martedì 29 maggio 2012

ACCIPITE JVCVNDITATEM GLORIÆ VESTRÆ ALLELVJA GRATIAS AGENTES DEO ALLELVJA QVI VOS AD CÆLESTIA REGNA VOCAVIT ALLELVJA ALLELVJA ALLELVJA

accipite jvcvnditatem
gloriæ vestræ allelvja
gratias agentes Deo
allelvja
qvi vos ad cælestia
regna vocAvit
allelvja allelvja
allelvja


Sequentia


V
eni, Sancte Spíritus, et emítte caélitus lucis tuæ rádium.
Veni, Pater páuperum; veni, dator múnerum, veni, lumen córdium.
Consolátor óptime, dulcis hospes ánimæ, dulce refrigérium.
In labóre réquies, in æstu tempéries, in fletu solátium.
O lux beatíssima, reple cordis íntima tuórum fidélium.
Sine tuo númine, nihil est in hómine, nihil est innóxium.
Lava quod est sórdidum, riga quod est áridum, sana quod est sáucium.
Flecte quod est rígidum, fove quod est frígidum, rege quod est dévium.
Da tuis fidélibus, in te confidéntibus, sacrum septenárium.
Da virtútis méritum, da salútis éxitum, da perénne gáudium. Amen. Allelúja.


“Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria ,
tua amatissima Sposa”



Choccante


Adsit nobis, quaésumus, Dómine, virtus Spíritus Sancti : quæ et corda nostra cleménter expúrget, et ab ómnibus tueátur advérsis. Per Dóminum ... in unitáte ejúsdem.

*

 maggio 2012


Incredibile e choccante Ferrara su Raiuno


Davvero senza parole!
Una sola domanda: ma come si permette? Come osa affermare su Raiuno che sogna le dimissioni del Papa?
Beh, un altro che ha gettato la maschera. Meglio cosi' visto quel che dice Travaglio su Ferrara (affermazione che trova riscontro puntualmente). Ancora questa storia delle dimissioni poi...che strano! E dire che non e' stato Ferrara per primo a parlarne ma un altro giornalista. Era settembre, era l'ultimo giorno della visita del Papa in Germania...meditiamo, gente, meditiamo...

R.


15 commenti:

Anonimo ha detto...
Il problema degli "atei devoti" e' che sono una contraddizione in termini.
Ed e' importante che tutto questo succeda: finalmente si svelano "i pensieri di molti cuori" e non c'e' da equivocare al riguardo.
Caterina63 ha detto...
CONCORDO!!!!!
l'ho visto e udito, ed io devo pagare il canone???

Ferrara, vattene a casa!!!!
VAI A ZAPPARE!!!!

è assurdo che ti debba pagare per sentirmi dire che il Papa deve ritirarsi e vuoi una religione mondiale e che la chiesa è dei fedeli!!!

VATTENE TU!!!

Questo è il rispetto della Rai per i cattolici?
se Ferrara avesse parlato così di qualche Iman o di Maometto, sarebbe scoppiato il caso, ma contro la Chiesa e il Papa si può dire tutto e pure strapagati!!

VERGOGNA!
per dirvi di peggio!
raffaella blog ha detto...
Verissimo! Finalmente si gettano le maschere, si aprono i cuori ed i veli vengono strappati.
R.
GP ha detto...
Non so cosa ha detto Ferrara, ma se una piccola testimonianza può servire, non vorrei mai che Benedetto XVI si dimettesse. Si scelga un collaboratore di fiducia, anche uno straniero (noi fedeli italiani non ci offendiamo) fuori dagli intrallazzi curiali, ma il papa deve continuare a svolgere il suo ministero: parlare alla chiesa dicendo ciò che pensa, anche le verità sgradevoli, anzi soprattutto quelle, continuare il programma di riforma della riforma liturgica, scrivere libri eruditi sulla storicità di Gesù, scegliere i vescovi migliori per le diocesi del mondo, favorire l'unità della chiesa come nel caso degli anglicani o dei tradizionalisti. Benedetto, continua così!
Anonimo ha detto...
Ferrara ha parlato per conto di un ben noto apparato, e questo l'ho capito benissimo.
Ma come si dice a Roma: Nun c,è trippa pé gatti.
Ferrara la sa lunga ma non la sa raccontare.
laura ha detto...
Ferrara non ha capito niente. E' un presuntuso e arrogante che pretende di insegnare al Papa. Non vedrò mai servizi del genere. Questi giorni ho seguito qualcosa per dovere, ma preferisco guardare, come sempre, solo le dirette del Papa su Telepace. Il resto è marciume e spazzatura. Tutti aprono boccca e danno fiato, si dice a Roma
Anonimo ha detto...
Attenzione gente, attenzione!

Torno a ripetere, con cognizione di causa, c'è un grande apparato che vuole
mandare in esilio Benedetto XVI per cambiare le carte in tavola.
Adesso che stanno affiorando le trame, questo apparato non ci pensi proprio a mettere in atto le proprie strategie.
Il popolo di Dio è con Dio e con il Suo vicario in terra.
Anonimo ha detto...
forse a ferrara non interesserà ma da stasera ha perso un lettore. Mi dispiace perchè sul Foglio ci scrivono dei validi giornalisti, ma l'ipocrita-devoto ha passato il limite! Come si permette, perchè non si dimette lui!
Gianpaolo1951 ha detto...
Questo è il link dello sproloquio di Ferrara:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/13588
Fabiola ha detto...
Ferrara ha detto quello che pensa, su RAI UNO, alle 20.30. E io non condivido affatto.
Possiamo insultarlo,maledirlo, definirlo un ossimoro vivente, o un sacco di m...liquida come ha già fatto Grillo. Ci ha messo la faccia come sempre; probabilmente perderà qualche copia, se mai qualche cattolico leggesse il Foglio, in genere preferiscono Repubblica.
E' stato discreto e molto rispettoso, ha parlato di "sogno", e non usa mai le parole a caso.
Preferite il livore dei vaticanisti "sinistri" alla Politi e Svidercoschi e A.M.V.? o le amabilità di cui Roberto Beretta, su Vino Nuovo gratifica la Chiesa di Benedetto XVI?
Forse il suo sogno,umanamente parlando, non è neppure così insensato ma, grazie al Cielo, la follia di Dio, che ci ha regalato questo Papa, è più saggia della sapienza degli uomini.
Ma questo per Ferrara è troppo.
Io, comunque, continuo a preferirlo agli atei non devoti, in stile Scalfari.
Una cosa sola mi sfugge: come possa non capire che sta sognando il sogno dei più acerrimi nemici di Benedetto, della sua visione del mondo e della Chiesa.
Ambrosiano e cattolico ha detto...
Ferrara, devoto,
ma ATEO e ragiona da ateo;
se non credi nello Spirito Santo,
la chiesa è un'istituzione
e lui come tale la vede.
Noi credenti sappiamo che la Chiesa è di Cristo
e che lui la guida
anche nelle tempeste.
Anonimo ha detto...
Ferrara è coerente con se stesso. E ci ha preso in giro da anni con la sua devozione atea. Quanto a perdere posizione contro imam e Maometto, non avrebbe problemi, cara Caterina. Sono altri quelli contro cui non si metterebbe mai, per contratto.
Anonimo ha detto...
Sarò prevenuta, ma me l'aspettavo questa offensiva moralista del menga. Cosa di meglio, per stroncare la Sua azione a favore di un ritorno alla Tradizione? A chi fa paura? Intanto, chi parla più di normalizzazione della FSSPX? Speriamo che mons.Fellay, che sa benissimo quale battaglia deve combattere la Chiesa Cattolica, e contro chi, tiri dritto. C'è bisogno di fare quadrato!
Frank ha detto...
Lo spettacolino è disgustoso ancora una volta: quel che questi sedicenti laici non capiscono è che al massimo perderemo per strada qualche pseudo-cattolico poco praticante e poco convinto, ma i credenti che conoscono le proprie ragioni e credono nella Chiesa di Cristo nonostante tutti i suoi difetti continueranno a stimare e ad amare Papa Benedetto, e non se ne andranno mai! Anzi, resteremo ancor più convinti delle nostre scelte: la Chiesa non crollerà mai! Come al solito è interessante la tempistica, non so se ci avete fatto caso: quest'anno ci hanno lasciato una Settimana Santa più tranquilla del solito, ma ora è chiaro che preparavano l'artiglieria pesante per l'Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano: non si poteva non cercare di avvelenare e seppellire sotto un cumulo di altre polemiche un evento che prevede di radunare un milione di persone da tutto il mondo in Italia intorno a questo Papa...
gemma ha detto...
A Ferrara si sta praticamente dando il permesso di chiedere le dimissioni del Papa a reti unificate. Ieri il tg3, stasera il suo spazio su Raiuno, manca solo il due. Vorrei maggior rispetto del canone che io e i miei familiari paghiamo in questo paese che se e' laico, come tale non deve occuparsi delle dimissioni del Papa per due sere di seguito. Ci sono persone per cui il Papa e' il vicario di Cristo voluto dallo Spirito Santo, non l'intellettuale espressione del furore del momento voluto dal vento che soffia sul carro del vincitore di turno su cui salire. Non un vecchio politico da rottamare quando passa la cotta del momento. La smetta, perche' noi che gli vogliamo bene abbiamo sentimenti mortificati dal suo teorizzare anaffettivo e dal suo ciclico voltagabbana. Lo faccia sul suo foglio, non usi oltre per questo il servizio pubblico che e' anche nostro. E ci risparmi in futuro i discorsi sull'etica cristiana, sui principi, non accettiamo lezioni di etica da chi affonda il coltello nella piaga della carne scoperta. Pure noi vorremmo altre facce in tv o sulla carta stampata, pure noi sognamo magari un altro grande Montanelli a destra o un Biagi a sinistra. Solo che noi non abbiamo voce ne' sui giornali ne' sulle reti Rai .



NOS CUM PROLE PIA
BENEDICAT VIRGO MARIA

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi



13.05.12

Eletti, amici cari, sperate in Me e non abbiate paura. Chi spera in Me mai viene e deluso la sua speranza non è vana.

Sposa cara, voglio che ogni uomo della terra capisca che deve deporre in Me, Gesù, la sua speranza per non essere mai deluso.
Mi dici: “Dolce Amore, questo Tu vuoi; ma perché questo accada, Tu, Gesù, devi essere conosciuto da tutti. Vi sono popoli che ancora poco Ti conoscono e chi poco conosce poco ama. Santissimo Signore, faTTi conoscere sempre di più dal mondo in modo che tutti possano amarTi, lodarTi, benedirTi, adorarTi, come meriti che sia.
Sposa amata, il Mio Nome è conosciuto dovunque. Chi non lo conosce? Il Mio Vicario in terra parla al mondo. Chi non lo conosce? Egli parla il Mio Linguaggio ed insegna ai popoli ed alle nazioni. Mi dici che sono ancora molti coloro che poco Mi conoscono. Così è, infatti, non perché Io non abbia voluto farMi conoscere, ma perché gli uomini per non credere a Me, Gesù, si sono inventati nuove filosofie, opera della fantasia malata. Piccola Mia, il mondo mai Mi ha amato ed ora ancora meno del solito. Chi segue i Miei Comandamenti è felice, perché Io, Io, Dio, voglio solo ciò che è bene per l’uomo. Per essere certo che egli non li dimenticasse li ho scritti nel cuore di ogni uomo: tutti hanno, scritte, le stesse Leggi. Tutti, piccola Mia, devono solo seguirle per essere felici!
Mi dici: “Dolce Amore, molti non le seguono, perché vogliono realizzarsi da sé: sono superbi e non obbediscono. Molti non le seguono, perché le ritengono onerose. Anche costoro sono superbi e non capiscono che Tu, Dio, sei il Legislatore amoroso, Che vuoi solo ciò che è bene per l’uomo. Essi non capiscono che per Amore hai creato, solo per Amore e che l’uomo non aggiunge nulla alla Tua Grandezza che è infinita. Chi è docile ed obbediente ed ama le Tue Leggi è un saggio che ama se stesso ed il prossimo.”
Sposa cara, bene hai parlato: chi ama le Mie Leggi e le pratica con gioia è un saggio che ama sé stesso, ama il prossimo, ama la Creazione. Rifletti bene sulle conseguenze della disobbedienza alle Mie Leggi, sul peccato: esso costituisce la grande rovina dell’uomo! Chi pecca, gravemente, nuoce a stesso, nuoce al prossimo, nuoce all’intera Creazione.
Mi dici: “Dolce Amore, se gli uomini giungessero a capire questo si sforzerebbero di non peccare molto né poco; non peccherebbero affatto! Dolce Gesù, Tu parli con Amore, Tu insegni con Amore, Tu guidi con Amore, ma sei poco ascoltato! Anche questo è il tempo della disobbedienza, come fu quello di Sodoma e Gomorra: gli uomini, storditi dalla loro superbia, stancano la Tua Pazienza! Dolce Amore, scorra a fiumi la Tua Misericordia e resti ancora sospesa la Perfetta Giustizia!
Sposa amata, continuo ad elargire la Mia Misericordia che scorre a fiumi per le vie del mondo; ma pochi l’accolgono! Ad essa seguirà certo la Perfetta Giustizia! Sposa amata, resta, felice, nella Reggia del Mio Cuore e godi le Delizie del Mio Amore Fedele ed eterno. Ti amo.
Vi amo.
Gesù


Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

13.05.12

La Mamma parla agli eletti

Figli cari e tanto amati, molto vi ho detto in questi anni. Capite che ora è tempo di mettere in pratica le Mie Parole e viverle giorno dopo giorno. Desidero che vi sforziate di spezzare le catene che legano al peccato grave; desidero che seguiate i Comandamenti di Dio con maggiore docilità.
Figli amati, voi dite: “Questo lo seguo, perché è più facile, questo no, perché è più difficile farlo”.
Piccoli cari, chi ama Gesù non vuole offenderLo neppure minimamente. Fate questa riflessione: se amate molto una persona, forse che volete farle offesa, sebbene piccola? Voi rispondete: “No, certo; anzi, vogliamo che abbia gioia da noi, solo e sempre gioia”. Questo voi rispondete. Ora pensate: ogni peccato, anche se piccolo, offende Gesù, Che voi amate con tutto il cuore. Ecco ciò che vi dice la Madre del Cielo: non peccate molto né poco, non peccate affatto, perché il peccato è offesa a Dio!
Mi dice la figlia amata: “Madre cara, Tu mai hai peccato, mai! Dolce Tesoro, aiutaci ad essere come Te, sempre, a non peccare mai, ma a dare gioia a Gesù con le parole, con le scelte, con i propositi.”
Piccoli Miei, sono qui per guidarvi nel cammino; sono qui per condurvi per mano verso i pascoli verdi della felicità. SeguiteMi, piccoli Miei! Insieme, uniamo i cuori per l’adorazione profonda a Gesù. Vi amo.
Ti amo, piccola Mia.
Maria Santissima

LAUDETUR  JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!

lunedì 28 maggio 2012

Importancia del Catecismo para los niños. "EL niño, por su pureza e inocencia y, si está bautizado, por la Gracia que tiene, mejor que nadie, que aun el sabio y el teólogo, ve y gusta a Jesús plenum gratiae et veritatis, lleno de gracia y de verdad."



Aquí transcribo unas palabras del fallecido Obispo Manuel González, que nos hablan de la importancia del Catecismo para los niños:
"En estas horas de angustias ante la persecución del alma de los niños y de ansias porque conozcan y amen a Jesús, yo quisiera que por los Catequistas, Maestros y educadores cristianos y de modo singular por los padres y madres de familia se leyeran muy despacio y se meditaran estas líneas en las que he tratado de condensar lo que sobre este tema me ha enseñado mi experiencia de Catequista y de director de almas.

Jesús, que en el Evangelio es el Autor y el Maestro Soberano de palabra y de obra del Catecismo, en la Eucaristía además es el Modelo perfecto y la Fuerza para cumplirlo.
La misión educadora de los padres y maestros cristianos se reduce en realidad a poner a sus niños tan cerca de Jesús, que aprendan de Él, en el Evangelio y en el Sagrario, todo el Catecismo, no ya de memoria, sino de entendimiento, voluntad e imitación.

¡Ah! y que se hable en todas las formas a los niños de Jesús, que, con que sólo lo vean en una estampa o imagen, o en el Sagrario, ya sepan lo que les dice. Que los niños sepan a Jesús vivo: eso es todo.
El educador que consiga que sus niños desde que casi nacen, no sólo conozcan, sino que traten y quieran (según su modo), y se sepan a Jesús, serán los de verdad educadores y formadores cristianos, de vida, carácter y conciencia de cristianos.
Quizás tenga tan poco arraigo la instrucción que se da del Catecismo, aún por los buenos maestros porque se da más letra que espíritu, más lecciones de memoria que ejemplos vivos, más libro de Jesús que Jesús de libro.

Jesús debe tener tal atractivo y tan gran influencia sobre los niños, y deben sentir éstos tal inclinación hacia Él que en su Evangelio no manda jamás que vayan los niños a Él, ni que se los llevemos, sino que los dejemos ir, no los impidamos ir a Él.
Forma esto contraste con su conducta con la gente mayor, los cargados, los pecadores, los candidatos para apóstoles, etc., a los que manda: "Venite... veni... sequere me."

Sin duda el niño por su pureza e inocencia y, si está bautizado, por la Gracia que tiene, pone tan pocos obstáculos a  unirse con Jesús, que no hace falta mandato, sino que basta que no les impidan ir a ver, oír y tratar a Jesús, es decir, que, con que se vean, se ponen en inteligencia y en relación de cariño el Jesús del Evangelio y de la Eucaristía y el Jesús chiquito de la Gracia habitual del alma del niño. Éste, mejor que nadie, que aun el sabio y el teólogo, ve y gusta a Jesús plenum gratiae et veritatis, lleno de gracia y de verdad."


LAUDETUR  JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!


Il suo nome è Gesù. In verità o Cesare, ogni giorno si sentono cose prodigiose di questo Cristo, che risuscita i morti e guarisce ogni infermità e fa stupire tutta Gerusalemme con la sua dottrina straordinaria. Egli è di aspetto maestoso, con una splendente fisionomia piena di soavità talchè coloro i quali lo vedono, lo amano e lo temono a un tempo.



Iconografia


Il mistero della più antica immagine di Cristo 

di Fausto Riva

La storia dell'arte ci tramanda un Cristo con i capelli lunghi e la barba. Vi siete mai chiesti come il suo volto abbia acquisito tali sembianze ?
I Vangeli canonici non tramandano alcuna descrizione del suo aspetto e la cultura sostanzialmente aniconica degli ebrei ha impedito la registrazione e la trasmissione “in diretta” della sua immagine. Formatesi le prime comunità di credenti prima ad Antiochia e poi a Roma, l'arte paleocristiana si avvale prevalentemente di simboli e le prime immagini del Cristo ci mostrano spesso un giovane imberbe con le sembianze di un dio pagano, ricavate dall'arte romana. Si ritiene che solo dopo l'editto di Costantino (313), il Cristo giovane delle catacombe diventi il Cristo adulto e barbuto e che ciò avvenga per influsso dell'arte siriaca.
Che dire poi delle due più celebri immagini del Cristo: il Mandylion e la Sindone.
Il Mandylion rappresenta volto del Cristo al centro di una tela. Circa la sua origine, si narra che il re di Edessa fosse malato e abbia richiesto la presenza del Cristo presso di lui. Cristo, non potendosi recare a guarirlo, gli avrebbe mandato una sua immagine impressa su un telo. Al Mandylion si collega la vicenda del velo della Veronica (frequentemente rappresentato in area nordica durante il Rinascimento), telo con il quale la Veronica (figura di donna, forse guarita da Gesù, che non compare nei vangeli canonici) avrebbe deterso il volto di Cristo durante l'ascesa al Calvario. Si hanno notizie di telo, subito denominato Mandylion, con impressa l'immagine di Cristo, ritrovato nella chiesa di Santa Sofia a Edessa (oggi Urfa) in Turchia nel 525 (secondo alcuni nient'altro che il lenzuolo della Sindone ripiegato in più parti). Dell'originale non vi è più traccia e la maggior parte delle icone rappresentanti il Mandylon è comunque posteriore all'VIII secolo quando, condannata definitivamente l'iconoclastia dal Concilio di Nicea (787), si costituisce un canone in base al quale le immagini sacre (icone) si devono attenere solo a determinati modelli (FIG. 1).
Le prime notizie della Sindone conservata a Torino, quale ne sia il grado di autenticità, risalgono al 348 quando viene citata in un'omelia di Cirillo, vescovo di Gerusalemme, che la dice ospitata nella locale basilica costantiniana del Santo Sepolcro (FIG. 2)
Parrebbe quindi che, prima del IV secolo, l'immagine del Cristo come noi la conosciamo non fosse per nulla diffusa.
In un archivio privato abbiamo trovato - e qui pubblichiamo – un singolare documento: un'immagine a stampa, incollata su cartoncino, databile al 1920 circa (FIG. 3). Come recita una didascalia in calce, si tratta del “vero ritratto di Gesù riprodotto da quello fatto incidere dall'imperatore Tiberio su smeraldo, già proprietà del tesoro imperiale di Costantinopoli, caduto in mano ai turchi nel 1453 e dal sultano Bajazet II donato a papa Innocenzo VIII insieme con la santa lancia che ferì il costato del Signore, in riscatto del proprio fratello fatto prigioniero dalle armi cristiane a Rodi”.
Per la cronaca, Innocenzo VIII, genovese, è stato il 213mo papa dal 1484-1492.
Immagini del genere dovevano essere popolari alla fine dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Una di queste è citata in una novella di Pirandello, intitolata “Il no di Anna” (1895), appesa al capezzale della protagonista. Anche questa reca una scritta che ci fornisce un nuovo elemento: la presunta data in cui fu inciso lo smeraldo, ovvero il 30 d.C. (Vero ritratto preso dallo smeraldo inciso per ordine di Tiberio Imperatore di Roma, nel trentesimo anno dell'era cristiana. Questa gemma, di cui l'inestimabile valore non supera il merito artistico, dopo varie vicende, fu posseduta dal tesoro turco, e da quell'Imperatore donata al Pontefice Innocenzo VIII per la redenzione d'un fratello dell'Imperatore fatto schiavo dai cristiani).
La particolarità del nostro documento consiste nel fatto di mettere in relazione lo smeraldo con una lettera. La didascalia, infatti, prosegue:“A questo dolcissimo ritratto iconografico fa riscontro quello letterario della celebre lettera di P. Lentulo, proconsole della Giudea, allo stesso imperatore Tiberio”. La lettera di cui si parla, presumibilmente una traduzione dal latino, compare a stampa sul retro del documento stesso. Cristo viene descritto con il “viso roseo, con la barba divisa nel mezzo” e viene detto “di una bellezza incomparabile, e che nessuno può fissarlo a lungo per lo splendore nei lineamenti, negli occhi cerulei, nei cappelli biondoscuri” (Il testo completo è riportato in Appendice).
I personaggi citati sono storici. Tra quelli più antichi, Tiberio (Roma 42 a.C. – Capo Miseno 37 d.C.) è l'imperatore romano sotto il quale si svolge la vicenda umana di Gesù.
Publio Lentulo era governatore della Giudea, il predecessore di Ponzio Pilato.
Sappiamo che la lettera, della quale sono note diverse traduzioni, esiste, secondo alcune fonti conservata presso l'Archivio Vaticano, secondo altre presso privati sempre a Roma.
Può apparire difficile credere che la descrizione di Cristo che Lentulo fornisce sia stata sufficiente a farlo ritrarre sullo smeraldo in modo così verosimile. Possiamo allora citare una leggenda, che si ricollega a quanto detto sopra a proposito del Mandyllon, secondo la quale la stessa Veronica, venuta a Roma, avrebbe guarito proprio l'imperatore Tiberio mettendolo a contatto con la preziosa reliquia. L'ipotesi che l'immagine di Cristo sia stata trasferita su uno smeraldo già nel I secolo è quindi plausibile, ma del gioiello che potrebbe fornire la testimonianza della più antica immagine del Cristo che si conosca non si hanno notizie.
Ad esso è stata dedicata una sezione della mostra “Il volto di Cristo”, tenutasi nel Palazzo delle Esposizioni a Roma (dicembre 2000-gennaio 2001). Sappiamo inoltre che il volto di Cristo compare su una serie di medaglie coniate tra la fine del Quattrocento e il secolo successivo e che sul verso di una delle tante varianti compare un testo che riporta proprio la leggenda dello smeraldo donato da Bajazet II a papa Innocenzo VIII. Può darsi che lo smeraldo esistesse nei tesori vaticani, o altrove, all'epoca in cui le medaglie furono coniate. Era, infatti, prassi frequente riprodurre in bronzo (in placchette o medaglie) i tesori della glittica antica.
Appendice. Lettera di Publio Lentulo

“A Tiberio Cesare, Salute. - Eccoti la risposta che desideri. E' apparso da queste parti un uomo dotato di eccezionale potenza, e lo chiamano il grande Profeta. I suoi discepoli lo appellano Figlio di Dio. Il suo nome è Gesù. In verità o Cesare, ogni giorno si sentono cose prodigiose di questo Cristo, che risuscita i morti e guarisce ogni infermità e fa stupire tutta Gerusalemme con la sua dottrina straordinaria. Egli è di aspetto maestoso, con una splendente fisionomia piena di soavità talchè coloro i quali lo vedono, lo amano e lo temono a un tempo. Dicono che il suo viso roseo, con la barba divisa nel mezzo, è di una bellezza incomparabile, e che nessuno può fissarlo a lungo per lo splendore nei lineamenti, negli occhi cerulei, nei cappelli biondoscuri. Egli è simile alla madre, che è la più bella mesta figura, che siasi mai vista da queste parti. Nei suoi detti recisi, gravi, inoppugnabili è l'espressione più pura della virtù e di una sapienza che supera di gran lunga quella dei più grandi genii. Nel riprendere e rampognare è formidabile; nell'insegnare ed esortare è mite, amabile, affascinante. Cammina scalzo a capo scoperto, e in vederlo a certa distanza, molti ridono, ma in sua presenza tremano e stupiscono. Nessuno lo vide mai ridere, ma molti lo videro piangere. Tutti coloro che l'hanno praticato dicono di averne avuto benefici e sanità. Però io sono molestato da maligni che dicono Egli sia a danno della Tua Maestà perchè afferma pubblicamente che re e sudditi sono uguali avanti a Dio. Comandami in proposito e sarai prontamente obbidito. - Vale”.
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AMDG et BVM
"Jesu, tibi sit gloria
Qui natus es de Virgine,
Cum Patre, et almo Spiritu
In sempiterna sæcula. Amen".