mercoledì 27 agosto 2014

Sermone Angelico. Giovedì. - Santa BRIGIDA


LEZIONE PRIMA – CAPITOLO XIII  
Giovedì
Assoluzione: L'alma Vergine delle vergini interceda per noi presso l'Altissimo. Amen.

Il corpo benedetto di Maria può convenientemente paragonarsi a un mondissimo vasetto, la sua anima a una fulgentissima lucerna e il suo cervello a una polla d'acque che salgono su e poi scendono in valle profonda. Infatti, quando la Vergine giunse a quell'età in cui poté comprendere che in cielo c'era un vero Dio e ch'egli aveva creato l'universo e specialmente l'uomo, per suo perenne onore, e che era giustissimo giudice, allora il senso e l'intelletto salivano dal cervello della Vergine all'altezza del cielo, a guisa di acqua da fonte zampillante, e poi scorrevano a valle, cioè nel suo umilissimo corpo. Perché come la Chiesa canta che l'uscita del Figlio di Dio fu dal Padre, e il suo ritorno egualmente al Padre, benché né l'uno né l'altro fossero mai reciprocamente disgiunti, così il senso e l'intelletto della Vergine, salendo frequentemente all'altezza del cielo, apprendevano mediante la fede Dio, e dopo averne abbracciato il dolcissimo amore ritornavano in lei stessa.

Quest'amore ella ritenne fermissimamente, con ragionevole speranza e timor di Dio, infiammando la propria anima mediante tale amore, in modo che cominciò a bruciare come fuoco ardentissimo nello stesso amore di Dio. Inoltre, il senso e l'intelletto della Vergine assoggettarono talmente il corpo ad obbedire a Dio, che da allora il corpo stesso gli obbedì con tutta umiltà. Oh, come compresero presto l'amore di Dio, il senso e l'intelletto della Vergine! Oh, con quanta prudenza ella se ne fece tesoro!

Perciò, come se un giglio fosse trapiantato e approfondisse nella terra una triplice radice, rendendola così anche più salda, ed espandesse anche un triplice fiore dilettevole, per la gioia di chi guarda, così certamente l'amor di Dio, divinamente inserito in questa gloriosa terra, cioè la nostra Vergine, si radicò nel suo corpo con tre fortissime virtù, come tre radici, mediante le quali fortificò anche lo stesso corpo della Vergine, e ne decorò onorevolmente l'anima con tre ornamenti, come altrettanti splendidissimi fiori, per la gioia di Dio e degli angeli che la guardavano. La prima fortezza, dunque, del suo corpo, quella d'una discreta astinenza, ne moderava il cibo e la bevanda, in modo che mai la ritrasse dal servizio di Dio alcuna lentezza per qualche superfluità, né per troppa parsimonia s'indeboliva da non poter attendere alle sue faccende. La seconda fortezza di temperanza nelle veglie ne moderava il corpo in modo che, né si sentiva appesantita per mancanza di sonno quando doveva stare sveglia, né per esagerazione di sonno abbreviava d'un minuto i tempi destinati alla veglia. Anche la terza fortezza, per la vigorosa complessione del suo corpo, fece la Vergine talmente costante da sopportare serenamente sia il lavoro e le avversità fisiche, sia il temporaneo benessere del corpo, non lamentandosi dell'avversità e neppure esultando del suo benessere.

Inoltre il primo ornamento del quale la carità divina decorava l'anima della Vergine era quello di preferire i premi che Dio largisce ai suoi amici ad ogni bellezza di cose; e perciò le ricchezze del mondo le apparivano vili come fetido fango. Decorava poi la sua anima, a guisa di secondo ornamento, il fatto che con la sua intelligenza discerneva perfettamente come non possa paragonarsi l'onore mondano alla gloria spirituale; per cui aborriva di sentire la gloria del mondo come l'aria corrotta, che col suo fetore estingue in breve la vita di molti. Ne decorava finalmente l'anima, quasi terzo ornamento, il reputare dolcissimo al suo cuore le cose piacevoli a Dio, ed amare più del fiele quelle a lui spiacevoli o contrarie; e perciò la stessa volontà della Vergine ne attraeva tanto efficacemente l'anima a desiderare la vera dolcezza, da non dover poi provare, dopo questa vita, l'amarezza spirituale.

Da questi ornamenti la Vergine apparve tanto bellamente adorna nell'anima, al di sopra di ogni altra cosa, che piacque al Creatore di adempiere per mezzo di lei tutte le sue promesse. Era, infatti, talmente corroborata nella virtù della carità, da non venir mai meno in alcun'opera buona, né il Nemico prevaleva contro di lei nella più insignificante minuzia. Deve, quindi, credersi senza esitazione che, come la sua anima era bellissima davanti a Dio ed agli angeli, così il suo corpo fu piacevolissimo agli occhi di quanti la guardavano. E come Dio e gli angeli si compiacevano in cielo della bellezza della sua anima, così anche in terra la piacevolezza del suo corpo fu di utilità e consolazione per tutti quelli che volevano vederla. Perché vedendo i devoti con quanto fervore essa serviva Dio, diventavano più ferventi nel dargli onore. In quelli poi che erano inclini al peccato, si estingueva subito, nel guardarla, l'inclinazione alla colpa, per l'onestà delle sue parole e del suo contegno.




LEZIONE SECONDA – CAPITOLO XIV  
Giovedì
Assoluzione: La Vergine dall'angelo salutata si degni abolire i nostri peccati. Amen.
Oppure: La Vergine che l'angelo annunziava liberi l'anima di colpa schiava. Amen.

Nessun linguaggio può ridire con quanta acutezza il senso e l'intelletto della gloriosa Vergine compresero Dio nel punto stesso che n'ebbero cognizione, specialmente perché ogni mente umana è debole a pensare in quante moltissime forme la volontà della stessa benedetta Vergine si rese disponibile al servizio di Dio; perché si compiacque di eseguire tutto quanto conobbe essere beneplacito di Dio. Comprese infatti la Vergine che Dio le aveva creato corpo ed anima non per suoi meriti, e aveva dato alla sua volontà la libertà di assecondare umilmente i voleri divini, oppure di respingerli, se avesse voluto, e perciò l'umilissima volontà della Vergine si propose, in ricambio dei benefici già ricevuti, di servire Dio finché fosse vissuta, anche se da lui non dovesse ricevere più nulla.

Quando poi il suo intelletto poté comprendere che lo stesso Creatore di tutte le anime si sarebbe degnato di farsi anche loro redentore, e che in cambio di tanta dedizione null'altro desiderava che il ritorno a lui di tali anime, e che ogni uomo ha nella volontà la libertà di propiziarsi Dio con opere di bene oppure di provocare l'ira con opere malvage, certamente la volontà della Vergine cominciò a governare il suo corpo nelle procelle del mondo con la prudente sollecitudine del nocchiero nel governare la sua nave.

Perché, come il nocchiero teme assai che la nave possa correr pericolo dai colpi delle onde, e non dimentica i vortici di Cariddi, che spesso squarciano le navi, e stringe fortemente le funi e le armature della nave, fissando gli occhi al porto dove spera riposarsi dopo il lavoro, e fa ogni sforzo perché il carico della nave giunga in possesso del suo vero padrone sommamente amato, così certamente questa prudentissima Vergine, dopo ch'ebbe cognizione dei comandamenti di Dio, subito la sua volontà cominciò a governare il suo corpo con tutta sollecitudine, secondo la sospingeva il soffio di essi. Spesso quindi temeva il consorzio dei vicini, perché la loro prosperità o avversità, paragonabili alle tempeste del mondo, non la rendessero con parole o con opere, meno agile nell'obbedire a Dio. Rammentava anche spesso le cose vietate dalla legge divina, evitandole con ogni attenzione, perché non le travolgessero l'animo a guisa dei fieri gorghi di Cariddi.

Finalmente, questa lodevole volontà tenne talmente a freno la stessa Vergine e i suoi sentimenti, che la sua lingua mai si muoveva per discorsi inutili, i suoi modestissimi occhi mai si alzavano a vedere ciò che non era necessario, ed anche i suoi orecchi erano attenti soltanto a quello che riguardava la gloria di Dio. Così anche non moveva mani e dita se non per utilità sua e del prossimo, e ai piedi non permetteva di muovere un passo senza essersi prima domandata che utilità ne sarebbe provenuta. Desiderava inoltre la volontà della Vergine di portare con gioia tutte le tribolazioni del mondo, per giungere al porto sicuro, cioè nel seno di Dio Padre, desiderando incessantemente solo questo, che dalla sua anima ridondasse onore e gioia a Dio, che le era carissimo.

E perché la volontà della Vergine mai venne meno in alcuna forma di bene, perciò Dio, da cui procede ogni bene, la esaltò al vertice più sublime e la fece rifulgere splendidissimamente della bellezza di tutte le virtù. Che meraviglia, dunque, che Dio abbia amato sommamente e al di sopra di tutti questa Vergine, mentre all'infuori di lei non previde alcun essere generato da uomo e da donna, la cui volontà non fosse talvolta inclinata al peccato, mortale o veniale? Oh, quanto si avvicinò questa nave, cioè il corpo della Vergine, al desideratissimo porto ch'è la dimora di Dio, quando venendo Gabriele le disse: « Ave, piena di grazia! ». Oh, quanto castamente, senza concorso d'uomo, il Padre affidò alla Vergine il suo Figlio, quando lei rispose all'angelo: « Avvenga in me secondo la tua parola »! Perché subito, nel seno della Vergine all'umanità fu unita la divinità, e divenne uomo e figlio della Vergine il vero Dio, Figlio di Dio Padre.




LEZIONE TERZA – CAPITOLO XV  
Giovedì
Assoluzione: Ci benedica, con la prole pia, la benedetta Vergine Maria. Amen.

O bellissima unione, degnissima di ogni accettazione! Dimora al Figlio di Dio nel mondo era il corpo della Vergine, mentre la sua dimora era la Trinità in cielo, benché con la sua potenza sia dovunque. La Vergine era piena di Spirito Santo, nel corpo e nell'anima; lo Spirito Santo era nel Padre ed era anche nel Figlio fatto uomo; il quale a sua volta, non solo era nel mondo in seno alla Vergine, ma dimorava anche in cielo nel Padre e nello Spirito Santo, benché avesse assunta l'umanità il solo Figlio, vero Dio, il quale, benché nascosto nella sua divinità dalle sembianze umane, appariva però, nell'eterna dimora davanti agli angeli, sempre identico e manifesto.

Si rallegrino dunque tutti quelli che hanno la vera fede per quell'ineffabile unione fatta nella Vergine, unione per la quale il Figlio di Dio assunse vero corpo umano dalla carne e dal sangue della Vergine, e restò unita alla sua umanità la divinità, e alla sua divinità una vera umanità. In quest'amabilissima unione, infatti, né fu diminuita nel Figlio la divinità né la verginale integrità della madre. Si vergognino poi e temano quelli che non credono che l'onnipotenza del Creatore possa fare tali cose, o che, potendolo, la sua bontà non volesse farle per la salvezza d'una sua creatura. Se poi si crede che per la sua potenza e bontà ha fatto tali cose, perché non è perfettamente riamato da quelli che le credono? Considerino dunque i vostri cuori, e comprendano come sarebbe degno di sommo amore quel padrone terreno che, trovandosi in sommo onore e abbondanza di ogni bene, sentendo che un suo amico è fatto bersaglio di contumelie e disprezzi, per la sua bontà assumesse su di sé tutto il disprezzo di lui, perché l'amico fosse onorato; che vedendo questo suo amico tribolato dalla povertà, si assoggettasse egli stesso all'indigenza per far ricco l'amico; che, finalmente, vedendo l'amico condotto a miserabile morte senza poterne sfuggire se non mediante la sostituzione di qualcuno, allora lo stesso padrone si offrisse a morire perché l'amico condannato a morte potesse vivere felicemente.

E perché in questi tre fatti si dimostrerebbe il più grande amore, così anche perché non si potesse dire che alcuno al mondo avesse mostrato a un suo amico amore più grande di quello mostrato dal Creatore che è nel cielo, perciò Dio abbassò la sua maestà, scendendo dal cielo nel seno della Vergine, non infondendosi in un solo organo, ma permeandone, per le viscere verginali, tutto il corpo, e formandosi castissimamente il suo corpo umano dalla carne e dal sangue della sola Vergine.

Perciò l'elettissima madre è paragonata al roveto che ardeva senza consumarsi. Perché quello stesso che s'indugiò tanto nel roveto da rendere Mosè credente ed obbediente a quanto gli diceva, e domandandogli Mosè il suo nome, rispondeva: « Io sono colui che sono », e cioè « questo nome mi spetta dall'eternità », quegli stesso dimorò nel seno della Vergine tanto tempo quanto ne occorre agli altri bambini prima del parto. Inoltre, come quando veniva concepito lo stesso Figlio di Dio, egli penetrò con la sua divinità per tutto il corpo della Vergine, così quando nasceva nella sua divina umanità, come da rosa intatta emana la soavità del profumo, così anch'egli venne emanato in tutto il suo corpo dalla stessa Vergine, restando intatta nella madre la gloria della verginità.

Perciò come Dio e gli angeli e poi il primo uomo e quindi dopo di lui i patriarchi ed i profeti insieme agli altri innumerevoli amici di Dio, godevano perché quel roveto, cioè il corpo di Maria, doveva tanto ardere di carità che il Figlio di Dio si degnasse di entrare con tanta umiltà in esso, e poi dimorarvi tanto a lungo, e finalmente uscirne tanto castamente, così è giusto che anche gli uomini che vivono adesso si rallegrino con tutto il cuore, perché come il Figlio di Dio, vero Dio immortale col Padre e lo Spirito Santo entrò in questo roveto, assumendo in esso carne mortale per loro, così anch'essi devono affrettarsi a rifugiarsi nella Vergine, perché mediante la sua intercessione abbiano restituita la vita eterna, essi che per le loro colpe avevano meritata la perdizione eterna.

E, come Dio dimorò nella Vergine perché il suo corpo non avesse alcun difetto nell'età e nelle membra più di quello degli altri bambini, per poter vincere potentemente il Diavolo, che con la sua frode aveva assoggettato tutti al suo potere tirannico, così, anche gli uomini la preghino a farli dimorare sotto la sua protezione, perché non accada loro di cadere nei lacci del Diavolo. Inoltre, come Dio venne al mondo uscendo dalla stessa Vergine per aprire agli uomini le porte della patria celeste, così anch'essi le richiedano istantemente di degnarsi d'assisterli nella dipartita da questo mondo malvagio, procurando loro l'ingresso nel regno del suo benedetto Figlio.




martedì 26 agosto 2014

È così che tutto passa!

Beata Maria di Gesù Crocifisso, prega per noi

...Le creature, che sono spesso per tanti altri un diaframma, che nasconde loro Dio, quando non divengono una pietra d'inciampo, non erano, per Maria, che un chiaro specchio che le mostrava il suo Creatore, e una scala i cui gradini la avvici­navano al Cielo. Si sarebbe detto che non fosse stata toccata dal peccato originale.

Essendosi accorta, nel suo amore per la pulizia, che degli uccelli, che le erano stati regalati per distrarla, non si lavavano mai, volle render loro questo servizio.
Essi morirono tutti. Desolata, andò a seppellirli in fondo al giardino. Mentre stava facendo questo lavoro, sentì una voce dirle: È così che tutto passa! se vuoi darmi il tuo cuore, io vi resterò sempre. Queste parole si impressero nella sua anima e fu­rono in seguito quelle che amava ripetere di più.

Non ci si stupisce se da quel giorno Maria non provò che disgusto per tutte le vanità del mondo. Occuparsi della sua toeletta per lei era come un supplizio. Dice­va fra sé con tristezza, considerando i suoi ricchi vestiti: «Perché coprire così un corpo che deve diventare il cibo dei vermi?» Il pensiero della morte non la lascia­va mai. Il suo gioco preferito consisteva nello scavare con le mani una fossa, dove poi si stendeva, col rischio di sporcare il suo vestito bianco, ciò che le attirava i rim­proveri della sua governante negra.


La Corona francescana dei 7 gaudi

<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>

Il Rosari
o francescano:
La Corona francescana dei 7 gaudi

L'uso di strumenti per aiutare nella preghiera lo si riscontra in tutte le religioni. La corona divenne così uno strumento pratico per tenere il conto delle preghiere che si devono ripetere per un determinato numero di volte. La testimonianza più antica nel cristianesimo sembra risalire al IV secolo, quando l'eremita Paolo di Tebe (+342) si serviva di sassolini per contare le preghiere che voleva recitare durante il giorno. 
Similmente anche nella vita di santa Chiara d'Assisi (+1253) si narra: «Non avendo filze di grani da far scorrere per numerare i Pater noster, contava le sue preghiere al Signore con un mucchietto di pietruzze» (Legenda S. Clarae, IV, 4).


In effetti, quando nella Chiesa si era cominciato l'uso di recitare le preghiere per un determinato numero di volte, sorse la necessità di avere uno strumento che fosse d'aiuto nella conta. Nacquero così i signacula o numeralia che erano corone che comunemente servivano per contare i Pater noster che i monaci e poi anche i frati laici recitavano al posto dell'Ufficio, come prescrive la Regola di S. Francesco: «I chierici recitino il divino ufficio secondo il rito della santa Chiesa romana eccetto il salterio, e perciò potranno avere i breviari. I laici dicano ventiquattro Pater noster per il mattutino, cinque per le lodi; per prima, terza, sesta, nona, per ciascuna di queste, sette; per il Vespro dodici; per compieta sette; e preghino per i defunti» (Regula bullata, III, 2-5).


Tali corone sono attestate da Tommasuccio da Foligno (1319-1377) nel suo racconto di una visione in cui vide Chiara e le sue monache tenenti in mano sfilze di Paternostri d'oro, d'argento e di perle preziose. Di Chiara si narra ancora che avesse mandato in dono ad Agnese di Praga una corona simile; la stessa cosa viene riferita di Margherita da Cortona (+1297) che non avendo nulla da dare in elemosina offrì uno di questi signacula. 
E' interessante poi notare che nella riesumazione del corpo di Francesco d'Assisi nel 1818, fu trovata ai suoi piedi una corona di 30 grani.


La leggenda all'origine della corona
La tradizione vuole far iniziare l'uso della Corona dei sette gaudi all'apparizione della Vergine, avvenuta nel 1422 nel convento di Cesi (Portaria) nei pressi di Terni, al novizio Giacomo delle Corone da Portaria. La leggenda riferisce che mentre il novizio stava pregando nella chiesetta dinanzi all'immagine della Vergine, Ella gli disse di recitare ogni giorno sette decadi di Ave Maria, intercalate con la meditazione dei sette misteri gaudiosi.


Questa leggenda, riportata da Marco da Montegallo (+1496), si diffuse in special modo per opera di Perbalto de Temeswar (+1504) con il suo Stellarium coronae benedictae Virginis Mariae in laudem eius (Argentiane 1506), opera che divenne molto popolare tra gli autori del XVI secolo. In seguito, anche Luca Wadding (+1654) avvalorò questa apparizione come origine della Corona delle 7 allegrezze nell'Ordine dei Frati Minori.




Bernardino da Siena (+1444) fu il grande diffusione di questa Corona che cominciò a portarla appesa al cordone imitato poi dai frati che seguirono la sua riforma, e in special modo da Giovanni da Capestrano (+1456), che diffuse la corona raccomandando le sette meditazioni e la genuflessione al nome di Gesù. Dal XV secolo si cominciarono a rappresentate i frati con le corone tra le mani sia negli affreschi come nelle miniature. Ne è ricca l'opera Specchio dell'Ordine Minore, conosciuta come Franceschina, nel codice di Perugia e in quello di Norcia. La corona è tenuta in mano anche dalla rappresentazione della "Povertà che si sposa a S.Francesco", tavola cinquecentesca fiorentina custodita nella pinacoteca di Monaco. La corona appare, poi, attaccata al cordone del Beato Lucchesio nella terracotta di Andrea della Robbia (+1528) che si trova nella chiesa di S.Girolamo a Volterra. In seguito, anche le immagini di S.Francesco cominciano ad avere la corona appesa al cingolo.




<< O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre…

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua misericordia.

1. Ci rallegriamo con Te, o Maria, Vergine Immacolata, per l'allegrezza che t'inondò il cuore quando, dopo l'annuncio dell'angelo Gabriele, il Verbo di Dio per opera dello Spirito Santo s'incarnò nel tuo purissimo seno, e si realizzò il disegno eterno a cui eri stata predestinata insieme con il Figlio prima della creazione del mondo.


1 Pater, 10 Ave e 1 Gloria



2. Ci rallegriamo con Te, o Maria, piena di grazia, per la consolazione che hai provato nella visita alla cugina Elisabetta, quando essa, dopo aver udito il tuo saluto, divenne profetessa e ti riconobbe vera "Madre di Dio", e Giovanni, ancora nel grembo, veniva riempito del dono dello Spirito Santo.



3. Ci rallegriamo con Te, o Maria, Tuttasanta, per quel gaudio inesprimibile che hai provato a Betlemme, quando serbando illibato il giglio della tua verginità, partoristi senza dolore il tuo divin figlio Gesù, che era venuto a portare la pace e la redenzione al mondo, e lo vedesti adorato dai pastori.

4. Ci rallegriamo con Te, o Maria, regina della pace, per la somma letizia che sperimentò il tuo cuore, quando vedesti i Re Magi venire riverenti da terre lontane a prostrarsi davanti al tuo divin figlio Gesù, e adorarlo come vero uomo-Dio, Redentore del mondo, e vedendo tu in loro l'omaggio di tutti i popoli.

5. Ci rallegriamo con Te, o Maria, via di salvezza, per il giubilo che provò il tuo cuore amoroso, quando cercato per tre giorni lo smarrito Gesù, lo trovasti nel tempio fra i dottori, che già spandeva i raggi della sua infinita sapienza a quanti lo cercano con cuore sincero.

6. Ci rallegriamo con Te, o Maria, madre della vita, per quella gioia che ti riempì il cuore quando vedesti il tuo Figlio risorto da morte il giorno di pasqua.

7. Ci rallegriamo con Te, o Maria, porta del cielo, per l'esultanza del tuo cuore quando, al termine della tua vita terrena, in un'estasi d'amore, fosti condotta in cielo, in anima e corpo, per regnare accanto al Figlio quale mediatrice di grazia e nostra avvocata.

Dopo la Salve Regina si aggiungono poi altre 2 Ave Maria in memoria dei 72 anni cui sarebbe vissuta la Vergine, e un Padre Nostro, un Ave e un Gloria per le intenzioni del Sommo Pontefice.

Litanie lauretane


Preghiera finale

O Signora Santa, Regina santissima, Madre di Dio e Madre di Misericordia, Regina della Pace e Avvocata nostra, ti abbiamo offerto questa Corona in memoria delle tue sette allegrezze, in segno del nostro desiderio di appartenere a Te come tu sei appartenuta al Signore. Per questo, con San Bonaventura ti diciamo: «Io sono tutto tuo: e ogni mia cosa è tua, o Vergine benedetta sopra tutte le cose». Intercedi affinché ci sia fatto il dono di grazia di poter servire Dio e il prossimo, e in fedeltà con le promesse del nostro Battesimo, di rinnegare il male in tutte le sue forme per poter essere come te, o Immacolata, figli del Padre celeste, fratelli del Signore nostro Gesù Cristo e abitazioni dello Spirito Santo. Aiutaci a vivere impegnando la nostra vita per il Vangelo, obbedendo alla vera Chiesa, sempre pronti a testimoniare la vera fede davanti agli uomini, affinché, da te protetti, soprattutto nell'ora della nostra morte, possiamo giungere con te nella gloria dei cieli. Amen.


O Maria, Signora Santa e Immacolata, prega per noi >>.

S.Bernardino da Siena e S.Giovanni da Capestrano insegnavano a inchinare il capo o genuflettere pronunciando il nome di Gesù nella recita dell'Ave Maria. E' esso il cuore di tutta la corona.


<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>

Non sono Io che le metto lì.


L’Inferno

14 aprile 2012 – Tante menzogne, in cui l’esistenza dell’inferno è negata, saranno la rovina dei cristiani.

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Mia amatissima figlia, non importa quanto sia difficile la tua sofferenza fisica, devi sapere che è come Io Mi sento, a mano a mano che continua ad intensificarsi.
La tua sofferenza riflette solo una frazione della Mia sofferenza.
In unione con Me saprai che per ogni dolore e oscurità interiore dell’anima che sperimenti, comprenderai il tormento che sopporto a causa dei peccati dell’umanità.
Molte persone credono erroneamente che la Mia sofferenza iniziò e finì sulla Croce.
La Mia sofferenza non finirà fino a quando tutti i figli di Dio non siano uniti in amore e armonia, laddove il peccato non esisterà nel Nuovo Paradiso del Padre Mio.
Non importa quanto è stato detto all’umanità riguardo alla Mia esistenza, Io sono ancora detestato.
Anche se Mi hanno accettato, tra i credenti i Miei insegnamenti sono solo tollerati da questi ultimi secondo le loro condizioni.
Molti trattano gli altri con amore e gentilezza, ma solo se coloro ai quali offrono questo dono si avvicinano alle loro ideologie.
Ad esempio molti condannano i peccatori quando invece dovrebbero mostrare gentilezza e pregare per loro. Devono, invece, dare l’esempio.
Alcuni disprezzano gli altri invece di mostrare l’amore che ci si aspetta da loro come cristiani.
Mai condannare gli altri, anche se non siete d’accordo con loro poiché non è un vostro diritto. Nessuno, solo Dio, ha l’autorità di giudicare.
Sebbene molti credenti continuano a rendere omaggio a Me, ciò sarà alle loro condizioni.
Alcuni sentono il bisogno di distinguersi dai loro fratelli e sorelle per mostrare al mondo quanto sono colti in questioni spirituali. Allora impiegano le loro interpretazioni di ciò che significa realmente la Mia Misericordia.
Quante volte avete sentito che Dio è misericordioso? Egli è così misericordioso che poiché Egli ama tutti non li condannerà?
Che non invierebbe mai un’anima all’inferno?
Beh, questa è una bugia. Tante menzogne, in cui l’esistenza dell’inferno è negata, saranno la rovina dei cristiani.
Le persone condannano se stessi all’inferno. Non sono Io che le metto lì. Esse lo scelgono rifiutando di voltare le spalle al peccato mortale.
Né essi cercano il perdono o mostrano rimorso. Questo è un pensiero pericoloso ed è dovere di tutti i cristiani avvertire gli altri del pericolo di finire all’inferno.
Così tanti, compresi quelli che rifiutano il sacramento del Battesimo per i loro figli, parlano come se il peccato non conti.
Essi credono che ogni peccato “sarà” perdonato. Questo non è corretto.
Ogni peccato “può” essere perdonato, non importa quanto sia scuro il peccato, ma solo se il peccatore chiede perdono.
Ora Mi rivolgo a voi dal Cielo per preparare tutti i figli di Dio per la Mia Seconda Venuta e cosa trovo?
Vi parlo da dietro le mura di una prigione e in una cella in cui Mi avete gettato perché rifiutate di credere che avrei potuto parlarvi in questo modo.
Oh come mi offende!
A coloro che hanno trascorso le loro vite dedicandole a Me e che sono informati sulle Mie Sacre Scritture, ma che ora Mi rifiutano dico questo.
I vostri rifiuti ora vi tormenteranno e vi lasceranno un grande dolore quando la verità vi sarà rivelata.
Perché allora vi renderete conto delle anime che avrete abbandonato quando avevo bisogno del vostro aiuto per salvarle.
Quanto Mi fate piangere di frustrazione per la cecità causata dalla vostra mancanza di umiltà.
Voi dubitate della Mia Parola Santa quando dovreste abbracciarla, afferrarla, perché siete un’anima che sta annegando e mancate di generosità di cuore.
Vi prego di rispondere al Mio invito.
Il vostro amato Gesù
Redentore dell’umanità

lunedì 25 agosto 2014

La bestia simile a un agnello.


Dongo (Como), 13 giugno 1989. 
Anniversario della seconda apparizione a Fatima.
La bestia simile a un agnello.

«Figli prediletti, oggi ricordate la mia seconda apparizione, avvenuta nella 
povera Cova da Iria in Fatima, il 13 giugno 1917.

Già da allora Io vi ho predetto quanto voi state vivendo in questi tempi.
Vi ho annunciato la grande lotta fra Me, Donna vestita di sole, e l'enorme 
Drago rosso, che ha portato l'umanità a vivere senza Dio.
Vi ho anche predetto il subdolo e tenebroso lavoro, compiuto dalla Massoneria, 
per allontanarvi dalla osservanza della Legge di Dio e rendervi così vittime dei 
peccati e dei vizi.
Soprattutto, come Mamma, vi ho voluto avvertire del grande pericolo che minaccia 
oggi la Chiesa, a causa dei molti e diabolici attacchi che si compiono contro 
di Lei per distruggerla.
Per raggiungere questo scopo, alla bestia nera che sale dal mare, viene in aiuto 
dalla terra, una bestia che ha due corna, simili a quelle di un agnello.

L'agnello, nella divina Scrittura, è sempre stato il simbolo del sacrificio. 
Nella notte dell'esodo, viene sacrificato l'agnello e, con il suo sangue, sono aspersi 
gli stipiti delle case degli ebrei, per sottrarle al castigo che invece colpisce 
tutti gli egiziani.
La Pasqua ebraica ricorda questo fatto ogni anno, con la immolazione di 
un agnello, che viene sacrificato e consumato.

Sul Calvario Gesù Cristo si immola per la redenzione dell'umanità, si fa Lui 
stesso nostra Pasqua e diventa il vero Agnello di Dio che toglie tutti i peccati 
del mondo.
La bestia porta sul capo due corna simili a quelle di un agnello. 
Al simbolo del sacrificio è intimamente unito quello del Sacerdozio: le due corna. 
Un copricapo con due corna portava il Sommo Sacerdote nel Vecchio 
Testamento. La mitria - con due corna - portano i Vescovi nella Chiesa, 
per indicare la pienezza del loro Sacerdozio. 

La bestia nera, simile a una pantera, indica la Massoneria; 
la bestia con due corna, simile a un agnello, indica la Massoneria infiltrata 
all'interno della Chiesa, cioè la Massoneria ecclesiastica, che si è diffusa sopra
tutto fra i Membri della Gerarchia.

Questa infiltrazione massonica, all'interno della Chiesa, vi è già stata da Me 
predetta in Fatima, quando vi ho annunciato che Satana si sarebbe introdotto 
fino al vertice della Chiesa.
Se compito della massoneria è di condurre le anime alla perdizione, portandole 
al culto di false divinità, lo scopo della massoneria ecclesiastica è invece quello 
di distruggere Cristo e la sua Chiesa, costruendo un nuovo idolo, cioè 
un falso Cristo ed una falsa Chiesa.

- Gesù Cristo è il Figlio del Dio vivente, è il Verbo incarnato, è vero Dio e 
vero Uomo, poiché unisce nella sua Persona divina la natura umana e la natura divina.
Gesù, nel vangelo, ha dato di se stesso la sua più completa definizione, dicendo 
di essere la Verità, la Via e la Vita.

- Gesù è la Verità, perché ci rivela il Padre, ci dice la sua Parola definitiva, 
porta al suo perfetto compimento tutta la divina Rivelazione.
- Gesù è la Vita, perché ci dona la stessa vita divina, con la Grazia da Lui 
meritata con la Redenzione, ed istituisce i Sacramenti come mezzi efficaci che 
comunicano la Grazia.
- Gesù è la Via, che conduce al Padre, per mezzo del Vangelo, che ci ha dato, 
come cammino da percorrere, per giungere alla salvezza.

Gesù è Verità, perché è Lui - Parola vivente - fonte e sigillo di tutta 
la divina Rivelazione.
Allora la massoneria ecclesiastica agisce per oscurare la Sua divina Parola, 
per mezzo di interpretazioni naturali e razionali e, nel tentativo di renderla 
più comprensiva ed accolta, la svuota di ogni suo soprannaturale contenuto. 
Così si diffondono gli errori, in ogni parte della
stessa Chiesa Cattolica. A causa della diffusione di questi errori, 
oggi molti si allontanano dalla vera fede, dando attuazione alla profezia 
che vi è stata fatta da Me a Fatima: - verranno
tempi in cui molti perderanno la vera fede. - La perdita della fede è apostasia.
La massoneria ecclesiastica agisce, in maniera subdola e diabolica, per 
condurre tutti alla apostasia.

Gesù è Vita perché dona la Grazia.
Scopo della massoneria ecclesiastica è quello di giustificare il peccato, 
di presentarlo non più come un male, ma come un valore ed un bene. 
Così si consiglia di compierlo, come un modo di soddisfare le esigenze 
della propria natura, distruggendo la radice da cui può nascere il
pentimento e si dice che non è più necessario confessarlo. Frutto pernicioso 
di questo maledetto cancro, che si è diffuso in tutta la Chiesa, è la sparizione 
della confessione individuale in ogni parte. Le anime vengono portate a 
vivere nel peccato, rifiutando il dono della Vita, che Gesù ci ha offerto.

Gesù è Via, che conduce al Padre, per mezzo del Vangelo.
La massoneria ecclesiastica favorisce le esegesi, che danno di esso interpretazioni
razionalistiche e naturali, per mezzo dell'applicazione dei vari generi letterari, 
così che esso viene dilaniato in ogni sua parte. Alla fine si giunge a negare 
la realtà storica dei miracoli e della sua resurrezione e si mette in dubbio la 
divinità stessa di Gesù e la sua missione salvifica.
Dopo di avere distrutto il Cristo storico, la bestia con due corna simili a un 
agnello cerca di distruggere il Cristo mistico che è la Chiesa.
La Chiesa istituita da Cristo è una sola: quella santa, cattolica, apostolica, 
una, fondata su Pietro.

Come Gesù, anche la Chiesa da Lui fondata, che forma il suo corpo 
mistico, è Verità, vita e via.

- La Chiesa è verità, perché ad essa sola Gesù ha affidato da custodire, 
nella sua integrità, tutto il deposito della fede. Lo ha affidato alla Chiesa 
gerarchica, cioè al Papa ed ai Vescovi uniti con Lui.
La massoneria ecclesiastica cerca di distruggere questa realtà con un falso 
ecumenismo, che porta all'accettazione di tutte le Chiese cristiane, affermando 
che ciascuna di esse possiede una parte della verità. Essa coltiva il disegno 
di fondare una Chiesa ecumenica universale,
formata dalla fusione di tutte le confessioni cristiane, fra cui la Chiesa cattolica.

- La Chiesa è vita perché dona la Grazia ed essa sola possiede i mezzi 
efficaci di Grazia, che sono i sette Sacramenti. Specialmente è vita perché 
ad Essa sola è stato dato il potere di generare l'Eucarestia, per mezzo del 
Sacerdozio ministeriale e gerarchico. Nella Eucarestia
Gesù Cristo è realmente presente col suo Corpo glorioso e la sua divinità.

Allora la massoneria ecclesiastica, in tante e subdole maniere, cerca di attaccare 
la pietà ecclesiale verso il Sacramento della Eucarestia. Di essa valorizza 
solo l'aspetto della Cena, tende a minimizzare il suo valore sacrificale, 
cerca di negare la reale e personale presenza di Gesù nelle Ostie 
consacrate.
Per questo si sono gradualmente soppressi tutti i segni esterni, che sono 
indicativi della fede nella presenza reale di Gesù nella Eucarestia, come le 
genuflessioni, le ore di adorazione pubbliche, la consuetudine santa di 
circondare il Tabernacolo di luci e di fiori.

- La Chiesa è via perché conduce al Padre, per mezzo del Figlio, 
nello Spirito Santo sul cammino della perfetta unità. Come il Padre e il Figlio 
sono uno, così dovete essere una sola cosa fra voi. Gesù ha voluto che la 
sua Chiesa sia segno e strumento dell'unità di tutto il genere umano. 
La Chiesa riesce ad essere unita, perché è stata fondata sulla pietra angolare
della sua unità: Pietro ed il Papa che succede al carisma di Pietro.

Allora la massoneria ecclesiastica cerca di distruggere il fondamento della 
unità della Chiesa, con l'attacco subdolo ed insidioso al Papa.
Essa ordisce le trame del dissenso e della contestazione al Papa; 
sostiene e premia coloro che lo vilipendono e gli disubbidiscono; 
propaga le critiche e le opposizioni di Vescovi e di teologi.
In questa maniera si demolisce il fondamento stesso della sua unità e 
così la Chiesa viene sempre più lacerata e divisa.

Figli prediletti, vi ho invitato a consacrarvi al mio Cuore Immacolato 
e a entrare in questo mio materno rifugio, soprattutto per essere preservati 
e difesi contro questa terribile insidia.
Per questo, nell'atto di consacrazione del mio Movimento, Io 
vi ho sollecitato a rinunciare ad ogni aspirazione di fare carriera. Così 
potete sottrarvi alla più forte e pericolosa insidia, usata dalla massoneria, 
per associare alla sua setta segreta tanti miei figli prediletti.
Vi porto ad un grande amore a Gesù verità, facendovi coraggiosi testimoni 
di fede; a Gesù vita, portandovi a grande santità; a Gesù via, chiedendovi di essere 
nella vita solo Vangelo vissuto ed annunciato alla lettera.

Poi vi conduco al più grande amore alla Chiesa.
Vi faccio amare la Chiesa-verità, facendovi forti annunciatori di tutte le 
verità della fede cattolica, mentre vi opponete, con forza e coraggio, a tutti 
gli errori.
Vi rendo ministri della Chiesa-vita, aiutandovi ad essere Sacerdoti fedeli e 
santi. Siate sempre disponibili alle necessità delle anime, prestatevi, con 
generosa abnegazione, al ministero della Riconciliazione e siate fiamme 
ardenti di amore e di zelo verso Gesù presente nella Eucarestia.

Nelle vostre Chiese si torni a fare con frequenza le ore di pubblica adorazione 
e riparazione al Santissimo Sacramento dell'altare.
Vi trasformo in testimoni della Chiesa-via, e vi rendo strumenti preziosi 
della sua unità. Per questo vi ho donato, come secondo impegno del mio 
Movimento, una particolare unità al Papa.
Per mezzo del vostro amore e della vostra fedeltà, il disegno divino della 
perfetta unità della Chiesa tornerà a risplendere in tutto il suo splendore.
Così alla tenebrosa forza, che oggi esercita la massoneria ecclesiastica, per 
distruggere Cristo e la sua Chiesa, Io oppongo il forte splendore della mia 
schiera sacerdotale e fedele, perché Cristo sia da tutti amato, ascoltato e seguito, 
e la sua Chiesa sia sempre più amata, difesa e santificata.
In questo soprattutto risplende la vittoria della Donna vestita di sole e il mio 
Cuore Immacolato ha il suo più luminoso trionfo».