LA
MESSA STRAPAZZATA
Non mai alcun sacerdote dirà la messa
colla divozione dovuta, se non ha la stima che merita un tanto sacrificio. È
certo che non può un uomo fare un'azione più sublime e più santa, che celebrare
una messa: Nullum aliud opus, dice il concilio di Trento, adeo
sanctum a Christi fidelibus tractari posse, quam hoc tremendum mysterium. Dio
stesso non può fare che vi sia nel mondo un'azione più grande, che del
celebrarsi una messa.
Tutti i sacrifici antichi, con cui fu
tanto onorato Iddio, non furono che un'ombra e figura del nostro sacrificio
dell'altare. Tutti gli onori che han dati giammai e daranno a Dio gli angeli
co' loro ossequi, e gli uomini colle loro opere, penitenze e martirii, non han
potuto né potranno giungere a dar tanta gloria al Signore, quanta gliene dà una
sola messa; mentre tutti gli onori delle creature sono onori finiti; ma l'onore
che riceve Iddio nel sacrificio dell'altare, venendogli ivi offerta una vittima
d'infinito valore, è un onore infinito. La messa dunque è un'azione che reca a
Dio il maggior onore che può darsegli: è l'opera che più abbatte le forze dell'inferno;
che apporta maggior suffragio all'anime del purgatorio; che maggiormente placa
l'ira divina contro i peccatori, e che apporta maggior bene agli uomini in
questa terra.
Se sta promesso che quanto chiederemo a
Dio in nome di Gesù, tutto otterremo: Si quid petieritis Patrem in
nomine meo, dabit vobis: quanto più dobbiamo ciò sperare, offerendogli
Gesù medesimo? Questo nostro amoroso Redentore continuamente in cielo sta
intercedendo per noi:Qui etiam interpellat pro nobis. Ma ciò
specialmente lo fa in tempo della messa, nella quale egli, anche a questo fine
di ottenerci le grazie, presenta se stesso al Padre per mano del sacerdote. Se
noi sapessimo che tutti i Santi colla divina Madre pregassero per noi, qual
confidenza non concepiremmo per li nostri vantaggi? ma è certo che una sola
preghiera di Gesù Cristo può infinitamente più che tutte le preghiere de'
santi. Poveri noi peccatori, se non vi fosse questo sacrificio che placa il
Signore! Huius quippe oblatione placatus Dominus, gratiam et donum poenitentiae
concedens, crimina et peccata etiam ingentia dimittit, dice il
Tridentino. In somma, siccome la passione di Gesù Cristo bastò a salvare tutto
il mondo, così basta a salvarlo una sola messa; che però il sacerdote
nell'oblazione del calice dice: Offerimus tibi, Domine, calicem
salutaris...pro nostra et totius mundi salute.
La messa è il più buono e più bello
della chiesa, secondo predisse il profeta: Quid enim bonum eius est, et
quid pulchrum eius, nisi frumentum electorum et vinum germinans virgines? Poiché
nella messa il Verbo incarnato si sacrifica all'eterno Padre e si dona a noi
nel sagramento dell'eucaristia, il quale è il fine e lo scopo di quasi tutti
gli altri sacramenti, come insegna l'angelico: Fere omnia sacramenta in
eucharistia consummantur. Onde dice s. Bonaventura, che la messa è
l'opera in cui Iddio ci mette avanti gli occhi tutto l'amore che ci ha portato,
ed è un certo compendio di tutti i benefici che ci ha fatti: Est
memoriale totius dilectionis suae, et quasi compendium quoddam omnium
beneficiorum suorum. E perciò il demonio ha procurato sempre di
toglier dal mondo la messa per mezzo degli eretici, costituendoli precursori
dell'Anticristo, il quale, prima d'ogni altra cosa, procurerà d'abolire, ed in
fatti gli riuscirà d'abolire, in pena de' peccati degli uomini, il santo
sacrificio dell'altare, giusta quel che predisse Daniele: Robur autem
datum est ei contra iuge sacrificium propter peccata.
Dice lo stesso s. Bonaventura che Dio in
ogni messa non fa minor beneficio al mondo di quello che fece allora che
s'incarnò: Non minus videtur facere Deus in hoc quod quotidie dignatur
descendere super altare, quam cum naturam humani generis assumpsit. Sicché,
come dicono i dottori, se mai non vi fosse stato ancora nel mondo Gesù Cristo,
il sacerdote ve lo porrebbe con proferire la forma della consagrazione; secondo
la celebre sentenza di s. Agostino, che scrisse: O veneranda sacerdotum
dignitas, in quorum manibus velut in utero Virginis Filius Dei incarnatur!
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