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mercoledì 21 ottobre 2020

Sono la Vergine, Regina della Rivelazione






QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 637   -   24 ottobre 1947

   Vedo l'incandescente figurazione della Ss. Trinità: il Triangolo con cui viene rappresentata ai nostri sensi umani.
   Al centro del divino, splendidissimo segno, è Maria Ss. nel suo più fulgido aspetto glorificato. Mai l'ho vista bella e gloriosa così. Una fiamma di un candore che spicca sull'ardente Focolare del Dio Uno e Trino. Il suo corpo, volto, mani, veste, è luce. Luce! Luce! Che luce dolce e potente, che bellezza luminosa è Maria, che eterna incorruttibile giovinezza è nella Beata Vergine-Madre! E che umiltà! Che orazione! Ha le mani incrociate sul petto come nell'Annunciazione, il volto alto levato a guardare il vertice fulgidissimo dell'Amore Uno e Trino. Eppure è tutta umiltà. Il giglio è meno candido. Il sole e la luna meno radiosi di Lei. È compresa nel divino Triangolo sino all'altezza delle anche. Il resto del corpo, le gambe avvolte dalla veste paradisiaca, spiccano sul fulgore dell'empireo.
  

 La voce dell'Eterno Padre dice"Così è Maria in Noi. Comprendano i sapienti in teologia ciò che questa visione vuol dire, quanto è rinchiuso in essa sul potere e sapere di Maria alla quale tutto l'Amore si dona e tutta la Sapienza si rivela e tutto il Potere si piega a concedere".
   Che bellezza! E come si capisce bene tutto, anche quando si è ignoranti come me, vedendo queste cose! Il male è che ciò che il mio spirito, vedendo, intende, non sa tradurre in parole la mia incapacità di povera ignorante.
   Ho detto che la gloriosa Maria "è compresa nel divino Triangolo sino all'altezza delle anche". Non perché Maria sia più grande della figurazione della Ss. Unità e Trinità di Dio. Questa è ben più grande e splendida della splendidissima Maria. Ma credo che l'Altissimo mi mostri così la visione per farmi capire che Maria è grande, grandissima, la seconda dopo Dio che è il Primo, ma non è come Dio che è Immenso, Infinito. Così Maria mi appare nel divino Triangolo ma come se Esso vegliasse su Lei, l'abbracciasse dei suoi fulgori d'amore, come sua Creatura diletta fra tutti i figli dell'uomo, ma sempre creatura.


   Io balbetto… Non so spiegare ciò che ho capito tanto bene… E questa mia insufficienza mi dà pena. Perché vorrei far capire ciò che ho capito. Mi sforzo di mostrare come era la figura e, per pietà di me, mi si compatisca se non so far meglio.


http://www.valtortamaria.com/operaminore/quaderno/3/manoscritto/77/24-ottobre-1947


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   9 novembre 1947


    Dice S. Azaria riferendosi alla visione del 24 ottobre:


   «L'Altissimo Signore ha voluto farti capire il senso delle parole di M. Ss. alle Tre Fontane1. Essendo Maria Ss. così abbracciata – potrei dire: contenuta – nella Ss. Trinità, nella quale Ella fu da prima che il tempo fosse, e della quale fu Tabernacolo contenendo nel suo seno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo col contenere il Frutto benedetto del suo seno verginale, Gesù, nel quale era unità del Verbo col Padre e lo Spirito Santo, essendo Ella, così, l'amore dell'Uno e Trino Iddio, la Rivelazione è suo Tesoro, e Lei ne è Regina amata e soave, dispensiera della Sapienza, datrice della Parola. La Sposa e la Madre della Sapienza e della Parola, la verginale Sorgente che un Dio feconda e che dà i fiumi dell'Acqua viva che è Vita eterna a chi di Essa beve.»
           


   alle Tre Fontane, località alla periferia di Roma, dove la Vergine era apparsa: ne parlerà il 31 dicembre 1947.


http://www.valtortamaria.com/operaminore/quaderno/3/manoscritto/77/9-novembre-1947



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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 654  -   31 dicembre 1947

 

  Voglio chiudere questo 1947 parlando di Maria Ss. Ma sono parole mie, però.
   La Ss. Vergine mi aveva promesso "un gran dono" per Natale. Ne ho avuti molti di doni per Natale. E di molti generi. Alcuni amarissimi, altri sapienti, uno… dolcissimo. Ma quello è segreto. Eppure non reputo che "il gran dono" sia questo. Dico che il gran dono è proprio il I° (vedere in data 25-12) così come l'ho pensato dal primo momento che feci l'inventario dei doni soprannaturali o naturali avuti il 25-12. Sì. Il I° e il II°. I due che più mi hanno modellata in Cristo… Amarissimi come il suo calice. Speriamo meritori come un suo patire. La complessa passione di Cristo che si completa in me. Grazie, mio Signore.


   Ma oggi voglio commentare il fascicolo sulla "Madonna delle 3 Fontane", che mi fu portato a leggere per Natale e che devo riconsegnare domani al suo proprietario. Il fascicolo è scritto da Giulio Loccatelli, Edizione Unitas, e ha per titolo: "La Madonna è apparsa e ha parlato nella grotta delle Tre Fontane". È stampato coi tipi della Soc. Anon. Il Giornale d'Italia, Roma, Via dell'Umiltà 48, 4 ottobre 1947. Specifico così perché chi un giorno leggerà questo quaderno capisca bene cosa ho letto e cosa ho commentato, e quando.

   Non trovo per nulla strano che Maria Ss. sia apparsa a un grande peccatore, a un uomo che, per essere uomo e per il suo astio verso la Chiesa e la Vergine, non si potrà certo dire che… era un isterico, un affetto da allucinazioni spirituali essendo un… fissato religioso. No. Non si potrà certo dire questo, di questo signor Cornacchiola. Lo si dice di me, lo si è detto di Bernardetta, di Lucia, Francesco e Giacinta, lo si è detto della Neumann. Fanciulli e donne: esseri anormali per i… cosiddetti scienziati, i quali in realtà non sono, a mio vedere, che i veri increduli e atei, anche se vestono veste talare, atei perché negano che Dio possa manifestarsi miracolosamente in proprio o attraverso il manifestarsi della sua Vergine Figlia, Sposa e Madre di Dio, o dei Santi e Angeli.


   I fanciulli possono supporsi… suggestionati da racconti… Comoda ragione che si dànno coloro che 
non sanno credere alla Potenza e Misericordia divine. Le donne possono supporsi… allucinate, perché soggette a… imperfezioni o leggi di natura femminile che le porta a… delirare per darsi un compenso per quel che non hanno avuto: un marito. Altra comoda ragione che si dànno i suddetti che non sanno credere alla Potenza e Misericordia di Dio e, non sapendo corrispondervi in modo tale da assottigliare la separazione visiva e comprensiva fra le creature e Dio, al punto da poter "vedere e sentire" cose di celeste rivelazione, dicono "malattia fisica" ciò che è perfezione psichica e spirituale che la Bontà divina concede a coloro che ardono e si consumano in un unico amore e desiderio: amore a Dio e desiderio di Lui.


   Ma il Cornacchiola non è un fanciullo. E non è una donna. Anzi non era neppure uno di quegli uomini miti che hanno un cuore di fanciullo o di donna dolce e mite. Era un violento. Anche se non fosse scritto nel fascicolo, basterebbe guardare la sua fotografia per capire che lo era. Volto duro, aggressivo, di sovversivo, scarnato dalla bile che lo divorava, arso dalla vampa della sua passione anticattolica, occhi… mi si perdoni, più da delinquente che da uomo normale. Un magnifico esemplare di agitatore rivoluzionario, atto a predicare odio e sommossa alle folle… E infatti… odio e sommossa predicava contro la Chiesa di Cristo, il gregge di Cristo, contro Dio, la Vergine…

   Non so quando gli fu fatta quella fotografia che è nel fascicolo. Se prima o dopo l'Apparizione. Ma se anche è posteriore all'apparizione devo dire — e non me ne stupisco, perché so quanto tempo richiedono le convalescenze spirituali da intossicazioni infernali perché ritorni al volto un'espressione non diabolica ma serena di uomo amante e amico di Dio — devo dire che ancora il suo volto non si è pacificato. Certo in questa foto egli ha ancora sul volto l'effigie che l'Odio gli aveva scalpellato, quell'effigie che egli alzava proterva contro il suo Creatore, contro la dolcissima Vergine e Madre, per urlare Loro il suo odio…


   Dico: non mi fa stupore che sia apparsa a un peccatore, a un protestante. Anzi dico che poté avvenire benissimo. Prima di tutto perché un'anima, più anime (quelle della intera famiglia Cornacchiola) si sono salvate. Poi perché così 
i soliti negatori di noi veggenti non potranno sventolare le solite ragioni di… infantilismo suggestionato e di isterismo allucinato. Vorrei che a molti peccatori e nemici di Dio e della Chiesa apparisse Dio e la Vergine, sia per convertirli, come fu di Saulo sulla via di Damasco, sia perché il mondo incredulo si persuada che Dio può tutto e vere sono le sue manifestazioni agli spiriti.
   E andiamo avanti. Leggo a pag. 6, alla 6ª riga del capitolo: "Il fattorino veggente (le 4 apparizioni)", "… molto versato nello studio della Bibbia e degli Evangeli".
   Buon per lui! Io sono tanto niente versata, che da quando è finita l'Opera, e perciò [da quando] non ho più il bisogno di verificare le parole udite nei dettati come riportate dalla Bibbia e di mettere i cap. e i versetti (sono ormai 8 mesi e 3 giorni), non apro più la Bibbia. Se la tocco è per spolverarla. Tanto! Che l'apro a fare? Non ci capisco niente come dottrina, simbolo, ecc. ecc. Storicamente, quanto è prima di Cristo non mi interessa molto, e quanto è nei Vangeli… lo so come cronista degli stessi. Perciò lascio chiuso tutto… e leggo i ricordi che ho dentro di me: la mia unica spirituale lettura…


   Ma quelli che dicono che io scrivo parole ispirate "perché sono colta ecc. ecc.", mentre non è vero, perché non infirmano il dettato del Cornacchiola, "che è molto versato ecc. ecc.", come scritto dallo stesso? Per coprire di fango (tentare di coprire di fango) Maria Ss. Immacolata, i dogmi, la Chiesa ecc. ecc., deve aver ben letto, sviscerato, cercato il pelo nell'uovo, ossia le… pseudo contraddizioni che, a furia di guardare col microscopio dell'odio ateo, si potranno 
forse trovare nella tradizione e anche in qualche cosa più alta della tradizione!


   Io: nulla di tutto questo. Ho sempre creduto, 
semplicemente, a quanto la Chiesa mi ha proposto di credere. Creduto. Così. Senza ragionare per darmi spiegazione di ciò che è mistero. Ho creduto, come dice Gesù, "con beatitudine di fede assoluta". Beati1 coloro che sapranno credere senza vedere. Mai avrei pensato, sino al 1943, 23 aprile, Venerdì Santo, che il Maestro divino volesse, da Amico divino che mi guidava da decenni, farsi mio Maestro e rivelarmi tanti misteri e fatti; mai avrei pensato di poter capire cose tanto alte mentre il lume del suo Raggio mi faceva capace di capire. Ora so il succo delle verità più profonde, ma la bellezza della lezione si è perduta. Per riaverla devo ricercare il dettato, e nonostante questo la capisco male, perché fuor dalla divina Luce capisco poco anche quello che in un dato giorno compresi… Ma non mi importa. Continuo a credere, semplicemente. Un giorno verrà che capirò tutto. Tutto. Ossia Dio. Quando conoscerò e possederò Iddio, capirò tutto. Tutti i misteri. Tutte le verità. Tutte le lezioni. E in eterno!


   Andiamo avanti. Giungiamo alla descrizione dell'Apparizione. Trovo 
vero il non spaventarsi dei piccoli, né del Cornacchiola, nel vedere Maria. Il soprannaturale celeste non spaventa mai, al massimo può stupire.
   Io, sin dall'infanzia, ho sempre avuto una grande paura delle apparizioni. Anche in collegio, quando le suore dicevano2: "Pensate se apparisse Gesù! Che gioia!", io dicevo: "No, per carità! Se non potessi uscire dalla porta, scapperei giù dalla finestra". Mi ricordo il terrore che ebbi una sera che rimasi chiusa per sbaglio nella cappella del collegio. Era giugno. Il Sacro Cuore era sull'altare maggiore. Avevo chiesto di poter andare a salutarlo mentre finiva la ricreazione. E mi fu concesso… Non so come, non sentii la conversa chiudere le porte. Dovevo pregare proprio intensamente… Quando… tornai in me e mi avviai alle uscite (3 porte) le trovai tutte chiuse. Tornai all'altare e feci per passare dalla sagrestia… Ma, sventuratamente, alzai gli occhi al simulacro… e, per un giuoco di luce lunare, mi parve che si muovesse, chinandosi verso me. Divenni pazza di terrore. Urlai tanto, scalciai tanto che, nonostante che la cappella fosse isolata, mi sentirono e mi soccorsero… Se non mi avessero sentita, alla mattina mi avrebbero trovata morta di paura.
   Questo per dire se ho paura di ciò che esce dal naturale. Eppure, quando l'amore di Gesù si mutò da interne parole a interne visioni, brevi, soavi o tristi che fossero, e poi, crescendo sempre più, divenne abbracciomanifestazione di vocedi presenzacontatto – quello che è ora, da 4 anni e 8 mesi – non ebbi paura alcuna. Anzi! Mani forti e dolci del mio Salvatore, mani che mi carezzate e curate posandovi sugli organi più malati e nelle crisi più pericolose, per darmi la vita a servire ancora il mio Signore, mani trafitte, abbandonate al mio esame, tenere, tiepide manine di Gesù Infante deposto da Maria sul mio letto, piccoli piedi rosei, gelati, dati a scaldare a me, e luminosi piedi del Risorto col carbonchio raggiante della ferita dati a baciare, morbidi capelli del Cristo, vellicanti il mio volto nell'abbraccio, calore della carne di Cristo, spalla forte e amorosa, Sangue bevuto dal Cuore aperto, fra le fiamme che non dànno dolore di bruciatura ma ineffabile ristoro, e morbido seno di Maria, mani regali e materne così lievi e pure, e sorriso di Giovanni, e bontà inesprimibile di Giuseppe patriarca, e voi tutti che a me venite, così buoni, così buoni, così amici, e belli, gioia della mia vita di vittima, no, non mi fate paura. Il soprannaturale celeste è pace e gaudio. Questo solo è.
   Anche è vero ciò che dice il Cornacchiola a p. 8 all'8ª riga: "mi sento leggero leggero, quasi sciolto dalla carne e avvolto in una luce eterea". Bravo! Dice proprio bene! Io che… gusto da anni le agonie fisiche e quando sono in estremis sento proprio già lo sciogliersi dello spirito dalla carne, avverto la stessa liberazione quando viene il soprannaturale. Solo che, nella libertà dello spirito nelle manifestazioni del soprannaturale, manca la sofferenza, e tutto è gioiosa estasi
   Vero anche quando dice: "Donna paradisiaca che descrivere mi è impossibile". Infatti è impossibile, anche per chi l'ha vista molte centinaia di volte. E che sia stato impossibile al Cornacchiola, che l'ha vista 4 volte, è chiaro dalla descrizione che ne fa…
   Parla di capelli neri… Maria Ss. ha spiegato nel dettato del 24 novembre3 perché apparvero scuri. Io, di mio, posso dire che la luce che emana da Maria quando si manifesta gloriosa è tale che sembra scuro ogni colore rispetto alla luce di Maria quando appare avvolta nella luce paradisiaca.
   "Viso di dignitosa bellezza…" Più ancora: "di perfetta bellezza"! Tipo orientale? Io direi ebreo, più che orientale. Il tipo orientale ha generalmente labbra grosse e sensuali, occhi piuttosto dilatati e scuri. Maria non ha per nulla labbra sensuali né occhi orientali, così come sono per la maggioranza. Niente occhi arabi o indiani o asiatici. Proprio no. Ma uno sguardo dolce che ho notato talora nel­le giovani ebree, e chiare iridi di cielo.
   Ma non mi stupisco se il Cornacchiola ha descritto così… È una bellezza che sfugge nei particolari, appena è scomparsa. Resta dentro un poema di bellezza, ma il particolare si perde. Nei primi tempi, sinché una particolare grazia di Dio, e da Dio concessami per essere capace di descrivere bene, esattamente, anche gli aspetti dei personaggi descritti nell'opera, io ero sempre incerta, finita la visione, sulla sfumatura dei capelli, delle iridi, della pelle, sia di Gesù che di Maria. Perché dire: "Son biondi" è poco. Nel colore dei capelli biondi ci sono molte sfumature: dal biondo quasi bianco degli albini al biondo tiziano quasi ramato. E così nelle iridi. Dire "celesti" è dire nulla. Si può avere un celeste chiarissimo quasi opalino e un celeste vivo, un celeste pervinca, un celeste violaceo, un celeste zaffiro, un celeste verde, un celeste turchese. Difficile, molto difficile dire, specie quando la spirituale e naturale emozione ci assorbe nel tutto, e non nei particolari!
   La pettinatura… Io l'ho sempre vista con le chiome spartite al sommo del capo. Ma ciò non ha importanza. Come muta veste, può mutare pettinatura.
   I colori li ha ripetuti Maria Ss. il 24 novembre: veste bianca, cintura rosea, manto verde. Sono giusti. Il Cornacchiola è un raro uomo che sa definire bene i colori delle vesti.
   Altezza di Maria Ss. Io la direi, paragonandola a Gesù, al fianco del quale l'ho vista sovente vicina, di 1,65 al massimo, perché il sommo del capo di Maria giunge alle spalle di Gesù. Ma sembra alta, a noi moderni, più che non sia, per le vesti lunghe sino a terra. Si sa che le vesti lunghe fanno apparire più alti.
   Espressione…. Eh! sì! Maria Ss. è lievemente mesta, meglio, è sempre pensosa, anche quando sorride. Se parla, poi, delle colpe umane e del dolore che ne ha suo Figlio, è mesta proprio.
 "La voce soavissima". Oh! ecco. Questo è più facile a ritenere. Perché è una nota di dolcezza tale che ci penetra e rimane. "A nessuna somigliante". Proprio così! Una voce che fa liquefare di gioia. E la sappiamo ricordare meglio delle altre cose materiali, come sono i colori dei capelli, occhi, pelle, ecc. ecc. Perché la voce è cosa immateriale. E noi, in quegli istanti di veggenza, percepiamo con la parte immateriale.
   Sì. Quando il soprannaturale ci dice: "Vieni", noi ci lanciamo all'appello. Lo spirito si lancia. Perché lo spirito nostro, anche se è schiavo di una ragione che lo opprime e lo vuole separare dalla sua Origine, è sempre ansioso di quella, e all'appello potente del Bene si volge e si lancia, quando è segnata per lui l'ora di grazia, ottenuta per volontà dei Celesti o per intercessione di anime oranti per il peccatore. Nel caso del Cornacchiola: i nove venerdì del Sacro Cuore. Ed io mi commuovo pensando che Maria, apparendo alle Tre Fontane, oltre alle altre mirabili cose che compie e che insegna, è venuta a rinfrescare, dirò così, la promessa di Gesù a S. Margherita Maria4. C'è chi non la crede. C'è chi compie i nove venerdì così, per abitudine, senza ferma fiducia che essi sono caparra di salvezza. Ed ecco che Maria, la Madre che formò il Cuore di Gesù, viene a mostrare tangibilmente come i nove venerdì del S. Cuore sono salvezza eterna.
   Ma dicevo che quando il soprannaturale lancia il suo richiamo, lo spirito si volge e accorre… E lo spirito, per sua natura, raggiunge il luogo del convegno e intende; ma la materia, pesante, stenta a seguire lo spirito. Lo spirito è agile come angelo. La carne è tarda come tardo animale. Tarda a seguire, percepire, vedere, ottusa a ritenere, imperfetta nel ricordare, facile a dimenticare. È il tormento di noi veggenti quando usciamo dall'azione di Dio: non saper più vedere, capire, ricordare, con quella perfezione come vedemmo, capimmo, ricordammo, nell'ora di unione. Vorremmo poter ritrovare in noi quella gioia perfetta, per sola forza di potere mnemonico. Ma, purtroppo, troviamo solo frammenti del quadro, della musica che godemmo… E soffriamo, cercando, cercando… simili a persone che hanno perduto la vista, simili a dei nutriti di un cibo celeste di dolcezza che ora, affamati di esso e disgustati di ogni altra cosa, cerchiamo dovunque senza trovarlo mai più uguale.
   È giusto del resto che sia così. Abbiamo avuto la gioia soprasensibile dell'unione e conoscenza di Dio o di Maria. Ciò che sarà il Paradiso, se sapremo essere giusti sino alla morte. È giusto che, dopo il gratuito dono, che è anticipo sulla nostra porzione di gaudio eterno, noi, mortali, ancora nell'esilio e nella prova, si mangi il pane di cenere dei figli di Adamo.
   L'elezione che Dio fece di noi non è assoluto privilegio, non è, non deve divenire in noi pretesa di essere per sempre al di sopra della condizione dei figli di Adamo peccatore. Egli si privò e ci privò per sempre di quella beata vita che Dio voleva per le sue creature, e noi dobbiamo, sinché siamo sulla Terra, gustare il castigo, e delle sventure venute dalla Colpa farcene mezzo di vittoria eterna. La nostra elezione ci obbliga a più santa vita, a più completo sacrificio. E perché abbiamo ricevuto "misura scossa e traboccante"5 di sapienza, e perché abbiamo immeritatamente avuto dono eccelso d'amore. Per questo noi sentiamo dirci dalle voci celesti: "Non ti promettiamo gioie terrestri. Non sarai esente dal dolore umano, ma anzi soffrirai persecuzione. Però il tuo dono lo avrai in Cielo, se sarai fedele". E poiché la Misericordia e la Carità sono più grandi ancora della Giustizia, ecco che per confortarci nel dolore, nella persecuzione che ci resterà come creature e ci verrà data come "veggenti", ecco che Dio lascia nel profondo del nostro spirito il ricordo luminoso di quell'ora, o di quelle ore. Anche se non sappiamo più risuscitarci la visione bellissima nei minimi particolari materiali, la preziosa gemma della lezione resta
   "Il primo impulso fu di parlare, gridare" dice il Cornacchiola. È vero! La prima volta è proprio così. Ma la smania umana è sopraffatta dalla letizia e pace che viene dalla visione. E non ci si muove più… Dopo, se mai, finito l'attimo di Cielo, viene una vitalità nuova. Una voglia di fare, di dire, di cantare la nostra gioia! Parteciparla agli altri! Dire loro: "Venite alle fonti della pace, della gioia!". Ma… un pudore spirituale ci lega. Almeno a me fa così… E alzare i veli sul mistero che si è compiuto costa… Si ubbidisce, se Dio ce ne ha dato comando, … ma si preferirebbe tenere il tesoro celato… Il Cornacchiola ha… sfogato l'esuberanza che viene da queste ore con le parole scalfite sul tufo e col cartello deposto nella grotta. Io… la esprimo col canto… L'unica cosa che, inferma come sono, posso ancora fare!
 "La veste nera per terra e una croce infranta". Io pure, sin dal 1943 (dicembre o novembre) ho visto queste due cose calpestate, manomesse, e mi furono indicate da Maria. E su loro e di ciò che volevano esprimere parlò il Maestro divino. Ma non posso rivelare quella lezione tremenda che mi è sempre presente. Non so se, nella parte del messaggio segreto che ricevette il Cornacchiola, si parla di ciò che significano quella veste nera (sacerdotale) e quella croce infranta. Se così è, Iddio, che per non farmi maggiormente invisa ad una certa classe di persone mi ha fatto distruggere quel dettato, per farlo sapere al suo Vicario ha preso il Cornacchiola… che è più forte di me (materialmente) per reagire alle reazioni di quella tal classe.


   "Di questo straordinario colloquio non ho perduto una sillaba per lo stranissimo fenomeno che, non avendolo ancora trascritto fedelmente, esso mi si svolgeva regolarmente nel cervello dalla prima parola 'Sono' alla ultima 'Amore' con un ritmo lento come un discorso impressionato in un disco, che si ripeta senza interrompersi". Proprio così! 
Quando la Sapienza vuole che noi ricordiamo, e noi non siamo in grado di scrivere mentre la Sapienza parla, allora le parole si ripetono proprio come quelle impresse su un disco, e non tacciono sinché non si sono potute trascrivere.


   Molte, decine di volte è successo anche a me, e specie quando i dettati sono 
comandi da trasmetteremessaggi ricevuti per farli sapere a qualcuno, o perché restino nella mente. Ad esempio, benché siano ormai 4 anni e una quarantina di giorni che ho ricevuto quel famosotremendo dettato, fattomi chiudere subito in busta sigillata, che doveva darsi al Pontefice regnante al momento della mia morte, e che poi, per i fatti che molti sanno, fu fatto distruggere (ardere) il 24 marzo 1946 per ordine datomi dall'Arcangelo S. Gabriele — e l'ho arso senza riaprire la busta, perciò senza rileggere quanto avevo scritto il 19 novembre (mi pare) 1943, e che non ricordavo più (notare bene) — le parole di quel dettato si sono riaccese nella mia mente dal momento che ho arso il dettato, ed essa le sente ogni giorno (nonostante io faccia ogni sforzo per non sentirle, perché sono troppo paurose) come proprio me le ripetesse un disco, o un instancabile ripetitore. E così è anche di certe lezioni segrete, che Dio vuole che io ricordi, senza averle a scrivere, perché non vuole che altri se ne giovino dopo che tanto mi crucciano non volendo piegarsi all'evidenza del soprannaturale che si svolge in me. Solo il mio Direttore le sa.


   Riconosco perfettamente che la lezione avuta dal Cornacchiola viene dal Cielo per le parole "prudenza, abbi prudenza… la scienza rinnegherà Dio". Quante volte mi sono sentita e 
mi sento dire queste parole! E ho avuto la dimostrazione che sono vere. La scienza non combatte forse l'Opera in cui splende la Sapienza che l'ha dettata?…
   Il profumo… Ecco. Molti fra i miei testimoni hanno avvertito il profumo che resta dopo la venuta di Maria Ss. da me. E anche altri l'hanno sentito, ma non sapendo la fonte di esso hanno creduto che io spargessi profumi… Non ho profumi in casa, e perciò non posso spargere ciò che non ho. Il più bello è che talora, mentre nella stanza viene l'ondata di profumo che annuncia Maria, o permane dopo la sua venuta, c'è chi lo sente e chi no.


   Per Natale fu da me Padre Mariano. Lui parlava… e io contemplavo. Cosa abbia detto quel giorno non lo so proprio, né so che effetto gli avrà fatto la mia distrazione e il mio silenzio… Marta entrò e disse: "Che profumo! Pare incenso. Pare… Non so". Mi scossi per questa esclamazione e guardai P. Mariano che, placido placido, diceva: "Profumo? Io non sento niente". Entrò in quel mentre la Sig. Panigadi
6 ed esclamò a sua volta: "Che fragranza!". Dunque il profumo era sentito da me, Marta e dalla Sig. Panigadi, e non da P. Mariano. E lo stesso odore da alcuni è definito odor di viole, da chi odor di rose, da chi odor di gigli o di incensi… Io lo chiamo "odor di fiori bianchi" perché vi sento dentro fragranze di gigli, mughetti, tuberose, magnolie, gelsomini, con venature di violette… Un profumo speciale, non analizzabile ma penetrante e soavissimo.


   E devo, giacché sono in argomento, dire anche una cosa. Quando ho presente Maria Ss., con ancor maggior intensità la prego per quelli che a me si raccomandano, o che so bisognosi di celeste misericordia… Dico a Maria: "Madre-Regina mia, te ne prego, va' da A o da Z. Consolalo, o consolala, portagli grazia, toccagli il cuore, illumina la sua mente, ecc. ecc." a seconda di chi è. Faccio volentieri il sacrificio di perdere la visione di Maria Ss. purché altre anime abbiano conforto o si ravvedano. E già più d'uno dei miei sette testimoni, anche lontani da me chilometri e chilometri, mi hanno parlato di "particolari ondate di un profumo misterioso, in ore speciali di dolore, o dubbio per qualche cosa da fare, o anche… di cattiveria". Perché non sono tutti santi i miei testimoni. Due lo sono di certo. Ma gli altri cinque! Sono creature, coi loro egoismi, difetti, tiepidezze spirituali ecc. ecc. Uno è quella persona che per Natale mise in dubbio la Verginità di Maria e la sua integrità fisica pre e post parto…


   Ma Gesù li ha scelti Lui, così. Tanto perché non si dica che, essendo tutti religiosi (bigotti magari) sono facili a suggestionarsi… No. Sono creature di diversa tempra. Alcune affatto praticanti, altre praticanti male, altre anime giuste (2 sole). Una sola vive con me: Marta, e non è certo un modello di misticismo! La devo sollecitare io per farle compiere le sue pratiche religiose… e le fa con molta divagazione.

   Riporto qui un brano della lettera di un testimone, persona seria, equilibrata, pia: "In questi ultimi tempi un profumo particolare, simile a quello delle corone del Rosario (benedette da Maria), viene a suscitare un più vivo ricordo delle due Marie: la Verginella di Nazaret che mi dà il Verbo Incarnato e la crocifissa Maria segretaria del Verbo. Questo profumo mi raggiunge a volte nella mia stanza, a volte mentre ufficio, alcune volte acuto, altre volte leggero e delicato, e mi dà la percezione di vicinanza che mi assicura comunione di spirito e protezione celeste. Dolce conforto nella mia solitudine, delicatezza divina che viene ad alleggerire il sacrificio della mia crocifissione (di non poterle essermi vicino) ecc. ecc." (Lettera del 25-12-47).


   Ho alquanto lasciato indietro l'argomento che trattavo (l'Ap­parizione), ma è il mio Angelo Custode che mi suggerisce di scrivere queste note particolari sui fenomeni miei dicendomi: "Non sono inutili. Scrivile". Ma torniamo al fascicolo del Loccatelli.


   
"Sono la Vergine della Rivelazione. Sono Colei che sono nella Trinità eterna". A me, Maria ha detto: "Sono la Vergine Regina della Rivelazione" e mi ha esortata, nel dire le litanie, a dire, dopo Regina della Pace, Regina della Rivelazione.


   "Sono Colei che sono nella Trinità eterna". Quando lessi, in un molto conciso trafiletto di giornale (poche righe) queste parole, ebbi un gran sussulto, perché nel 1943, ossia 4 anni avanti che le leggessi nel trafiletto del giornale del maggio o giugno 1947, mi furono dette da Maria, uguali in ogni lettera alfabetica… con in più un "Ss." davanti alla parola "Trinità", e senza "eterna".


 Sono troppo ignorante in materia religiosa per poter commentare il capitolo "Il nuovo attributo della Vergine" (p. 12 e 13) del fascicolo in parola. Ma mi sembra che nell'Opera e nei dettati in genere molta rivelazione venga dalle labbra di Maria, anche se non si vuol arrivare a dire che 
tutta la rivelazione dell'Opera è venuta per Maria che ci ha dato il Verbo Incarnato, quel Gesù-Maestro che mi ha dettato tante lezioni.


   
Quanti avvisi sul futuro più o meno vicino sono nei dettati dal 23 aprile 1943 a oggi! E sulla sosta fra guerra e guerra (1943-44-45) e sull'epoca dei precursori dell'Anticristo, e sull'Anticristo, e sulle armi (atomiche ecc. ecc.) date da Satana agli uomini per uccidere corpi e spiriti in una disperazione maledicente Dio, e sulla persecuzione alla Chiesa e sulla caduta di un terzo7 delle stelle travolte dalla coda del Dragone… le stelle… i sacerdoti… Ahimé! Vorrei dimenticare tante cose! Ma la rivelazione, nella sua essenza, non si dimentica. Perché sapere, mio Dio? Preferivo non sapere!
 "Pregare per l'unità dei cristiani". Nell'ormai lontano 1931, il mio Signore, ordinandomi non con imperio di Dio ma con amore di Sposo di offrire nuovamente e solennemente la mia vita, mi suggerì di farlo anche per l'unità delle Chiese in un unico Ovile. E dal 1° luglio 1931, ricorrenza del Preziosissimo Sangue, io ho fatto l'offerta8 solenne di me stessa anche per l'unità delle Chiese. Non ho, per ora, sparso il mio sangue, non l'ho mescolato al Sangue divino sparso per la remissione di molti: di tutti, vorrebbe il Cuor di Gesù… Ma se non è cruento il mio morire, non è per questo meno effusione della mia vitalità questo mio lento morire fra gli strazi di tante malattie che da 15 anni mi tengono in un letto dopo avermi torturata in piedi per 4 anni avanti e fatta sofferente dal 1920. E soffro tanto volentieri per i miei "fratelli separati". Vorrei ottenere loro il ritorno alla Chiesa di Roma.
   Anche nell'Opera e nei dettati ho avuto più volte accenni di Gesù a questi poveri fratelli separati dal vero Ovile, e nutro un vero, profondo amore per loro, non mi pesa il sacrificio, perché li vorrei nella Vita, Via e Verità.
   Quando nel 1942 seppi di Suor M. Gabriella9, la trappista di Grottaferrata, ebbi un solo rimpianto, quello che dura ancora: che Dio ci tenga così tanto a consumarmi, mentre io ho tanta fretta di compiere il sacrificio purché i poveri fratelli separati tornino nel Corpo Mistico.
   Pagina 21 del fascicolo. Dice il Cornacchiola: "Sono nato il 12 aprile 1947", e commenta il giornalista Loccatelli: "Il miracolo primo, indiscutibile". Sì. E io dico: anche la prova indiscutibile che è stata veramente la Vergine Madre che è apparsa. Perché soltanto il Cielo ci converte così: totalmente, sia subitamente che lentamente, ma per sempre.
   Un tempo P. Migliorini, allora mio padre spirituale e direttore, per rassicurarmi del fatto che mi accadeva, diceva: "Io sono certo che è soprannaturale celeste perché ho visto in lei operarsi mutazioni di spirito e compiersi azioni di grazia subitanee. E lo creda lei pure". Ho ancora quelle lettere… Dopo… non so che avvenne in lui. Non lo voglio sapere. Ma ho io pure una prova indiscutibile che le parole che mi sono dettate vengono da Dio, da Maria, dai santi Abitatori dei Cieli. E la prova è la conversione della famiglia Belfanti, anticlericale, spiritista, ecc. ecc., a Dio, la sua abiura alle pratiche spiritiche, la sua fedeltà ai Sacramenti.
   E più che di ogni altra cosa, per giudicare l'origine dell'Opera e me, che sono più combattuta del Cornacchiola — benché la mia vita precedente all'opera sia tale da far accogliere come più che possibile un contatto col divino fra me, piccola vittima, e la Grande Vittima, mio Amore — credo che si dovrebbe tener conto, per me, del dolore, mio fedele compagno dalla puerizia, a… alla morte, del dolore di ogni genere, fisico, morale, che mi è l'unica cosa veramente fedele che ebbi nella vita, e al quale sono fedele, e amato dolore… e, per l'opera, delle conversioni ottenute con la stessa. Di questa cosa più di tutte le altre. Perché desiderio di nascondimento, pazienza nel soffrire, amore al dolore, sono cose che certo ha messo in me Dio e che io ho secondate per suo amore. Ma possono essere date anche a chi non è un portavoce. Ma convertire gli indemoniati, no, non può venire dal demonio. Altrimenti si dovrebbe dire che Lucifero combatte se stesso, si strappa le sue prede e le offre a Dio… Un assurdo impossibile. Perché Lucifero è un avido che divora e non rende, a meno che Dio stesso non combatta con lui e lo vinca, salvando degli infelici.
   E termino io pure con le stesse parole del Cornacchiola, così vere, giuste! "Chi ha avuto la fortuna insperata di fissare lo sguardo in tale celestiale bellezza non può che desiderare la morte per rivivere eternamente l'indicibile beatitudine". Sì. E così spero poter presto fare io, lasciando la Terra dove mi fu sole e fiore solo Gesù e Maria, per adorare in eterno, senza più limitazioni, i soli Buoni, i soli Amanti della povera Maria che io abbia conosciuto dall'infanzia a ora.



 
 Riguardo alla statua… Poveri noi! Non so che effetto faccia al Cornacchiola quel simulacro. A meno che Maria Ss., per dar gioia al suo convertito, non trasformi agli occhi di lui quello… spaventapasseri, io credo che il Cornacchiola non saprà guardarla, per non soffrire. Io non so guardarla. Maria Ss., quella? Meglio era se il Ponzi, lasciando da parte il legnoso 900, si fosse ispirato alla statua scolpita nel marmo che fece quello scultore francese che, dietro indicazione di Bernardetta Soubirous, fece il simulacro di Lourdes, o alla, così somigliante a Maria Ss., statua che è a Fatima. Del resto, su ciò ha dato il suo giudizio la stessa Vergine il 28-12-47, e io non dico altro.
   Ossia dico ancora una cosa: che questo tempo d'ira e tenebre ci fa tanto ciechi, sordi, stolti per la Bellezza, che non sappiamo più neppur dare una pallida immagine di ciò che è la Bellezza eterna: Gesù, la Vergine, i Santi… e fabbrichiamo… mostri che rispecchiano la legnosa durezza dei nostri spiriti morti all'Amore…
           

http://www.valtortamaria.com/operaminore/quaderno/3/manoscritto/79/31-dicembre-1947
  



REGINA DELLA RIVELAZIONE

VIRGINE DELL' EUCARISTIA

PREGA PER NOI


GESU' RE DELLA RIVELAZIONE, 

ABBI PIETA' DI NOI



domenica 13 maggio 2012

Sonetto mariano composto dal diavolo



Il Drago apologeta della Donna dell’Apocalisse
   
Una singolare esperienza negli Esorcismi: il Diavolo costretto a tessere gli elogi della Vergine Immacolata, persino componendo per lei un sonetto di alta ‘mariologia’.
Tutti gli esorcisti sanno quanto sia efficace, durante gli Esorcismi, invocare la Vergine, per ragioni ben note che il Demonio stesso è stato costretto a rivelare. Infatti, talvolta Dio obbliga il Diavolo a dire la verità.

Vediamo come in qualche occasione questi sia diventato un ottimo apologista della Madonna.


Un giorno Padre Candido, il famoso esorcista della "Scala Santa" a Roma, interrogò il demonio: "Come mai reagisci di più quando invoco la Madonna che quando invoco Gesù?". Ecco la risposta: "Perché sono più umiliato ad esser vinto da una semplice creatura".



Un’altra volta un esorcista bresciano, don Faustino Negrini, impose al demonio di dire che cosa lo spaventa di più in Maria. Il diavolo rispose:





"Perché è la più umile di tutte le creature, mentre io sono il più superboÈ la più ubbidiente e io sono il più ribelleÈ la più pura e io sono il più sozzo".


A mia volta, dopo aver ricordato a satana questa sua ultima risposta, in cui la Vergine veniva esaltata come la più umile, la più ubbidiente e la più pura di tute le creature, gli comandai che mi dicesse quale è la quarta virtù per cui ha tanta paura della Madonna. Subito mi rispose: "È la sola creatura che mi vince sempre, perché non è mai stata sfiorata dalla più piccola ombra di peccato".



La forza di Maria contro Satana, dovuta alle quattro virtù elencate, è un modello anche per noi. Non sappiamo i piani di Dio su Maria, per preparare la ‘parusia’; ma sappiamo l’aiuto che ella ci dà ora, come madre nostra in ordine alla salvezza; quindi, in particolare, in ordine alla lotta contro il peccato.

L’inimicizia tra la Donna dell’Apocalisse e il Drago perdura sempre e la lotta è senza tregua. Paolo è molto chiaro al riguardo: "Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del Diavolo. La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" (Ef 6, 11-13).


L’opposizione inconciliabile della Vergine Immacolata al Diavolo tentatore ci dice come il ricorso a lei nelle tentazioni del Male e nelle prove della vita ci invita a confidare nel potere d’intercessione di Maria.


Un sonetto mariano 
composto dal diavolo

Nel 1823, ad Ariano Irpino (Avellino), due celebri predicatori domenicani – p. Cassiti e p. Pignataro – furono invitati ad esorcizzare un ragazzo. Allora si discuteva ancora fra i teologi sulla verità dell’Immacolata Concezione, che fu poi proclamata dogma di fede trentun anni dopo, nel 1854. Ebbene, i due frati imposero al Demonio di dimostrare che Maria era Immacolata; e per di più – da bravi ‘buffoni’ napoletani – gli ingiunsero di farlo mediante un sonetto, una poesia di quattordici versi endecasillabi, a rima obbligata. [E si noti che l’indemoniato era un ragazzino di appena dodici anni, per di più analfabeta]. Subito satana pronunciò questi versi:



"Vera Madre son io di un Dio che è Figlio
e son figlia di Lui benché sua Madre.
Ab aeterno nacque Egli ed è mio Figlio,
nel tempo io nacqui eppur gli sono Madre.





Egli è il mio Creator ed è mio Figlio,
son io sua creatura e gli son Madre.
Fu prodigio divin l’esser mio Figlio
un Dio eterno, e me aver per Madre
.





L’esser quasi è comun, tra Madre e Figlio,
perché l’esser dal Figlio ebbe la Madre
e l’esser dalla Madre ebbe anche il Figlio.




Or se l’esser dal Figlio ebbe la Madre,
o s’ha da dir che fu macchiato il Figlio
o senza macchia s’ha da dir la Madre"
.
Pio IX si commosse quando lesse questo sonetto, che gli fu presentato in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria..


Gabriele Amorth
Tratto dalla rivista paolina "Madre di Dio" - Marzo 2004


"O Mater mea, Maria sanctissima,
impetra mihi sanctam perseverantiam
et Iesu Christi amorem"