martedì 2 gennaio 2018

SILVANA ORLANDI - OSTINA (Firenze)

Ostina: un luogo santo
per le apparizioni e i messaggi della "Madonna della Riconciliazione"
e il Miracolo Eucaristico del 23.5.03.


 LE APPARIZIONI


L'immagine della Madonna, dipinta secondo le indicazioni di Silvana Orlandi

Ostina è un paesino di poche case a breve distanza da Reggello, un comune della provincia di Firenze.
Le apparizioni della Madonna ad Ostina ebbero inizio nel 1993. La protagonista di questi straordinari eventi è Silvana Orlandi, una casalinga madre di quattro figli.

Il 10 luglio, Silvana stava passeggiando con il figlio Giacomo, vicino alla chiesetta di San Tommaso. Ad un tratto vide una nuvoletta di fumo. In un primo momento pensò ad un principio d'incendio, ma poi il fumo prese la forma di una figura umana. L'immagine le domandò se voleva parlare con lei. Se fosse stata d'accordo si sarebbe dovuta recare in sacrestia di lì a cinque giorni.
Per Silvana furono cinque giorni terribili, non osò parlare dell’accaduto neppure con il marito Luciano, per paura di non essere presa sul serio o addirittura di essere considerata una visionaria. Tra l'altro fino ad allora non era stata una donna molto religiosa, tanto che aveva battezzato i figli più per convenzione che per convinzione. Quando il giorno dell'appuntamento tornò in chiesa, da sola, ogni timore era scomparso, anzi si sentiva pervasa da una grande energia. Nella sacrestia, verso le ore 18, per la prima volta cadde in estasi ed ebbe la Visione Celeste, ricevette così il primo messaggio da divulgare ai fedeli. A questa prima apparizione ne seguirono poi altre.
Dopo la seconda apparizione, Silvana ebbe il coraggio di raccontare tutto al marito, e più tardi anche al parroco di Vaggio, Don Emanuele. Ben presto la notizia delle apparizioni cominciò a diffondersi, grazie anche al contributo della stampa locale, e Silvana venne anche invitata a parlare delle apparizioni in una trasmissione televisiva.
La donna non tardò ad accorgersi che questa straordinaria esperienza la stava cambiando definitivamente. Ma quasi subito cominciarono anche le prove. Ci furono maldicenze e gelosie nei suoi confronti.
Intanto la folla dei pellegrini, fedeli e curiosi, diventava sempre più numerosa. Nel dicembre 1993 si contavano già più di 1500 persone.

La veggente Silvana Orlandi
Secondo la testimonianza della veggente, Maria SS. quando appare usa il titolo di "Madonna della Riconciliazione". Ha l’aspetto di una giovane donna vestita molto sobriamente, che alterna abiti di colore blu, bianco o marrone. L'8 dicembre 1993, giorno dell'Immacolata Concezione, la Madonna si presentò, vestita di celeste, per chiedere che venisse riconsacrata la Chiesa "per la riconciliazione con Nostro Signore per tutti i poveri di cuore che lo vorranno".
La veggente fu anche oggetto di una lunga serie di esami clinici ai quali accettò di sottoporsi in obbedienza al Vescovo di Fiesole, Mons. Luciano Giovannetti, avendo egli nominato una Commissione diocesana d'indagine alla fine del mese di maggio 1994. Della commissione facevano parte tra l'altro un esorcista, un medico ed il parroco Don Emanuele.
Nel giugno del 2000, la Commissione teologico-scientifica è arrivata alla conclusione che - detto in estrema sintesi - allo stato dei fatti non vi sono elementi per affermare con certezza che le "apparizioni" siano di origine soprannaturale. Va sottolineato che a questo prudente giudizio della Commissione non solo non ha fatto seguito alcun divieto da parte della Curia ai pellegrinaggi e alla diffusione dei messaggi, ma anzi dal febbraio del 2001 sono ammessi, sotto il vigile controllo delle autorità ecclesiastiche, gruppi di fedeli in chiesa e nella sacrestia, con precedenza per gli infermi.
Quando Silvana va in estasi, all'interno della sacrestia accade abitualmente che si vivano momenti di intensa commozione, con i fedeli che hanno le reazioni più disparate. Molti rimangono sbigottiti dalla profonda metamorfosi della veggente, che in quei momenti cambia completamente fisionomia, sembra che soffra in maniera incredibile. Parla ma nessuno sente ciò che dice: è questo il momento dell'apparizione della Vergine.
Ad Ostina si parla anche di guarigioni, come dimostrano gli ex voto appesi nella nicchia della Madonna della Riconciliazione, alla destra dell'altare maggiore della chiesa di San Tommaso. Già all'inizio delle apparizioni si produsse una prima guarigione, tanto improvvisa quanto inspiegabile dal punto di vista medico, e ciò contribuì a richiamare l'attenzione su ciò che avveniva a Ostina. Spesso sono giovani o giovanissimi ad ottenere la guarigione da malattie incurabili, per le quali la scienza non offriva più alcuna speranza.

La chiesa di San Tommaso. Fedeli radunati in occasione di un'apparizione della Madonna
Fin dall'inizio, ma anche a tutt'oggi, si verificarono episodi incredibili, misteri veri e propri che non hanno una spiegazione razionale, ma che sono comuni a tanti altri luoghi mariani. Un fenomeno è il sole che pulsa e ruota e si lascia fissare ad occhio nudo. Raggi di sole che illuminano improvvisamente la chiesa in una giornata densamente nuvolosa. Strani voli di uccelli che si dirigono verso la chiesa nei momenti in cui a Silvana appare la Vergine. Immagini che compaiono nelle foto, come la figura della Madonna o di una porta luminosa ripresa su nel cielo. E che non siano dei trucchi fotografici è evidente in quanto tutto questo avviene con macchine polaroid sotto gli occhi di tutti i presenti.
Silvana ogni volta è letteralmente assalita dai pellegrini. Lei e la sua famiglia hanno dovuto sacrificare la loro vita privata alla missione che il Signore le ha affidato. Incessantemente il campanello di casa annuncia nuove visite. Sono persone di ogni età e provenienza, tra cui sacerdoti e religiosi. Silvana ha quattro figli. Due sono sposati, gli altri due vivono in casa. Nonostante il suo lavoro di casalinga, la donna trova la forza ed il tempo di ricevere i pellegrini, dando a ciascuno una parola di conforto. Benché sia diventata, suo malgrado, un "personaggio", Silvana è riuscita a mantenere la sua amabilità e disponibilità verso il prossimo. Non appare mai stressata o impaziente, promette preghiere in favore dei sofferenti e non sollecita né accetta nessun regalo.
Silvana è convinta che sia soltanto l'inizio di un ciclo importante di apparizioni.
Se la sua vita è indubbiamente molto cambiata, lo è ancor di più la località in cui vive. In questo paesino di una ventina di abitanti, che per decenni non è stato visitato che da gitanti in cerca di un angolo di foresta per fare un picnic, ora la pace è del tutto scomparsa. Oggi, Ostina è "presa d’assalto" dai pellegrini. La piccola chiesa è sempre gremita, a testimonianza delle grazie riversate in abbondanza su questa terra benedetta.

SELEZIONE DI MESSAGGI
Questi i temi ricorrenti nei messaggi della Madonna ad Ostina:
l’invito all’amore verso Dio e il prossimo, alla pace e alla riconciliazione:

27/4/2003
"Figlioli, Dio mi ha mandata tra voi per insegnarvi ad amare. Amate Dio, amando Lui perdonerete anche chi vi odia. Siate portatori di pace."


25/10/1998
"Figlioli, io vi chiedo e chiedo ma voi siete sordi, i vostri orecchi non sentono. Riconciliatevi con i vostri fratelli senza guardare il colore della pelle, o la lingua che parlano, o la loro religione. Ricordatevi che davanti a Dio siete tutti uguali. In questo luogo mi sono presentata Madonna della Riconciliazione..."


28/10/2001
"Figlioli, non prendete il posto di Dio perché senza Dio non avrete la vita eterna. La legge di Dio è legge d'amore. Nei vostri cuori non racchiudete l'odio, ma solamente amore perché Dio vuole questo da voi..."


23/02/1997
"Figlioli, pensate meno a voi stessi e amate i vostri fratelli bisognosi di amore..."


30/06/2002
"Figlioli, desidero vestirvi di santità, di umiltà, di ubbidienza e d'amore affinché giorno dopo giorno vi avviciniate sempre più al Signore..."

l'esortazione alla preghiera, alle pratiche penitenziali, al ritorno ad una autentica vita di fede:

29/12/2002
"Figlioli, il mondo ha sempre avuto bisogno di preghiere, mai come in questo tempo."


28/10/2001
"Figlioli...se vi volete salvare pregate, aprite le vostre chiese, riunitevi e pregate. La preghiera è miracolo..."


10/071994
"Silvana, dovete pregare di più, perché solo la preghiera tiene lontano il male. Pregate! Pregate! Pregate!"


25/06/1995
"Figlioli, aprite la porta del cuore all'amore che rimarrà in voi per sempre. Il mondo è inondato dall'amore di Dio, insegnate ad amare con la preghiera e la carità. Pregate per la vostra Italia. Il Santo Rosario deve entrare nelle famiglie ogni giorno come il pane. Digiunate dalle cose che amate di più. La preghiera è luce..."


23/02/1997
"Mettete al primo posto nella vostra vita Dio e la preghiera e dai vostri cuori sgorgherà una cascata d'amore. Pregate per i vostri Pastori che vi siano sempre vicini nel cammino di fede pieno di fermate. Digiunate non solo di pane. La preghiera è conversione"


26/10/1997
"Figlioli, senza fede non piacete a Dio. La dovete coltivare come un fiore, la sua terra è l'amore, la sua acqua è la preghiera, crescerà dentro di voi e vi darà pace e amore..."


30/12/2001
"Figlioli, recitate il Santo Rosario con gioia e io vi aiuterò nei vostri problemi. Illuminatevi in Gesù e riflettete la luce su questo mondo di infedeltà... Pregate per i peccatori e per la loro conversione..."

gli ammonimenti e l’annuncio di future prove:

02/10/1994
"Silvana, gli uomini devono smettere di offendere il nome del Figlio mio. Anche se la Sua generosità è grande, le offese si fanno sempre più pesanti e i giorni delle pene sono vicini. Pregate! Pregate! Pregate!..."


15/08/1993
"Silvana... dovete pregare molto perché solo con la preghiera potrete sopportare quello che dovrà venire…"


15/08/1994
"... io vi sono vicino per consolarvi e aiutarvi in questi momenti di dura prova per tutti."

la rinuncia al peccato e alle lusinghe di Satana:

27/08/1995
"Figlioli, non preoccupatevi del male che vi fanno ma di quello che voi fate. Date senza chiedere. Amate come io vi amo. Satana è fra voi con le sue lusinghe e vi tenta nelle vostre debolezze…"


28/04/1996
"Figlioli, vi chiedo di convertirvi, io vengo fra voi per le vostre conversioni, unitevi al cuore di Gesù, ascoltate la parola della Chiesa e solo quella. Satana cerca di farvi sbagliare mettendo confusione nei vostri cuori non facendovi pregare e allontanandovi da Dio..."


29/12/1996
"Molti uomini sono nel peccato e nella spazzatura; preghiamo per loro, perché con loro è Satana che li tiene legati alle cose terrene..."


28/06/1998
"...attenti a Satana che vi circuisce e vi lusinga, per farvi a sua somiglianza, ma lui vuole solo le vostre anime. Ricordatevi che Dio vi ha fatto liberi..."


24/02/2002
"...Nel silenzio del vostro cuore riflettete sulla vostra vita terrena e capirete l'amore di Dio. Satana in questo momento è forte: la vostra arma è il Santo Rosario."

il ritorno ai Sacramenti:

30/06/2002
"Ripulite i vostri cuori con la confessione perché è l'unica salvezza per la vostra anima..."


31/08/2003 
"Figlioli, innamoratevi del Santissimo Sacramento dell'altare, adorateLo nelle vostre chiese e sarete testimoni d'amore."

la fedeltà alla Chiesa:

27/08/1995
"Ascoltate la parola della Santa Romana Chiesa e darete gioia al Signore..."


28/04/1996
"…ascoltate la parola della Chiesa e solo quella. Satana cerca di farvi sbagliare mettendo confusione nei vostri cuori..."


Fonti:

Stella Maris, Editions Du Parvis - Aprile 2002 n. 380 (estratti di "Notre-Dame de la Réconciliation, à Ostina" di André Castella);

Stella Maris, Editions Du Parvis - Novembre 2002 n. 387;
Stella Maris, Editions Du Parvis - Giugno 2003 n. 393;
"Mille fedeli a Ostina, messaggio di pace", di Paolo Fabiani, da "La Nazione" del 29/12/2002;
"Ecco il nuovo 'messaggio'. Un invito alla preghiera", di Paolo Fabiani, da "La Nazione" del 30/04/2001.


A cura di "Profezie per il Terzo Millennio"

AMDG et DVM

Gesù Gesù Gesù! Aiutaci Tu! - Gesù Gesù Gesù! Soccorrici Tu!

Gesù!
"Et non est in álio áliquo salus. Nec enim aliud nomen est sub cælo datum homínibus, in quo opórteat nos salvos fíeri.
E in nessun altro è la salvezza. Poiché non c'è sotto del cielo altro nome dato agli uomini, mercé del quale noi possiamo salvarci."

Hymnus
Iesu decus angélicum,
In aure dulce cánticum,
In ore mel miríficum,
In corde nectar cǽlicum.

Qui te gustant, esúriunt;
Qui bibunt, adhuc sítiunt;
Desideráre nésciunt,
Nisi Iesum, quem díligunt.

O Iesu mi dulcíssime,
Spes suspirántis ánimæ!
Te quærunt piæ lácrimæ,
Te clamor mentis íntimæ.

Mane nobíscum, Dómine,
Et nos illústra lúmine;
Pulsa mentis calígine,
Mundum reple dulcédine.

Iesu, flos Matris Vírginis,
Amor nostræ dulcédinis,
Tibi laus, honor nóminis,
Regnum beatitúdinis.
Amen.

V. Adiutórium nostrum in nomine Dómini.
R. Qui fecit cælum et terram.

Inno
Gesù, decoro degli Angeli, 
all'orecchio dolce cantico, 
alla bocca miele dolcissimo, 
al cuore nettar celeste.

Quelli che ti gustano, hanno ancor fame; 
quelli che ti bevono, hanno ancor sete; 
desiderar non sanno, 
se non Gesù, che amano.

O Gesù mio dolcissimo, 
speranza dell'anima che sospira! 
te cercano le pie lacrime, 
te il grido intimo del Cuore.

Rimani con noi, o Signore, 
e c'illumina colla tua luce: 
ne fuga la caligine dell'anima, 
riempi il mondo della tua dolcezza.

Gesù, fior della Vergine Madre, 
amor nostro dolcissimo, 
a te la lode, l'onor del nome, 
il regno della beatitudine.
Amen.

V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
R. Che ha fatto il cielo e la terra.

Sermone di san Bernardo Abate
Sermone 15 sulla Cantica, verso la metà

Non senza motivo lo Spirito Santo rassomiglia il nome dello Sposo all'olio, ed ispira alla sposa di gridare allo Sposo: «Un olio sparso è il tuo nome» Cant. 1,2. L'olio infatti illumina, nutrisce e unge. Alimenta il fuoco, nutrisce il corpo, lenisce il dolore è luce, cibo, medicina. Osserva ora lo stesso anche nel nome dello Sposo: Illumina predicato, pasce meditato, lenisce e unge invocato. Esaminiamo ciascuna di queste qualità. Donde credi sì grande e così repentina luce di fede in tutto il mondo, se non dalla predicazione del nome di Gesù? Non è forse per la luce di questo nome che Dio ci chiamò all'ammirabile sua luce; onde illuminati e vedendo in questa luce un'altra luce, meritatamente Paolo ci dice «Foste una volta tenebre, ma ora siete luce nel Signore»? Eph. 5,8.

Infine lo stesso Apostolo ricevé ordine di portare questo nome dinanzi ai re, ai Gentili, e ai figli d'Israele; e portava il nome come un lume, ne illuminava la sua patria e gridava dappertutto: «La notte è inoltrata, e il giorno si avvicina. Gettiamo via dunque le opere delle tenebre, e indossiamo le armi della luce: camminiamo onestamente, come in pieno giorno» Rom. 13,12. E mostrava a tutti la lucerna sul candelabro, annunziando in ogni luogo Gesù crocifisso. Come questa luce risplendé ed abbagliò gli occhi di tutti i riguardanti allorché, uscendo dalla bocca di Pietro come folgore, si consolidarono le piante e le caviglie d'uno storpio e illuminò molti ciechi spiritualmente? Non gettò forse delle fiamme allorché disse «In nome di Gesù Nazzareno alzati e cammina»?Act. 3,6.

Né solo è luce il nome di il Gesù, ma anche cibo. Non ti senti forse confortata ogni qual volta lo ricordi? Che c'è che com'esso nutrisca lo spirito di chi lo pensa? Che c'è che colmi così i cuori agitati, rinvigorisca le virtù, sviluppi le abitudini buone e oneste e nutrisca i casti affetti? Arido è ogni cibo dell'anima, se non è cosparso di questo olio; è insipido, se non è condito con questo sale. Se scrivi, non mi sa di niente, se non vi leggo Gesù. Se disputi, o tieni conferenza non mi piace, se non vi sento Gesù. Gesù è miele alla bocca, melodia all'orecchio, giubilo al cuore. Ma è anche medicina. Uno di voi è afflitto? Venga nel suo cuore Gesù, e di lì salga alla sua bocca, Ed ecco al sorgere della luce di questo nome, svanisce ogni nebbia, torna il sereno. Cade uno in peccato? corre anzi disperato al laccio di morte? Non è forse vero che, se invocherà questo nome, comincerà subito a respirare e a vivere?

DEO GRATIAS!

Gesù!

TEMI SCOTTANTI

I DETTI DALLE LEZIONI SULL'EPISTOLA AI ROMANI

  • La Sapienza s'impara più per amore che per istruzione. Rm.57
  • Chi ha carità disarma il cuore di Dio anche per quanto gli avviene di colpevolezza. Rm.57

  • L’inferno, la dannazione sono orrori che anche l’esatta descrizione di essi, data da Dio stesso, è sempre inferiore a ciò che essi sono. Rm.59
  • Ma Pace, ma giustizia, ma luce sono promesse agli uomini di buona volontà. Rm.61

  • Se la scienza è sufficiente per conoscere le nozioni finite, sapienza - ossia fede e amore - è indispensabile per conoscere le verità eccelse. (Rm.120)

  • L'ubbidienza è amore e rispetto ed è misura di amore e rispetto. Tanto più si ama e si venera una persona, tanto più la si ubbidisce. (Rm.136)
  • Frutto dell'unione con Dio è la sapienza e la sapienza conduce all'esercizio della giustizia in tutte le cose. (Rm.164)

  • Chi più ha avuto, più è in dovere di essere perfetto per non avere grande condanna. (Rm.137)
  • Amare è più facile che adorare, che onorare, che vietarsi di fare. Amare Dio avvicina l'uomo a Dio e Dio all'uomo. (Rm.164)

  • Dio nella sua amorosa volontà, agisce in modo che tutti possano vedere il Vero per avere il modo di salvarsi.
    La salvezza di tutti è il desiderio di Dio. La gloria per tutti è il suo eterno respiro. Il respingere salute e gloria da parte di troppi è il suo infinito dolore. Rm.190

  • Non basta credere nell’esistenza di Dio, del Cristo, dell’altra vita, del premio e in tante verità di fede che è colpa non credere. Occorre anche credere nell’infinita potenza e misericordia di Dio. Rm.261
  • La Parola di Dio fu derisa, calunniata e spenta su una Croce. Ma da 20 secoli Essa trionfa, empie la terra, risuona non solo sino agli estremi confini di essa…. Rm.265 

  • Nulla è tanto potente quanto la persecuzione ad un’idea o ad una religione per farne aumentare la potenza. Rm.266
  • La superbia porta al dubbio, e sulle verità e sui doveri.(….)
    Dal dubbio viene l’intiepidimento della fede, poi l’incredulità, poi la perdita del timor di Dio, poi la convinzione che Dio è tanto buono da non saper essere mai severo. Rm.271
AMDG et DVM

Lettera ai Romani 1, 14 - 32.


Nel Tempo di Natale la Liturgia ci presenta la grande Lettera ai Romani di san Paolo Apostolo:

Lettera fondamentale e avvincente della nostra 
Fede Cattolica
*
LETTERA AI ROMANI

Proposizione dell’argomento. Colpe dei pagani


14Io son debitore ai Greci e ai Barbari, ai sapienti ed agli ignoranti, 15quindi (quanto a me) sono pronto ad annunziare il Vangelo anche a voi che siete in Roma.

16Perché io non mi vergogno del Vangelo, virtù di Dio a salvezza d’ogni credente, prima del Giudeo, poi del Greco. [17]In esso infatti si manifesta la giustizia di Dio che vien dalla fede e tende alla fede, come sta scritto: Il giusto vive di fede.

[18]Or l’ira di Dio si manifesta dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini che soffocano la verità di Dio nell’ingiustizia, 19perché ciò che può conoscersi di Dio è in essi manifesto, avendolo Dio loro manifestato. [20]Infatti le sue invisibili perfezioni, la sua eterna possanza, la sua divinità, dopo la creazione del mondo, sono rese visibili all’intelligenza per mezzo delle creature. 21Quindi essi sono senza scusa, perché avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma han vaneggiato nei loro pensamenti e il loro stolto cuore s’è ravvolto nelle tenebre. 22Vantandosi di essere saggi son divenuti pazzi, 23ed han cangiato la gloria dell’incorruttibile Dio in simulacri di uomini corruttibili, di uccelli, di quadrupedi e di serpenti.

[24]Per questo Dio li ha abbandonati ai desideri del loro cuore, all’imrnondezza, in modo che disonorino tra di loro i proprii corpi, 25essi che han mutato la verità di Dio nella menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore (il quale è benedetto in eterno. Così sia!)
26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne han cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura, 27e similmente gli uomini lasciata la naturale unione con la donna, arsero di libidine gli uni verso gli altri, facendo, uomini con uomini, delle turpitudini, e ricevendo in se stessi la condegna mercede della loro degenerazione. 28E siccome non si son curati di riconoscere Dio, Dio li ha abbandonati al reprobo senso, in modo che fanno cose immorali. 29Son ricolmi di ogni iniquità, di malizia, di fornicazione, di avarizia, di malvagità, pieni d’invidia, di omicidio, di discordia, di frode, di malignità, sussurroni, 30detrattori, nemici di Dio, oltraggiatori, superbi, millantatori, inventori di perversità, disubbidienti ai genitori, 31stolti, disordinati, senza amore, senza legge, spietati. 32Essi, avendo conosciuta la giustizia di Dio, non compresero che chi fa tali cose è degno di morte; né soltanto chi le fa, ma anche chi approva coloro che le fanno.

AMDG et DVM

lunedì 1 gennaio 2018

Il profeta vero conduce alla fede, al pentimento, alla riconciliazione con Dio, alla bontà, alla fedeltà, al dominio di sé ecc.

1 gennaio A.D. 2018 - Terzo Millennio dopo Conchiglia
Chi sono i falsi profeti
FILI REDEMPTOR MUNDI DEUS
miserere nobis.

di don Ivo 

È nota la parola di Gesù: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete" (Mt 7,15-16).

Nello stesso vangelo secondo san Matteo si legge ancora: "Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti" (Mt 24,24).

Per falsi profeti s’intendono di solito coloro che seminano errori o, come spiega la Bibbia di Gerusalemme, dottori di menzogna che seducono il popolo con false sembianze di pietà, ma perseguendo fini interessati. Mons. Salvat. Garofalo annota il passo: "I falsi profeti, notissimi dai libri del Vecchio Testamento, sono impostori e trafficanti della parola di Dio per il loro vantaggio".

La Bibbia di Navarra commenta: "Nella vita della Chiesa la figura di falsi profeti, di cui parla Gesù, è stata intesa dai Santi Padri come riferita agli eretici, i quali si rivestono con abiti esteriori di vita di pietà e di penitenza, ma il loro cuore non possiede i sentimenti di Cristo (san Girolamo, Commentum in Matthaeum, 7). San Giovanni Crisostomo applicava queste parole del Signore a coloro che simulano virtù che non hanno, e con questa finzione ingannano chi non li conosce (cfr.Omelie sul Vangelo di san Matteo, 23).

I falsi profeti si presentano in vesti di pecore, come se appartenessero all’ovile di Cristo, fingono lo zelo per la gloria di Dio, ma cercano la propria gloria e tramano per la rovina delle pecore.

S. Tommaso d’Aquino spiega, con san Giovanni Crisostomo, che i falsi profeti vengono chiamati "lupi rapaci", perché intendono nuocere agli altri (STh II-II, 172, 4 ad 3). Egli afferma che un profeta viene detto falso quando agisce come strumento del demonio (STh II-II, 172, 5c).

Il testo di Mt 7,15 viene citato nel Catechismo della Chiesa Cattolica a proposito dello scandalo: "Lo scandalo è grave quando a provocarlo sono coloro che, per natura o per funzione, sono tenuti a insegnare e a educare gli altri. Gesù lo rimprovera agli scribi e ai farisei: li paragona a lupi rapaci in veste di pecore" (CCC 2285).

Ma quale è la ragione profonda per la quale essi vengono chiamati falsi profeti e quale è concretamente il loro modo di agire?
1) Profeta non è principalmente colui che predice il futuro, ma colui che parla a nome di Dio, ispirato e incaricato da Lui. Siccome nel Vecchio Testamento i profeti preparavano la venuta di Cristo, essi ovviamente lo predicevano, anche nei suoi particolari. Evidentemente anche nel Nuovo Testamento, Cristo e i suoi, proclamando il regno del Padre (cfr. LG 35), lo indicavano come già presente e insieme futuro (cfr. LG 5).

Ora, proclamare il regno di Dio, ossia la sua grazia consistente nel perdono e nella salvezza futura, comporta l’invito e l’esortazione alla conversione: "Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicendo il vangelo di Dio e diceva: ‘Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo" (Mt 1,15).

Anche i profeti richiamavano alla fede in Dio, alla purezza dei costumi, denunciando i peccati e minacciando castighi divini. Basti ricordare le figure di Elia pieno di zelo per la purezza della fede nell’unico vero Dio (1Re 18,20-40), quella di Isaia che parla contro la corruzione morale (Is 1-5), quella di Natan che denuncia i peccati di Davide (2Sam 12,1-14), quella di Giona che annuncia i castighi divini alla città di Ninive (Gio 3); non sono che alcuni esempi scelti tra i tanti possibili. Il monoteismo, la moralità e l’attesa della salvezza sono oggetti della predicazione dei profeti, che esortano alla conversione.

Ma appunto per questo i profeti trovavano resistenze e reazioni, fino a dover temere per la propria vita; esempio tipico è quello di Geremia, "oggetto di litigio e di contrasto per tutto il paese" (Ger 15,10), che viene arrestato e giudicato (Ger 26).


2) Specialmente in Geremia emerge la differenza tra i veri e i falsi profeti: questi ultimi non sono stati mandati da Dio e parlano di testa propria; ne nasce un’aspra lotta (vedi Ger 23,9 ss.; 26,7 ss.; 27,9 s.; 28; Ez 13; Mi 3,5 ss.; Zc 13,2 ss.). Tipico dei falsi profeti è il tentativo di lusingare, illudere, tranquillizzare e narcotizzare le coscienze, per piacere agli uomini. Se ne lamenta Dio: "Così dice il Signore degli eserciti: ‘Non ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per voi; essi vi fanno credere cose vane, vi annunziano fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del Signore. Essi dicono a coloro che disprezzano la parola del Signore: voi avrete la pace! e a quanti seguono la caparbietà del loro cuore dicono: non vi coglierà sventura" (Ger 23,16-17). 

"La mia mano sarà sopra i profeti delle false visioni e dai vaticini bugiardi; ... poiché ingannano il mio popolo dicendo: pace! e la pace non c’è... " (Ez 13,9). Così pure, mentre i falsi profeti predicevano il successo al re, il profeta Michea predisse la disfatta (1Re 22,5 ss.).

Già nel libro del Deuteronomio Dio metteva sull’avviso: "Qualora si alzi in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti proponga un segno o un prodigio... ed egli ti dica: seguiamo dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuti, e rendiamo loro un culto, tu non dovrai ascoltare le parole di quel profeta o di quel sognatore; perché il Signore vostro Dio vi mette alla prova per sapere se amate il Signore vostro Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima" (Dt 13,2-4). I segni che una profezia sia vera o falsa è la sua corrispondenza con la vera fede (Dt 13,2-6) e il suo adempimento (Dt 18,21-22), se cioè questi vi siano o se manchino.

Gesù dice che riconosciamo i falsi profeti dai loro frutti. Dei frutti dello Spirito Santo a differenza delle opere della carne parla san Paolo. Il profeta vero conduce alla fede, al pentimento, alla riconciliazione con Dio, alla bontà, alla fedeltà, al dominio di sé ecc., mentre il profeta falso semina impurità, idolatrie, dissensi, divisioni, fazioni, hairéseis-eresie, ecc. (Gal 5,19-23).

"Ma il frutto più caratteristico del falso profeta è l’impegno volto ad allontanare il popolo di Dio dal magistero della Chiesa, attraverso cui risuona nel mondo la dottrina di Cristo. Il Signore predice altresì la fine di questi truffatori: la perdizione eterna" (La Bibbia di Navarra, l.c.).

3) Insegnamento per noi.

a) La nostra esposizione è stata ridotta al minimo, abbiamo proceduto per cenni. San Giovanni apostolo ci avverte: 

"Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se vengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo" (1Gv 4,1-3). 

Oltre all’attualità del tema (cfr. Giovanni Paolo II nell’omelia del 31 dicembre 1993Non possiamo, infatti, chiudere gli occhi su ciò che ci circonda. Non possiamo non vedere che Cristo e il suo Vangelo sono e rimangono “segno di contraddizione” (Lc 2, 34). Non possiamo non avvertire che, insieme con la civiltà dell’amore, civiltà di verità e di vita, un’altra civiltà si va diffondendo: proprio di essa parla san Giovanni nel contesto dell’“ultima ora”. Scrive l’Apostolo: “Molti anticristi sono apparsi”. Ed aggiunge: “Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri” (1 Gv 2, 19). È come se egli riprendesse, in altri termini, la parabola del grano e della zizzania(cf. Mt 13, 24-30), raccontando la quale Cristo invitava a saper attendere fino al tempo della mietitura.
4. “Questa è l’ultima ora”.) ne risulta che la profezia autentica deve essere in armonia con gli articoli fondamentali della fede cristiana.

Nell’Apocalisse di san Giovanni viene descritta la fine dei falsi profeti al servizio della bestia, ossia delle forze che, arrogandosi poteri divini, si erigono contro Cristo e la Chiesa (Ap 13,11-17).

b) San Paolo dichiara: "Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!" (Gal 1,10).

Gesù ha proclamato: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande e la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi" (Mt 5,11-12).

Vi è un modo di "compiacere" che è secondo Cristo: "Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo" (Rm 15,2). "Io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l’utile mio ma quello di molti perché giungano alla salvezza" (1Cor 10,33).

Sempre tenendo presente, però: "Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti" (Lc 6,26).

c) Siamo popolo profetico di Dio (LG 12), sotto la guida del Magistero della Chiesa (LG 25) i laici partecipano all’ufficio profetico di Cristo (LG 35)per l’evangelizzazione del mondo (ibidem), mediante l’apostolato (ibidem e AA), specie se confermati-cresimati (AA 3). Evangelizzare vuol dire annunciare Cristo per la conversione (cfr. At 2,36).

Una componente della funzione profetica del cristiano è il dovere dellacorrezione fraterna o dell’ammonimento fraterno, di cui parla a più riprese il Nuovo Testamento: "Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo... " (Mt 18,15). "Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli" (Lc 17,3) 

Un presupposto della salvezza che consiste nel perdono dei peccati è la conoscenza dei peccati e il pentimento. La misericordia divina non significa che Dio chiude gli occhi davanti ai peccati, ma che ce li perdona, se ce ne pentiamo finché siamo in tempo: "Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni dicono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo dio pentirsi (2Pt 3,9). Ma Gesù ammonisce pure: "Se non vi convertite, perirete tutti" (Lc 13,3.5). 

La correzione fraterna è una delle opere di misericordia spirituale, ben diversa dal giudicare il prossimo (Mt 7,1 ss.). Invece di giudicare le persone e tollerare il peccato, come spesso facciamo, dobbiamo condannare il peccato, senza condannare le persone (Lc 6,37), perchéDio vuole salvare tutti (1Tm 2,4).

Perciò san Paolo esorta i cristiani: "Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso persino parlare" (Ef 5,10-12). 

Egli confida che i cristiani siano "capaci di correggere l’un l’altro" (Rm 15,14), ci esorta a correggere gli altri con dolcezza e umiltà (Gal 6,1), di accettare gli ammonimenti di coloro che ci sono preposti nel Signore, come pure di correggere gli indisciplinati (1Ts 5,12.14), di ammonire fraternamente (2Cor 2,7; 2Ts 3,15).

d) Quel che induce al peccato ed è peccato già in sé è il falso rispetto umano, di cui peccò già Adamo (Gn 3,6.12). Non solo non dobbiamo subirlo, ma dobbiamo essere profeti veri che si regolano secondo la parola di san Paolo: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo (mondo), ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto" (Rm 12,2)
Non seguendo i falsi profeti, accomodanti, che tentano di praticare sconti sulla dottrina e la morale di Cristo, per piacere agli uomini, dispiacendo a Dio, dal quale verranno giudicati, al quale dovranno rispondere (cfr. 2Cor 5,10; Rm 14,10-13; Gal 6,4-5), perché "responsabilità" vuol dire questo.


In conclusione
Dio manda i profeti, i quali parlano a nome Suo, denunciando i peccati, perché gli uomini possano rendersene conto e pentirsene e trovare la salvezza in Cristo. Ma alcuni auto-invitati si spacciano per profeti, mentre non lo sono, "pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono né alcuna di quelle cose che danno per sicure" (1Tm 1,7).

I falsi profeti addormentano le coscienze, i profeti veri le svegliano. E non si deve neppure tacere; specialmente le sentinelle costituite da Dio devono "suonare la tromba e dare l’allarme" (Es 33,2-3) avvertire della morte spirituale, conseguenza delle iniquità (Ez 33,10-16). Chi blandisce o tace colpevolmente compromette la salvezza eterna altrui.

Il mite san Francesco di Sales ha una parola molto forte: "Faccio eccezione per i nemici dichiarati di Dio e della Chiesa; quelli vanno screditati il più possibile: per esempio, le sette eretiche e scismatiche con i loro capi. È carità gridare al lupo quando si nasconde tra le pecore, non importa dove" (Filotea III 29).

Oggi si abusa della parola "speranza": è un termine inflazionato e spesso svuotato del suo contenuto proprio, soprannaturale, di virtù teologale, riferentesi a Dio (vedi per esempio Rm 5,5; 8,24); è divenuta una parola "riempitivo", immanentizzata, orizzontalizzata, storicizzata, non più trascendente, espressione della fede soprannaturale (vedi invece Ebr 11,1), ma una parola pseudoottimistica, ingannevole, anestetizzante, direi quasi "propagandistica". Se si studia bene l’Apocalisse, vi si constata un regresso nella storia e un progressivo aumento, crescita del male nel mondo (vedi Eduard Schick, L’Apocalisse, Roma, 1973, pp. 93, 99, 113, 114, 120, 126-129, 148-149, 185-186), donde la necessità dell’esortazione alla penitenza (vedi ivi, p. 127; cfr. Lc 13,1-5).

La voce dei falsi profeti spesso sovrasta quella dei veri, come quella di Anania in contrasto con Geremia (Ger 28). Ciò non porta alla conversione (penitenza) e alla salvezza. 

La gente pretende: "Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni!" (Is 30,10). 
Ma Dio avverte: "Non vi traggano in errore i profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini; non date retta ai sogni che essi sognano. Poiché con inganno parlano come profeti a voi in mio nome; io non li ho inviati. Oracolo del Signore" (Ger 29,8-9). 
"I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità per cambiare la tua sorte; ma ti han vaticinato lusinghe, vanità e illusioni" (Lam 2,14). 

Così avviene anche oggi in certe conferenze, prediche, liturgie che non evangelizzano, cioè non inducono alla conversione-penitenza, ma sono falsamente consolatorie. San Paolo ha scritto: "Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole". (2Tm 4,3-4). E accenna anche a dei "falsi fratelli" (Gal 2,4).

San Gregorio Magno, commentando i passi biblici sui "cani muti" (Is 56,10), guardiani infedeli (ivi), non difensori (Ez 13,5), scrive dei falsi profeti: "La parola di Dio li rimprovera di vedere cose false, perché, per timore di riprendere le colpe, lusingano i colpevoli con promesse di sicurezza, e non svelano l’iniquità dei peccatori ai quali mai rivolgono una parola di riprensione. Il rimprovero è una chiave. Apre infatti la coscienza a vedere la colpa che spesso è ignorata anche da quello che l’ha commessa. ..." (Reg. past. 2,4).

I falsi profeti sono addormentatori di coscienze mediante l’aperturismo e lo pseudoottimismo ("aggiornamento" e "speranza"). Conducono all’indurimento nel peccato e all’impenitenza finale, peccati "irremissibili", perché contro lo Spirito Santo, contro la grazia di Dio (Mt 12,32); conducono non alla salvezza, ma alla perdizione (Fil 3,19; Mt 7,13).


Il peccatoin quanto contro Dio, non è evidente alla coscienza umana, ma ha bisogno di essere svelato nella sua vera dimensione e gravità: questa è la vera funzione profetica (vedi Is 58,1), come quella di Natan nei riguardi di Davide (2Sam 12,1-14)

La nuova (o rinnovata) evangelizzazione non consiste nella sola istruzione (catechetica, questa viene dopo), né in un solo dialogo (vedi Dialogo e annuncio, 19 maggio 1991)ma nel kerygma o annuncio del regno di Dio congiunto all’invito alla penitenza: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo" (Mc 1,15, cfr. Mt 4,17). È l’annuncio di Cristo e della salvezza in Lui solo: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati" (At 2,38). "In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (At 4,12).

COR VIGILANTISSIMUM MARIAE
ora pro nobis

AMDG et DVM