giovedì 28 settembre 2023

SAN VENCESLAO


 

Dalla prima «Narrazione» paleoslava

(Ediz. M. Weingart, Praga 1934, 974-983)
Il trono del re che giudica i poveri nella verità
resterà saldo in eterno
   Alla morte di Vratislao, i Boemi gli diedero per successore il figlio Venceslao. Per grazia di Dio questi era esemplare nella pratica della fede. Beneficava i poveri, vestiva gli ignudi, dava da mangiare agli affamati, accoglieva i pellegrini, proprio come vuole il Vangelo. Non tollerava che si facesse ingiustizia alle vedove, amava tutti gli uomini, poveri o ricchi che fossero, soccorreva i ministri di Dio e abbellì anche molte chiese. Ciononostante divenne segno di contraddizione e di odio in quella cerchia di Boemi che era accecata dall’ambizione. Costoro sobillarono il fratello minore Boleslao dicendogli: «Tuo fratello Venceslao trama con la madre e i suoi uomini per ucciderti».
   Avvenne che una domenica, festa dei santi Cosma e Damiano, Venceslao si portasse nella città di AltBunzlau. Aveva infatti l’abitudine di recarsi nelle varie città quando vi si tenevano celebrazioni particolari. Anzi non vi mancava mai quando si festeggiava la dedicazione delle chiese.
   Quella volta, dunque, dopo aver partecipato al sacrificio eucaristico, voleva tornarsene a Praga, ma Boleslao lo trattenne, con scellerata intenzione, dicendo: «Perché te ne vuoi partire così presto, frate lo?».
   Il giorno dopo, all’alba, suonarono le campane per l’ufficio del mattino.
   Venceslao, all’udirle esclamò: «Lode a te, Signore, perché mi hai dato di vivere fino a questo giorno». Boleslao, già appostato sulla porta, lo raggiunse. Venceslao lo vide e gli disse: «Fratello, fino a ieri ti sei mostrato con me come un umile servitore!». Ma l’altro, sotto la suggestione del diavolo, che gli pervertiva il cuore, sguainata la spada, gli rispose: «Ed ora voglio diventare migliore». Così dicendo lo colpì al capo con la spada. Venceslao allora, guardandolo in volto, gridò: «Ma che fai, fratello?», e afferratolo lo gettò a terra. Accorse però uno dei consiglieri di Boleslao, che colpì Venceslao a una mano. Ferito alla mano, abbandonò la presa del fratello e se ne fuggì verso la chiesa. Ma altri due scellerati lo inseguirono e lo uccisero sulla porta. Un quarto, infine, lo trapassò al fianco da parte a parte. Venceslao esalò subito l’ultimo respiro, esclamando: Nelle tue mani, Signore, raccomando l’anima mia (cfr. Sal 30, 6).
 
RESPONSORIO          Cfr. Os 14, 6; Sal 91, 13. 14
R.
 Il giusto sboccerà come un giglio,

*
 fiorirà per sempre davanti al Signore.

V.
 Piantato nella casa del Signore, cresce rigoglioso:

R.
 fiorirà per sempre davanti al Signore.
ORAZIONE
   O Dio, che al martire san Venceslao hai dato il coraggio di anteporre il regno dei cieli al fascino del potere terreno, per la sua intercessione concedi anche a noi di superare ogni forma di egoismo per aderire a te con tutto il cuore. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
 Rendiamo grazie a Dio.
AMDG et D.V.MARIAE

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