domenica 10 aprile 2011

Sacerdoti, siate santi!




Sacra famiglia
Povertà Obbedienza Castità

"Ora parlo dei sacerdoti,






  •   di coloro che hanno l'onore sublime di perpetuare dall'altare il mio Sacrificio, di toccare Me, di ripetere il mio Vangelo.






  • Dovrebbero essere fiamme. Invece sono fumo. Fanno stancamente quello che devono fare. Non si amano fra loro e non amano voi come pastori che devono essere pronti a dare tutti se stessi, anche sino al sacrificio della vita, per le loro pecorelle. Vengono al mio altare con il cuore colmo di sollecitudini della terra. Mi consacrano con la mente altrove e neanche la mia Comunione accende nel loro spirito quella carità che deve essere viva in tutti ma che nei miei sacerdoti deve essere vivissima." 14.6.43






  • "Troppo pochi i veri sacerdoti che spezzano se stessi per prodigarsi ai loro figli! Mai come adesso è necessario pregare il Padrone della messe, perché mandi “veri” operai alla sua messe che cade sciupata perché non è sufficiente il numero dei veri instancabili operai, sui quali il mio occhio si posa con benedizioni e amore infiniti e grati. (…)"
       "Quanti più veri sacerdoti saranno nel mondo quando i tempi saranno compiuti, meno lungo e crudele sarà il tempo dell'Anticristo e le ultime convulsioni della razza umana."14.6.43




  • www.mariavaltorta.it/  
  • AVE MARIA!
                                 
  • venerdì 8 aprile 2011

    Chiarezza liturgica fondamentale

    Don Bux: senza forma non esiste liturgia

    L'intervista (vedi qui): sull'adeguamento liturgico ci sono state cattive interpretazioni di Andrea Zambrano


    REGGIO EMILIA (6 aprile 2011) - "Le chiese devono essere luoghi di culto, non auditorium". E’ questo il giudizio di fondo che il consultore dell’ufficio delle celebrazioni del sommo pontificie don Nicola Bux dà di molti adeguamenti liturgici operati in molte chiese negli ultimi anni. Don Bux sarà protagonista giovedì sera alle 21 dell’incontro promosso nella Sala del Capitano del Popolo dalla delegazione Emilia Occidentale dell’Ordine di Malta, con Italia Nostra, il Museo dei Cappuccini e il circolo Frassati di Correggio e chiamato “Liturgia romana e arte sacra fra innovazione tradizione”. Con Bux, ormai una conoscenza di molti fedeli (è la terza volta che viene nel Reggiano in pochi anni), parleranno anche don Enrico Mazza e l’ex sovrintendente Elio Garzillo.Sarà inevitabile toccare anche il tema dell’adeguamento liturgico della Cattedrale di Reggio dopo il complesso restauro architettonico degli anni scorsi. Il GdR ha intervistato in anteprima don Bux, collaboratore di Papa Benedetto XVI non solo sui temi della liturgia, ma anche nella Congregazione della dottrina della fede.


    Don Bux, che cos’è l’adeguamento liturgico?

    E’ un’espressione coniata negli anni dopo il Concilio Vaticano II per indicare i lavori ritenuti necessari affinché le antiche chiese potessero essere più idonee alle celebrazioni secondo la forma rinnovata del rito Romano.


    E quali risultati ha prodotto?

    L’adeguamento è partito con l’intento di operare quei ritocchi per favorire la celebrazioni dei sacramenti, ma si è imposto soprattutto il tema della messa celebrata con l’altare verso il popolo. Un adeguamento vistoso del quale si è abusato.


    Perchè?

    Perchè lo stesso messale non dice mai che il celebrante non deve essere di spalle al popolo. E questo è dimostrato dal fatto che per ben tre volte, subito dopo l’offertorio, nell’ecce agnus Dei e nella benedizione finale si prescrive che il sacerdote si rivolga al popolo. Ne consegue che durante la celebrazione l’orientamento deve essere un altro.


    Cioè spalle al popolo...

    Non propriamente. Questa è una male interpretazione dello stesso messale di Palo VI e una forzatura che ha fatto si che si pensasse che dare le spalle al popolo fosse un atto di maleducazione. Come dire: “Scusate la spalle”.


    Dunque?

    Dunque è una questione di orientamento verso il Signore che viene. Ecco perchè la tradizione ci ha consegnato le celebrazioni con il sacerdote e i fedeli entrambi rivolti ad oriente, simbolo del Signore che viene e successivamente indicato nella croce. In sostanza il rivolgersi al popolo era indicato come una possibilità.


    Così la critica principale è che il sacerdote non è in comunione con i fedeli...

    Infatti Benedetto XVI, già da cardinale insisteva sul fatto che se il popolo è rivolto al crocifisso e con lui il sacerdote, tutti rivolgono lo sguardo a Cristo, che è l’aspetto centrale della liturgia. Come diceva Ratzinger con il sacerdote fronte al popolo si chiude il cerchio all’incontro con il Signore.


    Come si può risolvere la questione?

    Come ha giustamente proposto il Santo Padre, sarebbe opportuno che con la stessa posizione, si inserisse una croce sull’altare in modo che tutti possano avere in primo piano il soggetto centrale della liturgia: Cristo che viene. E’ bene che i sacerdoti sappiano spiegare che la loro posizione deve essere funzionaleall’orientamento della celebrazione.


    Quali altri temi toccherà domani?

    L’incontro è promosso dal desiderio di molti laici, preoccupati che il cosiddetto adeguamento non vada in collisione con il rispetto della tradizione. In questo caso nella Cattedrale di Reggio anche con l’aiuto del professor Mazza si vuole cercare di offrire gli strumenti per capire che è il popolo che si deve adeguare alla liturgia e non il contrario.


    Un tema dibattuto a Reggio è quello della sede episcopale, portata giù dal presbiterio e davanti all’assemblea...

    La sede non è l’elemento più importante in un edificio sacro. Prima vengono l’altare, la croce e il tabernacolo, che sono il segno della presenza divina permanente in mezzo al popolo. Per importanza, dopo l’ambone, quello che una volta era chiamato pulpito o pergamo e che era funzionale a stare in mezzo all’assemblea per ragioni acustiche, c’è la sede della presidenza.


    Ma dove deve essere collocata?

    Nelle chiese primitive siriache, eredi delle sinagoghe la sede era in testa all’assemblea, come oggi avviene quando a teatro si riserva la poltrona centrale all’autorità. Ben presto la sede di chi presiede è stata posta in testa all’assemblea a sinistra o a destra in una posizione di raccordo tra l’assemblea e l’altare.


    Qual è la posizione ideale?

    In testa alla gradinata, come ancor oggi fanno gli orientali che mettono la sede del patriarca in testa all’assemblea, ma non frontale. E’ bene poi che i posti dei fedeli non siano trasversali o diagonali, ma guardino tutti con un unico sguardo.


    Dunque sul presbiterio, non in basso?

    Il luogo dei sacerdoti e del vescovo è il presbiterio, lo dice il nome stesso. Il fatto che la sede sia posta in basso confonde le idee.


    Le potrei obiettare che anche il vescovo fa parte del popolo di Dio...

    E’ vero, ma anche la tradizione ha un suo peso. Non bisogna cadere nel populismo. Lo stare insieme ai fedeli non dipende dalla posizione.


    Quanto pesa in questo discorso l’accusa di eccessivo formalismo?

    Una cosa è la forma, un’altra il formalismo. Senza una forma la liturgia non esisterebbe e la sostanza sarebbe deforme. Il parlare di formalismo invece è un po’ ideologico e riduttivo. Ultimamente è in uso parlare di poli liturgici. Ebbene, nel rito romano deve prevalere l’unità.


    Un altro tema scottante è l’assenza di inginocchiatoi...

    Un’altra stranezza a cui si assiste talvolta. La liturgia prescrive di inginocchiarsi in certi momenti della messa. Il fatto è che il disincentivare l’inginocchiarsi rischia di ridurre la Chiesa ad un auditorium o la liturgia a intrattenimento. Invece il Papa ci ricorda che la liturgia è adorazione e il suo segno esteriore più visibile è proprio il mettersi in ginocchio.


    Quanto conta nelle chiese la conservazione di manufatti artistici e l’introduzione di nuove opere moderne?

    Ci vuole sempre del gusto nelle cose. Stranamente oggi si tende a musealizzare tutte le bellezze e gli arredi, ma le cose vanno in un museo se non sono più fruibili. In molti casi invece arredi e suppellettili sono espressione della pietà del popolo e dei sacrifici che sono stati fatti per introdurli. Sempre che parliamo di oggetti che servano non per la nostra gloria personale, ma per quella di Dio. La stessa cosa vale per i paramenti. A volte il sacerdote mette o toglie paramenti a seconda del suo gusto o della sua comodità, come se fosse un abbigliamento privato. In realtà sono l’espressione dell’oggettività del rito che viene affidato al ministro, anche se indegno moralmente.
     

    Vi saranno i grandi segni...



    Gesù 07-02-2011 
    Sposa amata, intorno a te e lontano accadono cose che fanno tremare, ma tu resta nella Pace Mia e nella Gioia perché nulla può accadere che Io, Io, Gesù, non permetta o non voglia.
    Per i fatti che accadono il mondo trema e geme, ma chi è tutto Mio nel cuore e nella mente non ha paura, supplica la Mia Misericordia e fa della preghiera la sua arma vincente.
    Piccola sposa, la terra brucia, ma non di amore per Me, brucia per l’odio e la discordia dei cuori.
    Vi saranno i grandi segni, sposa cara, quelli che in passato mai ho concesso, ma chi non ha creduto continuerà a non credere e non si deciderà.
    Si capisca che voglio andare incontro ad ogni uomo che ancora non Mi ha voluto accogliere, ma chi ha rifiutato ancora lo farà.
    Il nemico molto potrà, lì, dove Io sono stato rifiutato, la Mia Giustizia Perfetta imprigionerà chi non ha voluto accogliere la Mia Dolce Misericordia.
    Sposa cara, anche in questo giorno riverso nel tuo cuore un fiume impetuoso di Gioia e di speranza, offri a chi lo desidera i Miei Doni, offrili con dovizia, perché ti dico, per i fatti che accadranno, diminuirà la gioia e verrà meno la speranza, ma chi in Me ha pienamente confidato avrà per sé ed anche per gli altri.

    AMDG

    mercoledì 6 aprile 2011

    Sotto le ali di Gesù

    Viva la Speranza!

    
    Beata Maria di Gesù Crocifisso, prega per noi.


     " ECCO ciò che Gesù vuole che dica: Non credi tu forse che una gallina, vedendo l'aquila arrivare, non nasconda sotto le ali i suoi pulcini?
        Credi tu forse che Gesù farà meno della gallina? Che non possa nascondere i suoi piccoli sotto il suo mantello e proteggerli dal nemico?
         Perché allora temi così tanto?"


    AMDG et B.V.M.
       

    martedì 5 aprile 2011

    Siate pronti tutti

    
    San Vincenzo Ferreri, prega per noi




     
    Gesù 17-11-2009 
    Sposa amata, grandi cose sto per fare per coloro che Mi amano, che perseverano nel Bene, grandi Doni avranno più del passato.

    Ci sarà un momento di pena per tutti,
    in una stessa casa ci sarà chi resterà e chi verrà preso:
    tutto avverrà secondo la Mia Logica Perfetta.
    Nessuno può neppure immaginare ciò che accadrà,
    siate pronti tutti, uomini della terra,
    perché vi ho avvisatoho ripetutoho atteso.

    Amata sposa, ti ho sempre parlato di un esame molto impegnativo che può cambiare la vita: quando uno è avvertito allora, certo, si prepara e, siccome sa che è importante ed impegnativo, non perde tempo, ma studia senza sosta, sa che molto dipende dal superamento di tale prova.
    Amata Mia, ogni uomo deve superare i suoi esami, questo però che è prossimo è particolarmente importante, ho avvertito, ho ripetuto, ho atteso, cosa potevo fare di più? 


      

    Maria Santissima 17-11-2009 
    Figli, sia al primo posto la misericordia verso il prossimo, date a piene mani a chi è bisognoso, vi dico che avrete il centuplo.
    Figli cari, le prove ci sono, ma aumenteranno nel tempo prossimo, già vi ho spiegato il loro significato: il mondo deve capire ciò che non ha compreso!
    Spesso, perché l’uomo giunga a comprensione, serve il castigo, deve egli essere reso casto attraverso il dolore.
    Figli amati, il Padre caro, deve provare il mondo, perché siano molti quelli che capiscono; sapete, quindi, siate pronti ad accogliere la Sua Volontà, a farla anche accogliere agli altri.
    Siate così come Egli vuole che siate: grandi e generosi nell’amore, date molto e certo avrete una misura più grande, Dio vuole dare anche attraverso di voi. 


    AMDG et BVM