderci, adoperati anche dalla Nasa per decifrare  le foto inviate dai satelliti nello spazio. 

Ha studiato il fenomeno in tutti i  suoi aspetti ed ha scoperto che negli occhi dell’immagine della Madonna di Guadalupe sono presenti le sagome di diverse persone e si vede ben distinta una scena specifica: quella descritta nei documenti del tempo,  che raccontano come si sia formata l’immagine della Vergine sulla tilma di Juan Diego.
Negli occhi dell’immagine della Vergine di Guadalupe, il professor  José Aste Tonsmann ha evidenziato nettamente un indio seduto, nudo, con la gamba sinistra appoggiata al suolo e quella destra piegata sopra l'altra, con i capelli lunghi, legati all'altezza delle orecchie, orecchino e anello al dito. 

Accanto a lui, un uomo anziano, con la calvizie notevolmente avanzata, la barba bianca, il naso dritto, le sopracciglia sporgenti, e si vede che una lacrima gli scende lungo la guancia destra: in questo personaggio è stato identificato il vescovo Juan de Zumarraga. 

Alla sua sinistra, un uomo abbastanza giovane, e si suppone che si tratti di Juan Gonzales, che fungeva da interprete per il vescovo de Zumarraga. Più avanti, appare il profilo di un uomo in età matura, con barba e baffi aderenti alle guance, naso grande e marcatamente aquilino, zigomi sporgenti, occhi incavati e labbra socchiuse, che sembra indossare un cappuccio a punta: è un indio, colto mentre sta per aprire il proprio mantello. 

Egli è rivolto in direzione dell'anziano calvo. E’ la scena di quando Juan Diego portò le rose al vescovo. La Madonna era presente, la scena che vedeva era nei suoi occhi e  rimase fissata nelle pupille dell’immagine che misteriosamente in quel momento si  impresse sulla tilma di Juan. 
Nella descrizione dei vari personaggi osservati negli occhi della Madonna, l'ingegnere José Aste ha individuato anche una giovane negra. Questo particolare mise in allarme gli studiosi in quanto al tempo dell'apparizione, in Messico, non c'erano negri. Ma successive ricerche hanno chiarito il piccolo giallo. 

Dal testamento del vescovo Juan de Zumarraga si è appreso che egli aveva al suo servizio una schiava negra, alla quale, prima di morire, volle concedere la libertà per i preziosi servizi che aveva avuto.

Accanto ai personaggi “storici”, José Aste ha individuato anche una seconda scena, staccata dalla prima, quasi in secondo piano, con un gruppo di persone anonime, che potrebbero rappresentare una famiglia atzeca composta da padre, madre, nonni e tre bambini. 

Riflettendo sulle sue straordinarie scoperte scientifiche, il dottor José Aste,  avanza, da credente,  un’ipotesi suggestiva. Dice che le scene scoperte nelle pupille dall’immagine potrebbero costituire un “messaggio” della Madonna di Guadalupe.

“Un messaggio destinato proprio al nostro tempo”, dice l’ingegnere “perché la Vergine sapeva che solo con la tecnologia moderna si poteva evidenziare il segreto racchiuso negli occhi di quella sua immagine. La scena delle figure anonime potrebbe indicarci  l’importanza dell’unione della famiglia e dei suoi valori; la presenza nello sguardo della Madonna di persone di razze diverse, potrebbe essere un monito antirazzista; la tilma che, per gli atzechi,  era più uno strumento di lavoro che un indumento vero e proprio, potrebbe essere un invito a servirci della tecnologia per diffondere la parola di Cristo”.




martedì 7 agosto 2018

La vera storia delle apparizioni della Perfetta Vergine Santa Maria Madre di Dio di Guadalupe sul colle del Tepeyac.



Vedi  immagine   Vedi volto
NICAN MOPOHUA
"QUI SI RACCONTA"
la vera storia delle apparizioni
della Perfetta Vergine Santa Maria 
Madre di Dio di Guadalupe
sul colle del Tepeyac.

Le immagini esclusive sono utilizzate dietro precisAutorizzazione
della Basilica di Guadalupe.
http://www.virgendeguadalupe.org.mxIl testo è il NICAN MOPOHUA   di A. Valeriano [1540 - 1548],
il più importante documento su Guadalupe.
Adattamento del prof. Antonino Grasso.
 
  Testo NICAN MOPOHUA La Tilma
 Tutti i quadri Formato flash Formato exe Filmato Torna al sito

********************************

Los misterios de la tilma de Guadalupe

 (de nazaret.tv)


"Maria... Nostra Signora de Guadalupe
schiaccia la testa a satana e salva il tuo popolo.
Maria... Nostra Signora de Guadalupe
raduna i tuoi figli sotto il tuo Manto di stelle."

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Vedi  immagine   Vedi voltoNICAN MOPOHUA
"QUI SI RACCONTA"
la vera storia delle apparizioni
della Perfetta Vergine Santa Maria 
Madre di Dio di Guadalupe
sul colle del Tepeyac.

Le immagini esclusive sono utilizzate dietro precisa Autorizzazione
della Basilica di Guadalupe.
http://www.virgendeguadalupe.org.mxIl testo è il NICAN MOPOHUA   di A. Valeriano [1540 - 1548],
il più importante documento su Guadalupe.
Adattamento del prof. Antonino Grasso.
 
  Testo NICAN MOPOHUA La Tilma
 Tutti i quadri Formato flash Formato exe Filmato Torna al sito 

AVE MARIA PURISSIMA!

sabato 2 giugno 2018

Oh... Mamma del Cielo




 "Oh... Mamma del Cielo,
aiutami a superare ogni difficoltà
con la speranza e la certezza
che presto tutto cambierà
in grande gioia e immensa felicità"

*

23 Agosto 2002 - Maria Santissima a Conchiglia 



venerdì 1 giugno 2018

OGNI VOLTA CHE SEI IN DIFFICOLTA' CHIAMAMI. Chiamami sempre senza alcun timore...Sono accanto ad ogni figlio"

Non sono qui forse io, che sono tua madre?


Oggi sabato, giorno dedicato alla Madonna e giorno precedente a quello della memoria della Beata Vergine del Rosario, vi offriamo un breve dialogo svoltosi tra San Juan Diego e Maria Santissima.

Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego. Giovanni Paolo II nel 1990 l'ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002.

In questo dialogo vediamo con quale affetto si rivolge a Lei e come la Madonna gli risponde usando il suo stesso linguaggio. Un bell’esempio di come dev'essere il nostro modo di parlare con la Madre del Cielo…



“Fanciulla mia, Figlia mia la più piccola, Bambina mia, spero che tu sia contenta; come ti sei svegliata? Sta bene la tua salute, Signora mia, Bambina mia? Con pena angustierò il tuo volto, il tuo cuore: ti faccio sapere, Fanciulla mia, che un tuo servitore, mio zio, è gravemente ammalato. Una grave malattia lo ha colpito, certamente ne morirà presto. E voglio andare in fretta alla tua piccola casa di México, per chiamare qualcuno degli amati di Nostro Signore, dei nostri sacerdoti, affinché vada a confessarlo e a prepararlo, poiché in realtà è per questo che siamo nati, noi che veniamo ad aspettare il travaglio della nostra morte.  Ma, se vado a farlo, poi tornerò qui di nuovo per andare a portare il tuo respiro, la tua parola, Signora, Fanciulla mia. Ti prego di perdonarmi, abbi con me ancora un po' di pazienza, poiché non ti sto ingannando, Figlia mia la più piccola, Bambina mia, domani senz'altro verrò in tutta fretta".


Non appena ebbe ascoltato le ragioni di Juan Diego, la Misericordiosa Perfetta Vergine gli rispose:


"Ascolta, riponilo nel tuo cuore, figlio mio più piccolo, non è nulla ciò che ti ha spaventato, che ti ha afflitto, non si turbi il tuo volto, il tuo cuore: non temere per questa malattia né per alcun'altra infermità, né per altre cose critiche, dolorose.

Non sono qui forse io, che sono tua madre? Non stai sotto la mia ombra e la mia protezione? Non sono io la fonte della tua gioia? Non stai nel cavo del mio mantello, nella croce delle mie braccia? Di cos'altro hai bisogno?

Che nessun'altra cosa ti affligga, ti turbi; che non ti dia pena la malattia di tuo zio, perché non ne morirà per adesso. Sii certo che sta già bene".

SALUS NOSTRA IN MANU TUA EST O MARIA
RESPICE NON TANTUM 
ET LAETI SERVIEMUS REGI DOMINO


sabato 28 aprile 2018

Gettati ai suoi piedi come un povero mendico




Capitolo III

IL RICORDO E L'INVOCAZIONE DELLA BEATISSIMA VERGINE MARIA 

1) 
È giusto ricordarsi sempre della gloriosa Vergine Maria, la Madre benedetta di
Gesù, ai cui meriti e alle cui preghiere devi raccomandarti ogni giorno, e alla quale
devi ricorrere in tutte le tue necessità, come un figlio percosso e ferito ricorre alla sua
diletta madre. 

È dolce il nome di Maria: dona fiducia a chi la chiama e la invoca. Ella
da parte sua è sempre pronta a dire una buona parola al suo Figlio Gesù per un'anima
tribolata, che si trova nel bisogno. Se Maria non pregasse ogni giorno per il mondo
con tutti gli angeli del cielo, come potrebbe esistere il mondo, che con sì gravi peccati
offende Dio e tanto poco si emenda? Perciò tutti devono invocare Maria: i giusti e i
peccatori, soprattutto i religiosi e le persone devote che hanno fatto il voto di castità e
anelano con santi desideri alle cose celesti, ma non vogliono avere nulla a che fare con
il mondo. 

2) Che cosa devi domandarle? In primo luogo il perdono dei tuoi peccati, poi
la virtù della castità nonché il dono, oltremodo gradito a Dio, dell'umiltà, perché tu sia
davanti a lui sempre umile e desideroso di essere ritenuto vile e abietto. Infine devi
chiedere di non gloriarti mai di alcuna cosa, per non perdere tutto quanto ti sembra di
possedere. 

3) Devi inoltre affliggerti, per essere tanto lontano dalle vere virtù: dalla
profonda umiltà, dalla santa povertà, dalla perfetta obbedienza, dalla purissima castità,
dalla devotissima preghiera, dalla fervidissima carità. 

Tutte virtù che albergano in
Maria, Madre di Gesù. Perciò gettati ai suoi piedi come un povero mendico, perché tu
possa ottenere almeno il minimo grado di quelle virtù, non essendo capace di
raggiungere quello più alto a causa della tua indolenza. 

4) Qualunque cosa desideri,
prega umilmente di ottenerla per mano di Maria. È per i suoi meriti gloriosi che
vengono soccorsi quanti si trovano in purgatorio e sulla terra. Grande è la sua grazia e
grande la sua gloria in Gesù suo Salvatore, al di sopra di tutti i santi del cielo. Ma tutto
è a beneficio di noi, che stiamo sulla terra. 

Affidati totalmente alla sua fedeltà. Le sue
preghiere sono gradite a Dio, ed Ella non chiede e non desidera, se non quanto è
gradito a lei e al suo diletto Figlio; quanto giova alla tua salvezza, secondo i piani della
volontà divina. 

5) Piace molto a Dio e alla Beata Vergine, che si preghi per evitare i
peccati e per custodire il cuore nell'umiltà. Ella infatti si gloriò davanti a Dio soltanto
dell'umiltà, tacendo sul resto; e nonostante la sua inesauribile ricchezza di grazia,
giammai dall'umiltà si distaccò. La Vergine Maria preghi per noi con voce
misericordiosa, perché siamo resi degni della grazia di Dio. 


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