mercoledì 7 dicembre 2011

8-XII:Tota pulchra es Maria et macula originalis non est in te!

Proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione





<<Che diremo della nostra cara Madonna? Non
bisogna che lasciamo passare questo giorno [solenne dell'Immacolata] 
senza dire due parole. È una
festa piena di gioia. Dobbiamo essere contenti che la nostra Madre sia
Immacolata fin dal suo concepimento. Un figlio gode delle virtù della
madre sua. Roba della madre, roba del figlio. Oggi perciò rallegriamoci con
la Madonna: Tota pulchra es Maria et macula originalis non est in te!
(984). Come è bello!... Chi non si sente tutto infervorato, non ha cuore.
Mons. Galletti, Vescovo di Alba, in una predica fatta a noi seminaristi,
parlando della Madonna, diceva: “ Chi all'avvicinarsi delle feste della
Madonna non sente il desiderio, il bisogno di onorarla, costui non ha
vocazione sacerdotale ”. Ricordo che mi copiai queste parole...
Voi sapete che l'odierna festività offre alla nostra considerazione i
quattro privilegi di cui Maria SS. venne dotata da Dio nella sua
Concezione.

1 - ESENZIONE DAL PECCATO ORIGINALE - Il Concilio di
Trento, nel definire verità di fede il peccato originale contratto da tutti i
discendenti di Adamo, fa subito la riserva per Maria SS. Noi tutti abbiamo
un padre che ha peccato e dobbiamo portarne la pena, come chi nasce da un
padre che ha fatto bancarotta. Iddio però ha preservato Maria. Avrebbe
anche potuto toglierglielo dopo; invece ha voluto, applicandole in
antecedenza i meriti di N. S. Gesù Cristo, ch'Ella, nel medesimo istante del
suo concepimento, fosse tutta pura, senza macchia. Sarebbe stata troppo
grande umiliazione per Nostro Signore, nascere da una Madre che fosse
stata anche solo un istante nel peccato. No, Maria non è mai stata soggetta
al demonio; Ella fu sempre pura, bella, immacolata. Tota pulchra es,
Maria!

2 - ESENZIONE DAL FOMITE DELLA CONCUPISCENZA - È
il fomes peccati, come lo chiamano i Teologi. Voi lo capite: il peccato
lascia dietro di sé un'inclinazione al male, per cui amiamo più il male che il
bene. Diceva già Ovidio, poeta pagano: “ Vedo ciò che è meglio e mi
appiglio a quello che è male ” (985). Così noi: viene un ordine, e ciò basta
per non voler più fare quella data cosa. Quante volte capita ciò! È il fomite
della concupiscenza. La Madonna non l'aveva. Chiediamo perciò a Lei la
grazia di resistere sempre alle tentazioni di concupiscenza.


3 - CONFERMA IN GRAZIA - Perché noi cadiamo tutti i
momenti? Perché non siamo confermati in grazia. Maria SS. invece lo fu.
In tutta la sua vita non commise mai il minimo peccato. La Madonna non
poteva peccare; ma non per questo ha lasciato di esercitare tutte le virtù, al
pari di tutti gli altri Santi, e in grado sommo, con la sua fedelissima e
generosissima corrispondenza alla grazia. È necessario che chiediamo al
Signore che ci confermi in grazia? No, no! basta pregarlo che ci aiuti a non
perdere la grazia santificante e a corrispondere fedelmente alle sue grazie
attuali.

4 - PIENEZZA DELLA GRAZIA - Maria fu riempita di grazia
sopra tutte le creature. Fin dal primo istante, infatti, Ella fu ripiena di
Spirito Santo. Le sue fondamenta sono sui monti santi (986). I Santi Padri
commentando questo Salmo, lo applicano alla Madonna e dicono che la sua
santità, fin dalla nascita, era già sul più alto vertice, sì da sorpassare fin
d'allora la santità di tutte le creature.
La Chiesa festeggia oggi tutti questi privilegi e doni che la
Madonna ricevette. Tota pulchra es, Maria!... Gratia plena!... Quando
diciamo queste parole, pensiamo che la Madonna ne fu ripiena non per Sé
sola, ma anche per noi. Venite a me, o voi tutti che mi desiderate, e
saziatevi dei miei frutti (987). Andiamo quindi alla Madonna con
confidenza. Il Signore l'ha fatta depositaria della grazia, e ne ha per tutti.
Eccetto quello che è proprio di Dio, tutto il resto la Madonna può darcelo.
Dobbiamo ricorrere alla Madonna sotto il titolo di Immacolata non
solo oggi, ma sempre. È nel nostro interesse. Se la Chiesa cerca di farci
conoscere sempre più la Madonna, è perché non abbiamo timore di
chiederle grazie. Alcuni dicono: “ Non sento per la Madonna
quell'entusiasmo che altri sentono, eppure vorrei sentirlo anch'io! ”. La vera
divozione non consiste nel sentimento, ma nella volontà pronta a praticar e
ciò che appartiene al servizio di Dio, all'onore della SS. Vergine. La
tenerezza è un'aggiunta non necessaria, che neppure ebbero tutti i Santi.
Volete avere vera divozione? Fate bene le pratiche di pietà in suo onore;
pregate, e l'avrete.
L'Immacolata dobbiamo pregarla e imitarla. Il Signore, per venire al
mondo, non cercò in Maria né ricchezze né altro, ma la purezza dell'anima.
La Madonna fu tutta pura nella mente, nel cuore, nel corpo. Domandiamoci
sovente: Nelle mie azioni, nei miei pensieri, nei miei affetti, cerco di
rassomigliare alla Madonna? Regoliamoci in tutto sul suo esempio; in
particolare imitiamola nella purità di intenzione.


Noi siamo i figli prediletti della Madonna e un giorno dovremo
essere come altrettanti brillanti della sua corona. Se fa già così piacere
vedere l'effigie della SS. Consolata incoronata di brillanti, che sarà in
Paradiso? Ma i brillanti bisogna che siano ben purificati; così noi dobbiamo
purificarci e quindi lasciarci lavorare come si lavorano le pietre preziose.>>

Da "La vita spirituale" del Beato Giuseppe Allamano

*****

TOTUS TUUS EGO SUM O MARIA!


Totus Tuus è stato il motto apostolico del Beato Giovanni Paolo II. Significa "tutto tuo" ed esprime la sua forte devozione mariana, e la venerazione per san Luigi Maria Grignion de Montfort.[1] Il pontefice illustrò ulteriormente il significato nel suo libro Varcare la soglia della speranza, dove chiarisce che non è solo un'espressione di pietà, o semplicemente un'espressione di devozione, ma che è profondamente radicato nel mistero della Santissima Trinità.[2]
Secondo quanto scrisse nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, egli trasse il motto dalla preghiera di consacrazione a Maria presente nel Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion de Montfort. Il testo completo della preghiera in latino è: "Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt. [...] Accipio te in mea omnia, praebe mihi cor tuum, o Maria" ("Sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio è tuo. [...] Ti accolgo in tutto me stesso, offrimi il cuore tuo, Maria). Giovanni Paolo II riferì di aver conosciuto questo Trattato quando era un giovane seminarista, e che "lo leggeva e rileggeva con grande profitto spirituale".

AVE MARIA! 
AMDG



martedì 6 dicembre 2011

"Avete ogni cosa in prestito e tutto dovete restituire, compresa la vostra vita.

Ntra. Sra. del Pilar/Zaragoza/España



07.11.11


La Mamma parla agli eletti



Figli cari e tanto amati, parlo ad ogni figlio del mondo; parlo perché non vi sia alcuno che si lasci sorprendere impreparato e freddo. Parlo ad ogni uomo perché si prepari ed usi bene il suo tempo. Figli amati, la vostra salvezza dipende da voi stessi; è come se doveste affrontare un esame importante: potete superarlo, se non vi preparate? Certo, dovete essere ben pronti in quel momento e occorre prepararlo in tempo. Figli del mondo, la vostra vita sia preparazione alla salvezza dell’anima! Preparatevi tutti, figli amati!Nessuno indugi, nessuno resti incredulo e freddo, perché Gesù ha detto: “Verrò come un ladro nella notte. Verrò, quando meno ve lo aspettate. Verrò per prendere il Mio”. Figli del mondo, riflettete, c’è qualcosa che non sia di Dio, c’è qualcosa che voi avete che non Gli appartenga? La vostra vita, alla quale tanto tenete, non è forse Sua?
Voi dite: “PerchéPerché?”, quando accade che Egli prenda il Suo; ma non riflettete, figli amati, che avete ogni cosa in prestito e tutto dovete restituire, compresa la vostra vita. Ci pensate, amati figli? Vi chiedo di non perdere più tempo in vanità, ma di riflettere sulle Mie Parole. Preparatevi all’esame più importante della vostra vita: preparatevi all’Incontro con Gesù! Se vi preparate ogni giorno, come vi ho insegnato, esso sarà un Dolce Abbraccio, esso sarà un momento meraviglioso ed unico! Figli del mondo, la Madre del Cielo vi vuole felici tutti con Gesù, felici per sempre con Lui: lasciatevi condurre verso la Felicità con Gesù.

Mi dice la piccola figlia: “Madre cara, Madre amata, Madre, tutta Bellezza e Soavità, prendici con Te, portaci a Gesù, presentaci a Lui ed Egli ci sorriderà e, noi, saremo tanto, tanto, felici.”

Figli amati, questo è il Mio preciso Desiderio. DateMi tutti la mano, uomini del mondo: vi conduco alla meta felicissima; vi conducoal Paradiso, lì, dov’è immensa la Gioia e non ha mai fine.
Insieme cuore con Cuore adoriamo Gesù. Vi amo tutti.
Ti amo, angelo Mio.

                                                                                              Maria Santissima
AVE MARIA!
AMDG

lunedì 5 dicembre 2011

San Nicola di Bari




La sua fama è universale, documentata da chiese e opere d’arte, da istituzioni e tradizioni legate al suo nome. Ma sulla sua vita le notizie certe sono pochissime. Nato probabilmente a Pàtara di Licia, in Asia Minore (attuale Turchia), è poi eletto vescovo di Mira, nella stessa Licia. E qui, dicono alcune leggende, compie un miracolo dopo l’altro. Come accade alle personalità forti, quasi ogni suo gesto è trasfigurato in prodigio: strappa miracolosamente tre ufficiali al supplizio; preserva Mira da una carestia, con altri portenti... Qui può trattarsi di fatti autentici, abbelliti da scrittori entusiasti. Forse per gli ufficiali egli ha ottenuto la grazia dell’imperatore Costantino (al quale chiederà anche sgravi d’imposta per Mira); e contro la carestia può aver organizzato rifornimenti tempestivi. Ma si racconta pure che abbia placato una tempesta in mare, e resuscitato tre giovani uccisi da un oste rapinatore... Un “Passionarium” del VI secolo dice che ha sofferto per la fede nelle ultime persecuzioni antecedenti Costantino, e che è intervenuto nel 325 al Concilio di Nicea. 
Nicola muore il 6 dicembre di un anno incerto e il suo culto si diffonde dapprima in Asia Minore (25 chiese dedicate a lui a Costantinopoli nel VI secolo). Ci sono pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Mira. Moltissimi scritti in greco e in latino lo fanno via via conoscere nel mondo bizantino-slavo e in Occidente, cominciando da Roma e dal Sud d’Italia, soggetto a Bisanzio. 
Ma oltre sette secoli dopo la sua morte, quando in Puglia è subentrato il dominio normanno, “Nicola di Mira” diventa “Nicola di Bari”. Sessantadue marinai baresi, sbarcati nell’Asia Minore già soggetta ai Turchi, arrivano al sepolcro di Nicola e s’impadroniscono dei suoi resti, che il 9 maggio 1087 giungono a Bari accolti in trionfo: ora la città ha un suo patrono. E forse ha impedito ad altri di arrivare alle reliquie. Dopo la collocazione provvisoria in una chiesa cittadina, il 29 settembre 1089 esse trovano sistemazione definitiva nella cripta, già pronta, della basilica che si sta innalzando in suo onore. E’ il Papa in persona, Urbano II, a deporle sotto l’altare. Nel 1098 lo stesso Urbano II presiede nella basilica un concilio di vescovi, tra i quali alcuni “greci” dell’Italia settentrionale: c’è già stato lo scisma d’Oriente. 
Alla fine del XX secolo la basilica, affidata da Pio XII ai domenicani, è luogo d’incontro tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, e sede dell’Istituto di Teologia Ecumenica San Nicola. Nella cripta c’è anche una cappella orientale, dove i cristiani ancora “separati” dal 1054 possono celebrare la loro liturgia. Scrive Gerardo Cioffari, del Centro Studi San Nicola: "In tal modo la basilica si presenta... come una realtà che vive il futuro ecumenico della Chiesa". Nicola di Mira e di Bari, un santo per tutti i millenni.
Nell'iconografia San Nicola è facilmente riconoscibile perché tiene in mano tre sacchetti (talvolta riassunti in uno solo) di monete d'oro, spesso resi più visibili sotto forma di tre palle d'oro.
Racconta la leggenda che nella città dove si trovava il vescovo Nicola, un padre, non avendo i soldi per costituire la dote alle sue tre figlie e farle così sposare convenientemente, avesse deciso di mandarle a prostituirsi. Nicola, venuto a conoscenza di questa idea, fornì tre sacchetti di monete d'oro che costituirono quindi la dote delle fanciulle, salvandone la purezza.



 
L'anno liturgico
di dom Prosper Guéranger

6 DICEMBRE
SAN NICOLA, VESCOVO DI MIRA E CONFESSORE

Per rendere onore al Messia Pontefice, la suprema Sapienza ha moltiplicato i Pontefici sulla strada che conduce a lui. Due Papi, san Melchiade e san Damaso; due Dottori, san Pier Crisologo e sant'Ambrogio; due Vescovi e l'amore del loro gregge, san Nicola e sant'Eusebio: ecco i gloriosi Pontefici che hanno ricevuto la missione di preparare, con la loro intercessione, la via del popolo fedele verso Colui che è il Sommo Sacerdote secondo l'ordine, il tipo di Melchisedech. Spiegheremo in seguito i loro titoli per i quali fanno parte di questa nobile corte. Oggi, la Chiesa celebra con gioia la memoria dell'illustre taumaturgo Nicola, famoso nell'Oriente al pari di san Martino nell'Occidente, e onorato da quasi mille anni dalla Chiesa latina. Rendiamo omaggio al supremo potere che Dio gli aveva dato sulla natura, ma rendiamogli soprattutto lode per essere stato del numero dei trecentodiciotto Vescovi che proclamarono a Nicea il Verbo consostanziale al Padre. Egli non fu scandalizzato dalle umiliazioni del Figlio di Dio; né la bassezza della carne che il sommo Signore di tutte le cose rivestì nel seno della Vergine, né l'umiltà della mangiatoia gli impedirono di proclamare Figlio di Dio, uguale a Dio, il Figlio di Maria; per questo egli è stato glorificato e ha ricevuto l'incarico di ottenere ogni anno, per il popolo cristiano, la grazia di andare incontro al Verbo di vita, con fede semplice e ardente amore.

VITA. - La celebrità di san Nicola, già grande presso i Greci nel VI secolo, non fece che crescere in Oriente e in Occidente. La "Vita" più antica che abbiamo di lui porta il nome di Praxis de Strafelate, ma non possediamo alcuna vita contemporanea e le vite più recenti non meritano affatto credito. Inoltre, si è attribuita a san Nicola di Mira una gran parte della vita d'un altro Nicola, chiamato il Sionita, il quale nel VI secolo fondò il monastero di Sion non lontano da Mira, e divenne vescovo di Pinara nella Licia (oggi Minara). E cosi non conosciamo nulla di sicuro sul taumaturgo. Il suo culto apparve in Occidente fin dal XI secolo e crebbe soprattutto dopo la traslazione delle sue reliquie a Bari nel 1087.

San Nicola Vescovo, come è grande la tua gloria nella Chiesa di Dio! Tu hai confessato Gesù Cristo davanti ai Proconsoli, e hai sopportato la persecuzione per il suo Nome. Sei stato in seguito testimone delle meraviglie del Signore, quando egli rese la pace alla sua Chiesa; e poco dopo, la tua bocca si apriva nell'assemblea dei trecento diciotto Padri, per confessare, con irrefragabile autorità, la divinità del Salvatore Gesù Cristo, per il quale tante migliaia di Martiri avevano versato il proprio sangue. Ricevi gli omaggi del popolo cristiano, che in tutta la terra trasalisce di gioia al tuo dolce ricordo; e siici propizio, in questi giorni in cui aspettiamo la venuta di Colui che tu hai proclamato Consostanziale al Padre. Degnati di aiutare la nostra fede e di assecondare il nostro amore. Tu lo vedi ora faccia a faccia quel Verbo per il quale tutte le cose sono state fatte e restaurate; chiedigli che si degni di lasciarci avvicinare dalla nostra indegnità. Sii il nostro mediatore fra lui e noi. Tu l'hai fatto conoscere al nostro intelletto come il Dio sommo ed eterno; rivelalo al nostro cuore, come il supremo benefattore dei figli di Adamo. In lui, o caritatevole Pontefice, tu hai attinto quella tenera compassione per tutte le miserie, la quale fa sì che tutti i tuoi miracoli siano altrettanti benefici. Continua, dall'alto del cielo, a soccorrere il popolo cristiano.
Rianima ed aumenta la fede delle genti nel Salvatore che Dio ha loro inviato. Che per effetto delle tue preghiere il Verbo divino cessi di essere misconosciuto e dimenticato nel mondo che egli ha riscattato con il suo sangue. Chiedi, per i Pastori della Chiesa, lo spirito di carità che risplende così luminoso in te, quello spirito che li rende imitatori di Gesù Cristo e conquista loro il cuore del gregge.
Ricordati anche, o santo Pontefice, della Chiesa d'Oriente che ti serba ancora una così viva tenerezza. Il tuo potere sulla terra si estendeva fino a risuscitare i morti; prega affinché la vera vita, quella che è nella Fede e nell'Unità, ritorni ad animare quell'immenso cadavere. Con le tue suppliche presso Dio, ottieni che il Sacrificio dell'Agnello che aspettiamo, sia di nuovo e presto celebrato sotto le cupole di Santa Sofia. Restituisci all'unità i Santuari di Kiev e di Mosca, affinché non vi sia più Scita né Barbaro, ma un solo pastore.

* * *

Consideriamo ancora lo stato del mondo nei giorni che precedono l'arrivo del Messia. Tutto testimonia che le profezie che lo annunciavano hanno avuto il loro compimento. Non solo lo scettro è stato tolto a Giuda, ma le Settimane di Daniele sono giunte al termine. Le altre predizioni della Scrittura, sull'avvenire del mondo, si sono avverate l'una dopo l'altra. A volta a volta sono caduti gli Imperi degli Assiri, dei Medi, dei Persiani e dei Greci; quello dei Romani è giunto all'apogeo della sua forza: è tempo che ceda il posto all'Impero eterno del Messia. Questo progresso è stato predetto ed è giunta l'ora in cui sarà vibrato l'ultimo colpo. Anche il Signore ha detto, per bocca di uno dei suoi Profeti: "Ancora un poco, e rimuoverò il cielo e la terra, e scuoterò tutte le genti: quindi verrà il Desiderato di tutti i popoli" (Ag 2,7). Così dunque, o Verbo eterno, discendi. Tutto è consumato. Le miserie del mondo sono giunte al colmo; i delitti dell'umanità sono saliti fino al cielo; il genere umano è stato sconvolto fin dalle fondamenta; sfinito, non ha possibilità di riaversi se non in tè, che invoca senza conoscere. Vieni dunque: tutte le predizioni che dovevano rappresentare agli uomini i caratteri del Redentore, sono fatte e promulgate. Non vi è più alcun profeta in Israele; tacciono gli oracoli della Gentilità. Vieni a realizzare ogni cosa: poiché è giunta la pienezza dei tempi.

Vedi anche http://it.wikipedia.org/wiki/San_Nicola_di_Bari

AVE MARIA!
AMDG



sabato 3 dicembre 2011

CONSACRAZIONE DEL MONDO AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA



CONSACRAZIONE
 DEL MONDO AL
 CUORE IMMACOLATO DI MARIA
31 ottobre 1942




Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
da rinnovarsi tutti i primi sabati
e da vivere sempre

Vergine di Fatima, Madre di Misericordia, Regina del Cielo e della Terra, rifugio dei peccatori, noi aderendo al Movimento Mariano, ci consacriamo in modo specialissimo al tuo Cuore Immacolato. Con questo atto di consacrazione intendiamo vivere con Te e per mezzo di Te tutti gli impegni assunti con la nostra consacrazione battesimale; ci impegnamo altresì ad operare in noi quell'interiore conversione tanto richiesta dal Vangelo, che ci distacchi da ogni attaccamento a noi stessi e ai facili compromessi col mondo per essere, come Te, solo disponibili a fare sempre la Volontà del Padre. E mentre intendiamo affidare a Te, Madre dolcissima e misericordiosa, la nostra esistenza e vocazione cristiana, perché Tu ne disponga per i Tuoi disegni di salvezza in quest'ora decisiva che grava sul mondo, ci impegnamo a viverla secondo i Tuoi desideri, in particolare per quanto riguarda un rinnovato spirito di preghiera e di penitenza, la partecipazione fervorosa alla celebrazione dell'Eucarestia e all'apostolato, la recita quotidiana del Santo Rosario ed un riguarda un rinnovato spirito di preghiera e di penitenza, la partecipazione fervorosa alla celebrazione dell'Eucarestia e all'apostolato, la recita quotidiana del Santo Rosario ed un austero modo di vita, conforme al Vangelo, che sia a tutti di buon esempio nell'osservanza della Legge di Dio, nell'esercizio delle virtù cristiane, specialmente della purezza. Ti promettiamo ancora di essere uniti al Santo Padre, alla Gerarchia ed ai nostri Sacerdoti, così da porre una barriera al processo di contestazione del Magistero, che minaccia le fondamenta stesse della Chiesa. Sotto la Tua protezione vogliamo anzi essere gli apostoli di questa, oggi tanto necessaria, unità di preghiera e di amore al Papa, su cui invochiamo da Te una speciale protezione. Infine Ti promettiamo di condurre le anime con cui veniamo a contatto, in quanto ci è possibile, ad una rinnovata devozione verso di Te. Consapevoli che l'ateismo ha fatto naufragare nella fede un gran numero di fedeli, che la dissacrazione è entrata nel Tempio santo di Dio, che il male ed il peccato sempre più dilagano nel mondo, osiamo alzare fiduciosi gli occhi a Te, Madre di Gesù e Madre nostra misericordiosa e potente, ed invocare ancora oggi ed attendere da Te la salvezza per tutti i Tuoi figli, o clemente, o pietosa, o dolce Vergine Maria.
- con approvazione ecclesiastica - 


AVE MARIA!
AMDG


SAN FRANCESCO SAVERIO, PATRONO DELLE MISSIONI INSIEME A SANTA TERESA DI GESU' BAMBINO E DEL VOLTO SANTO










3 DICEMBRE
SAN FRANCESCO SAVERIO CONFESSORE, 
APOSTOLO DELLE INDIE

Gli Apostoli furono gli antesignani della Venuta del Cristo; era dunque giusto che al tempo dell'Avvento non mancasse la commemorazione di qualcuno di essi. La divina Provvidenza vi ha provveduto. Senza parlare di sant'Andrea, la cui festa è spesso già passata quando si apre il tempo dell'Avvento, s'incontra immancabilmente ogni anno san Tommaso all'approssimarsi del Natale. Diremo più avanti perché egli ha ottenuto questo posto in preferenza degli altri Apostoli; qui vogliamo solo insistere sulla convenienza la quale sembrava esigere che il Collegio Apostolico fornisse almeno uno dei suoi membri per annunciare, in questa parte del Ciclo cattolico, la venuta del Redentore. Ma Dio non ha voluto che il primo apostolato fosse il solo ad apparire all'inizio del Calendario liturgico; grande è pure, benché inferiore, la gloria di quel secondo Apostolato per il quale la Sposa di Gesù Cristo moltiplica ancora i suoi figli, in una feconda vecchiaia, come dice il Salmista (Sal 91,15). Vi sono ancora oggi dei Gentili da evangelizzare; la venuta del Messia è ben lontana dall'essere stata annunciata a tutti i popoli; ma, tra i valenti messaggeri del Verbo che, in questi ultimi secoli, hanno fatto risonare la loro voce in mezzo alle genti infedeli, non ve n'è alcuna che abbia brillato di più vivo splendore, che abbia operato maggiori prodigi e che si sia mostrata più somigliante ai primi Apostoli, del recente Apostolo delle Indie, san Francesco Saverio.
E certo, la vita e l'apostolato di quest'uomo meraviglioso furono l'oggetto di un grande trionfo per la nostra santa Madre la Chiesa Cattolica nel tempo in cui risplendettero. L'eresia, sostenuta in tutti i modi dalla falsa scienza, dalla politica, dalla cupidigia e da tutte le cattive passioni del cuore umano, sembrava giunta al momento della vittoria. Nel suo audace e sfrenato linguaggio, essa parlava sol più con profondo disprezzo di quella antica Chiesa fondata sulle promesse di Gesù Cristo; la denunciava alle genti, ed osava chiamarla la prostituta di Babilonia, come se i vizi dei figli potessero oscurare la purezza della madre. Infine Dio si mostrò, e d'improvviso il suolo della Chiesa apparve coperto dei più mirabili frutti di santità. Gli eroi e le eroine si moltiplicarono dal seno stesso di quella sterilità che era solo apparente, e mentre i pretesi riformatori si mostravano i più viziosi degli uomini, l'Italia e la Spaglia da sole brillavano d'uno splendore incomparabile per i capolavori di santità che si produssero nel loro seno.
Oggi è san Francesco Saverio, ma più d'una volta nell'Anno, ci troveremo a festeggiare i nobili compagni e le illustri compagne che la grazia divina gli ha suscitati: di modo che il XVI secolo non ebbe nulla da invidiare ai secoli più favoriti delle meraviglie della santità. Certo, non si preoccupavano molto della salvezza degli infedeli quei sedicenti riformatori che pensavano solo a distruggere i1 vero Cristianesimo sotto le rovine dei suoi templi; e appunto in quello stesso momento una società d'apostoli si offriva al Pontefice romano per andare a stabilire la fede presso i popoli più immersi nelle ombre della morte. Ma, fra tutti questi apostoli, come abbiamo detto, nessuno ha realizzato il tipo primitivo allo stesso grado del discepolo di Ignazio. Nulla gli è mancato, né la vasta estensione dei paesi solcati dal suo zelo, né le migliaia d'infedeli che ha battezzati con il suo braccio infaticabile, né i prodigi di ogni specie che lo mostrarono agli infedeli come segnato del sigillo che avevano ricevuto quelli di cui la santa Liturgia dice: "Questi sono coloro che, vivendo ancora nella carne, sono stati i piantatori della Chiesa". L'Oriente ha dunque visto, nel XVI secolo, un Apostolo venuto da Roma sempre santa, e il cui carattere e le cui opere richiamavano lo splendore di cui brillarono coloro che Gesù aveva egli stesso mandati. Sia dunque gloria al divino Sposo che ha vendicato l'onore della sua Sposa, suscitando Francesco Saverio e presentandoci in lui un'idea di ciò che furono, in seno al mondo pagano, gli uomini che egli aveva incaricati di promulgare il suo Vangelo.

VITA. - San Francesco nacque in Navarra nel 1506. Conobbe a Parigi sant'Ignazio di Loiola con il quale si legò in santa amicizia. Quando fu fondata la Compagnia di Gesù, Ignazio lo mandò nelle Indie nel 1542. Fu celebre per il suo spirito di preghiera, per la sua grande mortificazione, per il dono dei miracoli e per le innumerevoli conversioni che operò con la predicazione presso gl'infedeli. Morì nell'isola di Sanciano il 2 dicembre 1552. Il Suo corpo riposa a Goa (Indie) e il suo braccio destro è venerato nella chiesa del Gesù a Roma. San Francesco Saverio è patrono della Propagazione della Fede.

Glorioso apostolo di Gesù Cristo che hai illuminato della sua luce le genti sedute nelle ombre della morte, noi, Cristiani indegni, ci rivolgiamo a te, affinché con quella stessa carità che ti portò a sacrificare tutto per evangelizzare le genti, ti degni di preparare i nostri cuori a ricevere la visita del Salvatore che la nostra fede attende e che il nostro amore desidera. Tu fosti il padre delle genti infedeli; sii anche il protettore del popolo dei credenti, nei giorni in cui ci troviamo. Prima di avere ancora contemplato con i tuoi occhi il salvatore Gesù, lo facesti conoscere a innumerevoli popoli. Ora che lo vedi faccia a faccia ottieni che anche noi lo possiamo vedere, quando apparirà, con la fede semplice e ardente dei Magi dell'Oriente, primizie gloriose delle genti che tu sei andato ad iniziare alla luce mirabile (1Pt 2,9).
Ricordati anche, o grande Apostolo, di quelle stesse genti che hai evangelizzate, e presso le quali la parola di vita, per un terribile giudizio di Dio, ha cessato di essere feconda. Prega per il vasto impero della Cina che il tuo sguardo salutava morendo, e al quale non fu dato di sentire la tua parola. Prega per il Giappone, diletta piantagione che il cinghiale di cui parla il Salmista ha cosi orribilmente devastata. Ottieni che il sangue dei Martiri che vi fu sparso come l'acqua, fecondi finalmente questa terra. Benedici anche, o Saverio, tutte le Missioni che la nostra santa Madre Chiesa ha intraprese, nelle regioni in cui la Croce ancora non trionfa. Che i cuori degli infedeli si aprano alla luminosa semplicità della fede; che il seme fruttifichi al centuplo; che il numero dei nuovi apostoli, tuoi successori, vada sempre crescendo; che il loro zelo e la loro carità non vengano mai meno; che i loro sudori diventino fecondi e che la corona del loro martirio sia non solo la ricompensa, ma il complemento e l'ultima vittoria del loro apostolato. Ricordati, dinanzi al Signore, degli innumerevoli membri di quell'associazione per la quale Gesù Cristo è annunciato in tutta la terra, e che si è posta sotto il tuo patrocinio. Prega infine con cuore filiale per la santa Compagnia della quale sei la gloria e la speranza. Che essa fiorisca sempre più sotto il vento della tribolazione che non le è mai mancato, che si moltiplichi affinché per essa siano moltiplicati i figli di Dio, che abbia sempre al servizio del popolo cristiano numerosi Apostoli e savi Dottori, e non porti invano il nome di Gesù.
http://www.youtube.com/watch?v=VqGpwuANm9U



AVE MARIA!
AMDG