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In Brasile, la città di Aparecida do Norte si trova nello stato di San Paolo. È conosciuta, soprattutto, come il principale santuario mariano nazionale, al quale convertono i pellegrini provenienti da tutto il paese, per visitare la Basilica della Vergine Immacolata, Nostra Signora  di Aparecida, santa patrona del Brasile. E’ il secondo santuario mariano del mondo”-
Un canto bellissimo, doloroso e struggente a Nostra Signora di Aparecida. A lei affidiamo le nostre pene
Esudiscici Signora di Aparecida… Prega per noi!
“É de sonho e de pó
o destino de um só
feito eu perdido
em pensamentos
sobre o meu cavalo
É de laço e de nó
de gibeira o jiló
dessa vida
cumprida a só
Sou caipira, pirapora
Nossa Senhora de Aparecida
ilumina a mina escura e funda
o trem da minha vida
O meu pai foi peão
minha mãe solidão
meus irmãos
perderam-se na vida
a custa de aventuras
Descasei, joguei
investi, desisti
se há sorte
eu não sei, nunca vi
Sou caipira, Pirapora
nossa Senhora de Aparecida
ilumina a mina escura e funda
o trem da minha vida
Me disseram, porém
que eu viesse aqui
prá pedir de
romaria e prece
paz nos desaventos
Como eu não sei rezar
só queria mostrar
meu olhar, meu olhar
meu olhar
Sou caipira, pirapora
nossa Senhora de Aparecida
ilumina a mina escura e funda
o trem da minha vida”.
“È fatto di sogno e di polvere
il destino di un uomo solo
come me, perso
nei miei pensieri
sul mio cavallo
È di lacci e di nodi (1)
di bisaccia il jiló (2)
di questa vita
vissuta da solo
Son campesino, pirapora (3)
Nostra Signora di Aparecida (4)
illumina questa oscura e profonda
questa cosa ch’è la mia vita (5)
Mio padre era un poveraccio
mia madre solitudine (6)
i miei fratelli
si son persi nella vita
in avventure finite male
Ho lasciato la donna, ho giocato (7)
ho investito, ho desistito
se la fortuna esiste
io non so, non l’ho mai vista
Son campesino, pirapora
Nostra Signora di Aparecida
illumina questa oscura e profonda
questa cosa ch’è la mia vita
Mi dissero, però
di venire qui
per chiedere
in pellegrinaggio e con preghiere
pace dalle avversità
Siccome non so pregare
volevo solo mostrare
il mio sguardo, il mio sguardo
il mio sguardo
Son campesino, pirapora
nostra Signora di Aparecida
illumina questa oscura e profonda
questa cosa ch’è la mia vita”.
(Traduzione a cura di Giuliano Lotti)
Note.
(1) L’Io narrante è un mandriano, nel cui lavoro ha continuamente a che fare con corde e nodi.
(2) Il jiló è un piccolo ortaggio particolarmente amaro; il verso va quindi letto come “l’amaro di questa [mia] vita”.
(3) Pirapora (“dove il pesce salta) è una parola degli indios tupi, usato – nell’opinione del traduttore – soprattutto per ottenere un’allitterazione (“caipira pirapora”), benché rafforzi il concetto di campesino, quale persona povera, rozza, non istruita.
(4) Nossa Senhora de Aparecida è la santa patrona del Brasile. Benché effigiata in una statuetta di terracotta che rappresenta una donna nera, viene considerata la Vergine Maria e la basilica a lei dedicata ad Aparecida (piccolo comune nello stato di S. Paolo) è il quarto santuario mariano più visitato al mondo.
(5) Trem significa “treno”, ma viene anche usato per indicare un oggetto qualsiasi, come in italiano “coso/a” (“Togli quel coso dal tavolo”).
(6) Se nel sertão la vira è dura per gli uomini, non è migliore la sorte delle donne in una cultura che le vede(va) subalterne ai rozzi mariti, la cui vita è confinata all’interno della misera abitazione.
(7) A causa delle condizioni di vita rese così precarie dalla povertà, nel sertão due coniugi non divorziano nel senso che intendiamo noi: il “marito” semplicemente se ne va.