Capitolo V
LA COMUNIONE DI MARIA CON GESÙ
i beni e i doni a te concessi copiosamente da Dio; per le innumerevoli tue virtù e per
gli straordinari privilegi di grazia, per i quali in modo assai insigne e al di sopra di tutti
i santi risplendesti in terra; per essere degna Madre di Dio e nutrire al tuo seno,
sollevare nelle tue braccia, abbracciare e portare il Verbo di Dio in te incarnato.
2) Ti benedico, ti lodo e ti onoro, eletta Madre di Dio e umile «Serva del Signore» (Lc
1,38), per tutti gli amorevoli servizi e i necessari aiuti prestati a Cristo fatto uomo, tuo
Figlio; per le molteplici persecuzioni, per le privazioni, per i lavori e le fatiche
sopportate pazientemente con lui.
3) Ti benedico, ti lodo e ti rendo omaggio, gloriosa
Vergine Maria, Madre e Figlia dell'Eterno Re, per i soavi e frequenti colloqui con
Gesù; per le divine parole ascoltate con tanta diligenza dalla sua bocca, e
puntualmente conservate e meditate nel profondo del cuore (Lc 3,51); per le
magnifiche consolazioni da lui spessissimo ricevute; per gli incommensurabili gaudi e
le divine gioie procurati dalla sua presenza, suscitati per grazia dello Spirito Santo, e a
lungo coltivati nel cuore.
4) Ti benedico, ti lodo e ti esalto, Santa Maria e mia venerata
Signora, per la tua purissima e santissima vita, così cara a Dio e agli angeli, trascorsa
con Gesù per lunghi anni in povertà e silenzio, provata da molte sofferenze e avversità,
offerta a tutti i seguaci di Cristo come esempio da imitare devotamente e offerta
mirabilmente fino al termine dei secoli alla Chiesa universale quale sostegno
nelle sue prove.
5) Ti benedico, ti lodo e ti glorifico, o benignissima e piissima Madre
di Dio Maria, per tutti i tuoi devoti esercizi e le sacre meditazioni sulla legge di Dio,
cui ti dedicavi giorno e notte; per le tue ferventissime preghiere, per le lacrime e i
digiuni che offristi a Dio con grande impegno per la conversione dei peccatori e la
perseveranza dei giusti; per la tua grande compassione per i poveri e gli ammalati, per
i tentati e gli oppressi dall' ansia; per il tuo grande. desiderio di salvezza del genere
umano, del quale sapevi che doveva essere redento dalla morte del tuo Figlio.
6)
Inoltre, benché amassi con immenso amore il Figlio tuo unigenito, tuttavia non lo
strappasti all'orribile supplizio della croce, ma ti sottomettesti totalmente alla volontà
del Padre. Inoltre, in tutte le sue sofferenze, «consoffristi» assieme a lui; e fino all'
ignominia della croce con passo fermo seguisti Gesù che andava avanti, senza badare
alla fuga degli apostoli (Mt 26,56) e senza temere la crudeltà dei giudei. Eri disposta a
subire la morte con lui, piuttosto che abbandonarlo in tale estremo frangente.
7) Ti benedico, ti lodo e ti esalto con tutte le mie forze, o fedelissima e amatissima Madre di
Dio, Celeste Maria, per la tua perseveranza nella fede ferma e nella carità perfetta,
quando, mentre gli apostoli fuggivano per paura e mentre anche i pochi che seguivano
Gesù si vergognavano, tu sola, con estrema costanza, tenesti alta la fiaccola accesa
della fede nella passione del Figlio, non dubitando della sua futura risurrezione al terzo
giorno, come era stato predetto da lui abbastanza chiaramente.
8) Mentre tutti gli amici
di Gesù si erano dispersi, tu, Madre mestissima, con un piccolo gruppo di donne ti
recasti impavida al Calvario, passando attraverso una folla minacciosa, per avvicinarti
il più presto possibile al Figlio, che stava per essere crocifisso. Volevi vederlo mentre
era ancora vivo, per poter ricevere da lui, prima della morte, la parola del suo
amorevole dono.
9) Ti benedico, ti lodo e con tutte le mie forze mi raccomando a te,
Santa e Immacolata Vergine, per la tua dolorosa presenza presso la croce di Gesù,
dove affranta e afflitta a lungo ti fermasti, trafitta da una spada di dolore secondo la
profezia di Simeone (Lc 2,35); per le molte lacrime versate; per la grande fedeltà e
indicibile coerenza che dimostrasti al Figlio tuo nell'estremo bisogno, mentre stava per
morire; per il grande dolore del tuo cuore; per la sofferenza più lacerante nel momento
della sua morte; per il cereo suo aspetto, quando lo vedesti pendere morto davanti a te.
10) Ti benedico e ti lodo per il pio abbraccio con cui lo stringesti fra le tue materne
braccia; per il mesto tragitto verso il luogo della sua sepoltura, allorché seguivi
piangendo coloro che portavano il povero santo corpo, e piangendo guardasti tuo
Figlio deposto nel sepolcro e chiuso sotto un grande sasso; per il doloroso ritorno dal
sepolcro alla casa in cui eri ospitata, ove con molti fedeli colà riuniti ti sciogliesti in
lacrime per la morte dell'amato Figlio con ripetuti lamenti, e piangesti tanto da far
piangere anche quanti ti stavano vicino.
11) Compatisci ora, anima mia, la Vergine
dolorosa, la Madre lacrimosa, Maria amorosa. Se ami Maria, devi compatirla per i
tanti suoi dolori, affinché ti soccorra nelle tue pene. Ecco, la Santa Madre piange il suo
unico Figlio; piange Maria di Cleofa il suo diletto Congiunto; piange Maria
Maddalena il Medico della sua salute; piange Giovanni il suo dolcissimo Maestro;
piangono tutti gli apostoli il loro Signore perduto. E chi non piangerebbe fra tanti
amici che piangono insieme?
12) È davvero grande questo pianto a Gerusalemme!
Fermati dunque anche tu un poco, e impara a piangere dalla Vergine Maria, le cui
lacrime amare potranno commuovere il tuo cuore nel profondo. Eccola in piedi
accanto alla croce, straziata da grandi dolori, colei che un giorno lontano,
davanti al presepe, era piena di celesti armonie. È oppressa dal clamore dei giudei, lei
che un tempo venne onorata dai re magi; è tutta cosparsa del sangue del Figlio, lei che
era stata accarezzata dal suo candido aspetto.
13) Vede appeso alla croce, in mezzo a
due ladroni, Colui che tante volte aveva visto operare miracoli in mezzo al popolo;
contempla, reso quasi come un lebbroso per lo scempio delle ferite, Colui che aveva
donato la guarigione a molti lebbrosi; mira, oppresso da innumerevoli dolori, Colui
che aveva scacciato il dolore dagli infermi; contempla, vinto dalla morte, Colui che
aveva richiamato il morto Lazzaro alla vita. Tutte le gioie si sono mutate in tristezze e
tutte le cose dolci in amarezze.
14) La rutilante Stella del mare è sbattuta da numerose
e angoscianti tempeste; ma la sua mente, che rimane fissa in Dio, non è vinta dalle
perversità umane. Sta dunque ritta presso la croce con costanza e pazienza, con fedeltà
e amore, senza temere quanti la minacciano di morte e senza sfuggire a quanti la
maledicono. Sopporta tutto con animo tranquillo e si sforza di confrontarsi al Figlio
umiliato, non rispondendo nulla ai crudelissimi nemici. Non usa espressioni di sdegno
e non fa gesti di indignazione. Emette solo gemiti profondi, piange amaramente, si
addolora con ansia, compatisce intimamente ed è immensamente afflitta. Non si irrita
con i crocifissori, ma prega per i calunniatori, si rattrista e geme per quanti deridono e
bestemmiano Cristo. Quindi sta presso la croce in un mare di lacrime, e con il suo
esempio di mitezza offre il conforto della pazienza a tutti i tribolati.
15) O voi tutti
che passate perla via del Calvario, guardate la dolorosa presenza della Beata Vergine
Maria: guardate alla destra della croce e osservate Maria, Madre di Cristo. Non vi può
essere un dolore simile al suo; non vi fu mai al mondo una madre che abbia compatito
il proprio figlio con tanto amore, giacché per quante ferite ricevevano le membra di
Gesù, tante ne riceveva la sua anima; tante volte diventava martire, quante volte
contemplava le piaghe cruenti del Figlio.
(16) Vedi dunque, anima devota, di stampare
nel tuo cuore queste cose. Sii mite e forte, quando verrà il momento della tentazione.
Non turbarti e non disperare, se ti viene a mancare quello che molto ami, o se ti viene
negato ciò che ritieni esserti necessario. Gli amici di Gesù vengono provati spesso con
gravissime afflizioni, perché, se Dio non risparmiò nemmeno suo Figlio ma per noi
tutti lo abbandonò a gravissimi tormenti, come pretendi trattamenti migliori? Se Cristo
non ricercò se stesso, ma fu obbediente e pronto a sopportare anche cose vilissime e
dolorosissime, perché tu temi tanto la fatica e il dolore; e invece, per amore del Crocifisso,
non abbracci le cose aspre e dure? Se egli riservò alla sua Santissima Madre
molte contrarietà sulla terra; se permise che spesso tribolasse e soffrisse molto, come
mai tu potresti vivere senza prove?
17) Se osservi tutti gli amici di Dio, non troverai
nessuno che abbia navigato il mare di questa vita senza dure prove. Dall'immagine del
Crocifisso e della sua Benedetta Madre, raccogli quindi l'esempio di una instancabile
pazienza, e non temerai più di sopportare sacrifici per la tua salvezza e per la
ricompensa dell'infinita bontà di Gesù. Così facendo, potrai godere la visione del suo
volto per tutta l'eternità.
18) La Benignissima Madre di Gesù sa ben compatire chi
soffre. Ha imparato da quanto ha sofferto ad avere affettuosa compassione degli
afflitti. Non si dimenticherà dei suoi poveri devoti, verrà incontro alle loro preghiere,
aiuterà quelli che la invocano con perseveranza e sarà propizia per tutti coloro che la
servono.
19) Misericordiosissimo Gesù, Figlio di Maria, ti prego di concedermi il
dono delle lacrime e di ferire il mio cuore con profondo e compassionevole affetto, di
cui ben conosci che fu angosciata la tua pia Madre. Guardami con quegli occhi
compassionevoli, con i quali guardasti tua Madre e il discepolo Giovanni che stavano
accanto alla croce in lacrime, allorché affidasti l'uno all'altra, dando loro quest'ultimo
addio: «Ecco tuo Figlio; ecco tua Madre». Visitami, ti prego, con la tua grazia in punto
di morte; e fa sentire anche a me le parole che Giovanni udì dalla croce: «Ecco tua
Madre», perché, sentendo queste parole, la mia anima non tema il «nemico ruggente»
(1 Pt 5,8).
20) O clementissima Santa Maria, mia Signora, fedelissima Avvocata dei
cristiani, ti prego per tutti i tuoi altissimi meriti, per i quali piacesti sommamente a
Dio; per tutte le attenzioni che con grande amore avesti per tuo Figlio, e per tutte le
lacrime che versasti nella dolorosissima sua passione: degnati di avere compassione di
me, di prenderti cura di me con amore materno e di mettermi nel numero dei tuoi
servi, che ti sono particolarmente vicini e da te sono più amati.
21) O unica speranza,
gloriosa Vergine Maria, vieni e mostrami il tuo volto, prima che l'anima mia
abbandoni il mio corpo; e «rivolgi a me gli occhi tuoi misericordiosi», con i quali
guardasti molto spesso con grande gioia Gesù, «il frutto benedetto del tuo seno»: occhi
segnati da tante lacrime durante la sua passione.
22) Assistimi allora Santissima Madre
di Gesù, con la dolce comitiva delle tue vergini e con il sacro collegio di tutti i santi,
come assistesti sino alla fine il tuo dilettissimo Figlio che stava per morire sulla croce,
poiché dopo il tuo Figlio unigenito e mio Signore Gesù Cristo non trovo nelle necessità
un sollievo più grande e sollecito del tuo, o Benignissima Madre di tutti gli
afflitti.
AMDG et DVM