giovedì 20 ottobre 2022

La FILOCALIA...- Marco l'asceta.

 MARCO L’ASCETA

II nostro santo Padre Marco l’Asceta fiorì intorno al 430. Fu discepolo di

san Giovanni Crisostomo, secondo Niceforo Callisto, volume II libro 14,

cap. 53, e fu contemporaneo di san Nilo e di Isidoro Pelusiota, quei

famosissimi asceti. Uomo laborioso e dedito alla meditazione delle sacre

scritture, compose molti discorsi pieni di ogni sorta di istruzioni e di utilità.

Niceforo Callisto ne ricorda trentadue, ora non più reperibili, che

insegnano tutte le vie della vita ascetica. Si sono salvati solo otto dei suoi

discorsi, diversi da quelli ricordati: questi li ricordano Callisto e il critico

Fozio, al codice 200, pag. 268. 

Di questi sono stati collocati qui il primo,

riguardante la legge spirituale, e il terzo, riguardante quelli che credono di

essere giustificati mediante le opere, suddivisi in chiari capitoli, e l’ottavo

indirizzato al monaco Nicola, quanto più utili degli altri e riguardanti tutti

la legge spirituale.

Gli scritti di Marco sono ricordati anche dal santo martire Pietro di

Damasco, da san Gregorio di Tessalonica, da Gregorio il Sinaita, dal

santissimo Patriarca Callisto, da Paolo Everghetinòs e da molti altri padri:

avendo essi letto queste cose spingono anche noi alla stessa lettura.

Anche la santa Chiesa di Cristo onora Marco facendone memoria il 5

marzo e proclamando le sue lotte ascetiche, la sua sapienza nei discorsi e

la grazia dei miracoli a lui concessa dall’alto.

*

Tuttora non si sa di lui quasi nulla. Pare appunto sia stato

contemporaneo di Nilo di Ancira e come lui discepolo di Giovanni

Crisostomo, e che sia stato abate di un monastero di Ancira prima di

ritirarsi a vita eremitica in Palestina.

La legge spirituale

1. Poiché avete più volte espresso il desiderio di sapere come è la legge spirituale secondo l’Apostolo e quali siano la conoscenza e l’attività di quelli che la vogliono custodire, noi ne diremo dunque ciò che è nelle nostre possibilità.


2. Primo: sappiamo che Dio è il principio, il centro e il fine di ogni

bene. E il bene è impossibile operarlo o crederlo se non nel Cristo Gesù e

nello Spirito santo. 


3. Ogni bene è dono del Signore, in conformità alla sua dispensazione:

chi così crede, non lo perderà.


4. La fede salda è una forte torre. E Cristo diviene il tutto per colui che

crede.


5. Colui che sta al principio di ogni bene sia al principio di ogni tuo

proposito, affinché ciò che devi fare sia secondo Dio.


6. Chi è di umile sentire ed ha un’attività spirituale, quando legge le

sacre scritture riferisce tutto a se stesso e non agli altri.


7. Supplica Dio perché apra gli occhi del tuo cuore e tu veda il

guadagno della preghiera e della lettura capita nell’esperienza.


8. Chi ha qualche carisma spirituale e ha compassione di quelli che non

l’hanno, custodisce il suo dono grazie a questa compassione. Chi è vanitoso

lo perderà, sotto i colpi dei pensieri di vanità.


9. La bocca di chi ha umile sentire, parla la verità: chi invece

contraddice alla verità è simile a quel servo che colpì il Signore alla

guancia.


10. Non essere discepolo di chi loda se stesso affinché tu non impari superbia in luogo di umiltà.


11. Non si innalzi il tuo cuore per riflessioni relative alla scrittura,

perché non ti accada di cadere con l’intelletto nelle mani dello spirito di

bestemmia.


12. Non tentare di risolvere un affare difficile con la contesa, ma

mediante ciò che ti promette la legge spirituale, mediante pazienza,

preghiera e speranza senza oscillazioni.


13. Chi prega con il corpo ma non ha ancora la conoscenza spirituale è

un cieco che grida: Figlio di Davide, abbi pietà di me.


14. Colui che un tempo era cieco, una volta recuperata la vista e veduto

il Signore, lo adorò confessandolo non più «figlio di Davide», ma «Figlio di

Dio».


15. Non innalzarti quando versi lacrime durante la preghiera: è Cristo

che ha toccato i tuoi occhi e tu hai riacquistato la vista spirituale.


16. Chi, a imitazione del cieco, ha gettato via il mantello e si è

avvicinato al Signore, diventa suo seguace e araldo dei dogmi più perfetti.


17. La malizia, esercitata nei pensieri, rende il cuore insolente; ma

quando è eliminata mediante la continenza e la speranza, lo fa essere

contrito.


18. Vi è un’equa e benefica contrizione del cuore che lo porta alla

compunzione; ve ne è un’altra disordinata e nociva che lo porta a

prendersela con se stesso.


19. Veglia, preghiera e sopportazione di quanto ci accade, costituiscono

un’afflizione che non danneggia il cuore, ma anzi gli è di vantaggio: purché

per la cupidigia non spezziamo la coesione fra queste cose. Chi infatti in

esse persevera, riceverà aiuto anche per il resto. Chi invece le trascura e le

separa, al momento della morte avrà sofferenze intollerabili.


20. Un cuore che ama i piaceri diviene nell’ora della morte prigione e catena per l’anima; quello che ama la fatica, è una porta aperta.


21. Porta di ferro che conduce alla città è un cuore duro: ma si apre

automaticamente per chi è nella pena e nell’afflizione, come quella porta

fece con Pietro.


22. Molti sono i modi della preghiera, l’uno diverso dall’altro: ma

nessuno di essi può essere dannoso, purché, anziché trattarsi di preghiera,

non si tratti di operazione diabolica.


23. Un uomo che voleva compiere il male, prima pregò mentalmente

come d’abitudine e, impedito a compierlo per divina dispensazione, rese

grazie ampiamente.


24. Quando Davide voleva uccidere Nabal del Carmelo, al ricordo della

retribuzione divina, fu impedito nel suo proposito e rese ampie grazie.

Sappiamo anche quello che fece quando si dimenticò di Dio e come non

intendesse desistere finché non fu riportato dal profeta Natan al ricordo di

Dio.


25. Nell’ora in cui ti ricordi di Dio, abbonda nella preghiera, perché

quando tu ti dimenticherai di lui, sia il Signore a ricordarsi di te.


26. Leggi le sacre scritture e comprendi ciò che vi si trova nascosto.

Perché tutto ciò che è stato un tempo scritto, è stato scritto a nostro

ammaestramento.


27. La fede è detta nelle scritture sostanza delle cose sperate, e quelli

che non riconoscono l’inabitazione del Cristo sono detti reprobi.


28. Come l’idea si fa conoscere mediante le opere e le parole, così

anche la retribuzione futura mediante le operazioni del cuore.


29. Un cuore pietoso otterrà certo la pietà: in caso contrario si ha la

conseguenza corrispondente.


30. La legge della libertà insegna ogni verità: molti la leggono secondo scienza, ma pochi la comprendono, nella misura cioè in cui mettono in opera i comandamenti.


31. Non cercare la sua perfezione nelle virtù umane: perché non la si

trova perfetta in esse. La sua perfezione infatti è nascosta nella croce del

Cristo.


32. La legge della libertà è letta in forza di una scienza vera, è compresa

mettendo in opera i comandamenti, ma trova la sua pienezza in forza della

misericordia del Cristo.


33. Quando in coscienza ci sforzeremo di attuare tutti i comandamenti

di Dio, allora conosceremo la legge immacolata del Signore; conosceremo

come essa venga da noi perseguita mediante le nostre buone azioni, ma non

possa trovare compimento negli uomini senza la misericordia di Dio.


34. Quanti non si considerano debitori nei confronti di ciascuno dei

comandamenti del Cristo, leggono la legge di Dio solo col corpo, senza

comprendere ciò che dicono né quello che danno per certo. Per questo

credono di poterla adempiere con le opere


35. Accade vi siano cose che appaiono buone mentre vengono fatte,

eppure lo scopo di chi le compie non mira al bene; e ve ne sono altre che

appaiono cattive, eppure lo scopo di chi le compie tende al bene: e questo

non avviene soltanto per le opere, ma anche per le parole che possono venir

dette nel modo di cui sopra. Alcuni poi cambiano la cosa per inesperienza o

ignoranza, chi per una cattiva intenzione, chi per uno scopo pio.


36. Chi ostenta lodi nascondendo calunnia e critica non è facilmente

scoperto dai più semplici. Come lui è anche il vanaglorioso che si atteggia a

umile. Questi tali, dopo aver molto alterato la verità con la menzogna, alla

fine vengono fatti allontanare e sono confutati dalle opere.


37. C’è chi fa un’opera che si manifesta buona, per esser utile al

prossimo; e c’è invece chi è spiritualmente avvantaggiato non facendola.

38. Vi è il rimprovero fatto per cattiveria e per vendetta, ve ne è un altro

fatto nel timore di Dio e nella verità.


39. Non muovere rimproveri a chi ha lasciato il peccato e fa penitenza.

E se dici di rimproverare secondo Dio, allora prima manifesta i tuoi mali

personali!


40. Dio dà principio a ogni virtù, come il sole sta all’origine della luce del giorno.


AVE MARIA!

martedì 18 ottobre 2022

El Codice Guadalupano...

 


DON STEFANO GOBBI  e...
la serenata alla Madonna


El Codice Guadalupano



e  Fatima



lunedì 17 ottobre 2022

Alle anime pie



 ROSAIO MISTICO

ALLE ANIME PIE

 [5] Anime devote ed illuminate dallo Spirito Santo, non vi dispiaccia

ch'io vi offra un piccolo rosaio mistico, venuto dal cielo, perché lo

trapiantiate nel giardino della vostra anima; esso non nuocerà ai fiori

odorosi delle vostre contemplazioni. E', molto profumato e tutto divino: non guasterà affatto l'ordine delle vostre aiuole: purissimo e ben ordinato esso porta tutto all'ordine e alla purezza. Se ogni giorno lo si innaffia e lo si coltiva a dovere, cresce ad altezza prodigiosa e si estende tanto che non solo non ostacola tutte le altre devozioni, ma le conserva e le perfeziona.

Voi che siete spirituali mi capite! Questo rosaio è Gesù e Maria nella vita, nella morte, nell'eternità.

AVE MARIA!

domenica 16 ottobre 2022

PER CONVERTIRSI E SALVARSI [INTRODUZIONE]



San Luigi Maria Grignon de Montfort

IL SEGRETO AMMIRABILE

DEL SANTO ROSARIO...

ROSA BIANCA

AI SACERDOTI

[1] Ministri dell'Altissimo, predicatori della verità, araldi del

Vangelo, permettete che vi presenti la rosa bianca di questo piccolo libro

per mettervi nel cuore e sulle labbra le verità in esso esposte con semplicità

e senza pretese. Nel cuore, affinché voi stessi intraprendiate la pia pratica

del Rosario e ne gustiate i frutti. Sulle labbra, perché comunichiate agli

altri la sua eccellenza e con tale mezzo li possiate convertire.

Guardatevi, ve ne prego, dal considerare questa santa pratica piccola

e di poca importanza, come sogliono fare gli ignoranti e molti dotti

orgogliosi; essa è veramente grande, sublime, divina. Il cielo stesso ce l'ha

data, e l'ha data proprio per convertire i peccatori più induriti e gli eretici

più ostinati. Dio le ha annesso la grazia in questa vita e la gloria nell'altra. I

santi l'hanno messa in atto ed i sommi Pontefici l'hanno autorizzata.

Felice il sacerdote e direttore d'anime al quale lo Spirito Santo ha

rivelato questo segreto che la maggior parte degli uomini non conosce o

conosce molto superficialmente! Se egli ne avrà una concreta conoscenza

lo reciterà ogni giorno e lo farà recitare agli altri. Dio e la sua santa Madre

gli verseranno nell'anima grazie in abbondanza per far di lui strumento

della loro gloria; con la sua parola, sia pure disadorna, otterrà più frutto in

un mese che gli altri predicando in parecchi anni.

[2] Cari confratelli, non contentiamoci dunque di consigliarlo agli

altri; dobbiamo recitarlo noi stessi. Se, pur convinti in teoria

dell'eccellenza del santo Rosario, non lo recitiamo noi per primi, gli altri

daranno ben poca importanza a quanto consiglieremo perché nessuno può

dare ciò che non ha. Gesù fece ed insegnò (At 1 1): imitiamo Cristo Gesù

che prima fece e poi insegnò. Imitiamo l'Apostolo che conosceva e

predicava soltanto Gesù, il Cristo Crocifisso. Noi lo faremo predicando il

santo Rosario che, come vedrete in seguito, non è una serie di Pater e di

Ave ma un compendio divino dei misteri della vita, della passione, della

morte e della gloria di Gesù e di Maria.

Se sapessi che l'esperienza personale concessami dal Signore circa

l'efficacia della predicazione del Rosario per convertire le anime, potesse

persuadervi a divenirne apostoli, nonostante la tendenza contraria dei

predicatori, vi racconterei le conversioni meravigliose che ho ottenuto

predicando il Rosario; ma mi limito a riferirvi, in questo compendio,

qualche fatto antico e ben provato. Solo ho inserito, per vostra utilità,

parecchi testi latini, presi da buoni autori, che comprovano ciò che spiego

al popolo in lingua Volgare.

ROSA ROSSA

AI PECCATORI

[3] A voi, peccatori e peccatrici, uno più peccatore di voi offre

questa, rosa, arrossata dal Sangue di Gesù Cristo per ornarvene e salvarvi.

Empi e peccatori impenitenti gridano continuamente: Coroniamoci

di rose (Sap 2,8). Anche noi cantiamo: coroniamoci con le rose del santo

Rosario.

Ma quanto sono diverse le loro rose dalle nostre, Le loro sono i

piaceri carnali, i vani onori, le ricchezze caduche che presto saranno

appassite è corrotte; le nostre, invece, sono i Pater e Ave recitati bene e

accompagnati da buone opere di penitenza, e non appassiranno né mai

s'infradiceranno. Tra cento, mille anni la loro bellezza splenderà come

oggi.

Le loro tanto decantate rose hanno solo l'apparenza di rose: in realtà

sono spine che pungono con il rimorso durante la vita, che trafiggono col

pentimento all'ora della morte, che bruciano per tutta l'eternità nell'ira e

nella disperazione. Se le nostre rose hanno spine, queste sono spine di

Gesù che egli tramuta in rose. Se le nostre rose pungono, esse pungono

solo per qualche istante, unicamente per guarirci dal peccato e per salvarci.

[4] Facciamo a gara per coronarci con queste rose del paradiso,

recitando ogni giorno un Rosario, cioè tre corone di cinque decine

ciascuna: 1) per onorare le tre corone di Gesù e di Maria: la corona di

grazia di Gesù nell'incarnazione, la sua corona di spine nella passione, la

sua corona di gloria in cielo, e la triplice corona che Maria ha ricevuto in

cielo dalla SS. Trinità; 2) per ricevere da Gesù e da Maria tre corone: la

corona di meriti in questa vita, la corona di pace in morte, la corona di

gloria in paradiso.

Se sarete fedeli a recitarlo devotamente fino alla morte, nonostante

l'enormità delle vostre colpe, credetemi: riceverete la corona di gloria che

non appassisce (1 Pt 5,4). Anche se vi trovate sull'orlo dell'abisso, o con

un piede nell'inferno, se avete perfino venduto l'anima al diavolo come uno

stregone, o siete un eretico indurito e ostinato come un demonio, presto o

tardi vi convertirete e vi salverete purché - lo ripeto e notate bene i termini

del mio consiglio - diciate devotamente ogni giorno fino alla morte il santo

Rosario, per conoscere la verità ed ottenere la contrizione ed il perdono dei

vostri peccati. Troverete in questo libro parecchi esempi di grandi

peccatori convertiti per virtù del santo Rosario. Leggeteli e meditateli.

Dio solo. 

AVE MARIA!

sabato 15 ottobre 2022

Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger

 

 

INDICE

CAPITOLO I: UN INCONTRO INSOLITO
Passione e ragione - Vacanze da cardinale - Destra/sinistra; ottimismo/pessimismo. Il troppo e il troppo poco - Un teologo e un pastore - L'ombra del Sant'Uffizio - Un servizio incompreso? - "L'eresia esiste ancora".

CAPITOLO II: UN CONCILIO DA RISCOPRIRE
Due errori contrapposti - "Riscopriamo il Vaticano II vero" - Una ricetta contro l'anacronismo - Spirito e anti-spirito - "Non rottura ma continuità" - Restaurazione? - Effetti imprevisti - La speranza dei "movimenti".

CAPITOLO III: ALLA RADICE DELLA CRISI. L'IDEA DI CHIESA
La facciata e il mistero - "Non è nostra, è Sua" - Per una vera riforma.

CAPITOLO IV: TRA PRETI E VESCOVI
Sacerdote: un uomo a disagio - Il problema delle Conferenze Episcopali - "Ritrovare il coraggio personale" - "Maestri di fede" - Roma, malgrado tutto.

CAPITOLO V: SEGNALI DI PERICOLO
"Una teologia individualista" - "Una catechesi frantumata" - "Spezzato il legame tra Chiesa e Scrittura" - "Il Figlio ridotto, il Padre dimenticato" - "Rifare posto al peccato originale".

CAPITOLO VI: IL DRAMMA DELLA MORALE
Dal liberalismo al permissivismo - Una serie di fratture - "Lontani dalla società o lontani dal magistero?" - Cercando punti fermi.

CAPITOLO VII: LE DONNE, UNA DONNA
Un sacerdozio in questione - Contro un sesso "banalizzato" - A difesa della natura - Femminismo in convento - Un futuro senza suore? - Un rimedio: Maria - Sei motivi per non dimenticarla - Fatima e dintorni.

CAPITOLO VIII: UNA SPIRITUALITA' PER OGGI
La fede e il corpo - Diversi rispetto al "mondo" - La sfida delle sètte.

CAPITOLO IX: LITURGIA TRA ANTICO E NUOVO
Ricchezze da salvare - La lingua, per esempio... - "Pluralismo, ma per tutti" - Uno spazio per il Sacro - Suoni e arte per l'Eterno - Solennità, non trionfalismo - Eucaristia: nel cuore della fede - "Non c'è solo la messa".

CAPITOLO X: SU ALCUNE "COSE ULTIME"
Il Diavolo e la sua coda - Un discorso sempre attuale - Un " addio " sospetto - "Biblisti o sociologi?" - Dal purgatorio al limbo - Un servizio al mondo - Degli angeli da non dimenticare - Il ritorno dello Spirito.

CAPITOLO XI: FRATELLI MA SEPARATI
Un cristianesimo più "moderno"? - Qualcuno ci ripensa - Una lunga strada - "Ma la Bibbia è cattolica" - Chiese nella bufera.

CAPITOLO XII: UNA CERTA "LIBERAZIONE"
Una "Istruzione" da leggere - Il bisogno di redenzione - Un testo da "teologo privato" - Tra marxismo e capitalismo - Il dialogo impossibile.

CAPITOLO XIII: PER RIANNUNCIARE IL CRISTO
A difesa della missione - Un vangelo per l'Africa - "Uno solo è il Salvatore".