mercoledì 5 agosto 2020

Tributo all'Immacolata

TRIBUTO 

alla Beatissima Vergine Maria Immacolata 
di San Bonaventura, Vescovo e Dottore della Chiesa

       



VERO VOLTO DI GESU' E MARIA



S. Bonaventura (1221-1274), religioso dell'ordine francescano, insigne filosofo e teologo, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico del domenicano S. Tommaso d'Aquino. Consacrato Vescovo e poi Cardinale, venne canonizzato nel 1482 da Sisto IV, e proclamato Dottore della Chiesa da papa Sisto V nel 1588.
Quest'Ufficio di Maria Vergine Immacolata Mater Salutis composto da S. Bonaventura è pieno di riferimenti biblici e  spunti teologici, e si ispira nella forma alla classica "Liturgia delle Ore". Testimonia la profondità della devozione mariana nell'ambito della spiritualità francescana. Di fatto appare come una preghiera contemplativa, che ha nutrito lo spirito di innumerevoli generazioni cristiane lungo i secoli, facendo anche da modello a successivi simili "Uffici dell'Immacolata". 

Testimonia anche come nella Chiesa del tempo era già vasta la convinzione che Maria fosse stata concepita senza peccato originale, in previsione dell’Incarnazione del Figlio di Dio, e questo molti secoli prima che Pio IX, sentito il parere dei vescovi, con l’enciclica Ineffabilis Deus, proclamasse dogma l’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Era l’8 dicembre 1854.

Due apparizioni mariane hanno confermato in modo speciale questa verità. La prima, precedente al dogma, è quella del 1830 a S. Caterina Labouré ed è nota come quella della Vergine della Medaglia miracolosa. Questa medaglia, come riferì Caterina, allora novizia delle Suore di S. Vincenzo, riportava, attorno all’immagine della Santa Vergine, la scritta "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi". Anche ai nostri tempi questa medaglia è diffusissima in tutto il mondo cristiano.
La seconda apparizione è quella celebre dell’Immacolata a Lourdes, quando la giovane pastorella Bernadette Soubirous vide dall'11 febbraio al 16 luglio 1858 più volte la Ss Vergine, che le rivelò il Suo Nome con le parole "Io sono l’Immacolata Concezione". Questo avvenne  quattro anni dopo la proclamazione del dogma per opera del Beato Pio IX.

NB: Affianchiamo all'originale testo latino dell’Ufficio di S. Bonaventura una traduzione italiana, che però ha solo la funzione di far comprendere il significato delle espressioni latine, composte in modo che fossero adatte, anche come armonia e musicalità, alla recita corale.





DOMENICA

Cantico

Cantemus Dominae gloriosae, Virgini Mariae, in hymnis et confessionibus benedicamus eam.
Domina nostra, omnipotens post Deum Nomen ejus. Currus Pharaonis, et exercitum ejus projecit in mare.
Cantiamo alla gloriosa Signora, la Vergine Maria, con inni e acclamazioni benediciamola.
Nostra Signora, onnipotente dopo Dio è il suo Nome.
Precipitò in mare i carri del Faraone e il suo esercito.
Immaculata Mariae Virginis conceptio,
Sit nobis semper salus et protectio.
L’Immacolata Concezione della Vergine Maria,
Sia per noi sempre salvezza e protezione.
Dextera tua, Domina, magnificata est in fortitudine; quia in moltitudine misericordiae
tuae stravisti adversarios meos. De ore leonis liberasti me,
Domina, et tanquam infantem genitum Mater suscepisti me Immaculata.
La tua destra, o Signora, è magnificata per la fortezza;
perché nella grandezza della tua misericordia hai stravinto i miei avversari.
Mi hai liberato, o Signora, dalla bocca del leone, e ti sei presa cura di me come una Madre verso il bambino da lei generato.


Immaculata Mariae Virginis conceptio,

Sit nobis semper salus et protectio.

L’Immacolata Concezione della Vergine Maria,

Sia per noi sempre salvezza e protezione.
O Domina carissima mea, tege me mirabili possessione tua:
Tuus totus ego sum, et omnia mea tua sunt, Virgo super omnia benedicta.
Ponam te sicut signaculum super cor meum, quia fortis est ut mors dilectio tua.
O mia carissima Signora, coprimi con il tuo mirabile possesso:
Sono tutto tuo, ed ogni cosa mia ti appartiene, o Vergine benedetta tra   tutte.
Ti porrò come un sigillo sul mio cuore, perché forte come la morte è il tuo amore.
Immaculata Mariae Virginis conceptio,
Sit nobis semper salus et protectio.

L’Immacolata Concezione della Vergine Maria,
Sia per noi sempre salvezza e protezione.
Operuit coelos gloria tua, et misericordia tua plena est terra:
egréssa es, Virgo, in salutem populi tui, in salutem cum Christo tuo.
O benedicta, in manibus tuis est reposita nostra sàlus, recordare pia paupertatis nostrae: quem vis, ipse salvus erit, et a quo avertis vultum tuum vada in intéritum.
La tua gloria ha coperto i cieli, e della tua misericordia è piena la terra: sei sorta, o Vergine, per la salvezza del tuo popolo, per la salvezza con Cristo tuo Figlio.
O benedetta, nelle tue mani è posta la nostra salvezza, ricordati, o pia, della nostra povertà:
chi tu vuoi sarà salvo, mentre perirà colui dal quale distoglierai il tuo volto.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…



AVE MARIA PURISSIMA!

Inno

Salve mundi Domina,
Coelorum Regina,
Salve Virgo Virginum,
Stella matutina.
Salve Signora del mondo,
Regina del Cielo,
Salve Vergine delle vergini,
Stella del mattino.
Salve plena gratiae,
Clara luce divina,
Mundi in auxilium
Domina festina.
Salve, piena di grazia,
splendida di luce divina,
Affrettati, o Signora,
In aiuto del mondo.
Ab aeterno Dominus
Te praeordinavit
Matrem Unigeniti
Verbi, quo creavit
Dall’eternità il Signore
Ti ha predestinata
Come Madre dell’Unigenito
Verbo, con il quale ha creato
Terram, pontum, aéthera,
Te pulchram ornavit
Sibi electam sponsam,
Quae in Adam non peccavit.
La terra, il mare, l’universo,
Ti ha adornato di bellezza
come Sua eletta sposa
Libera dal peccato di Adamo.

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

Salmo 1 – di pace e di compiacenza.

Beatus vir, qui dìligit Nomen tuum, Virgo Maria,
Gratia tua animam ejus confortabit.
Beato l’uomo che ama il tuo Nome, o Vergine Maria,
La tua grazia conforterà la sua anima.
Venite ad eam, qui laboratis et tribulati estis,
Et dabit refrigerium animabus vestris.
Venite a lei, voi che siete affaticati e tribolati,
E darà refrigerio alle vostre anime.
Delectetur cor vestrum in salutatione ejus,
Inebriamini ab uberibus dulcoris illius.
Si allieti il vostro cuore nell’ossequiarla,
Inebriatevi dalla dolcezza del suo seno.
Dulcis est memoria ejus super mel et favum,
Et amor ejus super omnia aròmata.
Ricordarsi di lei è più dolce del favo e del miele,
E il suo amore oltrepassa ogni profumo.
Recordare, Domina, ut loquaris pro nobis bona,
Et indignationem Filii tui avertas a nobis.
Ricordati, o Signora, di parlare in nostro favore,
E allontana da noi l’indignazione del tuo Figlio.
Inveniant gratiam peccatores apud Deum,
Per te inventricem gratiae et salutis.
Trovino grazia i peccatori presso Dio,
Grazie a Te mediatrice di grazia e salvezza.
Respirent ad indulgentiam humiles poenitentes,
Sana contritiones cordis eorum.
Si rinfranchino e abbiano indulgenza gli umili penitenti,
Purifica la contrizione del loro cuore.
Pacem et indulgentiam, Virgo, nobis   impetra,
Et palmam de hostibus et triumphum.
Ottienici, o Vergine, pace e indulgenza,
La vittoria e il trionfo sui nemici.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Salmo 2 – di rifugio e di salvezza.

Venite exultemus Dominae nostrae,
Jubilemus salutiferae Mariae Reginae nostrae.
Venite, esultiamo per la nostra Signora,
Allietiamoci per Maria nostra Regina portatrice di salvezza.
Praeoccupemus faciem ejus in jubilatione,
Et in canticis collaudamus eam.
Corriamo innanzi al suo volto con giubilo,
E con cantici colmiamola di lodi.
Venite veneramur, et procidamus ante eam,
Confiteamur illi cum flétibus peccata nostra.
Venite in venerazione e chiniamoci davanti a lei,
Confessiamo a lei con gemiti i nostri peccati.
Clamemus humiles ad Puerperam Virginem,
Offeramus ei planctus et suspiria nostra.
Ricorriamo umili alla Vergine Madre,
Offriamo a lei i pianti e i sospiri nostri.
Non invenitur propitiatio sine illa,
Nec salus sine fructu illius.
Non si trova indulgenza senza di lei,
Né salvezza senza il frutto del suo seno.
Per illam peccata purgantur,
Per fructum illius animae dealbantur.
Mediante lei i peccati sono cancellati,
Grazie al frutto del suo seno le anime tornano pure.
Beata Maria intélligit super egénum et pàuperem,
In ejus laudibus permanentem.
La Beata Maria sta attenta al povero e al bisognoso
Che persevera nelle lodi di Lei.
Respiremus ad illam in fine nostro,
Et reserabit nobis atria triumphantium.
Aspiriamo ancora a lei nel nostro ultimo giorno,
E ci aprirà gli atrii di coloro che trionfano.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Salmo 3 – di fiducia e di consolazione.

Domina, Dominus noster
Per te factus est Frater noster et Salvàtor noster.
Attraverso te, o Signora,
Il nostro Dio si è fatto nostro Fratello e Salvatore.
Magnificamus te gratiae inventricem,
Per quam saecula reparantur.
Magnifichiamo te ricolma di grazia,
Attraverso cui i secoli vengono purificati.
Date magnificentiam Nomini ejus,
Collaudate in saeculum conceptum atque partum ejus.
Date gloria al suo Nome,
Lodate davanti al mondo Colui che da lei fu concepito e partorito.
Religiosi omnes, honorate illam,
Quia ipsa est adjutrix et vestra specialis advocata.
O voi tutti religiosi, onoratela,
Perché lei è vostra soccorritrice e speciale avvocata.
Respirate ad illam pérditi peccatores,
Et perducet vos ad indulgentiae portum.
Risollevatevi vicino a lei, o peccatori sperduti,
E vi ricondurrà al porto dell’indulgenza.
Delectàmini in laudibus ejus,
Et exaudiet petitiones cordis vestri.
Allietiamoci nelle lodi di lei,
Ed esaudirà le suppliche del vostro cuore.
Accédite ad eam in tentationibus vestris,
Et stabiliet vos serenitas vultus ejus.
Ricorrete a lei quando siete in tentazione,
E vi darà coraggio la serenità del suo volto.
Amplectamur Mariae vestigia, peccatores,
Et ejus beatis pedibus provolvàmur.
Seguiamo le impronte di Maria, o peccatori,
E prostriamoci ai suoi beati piedi.
Teneamus eam fortiter, nec dimittamus, Donec ab ea meruerimus benedici.
Restiamo stretti fortemente a lei, né ci allontaniamo,
Fino a quando otterremo di essere da lei benedetti.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

V. Elégit eam Deus, et praelégit eam.
R. In Tabernaculo suo habitare fecit eam.
V. Domina, pròtege orationem meam.
R. Et clamor meus ad te veniat.
V. Dio la scelse e la predilesse.
R. La fece abitare nella sua Tenda.
V. Rafforza, o Signora, la mia preghiera
R. E il mio grido giunga fino a te.

Oremus - Ave Sanctissima Maria, Mater Dei, Regina Coeli, Porta Paradisi, Domina mundi.
Preghiamo - Ave Santissima Maria Madre di Dio, Regina del Cielo, Porta del Paradiso, Signora del mondo.
Tu concepta sine peccato originali, et ideo Immaculatissima. Tu sine macula concepisti Jesum Salvatorem.
Tu concepita senza peccato originale, dunque del tutto Immacolata. Tu senza macchia hai concepito Gesù Salvatore.
Tu fuisti verissime ante partum, in partu et post partum Virgo inviolata et illibata.
Tu sei stata in verità Vergine inviolata e illibata prima del parto, nel parto e dopo il parto.
Fac me tuis sanctis precibus pure, pie, et sancte vivere, et ora pro nobis Jesum Filium tuum dilectum, ut ejus semper voluntatem sanctissimam faciamus.
Fa' che io possa vivere, grazie alle tue sante preghiere, in modo puro, pio e santo, e prega per noi Gesù tuo Figlio diletto, perché possiamo compiere sempre la sua santissima volontà.
Et post mortem me sùscipe, et ab omnibus malis mentis et corporis libera me, et alios fac me liberare, opera misericordiae acquirere, et in gloria Paradisi in aeternum tecum gaudere.
Amen.
E accoglimi dopo la morte, salvami da ogni male di mente e di corpo, e fa' che io sia di salvezza per altri, che acquisti un tesoro di opere di misericordia, e che possa godere in eterno con te nella gloria del Paradiso.
Amen.


Te Matrem Dei laudamus
Te Matrem Dei laudamus, Te Mariam Virginem profitemur.

Ti lodiamo o Madre di Dio, ti proclamiamo come la sempre Vergine Maria.
Te aeterni Patris Sponsam, omnis terra veneratur.
Tutta la terra ti venera come la Sposa dell'eterno Padre.
Tibi omnes Angeli, et Archangeli, tibi Throni, et Principatus fideliter deserviunt.
Te tutti gli Angeli e gli Arcangeli, i Troni e i Principati, servono fedelmente.
Tibi omnes Potestates, omnes Virtutes Coeli coelorum, et universae Dominationes obediunt.
A te obbediscono le Potestà, tutte le Virtù nel più alto dei Cieli e tutte le Dominazioni.
Tibi omnes Chori, tibi Chérubim et Séraphim exultantes adsistunt.
A te tutti i Cori, i Cherubini e i Serafini, fanno corona in esultanza.
Tibi omnis angelica creatura incessabili voce proclamant:
Te ogni creatura angelica proclama con voce incessante:
Sancta, sancta, sancta Maria, Dei Génitrix, Mater et Virgo.
Santa, santa santa è Maria, Madre di Dio, Madre e Vergine.
Pleni sunt Coeli et terra majestatis gloriae fructus ventris tui.
Pieni sono i Cieli e la terra della maestà e gloria del frutto del tuo seno.
Te gloriosus Apostolorum chorus, sui Creatoris Matrem collàudat.
Te il glorioso coro degli Apostoli esalta come Madre del Creatore.
Te beatorum Martyrum coetus candidatus, Christi Genitricem glorificat.
Te la candida schiera dei beati Martiri glorifica come Madre di Cristo.
Te gloriosus Confessorum exércitus, Trinitatis Templum appellat.
Te il glorioso esercito dei Confessori chiama come Tempio della Trinità.
Te sanctarum Virginum choréa amabilis, virginitatis et humilitatis exemplum praedicat.
Te celebra l'amabile schiera delle sante Vergini, come esempio di verginità ed umiltà.
Te tota coelestis curia, Regina honorat.
Te tutta la corte celeste onora come Regina.
Te per universum orbem Ecclesia, invocando concélebrat Matrem divinae majestatis.
Te la Chiesa acclama in tutto il mondo, invocandoti come Madre della divina Maestà.
Venerandam te veram Regis coelestis Puerperam, sanctam quoque, dulcem et piam.
Venerando te come vera Genitrice del Re del Cielo, santa, dolce e pia.
Tu Angelorum Domina, tu Paradisi jànua.
Tu Regina degli Angeli, tu Porta del Paradiso.
Tu scala Regni coelestis et gloria, tu thàlamus, tu arca pietatis et gratiae.
Tu scala al Regno dei Cieli e gloria, tu stanza nuziale, arca di pietà e grazia.
Tu vena misericordiae, tu sponsa et mater Regis aeterni.
Tu sorgente di misericordia, tu sposa e Madre del Re eterno.
Tu templum et sacrarium Spiritus Sancti, totius beatissimae Trinitatis nobili triclìnium.
Tu tempio sacro dello Spirito Santo, tu nobile dimora della santissima Trinità.
Tu mediàtrix Dei et hominum amàtrix.
Tu mediatrice di Dio e che ami ogni uomo.
Tu agonizàtrix pugnàntium, advocata pauperum, miseràtrix et refugium peccatorum.
Tu combattente accanto a quanti lottano, avvocata dei poveri, misericordia e rifugio dei peccatori.
Tu erogàtrix munerum, superàtrix ac terror daemonum et superborum.
Tu dispensatrice di doni, dominatrice e terrore dei demoni e dei superbi.
Tu mundi Domina, Coeli Regina: post Deum sola spes nostra.
Tu Signora del mondo, Regina del Cielo: dopo Dio nostra sola speranza.
Tu salus te invocantium, miserorum solàtium, pereùntium refugium.
Tu salvezza di chi ti invoca, sollievo dei miseri, rifugio di quanti stanno nel pericolo.
Tu mater omnium Beatorum, gaudium plenum post Deum, omnium Supernorum civium solàtium.
Tu madre di tutti i Beati, gaudio pieno dopo Dio, consolazione di tutti i cittadini del Cielo.
Tu promòtrix justorum, congregàtrix errantium, promissio Patriarcharum.
Tu sostegno dei giusti, tu riunisci gli erranti, sei la promessa dei Patriarchi.
Tu véritas Prophetarum, praecònium et doctrix Apostolorum, magistra Evangelistarum.
Tu la verità dei Profeti, lode e maestra degli Apostoli, maestra degli Evangelisti.
Tu fortitùdo Martyrum, exémplar Confessorum, honor et festìvitas Virginum.
Tu fortezza dei Martiri, modello dei Confessori, onore e gioia dei Vergini.
Tu ad liberandum éxulem hominem, Filium Dei suscepisti in uterum.
Tu per liberare l'uomo esule, hai portato in seno il Figlio di Dio.
Per te, expugnàto hoste antiquo, sunt aperta fidelibus Regna Coelorum.
Grazie a te, vinto l'antico nemico, sono aperte per i fedeli i Regni del Cielo.
Tu cum Filio tuo sedes ad déxteram Patris.
Tu con il tuo Figlio siedi alla destra del Padre.
Tu ipsum pro nobis roga, Virgo Maria, quem nos ad judicandum crédimus esse venturum.
Tu pregalo per noi, Vergine Maria, Lui che crediamo verrà a giudicarci.
Te ergo poscimus, nobis tuis fàmulis sùbveni, qui pretioso sanguine Filii tui redempti sumus.
Ti preghiamo dunque di venire in aiuto a noi tuoi servi, redenti dal prezioso sangue del tuo Figlio.
Aeterna fac, pia Virgo, cum Sanctis tuis nos in gloria numerari.
Ottienici, o Vergine pia, di essere accolti nell'eterna gloria insieme ai tuoi Santi.
Salvum fac populum tuum, Domina, ut simus participes haereditatis Filii tui.
Fa' salvo il tuo popolo, o Signora, perché siamo partecipi dell'eredità del Figlio tuo.
Et rege nos, et custòdi nos in aeternum.
E regna su di noi e custodiscici in eterno.
Per singulos dies, o Pia, te salutamus,
In ogni nostro giorno, o Pia, ti salutiamo,
Et laudare te cùpimus in aeternum, mente et voce.
E te desideriamo lodare in eterno, con la voce e con la mente.
Dignare, dulcis Maria, nunc et semper sine delicto nos conservare.
Degnati, dolce Maria, di conservarci oggi e sempre senza peccato.
Miserere, Pia, nobis, miserere nobis.
Abbi pietà di noi, o Pia, abbi pietà.
Fiat misercordia magna nobiscum, quia in te, Virgo Maria, confìdimus.
Sia grande la misericordia su di noi, perché in te confidiamo, Vergine Maria.
In te, dulcis Maria, speramus, nos defendas in aeternum.
In te speriamo, dolce Maria, perché tu ci difenda in eterno.
Te decet laus, te decet imperium, tibi virtus et gloria, in saecula saeculorum.
A te appartiene la lode, il potere, a te il valore e la gloria, nei secoli dei secoli.
Felix es, sacra Virgo Maria, et omni laude dignissima, quia ex te ortus est Sol justitiae Christus Deus noster.
Beata tu sei, sacra Vergine Maria, e veramente degna di ogni lode, perché da te è nato il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio.
Ora pro populo, intérveni pro clero, intercéde pro devoto foemineo sexu.
Prega per il popolo, aiuta il clero, intercedi per ogni donna fedele.
Sentiant omnes tuum juvàmen, quicùmque
célebrant tuam sanctam Conceptionem.
Sperimentino tutti il tuo aiuto, tutti coloro che celebrano la tua santa Concezione.

Ant. Haec est Virgo, in qua nec nodus originalis, nec cortex actualis culpae fuit.
Ant. Questa è la Vergine nella quale mai fu il peccato originale, né nodo di colpa attuale.

V. In Conceptione tua Virgo Immaculata fuisti.
V. Nella tua Concezione sei stata creata Immacolata.
R. Ora pro nobis Patrem cujus Filium peperìsti.
R. Prega per noi il Padre, il cui Figlio hai partorito

Oremus. - Deus, qui per Immaculatam Virginis Conceptionem dignum Filio tuo habitaculum praeparasti, quaesumus, ut qui ex morte ejusdem Filii tui praevìsa, eam ab omni labe praeservasti, nos quoque mundos, ejus intercessione, ad te pervenire concedas.
Preghiamo. - Dio, che nell'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, ti preghiamo perché, come dalla morte dello stesso tuo Figlio l'hai preservata da ogni macchia, così concedi che anche noi giungiamo puri a te, per la sua intercessione.
Per eúmdem Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saecula saeculórum. Amen.
Per lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, Figlio tuo, che con te vive e regna, Dio in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Deo gratias, et Mariae Immaculatae.
Siano rese grazie a Dio, ed a Maria Immacolata.



LUNEDI

Inno

Salve Virgo sapiens,
Domus Deo dicata,
Columna septemplici,
Mensaque exornata.
  Ab omni contagio
Mundi praeservata;
Annae sanctae in utero
Concepta Immaculata
  Tu Mater viventium,
Et porta es Sanctorum.
Nova Stella Jacob,
Domina Angelorum.
  Diabolo terribilis,
Àcies castrorum,
Portus et refugium
Sis Christianorum.
Salve Vergine sapiente
Dimora a Dio dedicata,
dalle sette colonne,
Mensa adornata.
Da ogni contagio
del mondo preservata;
Dal santo seno di Anna
Concetta Immacolata.
Tu Madre dei viventi
Sei la Porta dei Santi.
Nuova Stella di Giacobbe,
Regina degli Angeli.
Terribile per Satana,
Rocca fortificata,
Porto e Rifugio
Sii per i Cristiani.

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

Salmo 1 - di grata offerta.

Omnes gentes plàudite manibus,
Et psàllite in jubilo Virgini gloriosae.
Genti tutte battete le mani
E cantate di giubilo alla Vergine gloriosa.
Quoniam ipsa est porta vitae,
Janua salutis, et via nostrae reconciliationis.
Perché essa è la porta della vita,
Porta di salvezza e via della nostra riconciliazione.
Spes poenitentium, solamen lugentium,
Pax beata cordium atque salus.
Speranza dei penitenti, balsamo di coloro che piangono,
Pace beata dei cuori e salvezza.
Multa, et mirabìlia sunt dona tua, Domina:
Incomparabìlia sunt mùnera gratiarum tuarum.
Molti e incomparabili sono i tuoi doni, o Signora,
Incomparabili le ricchezza delle tue grazie.
Beneficiis tuis plenus est mundus:
Superant coelestia, pénetrant et inferna.
Dei tuoi benefici è pieno il mondo:
Superano i cieli e giungono fino agli inferi.
Gratia et dulcedine tua pleni sunt coeli,
Et terra ùndique tuis beneficiis irretivisti nos semper.
Della tua grazia e dolcezza sono ripieni i cieli,
E dappertutto sulla terra ci hai circondato con i tuoi benefici.
Tu enim salus mea in Domino:
Quae me morti adjudicàtum liberasti.
Tu infatti sei la mia salvezza nel Signore:
Perché mi hai liberato dalla morte cui ero destinato.
Quid pro his retribuam tibi, nisi me totum?
Domina, sùscipe me.
Come potrò ricompensarti per tutto questo, se non con tutto me stesso?
Accoglimi, o Signora.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...



Maria Madre di Dio: 
"Porta di salvezza
e via della nostra riconciliazione".


Salmo 2 – di incoronazione trionfale.

Magna es, Domina, et laudabilis valde, in Civitate Dei Coeli,
In universa Ecclesia Electorum ejus.
Grande sei, Signora, e veramente degna di lode, nella Città del Dio del Cielo,
Nella Chiesa universale dei suoi eletti.
Ascendisti, alternantibus hymnòdicis Angelicis Choris,
Archangelis constipàta, rosis et liliis coronata.
Sei salita, tra Angelici Cori che alternavano inni,
Circondata di Arcangeli, coronata di rose e gigli.
Occùrrite illi Potestates et Principatus,
Obviàte ei Virtutes et Dominationes.
Corretele incontro, Potestà e Principati,
Accoglietela, Virtù e Dominazioni.
Chérubim, et Throni, et Séraphim exaltate eam,
Et constitùite eam ad dexteram Sponsi amantissimi Filii ejus.
Esaltatela, Troni e Cherubini,
Portatela alla destra dello Sposo, del suo Figlio amatissimo.
Tonate illi désuper, et date illi laudem;
Glorificate illam, Terra, cum omnibus habitatoribus tuis.
Cantate a lei dall’alto, e tributatele lode;
Glorificatela, Terra con tutti i suoi abitanti.
Laudate eam simul astra matutina;
Concentum illi fàcite omnes filii Dei.
Lodatela insieme, astri del mattino;
Tributatele armonia, figli tutti di Dio.
Cantate ante eam Chori Virginales,
Et venerate thronum ejus, quia sanctus est.
Cantatele innanzi, Cori dei Vergini,
E venerate il suo trono perché è santo.
Laudate et exaltate eam, virgines filiae Sion,
Quia desponsabit vobis regem Angelorum.
Lodatela ed esaltatela, vergini figlie di Sion,
Perché vi darà in sposo il Re degli Angeli.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Salmo 3 – di anelito e di amore.

Quemàdmodum desiderat cervus ad fontes aquarum,
Ita ad amorem tuum anhélat anima mea.
Come un cervo anela alle sorgenti d’acqua,
Così la mia anima anela al tuo amore.
Dìligam te, Domina Coeli et terrae,
Et in Gentibus nomen tuum invocabo.
Ti amerò, Regina del Cielo e della terra,
E invocherò il tuo nome tra le Genti.
Ure cor meum igne amoris tui,
Et cìngulo castitatis restringe renes meos.
Infiamma il mio cuore con il fuoco del tuo amore,
E cingi i miei fianchi con il cingolo di castità.
Accendàtur amore tuo tepor meus,
Gratia tua expellétur torpor meus.
Si accenda del tuo amore la mia tiepidezza,
La tua grazia cancelli il mio torpore.
Vùlnera cor meum charitate tua,
Fac me dignum gratia et munéribus tuis.
Ferisci il mio cuore con la tua carità,
Fammi degno della tua grazia e dei tuoi favori.
Quam dulcia diligentibus te eloquia tua, Domina!
Come è dolce il tuo parlare per quelli che ti amano!
Quam suavia sunt tuarum stillicidia gratiarum!
Quam dulcia peccatoribus eloquia tua, Domina!
Quanto è soave lo stillicidio delle tue grazie!
Quanto sono dolci, o Signora, le tue parole per i peccatori!
Super omnem melodiam refectio tua dulcis ori meo.
Suavitatum tuarum affluentia cor meum alienavit a me,
Sopra ogni melodia è il tuo nutrimento alle mie labbra.
L’abbondanza delle tue soavità ha distaccato da me il mio cuore,
Et caro mea mirabìliter exultavit in te.
Dulcore tuo liquefactum est cor meum,
E la mia carne ha mirabilmente in te esultato.
Si è sciolto il mio cuore per la tua dolcezza,
Amore tuo inflammata sunt viscera mea.
Si sono accese le mie viscere per il tuo amore.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

V. Ipse creavit illam in Spiritu Sancto.
V. Dio stesso la creò nello Spirito Santo,
R. Et exaltavit illam inter omnia opera sua.
R. E l’ha esaltata sopra ogni sua opera.
V. Domina, pròtege orationem meam.
V. Purifica, o Signora, la mia preghiera.
R. Et clamor meus ad te veniat.
R. E il mio grido giunga fino a te.


MARTEDI

Inno
Salve, Arca foéderis,
Thronus Salomonis,
Arcus pulcher aétheris,
Rubus visionis.
  Virga frondes gérminis,
Vellus Gedeònis,
Porta clausa Nùminis,
Favusque Samsonis.
  Décuit Natum tam nobilem,
Matri praecavére
Ab originali
Labe Matris Hevae.
  Almam, quam elégerat,
Genitricem vero,
Nulli prorsus sinens
Culpae subjacére.
Salve, Arca dell’alleanza,
Trono di Salomone,
Arco splendido del Cielo,
Roveto della visione.
Albero adorno di fronde,
Vello di Gedeone,
Porta serrata del Signore,
Favo di Sansone.
Fu giusto che il tuo così nobile Figlio
Preservasse la Madre
Dalla colpa originale
Della Madre Eva.
La forte Genitrice,
che Egli aveva scelto,
Non poteva essere soggetta
Ad alcun peccato.

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.



Vergine Santa"Rassereni i nostri cuori la luce della tua misericordia".


Salmo 1 – di clemenza e di misericordia.

Domina, venérunt Gentes in haereditatem Dei,
Quas tu meritis tuis Christo confoederasti.
Vennero, o Signora, le Genti per ricevere l’eredità di Dio,
Che tu hai ottenuto per loro per i meriti di Cristo.
Pulchrae sunt viae tuae,
Et sémitae tuae pacificae, gyrum terrae sola cìrcuis,
Belle sono le tue vie,
e di pace i tuoi sentieri. Tu sola percorri il giro della terra
Ut subvènias invocantibus te.
Copiosa facta est super me misericordia tua,
Per aiutare quanti ti invocano.
La tua misericordia è stata grande su di me,
Et dilatata est super me clementia.
Imperfectum meum aspexit oculus tuus,
E la clemenza si è diffusa sopra di me.
Il tuo sguardo hai diretto verso le mie imperfezioni,
Et palpebrae tuae noverunt vias meas:
Cognovisti ruinam et transgressionem meam.
e le tue palpebre si aprirono sulle mie vie:
Hai conosciuto la mia rovina e i miei peccati.
Non avèrtas sacrum aspectum tuum,
Neque abominéris me propter immunditiam meam.
Non distogliere il sacro tuo volto,
Non respingermi a causa della mia miseria.
Inclina vultum Dei super nos,
Coge illum peccatoribus miseréri.
Fa’ che il volto di Dio si volga su di noi,
Inducilo ad aver misericordia dei peccatori.
Serénet corda nostra lux misericordiae tuae,
Rassereni i nostri cuori la luce della tua misericordia,
Et récreet nos pacis tuae dulcedo.
Splendor vultus tui fulgeat super nos,
E ci ristori la dolcezza della tua pace.
Lo splendore del tuo volto rifulga sopra noi,
Ut servetur conscientia nostra apud Altissimum.
Perché la nostra coscienza si mantenga pura presso l’Altissimo.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...

Salmo 2 – di dolcezza e amore puro.

Salvum me fac, Mater pulchrae dilectionis,
Fons clementiae, et dulcor pietatis.
Portami a salvezza, Madre del puro amore,
Fonte di clemenza e soavità di misericordia.
Omnes sitientes, venite ad illam,
De fonte suo gratanter vos potabit.
Voi tutti assetati, venite a lei,
Volentieri vi disseterà dalla sua fonte.
Quam magna est multitudo dulcédinis tuae, Domina!
Quam praeparasti diligentibus, et sperantibus in te.
Quanto è grande la molteplicità della tua dolcezza, o Signora!
L’hai preparata per quanti ti amano e sperano in te.
Stilla nobis, Domina, gratiam ùberum tuorum,
Ex manante lacte dulcèdinis tuae réfice viscera puerorum tuorum.
Distillaci, o Signora, la grazia del tuo seno,
Con il latte che scaturisce dalla tua dolcezza ristora le viscere dei tuoi figli.
Stilla nobis guttam suavitatis tuae,
Quia tu es pincérna gratiae dulcoris.
Donaci una goccia della tua soavità,
Perché tu sei dispensatrice della dolcezza della grazia.
Distilla mihi suavitatem gratiarum tuarum,
Et tuorum charìsmatum fragrantiam, et odorem.
Distillami la soavità delle tue grazie,
La fragranza e il profumo dei tuoi doni.
Spiritus enim tuus super mel dulcis,
Et haeréditas tua super mel et favum.
Infatti il tuo spirito è dolce più che il miele,
E la tua eredità supera il miele e il favo.
Esto refrigerium nostrum, gloriosa Mater Christi,
Quia tu es totìus Religionis firmamentum.
Sii nostro refrigerio, gloriosa Madre di Cristo,
Perché tu sei il sostegno delle verità della nostra Fede.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...

Salmo 3 – di richiesta di luce e protezione.

Laudate pueri Matrem Dei,
Glorificate senes nomen ejus.
Lodate, fanciulli, la Madre di Dio,
Glorificate, anziani, il suo nome.
Benedicta sit Maria, Mater Christi,
Ipsa enim est via ad Patriam sanctitatis.
Sia benedetta Maria, Madre di Cristo,
Lei è infatti la via verso la Patria dei Santi.
Excelsus super Chérubim thronus ejus,
Et sedes ejus super cardines Coeli.
Eccelso sui Cherubini è il suo trono,
E la sua dimora sopra i cardini del Cielo.
Super humiles vultus ejus,
Et super confidentes in eam aspectus illius.
Sopra gli umili è il suo volto,
E il suo viso su quanti in lei confidano.
Misericordia ejus super omnem carnem,
Et eleemòsyna illius usque ad extremum terrae.
Su ogni uomo è la sua misericordia,
E la sua beneficenza fino agli estremi confini della terra.
Illumina splendore tuo celeritatem meam,
Dulcifica dulcore tuo contritionem meam.
Purifica del tuo splendore la mia prontezza,
Lenisci con la tua dolcezza la mia contrizione.
Tu es Mater illuminationis cordis mei,
Tu es nùtrix réfovens mentem meam.
Tu sei Madre che illumini il mio cuore,
Sei nutrice che rianima la mia mente.
Illumina me, Stella maris,
Clarifica me, Virgo clarissima.
Donami luce, o Stella del mare,
Illumina me, o valorosa Vergine.
Miserere mei, Domina, miserere mei,
Quia paratum est cor meum exquìrere voluntatem tuam.
Abbi pietà di me, o Signora, pietà di me,
Perché il mio cuore è pronto a ricercare la tua volontà.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.


V. Ego in altissimis habito.
V. Io dimoro nel più alto dei Cieli,
R. Et thronus meus in columna nubis.
R. Ed il mio trono è sopra una colonna di nubi.


MERCOLEDI

Inno

Salve, Virgo puerpera,
Templum Trinitatis,
Angelorum gaudium,
Cella puritatis.
  Solamen moeréntium,
Hortus voluptatis,
Palma patientiae,
Cedrus castitatis.
  Terra es benedicta
Et Sacerdotalis,
Sancta et immunis
Culpae originalis.
  Civitas Altissimi
Porta Orientalis,
In te est omnis gratia,
Virgo singularis.
Salve, Vergine Madre,
Tempio della Trinità,
Gaudio degli Angeli,
Cella di purezza.
Sollievo degli afflitti,
Giardino di delizia,
Palma di pazienza,
Cedro di castità.
Sei terra benedetta
E Sacerdotale,
Santa e immune
Dal peccato originale.
Città dell’Altissimo,
Porta d’Oriente,
in te è ogni grazia,
Vergine unica e stupenda.

Ant. Sicut lìlium inter spinas,
sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine,
così la mia diletta tra le figlie di Adamo.



"Maria siede alla sua destra
sopra i Cherubini"


Salmo 1 – di splendore e di gloria.

Dominus regnavit, irascantur populi,
Maria super Chérubim sedet ex dextris.
Dio ha trionfato, si adirino pure i popoli,
Maria siede alla sua destra sopra i Cherubini.
Formòsitas, et gloria in vultu illius,
Et gratia in oculis ejus.
Bellezza e gloria nel suo volto,
E grazia nei suoi occhi.
Magna est in Sion gloria tua, Domina,
Et in Jerusalem magnificentia tua.
Grande sei in Sion, nostra Signora,
E in Gerusalemme è la tua magnificenza.
Amicta Solari Lumine, sicut vestimento,
Et duòdecim stellarum corona rùtilans radiat.
Rivestita della luce del Sole come di un vestito,
E irradia splendente con una corona scintillante di dodici stelle.
Lunaris pulchritudo sub pedibus tuis,
Astra te glorificant jugiter matutina.
La bellezza della luna è sotto ai tuoi piedi,
Ogni giorno ti glorificano le stelle del mattino.
Sanctuarium quod firmaverunt manus tuae,
Est sanctum templum corporis tui.
Il Santuario che consolidarono le tue mani,
È il santo tempio del tuo corpo.
In te refulget species castitatis,
Lumen justitiae, et splendor veritatis.
In te rifulge la bellezza della castità,
La luce della giustizia e lo splendore della verità.
Extende ad nos brachium tuum, Virgo gloriosa,
Et ne avertas a nobis gloriosum vultum tuum.
Stendi su di noi il tuo braccio, Vergine gloriosa,
E non distogliere da noi il glorioso tuo volto.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...

Salmo 2 – di ornamento e bellezza.

Domina mea, quis similis erit tibi?
Quia gratia, et gloria, superémines universas.
O mia Signora, chi ti potrebbe essere simile?
Perché con la tua grazia e gloria superi ogni cosa.
Benedicti sint oculi tui splendidissimi,
Quos dignéris misericorditer convèrtere super nos peccatores.
Benedetti sono i tuoi occhi risplendenti,
Che con misericordia volgi su di noi peccatori.
Benedictum sit lumen et splendor faciéi tuae, Benedicta sit gratia vultus tui.
Sia benedetta la luce e lo splendore del tuo aspetto,
Sia benedetta la grazia del tuo volto.
Benedixit te Dominus in misericordia sua,
Gratiam et decorem posuit in labiis tuis.
Ti ha benedetta il Signore nella sua misericordia,
Grazia e decoro pose nelle tue labbra.
Manus tuae dìligunt myrrae primam,
Et dìgiti tui unguenta gratiarum.
Le tue mani apprezzano la mirra più preziosa,
E le tue dita gli unguenti delle grazie.
Et fragmenta mali punici est guttur tuum:
Et spiràmen oris tui, suave compositum thymiama.
Come porzioni di melograno è la tua gola,
E l’apertura della tua bocca un soave composto di incenso.
Tu es rùtilans et decòra,
Nubes rorifera, et consurgens aurora.
Sei splendente e leggiadra,
Nube ricca di rugiada e sorgente aurora.
Pulchra es et clara, et luna plenissima,
Et tamquam sol refulget sacer aspectus tuus.
Sei bella e luminosa, come luna piena,
E come il sole rifulge il tuo sacro aspetto.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...

Salmo 3 – di bellezza e di amore.

Beati, quorum corda te dìligunt, Virgo Maria,
Peccata ipsorum a te misericorditer diluentur.
Beati quelli che ti amano, Vergine Maria,
I loro peccati saranno da te con misericordia cancellati.
Domina, dilexi decorem faciéi tuae,
Et veneratus sum sanctam majestatem tuam.
Ho prediletto, o Signora, lo splendore del tuo volto,
E venerata la tua santa maestà.
Ne avertas faciem tuam a me,
Quia speciem et decorem tuum a juventute mea concupivi.
Non volgere da me il tuo sguardo,
Perché dalla giovinezza ho vagheggiato la tua grazia ed avvenenza.
Te amavi et exquisìvi, Regina Coelorum,
Misericordiam tuam, et gratiam tuam, ne sùbtrahas a servo tuo.
Ti ho amato e ricercato, Regina dei Cieli,
Non privare il tuo servo della tua grazia e delle tua misericordia.
Tuam pulchritudinem sol et luna mirantur,
Tibi Angelicae potestates serviunt, et famulantur.
Il sole e la luna ammirano la tua bellezza,
Te le Angeliche Potestà servono ed obbediscono.
Vox tua dulcis super omnem melodiam,
Armonia Angelica ei non valet comparari.
La tua dolce voce supera ogni melodia,
Cui non si può paragonare l’armonia degli Angeli.
Benedictum sit corpus tuum sanctum,
Benedicta sit anima tua sanctissima.
Sia benedetto il tuo corpo santo,
E benedetta la tua santissima anima.
Universas enim foeminas vincis pulchritudine carnis,
Superas Angelos et Archangelos excellentia sanctitatis.
Superi infatti ogni donna per la bellezza del tuo corpo,
Superi gli Angeli e gli Arcangeli per la grandezza della tua santità.
Venerate illam in decore illius,
Glorificate Opìficem pulchritudinis ejus.
Veneratela per il suo splendore,
Glorificate Dio Creatore per la sua bellezza.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.


V. Dignare me laudare te, Virgo sacrata.
V. Rendimi degno di lodarti, o Vergine Santa,
R. Dà mihi virtutem contra hostes tuos.
R. Dammi forza contro i tuoi nemici.

GIOVEDI

Inno

Salve, Urbs refugii,
Turrisque Davidica,
Munita propugnaculis,
Armis insignita.
Salve, Città di rifugio
e Torre di Davide,
munita di fortificazioni,
Di armi munita.
In Conceptione
Charitate ignita,
Dracònis potestas
Est a Te contrita.
Dalla tua Concezione
infiammata di Carità,
Il potere del Dragone
È da Te spezzato.
Haec est mulier fortis,
Et invicta Judith,
Pulchra Abìgail Virgo,
Verum fovens David.
Questa è la donna forte
E l’invitta Giuditta,
Bella come Abigail vergine,
che ha nutrito il vero Davide.
Rachel Curatorem
Aegypti gestavit,
Salvatorem mundi
Maria portavit.
Rachele generò
il soprintendente dell’Egitto,
Maria fu la madre
Del Salvatore del mondo.

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.



"Tergi la mia miseria, o Signora,
Tu che sempre rifulgi di purezza".


Salmo 1 – di speranza e di vita.
Dilexi Matrem Dei Domini mei,
Et lux miserationum ejus refulsit mihi.
Terge foeditatem meam, Domina,
Quae semper rutilas puritate.
Ho amato la Madre di Dio mio Signore,
E mi attrasse la luce della sua misericordia.
Tergi la mia miseria, o Signora,
Tu che sempre rifulgi di purezza.
Tuo tactu lenissimo sanantur infirmi,
Tuo odore roseo mortui reviviscunt.
Expergìscere de pulvere anima mea,
Solve vincula colli mei,
perge in occursum Regina Coeli.
Al tuo tocco leggero son risanati gli infermi,
Col tuo profumo di rosa tornano in vita i morti.
Togli la polvere dalla mia anima,
Sciogli le catene del mio collo,
Affrettati a soccorrermi, Regina del Cielo.
In dextera ejus ignea lex,
Et in circuitu ejus Sanctorum militia.
Mandata Dei ante oculos ejus,
Et justitiae regula in corde ejus.
Nella Sua destra la legge infuocata,
Attorno a Lei la milizia dei Santi.
Gli ordini di Dio nei suoi occhi
E i princìpi di giustizia nel suo cuore.
Odor vitae de Illa progréditur,
Et omnis salus de Corde illius.
Convértere, anima mea, in laudem ipsius,
Et invénies refrigerium in novissimis tuis.
Profumo di vita da Lei proviene,
Ed ogni salvezza dal Suo Cuore.
Volgiti, anima mia, alla lode di lei,
E troverai rifugio nei tuoi estremi momenti.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Salmo 2 – di gioia e giustizia.

Quam bonus Israel Deus
His qui colunt Matrem suam, et venerantur!
Quam bonum, et quam jucundum, Maria,
Dilìgere nomen tuum!
Quanto è buono il Dio di Israele
Con quelli che onorano la Madre Sua, e la venerano!
Quanto è buono e quanto è soave, o Maria,
Amare il tuo nome!
Unguentum effusum et aromaticum est nomen tuum,
Diligentibus ipsum.
Scire et cognoscere te, est ràdix immortalitatis,
Et enarrare virtutes tuas est via salutis.
Profumo diffuso ed aromatico è il tuo nome,
Per coloro che ti amano.
Imparare a conoscere te è radice di immortalità,
E parlare delle tue virtù è via di salvezza.
Paratum cor meum, Domina, paratum cor meum,
Laudes tibi psàllere, et cantare.
Domina Angelorum, Regina mundi,
Munda cor meum igne amoris, et charitatis tuae.
Pronto è il mio cuore, Signora, preparato il mio animo,
A cantare e salmeggiare per te.
Signora degli Angeli, Regina del mondo,
Purifica il mio cuore con il fuoco dell’amore e della tua carità.
Laetifica nos dulcifluo sono oris tui,
Et liquore tuo roseo perfunde corda nostra.
Allietaci con il dolce suono della tua voce,
E con la tua rosea limpidezza colma i nostri cuori.
Misericordia tua rigat Universum:
Domina, in salutari tuo vivifica me.
La tua misericordia irriga l’Universo:
Con il tuo favore, o Signora, ridonami vita.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Salmo 3 – di benedizione.

Bènedic, anima mea, Matri Jesu Christi,
Et omnia praecordia mea glorificate nomen ejus.
Benedictum sit gloriosum nomen tuum,
quod os Domini mirabiliter nominavit.
Benedici la Madre di Cristo Gesù, anima mia,
E con tutto il mio cuore glorifica il suo nome.
Sia benedetto il tuo nome glorioso,
Che la bocca del Signore mirabilmente ha chiamato.
Benedictum sit eloquium tuum,
Benedicta sint omnia verba oris tui.
Benedictum sit cor tuum, Domina,
Quo ardenter et sinceriter Deum dilexisti.
Benedetto sia il tuo parlare,
Sia benedetta ogni parola della tua bocca.
Sia benedetto, o Signora, il tuo cuore,
Che con ardore e sincerità ha amato il Signore.
Benedictus sit qui te sanctificavit,
Et mundum de matris utero te produxit.
Benedicti sint Pater et Mater qui te genuerunt,
Sia benedetto chi ti rese Santa,
E pura ti generò nel grembo di tua madre.
Sia benedetto il Padre e la Madre che ti generarono,
Benedictus sit venter qui te portavit,
Et ùbera quae te lactaverunt.
Benedetto sia il ventre che ti ha portato,
E i seni che ti hanno allattato.
Benedicta tu, virga Jesse sublimis,
Quam tu usque ad sedentem in throno dilatasti.
Bénedic, Domina, benedicentes te,
Et ne unquam avertas ab eis gratiosum vultum tuum.
Sii tu benedetta, discendenza sublime di Jesse,
Che tu hai innalzato nel trono in cui siedi.
Benedici, o Signora, quelli che ti benedicono,
E non distogliere mai da essi il tuo dolce volto.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

V. Tota pulchra es, amica mea.
V. Tutta bella sei, o mia diletta.
R. Et macula originalis nunquam fuit in te.
R. E la colpa originale giammai fu in te.


VENERDI

Inno

Salve, Horologium
In quo, ut revertatur
Sol per decem lineas,
Verbum incarnatur.
Salve, Orologio
Nel quale, perché retrocedesse
Il Sole di dieci linee,
Il Verbo si è incarnato.
Homo ut ab inferis
Ad summa attollatur,
Immensus ab Angelis
Paulo minoratur.
Perché l’uomo dagli abissi
fosse innalzato a tal punto
Che poco fosse inferiore
All’immensa schiera degli Angeli.
Solis hujus radii
Maria coruscat.
Consurgens ut aurora,
In conceptu micat.
Maria risplende
Dei raggi di questo sole.
Sorgendo come l’aurora,
Risplende nella sua Concezione.
Lilium inter spinas,
Caput serpentis cònterit,
Fulget pulchra ut Luna,
Errantes collustrat.
Giglio tra le spine,
schiaccia il capo del serpente,
splende bella come la Luna,
Illumina gli erranti.

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

Salmo 1 – del desiderio del Cielo.

Deus, judicium tuum regi da,
Et misericordiam tuam Reginae Matri ejus.
Deus ultionum Dominus,
Sed tu Mater misericordiae ad miserendum inflectis.
O Dio, dà al re il tuo giudizio,
E la tua misericordia alla Regina sua Madre.
Dio è il Signore di giustizia,
Ma tu, Madre di misericordia, lo induci a perdonare.
In manu tua salus et vita consistunt,
Laetitia perpetua, et aeternitas gloriosa.
Dispositione tua persevérat mundus,
Tuus totus ego sum, salvum me fac.
Nella tua mano stanno insieme salvezza e vita,
Letizia perpetua, e gloriosa eternità.
Per la tua volontà si sostiene il mondo,
Io sono tutto tuo, fa’ che mi salvi.
Resperge cor meum dulcedine tua,
Fac oblivisci miserias hujus vitae.
Trahe me post te vinculis misericordiae tuae,
Et fomentis et pietatis tuae sana dolorem meum.
Aspergi il mio cuore con la tua dolcezza,
Fa’ che dimentichi le miserie di questa vita.
Trascinami a te con i vincoli della tua misericordia,
Calma il mio dolore con la tua medicina e la tua pietà.
Concupiscentias sempiternas excita in anima mea,
Et de gaudio Paradisi inebria mentem meam.
Quia tu es Génitrix vitae meae, tu es lactàtrix Salvatoris mei,
Initium et finis totius salutis meae.
Stimola nella mia anima i desideri dell’eternità,
E inebria la mia mente con la gioia del Paradiso.
Perché tu sei la Madre della mia vita, tu la nutrice del mio Salvatore,
Il principio e il fine della mia salvezza.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…


"Mi assalirono dolori di morte, ma la venuta di Maria mi ha ridato gioia".


Salmo 2 – dei pellegrini verso la patria celeste.

Laetatus sum in te, Regina Coeli,
Quia te duce in domum Domini ibimus.
Circumdedérunt me dolores mortis,
Et visitatio Mariae laetificavit me.
Mi sono allietato in te, Regina del Cielo,
Perché con la tua guida giungeremo alla casa del Signore.
Mi assalirono dolori di morte,
Ma la venuta di Maria mi ha ridato gioia.
Èripe me de inimicis meis, Domina mundi,
Exurge in occursum meum, Regina pietatis.
Converte amabilem vultum tuum super nos,
Confunde et destrue omnes inimicos nostros.
Liberami dai miei nemici, o Regina del mondo,
Accorri in mio soccorso, Regina di misericordia.
Volgi su di noi il tuo amabile volto,
Confondi e distruggi tutti i nostri nemici.
Non dormit, neque dormiet pupilla oculi tui,
Ut tua semper custodia protegamur.
Memento nostri, perditorum salvàtrix,
Exaudi planctus cordis nostri.
Non dorme, né dormirà la pupilla del tuo occhio,
Affinché siamo sempre protetti dalla tua vigilanza.
Ricordati di noi, corredentrice dei peccatori,
Esaudisci il pianto del nostro cuore.
In pulchritudine pacis, et requie opulenta,
Cibabis nos post laborem peregrinationis nostrae.
Misericordias tuas, Domina,
In sempiternum decantabo.
Nella delizia della pace, e in un sontuoso riposo,
Ci sazierai dopo i travagli del nostro pellegrinaggio.
Le tue misericordie, o Signora,
In eterno canterò.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Salmo 3 – del moribondo nelle mani della Vergine.

In éxitu animae de hoc mundo,
Occurre illi, Domina, et suscipe eam.
Consolare eam vultu sancto tuo:
Aspectus daèmonis non conturbet eam.
Nel partire l’anima da questo mondo,
Vieni a soccorrerla, o Signora, e proteggila.
Consola l’anima con il tuo volto santo:
La vista del demonio non la turberà.
Esto illi scala ad Regnum Coelorum,
Et iter rectum ad Paradisum Dei.
In convertendo faciem tuam serenissimam super nos,
Laetificabis nos Virginea Mater Dei.
Sii per lei scala al Regno dei Cieli,
E la via sicura al Paradiso di Dio.
Volgendo su di noi il tuo serenissimo volto,
Ci darai gioia, Vergine Madre di Dio.
Impetra nobis indulgentiam plenam,
Assiste pro nobis ante tribùnal Dei.
Gratiosus tuus vultus mihi appàreat in extremis,
Formòsitas faciéi tuae laetificet spiritum meum egredientem.
Impetra a noi una piena indulgenza,
Assistici davanti al tribunale di Dio.
Il grazioso tuo volto mi appaia al momento estremo,
La bellezza del tuo volto renda lieto il mio spirito che esce da questa vita.
Pròtegat me semper gratia tua,
Praesentia tua illustret finem meum.
In te, Domina, speravi, non confundar in aeternum:
In gratia tua sùscipe me.
In manus tuas, Domina, commendo spiritum meum, totam vitam meam, et diem ultimum.
Sempre mi protegga la tua grazia,
La tua presenza illumini il mio ultimo giorno.
In te, Signora, ho sperato, non mi perderò in eterno:
Accoglimi nella tua grazia.
Nelle tue mani, o Signora, raccomando il mio spirito, tutta la mia vita, e il mio ultimo giorno.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

V. Ego feci in Coelis, ut oriretur lumen indefìciens.
V. Io ho fatto nei Cieli una luce che non viene meno.
R. Et quasi nebula texi omnem terram.
R. E come di una nube ho coperto tutta la terra.


SABATO
Inno

Salve, Virgo florens,
Mater illibata,
Regina clementiae,
Stellis coronata.
  Supra omnes Angelos
Pura, Immaculata,
Atque ad Regis déxteram
Stans veste deaurata.
  Per te Mater gratiae,
Dulcis spes reorum,
Fulgens stella maris,
Portus naufragorum,
  Patens Coeli janua,
Salus infirmorum,
Videamus Regem
In aula Sanctorum.
Salve, Vergine fiorente,
Madre inviolata,
Regina di clemenza,
Di stelle coronata.
 Sopra tutti gli Angeli
Pura, Immacolata,
Posta alla destra del Re
Con una veste intessuta d’oro.
 Grazie a te, Madre di grazia,
dolce speranza dei rei,
Stella del mare splendente,
Porto dei naufraghi,
 Aperta Porta del Cielo,
Salute degli infermi,
Possiamo vedere il Re
Nell’assemblea dei Santi.

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

Cantico 1
Audite, Coeli, quae loquar de Maria,
Audiat terra verba oris mei.
Udite, o Cieli, perché parlerò di Maria,
Ascolti la terra le parole della mia bocca.
Magnificate ipsam mecum semper,
Et exaltemus nomen ejus in saeculum saeculi.
Magnificatela con me sempre,
Ed esaltiamo il suo nome in eterno.
Generatio prava atque perversa,
Agnosce Dominam nostram salvatricem tuam.
Generazione malvagia e perversa,
Riconosci nostra Signora che ci porta a salvezza.
Numquid non ipsa est mater tua,
Quae possedit te, et in fide generavit te?
Non è lei forse la madre tua,
Che ti possiede e ti ha generato alla fede?
Si hanc dimittis non es amicus summi Caesaris,
Quoniam Ipse sine ea non salvabit te.
Se ti volgi da lei non sei amico del sommo Cesare,
Perché Egli stesso non ti salverà senza di lei.
Ùtinam sàperes, et intellìgeres,
Ac novissima providéres!
O se sapessi, e comprendessi,
Per provvedere al tuo ultimo giorno!
Quemàdmodum infans sine nutrice non potest vivere,
Ita nec sine Domina nostra potest habére salutem.
Allo stesso modo che un bambino non può vivere senza una nutrice,
Così non puoi, senza Nostra Signora, avere la salvezza.
Sìtiat ergo anima tua ad ipsam,
Tene eam, nec dimitte, donec benedìxerit tibi.
Abbia sete di lei dunque la tua anima,
Stringiti a lei e non lasciarla finché non ti avrà benedetto.
Repleatur os tuum laude sua,
Decanta tota die magnificentiam ejus.
Sia ripiena la tua bocca delle sue lodi,
Celebra ogni giorno la sua magnificenza.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…



"Benedica ogni creatura

Maria, nostra Signora"



Cantico 2

Benedìcite omnia opera Dominae gloriosae,
Laudate et superexaltate eam in saecula.
Benedite, opere tutte, la Vergine gloriosa,
Lodatela ed esaltatela nei secoli.
Benedìcite Angeli Dominae nostrae,
benedìcite coeli Dominae nostrae.
Benedite, Angeli, la nostra Signora,
Benedite, cieli, la nostra Regina.
Benedicat omnis creatura Dominam nostram,
Quam Rex sic voluit benedici.
Benedica ogni creatura Maria, nostra Signora,
Come il Re ha voluto sia benedetta.
Benedicta sis, o summi Regis Filia,
Quae odore praeis cuncta lilia.
Sii benedetta, o Figlia del sommo Re,
Il tuo profumo supera quello di ogni giglio.
Benedicta sis corona dominarum omnium,
Benedicta sis gloria Jerusalem.
Sii benedetta, o corona di tutte le Sante,
Sii benedetta, gloria di Gerusalemme.
Odor tuus sicut agri pleni, cui benedixit Dominus,
Qui in benedicentes te redundat irrìgans omnia intima eorum.
La tua fragranza è come quella di un campo fiorito benedetto dal Signore,
Tu la spandi nell’intimo di quanti ti benedicono.
Qui benedixerit tibi, o Virgo, sit ille jugiter benedictus.
Qui maledixerit tibi, rosa candidissima, sit ille maledictus.
Chi ti avrà benedetto, o Vergine, sia per questo benedetto.
Chi ti avrà maledetto, o rosa candidissima, sia egli stesso maledetto.
Non recédat de domo servorum tuorum
Vini et òlei abundantia.
Non venga meno nella casa dei tuoi servi
L’abbondanza dell'olio e del vino.
In nomine tuo omne genuflectatur,
Coelestium, terrestrium et infernorum.
Nel tuo nome si genufletta ognuno
Che vive tra le creature celesti, terrestri, ed anche nell’inferno.
Benedicamus Deum, qui te creavit,
Benedictus uterque parens, qui te generavit.
Benediciamo il Signore che ti ha creata,
Siano benedetti i genitori che ti procrearono.
Benedicta sis Domina in Coelo,
Et laudabilis, et gloriosa, et superexaltata in saecula.
Sii benedetta, Regina del Cielo,
Degna di lode e gloriosa, e proclamata beata nei secoli.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Cantico 3

Benedicta sis, Domina et Mater Dei mei Ìsrael,
Qui per te visitavit et fecit redemptionem plebis suae.
Sii benedetta, Signora e Madre del mio Dio di Israele,
Che attraverso te ha visitato e redento il suo popolo.
Et erexit unicornu salutaris castitatis tuae
In domo David pùeri sui.
E ha spiegato lo stendardo della tua castità
Nella casa di Davide suo figlio.
Sicut locutus est per os Isaiae
Aliorùmque sanctorum Prophetarum ejus.
Come ha detto attraverso Isaia
E i suoi altri santi Profeti.
Salutem ex inimìcis praesta Virgo vìrginum,
Et de manu omnium, qui nos odérunt, pacem nobis trìbue.
Dona, o Vergine delle vergini, salvezza dai nemici
E dalla mano di quanti ci odiano, e accordaci la pace.
Et fac misericordiam pro parentibus, et nobis,
Ut memor sit testamenti omnipotèntis Dei.
Abbi misericordia verso i nostri congiunti, e verso di noi,
Perché sia manifesta l’alleanza di Dio onnipotente.
Quod juravit ad patres nostros,
Abraham, et sémini ejus in saecula.
Come giurò ai nostri padri,
Ad Abramo ed alla sua discendenza per sempre.
Sic sine timore de manu inimicorum nostrorum liberati,
Quiéte serviamus Illi
Così, senza timore liberati dalle mani dei nemici,
Possiamo servirlo nella pace
In sanctitate et justitia coram te,
Omnibus diébus nostris.
In santità e giustizia davanti a Te
In tutti i nostri giorni.
Et tu, Maria, Prophetissa Dei vocàberis,
Quoniam novisti quo respexit humilitatem ancillae suae.
E tu, Maria, sarai chiamata Profetessa di Dio,
Perché hai riconosciuto chi ha guardato all’umiltà della sua serva.
Per quam dedit scientiam salutis plebi ejus,
In remissionem peccatorum.
Attraverso te ha dato la conoscenza della salvezza del suo popolo,
Per la remissione dei peccati.
Per viscera multitudinis misericordiae tuae,
Visita nos, Stella matutina òriens ex alto.
Per le viscere della tua molteplice misericordia,
Vieni a visitarci, Stella del mattino che sorgi dall’alto.
Illumina tenebras sedentium in umbra mortis,
Et eas luce dilectissimi Filii tui dignéris instillare.
Illumina le tenebre di quanti siedono nell’ombra della morte,
E degnati di donar loro la luce del tuo dilettissimo Figlio.
Miserere, misericordiae Mater, nobis miseris peccatoribus,
Quia post retroacta peccata poenitére neglìgimus, ac multa quotidie poenitenda committamus.
Abbi pietà, Madre di misericordia, di noi miseri peccatori,
Perché non ci siamo scossi dopo tanti peccati commessi, e possiamo dedicarci ogni giorno ad atti di penitenza.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

V. Oleum effusum, Maria, Nomen tuum.
V. Come unguento diffuso, o Maria, è il tuo Nome.
R. Servi tui dilexérunt te nimis.
R. I tuoi servi ti hanno grandemente amato.





Te Matrem Dei laudamus
Te Matrem Dei laudamus, Te Mariam Virginem profitemur.

Ti lodiamo o Madre di Dio, ti proclamiamo come la sempre Vergine Maria.
Te aeterni Patris Sponsam, omnis terra veneratur.
Tutta la terra ti venera come la Sposa dell'eterno Padre.
Tibi omnes Angeli, et Archangeli, tibi Throni, et Principatus fideliter deserviunt.
Te tutti gli Angeli e gli Arcangeli, i Troni e i Principati, servono fedelmente.
Tibi omnes Potestates, omnes Virtutes Coeli coelorum, et universae Dominationes obediunt.
A te obbediscono le Potestà, tutte le Virtù nel più alto dei Cieli e tutte le Dominazioni.
Tibi omnes Chori, tibi Chérubim et Séraphim exultantes adsistunt.
A te tutti i Cori, i Cherubini e i Serafini, fanno corona in esultanza.
Tibi omnis angelica creatura incessabili voce proclamant:
Te ogni creatura angelica proclama con voce incessante:
Sancta, sancta, sancta Maria, Dei Génitrix, Mater et Virgo.
Santa, santa santa è Maria, Madre di Dio, Madre e Vergine.
Pleni sunt Coeli et terra majestatis gloriae fructus ventris tui.
Pieni sono i Cieli e la terra della maestà e gloria del frutto del tuo seno.
Te gloriosus Apostolorum chorus, sui Creatoris Matrem collàudat.
Te il glorioso coro degli Apostoli esalta come Madre del Creatore.
Te beatorum Martyrum coetus candidatus, Christi Genitricem glorificat.
Te la candida schiera dei beati Martiri glorifica come Madre di Cristo.
Te gloriosus Confessorum exércitus, Trinitatis Templum appellat.
Te il glorioso esercito dei Confessori chiama come Tempio della Trinità.
Te sanctarum Virginum choréa amabilis, virginitatis et humilitatis exemplum praedicat.
Te celebra l'amabile schiera delle sante Vergini, come esempio di verginità ed umiltà.
Te tota coelestis curia, Regina honorat.
Te tutta la corte celeste onora come Regina.
Te per universum orbem Ecclesia, invocando concélebrat Matrem divinae majestatis.
Te la Chiesa acclama in tutto il mondo, invocandoti come Madre della divina Maestà.
Venerandam te veram Regis coelestis Puerperam, sanctam quoque, dulcem et pia.
Venerando te come vera Genitrice del Re del Cielo, santa, dolce e pia.
Tu Angelorum Domina, tu Paradisi jànua.
Tu Regina degli Angeli, tu Porta del Paradiso.
Tu scala Regni coelestis et gloria, tu thàlamus, tu arca pietatis et gratiae.
Tu scala al Regno dei Cieli e gloria, tu stanza nuziale, arca di pietà e grazia.
Tu vena misericordiae, tu sponsa et mater Regis aeterni.
Tu sorgente di misericordia, tu sposa e Madre del Re eterno.
Tu templum et sacrarium Spiritus Sancti, totius beatissimae Trinitatis nobili triclìnium.
Tu tempio sacro dello Spirito Santo, tu nobile dimora della santissima Trinità.
Tu mediàtrix Dei et hominum amàtrix.
Tu mediatrice di Dio e che ami ogni uomo.
Tu agonizàtrix pugnàntium, advocata pauperum, miseràtrix et refugium peccatorum.
Tu combattente accanto a quanti lottano, avvocata dei poveri, misericordia e rifugio dei peccatori.
Tu erogàtrix munerum, superàtrix ac terror daemonum et superborum.
Tu dispensatrice di doni, dominatrice e terrore dei demoni e   dei superbi.
Tu mundi Domina, Coeli Regina: post Deum sola spes nostra.
Tu Signora del mondo, Regina del Cielo: dopo Dio nostra sola speranza.
Tu salus te invocantium, miserorum solàtium, pereùntium refugium.
Tu salvezza di chi ti invoca, sollievo dei miseri, rifugio di quanti stanno nel pericolo.
Tu mater omnium Beatorum, gaudium plenum post Deum, omnium Supernorum civium solàtium.
Tu madre di tutti i Beati, gaudio pieno dopo Dio, consolazione di tutti i cittadini del Cielo.
Tu promòtrix justorum, congregàtrix errantium, promissio Patriarcharum.
Tu sostegno dei giusti, tu riunisci gli erranti, sei la promessa dei Patriarchi.
Tu véritas Prophetarum, praecònium et doctrix Apostolorum, magistra Evangelistarum.
Tu la verità dei Profeti, lode e maestra degli Apostoli, maestra degli Evangelisti.
Tu fortitùdo Martyrum, exémplar Confessorum, honor et festìvitas Virginum.
Tu fortezza dei Martiri, modello dei Confessori, onore e gioia dei Vergini.
Tu ad liberandum éxulem hominem, Filium Dei suscepisti in uterum.
Tu per liberare l'uomo esule, hai portato in seno il Figlio di Dio.
Per te, expugnàto hoste antiquo, sunt aperta fidelibus Regna Coelorum.
Grazie a te, vinto l'antico nemico, sono aperte per i fedeli i Regni del Cielo.
Tu cum Filio tuo sedes ad déxteram Patris.
Tu con il tuo Figlio siedi alla destra del Padre.
Tu ipsum pro nobis roga, Virgo Maria, quem nos ad judicandum crédimus esse venturum.
Tu pregalo per noi, Vergine Maria, Lui che crediamo verrà a giudicarci.
Te ergo poscimus, nobis tuis fàmulis sùbveni, qui pretioso sanguine Filii tui redempti sumus.
Ti preghiamo dunque di venire in aiuto a noi tuoi servi, redenti dal prezioso sangue del tuo Figlio.
Aeterna fac, pia Virgo, cum Sanctis tuis nos in gloria numerari.
Ottienici, o Vergine pia, di essere accolti nell'eterna gloria insieme ai tuoi Santi.
Salvum fac populum tuum, Domina, ut simus participes haereditatis Filii tui.
Fa' salvo il tuo popolo, o Signora, perché siamo partecipi dell'eredità del Figlio tuo.
Et rege nos, et custòdi nos in aeternum.
E regna su di noi e custodiscici in eterno.
Per singulos dies, o Pia, te salutamus,
In ogni nostro giorno, o Pia, ti salutiamo,
Et laudare te cùpimus in aeternum, mente et voce.
E te desideriamo lodare in eterno, con la voce e con la mente.
Dignare, dulcis Maria, nunc et semper sine delicto nos conservare.
Degnati, dolce Maria, di conservarci oggi e sempre senza peccato.
Miserere, Pia, nobis, miserere nobis.
Abbi pietà di noi, o Pia, abbi pietà.
Fiat misercordia magna nobiscum, quia in te, Virgo Maria, confìdimus.
Sia grande la misericordia su di noi, perché in te confidiamo, Vergine Maria.
In te, dulcis Maria, speramus, nos defendas in aeternum.
In te speriamo, dolce Maria, perché tu ci difenda in eterno.
Te decet laus, te decet imperium, tibi virtus et gloria, in saecula saeculorum.
A te appartiene la lode, il potere, a te il valore e la gloria, nei secoli dei secoli.
Felix es, sacra Virgo Maria, et omni   laude dignissima, quia ex te ortus est Sol justitiae Christus Deus noster.
Beata tu sei, sacra Vergine Maria, e veramente degna di ogni lode, perché da te è nato il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio.
Ora pro populo, intérveni pro clero, intercéde pro devoto foemineo sexu.
Prega per il popolo, aiuta il clero, intercedi per ogni donna fedele.
Sentiant omnes tuum juvàmen, quicùmque
célebrant tuam sanctam Conceptionem.

Sperimentino tutti il tuo aiuto, tutti coloro che celebrano la tua santa Concezione.
Ant. Haec est Virgo, in qua nec nodus originalis, nec cortex actualis culpae fuit.
Ant. Questa è la Vergine nella quale mai fu il peccato originale, né nodo di colpa attuale.

V. In Conceptione tua Virgo Immaculata fuisti.
V. Nella tua Concezione sei stata creata Immacolata.
R. Ora pro nobis Patrem cujus Filium peperìsti.
R. Prega per noi il Padre, il cui Figlio hai partorito
Oremus. - Deus, qui per Immaculatam Virginis Conceptionem dignum Filio tuo habitaculum praeparasti, quaesumus, ut qui ex morte ejusdem Filii tui praevìsa, eam ab omni labe praeservasti, nos quoque mundos, ejus intercessione, ad te pervenire concedas.
Preghiamo. - Dio, che nell'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, ti preghiamo perché, come dalla morte dello stesso tuo Figlio l'hai preservata da ogni macchia, così concedi che anche noi giungiamo puri a te, per la sua intercessione.
Per eúmdem Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saecula saeculórum. Amen.
Per lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, Figlio tuo, che con te vive e regna, Dio in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.




Deo gratias, et Mariae Immaculatae.

Siano rese grazie a Dio, ed a Maria Immacolata.

PREGHIAMO CON SAN FRANCESCO d'ASSISI: " La preghiera era la sua consolazione "

Festa del Perdono voluta da San Francesco - Amedeo Lomonaco
CAPITOLO X

AMORE PER LA VIRTÙ DELL' ORAZIONE 


1176 1. Francesco, il servo di Cristo, vivendo nel corpo, si sentiva in esilio dal Signore e, mentre
ormai all'esterno era diventato totalmente insensibile, per amore di Cristo, ai desideri della
terra, si sforzava, pregando senza interruzione, di mantenere lo spirito alla presenza di Dio, per
non rimanere privo delle consolazioni del Diletto.

 La preghiera era la sua consolazione, quando si dava alla contemplazione, e quasi
fosse ormai un cittadino del cielo e un concittadino degli Angeli, con desiderio ardente
ricercava il Diletto, da cui lo separava soltanto il muro del corpo.
 La preghiera era anche la sua difesa, quando si dava all'azione, poiché, mediante
l'insistenza nella preghiera, rifuggiva, in tutto il suo agire, dal confidare nelle proprie
capacità, metteva ogni sua fiducia nella bontà divina, gettando nel Signore la sua ansietà.
 Sopra ogni altra cosa -- asseriva con fermezza -- il religioso deve desiderare la grazia
dell'orazione e incitava in tutte le maniere possibili i suoi frati a praticarla con zelo, convinto
che nessuno fa progressi nel servizio di Dio, senza di essa.
 Camminando e sedendo, in casa e fuori, lavorando e riposando, restava talmente
intento all'orazione da sembrare che le avesse dedicato ogni parte di se stesso: non solo il
cuore e il corpo, ma anche l'attività e il tempo.


1177 2. Non lasciava passare inutilmente, per sua trascuratezza, nessuna visita dello Spirito:
quando gli si presentava, si abbandonava ad essa e ne godeva la dolcezza, finché il Signore
glielo concedeva.
 Se, mentre era in viaggio, sentiva il soffio dello Spirito divino, lasciava che i compagni
lo precedessero, si fermava, tutto intento a fruire della nuova ispirazione, per non ricevere
invano la grazia.
 Molte volte rimaneva assorto in una contemplazione così sublime che, rapito fuori di
sé ad esperienze trascendenti la sensibilità umana, ignorava quanto gli accadeva intorno.


1178 Una volta stava attraversando sopra un asinello, a causa della malattia, Borgo San
Sepolcro, che è un paese molto popoloso. Spinto dalla devozione, la gente si precipitò
incontro a lui; ma egli, trascinato e trattenuto, stretto e toccato in tanti modi dalla folla,
appariva insensibile a tutto: come un corpo senz'anima, non avvertiva assolutamente nulla di
tutte quelle manifestazione.
 Quando ormai da lungo tempo si erano lasciati indietro il paese e la folla ed erano
giunti vicino a un lebbrosario, il contemplatore delle realtà celesti, come se tornasse da un
altro mondo, domandò, preoccupato, quando sarebbero arrivati a Borgo.
 La sua mente, fissa negli splendori celesti, non aveva avvertito il variare dei luoghi,
del tempo e delle persone incontrate. I suoi compagni hanno attestato, per lunga esperienza,
che questo gli accadeva piuttosto spesso.



1179 3. Nell'orazione aveva imparato che la bramata presenza dello Spirito Santo si offre a
quanti lo invocano con tanto maggior familiarità quanto più lontani li trova dal frastuono dei
mondani. Per questo cercava luoghi solitari, si recava nella solitudine e nelle chiese
abbandonate a pregare, di notte. Là dovette subire, spesso, gli spaventosi assalti dei demoni
che venivano fisicamente a conflitto con lui, nello sforzo di stornarlo dall'applicarsi alla
preghiera. Ma egli, munito delle armi celesti, si faceva tanto più forte nella virtù e tanto più
fervente nella preghiera, quanto più violento era l'assalto dei nemici. 
 Diceva confidenzialmente a Cristo: All'ombra delle tue ali proteggimi dai malvagi che
tramano la mia rovina.
 E ai demoni: “ Fate pure tutto quello che potete contro di me, o spiriti maligni e
ingannatori! Voi non avete potere se non nella misura in cui la mano di Dio ve lo concede e
perciò io me ne sto qui con tutta gioia, pronto a sopportare tutto quanto essa ha stabilito di
farmi subire ”.
 I demoni superbi non sopportavano simile forza d'animo e si ritiravano sconfitti.


1180 4. E l'uomo di Dio, restandosene tutto solo e in pace, riempiva i boschi di gemiti,
cospargeva la terra di lacrime, si percuoteva il petto e, quasi avesse trovato un più intimo
santuario, discorreva col suo Signore. Là rispondeva al Giudice, là supplicava il Padre, là
dialogava con l'Amico. Là pure, dai frati che piamente lo osservavano, fu udito interpellare
con grida e gemiti la Bontà divina a favore dei peccatori; piangere, anche, ad alta voce la
passione del Signore, come se l'avesse davanti agli occhi. Là, mentre pregava di notte, fu
visto con le mani stese in forma di croce, sollevato da terra con tutto il corpo e circondato da
una nuvoletta luminosa: luce meravigliosa diffusa intorno al suo corpo, che
meravigliosamente testimoniava la luce risplendente nel suo Spirito.

 Là, inoltre, come testimoniano prove sicure, gli venivano svelati i misteri nascosti della
sapienza divina, che egli, però, non divulgava all'esterno, se non nella misura in cui ve lo
sforzava la carità di Cristo e lo esigeva l'utilità del prossimo.
 Diceva, a questo proposito: “ Può succedere che, per un lieve compenso, si perda un
tesoro senza prezzo e che si provochi il Donatore a non dare più tanto facilmente una
seconda volta ”.
 Quando tornava dalle sue preghiere, che lo trasformavano quasi in un altro uomo,
metteva la più grande attenzione per comportarsi in uniformità con gli altri, perché non
avvenisse che il vento dell'applauso, a causa di quanto lui lasciava trapelare di fuori, lo
privasse della ricompensa interiore .



1181 Quando, trovandosi in pubblico, veniva improvvisamente visitato dal Signore, cercava
sempre di celarsi in qualche modo ai presenti, perché gli intimi contatti con lo Sposo non si
propalassero all'esterno.
 Quando pregava con i frati, evitava assolutamente le espettorazioni, i gemiti, i respiri
affannosi, i cenni esterni, sia perché amava il segreto, sia perché, se rientrava nel proprio
intimo, veniva rapito totalmente in Dio.
 Spesso ai suoi confidenti diceva cose come queste: “ Quando il servo di Dio, durante
la preghiera, riceve la visita del Signore, deve dire: " O Signore, tu dal cielo hai mandato a
me, peccatore e indegno, questa consolazione, e io la affido alla tua custodia, perché mi sento
un ladro del tuo tesoro". E quando torna dall'orazione, deve mostrarsi così poverello e
peccatore, come se non avesse ricevuto nessuna grazia speciale ”.


1182 5. Mentre, nel luogo della Porziuncola, una volta l'uomo di Dio era intento all'orazione,
andò a trovarlo, come faceva di solito, il vescovo di Assisi. Appena fu entrato nel luogo, il
vescovo, con più familiarità del dovuto, andò direttamente alla cella in cui il servo di Cristo
stava pregando. Spinse la porticina e fece l'atto di entrare. Ma, appena ebbe messo dentro il
capo e scorto il Santo in orazione, sconvolto da improvviso terrore, si sentì agghiacciare in
tutte le membra, perse anche la parola, mentre, per divina disposizione, veniva cacciato fuori
a viva forza e trascinato lontano, a passo indietro. 
 Stupefatto, il vescovo si affrettò, come poté, a raggiungere i frati e, appena Dio gli
restituì l'uso della parola, se ne servì prima di tutto per confessare la propria colpa.


1183 L'abate del monastero di San Giustino nella diocesi di Perugia, incontrò una volta il
servo di Cristo. Appena lo vide, il devoto abate scese lesto da cavallo, volendo riverire
l'uomo di Dio e parlare con lui di problemi inerenti alla salvezza dell'anima. Terminato il
soave colloquio, I'abate, nel partire, gli chiese umilmente di pregare per lui. L'uomo caro a
Dio gli rispose: “ Pregherò volentieri ”. Quando l'abate si fu allontanato un poco, il fedele
Francesco disse al compagno: “ Aspetta un attimo, fratello, perché voglio pagare il debito che
ho contratto ”.
 Ebbene, appena egli incominciò a pregare, I'abate sentì nell'anima un insolito fervore e
una dolcezza mai provata e, rapito fuori di sé, si perdette totalmente in Dio.
 Fu una piccola, dolce sosta.
 Ritornato in se stesso, capì bene che tutto ciò era dovuto alla potente preghiera di san
Francesco. Da allora si sentì infiammato di sempre maggior amore per l'Ordine e riferì a
molti il fatto come un miracolo.



1184 6. Aveva, il Santo, I'abitudine di offrire a Dio il tributo delle ore canoniche con timore,
insieme, e con devozione.
 Benché fosse malato d'occhi, di stomaco, di milza e di fegato, pure non voleva
appoggiarsi al muro e alla parete, mentre salmeggiava, ma recitava le ore stando sempre
eretto e senza cappuccio in testa, senza girovagare con gli occhi, senza smozzicare le parole.
 Se gli capitava di trovarsi in viaggio, all'ora dell'ufficio si fermava e non tralasciava
questa devota e santa consuetudine, nemmeno sotto lo scrosciare della pioggia.
 Diceva, infatti: “ Se il corpo si prende con tranquillità il suo cibo, che sarà con lui esca
dei vermi, con quanta pace e tranquillità l'anima deve prendersi il cibo della vita?>.
 Riteneva anche di commettere colpa grave, se gli capitava, mentre era intento alla
preghiera, di perdersi con la mente dietro vane fantasie. Quando gli succedeva qualcosa di
questo genere, ricorreva alla confessione, pur di riparare immediatamente .
 Questa preoccupazione era divenuta per lui così abituale che assai di raro veniva
molestato da siffatte mosche.

1185 Durante una quaresima, per occupare le briciole di tempo e non perderne nemmeno
una, aveva fatto un piccolo vaso. Ma siccome, durante la recita di terza, il pensiero di quel
vaso gli aveva procurato un po' di distrazione, mosso dal fervore dello spirito, lo bruciò,
dicendo: “ Lo sacrificherò al Signore, al quale mi ha impedito di fare il sacrificio”.
 Diceva i salmi con estrema attenzione di mente e di spirito, come se avesse Dio
presente, e, quando nella recita capitava di pronunciare il nome del Signore, lo si vedeva
leccarsi le labbra per la dolcezza e la soavità.
 Voleva pure che si onorasse questo stesso nome del Signore con speciale devozione,
non solo quando lo si pensava, ma anche quando lo si pronunciava o scriveva. Tanto che una
volta incitò i frati a raccogliere tutti i pezzettini di carta scritti che trovavano e a riporli in
luogo decente per impedire che, magari, venisse calpestato quel nome sacro in essi trascritto.
 Quando, poi, pronunciava o udiva il nome di Gesù, ricolmo di intimo giubilo, lo si
vedeva trasformarsi anche esteriormente come se un sapor di miele avesse impressionato il
suo gusto, o un suono armonioso il suo udito. 



1186 7. Tre anni prima della sua morte, decise di celebrare vicino al paese di Greccio, il
ricordo della natività del bambino Gesù, con la maggior solennità possibile, per rinfocolarne
la devozione.
 Ma, perché ciò non venisse ascritto a desiderio di novità, chiese ed ottenne prima il
permesso del sommo Pontefice. Fece preparare una stalla, vi fece portare del fieno e fece
condurre sul luogo un bove ed un asino.
 Si adunano i frati, accorre la popolazione; il bosco risuona di voci e quella venerabile
notte diventa splendente di innumerevoli luci, solenne e sonora di laudi armoniose.
 L'uomo di Dio stava davanti alla mangiatoia, ricolmo di pietà, cosparso di lacrime,
traboccante di gioia.

 Il santo sacrificio viene celebrato sopra la mangiatoia e Francesco, levita di Cristo,
canta il santo Vangelo. Predica al popolo e parla della nascita del re povero e nel nominarlo,
lo chiama, per tenerezza d'amore, il “ bimbo di Bethlehem ”.
 Un cavaliere, virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia secolaresca e si era legato
di grande familiarità alI'uomo di Dio, il signor Giovanni di Greccio, affermò di aver veduto,
dentro la mangiatoia, un bellissimo fanciullino addormentato, che il beato Francesco,
stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno.

 Questa visione del devoto cavaliere è resa credibile dalla santità del testimone, ma
viene comprovata anche dalla verità che essa indica e confermata dai miracoli da cui fu
accompagnata. Infatti l'esempio di Francesco, riproposto al mondo, ha ottenuto l'effetto di
ridestare la fede di Cristo nei cuori intorpiditi; e il fieno della mangiatoia, conservato dalla
gente, aveva il potere di risanare le bestie ammalate e di scacciare varie altre malattie.
 Così Dio glorifica in tutto il suo servo e mostra l'efficacia della santa orazione con
l'eloquenza probante dei miracoli . ( https://www.assisiofm.it/uploads/218-Leggenda%20maggiore.pdf )

Deo gratias, et Mariae Immaculatae

lunedì 3 agosto 2020

Sepoltura di Stefano e inizio della persecuzione.


VOLUME X CAPITOLO 646


Stefano protomartire - Wikipedia

DCXLVI. Sepoltura di Stefano e inizio della persecuzione.

   8 agosto 1951.
 
 1 È notte alta, ed anche oscura perché la luna è già tramontata, quando Maria esce dalla casetta del Getsemani insieme a Pietro, Giacomo d'Alfeo, Giovanni, Nicodemo e lo Zelote.
   Data la notte scura, Lazzaro, che è ad attenderli davanti alla casa, là dove ha inizio il sentiero che porta al cancello più basso, accende una lucerna ad olio, che ha munita di un riparo di sottili lastre di alabastro o altra materia trasparente. La luce è tenue ma, tenuta bassa verso terra come viene tenuta, la lucerna serve sempre a vedere i sassi e gli ostacoli che possono trovarsi sul percorso. Lazzaro si pone a fianco di Maria, perché soprattutto Lei veda bene. Giovanni è dall'altro lato e sorregge per un braccio la Madre. Gli altri sono dietro, in gruppo.
   Vanno sino al Cedron e proseguono costeggiandolo, in modo da essere seminascosti dai cespugli selvatici che sorgono presso le rive di esso. Anche il fruscio delle acque serve ad occultare e confondere quello dei sandali dei camminatori.
   Sempre seguendo la parte esterna delle mura sino alla porta più prossima al Tempio, e poi inoltrandosi nella zona disabitata e brulla, giungono là dove fu lapidato Stefano. Si dirigono al mucchio di pietrame sotto cui è semi sepolto e ne rimuovono le pietre, sinché il povero corpo appare. È ormai livido, e per la morte e per le percosse e la lapidazione avute, duro, irrigidito, raggomitolato in se stesso così come lo colse la morte.


 2 Maria, che era stata pietosamente trattenuta lontana di qualche passo da Giovanni, si svincola e corre a quel povero corpo lacero e sanguinoso. Senza curarsi delle macchie che il sangue raggrumato imprime sulla sua veste, Maria, aiutata da Giacomo d'Alfeo e da Giovanni, depone il corpo su un telo steso sulla polvere, in un posto privo di pietre, e con un lino, che bagna in un'anforetta che le porge lo Zelote, deterge, così come può, il volto di Stefano, ne ravvia i capelli, cercando di condurli sulle tempie e sulle guance ferite per coprire le orrende tracce lasciate dalle pietre. Deterge anche le altre membra e vorrebbe ricomporle in una posa meno tragica. Ma il gelo della morte, avvenuta già da molte ore, non lo permette che parzialmente.
   Ci si provano anche gli uomini, più forti fisicamente e moralmente di Maria, che sembra di nuovo la Madre Dolorosa del Golgota e del Sepolcro. Ma anche loro devono rassegnarsi a lasciarlo come sono riusciti a ridurlo dopo tanti sforzi. Lo rivestono di una lunga veste monda, perché la sua è stata dispersa o rubata per spregio dai lapidatori e la tunichetta, che gli avevano lasciata, è ormai uno straccio tutto rotto e sanguinoso.
   Fatto ciò, sempre alla tenue luce della lucerna che Lazzaro tiene molto vicina al povero corpo, lo sollevano e lo depongono su un altro telo ben pulito. Nicodemo raccoglie il primo telo, bagnato dell'acqua usata per lavare il martire e del suo sangue raggrumato, e se lo pone sotto il manto. Giovanni e Giacomo dalla parte del capo, Pietro e lo Zelote dalla parte dei piedi, sollevano il telo contenente il corpo e iniziano la via del ritorno, preceduti da Lazzaro e da Maria. Non tornano però per la via fatta nel venire, ma anzi, addentrandosi per la campagna e girando ai piedi dell'uliveto, raggiungono la via che conduce a Gerico e a Betania.


 3 Lì si fermano, per riposarsi e per parlare. E Nicodemo, che per essere stato presente, sebbene in maniera passiva, alla condanna di Stefano, e per essere uno dei capi dei giudei sapeva meglio degli altri le decisioni del Sinedrio, avverte i presenti che è stata scatenata e ordinata la persecuzione contro i cristiani, e che Stefano non è che il primo di una lunga lista di nomi già designati, perché di seguaci del Cristo.
   Il primo grido di tutti gli apostoli è: «Facciano ciò che vogliono! Noi non muteremo, né per minaccia, né per prudenza!».
   Ma i più giudiziosi dei presenti, ossia Lazzaro e Nicodemo, fanno osservare a Pietro e a Giacomo d'Alfeo che la Chiesa ha ancora ben pochi sacerdoti del Cristo e che, se venissero uccisi i più potenti di essi, ossia Pietro pontefice e Giacomo vescovo di Gerusalemme, la Chiesa difficilmente si salverebbe. Ricordano anche a Pietro che il loro Fondatore e Maestro aveva lasciato la Giudea per la Samaria per non essere ucciso prima di averli ben formati, e come avesse consigliato ai suoi servi di imitare il suo esempio sino a che i pastori fossero tanti da non far temere la dispersione dei fedeli per la morte dei pastori. E terminano dicendo: «Spargetevi voi pure per la Giudea e la Samaria. Fatevi là dei proseliti, degli altri, numerosi pastori, e da lì spargetevi per la Terra onde, come Egli comandò di fare, tutte le genti conoscano il Vangelo».


 4 Gli apostoli sono perplessi. Guardano Maria, quasi per sapere il suo giudizio in merito.
   E Maria, che capisce quegli sguardi, dice: «Il consiglio è giusto. Ascoltatelo. Non è viltà, ma prudenza. Egli ve lo insegnò: "Siate semplici come le colombe e prudenti come le serpi. Vi mando come pecore in mezzo ai lupi. Guardatevi dagli uomini…"».
   Giacomo la interrompe: «Sì, Madre. Però disse anche: "Quando sarete posti nelle loro mani e tradotti davanti ai governanti, non turbatevi per ciò che dovrete rispondere. Non sarete voi a parlare, ma parlerà per voi e in voi lo Spirito del Padre vostro". E io resto qui. Il discepolo deve essere come il Maestro. Egli è morto per dar vita alla Chiesa. Ogni morte nostra sarà una pietra aggiunta al grande nuovo Tempio, un aumento di vita al grande immortale corpo della Chiesa universale. Mi uccidano pure, se vogliono. Vivente in Cielo, sarò più felice, perché al fianco del Fratel mio, e più potente ancora. Non temo la morte. Ma il peccato. Abbandonare il mio posto mi pare imitare il gesto di Giuda, il perfetto traditore. Quel peccato Giacomo d'Alfeo non lo farà mai. Se devo cadere, cadrò da eroe al mio posto di lotta, in quel posto in cui Egli mi volle».
   Maria gli risponde: «Nei tuoi segreti con l'Uomo-Dio io non penetro. Se Egli così ti ispira, fa' così. Lui solo, che è Dio, può aver diritto di ordinare. A noi tutti spetta solo di ubbidirgli sempre, in tutto, per fare la sua Volontà».


 5 Pietro, meno eroico, confabula con lo Zelote per sentire il suo parere in merito.
   Lazzaro, che è vicino ai due e sente, propone: «Venite a Betania. È vicina a Gerusalemme e vicina alla via per la Samaria. Da lì partì il Cristo tante volte per sfuggire ai suoi nemici…».
   Nicodemo, a sua volta, propone: «Venite nella mia casa di campagna. È sicura e vicina sia a Betania che a Gerusalemme, e sulla via che conduce, per Gerico, ad Efraim».
   «No, è meglio la mia, protetta da Roma», insiste Lazzaro.
   «Sei già troppo odiato, da quando Gesù ti risuscitò, affermando così, potentemente, la sua Natura divina. Pensa che la sua sorte fu decisa per questo motivo. Che tu non abbia a decidere la tua», gli risponde Nicodemo.
   «E la mia casa dove la mettete? In realtà è di Lazzaro. Ma ha ancora nome di mia», dice Simone lo Zelote.
   Maria interviene dicendo: «Lasciate che io rifletta, pensi, giudichi ciò che è meglio fare. Dio non mi lascerà senza la sua luce. Quando saprò, ve lo dirò. Per ora venite con me, al Getsemani».
   «Sede d'ogni sapienza, Madre della Parola e della Luce, sempre ci sei Stella di guida sicura. Ti ubbidiamo», dicono tutti insieme, quasi veramente lo Spirito Santo avesse parlato nei loro cuori e sulle loro labbra.


 6 Si alzano dall'erba su cui si erano seduti ai margini della strada, e mentre Pietro, Giacomo, Simone e Giovanni vanno con Maria verso il Getsemani, Lazzaro e Nicodemo sollevano il telo che involge il corpo di Stefano e, alle prime luci dell'alba, si dirigono verso la via di Betania e Gerico.
   Dove portano il martire? Mistero.

AMDG et DVM

Cattolici: Dieci mosse per perdere


MATRIMONI GAY: COME I CATTOLICI PERDERANNO QUESTA BATTAGLIA IN DIECI PASSI
Con le leggi sull'omofobia l'uomo viene demolito un pezzo alla volta nel trionfale plauso dei nemici della Chiesa
di Mario Palmaro

Omofobia. Il Parlamento italiano sta per approvare una legge che persegue con sanzioni specifiche le condotte che rientrano in questa nuova categoria concettuale. Ma che cosa significa essere omofobi? In realtà, nessuno può dirlo con precisione, perché l'omofobia è un'invenzione ideologica. È una trovata da codice penale sovietico, che permetterà a pubblici ministeri e giudici di perseguire le condotte più diverse, nel trionfo più grottesco della giurisprudenza creativa.

L'OMOFOBIA COME CATEGORIA DELL'ASSURDO
L'omofobia presuppone che il mondo sia fatto da eterosessuali e da omosessuali, oltre che da altre categorie eventualmente definibili con riferimento alla sfera sessuale. Ma già il concetto di eterosessualità è fasullo: infatti, quando uomo e donna compiono atti sessuali sono semplicemente persone normali. Il resto è anormalità. Una volta accettata la categoria giuridica dell'omofobia, questa affermazione non potrà più essere fatta pubblicamente senza rischiare di essere perseguiti dalla magistratura. La stessa cosa può dirsi di un professore o di una maestra che insegnino ai loro alunni che i rapporti fra persone dello stesso sesso non sono normali, o che avere due padri o due madri è dannoso per i figli. Una denuncia penale penderà come una spada di Damocle anche sulla testa di qualunque sacerdote o catechista che definisca gli atti omosessuali un peccato contro natura, e dunque peccato "che grida vendetta al cospetto di Dio".
L'omofobia è una categoria dell'assurdo. Se una persona viene aggredita o insultata, l'ordinamento giuridico prevede già sanzioni, applicabili a tutti in base al principio di eguaglianza. Inventarsi nuove pene per il caso in cui la vittima sia omosessuale (o dichiari di esserlo, perché poi come si può verificarlo?) significa inaugurare una potenziale infinita proliferazione di categorie a protezione rafforzata da parte dell'ordinamento penale. Si potrebbero ipotizzare leggi per punire più severamente la "grassofobia", per tutelare gli obesi dalle prese in giro di colleghi e compagni di scuola; oppure la "tabaccofobia", per difendere i fumatori da chi li discrimina per le loro condotte polmonari; o ancora, la "calvofobia", per porre fine all'indegna discriminazione delle persone con pochi capelli. Come si vede, non esiste un limite a questa demenziale gara di proliferazione dei diritti civili.

GENDER, MATRIMONI OMO E ADOZIONI GAY
Una nazione che introduce nelle sue leggi la categoria dell'omofobia accetta inevitabilmente l'ideologia del gender. Che cosa significa questo? Secondo la teoria del gender, il sesso di una persona non è un fatto che discende inesorabilmente dalla natura – si nasce uomo, oppure donna, e tertium non datur – ma ogni individuo sceglie, e non una volta per tutte, se vuole essere uomo o donna, a prescindere dal suo corpo e dalla genetica.
L'omofobia certifica per via giuridica la distruzione del sesso come identità naturale, trasformandolo in una scelta individuale arbitraria. Sarò uomo o donna così come può decidere di mangiare marmellata di pesche o di ciliegie. L'uomo letteralmente "si fa da sé", portando a compimento il progetto di devastazione antropologica e sociale iniziato dai pensatori illuministi e rivoluzionari come Rousseau. Progetto che si riassume nella ribellione totale a Dio, che culmina nel rigettare i vincoli sessuali imposti dal corpo e dai suoi organi. E che si fa beffe del progetto divino sull'uomo "crescete e moltiplicatevi".
Deve essere chiaro fin da subito che, una volta fatta una legge sull'omofobia, qualunque essa sia, il passaggio successivo automatico sarà una legge sui matrimoni gay. E in seguito non mancherà la legalizzazione delle adozioni di coppie omosessuali e l'accesso delle medesime alla fecondazione artificiale.

CATTOLICI: DIECI MOSSE PER PERDERE
Insomma, gli effetti della legge sull'omofobia sono apocalittici. In Italia, sarebbe stata del tutto normale una reazione durissima del mondo cattolico, della Chiesa, della Conferenza episcopale italiana, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, del principale quotidiano cattolico. E invece tutto tace. Le uniche realtà cattoliche che non hanno taciuto ma si sono meritoriamente battute senza tregua sono state Alleanza Cattolica, con un manifesto di opposizione netto e lucidissimo; i Giuristi per la Vita, con una raccolta di firme e con articoli che hanno agitato le acque chete clericali; la Nuova Bussola on line con una campagna stampa intensa e tenace; il settimanale Tempi, appoggiando la raccolta di firme contro la legge, più altri siti o gruppi organizzati, battaglieri ma piccolini.
Come si spiega questa omissione di soccorso alla verità? Ipotizzo tre cause:
a. L'abitudine al compromesso: ormai da anni il mondo cattolico si è abituato a perseguire il male minore piuttosto che il bene e il vero: meglio una legge sull'omofobia cattiva, piuttosto che una pessima.
b. L'esistenza di una rilevante lobby gay interna al mondo cattolico che lo paralizza su questa come su altre battaglie.
c. La paura di battersi contro il mondo e di perdere una battaglia politica.
Questa "resa" spiega in fondo come è possibile che l'omosessualità, giudicata come un'anormalità deleteria dalla gran parte dell'opinione pubblica fino a poco tempo fa, improvvisamente sia diventata una condotta non solo lecita ma degna di una tutela giuridica speciale. Facendola diventare perfino più meritoria della tradizionale relazione uomo-donna. Molto ha fatto, è chiaro, il lavoro della lobby gay e il terreno favorevolissimo creatole dai mass media. Tuttavia, va aggiunto che il cattolicesimo si è per così dire "scavato la fossa" con le sue mani, attraverso dieci mosse clamorosamente sbagliate. Eccole:
1. Il giudizio del cristianesimo sulla condotta omosessuale è indubbiamente molto severo da duemila anni; la prima mossa perdente consiste nell'ammorbidire progressivamente questo giudizio di verità, che per altro nulla toglie all'annuncio del perdono e della redenzione del peccatore, come per ogni altro peccato.
2. Tacere che la condotta omosessuale è un peccato. In nome del rispetto dovuto agli altri, e alla complessità delle cause, si conclude che questa condotta è sostanzialmente ingiudicabile. Se ci fate caso, anche i cattolici più rigorosi si sentono in dovere di premettere che "non hanno nulla contro gli omosessuali". Eppure, parlando del nono comandamento, non direbbero mai: "premesso che non ho niente contro gli adulteri".
3. Il passo successivo è negare esplicitamente che si tratti di peccato: c'è chi nasce così, e non si può far nulla per cambiare le cose.
4. Si abolisce dal proprio linguaggio (prediche, catechesi, conferenze, libri) il termine "contro natura", liquidando così anche l'idea di una natura in senso filosofico. L'unica natura che resta è così quella dei documentari di Piero Angela.
5. Si abbandona ogni pretesa di conservare nell'ordinamento giuridico una distinzione di giudizio rispetto all'omosessualità. Per secoli le leggi hanno considerato questo fenomeno come tollerabile, o come del tutto irrilevante sul piano giuridico, ma hanno sempre mantenuto una valutazione implicita negativa verso una condizione che può avere aspetti problematici di rilevanza pubblica. Pensiamo alla possibilità di ricoprire ruoli educativi, o di far parte di comunità organizzate specifiche come l'esercito o un ordine religioso. Distinguo e motivate discriminazioni che nascevano dal riconoscimento del carattere patologico, riconosciuto a livello mondiale fino al 1973, di quella condizione.
6. A questo punto dilaga l'effetto "laicità dello stato": siccome l'ordinamento non può dare giudizi etici, deve trattare tutto allo stesso modo; ergo, ogni relazione affettiva ha il medesimo valore morale e sociale; dunque, le leggi tratteranno esattamente allo stesso modo omosessuali ed eterosessuali, ed eventuali categorie ulteriori.
7. A questo punto, chiunque provi a dire che l'omosessualità è contro natura, o che non vorrebbe un maestro omosessuale, diviene un fuorilegge prima sul piano mediatico (gogna televisiva e giornalistica) e poi sul piano giuridico (leggi sull'omofobia); e qui il mondo cattolico abbandona al loro destino tutti quelli che incappino nella mannaia organizzata dalla nuova omocrazia, liquidandoli come "imprudenti" o "integralisti".
8. Arriva dunque la legge sulle unioni gay, e qui il cattolico perdente ostenta soddisfazione perché "si evita di definirli matrimoni".
9. Arrivano, ovviamente, i matrimoni gay, e qui il cattolico perdente ostenta ottimismo perché "non sono previste le adozioni gay".
10. Arrivano le adozioni gay, e qui il cattolico perdente conclude, soddisfatto, che comunque "la famiglia tiene".

 
Fonte: Il Timone, ottobre 2013 (n. 126)